Un nuovo sondaggio è stato pubblicato sulla home page del sito UAAR. Questa la domanda: “Campagna ateobus UAAR: con quale di questi giudizi ti trovi più d’accordo?”
Queste le possibili risposte:
– È blasfema: vilipende la religione e offende i credenti
– È un boomerang: riporterà molti cittadini alla fede
– È sciocchina: denota solo la pochezza di chi la promuove
– È inopportuna: spingerà la Chiesa a occupare ancor di più gli spazi disponibili
– È utile ma preoccupante: mostra come in Italia non vi sia vera libertà di espressione
– È indispensabile: finalmente i non credenti stanno godendo di una certa visibilità
– Non so / altro
Si è nel frattempo concluso il sondaggio precedente, per il quale sono stati espressi 6.810 voti. La domanda era: “Mons. Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura, ha definito l’iniziativa dei bus atei la “carnevalata” di “un ateismo non pensante”, che né Marx, né Nietzsche, né Sartre avrebbero mai realizzato. Con quale opinione sei più in sintonia?”
Questi i risultati:
Quanto a carnevalate, la ritualità cattolica è senz’altro molto peggio
38% (2569 voti)
La Chiesa cattolica, che non può più mandare al rogo gli atei, vuole comunque limitarne la visibilità e la crescita numerica
24% (1624 voti)
Stiamo parlando di pubblicità: anche Agostino e Tommaso non avrebbero mai realizzato le campagne cattoliche per l’Otto per Mille
17% (1142 voti)
Mons. Ravasi ha perfettamente ragione
8% (539 voti)
Non mi sembra una carnevalata, ma non mi sembra nemmeno un’iniziativa utile
7% (505 voti)
Mons. Ravasi è fin troppo buono: iniziative del genere andrebbero vietate
6% (397 voti)
Non so / altro
0% (34 voti)
Per me è indispensabile. E’ stata un’ottima iniziativa anche all’estero. Ha sollevato un polverone, ha fatto discutere, ha smosso le coscienze, insomma è stata utile ancor prima di farla. Penso che l’UAAR dovrebbe prendere più spesso iniziative simili in modo da guadagnare visibilità e far discutere. Ovviamente dovrà trovare di volta in volta i modi più effikaci.
La penultima!!!
Insistere, resistere, insistere, resistere, insistere, resistere!!!
Non c’è che da insistere.
(Personalmente invito poi quelli che, come me, per abito mentale vanno sempre a cercare gli aspetti negativi per ogni inziativa in modo che non offra il fianco a critiche, di non avere eccessivi scrupoli. L’esito della campagna è stato tale che passano in secondo piano gli aspetti non completamente condivisibili della stessa).
per me l’ultima
Sono anch’io per la penultima, anche se non condivido pienamente il dettato del quesito.
La pubblicità in questione è utile a far emergere ed evidenziare il retroterra culturale italiano, denso di contraddizioni e ipocrisie. Ed è in quell’ambito che l’azione di associazioni come l’UAAR deve incidere al fine di apportare lenti, minimi, ma avvertibili cambiamenti nel modo di sentire e di comportarsi della gente.
Anche una presenza critica e non imbavagliata da una censura di merito preventiva, in una trasmissione di grande ascolto, susciterebbe il medesimo eco nell’opinione pubblica.
Come mai il “buon Santoro” sempre attento a problemi sociali e politici, non si è mai speso a concedere un briciolo di spazio ai diritti degli atei, al diritto del non credente a essere accettato e considerato alla stregua di ogni altra convinzione fidelistica………dico “Santoro” così, per fare un esempio.
Inoltre l’esistenza degli atei dovrebbe essere rimarcata in tutti quegli ambiti dove la religione ha steso da sempre il suo predominio culturale. Parlo della scuola, in primis, dei posti di lavoro, e negli ambiti di grande aggregazione pubblica: qualcuno dovrà pur trovare il coraggio di dire a tutti quei calciatori che celebrano “macumbe” in campo, facendosi segni di croce, inginocchiamenti, genuflessioni e ritualità varie andando, che il loro è anche una sorta di mancanza di rispetto verso chi non ha le loro stesse convinzioni……….visto che per una bestemmia biascicata tra i denti da uno di loro si è mosto un ambarabam da restare esterefatti.
Quanto alla bestemmia , esclamazione che per un ateo ha scarsa valenza, sarebbe ora che si proclamasse , e fieramente, che la massima bestemmia è il negare l’esistenza della divinità, ergo, io che sono ateo sono un “massimo bastemmiatore”: quindi cosa mi fate? Mi metterete la mordacchia?
Sperando che ora se ne possa parlare con calma riflessione, vorrei dirvi il mio parere: innanzitutto avete diritto a farlo e gli ostacoli e le reazioni sono quasi tutti ingiustificati. Se il vostro intento era ottenere visibilità e pubblicità, ci siete riusciti, anche grazie a certe reazioni scomposte. Lo slogan scelto “La cattiva…e la buona notizia” non mi piace, in quanto è un ritorno all’ ateismo delle origini, quello che voleva risvegliare la coscienza civile oppressa da una religione della penitenza imposta. Quello scelto dagli inglesi, sotto questo punto di vista, è anche peggio: oggi avrebbe senso solo in un paese musulmano, perché nelle società occidentali i credenti gareggiano con gli atei nell’ edonismo. Io avrei richiamato i valori morali dei laici (scusatemi il suggerimento, che non mi competerebbe), ad esempio: “Per la laicità dello Stato hanno dato la vita i nostri padri del Risorgimento e della Resistenza”. A questo punto la firma per esteso (Unione degli Atei…ecc.) sarebbe già stata la provocazione che cercate. Ma sarebbe stato difficile e controproducente contestarvi.
Ho risposto che e’ utile, ma preoccupante, in effetti ricevere censure del genere dimostra che questo paese non e’ libero come si crede.
A proposito di televisione, voglio ricordare brevemente un episodio.
Giorni addietro era ospite dalla Alda d’Eusanio la fresca partecipante a “L’Isola dei Famosi”, Flavia Vento.
L’intervista alla Vento, da parte della D’Eusanio verteva, come al solito, sulla sua vita privata, le esperienze, gli amori e via spettegolando………fino a quando si giunse a parlare dei genitori e lì partì la domanda rituale: se erano “molto religiosi”.
La Vento, con la sua solita aria noncurante che la contraddistingue, rispose pronunciando la “fatidica” parola……..ATEI, i suoi erano ATEI. L’aveva detto come si direbbe che erano tifosi di una data squadra di calcio, oppure che amavano un certo piatto.
Sul viso della D’Eusanio si disegnò una fugace espressione sgomenta…..fosse stato per lei se avesse conosciuto la risposta, quella domanda se la sarebbe rimangiata mille volte.
A prescindere della considerazione della Vento, che dopo questa risposta rischia un ostracismo televisivo non indifferente, mi è sembrato sorprendente l’ambito ed il modo in cui la parola “ATEO” era stata usata.
Ecco, per me sarebbe importantissimo che la definizione di “Ateo” si cominciasse ad utilizzare “normalmente” nelle discussioni, senza timori o pudori opportunistici: a questo è importante tendere e per questo si deve lavorare con la militanza associazionistica.
Ho scelto la penultima, anche se ritengo più giusto un mix tra la penultima e la terzultima:
È indispensabile: finalmente i non credenti stanno godendo di una certa visibilità e serve a dimostrare come in Italia non vi sia affatto libertà d’espressione.
scusate, non ho scelto l’ultima, ma la penultima.
La penultima: è indispensabile.
E’ anche vero che mostra come in Italia non esista libertà di espressione, ma ritengo che sia utile evidenziarlo.
Per me “È utile ma preoccupante”. “È utile” perché le gerarchie vaticane stanno attaccando (da molto tempo, oramai) tutte le istituzioni sociali. “Preoccupante” perché si è costretti a questo anche per il fatto che televisioni, politici e giornali (con rarissime eccezioni) fanno a gara per schierarsi dalla parte del Tevere che mi piace di meno.
Francamente non sono sicuro che una campagna di reclutamento per gli atei sia esattamente la cosa migliore. Il Vaticano, a voler ben vedere, ha molti punti deboli proprio nel suo comportamento. Per esempio, se dicessimo che B16 ha protetto i preti pedofili statunitensi non potremmo essere accusati di falso: è perfettamente vero, ma non tutti lo sanno.
Una campagna anticlericale forse otterrebbe un risultato migliore: questa mi sembra un po’ troppo aggressiva.
Però “mocipenso” anche leggendovi e poi, magari, cambio idea.
Ho votato per: È indispensabile: finalmente i non credenti stanno godendo di una certa visibilità nella vaticalia degli ex-chierichetti FiGiCIotti uòlter veltrusconi che vanno in saint stone square a genuflettersi davanti ai balaguer/opus mafia.
@ mocipenso
“reclutamento per gli atei”?
Fermo restando l’absit iniuria verbis nei tuoi confronti.
E i mussolini/togliatti/stalin/pol pot/mao-TZE’-burp chi cock li vuole?
Separiamo il grano dalla pula e il mungere dal tettare. Please.
Parliamo di risveglio dell’Illuminismo ergo del moderno razionalismo
(la “R” di UAAR)
ergo del moderno laicismo ergo del naturalismo filosofico.
Parliamo di cose serie.
Thank you very much.
Io voterei le ultime due: è vero che in questo paese ormai non è più garantita la libertà d’espressione, però comunque sui tg ci siamo finiti, e quindi siamo riusciti ad avere una certa visibilità.
@ Bruno Moretti Turri
Non è che mi ci fai capire molto! Non capisco di “latinorum” e rifuggo, in genere, da espressioni popolar-bucoliche”.
Parlare di cose serie vuol dire cercare gli strumenti migliori per ottenere i propri obiettivi (e prima bisognerebbe definire questi ultimi). Tutto qui! Nella mia testa la cosa è un po’ fumosa per cui sono qui per leggere i vostri commenti.
Personalmente sono ateo, sono sbattezzato e convinto delle mie scelte. Quanto a come migliorare la mia vita e preservare il mio fegato nelle attività che mi vedono coinvolto durante i miei giorni ed attaccato da orde di cattolici integralisti, non ho le idee chiare.
Ciao, ciao.
È utile ma preoccupante: mostra come in Italia non vi sia vera libertà di espressione
la 5.
l’iniziativa non è andata in porto a causa dell’ostruzionismo cattolico intransigente ormai dilagante in tutti partiti e questo mostra quanto si siano ridotte le libertà civili in questo paese e in che miserevole stato versi la laicità in italia, ormai una parola senza significato da non nominare mai.
@ mocipenso
Basta usare google e si chiarisce il latinorum.
“absit iniuria verbis” = senza (volontà) di ingiuria (offesa) nelle mie parole (nei tuoi confronti).
E’ una forma di rispetto che evita equivoci.
Ci tengo molto a distinguere il mio/nostro essere non-credente/i
da atei credenti in ideologie irrazionali da cartoni animati come mussolini/togliatti/stalin/pol pot/mao-TZE’-burp, ecc.
E giulianoferrara.
Non mi va di essere equiparato a simile feccia.
Sul naturalismo filosofico (da cui discende la mia non credenza in qualunque superstizione/religione/ideologia/totalitarismo) il discorso sarebbe troppo lungo per affrontarlo qui.
Ti invito, se già non lo sei, ad abbonarti a L’ATEO,
il nostro OTTIMO bimestrale.
E’ un vero e autorevole, visti i contenuti e le firme,
inno al naturalismo filosofico.
@berardoviola
Mi spiace ma stai dicendo una inesattezza, c’è libertà d’espressione in abbondanza, il problema non è che sia vera o meno, perchè qualunque idea ha difficoltà a farsi strada in tutte le parti del mondo, e questo è giusto perchè deve misurarsi sempre con la realtà.
Sei sicuro che le tue idee siano l’assoluto?
E la realtà come disse A.C. Clarke…è di gran lunga più strana.
In ogni caso indipendentemente da come vada l’iniziativa dei bus, un sasso nello stagno è stato gettato, ora se avrà o meno effetto sulle coscenze (quello è il target) è tutto da definire, bisogna aver pazienza, solo il tempo lo può dire e non le nostre aspirazioni.
@ Bruno Moretti Turri
Abbonato, sbattezzato e pronto ad un impegno attivo.
Spero di imparare a capirti meglio, però.
@ antonio
bisogna intendersi su cosa si intende per liberta’ di espressione.
Ovviamente c’e’ (ora) la liberta’ di dirsi atei o agnostici.
Ma questa espressione del pensiero e’ permessa anche nello spazio pubblico, e con uguali diritti?
La campagna bus dell’UAAR dimostra che no, non e’ permesso dire che gli dei non esistono, mentre e’ permesso dire che il proprio dio esiste. Questo viene fatto addirittura nella scuola pubblica, indottrinando i bambini dai 3 anni di eta’, per due ore la settimana.
Senza contare il contesto sociale: in tanti contesti smarcarsi dalle spesso puramente convenzionali affiliazioni religiose comporta emarginazione. Chi prima di era amico, dopo un atto di liberta’ individuale (un divorzio, una apostasia) ti guarda di sbieco. E con lui tanti.
COI SONDAGGI E LE OPINIONI
HANNO ROTTO I MIEI MARRONI
E I MARRONI PUR DI QUELLI
CHE NON VENDONO I CERVELLI
NE’ CAMBIANO LOR VITA
PER SEGUIRE MARGHERITA
E DI MAESTRI DI PENSIERO:
L’ATEISMO NON E’ VERO!
@Roberto Grendeme
Meglio non confondere gli spazi a pagamento anche se pubblici con la libertà di espressione. A quanto pare è stato solo per la volontà del gestore (poteva dire no, più o meno lecitamente, ma era nel suo diritto).
Naturalmente chiusa una strada si percorre un itinerario alternativo, non è il caso di intestardirsi (non escludendo di dare una somma di denaro maggiore oppure di cambiare forma per far pervenire il messaggio, non esistono solo i bus come veicoli).
Anche tra tifosi di calcio ci si guarda di sbieco, l’importante è non arrivare alle mani.
Forse troppo rumore per nulla, servirebbe solo ..come si dice comunemente, un po di sale in zucca.
@robertus
the end
Povero piccolo robertus,perchè urli così tanto?
Forse la tua fede stà vacillando?
utile ma preoccupante, anche se che la libertà d espressione in italia sia molto limitata non è una novità. però è utile anche rimarcarlo e ricordarlo, sperando in tempi migliori.
comunque sono d accordo con “mocipenso”. Basterebbe sottolineare certi elementi squallidi della politica della CCAR. Nessuno potrebbe accusare un messaggio simile di non veridicità.
x robertus
les miserables
Io ho votato “utile ma preoccupante”, anche se in realtà non vedo tutta questa utilità.
Forse l’unica utilità che ha è che ha fatto emergere (semmai ce ne fosse bisogno…) non tanto la mancanza di libertà di espressione quanto piuttosto il servilismo verso la Chiesa da parte della politica e dei mezzi di informazione (che a dire il vero sono ormai un tutt’uno, ma questo è un altro discorso…).
A parte questo, non solo non vedo altra utilità della pur simpatica iniziativa “autobus atei”, ma al contrario credo che:
1) l’ateismo, a differenza di qualsiasi religione, non è una bandiera che ognuno deve sventolare. Essere anticlericali è un dovere, ma sbandierare il proprio ateismo non ha molto senso, anche perché gli atei non vogliono mica che tutti siano atei: semplicemente vogliono la libertà di pensiero e di religione (o di “non religione”, nel nostro caso).
2) Sbandierare l’ateismo porta anzi ad un conflitto con la Chiesa, e la Chiesa gode quando si dibatte sui suoi argomenti. Il semplice parlare, il discutere, la diffusione della polemica, amplificano il fatto e forniscono una pubblicità intrinseca che alla fine va a tutto vantaggio della Chiesa. Molto meglio invece sarebbe non stuzzicare discussioni (a meno che non sia strettamente necessario), perché la Chiesa soffre molto di più l’indifferenza che la polemica. Esempio: mio padre, ex insegnante, responsabile della sede dove insegnava (il preside stava nella sede centrale) decise di accogliere il vescovo per la benedizione delle aule, nonostante molti colleghi e la maggiorparte degli studenti fossero contrari. Poi però, una volta accolto il vescovo, gli ha riferito che gli studenti non lo volevano e che invece lui ha acconsentito lo stesso, perché tanto la benedizione “se pur non fa bene, di certo non farà neanche male”. Ecco, ora riflettete: gli avrà fatto più male, al vescovo, questa frase, che denotava tutta la contrarietà della scuola e soprattutto l’indifferenza verso di lui e verso la religione, oppure gli avrebbe fatto più male una sua esclusione, con conseguente scandalo, indignazione e vari bla bla nei giornali e telegiornali locali?
A voi la risposta.
Ho votato la 5°.Suggerisco inoltre di usare i fondi raccolti per pubblicizzare la campagna dello “sbattezzo”!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La 5: ciò che è giusto è ostacolato, perciò scomodo da affermare.
@robertus
magari l’ateismo non è vero ma il tuo dio (personale) è ridicolo e impotente.
Ha fatto più scalpore anche solo l’IDEA di fare una pubblicità siffatta, che l’averla fatta davvero.
Continuiamo a proporla in tutte le città, l’importante è che se ne parli… poi starà alla gente meditare se ne può fare a meno di dio e se alla fine dio esista davvero… visti i risultati molto, molto scadenti e irrilevanti. Cioè: proprio inesistenti.
E ribadisco, per avere una morale ed un’etica amorevole, non occorre credere in nessun dio.
Per guadagnare ed avere un patrimonio artistico e immobiliare inestimabile, dire di avere un dio dalla propria parte serve a molto.
@ stefano b
Ma non ti sembra paradossale nella tua risposta a Robertus di dare aggettivi a qualcosa che secondo la filosofia di questa associazione..non esiste?
Se uno scontro deve essere è solo sulle idee, ma al livello più alto. Dal momento che nessuno riesce a dimostrare che l’dea di Dio esistente è più forte dell’idea del dio non esistente e viceversa (sono entrambi idee, ipotesi di lavoro per spiegare quello che ci circonda e la vita stessa nostra), mi sarei aspettato come minimo una maggiore tolleranza.
Lasciamo agli stadi ed alle taverne le contese conflittuali, chi usa la ragione o la scienza si deve interfacciare diversamente e trattare i fenomeni umani in maniera asettica.