Una donna di Vigevano (PV), di 32 anni, vuole un figlio dal marito trentacinquenne, da un mese entrato in coma. Si è dunque rivolta al Policnico di Pavia, al fine di prelevare il suo sperma. Il nosocomio ha dato il suo ok: scontato, perché la legge vieta tale prelievo solo a morte avvenuta. Ciononostante le gerarchie ecclesiastiche hanno già protestato. Per mons. Rino Fisichella, “non ogni desiderio è legittimo. Un figlio deve essere un atto d’amore, non un esperimento di laboratorio”. Secondo mons. Elio Sgreccia, già presidente della Pontificia Accademia per la vita, “la morale cattolica insegna che la procreazione deve essere fatta solo attraverso un atto d’amore tra un uomo e una donna”: la moglie, a dire di Sgreccia, avrebbe per di più “offeso la dignità del marito”, perché mancherebbe il suo consenso “pieno”.
Un figlio dal marito in coma? La Chiesa protesta
69 commenti
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sgreccia offende l’intelligenza umana con le sue farneticazioni e lo stato italiano con le sue intromissioni
per quanto riguarda la morale cattolica puo’ pure infilarsela li…
cosa vuole che gliene freghi alla gente seria della morale degli stregoni?
il governo prepari un altro decreto o una legge d’urgenza per modificare la 40, non avevano previsto il caso del marito in coma 😆
voglio vedere se qualche cialtrone della corte del nano ridente & bitumato osa pronunciarsi a favore del parere della chiesa, dopo che il sommo kapetto aveva osato ventilare l’ipotesi che anche Eluana potesse avere figli….
Gente che ha scelto la castità blatera di procreazione.
Questa è la morale cattolica, scemenza a voce alta.
allora quando silviuzzo dice che una in coma da 17 anni puo avere figli, tutti applaudono, quando una cosa del genere avviene realmente(e dp appena un mese di coma), tutti fischiano. eh certo, la chiesa non è contro quello che si sceglie di fare, è proprio contro la possibilità di scegliere!!
attenzione! proveranno a fare un decreto legge porporato anche su questo tema!
Non solo… dopo che sono nati, ti insegnano pure come allevarli!
Pur non condividendo le argoemtnazioni della Chiesa devo pero’ dire che trovo il fatto sbagliato per due motivi:
il primo e’ che il marito non ha dato consenso all’uso del suo seme. Secondo perche’ vi e’ una legge, la 40, che lo vieta. Per quanto possiamo essere contrari alla legge quella c’e’ e va rispettata. mi spiace per la signora ma non puo’ chiedere una cosa del genere.
E come me la pensa pure l’Associazione Luca Coscioni.
“non ogni desiderio è legittimo” e spetterebbe a lui decidere cosa è legittimo e coa no?!
“la morale cattolica insegna che la procreazione deve essere fatta solo attraverso un atto d’amore tra un uomo e una donna”…la morale cattolica appunto, quindi: COSA CE NE DOVREBBE FREGARE?!
Se il marito non ha espresso consenso in merito prima del coma sarei dell’opinione che ci si dovrebbe pensare due volte prima di farlo diventare padre suo malgrado.
Ad ogni modo mi lascia “perplesso” il fatto che questo clero cattolico invochi la volontà dell’individuo quando e se gli fa comodo, ovvero quando e se coincide con la sua dottrina, morale, volontà…
Non so se lo sapete, ma è realmente accaduto:
un giovane tifoso del Milan si è svegliato da un coma
reversibile al sentire la parole di Berlusconi,
una decina di anni fa.
In parlamento è stato interpellato D’Alema
su cosa faceva come taumaturgo…
Chi è la chiesa? un’associazione no profit? che cos’è qualcuno mi spieghi… mah e cosa vuol dire Mons.? Ah forse è un circolo pro diffusione delle bociofile…
Questa associazione bociofila vuole mettere il naso ovunque, fa la buonista con problemi seri come gli immigrati, e non lo fa con la fame nel mondo l’aids ecc.
Niente contraccettivi (quindi aids), e niente figli con tecniche moderne, scientificamente certe ed efficaci.
Quando il papa o qualche altro personaggio di questa megabociofila parla di temi così complessi e pone divieti da paese incivile, (cose che solo stregoni medioevali possono fare), l’unica cosa che mi viene in mente è come sono buone le patate al forno con il rosmarino e l’olio d’oliva, con quella crosticina dorata, uhm uhm, che voglia di patate al forno!
Assodato che come un chierico parla sbaglia, ciò che è plateale anche in questo caso, io non vorrei svegliarmi da un coma con un pargoletto cicciato fuori da chissà dove.
Non capisco davvero come si possa accettare una simile operazione. Ci dev’essere il consenso di tutti e due i genitori.
Se ci tiene tanto ad avere un figlio, che lo faccia pure. Poiché si tratta di una scelta del tutto irrazionale, potrebbe effettivamente trattarsi di un atto d’amore, alla faccia degli stregoni.
Mi sembra tuttavia un’idea discutibile non tanto sul piano ideale quanto su quello meramente pratico.
Come padre penso sia in qualche modo meglio per il bambino avere un padre vero, vivo e vegeto che rappresenti per lui una figura di riferimento importante.
Far nascere un bambino praticametne orfano di padre non mi sembra la più furba delle idee.
Ho sentito un paio di giorni fa la notizia, secca, senza alcun commento, in un telegiornale.
Ho pensato: Quale è la mia opinione in merito? Quale sarà l’opinione della chiesa, che sicuramente dirà la sua?
Da parte mia ho pensato che personalmente ero piuttosto contrario (senza approfondire, a sensazione), ma che se la signora voleva quel figlio dall’uomo che amava non vedevo ragione che le fosse negato. (leggo ora quanto scrive noone e le implicazione della legge 40).
Ho poi pensato che la chiesa sarebbe stata sicuramente favorevole, in quanto negli ultimi tempi non aveva fatto altro che dire “la vita prima di tutto, mai dire di no alla vita, anche potenziale”.
Perplesso è anche Domenico Danza, dell’associazione «Luca Coscioni»: «Per legge è necessario il consenso espresso da entrambi i coniugi ma in questo caso tale requisito manca inequivocabilmente».
così, tanto per dire.
Il fatto raccappricciante è che la chiesa abbia sempre da ficcare il naso e sindacare.
Ciao a tutti
Io sinceramente non lo farei, e non solo perchè non voglio figli, ma perchè non farei un figlio già orfano… e poi mi pare molto di cattivo gusto. In ogni modo, qualche prelato ha detto qualcosa in contrario alla frase (da brividi di disgusto) di Silvio: potrebbe fare figli”, riferito ad Eluana? (cosa peraltro che non mi fa dormire di notte). Beh, se Eluana poteva fare figli, perché non questo che è “solo” in coma e pure da poco? solita vecchia doppia morale, che sensazione di nausea.
Mi spiace dirlo, ma non concordo affatto con molti di voi.
Non vi importa un accidente del bambino? Vi importano solo i diritti della madre? E il diritto del bambino ad avere un padre vivo, che lo aiuti a crescere?
Le motivazioni della Chiesa saranno anche pretestuose, ma questo non significa che non ci siano motivi seri, razionali, per proibire queste pratiche. Qui l’amore materno non esiste, è cancellato da un vergognoso egoismo. Chi vuole un figlio a tutti i costi è la persona meno adatta a crescerlo.
Mi dispiace per la signora, che è stata colpita da una grave disgrazia, ma è bene che si consoli in qualche altro modo, non ha il diritto di giocare con la vita degli altri.
Questa cosa però mi è nuova…
Spiegatemi: se io sono sposato e non voglio avere figli mia moglie può legittimamente chiedere il divorzio, però se io sono in coma può (illegittimamente?) prelevare il mio sperma?
# Peppe scrive:
18 Febbraio 2009 alle 16:13
allora quando silviuzzo dice che una in coma da 17 anni puo avere figli, tutti applaudono, quando una cosa del genere avviene realmente(e dp appena un mese di coma), tutti fischiano.
COME NON QUOTARTI…
“mancherebbe il suo consenso “pieno”.”
Solo su questo potrebbero aver ragione…
mi sembra lecito pensare che senza consenso del marito la cosa non dovrebbe essere permessa. E qui la vedo un po’ dura dimostrare che il marito stava per dare o avrebbe voluto un figlio dalla signora. E se si sveglia e si ritrova con un figlio non voluto?
Pradosso della situazione è che ci si può pure trovare in accordo con i preti, ma per motivi ben diversi: a loro non importa un fico secco del volere del marito; a loro interessa che la cosa si faccia nel letto, dopo il matrimonio, senza inutili effusioni e senza fare rumori molesti. In pratica una tortura anche se concordo che la rumorosità (specie quella del mio vicino e della sua donna) può provocare qualche distrazione ;>
Post: “La moglie, a dire di Sgreccia, avrebbe per di più ‘offeso la dignità del marito’, perché mancherebbe il suo consenso ‘pieno’.”
Be’, devo dire che la trovo un’argomentazione condivisibile. Infatti volevo sollevare un’obiezione alquanto simile, anche se non avrei tirato in ballo la dignità. Piuttosto, la libertà e l’autodeterminazione. Insomma, pare un caso di riproduzione coatta.
Ma… Eluana poteva avere un figlio e questo uomo no?
Io penso che valga come sempre la volontà dell’individuo. Sarebbe sbagliato tenerne conto in alcuni casi e non in altri. Quindi se il marito aveva espresso il desiderio di avere un figlio, ok, ma se non l’aveva espressa o addirittura aveva espresso il desiderio di non averne, allora non è giusto procedere a tale fecondazione.
A parte la pruriginosa invadenza della chiesa mi pare un azzardo bello e buono considerare il desiderio di paternità di un uomo come la sua dichiarazione a voler diventare padre anche in un caso come questo.
Desiderare di essere padri non ha nulla a che vedere col desiderio di inseminare ma piuttosto ha a che fare col desiderio di vivere il figlio, di vederlo crescere, di educarlo etc etc…pertanto se uno in “vita” dice “vorrei avere un figlio” non significa che dica “se vado in coma asportami il seme e usalo a tuo piacimento” la parola giusta per una cosa del genere è violenza.
Io qui vedo due cose diverse:
La prima è se la moglie può o non può farsi fecondare con il seme del marito(personalmente ritengo che,a meno che non ci sia la prova che lui era d’accordo,non ne abbia il diritto).
La seconda è:con quale diritto un rappresentante di uno stato estero si permette di interferire nelle questioni di uno stato sovrano?
Sarebbe come se gli ambasciatori stranieri avessero la pretesa di dettare legge in italia.
A me non importa cosa ne pensi il vaticano, ma quando poco tempo fa lo psiconano disse che Eluana “avrebbe potuto anche avere figli” giustamente dicemmo che mettere incinta una donna in stato di incoscienza era equivalente a uno stupro.
Sono d’accordo e mi sento di confermarlo.
Ma mi sembra che il caso qui sia identico, cambia solo il sesso della persona interessata.
A meno che l’uomo tutt’ora in coma non avesse espresso tale desiderio (mi sembra improbabile, ma pur sempre possibile), qui si tratta comunque di violenza verso una persona in stato di incoscienza.
Possiamo discutere all’infinito sulla legittimità o meno di una scelta del genere.
In questo momento ho solo l’immagine di una donna, con il marito morente, che spera di avere da lui un figlio.Dall’altra parte vedo invece un ente, la CCAR, che si esprime con la solita, immutabile e rivoltante cattiveria, pontificando sulla vita e le scelte delle altre persone.
Spero sempre in uno tsunami che se li porti via tutti….
…e dagli che se non scopi e non procrei, non è amore…
In cosa consisterebbe questo “atto d’amore”? Perchè non usano parole più indicative? 😀
Certo che fare una sparata del genere dopo essere andati a braccetto con un signore che ipotizzava la possibilità un rapporto sessuale con una donna in stato vegetativo..a me fa un po’ schifo questa mania da “manuale sul corretto uso del pene”. Del resto è però vero che loro sono esperti, usandolo ben più della testa per riflettere sulle cose..
Ma un prete che ne sa dell’amore? Che visione limitata può avere dell’amore. Non ha mai conosciuto l’amore carnale. Né quello verso i figli del proprio sangue e del proprio seme. Non ha mai avuto famiglia, se non una immaginifica famiglia, ideale, ipotetica, che è solo nella sua testa.
Questo premesso il desiderio di una donna di volere un figlio dal compagno che sta per lasciarla può essere benissimo un atto d’amore.
Non nego che ci possono essere implicazioni sul futuro di questa prole (negative e positive), ma io francamente non riesco a vedere tutto bianco e tutto nero come certi cattolici. Una discussione su questi temi si può e si deve avere, ma per favore scrolliamoci di dosso ogni “amenità” metafisica.
Il problema è che si riconosce legittimità (scientifica, politica) a una minoranza (prelati e teologi) che in questi dibattiti non porta nessun argomento accompagnato da fatti, ricerche, sperimentazioni, analisi, ma solo farneticazioni che non hanno altra funzione se non quella di alimentare la base di potere di questa minoranza.
Non si tratta di negare un diritto di opinione, ma di distinguere cosa sia opinione e cosa sia contributo che avvalori un quadro normativo piuttosto che un altro in senso scientificamente obiettivo. Altrimenti tanto vale dare spazio, negli editoriali dei quotidiani, anche ad astrologi, veggenti, divinatori… Magari hanno ragione loro.
Caro Elio Sgreccia, si faccia gli affari suoi!
Forse siamo un po’ superficiali a pretendere l’assenso del marito in coma. La signora in questione potrebbe avere benissimo dimostrato che il parere del marito era favorevole ad una nuova procreazione, e tutto sommato lei potrebbe comunque optare per l’inseminazione artificiale in mancanza di consenso legale al prelievo del seme. Ma allora, meglio il seme del marito, no? Se poi il Vaticano non concorda, pensasse ai milioni di bimbi che ogni anno muoiono di fame in Africa e alla condizione delle donne musulmane, che mi sembrano argomenti largamente più importanti di una donna che ama talmente tanto il marito (presumibilmente ricambiata, altrimenti perché tanto desiderio?) da volerne un figlio prima di un’eventuale morte del consorte. Ma già: Dio è italiano e non si preoccupa troppo di quanto accade oltre confine.
In questo singolo caso la mia posizione, sebbene per ragioni (ovviamente) del tutto diverse da quelle vaticane, non sono lontanissime da quelle espresse dalla CCAR: non trovo comunque che questo sia un problema poichè, da agnostico laico razionalista, non prescindo mai dalle posizioni della CCAR per formare le mie: che poi le mie siano affini o in antitesi a quelle d’Oltretevere mi è francamente indifferente.
Se non sbaglio, quello in argomento è un caso molto particolare, anche perchè il marito morente non è stato vittima di un fatto accidentale improvviso (es.: incidente d’auto), bensì si trova in quelle condizioni a causa di un tumore.
Se questa premessa è corretta, egli avrebbe avuto tutto il tempo, prima di finire in coma, per esprimere in modo giuridicamente valido la propria volontà di procreazione: invece non l’ha fatto.
Questa volontà viene riferita solo oggi dalla moglie del morente, ma la mia domanda è: perchè non lo ha fatto il marito finchè era in grado di esprimersi?
Di fronte a un dubbio di questa portata, mi pare che la reale e determinata volontà di procreare del marito sia perlomeno da mettere in discussione: ciò che la moglie esprime adesso è dunque una volontà di ENTRAMBI oppure è il desiderio di lei sola, desiderio che oggi non deve più fare i conti della volontà anche del marito?
In un caso del genere penso, in accordo a quanto ha espresso anche l’Associazione Luca Coscioni (a cui non appartengo ma che trovo personalmente più autorevole della CCAR), che il prelievo dello sperma del moribondo e il suo uso per la fecondazione della moglie sia un atto che rischia di essere arbitrario e di ledere la volontà del marito: per questa ragione, penso che procedere nelle operazioni di inseminazione artificiale con lo sperma così intrusivamente prelevato sia del tutto inopportuno.
In attesa dell’eventuale approvazione di un mio intervento, quoto Maurizio D’Ulivo.
Non rinunceranno mai.
Dove dove c’è qualcosa per creare tensioni ci si tuffano a pesce.
Forse fanno le prove per vedere a che punto è il popolo,poi si adattano e continuano a lucrare.
Occhio che arriva il decreto, Napolitano, pensaci tu.
Potrei capire il desiderio della signora, ma non mi sembra che allo stato delle cose possa essere legittima la sua richiesta.
ma lorsignori non erano a favore della vita a tutti i costi?
fateci capire: Eliana poteva aver bambini e quindi non doveva morire, questo prima di schiattare può averli e non va bene?!
Io non la farei mai una cosa del genere (anche perché tirar su da soli un orfano dev’esser una faticaccia) però son per la libertà personale. Infatti son ateo. Quindi i cattolici dicon sempre il contrario di quel che uno vorrebbe! 😉
Complimenti a Fisichella per la contraddizione: dice che non c’è il consenso del marito, mentre per la dottrina cattolica il matrimonio deve essere finalizzato alla procreazione… Quindi il marito DEVE volere il figlio.
@Proust
Beh, no, non è detto. Un uomo può desiderare un figlio anche per lasciare un erede non solo delle proprie ricchezze materiali ma anche del proprio nome, ecc. Comunque penso che come nel caso di Eluana occorra stabilire se era sua volontà averlo.
ot Lo scorso 5 febbraio il senatore della Repubblica Gianpiero D’Alia presenta un emendamento al decreto sicurezza, successivamente approvato, denominato “Repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecitecompiuta a mezzo internet”. Dietro questo titolo così lungo, si nasconde una norma che, in caso di uno dei contenuti incriminati, potrebbe prevedere l’oscuramento di portali come YouTube o Facebook da parte delle aziende telefoniche che forniscono il servizio di connessione. Il provvedimento, nato sull’onda dell’eco dei gruppi di Facebook a favore di Riina o degli stupri, ha fatto storcere il naso a molti. Sotto accusa infatti è la scarsa conoscenza delle dinamiche e al funzionamento della rete da parte della classe politica, oltre a quello che sembra un pesante attacco alla libertà d’espressione. Da un lato viene investito dell’obbligo di controllare i contenuti in rete il provider che fornisce la connessione alla rete (che in questo caso è l’ultimo che andrebbe chiamato in causa), dall’altra si dà al governo un potere d’intervento che spetterebbe alla magistratura. Quello che si dice è che l’apologia di reato esiste già e se io apro un gruppo su Facebook per incitare un reato posso venire perseguito già ora dalla magistratura. Questo emendamento, però, potrebbe permettere al governo di oscurare tutta la piattaforma che ospita il mio gruppo, prima ancora che ci sia una sentenza da parte del tribunale.
Ma non dicevano che Eluana poteva fare figli?
Mi sa che non ho proprio capito niente di sti clericali…
Innanzi tutto, prima di parlare, bisognerebbe conoscere meglio le condizioni del malato.
Se il tumore al cervello è asportabile o meno senza gravi conseguenze per l’uomo in coma.
Infatti credo che se esiste la “concreta” possibilità che l’uomo possa essere operato dal tumore e riprendere la vita di prima, ritengo la decisione della moglie sbagliata, dal mio punto di vista. Se invece il tumore non è operabile, senza gravi conseguenze per il marito, tale che questi non possa più riprendere la vita di prima, allora, pur se egoistica, la richiesta della moglie, “potrebbe” anche non essere del tutto da condannare.
Preciso che a tal proposito, sono piuttosto confuso e, quindi, anche sbagliare.
premesso che la chiesa non deve impicciarsi di queste cose, e che ho pena per quel bambino che potrebbe non conoscere suo padre, questo fatto apre degli scenari di responsabilità molto seri:
1. il padre biologico non è il padre del bambino, a mio avviso la responsabilità della paternità dovrebbe andare al medico, con oneri a suo carico. (obbligo di mantenimento in caso di morte della madre, mancanza di soldi ecc.)
2. il padre biologico, trovandosi in stato di coma, è stato violato nella sua integrità fisica non per effettuare delle terapie mediche ma per soddisfare esigenze di terzi.
3. l’unica azione che un medico avrebbe dovuto fare sulla donna doveva essere consigliarle di rivolgersi ad uno psichiatra per cercare di superare il trauma, da medico una qualche conoscenza dovrebbe averla di queste cose (comportamento eticamente non giustificabile)
non fateci caso, lo fanno per spirito di contraddizione; se l’opinione comune dice rosso loro dicono nero e viceversa.
@sti.ca1970
Io penso che, al di là di qualunque considerazione di carattere religioso, la volontà dell’individuo debba sempre essere rispettata. Pertanto autofecondarsi col seme prelevato dal marito senza la sua precisa volontà credo sia sbagliato. Mi ricorda un po’ Dalila che taglia i capelli a Sansone durante il sonno.
@Simone Blasetti
Vero.
Però in un caso del genere mi pare impossibile determinare la volontà del marito legata alla situazione in cui si trova.
Mentre Eluana aveva dichiarato apertamente la sua volontà legata alla situazione in cui un giorno si sarebbe potuta trovare al contrario mi pare stano che un marito dica alla moglie “Cara se finisco in coma facciamo un figlio” .
Ma non sono gli stessi che sposarono il soldato in coma Lorenzo D’Auria?
@Proust
Non è detto che non si possa determinare. Se esistono ad esempio dichiarazioni e testimonianze di quando stava bene in salute. Certo c’è la differenza tra volere un figlio quando si sta bene e volerlo in quella situazione e qui realmente penso che non vi sia alcuna possibilità di conoscere la sua volontà.
E’ un caso molto particolare.
La Chiesa ha perso (è nova !) un’altra occasione per stare zitta ma qui non si sa esattamente quali fossero le volontà del marito.
Senza contare che questa creatura nascarebbe praticamente orfana.
E ti pareva che fisichella e sgreccia si facevano mancare l’occasione per dire m i n g h i a t e?
@ unbeliever giusto quella del soldato in coma…ne vogliamo parlare!
Io comunque penso che si dovrebbe riflettere su questa cosa….mettere al mondo un orfano senza conoscere la volontà dell’altro.
Tutto sarebbe stato, secondo me, più limpido, anche se non condivisibile, se il marito o la moglie in tempi non sospetti sottoscrivono una precisa volontà in tal senso…
Ma per questo ci vuole una legge serie sul Test. Biol. o sul fine vita o come la volete chiamare…che in italia non faranno mai.
Qui al massimo avremo la leggebinetti…intubato e siringato fino a dentro la bara!
@ateopisano
Considera che ci sono donne single che ricorrono all’inseminazione artificiale eterologa… non in Italia ovviamente. In Palestina 2000 anni fa ad esempio una donna che si chiamava… ^_^
Non conosco nello specifico le leggi che potrebbero regolamentare una situazione simile. (consenso o meno del padre etc). per quanto mi riguarda se prima del coma ci fosse stato il consenso del padre (verificabile) all’ utilizzo del seme anche durante un coma, nessun problema.
A prescindere da quest aspetto, la notizia è l ulteriore riprova dell’ ateggiamento irrispettoso della chiesa. che si facciano i fatti loro e ricordino la loro morale solo ai loro fedeli e non all’ italia intera (da qui l importanza dello sbattezzo). Le loro argomentazioni sono ridicole. andate a zappare, fate qualcosa di utile gonnelloni
Nipote di una ragazza-madre (e negli anni 30 non era facile…) e amica di diverse persone cresciute senza un padre, mi sono fatta l’opinione che si possa crescere benissimo anche senza un padre. Ovvio che avere un padre è una buona cosa (se è un padre degno), ma non è una condizione né necessaria né sufficiente per avere una buona infanzia e una buona qualità di vita.
Bimbo a parte, la situazione per me è molto delicata: vero che nei casi ordinari è corretto che ci sia piena adesione formale da entrambi i genitori, ma questo è un caso anomalo. Si tratta di una malattia fulminante che ha sconvolto e distrutto la vita di un giovane uomo che contava di diventare padre (moglie e genitori potrebbero mentire su questo, ma molto probabile che dicano semplicemente la verità, non mi sembra così strano che una coppia progetti di avere figli!!!).
Parlando da donna che pure non ha mai voluto particolarmente avere figli, non avrei nulla in contrario nel fatto che “usino” il mio corpo in coma per farmi partorire un figlio al mio compagno (posto che non ci siano ripercussioni sulla salute fisica del bimbo). E con questo non do ragione alle mostruosità sulle capacità procreative di Eluana: lei non aveva mai dato un consenso su questo tema, non aveva un compagno che la amasse e con cui volesse avere un figlio, non c’erano progetti in tale direzione. Nel suo caso sarebbe stata assolutamente una violenza!
Penso stia proprio qui la similarità tra il caso di quest’uomo e quello Englaro: la capacità di accettare i bisogni delle persone nel momento in cui non danneggiano gli altri e non dare per scontato che quello che faremmo noi sia quello che vogliono fare gli altri, ma piuttosto verificare con chi li conosceva bene che quanto succede non collida con la volontà degli interessati. Certo, avendo la possibilità di indicare esplicitamente la nostra volontà, sarebbe meglio… Ma figurarsi se nel futuro testamento biologico potremo scrivere: “se sono incinta e resto in coma, fatemi morire subito lo stesso”, oppure “se sono in coma, dono il mio seme alla mia compagna”!!!
P.S. Il poveruomo NON si risveglierà fra anni dal coma per ritrovarsi padre di un figlio non voluto: non è in SVP o in locked-in, sta morendo per un tumore al cervello!!!
Non conosco nello specifico le leggi che potrebbero regolamentare una situazione simile. (consenso o meno del padre etc). per quanto mi riguarda se prima del coma ci fosse stato il consenso del padre (verifiabile) all’ utilizzo del seme anche durante un coma, nessun problema.
A prescindere da quest aspetto, la notizia è l ulteriore riprova dell’ ateggiamento irrispettoso della chiesa. che si facciano i fatti loro e ricordino la loro morale solo ai loro fedeli e non all’ italia intera (da qui l importanza dello sbattezzo). Le loro argomentazioni sono ridicole. andate a zappare, fate qualcosa di utile gonnelloni
bè 2000 anni fa in palestina avvenne un’inseminazione eteologa più che eterologa –.–
“La moglie, a dire di Sgreccia, avrebbe per di più “offeso la dignità del marito”, perché mancherebbe il suo consenso “pieno”. E te pareva che la colpa non fosse di lei? Misoginia ecclesiastica!!!
Il punto è questo: per i preti la donna è un terreno passivo da fecondare (passivo, che NON può decidere autonomamente quando generare) e l’uomo è l’agente che procrea a sua discrezione, quando gli pare.
La verità è che teologicamente è l’uomo a generare, la donna non fa nulla, è solo il terreno dove cresce l’essere generato, è solo strumento.
In questo caso è stata la donna a chiedere di avere un figlio, quindi ad arrogarsi il diritto non solo di generare ma anche di decidere quando.
E’ una blasfemità teologica! Una bestemmia immonda!
cari preti, ma scusate, se la vita è quello schifo attaccata ai tubi, in coma e l’essere umano può procreare (come dice lui, SB) perchè proibire la gioia di trasmettere i propri geni e donare un figlio alla donna che ha amato (pardon che ama, perchè è in coma ma vive)! e dai, non vi contraddite! Oppure l’uomo deve provare piacere a costruire il figlio? Beh, se è come dite voi, sente tutto il dolore e la gioia. Come, non avevato previsto questo? Il caso Englaro non ve l’ha insegnato? Vergognatevi un po’, long sottanic e mettetevi in silenzio nell’angolo. Lasciate che la gente disponga di sè e dettate legge solo ai vostri seguaci, se potete.
Non avrebbe fondamento logico ammettere che una persona o un ente abbia sempre torto al 100%. Anche i matti, statisticamente, qualche cosa giusta la dicono. E quindi anche la chiesa qualche volta deve pure avere ragione. In questo caso se pur con motivazioni diverse, non mi pare che tale macabra cosa incontri il gusto generale delle persone. Inoltre, dopo aver fatto le lotte contro la “donna oggetto”, contro il lavoratore “oggetto”, non vedo perché non debbo fare anche una lotta contro il “figlio oggetto”. Credo poi in generale che non sia una grande aspirazione nascere da una madre vedova.
Mah, io sono convinto che la signora in questione sia in preda a desideri irrazionali. Posso capire l’istinto materno ma ad un certo punto, se il figlio non arriva, per un motivo o per l’altro, credo sia giusto rassegnarsi (soprattutto in questo caso). Sia chiaro io non voglio giudicare le scelte altrui e tantomeno giustificare la presa di posizione della Chiesa, la mia è solo un’umile opinione.
Vorrei far notare all’Associazione Luca Coscioni, e a chi la pensa come questa, che non è esatto dire che il consenso del marito non ci sia. Non c’è un documento scritto, questo sì. Certo, a chi di noi viene in mente di buttare giù due righe sull’argomento, “giusto in caso mi venga un tumore al cervello”?
Tuttavia, due delle persone a lui più vicine, la moglie e il padre (ora suo tutore legale) sostengono che tale volontà ci fosse.
A questa donna, che di colpo ha perso tutte le prospettive e le speranze di una vita insieme al marito, resta solo questo: la possibilità di avere un figlio da lui. Quel figlio è l’unica speranza di sopravvivenza per ciò che sarebbe potuto essere e invece, per un cacchio di tumore imporvviso al cervello, non sarà.
Comunque, alla fine della fiera, i casi sono due: o quest’uomo, quando era cosciente, ha espresso chiaramente un consenso alla procedura, oppure no. Se sì, è giusto rispettare il suo volere… se invece no, non è il caso di inventarselo.
In entrambi i casi, dovrebbe essere una decisione presa in sede di giustizia civile, e non si capisce cosa c’entri la chiesa.
Lisa
Probabilmente la moglie glielo ha chiesto, lui non ha risposto… chi tace acconsente.
A parte gli scherzi, perché negare la possibilità di avere un figlio dal proprio consorte, in una situazione tra l’altro di incertezza sulla sua vita futura.
D’altronde quando due si sposano prima o poi desiderano avere dei figli, a meno che non ne volessero assolutamente, questo lo sanno solo loro.
Se la situazione volgesse in modo negativo (spero di no), questa donna vivrebbe nel rimorso di non aver potuto avere un figlio dalla persona che amava.
Perché la chiesa deve sempre “mettere il dito fra moglie e marito”.
Renato – Milano
@ Otto Permille
Meno male, pensavo di essere l’unica a preoccuparmi per il bambino.
@ Silvia
Sì, si può crescere felici senza padre. Si può crescere felici anche senza gambe. Questo è un buon motivo per far nascere apposta un bambino senza gambe?