Anche in Australia non credenti in forte aumento

Nel censimento del 1971 rappresentavano il 6,7% della popolazione: nel 2006 erano invece il 18,7%. Sono i non credenti australiani, la cui continua crescita è causata, come in praticamente tutti i paesi del mondo occidentale (e non solo), dalla progressiva diffusione dell’incredulità tra i più giovani: secondo quanto riporta AAP, nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni sono infatti il 23,5%, a fronte di un 7,9% tra gli over 65. Per il resto, le variazioni percentuali delle maggiori confessioni religiose sembrano attribuibili, anche in questo caso, ai soli fenomeni migratori.

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23 commenti

Il Filosofo Bottiglione

Sono i non credenti australiani, la cui continua crescita è causata, come in praticamente tutti i paesi del mondo occidentale (e non solo), dalla progressiva diffusione dell’incredulità tra i più giovani

miscredenti immorali! 🙂

Simone Blasetti

Il problema è che poi arrivati ad una certa età si lasciano prendere dal “timor di Dio”. Diciamo che esistono entrambi i fenomeni: i giovani che smettono di credere e i meno giovani che iniziano a credere. Che ci siano molti non credenti e che siano in aumento è un dato certamente importante, ma sarebbe anche interessante capire se al secolarismo corrisponde un aumento effettivo del razionalismo.

Fede

Entro domani il vaticano, o qualche suo sottoposto su questo sito, affermerà che ciò è dovuto al fatto che al censimento sono stati aggiunte koala e canguri, i quali per volere divino non sono in grado di essere grati a dio e poterlo onorare.
Infatti, sempre secondo loro, gli austaliani esseri umani credenti erano nel 2006 non il 18% ma circa l’1,8%: valore in drastico calo rispetto al 7% del 1971!

Filippo

Volevo sottolineare un aspetto importante dell’ateismo-agnosticismo che in questo sito non è quasi mai stato trattato.
Spesso mi chiedo, come molti altri che scrivono, come è possibile che la maggior parte delle persone in Italia sia di religione cattolica, accetti dei dogmi, accetti passivamente le imposizione del Vaticano senza porsi alcuna domanda, senza avere il minimo dubbio.
Inoltre le poche persone credenti che scrivono su questo sito, sono spesso, se posso permettermi, un po’ arroganti, poco disposte al confronto e qualcuno quasi ci disprezza.
L’atteggimento degli atei e degli agnostici è molto diverso: ne abbaimo avuto l’ennesima conferma con la campagna degli ateobus. Non si può scrivere la frase “Dio non esiste” perchè ritenuta offensiva. Credo invece che nessuno o quasi di noi si sia sentito offeso dai cartelloni pubblicitari a Roma con la scritta “Dio esiste e anche gli atei lo sanno”.
Perchè c’è questa differenza sostanziale nel modo di porsi?
Secondo me chi è credente, nutre già qualche dubbio, anche inconsciamente, sull’esistenza di Dio, sull’esistenza di una vita ultraterrena, sulla sua religione in generale, anche se non vuol darlo a vedere e vuole dimostrarsi sicuro delle proprie convinzioni.
Se io fossi credente mi sentirei profondamente stressato dall’ateismo, crecherei di evitare di leggere i libri di Russell, Dawkins, Odifreddi, Dennett o di conscere le filosofie atee ed agnostiche.
Se per decenni ho creduto che c’è una vita ultraterrena e qualcuno tenta di dimostrarmi razionalmente che questo è poco probabile oppure che non c’è alcuna prova di tipo scientifico o logico che supporti tale tesi piuttosto che il suo contrario, tenterei in tutti i modi di non ascoltare il mio interlocutore, di rifiutare a priori le sue argomentazioni.
Un ragazzino di 12 anni mi aveva chiesto cosa ci fosse dopo la morte e io avevo risposto: “naturalmente essendo vivi non possiamo saperlo, a me sembra probabile che non ci sia nulla” e ho tentato di spiegare perchè. Subito dopo si è messo a piangere per lo shock, i genitori, cattolici, mi hanno proibito di parlare con lui.
Inoltre vedo che molti amici cattolici tentano di evitare con me l’argomento dell’esistenza o no di Dio, ho avuto la sensazione che abbiano paura che riesca a convincerli.
Un amico che studia biologia mi ha confessato di aver evitato volontariamente il corso sulle teorie darwiniane perchè avrebbe potuto far vacillare la sua fede.
Comunque penso che questo sia perfettamente legittimo ed umano: a tutti darebbe fastidio veder crollare di colpo le proprie certezze. Non sapere la verità evita parecchie sofferenze, spesso si preferisce rimanere ignoranti.
Lo ammetto: anche a me farebbe piacere che Dio esistesse e ancora di più mi farebbe piacere saperlo con la certezza assoluta. Non parlo del Dio descritto dalla chiesa: come dice Russell è lusinghiero pensare che il presunto creatore dell’Universo abbia i nostri stessi gusti e pregiudizi. Però mi farebbe piacere sapere dell’esistenza di un’entità superiore che può aiutarmi nei momenti di difficoltà, a cui posso chiedere aiuto.
E mi farebbe altrettanto piacere sapere che c’è una vita ultraterrena migliore di quella terrena. L’idea che dovrò morire non mi angoscia, ma se devo essere sincero mi secca un po’.
E’ ovvio, come dice Dawkins che dire X è auspicabile e desiderabile non implica X è vero.
E’ una banalità, ma molti fanno finta di non saperlo.
Ho sentito spesso dire: “Dio esiste altrimenti la vita non avrebbe senso”.
Un’ argomentazione di questo tipo ricalca la seguente struttura detta “modus
ponens”. A implica B è vera, la premessa A è vera, dunque è vera la conclusione B.
In questo caso A è: la vita ha senso B è: Dio esiste. Difatti “se la vita ha
senso allora Dio esiste” equivale alla frase iniziale che è la sua
contronominale. Assumiamo per un attimo che sia vera, per quanto potrebbero
esserci altre cose diverse da Dio che danno senso alla vita. Per ottenere la
conclusione B dell’esistenza di Dio serve la premessa A, altrimenti non si
può applicare il modus ponens. Ma il fatto che la vita abbia senso non mi
convince affatto, anzi sono molto più disposto a credere il contrario.
Su tutto questo non alcun dubbio.
Comunque è innegabile che molti hanno un rifiuto dell’ateismo-agnosticismo per paura: questo spiega tutte le risposte sgarbate che riceviamo da preti, suore, frati e credenti in generale.
Questo aspetto non è mai stato approfondito su questo sito. La domanda che faccio a tutti è: come può una persona che per anni è stata credente poter abbandonare la propria religione per accettare con serenità il diventare atea o agnostica?
Sicuramente si può. Ho sentito dire che chi è credente vive di più perchè vive più tranquillo. Può essere, ma ci sono varii controesempi.
Ecco quattro centenari non credenti: la Montalcini (fra poco), l’antropologo Claude Levi Strauss, il biologo Ernst Mayr (che conosco grazie ad Andrea) e oggi ho scoperto anche Harold J. Blackham.

fresc ateo

LAGGIU’ NON GLI RESTA CHE ANDARE A CONVERTIRE I CANGURI ,MA PENSO :CHE ANCHE LORO SIANO PIU’ AVANTI DI LOR TONACONI.

MetaLocX

“Anche in Australia non credenti in forte aumento”

Da non crederci! 😀 XD

Daniela

ottimo davvero ottimo, il numero di non credenti aumenta sempre di più, a prescindere dal fatto che siano giovani, anzi questo è un dato incoraggiante che dimostra una maturità davvero inconsueta.

Bruno Moretti Turri

@ Filippo

Tutti i tuoi dubbi non sarebbero tali se leggessi L’ATEO, il nostro bel bimestrale al quale puoi abbonarti anche senza essere iscritto all’UAAR.
Su L’ATEO questi argomenti sono stati e sono analizzati e trattati compiutamente.
Ti consiglio di scaricarti gli arretrati dall’archivio
http://www.uaar.it/uaar/ateo/archivio/

Io, per farla breve e ultrasintetica, e quindi molto grezza e grossolana, ti dico solo che l’idea di divinità è legata secondo me a due aspetti:
1) io sono troppo intelligente e importante per morire e basta (narcisismo antropocentrista)
ergo
2) dio serve solo come “polizza assicurativa” sulla vita eterna. Nel senso che senza vita eterna, dio non serve a un tubo: al massimo è equivalente a una ridicola ravanata di zebedei davanti a un gatto nero.

Purtroppo, in conseguenza dell’imprinting familiare/tribale/sociale su questo non si riflette: si crede e basta.

Riflettendo ci sarebbe da morir di paura davanti alla prospettiva di una vita eterna che quasi tutti farebbero all’inferno eterno: fine della pena = mai.

Molto meglio addormentarsi e buonanotte senza risveglio con la serena allegria di Mark Twain: “Prima di nascere sono stato morto per miliardi di anni e la cosa non mi turbava affatto.”

Gianluigi

L’Australia conferma la tendenza mondiale. Nel mondo i NON credenti sono un miliardo, e aumentano. I cristiani sono due miliardi ma non so se aumentano. Fra quanti anni il sorpasso??

Bruno Moretti Turri

@ Daniela

Concordo con te.
Sperando che questi giovani poi non rincretiniscano invecchiando,
come hanno fatto quasi tutti quelli della mia generazione:
quella “mitica” del ’68.
Cloro al clero, diossina alla DC …
e
nè dio, nè stato …
e
andremo in chiesa a pregar Lenin
e al posto dell’acquasanta metteremo il vin …

poi matrimonio in chiesa e pedobattesimo ai figli.

Ernesto 50

@ Filippo

In pochi soldoni: è impossibile fare un ragionamento razionale sulle religioni e sulle credenze varie. E’ un discorso circolare dove nessuno può provare nulla a nessuno. Io penso che le religioni sono la coperta di linus che indossiamo per la paura di morire.
Il percorso verso l’ateismo è un percorso individuale dove si accetta semplicemente di morire. E basta.
Poi comunque rifletto sulla irrazionalità congenita dell’uomo e lascio ad ognuno credere o non credere in ciò che vuole. Il nostro problema di atei si pone nel momento che, con serenità, facciamo l’affermazione che “tutti dobbiamo morire perchè così è la natura”. Mi rendo conto che non sono molte le persone che di fronte a questa affermazione non attuino un meccanismo di rimozione e ci accusino di sovversione.
Questo è il problema della società civile?
Per rafforzare il concetto di irrazionalità per tutti prendo in esame il concetto di ” sentimento” che tutti noi proviamo come amore, amicizia, simpatia ma anche odio, antipatia e la cosa più banale e che facciamo il tifo per una qualche squadra sportiva.
Possiamo arrampicarci quanto vogliamo, ma dare risposte “completamente razionali” a queste domande è impossibile.

Antonio

La ragione della miscredenza fra i giovani ha una ragione: in un’epoca storica dove l’informazione mondiale è a portata di mano, si accorgono tutti che le nefandezze che accadono nel mondo hanno come movente o come pretesto una religione.

Nifft

Mi sembra che tra il 1971 e il 2006 ci siano un po’ troppi anni per fare un’analisi seria… Non sono stati campionati altri anni intermedi? La tendenza è continua? ci sono state oscillazioni? ecc…

Filippo

@ Bruno Moretti Turri.

In effetti non ho mai letto L’Ateo, seguirò la sua indicazione.
Comunque volevo aggiungere due osservazioni:
1) Aveva scritto: dio serve solo come “polizza assicurativa” sulla vita eterna. Nel senso che senza vita eterna, dio non serve a un tubo.
Spesso è vero, ma non sempre.
Nel libro “Who knows?” (http://www.ibs.it/book/9780253215741/smullyan-raymond-m/who-knows-study.html) del logico Raymond Smullyan ci sono casi di persone che credono in Dio ma non in un aldilà e viceversa. E’ un libro interessantissimo, come tutti quelli dello stesso autore. Ogni volta che posso gli faccio un po’ di pubblicità.
2)Più avanti dice: Purtroppo, in conseguenza dell’imprinting familiare/tribale/sociale non si riflette: si crede e basta.
Sono perfettamente d’accordo. L’argomento è stato trattato in modo molto approfondito da Dennett in “Rompere l’incantesimo”
(http://www.ibs.it/code/9788860300973/dennett-daniel-c/rompere-l-incantesimo-la-religione.html)
Quello che mi domandavo è un po’ diverso: come si può persuadere un credente in modo che accetti con serenità l’ateismo o l’agnosticismo?

Bruno Moretti Turri

@ Filippo

Un credente nel senso pieno del termine non accetta i credenti in altre religioni perchè pensa che il suo credo sia l’unico assolutamente giusto e tutti gli altri sono assolutamente sbagliati. E pensa pure di avere il dovere di “salvare le anime altrui”.
Come vuoi che “accetti con serenità l’ateismo o l’agnosticismo?”

Io mi accontenterei che facesse il suo percorso verso il paradiso senza mettere in discussione il santo diritto altrui alla libertà di peccare e di andare all’inferno. A “convertire” gli ostinati non ci penso proprio.
Anche perchè IMVHO lo spirito critico e l’autonomia di giudizio (presupposti indispensabili del libero pensiero) si acquisiscono prima dei 20-25 anni e poi si prosegue un cammino di crescita e maturazione intellettuale per tutta la vita.
Se a 30 anni non hai delle solide basi di spirito critico e autonomia di giudizio, sei spacciato, non c’è più niente da fare: non li avrai mai più.

Asatan

@Filippo

Ma in Itaglia c’è una maggioranza chiacciante di credenti? o piuttosto c’è una maggioranza schiaccainte di persone che ha paura della riprovazione sociale?
Viviamo in un paese in cui la bibbia, il catechismo, i dogmi, ecc li han letti 4 gatti.

Mario

Se a un nascituro non si insegnasse a credere in un dio, ma gli si insegnasse a formare dei ragionamenti; gli atei e/o agnostici, sarebbero in quantità molto maggiore.

Filippo

@ Asatan

Vero, però non saprei dire in proprzione quanti sono davvero convinti e quanti temono la riprovazione sociale.
P.s.: nel suo blog deve sostituire una s con una g!

don alberto

“Viviamo in un paese in cui la bibbia, il catechismo, i dogmi, ecc li han letti 4 gatti.”

E a giudicare da come qui fioccano le citazioni (che poi ci prendano è un altro discorso) sembrerebbero tutti e 4 atei.

Bruno Moretti Turri

In vaticaglia c’è una MINORANZA chiocciante di credenti.

Tutti gli altri felicemente trombano come mandrilli/e
alla faccia dei caramba delle mutande altrui. 😉

sti.ca1970

@don Alberto
tra i 4 gatti mi ci metto anch’io. Mi sono letto la bibbia un po alla volta e, senza offesa e provocazione, la trovo……assurda ed orrenda!!
Tra i presunti cattolici coi quali ogni tanto parlo, NESSUNO e dico NESSUNO ha letto il libro della “loro” religione, tranne qualche addetto ai lavori.
Trovo la cosa innanzi tutto paradossale o ridicola. Tra l’altro quasi nessuno conosce i principali dogmi del cristianesimo, come la transustanziazione o l’assunzione in cielo della presunta madre del presunto cristo. Alla faccia della cattolicità degli italiani!! Tutti ignoranti!
Saluti.

lapsus freudiano

Nessuna offesa.
Si può leggere “male” o per un motivo sbagliato …
La prima volta che lo volli fare, in fondo era solo per “aumentare la mia erudizione”.
… e mi addormentai!
Ciao

kefos93

@ Don Andrea

Sono il 5° gatto.
Sono in attesa di conoscere il tuo blog sulla storicità di GC per confrontarci con onestà intellettuale e senza che banni chi non la pensa come, come fanno puntualmente i siti cristicoli, magari usando la ” moderazione ” perenne.
Ciao
P.S.:
Ovviamente, continua a visitare l’UAAR; così eviti di fare danni altrove.
Arciao

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