Aassiya Zubair Hassan, di 37 anni, moglie di Muzzammil Hassan, fondatore e conduttore della tv islamica USA Bridges TV, è stata decapitata dal marito giovedì scorso negli studi dell’emittente. Il marito è stato arrestato. Si è poi saputo che la moglie aveva chiesto il divorzio e aveva già segnalato le minacce di cui era stata oggetto da parte del coniuge. Bridges TV era nata con lo scopo di presentare all’opinione pubblica il volto dell’islam moderato: “Abbiamo lo scopo di promuovere una più grande comprensione tra molte culture e popolazioni diverse. Cerchiamo di diventare una forza unificante in grado di aiutare la gente a comprendere il nostro diverso mondo attraverso l’educazione e l’intrattenimento”, recita la mission sul sito internet della televisione.
Usa, anchorman musulmano decapita moglie
33 commenti
Commenti chiusi.
Perfetta dimostrazione del ruolo unifikante della religione!
“Bridges TV era nata con lo scopo di presentare all’opinione pubblica il volto dell’islam moderato”
Si è visto infatti :rolleyes:
Se quello è un rappresentante dell’islam moderato figuriamoci gli estremisti…
Ha mostrato al mondo il volto dell’islam.
quante discussioni sull’islam ho affrontato con i garantisti delle religioni ad esclusione della cattolica. parlano più i fatti, per fortuna. le religioni sono tutte uguali. l’islam è più uguale.
sono uguali ai cattolici, che alla violenza fisica sostituiscono quella psicologica…
Non ho parole.
@i.v.
no, sono mooolto peggio…
Questi luoghi comuni in questi commenti.
Dicamo che ha fallito semplicemente con la sua condotta. Credo che una qualsiasi persona che non accettasse il divorzio della propria donna, darebbe di matto, con o sensa religione.
Adesso ho capito il loro diverso mondo.
Cioè, fatemi capire, questa cosa sarebbe avvenuta negli USA? In tal caso, spero che sia avvenuta in uno di quegli Stati dove vige la pena di morte, e che la giustizia faccia rapidamente il suo corso. Dante avrebbe voluto che l’esecuzione avvenisse a mezzo ghigliottina, per contrappasso. Sempre che io abbia capito bene il contenuto della notizia.
Raccapricciante in particolare questa parte: “Si è poi saputo che la moglie aveva chiesto il divorzio e aveva già segnalato le minacce di cui era stata oggetto da parte del coniuge.” Parrebbe che tutelare la sicurezza dei cittadini non sia più di moda neppure negli States.
Un altro esempio che potrò portare a chi sostiene che le religioni portano l’armonia e l’amore e la loro assenza solo il caos e la barbarie.
@ #Aldo#
Sono contrario alla pena di morte. Ma ciò non toglie che creda in una giustizia severa in questi casi. L’ergastolo (e negli USA ergastolo significa che entri in cella e ne esci solo orizzontale) in isolamento perpetuo senza possibilità di libertà condizionata mi sembra una pena ben adeguata.
Un altro esempio che potrò portare a chi sostiene che le religioni portano l’armonia e l’amore e la loro assenza solo il caos e la barbarie.
@ #Aldo#
Sono contrario alla pena di morte. Ma ciò non toglie che creda in una giustizia severa in questi casi. L’ergastolo (e negli USA ergastolo signifika che entri in cella e ne esci solo orizzontale) in isolamento perpetuo senza possibilità di libertà condizionata mi sembra una pena ben adeguata.
Coerente come la CCAR che pratica ogni sorta di violenza fisica e psicologica e poi parla di Amore (con la A maiuscola).
certo che ci vuole un bel sangue freddo, oppure bollente, per decapitare una donna. ma non sarà che i film horror sono influenzati(lievemente eh) dalle atrocità di cui si marchiano le religioni? allora il moige non dovrebbe prendersela con i film, ma con le religioni. Andate a dirglielo, chissà che non troviamo un alleato serio. Non come sti quattro comunisti dell’uaar, il moige ottiene sempre quello che vuole.
A parte gli scherzi scemi, un’altro esempio di atrocità religiosa. Già mi immagino un sacco((quanti non saprei)) di islamici che giustificano il gesto di questo folle talmente moderato da poter sostituire Napolitano al quirinale. Ma siamo tutti essere umani provvisti di cervello? o qualcuno ancora deve evolversi? Neanche la bestia randagia è così crudele.
Le ha tagliato la testa perché voleva il divorzio, non per motivi religiosi (era musulmana anche lei).
Di gente che non accetta la fine di un amore le cronache sono piene.
Fosse stato di qualunque altra religione o perfino ateo, quell’imbecille avrebbe fatto la stessa cosa, credo.
@ Rothko61
“Le ha tagliato la testa perché voleva il divorzio, non per motivi religiosi (era musulmana anche lei).”
Invece i motivi sono religiosi, perchè l’incapacità di accettare il divorzio è solo derivato dalla cultura repressiva e limitante della religione, che non accetta e non fa accettare l’onta di un divorzio.
Io sono d’accordissimo con Rothko! Qui la religione non c’entra niente. Questo sarà anche un musulmano moderato, ma come tanti altri uomini non accetta l’abbandono e la perdita di possesso sulla moglie. Ne è piena anche l’Italia di questi tipi qui, la violenza da parte di coniugi, partner o ex è una delle prime cause di morte per le donne e sembra non esserci differenza nè tra paesi sviluppati e in via di sviluppo, nè tra classi sociali diverse all’interno di uno stesso paese! Certo, la religione può promuovere certi modi di pensare (vedi famiglia tradizionale, ecc), ma non può essere identificata come l’unica causa (almeno in questi casi).
Questo è uno studio dell’OMS
http://www.who.int/gender/violence/who_multicountry_study/summary_report/en/index.html
@ Rothko61
Anch’io sono fresco di separazione, ma col cavolo che ho reagito così! Anzi, non è volato neanche un piatto.
Io sono ateo, la mia ex-moglie ufficialmente religiosa ma per niente praticante… abbiamo risolto tutto in maniera civile e consensuale.
La religione è troppo pericolosa nel mondo moderno, deve essere eliminata.
Quello che ha scritto Ivo Mezzena non è detto che sia da darsi per scontato, ma sicuramente merita di essere considerato per riscontrarne la validità nel caso specifico.
E’ pur vero che, dovunque nel mondo, ci sono stati episodi di uxoricidio (non necessariamente legato a fattori religiosi) in casi di unioni particolarmente travagliate o con separazione in corso, ma è altrettanto vero che le religioni, in particolare alcune, spesso introducono e supportano l’idea che la moglie dipenda dall’uomo, rendendo di fatto inaccettabile per quest’ultimo, se non addirittura offensivo, il fatto di dover “subire” una separazione decisa dalla consorte.
Alimentare questa cultura aumenta, per ovvie ragioni, il rischio statistico che alcuni fra i mariti in questione reagiscano in modo oltremodo violento, fino all’omicidio che “salva l’onore”.
Ripeto: questa non è un’ipotesi che può essere data puntualmente per scontata, ma deve essere verificata di volta in volta se ricorre nel singolo episodio, attraverso la valutazione della percezione culturale che l’omicida ha nei confronti del suo gesto: resta però valida, a mio avviso, certamente a livello statistico.
L’islam significa sottomissione ad allah, ma per le donne prevede anche una seconda sottomissione: quella al maschio di turno (padre, fratelli, marito e così via…): o questa idea viene a patti con l’idea laica che governa le società occidentali oppure non potrà che arrivare a confliggere con esse.
Di maschilisti violenti e possessivi ce ne sono anche di atei, eh.
@ Ivo Mezzena
Concordo con le tue valutazioni sulla cultura “repressiva e limitante” della religione, ma non credo sia stata la religione l’elemento scatenante. In quel caso l’avrebbe lapidata, non decapitata (scusa lo humor difronte ad un caso tragico) ;.)
@ Stefano Bottoni
E vorrei vedere!
Non possiamo generalizzare: non credo che negli USA tutti i divorzi o le separazioni tra musulmani finiscano così. Almeno, spero.
Se domani un ateo ammazzasse la moglie, qualche intelligentone direbbe che gli atei sono più cattivi dei fedeli e allora saremmo noi ad arrabbiarci…
Vabbè, il musulmano sgozza o decapita, il cristiano spara, il giapponese sceglie tra pistola e katana, ecc. Tutto il mondo è paese e la gelosia è trasversale.
No comment.
> Le ha tagliato la testa perché voleva il divorzio, non per motivi religiosi (era musulmana anche lei).
Di gente che non accetta la fine di un amore le cronache sono piene.
Fosse stato di qualunque altra religione o perfino ateo, quell’imbecille avrebbe fatto la stessa cosa, credo.
Infatti, ma basta che l’articolo ponga la questione ad arte per insinuare una tesi ed ecco i tuffi a pesce.
Sempre inferenze ineccepibili, mi raccomando.
non esistono giustificazioni, quando uno si mette in mostra in prima persona dichiarandosi esponente dell’islam moderato, portatore di valori, tradizioni eccc… non può essere considerato come una persona normale quando sbaglia e ammazza la moglie, ma deve essere considerato come il prodotto di quei valori e quelle tradizioni. tra l’altro anche il tipo di omicidio rimanda allo stile medioevale-coranico.
Sempre generalizzare, che dire allora di quelli che da noi fan la stessa cosa? Magari non decapitano… Comunque nel mondo mussulmano il divorzio e’ una pratica consolidata e non crea scandalo come da noi.
…per carita’ esiste pure il metodo di ripudiare…
@lamb-O
Vedi, il punto non è l’uxoricidio che come giustamente fai notare può avvenire in qualunque contesto. Il punto è che è avvenuto nel corso di una trasmissione che dovrebbe mostrare il volto dell’Islam moderato. Io l’ho vista come una di quelle notizie curiose di cui sono piene i giornali, senza altre pretese.
Di uomini che uccidono le proprie ex (o aspiranti tali) sono piene le cronache italiane. La causa è IMHO biologica (l’evoluzione seleziona la gelosia) e un temperamento violento fa il resto.
La religione c’entra poco o nulla. ; ma queste notizie, presentate ad arte, servono a gettare benzina sul fuoco.
Cerchiamo di diventare una forza unificante…
Intanto per ora ha separato una testa dal suo corpo, c’è ancora un pò di strada da fare!
Sono d’accordo con San Gennaro, anche se molto spesso atrocità del genere compiute tra le mura domestiche possono anche essere effetto di condizionamenti mentali derivanti dall’integralismo religioso.
Sono d’accordo con San gennaro e anche con Macklaus: aggiungerei che le atrocità tra le mura domestiche sono senz’altro effetto di un temperamento violento, di condizionamenti operati dalla religione, ma soprattutto di condizionamenti culturali legati al maschilismo che domina da sempre le comunità umane (con rare eccezioni nei luoghi polinesiani).
Il maschio è dominante tra le mura domestiche, e diventa molto aggressivo quando il suo ruolo viene messo in discussione: la superiorità culturale e morale della donna e/o il suo bisogno di affrancarsi dal dominio del marito possono scatenare in lui reazioni ferine. Se il rapporto è leale e paritario, la sofferenza della separazione viene elaborata civilmente (c.f.r. il caso di Stefano Bottoni), ma temo che sia molto più frequente la modalità della vendetta, non necessariamente cruenta, ma comunque violenta.
Prometeo