E’ morto Harold J. Blackham

Harold John Blackham, fondatore della British Humanist Association (l’associazione degli ateobus inglesi) e co-fondatore della International Humanist and Ethical Association (a cui aderisce anche l’UAAR) è morto nei giorni scorsi a Hereford all’età di quasi 106 anni. Come ricorda il sito della BHA, Blackham è stato anche filosofo, nonché autore di molti libri. La sua ultima opera è stata scritta nel 2001, all’età di 98 anni, aggiungendo alla Storia del libero pensiero di John B. Bury una continuazione di 35 pagine.

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17 commenti

g.b.

E io che credevo che gli atei avessero vita breve perchè tormentati e distrutti prematuramente dalla loro mancanza di fede e di certezze!

non possumus

allora non è vero, come sostengono i credenti, che la fede fa vivere megli e più a lungo

Sailor-Sun

Che le sue molecole possano ricomporsi in un fiore.
Chi NON crede in dio vive più a lungo.
Ah, ho capito a cosa si riferiva il giornale: se credi che sia dio a decidere quando muori, non chiederai mai che in caso di coma irreversibile vengano staccate le macchine, vegetando così fino a tarda età.

maxalber

E sentendo avvicinarsi la fine si è guardato bene dall'”avvicinasi a dio” come profetizzano regolarmente i neri corvacci che spesso inquinano questo blog…

Filippo

Volevo sottolineare un aspetto importante dell’ateismo-agnosticismo che in questo sito non è quasi mai stato trattato.
Spesso mi chiedo, come molti altri che scrivono, come è possibile che la maggior parte delle persone in Italia sia di religione cattolica, accetti dei dogmi, accetti passivamente le imposizione del Vaticano senza porsi alcuna domanda, senza avere il minimo dubbio.
Inoltre le poche persone credenti che scrivono su questo sito, sono spesso, se posso permettermi, un po’ arroganti, poco disposte al confronto e qualcuno quasi ci disprezza.
L’atteggimento degli atei e degli agnostici è molto diverso: ne abbaimo avuto l’ennesima conferma con la campagna degli ateobus. Non si può scrivere la frase “Dio non esiste” perchè ritenuta offensiva. Credo invece che nessuno o quasi di noi si sia sentito offeso dai cartelloni pubblicitari a Roma con la scritta “Dio esiste e anche gli atei lo sanno”.
Perchè c’è questa differenza sostanziale nel modo di porsi?
Secondo me chi è credente, nutre già qualche dubbio, anche inconsciamente, sull’esistenza di Dio, sull’esistenza di una vita ultraterrena, sulla sua religione in generale, anche se non vuol darlo a vedere e vuole dimostrarsi sicuro delle proprie convinzioni.
Se io fossi credente mi sentirei profondamente stressato dall’ateismo, crecherei di evitare di leggere i libri di Russell, Dawkins, Odifreddi, Dennett o di conscere le filosofie atee ed agnostiche.
Se per decenni ho creduto che c’è una vita ultraterrena e qualcuno tenta di dimostrarmi razionalmente che questo è poco probabile oppure che non c’è alcuna prova di tipo scientifico o logico che supporti tale tesi piuttosto che il suo contrario, tenterei in tutti i modi di non ascoltare il mio interlocutore, di rifiutare a priori le sue argomentazioni.
Un ragazzino di 12 anni mi aveva chiesto cosa ci fosse dopo la morte e io avevo risposto: “naturalmente essendo vivi non possiamo saperlo, a me sembra probabile che non ci sia nulla” e ho tentato di spiegare perchè. Subito dopo si è messo a piangere per lo shock, i genitori, cattolici, mi hanno proibito di parlare con lui.
Inoltre vedo che molti amici cattolici tentano di evitare con me l’argomento dell’esistenza o no di Dio, ho avuto la sensazione che abbiano paura che riesca a convincerli.
Un amico che studia biologia mi ha confessato di aver evitato volontariamente il corso sulle teorie darwiniane perchè avrebbe potuto far vacillare la sua fede.
Comunque penso che questo sia perfettamente legittimo ed umano: a tutti darebbe fastidio veder crollare di colpo le proprie certezze. Non sapere la verità evita parecchie sofferenze, spesso si preferisce rimanere ignoranti.
Lo ammetto: anche a me farebbe piacere che Dio esistesse e ancora di più mi farebbe piacere saperlo con la certezza assoluta. Non parlo del Dio descritto dalla chiesa: come dice Russell è lusinghiero pensare che il presunto creatore dell’Universo abbia i nostri stessi gusti e pregiudizi. Però mi farebbe piacere sapere dell’esistenza di un’entità superiore che può aiutarmi nei momenti di difficoltà, a cui posso chiedere aiuto.
E mi farebbe altrettanto piacere sapere che c’è una vita ultraterrena migliore di quella terrena. L’idea che dovrò morire non mi angoscia, ma se devo essere sincero mi secca un po’.
E’ ovvio, come dice Dawkins che dire X è auspicabile e desiderabile non implica X è vero.
E’ una banalità, ma molti fanno finta di non saperlo.
Ho sentito spesso dire: “Dio esiste altrimenti la vita non avrebbe senso”.
Un’ argomentazione di questo tipo ricalca la seguente struttura detta “modus
ponens”. A implica B è vera, la premessa A è vera, dunque è vera la conclusione B.
In questo caso A è: la vita ha senso B è: Dio esiste. Difatti “se la vita ha
senso allora Dio esiste” equivale alla frase iniziale che è la sua
contronominale. Assumiamo per un attimo che sia vera, per quanto potrebbero
esserci altre cose diverse da Dio che danno senso alla vita. Per ottenere la
conclusione B dell’esistenza di Dio serve la premessa A, altrimenti non si
può applicare il modus ponens. Ma il fatto che la vita abbia senso non mi
convince affatto, anzi sono molto più disposto a credere il contrario.
Su tutto questo non alcun dubbio.
Comunque è innegabile che molti hanno un rifiuto dell’ateismo-agnosticismo per paura: questo spiega tutte le risposte sgarbate che riceviamo da preti, suore, frati e credenti in generale.
Questo aspetto non è mai stato approfondito su questo sito. La domanda che faccio a tutti è: come può una persona che per anni è stata credente poter abbandonare la propria religione per accettare con serenità il diventare atea o agnostica?
Sicuramente si può. Ho sentito dire che chi è credente vive di più perchè vive più tranquillo. Può essere, ma ci sono varii controesempi.
Ecco quattro centenari non credenti: la Montalcini (fra poco), l’antropologo Claude Levi Strauss, il biologo Ernest Mayr (non sono sicuro che si scriva così) e oggi ho scoperto anche Harold J. Blackham.

restodelmondo

L’ultima volta che avevo letto, sono i credenti E gli atei convinti a vivere più a lungo. 🙂

(Mi spiace per gli agnostici, mi sono sempre stati simpatici.)

Cesare B

Andrea scrive:
“Uh oh! Ma non erano i credenti quelli che vivevano più a lungo?”
Veramente, caro Andrea, bazzico chiese e sagrestie da moltissimi anni, ma un’incauta pronmessa di questo genere non me la sono mai sentita fare da nessun prete: casomai mi hanno parlato d’immortalita’ dell’anima e di futura resurrezione.
Saluti.

Filippo

Volevo sottolineare un aspetto importante dell’ateismo-agnosticismo che in questo sito non è quasi mai stato trattato.
Spesso mi chiedo, come molti altri che scrivono, come è possibile che la maggior parte delle persone in Italia sia di religione cattolica, accetti dei dogmi, accetti passivamente le imposizione del Vaticano senza porsi alcuna domanda, senza avere il minimo dubbio.
Inoltre le poche persone credenti che scrivono su questo sito, sono spesso, se posso permettermi, un po’ arroganti, poco disposte al confronto e qualcuno quasi ci disprezza.
L’atteggimento degli atei e degli agnostici è molto diverso: ne abbaimo avuto l’ennesima conferma con la campagna degli ateobus. Non si può scrivere la frase “Dio non esiste” perchè ritenuta offensiva. Credo invece che nessuno o quasi di noi si sia sentito offeso dai cartelloni pubblicitari a Roma con la scritta “Dio esiste e anche gli atei lo sanno”.
Perchè c’è questa differenza sostanziale nel modo di porsi?
Secondo me chi è credente, nutre già qualche dubbio, anche inconsciamente, sull’esistenza di Dio, sull’esistenza di una vita ultraterrena, sulla sua religione in generale, anche se non vuol darlo a vedere e vuole dimostrarsi sicuro delle proprie convinzioni.
Se io fossi credente mi sentirei profondamente stressato dall’ateismo, crecherei di evitare di leggere i libri di Russell, Dawkins, Odifreddi, Dennett o di conscere le filosofie atee ed agnostiche.
Se per decenni ho creduto che c’è una vita ultraterrena e qualcuno tenta di dimostrarmi razionalmente che questo è poco probabile oppure che non c’è alcuna prova di tipo scientifico o logico che supporti tale tesi piuttosto che il suo contrario, tenterei in tutti i modi di non ascoltare il mio interlocutore, di rifiutare a priori le sue argomentazioni.
Un ragazzino di 12 anni mi aveva chiesto cosa ci fosse dopo la morte e io avevo risposto: “naturalmente essendo vivi non possiamo saperlo, a me sembra probabile che non ci sia nulla” e ho tentato di spiegare perchè. Subito dopo si è messo a piangere per lo shock, i genitori, cattolici, mi hanno proibito di parlare con lui.
Inoltre vedo che molti amici cattolici tentano di evitare con me l’argomento dell’esistenza o no di Dio, ho avuto la sensazione che abbiano paura che riesca a convincerli.
Un amico che studia biologia mi ha confessato di aver evitato volontariamente il corso sulle teorie darwiniane perchè avrebbe potuto far vacillare la sua fede.
Comunque penso che questo sia perfettamente legittimo ed umano: a tutti darebbe fastidio veder crollare di colpo le proprie certezze. Non sapere la verità evita parecchie sofferenze, spesso si preferisce rimanere ignoranti.
Lo ammetto: anche a me farebbe piacere che Dio esistesse e ancora di più mi farebbe piacere saperlo con la certezza assoluta. Non parlo del Dio descritto dalla chiesa: come dice Russell è lusinghiero pensare che il presunto creatore dell’Universo abbia i nostri stessi gusti e pregiudizi. Però mi farebbe piacere sapere dell’esistenza di un’entità superiore che può aiutarmi nei momenti di difficoltà, a cui posso chiedere aiuto.
E mi farebbe altrettanto piacere sapere che c’è una vita ultraterrena migliore di quella terrena. L’idea che dovrò morire non mi angoscia, ma se devo essere sincero mi secca un po’.
E’ ovvio, come dice Dawkins che dire X è auspicabile e desiderabile non implica X è vero.
E’ una banalità, ma molti fanno finta di non saperlo.
Ho sentito spesso dire: “Dio esiste altrimenti la vita non avrebbe senso”.
Un’ argomentazione di questo tipo ricalca la seguente struttura detta “modus
ponens”. A implica B è vera, la premessa A è vera, dunque è vera la conclusione B.
In questo caso A è: la vita ha senso B è: Dio esiste. Difatti “se la vita ha
senso allora Dio esiste” equivale alla frase iniziale che è la sua
contronominale. Assumiamo per un attimo che sia vera, per quanto potrebbero
esserci altre cose diverse da Dio che danno senso alla vita. Per ottenere la
conclusione B dell’esistenza di Dio serve la premessa A, altrimenti non si
può applicare il modus ponens. Ma il fatto che la vita abbia senso non mi
convince affatto, anzi sono molto più disposto a credere il contrario.
Su tutto questo non alcun dubbio.
Comunque è innegabile che molti hanno un rifiuto dell’ateismo-agnosticismo per paura: questo spiega tutte le risposte sgarbate che riceviamo da preti, suore, frati e credenti in generale.
Questo aspetto non è mai stato approfondito su questo sito. La domanda che faccio a tutti è: come può una persona che per anni è stata credente poter abbandonare la propria religione per accettare con serenità il diventare atea o agnostica?
Sicuramente si può. Ho sentito dire che chi è credente vive di più perchè vive più tranquillo. Può essere, ma ci sono varii controesempi.
Ecco quattro centenari non credenti: la Montalcini (fra poco), l’antropologo Claude Levi Strauss, il biologo Ernst Mayr e oggi ho scoperto anche Harold J. Blackham.

Ernesto 50

Chi può giri immediatamente la notizia ai vari frà e don. Magari succede il miracolo e si convertono all’ateismo.
@ Cesare B.
E dai, che 30/40 anni anche su questa terra non sono male. Io ci penserei. E poi male che và ti penti all’ultimo minuto. Hai sempre guadagnato qualcosa. Però se ci stai non dirlo agli altri per evitare l’affollamento. (non ti arrabbiare, è solo sana ironia).

don alberto

@ Ernesto 50
… bof! … non penso che si possa avere fede, se non partendo da un sano ateismo, anche inconscio.
Già dato, grazie.

Stefano Bottoni

@ Filippo

Un ottimo intervento, secondo me (e pazienza se è stato postato due volte, sicuramente il filtro lo ha posto in moderazione e lo hai nuovamente inviato).
Qualunque persona con sufficiente intelligenza ed apertura mentale non potrà che condividerlo.
Infatti una persona che si finge aperta come don alberto non ha risposto…

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