Le date sono casuali e gli eventi riportati sicuramente di altro spessore, ma la battaglia civile che mi vede coinvolto contro la discriminazione nelle aule scolastiche per chi rivendica la laicità della scuola pubblica nel nostro paese ha avuto luogo l’11 febbraio scorso con il passaggio al consiglio disciplinare del CNPI del MIUR, nell’80. anniversario della firma dei patti lateranensi tra il fascista Mussolini, “uomo della provvidenza”, e Pio XI.
L’Ufficio Scolastico Provinciale mi ha sospeso, dal 16 febbraio, per un mese dall’insegnamento, con estrema velocità e basandosi su un decreto che contesterò al Giudice del lavoro per il suo contenuto che a mio avviso non rispetta la Costituzione e la libertà di insegnamento.
Ringrazio l’UAAR per la solidarietà fattiva e la collaborazione dimostrata, per essere una finestra di aria pura e laica nell’ambiente che ricorda il periodo della Controriforma per la commistione tra stato e religione. Il caso di Eluana Englaro è stato a mio avviso il più drammatico, morboso e scandaloso esempio di stato etico e clericale del nostro paese.
Ringrazio della solidarietà e rilancio la battaglia civile, con le persone laiche che lottano per una società civile laica in cui le istituzioni non siano mescolate ai simboli religiosi o ai fumi di incenso, informando che sto per presentare, con il supporto legale dell’UAAR, un ricorso al Tribunale di Terni per discriminazione nei posti di lavoro e perché, finalmente, oltre un secolo dopo lo statuto albertino e 80 anni dallo scambio politico e l’appoggio delle gerarchie ecclesiastiche al fascismo, possa scomparire un altro pesante fardello della religione di Stato.
Quando poi il simbolo è esposto nelle aule scolastiche – che dovrebbero essere laiche, neutrali ed inclusive – il fatto pare ancora più grave, come è comune sentire in Europa. La sentenza di Valladolid in Spagna lo dimostra pienamente: un giudice, riconoscendo l’influenza dei simboli religiosi in posizione dominante nei locali educativi, ne ha decretato la rimozione, per una società laica e moderna.
Anche la sentenza di annullamento della 6. sezione penale della Cassazione a favore del Magistrato Luigi Tosti apre un importante precedente di civiltà nel nostro paese.
Ringrazio ancora per la solidarieta’ e vi saluto con calore.
Franco Coppoli
Crocifisso: una lettera all’UAAR di Franco Coppoli
90 commenti
Commenti chiusi.
Grazie a te, Franco, che hai deciso di condurre questa battaglia in prima persona
Grazie per il suo impegno civile.
In bocca al lupo, siamo tutti con te! 😀
Grazie anche da parte mia. Vorrei avere il tuo coraggio e staccare a mia volta il crocifisso dalle aule in cui insegno Italiano e Storia. Non l’ho ancora fatto e temo che non lo farò. Perdona la mia vigliaccheria. Come dice don Abbondio, il coraggio uno non se lo può dare, se non ce l’ha. Però mi sento piuttosto male.
Prometeo-don Abbondio
solidarietà e plauso al collega animoso dal sottoscritto pensionato (da 15 anni ormai) che, al massimo, “osava” mettere furtivamente i legnetti con l’ometto nei cassetti delle sue aule…certo che oggi non sarei tanto codardo. Onore ai pochi, ma tanto più ammirevoli docenti come Coppoli (o magistrati come Tosti) che ci mettono il nome e la faccia!
ad maiora (con l’Uaar)!
Grazie a Franco Coppoli per il suo impegno civile in un paese in cui purtroppo gran parte della gente non ha la sensibilità, l intelligenza e il coraggio per far valere certi diritti, anche perchè spesso purtroppo non tutelata nonostante la presenza di leggi (vedi i casi di tutte le trafile per chi fece notare che nei seggi elettorali aveva il diritto di votare richiedendo di togliere il crocifissio dal muro). E’ molto positivo il fatto che sia stata iniziata un’ azione legale per discriminazione nei posti di lavoro e che la cosa non sia rimasta nel dimenticatoio. Speriamo bene!
Uno, cento, mille persone che presentano ed additano i reati di illaicità, ampiamente diffusi.
Gli suggerirei un ricorso straordinario al Capo dello stato se “electa una via, non datur recursus ad alteram.
Un grande saluto e ringraziamento.
Tanti auguri per la buona riuscita delle cause che hai intentato,tieni duro!!!
Speriamo che almeno un giudice dotato di “giudizio2 ci sia ancora…
Persone come te in questo momento servono come il pane Franco, sappi che non sarà una strada facile, ma noi ti appoggeremo.
Sospeso per un mese? Ma siamo matti! Ma come, hai colleghi che si fatto letteralmente i fatti propri durante le ore di insegnamento e non vengono toccati e tu che ti sei macchiato del peccato (e non reato) di aver tolto il simbolo di un dominio religioso sei stato punito così severamente? Ma che c’hanno nella zucca i tuoi colleghi, l’oro, l’incenso e la mirra?
La mia massima solisarietà al Professor Coppoli.
Ma non basta, dobbiamo fare di più.
Di questa vicenda si deve dare il massimo risaldo portandola, all’occorrenza alle ribalte televisive, facendola conoscere attraverso la grande stampa nazionale.
Come l’intervento di Prometeo ha dimostrato, esistono una moltituine i persone
che la pensano come Coppoli , ma che per “quieto vivere” preferiscono evitare
problemi e scontri pericolosi con le gerarchie.
Solo attraverso un salto di qualità culturale si potranno ottenere significativi cambiamenti nei costumi e nel sentire diffusi tra la gente. Questo lo si otterrà con la costante presenza sui territori di voci “alternative”, dissidenti, come l’UAAR, appunto, che esorto ad attuare tutte le strategie possibili per crescere come associazione e diffondere i circoli in Italia.
Con una nostra presenza capillare e organizzata le cose cominceranno a cambiare, ne sono certo.
Mentre il mio post se ne resta in attesa di approvazione ne dico un’altra.
Perchè non diamo vita noi a un tam tam telematico, inviando a tutti i nostri conoscenti e referenti una e-mail con la notizia di ciò che è accaduto al Prof. Coppoli e l’invito a fare delle riflessioni, oltre che ad allargare la platea dei contatti a loro volta?
Vai Franco, ti esprimo tutta la mia ammirazione e solidarietà.
Grazie prof.Franco per la tua coraggiosa battaglia di civiltà. Che il tuo coraggio sia di esempio per quanti,per viltà,tacciono.
Grazie Franco per la tua-nostra battaglia civile.
Anch’io ti ringrazio per quello che fai. Spero anche di avere l’occasione di conoscerti.
Domanda: e se invece di rimuoverlo lo si coprisse rendendolo invisibile con un piccolo drappo appeso innanzi? sarebbe altrettanto attaccabile, il gesto?
@Andrea
Rispondo al tuo msg dell’19 febbraio. Mi rendo conto di non essere stato molto chiaro. Ho sottolineato che approvo le coraggiose iniziative di Coppoli e Tosti. Per isteria intendevo un atteggiamento che invece di essere razionale diventa convulso e fanatico. Dico insomma che tali campagne vanno condotte con metodo e molta calma senza lasciarsi coinvolgere troppo sul piano emotivo. Non credo che “salveremo il mondo stanotte”, noi comunque ci proviamo.
@Andrea
Rispondo al tuo msg dell’19 febbraio. Mi rendo conto di non essere stato molto chiaro. Ho sottolineato che approvo le coraggiose iniziative di Coppoli e Tosti. Per ist
eria intendevo un atteggiamento che invece di essere razionale diventa convulso e fan
atico. Dico insomma che tali campagne vanno condotte con metodo e molta calma senza lasciarsi coinvolgere troppo sul piano emotivo. Non credo che “salveremo il mondo stanotte”, noi comunque ci proviamo.
x Andrea
Rispondo al tuo msg dell’19 febbraio. Mi rendo conto di non essere stato molto chiaro. Ho sottolineato che approvo le coraggiose iniziative di Coppoli e Tosti. Per isteria intendevo un atteggiamento che invece di essere razionale diventa convulso e fanatico. Dico insomma che tali campagne vanno condotte con metodo e molta calma senza lasciarsi coinvolgere troppo sul piano emotivo. Non credo che “salveremo il mondo stanotte”, noi comunque ci proviamo.
@Andrea
Rispondo al tuo msg dell’19 febbraio. Mi rendo conto di non essere stato molto chiaro. Ho sottolineato che approvo le coraggiose iniziative di Coppoli e Tosti.
@Andrea
Per isteria intendevo un atteggiamento che invece di essere razionale diventa convulso e fan
atico.
@Andrea
Dico insomma che tali campagne vanno condotte con metodo e molta calma senza lasciarsi coinvolgere troppo sul piano emotivo.
@Andrea
Insomma tali campagne vanno condotte con metodo e molta calma senza lasciarsi coinvolgere troppo sul piano emotivo.
@Andrea
Non credo che “salveremo il mondo stanotte”, noi comunque ci proviamo.
Certo che se tutti, o una buona parte, facessimo come Tosti e Coppoli (2!) l’Italia sarebbe diversa e sarebbe più facile per tutti vivere in modo degno!
DISSENTO DAL “PROFESSORE” COPPOLI.
SE LUI NON E’ CAPACE E CONVINTO CHE LE SUE LEZIONI SIANO LAICHE,NEUTRALI ED INCLUSIVE E’ UN PROBLEMA SUO. MA PRENDERSELA CON LA VISIBILITA’ DI UN SIMBOLO RELIGIOSO, EVIDENZIATA SOLO DALLA SUA MANFRINA, MI FA PENSARE ALLO SPIRITO DELLE CROCIATE. PER ESSERE STATO ( E NON AVER FATTO IL) PROFESSORE MI RATTRISTA IL FATTO CHE UNILATERALMENTA UNA PERSONA DECIDA PER TUTTI, QUELLO CHE E’ UN BENE PER GLI ALTRI A SUO INSIDACABILE GIUDIZIO.E CHE NELLA SCUOLA ATTUALE IL MALE PEGGIORE SIANO I CROCIFISSI APPESI… MI FA VENIRE IN MENTE CHE FACCIA UN ALTRO MESTIERE. IO CI VEDO SOLO LA CULTURA DEL BASTIAN CONTRARIO, E NON LA RAGIONEVOLEZZA MOTIVATA DEL DISSENZO. SPERO CHE PROSSIMAMENTE NON VOGLIA CAMBIARE NOME ANCHE AI “CROCEVIA”!
“IL DITO INDICA LA LUNA, LO STOLTO VEDE IL DITO”.
DISSENTO DA QUELLO CHE COPPOLI FA E DICE MA GUAI SE NON POTESSE DIRLO O FARLO COME LO STA FACENDO, MA NON DOVREVVE FARLO DAVANTI ALLA CLASSE SENZA UNA PRESA DI POSIZIONE UNIVOCA DEI DOCENTI DI TUTTA LA CLASSE. RICORDANDOMI DELLE CLASSI CHE HO FREQUENTATO DOVE IL CROCEFISSO ERA PIUTTOSTO IN ALTO, NON SO SE SAREI STATO IN GRADO DI , PRESUMIBILMENTE, ARRAMPICARMI SU UNA SEGGIOLA PER DUE VOLTE ALL’INIZIO ED ALLA FINE DELLA LEZIONE, MA PER FARSI NOTARE EVIDENTEMENTE SI PUO’ FARE QUESTA FATICA.
ABSIT INIURIA VERBIS “PROFESSORE” MA LE GARANTISCO CHE CON ME STUDENTE NELLA NOSTRA CLASSE DI LICEO LEI SI SAREBBE AFFRETTATO AD APRIRE I REGISTRI FARE L’APPELLO E COMINCIARE LA LEZIONE SE VOLEVA ESSERE SONSIDERATO UN BUON PROFESSORE!
Massima solidarietà e rispetto.
Grazie Franco.
Ciao Franco!
Grazie per il tuo straordinario coraggio e l’immensa prova di onestà intellettuale dimostrata. Vorrei esprimerti il mio massimo supporto, sostegno e la più amicale vicinanza per la tua rispettabilissima ed inoppugnabile causa.
Ricordati semplicemente che NON sei solo e MAI lo sarai, grazie!
Un abbraccio
Mattia
uno, cento, mille Franco Coppoli! EVVIVA!
Coraggio prof Coppoli, ha tutta la mia stima e ammirazione…
Sono rimasto un po’ scosso invece dai commenti che ho sentito dagli studenti della sua scuola, sembravano tutti critici nei suoi confronti: non è che Studio Aperto ha fatto un servizio ad hoc censurando gli studenti che erano d’accordo con lei?
luciano franceschetti scrive:
>Onore ai pochi, ma tanto più ammirevoli docenti come Coppoli (o magistrati come Tosti) che ci mettono il nome e la faccia!
Dimenticato nessuno?… 🙂
Auguri professore per la sua battaglia.
E’ chiaro che togliere un crocifisso da un’aula scolastica, dove il clero sa che si forgiano giovani menti, è molto più difficile che toglierlo da un ufficio qualsiasi.
Io lavoro in un ente pubblico, divido la stanza con un baciapile incredibile, granitico, ma io ho rimosso il crocifisso, l’effige della madonna e di gesù (sì! il mio ufficio pareva un santuario) dicendo al mio collega che in ufficio non siamo in chiesa! Non ha fiatato più di tanto, il direttore manco l’ha notato ed agli altri colleghi non è fregato niente.
Quindi il difficile è toglierli dai luoghi strategici come scuole, uffici e locali aperti al grande pubblico. Un appello: cominciate intanto a farlo sparire dove potete, come ho fatto io.
Congratulazioni Franco….. sei tutti noi…..
Ciao Franco!
un sincero grazie dal circolo uaar di perugia!
Mi unisco anch’io ai complimenti a Coppoli, per il suo coraggioso e oneroso impegno a difesa dei negletti principi di pari dignità delle persone e di laicità delle pubbliche istituzioni.
Ed anche per la sua pacatezza: io, al suo posto, avrei già presentato una denuncia per abuso d’ufficio contro tutti coloro che hanno promosso o avallato un’azione disciplinare così ingiustificata, arrogante ed eversiva dei più elementari principi di civiltà…
Bravo Franco, ti scrivo da Trento, ma sono ternana e condivido la tua civilissima battaglia.
Un tempo ci conoscevamo e ti ricordo già bambino combattivo.
Ciao giuliana sacco
…ricordo quanto ci disse in classe un professore: …che l’uomo si rivolga al dio in cui crede, che gli costruisca un luogo di culto… è sempre stato. ogni essere vivente dovrebbe esprimere la sua interiorità e viverla senza recare danno ad altri uomini, senza limitare la vita di altri uomini o di condannarli per la loro diversa fede o credenza nè per il loro non credere.
Sono passati circa 40anni.
Grazie.
ww la laicità delle istituzioni! al bando gli aggettivi e ritorno al “sano” vocabolario italiano: separazione della sfera religiosa da quella istituzionale, dal diritto positivo, dalle leggi che devono rispettare tutti i cittadini della Repubblica…
Franco hai tutta la mia solidarietà. In questi anni ce l’abbiamo veramente dura.
Questi episodi deplorevoli sono esempi lampanti di un’epoca oscura della storia italiana che stiamo vivendo.
L’unica nostra speranza è la coesione, e la possibilità di far sentire anche la nostra voce, anche come lobby organizzata.
Forza e coraggio.
Paolo
Franco sono solidale con te!
Sarà dura, ma finché ci saranno persone come te la nostra speranza non potrà svanire!
Saluti da Amburgo.
Esistono molti modi per impostare un ricorso, sul piano tecnico-giuridico, è a volte è determinante come il ricorso viene impostato. A volte bisogna farsi furbi e impugnare un principio che non può essere contestato. Se si impugna il principio del laicismo o della “laicità” c’è buona probabilità che la causa venga persa. Già da tutte le parti si è tuonato e proclamato che il crocifisso è un simbolo “universale” e non più un simbolo semplicemente religioso. Quindi se si imposta il ricorso in questi termini, si finisce con il perderlo. Invece se si trovano altri espedienti, come ad esempio la legge sugli arredi scolastici, oppure la legge sulla libertà dell’insegnamento, oppure un semplice certificato medico in cui si certifica che la visione di una scena di morte genera reazioni emotive nell’insegnante che ne pregiudicano la serenità nello svolgimento del proprio lavoro ecc. allora ci sono buone probabilità che l’insegnante che lo desideri possa togliere il crocifisso all’inizio della sua lezione. Si può cominicare anche così.
Forza Franco.
E’ un fatto davvero vergognoso che si debba imporre a chicchessia la presenza di quella statuetta.
Un giorno ci sarà qualche papa che chiederà scusa all’umanità pure per questo.
Adesso rimbocchiamoci le maniche però e difendiamo i nostri diritti.
Ciao a tutti
Grazie al prof. Coppoli per il coraggio e l’impegno, grazie all’uaar che sostiene una così civile battaglia.
Il tuo coraggio è qualcosa che ammiro moltissimo.
Grazie.
@Maciste
non ho visto (per fortuna forse) il servizio a cui ti riferisci.
Vorrei sottolineare anche l’ impostazione sbagliata, nel caso, di quel non-telegiornale: il parere degli alunni in questi casi è irrilevante: non esiste una legge nella quale il docente è tenuto a dover fare lezione col crocifisso. Se dall’ assemblea di classe gli alunni decidessero che si può fumare durante le lezioni il professore dovrebbe porgere l’ accendino “prego fumate pure”?
grazie prof. Coppoli. Di cittadini come lei ha bisogno questa repibblichetta di banane.
E ,invece , ci tocca pagare le binetti , i rutelli,i boba, e altri migliaia di inutili e ridicoli ominidi. Mezza italia è con lei , solo che non si fa sentire per antica indolenza mediterranea.
Prima che il lupo le sbrani tutte, si sveglieranno le pecore!?
Io penso che sia fondamentale, e soprattutto gratificante, dimostrare sempre fattivamente (come scrive il signor Coppoli) che esistono persone e realtà pronte a difendere civiltà e laicità (inescludibili l’una dall’altra).
L’evoluzione dell’Uaar come presenza sempre più reale sul territorio è cosa buona e giusta 😛
… e ringrazio tutti coloro che si fanno un mazzo così per questo.
Grazie al signor Coppoli per la bella lettera.
@ Aldo scrive:
“20 Febbraio 2009 alle 9:31
uno, cento, mille Franco Coppoli! EVVIVA!”
mi hai tolto le lettere dalla tastiera!
@ Maciste
è naturale che abbiano censurato chi è a favore del prof. Coppoli…..è la prassi per loro
@ Prof. Coppoli
grazie per il coraggio e la coerenza dimostrati; se avessi avuto un prof come lei al liceo ne sarei stata onorata (e mi sarei sentita meno sola in mezzo a tanti benpensanti). siamo tutti noi che dobbiamo ringraziarla
Rispetto, solidarietà e ammirazione per te e per la tua battaglia di civiltà e democrazia
Uomini come il prof. Coppoli sono un faro per chi naviga in un mare di superstizioni ed accanimenti ideologici!
Uomini come il prof. Coppoli sono un faro per chi naviga in un mare di superstizioni ed accanimenti ideologici!
grazie al professor Coppoli, purtroppo finché ci sarà da lottare per i diritti civili che vengono negati ci sarà sempre chi deve rimetterci del suo per portare la battaglia all’ordine del giorno. Grazie per il coraggio anche da parte mia!
Bravo, professore. Se c’è ancora gente come lei forse possiamo evitare di fare le valigie per lasciare questo paese clericale.
@Antonio
A parte che vedere le scritte tutte maiuscole mi dà un fastidio, mà un fastidio (forse non lo sai, ma signifika urlare), a parte i tuoi errori di ortografia che, immagino, siano dovuti al nervoso che ti genera il fatto che ci sia qualcuno, come il prof. Coppoli e come l’UAAR, che difende la laicità dello Stato, il tuo discorso è un bell’esempio di oscurantismo cattolico, visto che, se non è giusto che uno decida per tutti, non è neanche giusto che la maggioranza imponga simboli religiosi agli altri, visto che la religione è un fatto privato e lo stato è laico.
Franco Coppoli for president
Auguri Professore, siamo tutti con te! :p
Grazie prof. Coppoli e auguri, siamo con te.
Grazie di cuore anche da parte mia.
Solidarietà e stima al professor coppoli e due parole ad
@antonio
Il CROCIFISSO è uno strumento di TORTURA e questo mi parrebbe sufficiente a considerarlo diseducativo e dannoso, in ogni caso in una società MULTIRELIGIOSA come la nostra il RISPETTO PER IL PROSSIMO deve esprimersi nella NON OSTENTAZIONE di simboli religiosi in luogo pubblico e ciò non vale solo per i cattolici ma per tutte le fedi e simboli relativi, penso che il professor Coppola non volesse appendere un gagliardetto dell’uaar in vece del crocifisso. Caro Antonio prova a riflettere, prova ad aprire gli occhi, a decondizionarti un attimo, non ho verità da darti, ti chiedo solo di aprire gli occhi e di cercare di vedere oltre al piccolo spiraglio permesso dal metaforico burka che indossi.
La laicità è un valore ed ogni crocifisso in luogo pubblico che non sia chiesa o istituto religioso la offende.
Se può essere d’aiuto per il caso del prof. Coppoli, segnalerei una circostanza, relativa all’assoluzione del giudice Tosti, che quasi tutti i giornali (su carta e su web) hanno accuratamente occultato: la Cassazione (Sez. VI) ha assolto con formula piena il giudice anticrocifisso che si era rifiutato di celebrare l’udienza, ritenendo il suo rifiuto “una legittima reazione ad un atto di discriminazione religiosa” ( http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=329503 ).
Se tale circostanza è vera, la Cassazione ha riconosciuto e dichiarato il principio per cui l’esposizione del crocifisso in un’aula pubblica costituisce un atto di discriminazione nei confronti del non credenti e dei credenti in altri culti.
Ciò avvalorerebbe la tesi secondo la quale la contestazione disciplinare mossa al prof. Coppola non ha alcun fondamento, ed anzi costituisce essa stessa un subdolo atto di discriminazione e di sopraffazione.
nella mia aula il crocefisso è stato coperto dal calendario ihih 😀
Pare che il mondo abbia 5 miliardi di anni e che fra altri cinque, mercé l’ingigantimento del nostro sole, tutto si vaporizzerà. Un pò mi dispiace; tutto vaporizzato, compresi i miei attrezzi da bricolage. Tragico! Però, caro Franco, una nota positiva c’è: si vaporizzeranno tutti gii imbecilli che, anche allora, saranno pronti a rompere i coglioni.
ciao Beppe
luca t.
“La Cassazione ha annullato la condanna al giudice che non voleva il crocifisso in aula? Data in questi termini la notizia è a dir poco ambigua. In realtà la Cassazione ha «annullato senza rinvio perché il fatto non sussiste » la condanna che la Corte d’Appello dell’Aquila aveva pronunciato nei confronti di un giudice perché questi, a causa della presenza in aula del crocifisso, si era rifiutato di svolgere le sue funzioni. Dunque la condanna prima e l’annullamento poi nulla hanno a che vedere con la questione dell’esposizione del simbolo religioso nelle aule dei Tribunali, ma riguardano il fatto se il rifiuto del giudice integri o meno i reati di interruzione di pubblico servizio e di omissione di atti di ufficio.”
Non sarà il caso di approfondire la questione?
Per Antonio
Curioso il suo intervento . Da una parte dice: “ dissento da quello che Coppoli fa e dice ma guai se non potesse dirlo o farlo come lo sta facendo” ma poi aggiunge( in aperta contraddizione con ciò che ha appena sostenuto): “ma non dovrebbe farlo davanti alla classe senza una presa di posizione univoca dei docenti”. Beh… si schiarisca le idee prima di esporle! O il prof. Coppoli poteva fare o dire ciò che ha detto o fatto (cioè rimuovere il crocefisso) oppure avrebbe dovuto, prima di farlo, chiedere l’assenso degli altri docenti ( allora il prof. Coppoli non era libero di dire o fare un bel nulla per come lo stava facendo). Il suo argomentare è tipico dei cattolici : si dichiarano a parole per la libertà (di espressione , di dissenso, di fede ecc…) ma di fatto se qualcuno la pensa diversamente da loro immediatamente si rimangiano tutto e tirano in ballo altre argomentazioni che esulano completamente dalla discussione. Coprire con una fitta cortina di fumo la verità della loro intolleranza, accusare l’altro d’irragionevolezza, di fondamentalismo, di fanatismo ecc… con accenti striduli è abbastanza tipico dei cattolici quando si sentono minacciati. Il non credente è tollerato solo se non si rende visibile, se vive il suo ateismo nel privato, se non rivendica nulla e lascia intatto lo status quo. Con il suo gesto simbolico il prof. Coppoli ha voluto mandare un chiaro messaggio ai suoi studenti: ragazzi la scuola pubblica è laica. La rimozione del crocefisso dalla classe non significa allontanare nessuno dal cattolicesimo ma rivendicare la laicità della scuola statale, anche attraverso la rimozione di simboli religiosi tacitamente tollerati per troppo tempo. Se la scuola pubblica è laica il crocefisso nelle aule è fuori posto. Il suo posto è nei locali privati e nei luoghi di culto.
@ Antonio
Desidero porgerLe i miei più vivi complimenti, per svariate ragioni:
1) perchè, come già Le hanno fatto notare, Lei scrive il Suo intervento interamente in maiuscolo (cosa che nell’etichetta di internet equivale ad urlare ma, anche senza considerare tale regola, denota senz’altro un’ansia di far risaltare il proprio intervento AL DI SOPRA di tutti gli altri, puntualmente scritti in minuscolo);
2) perchè, da ex docente di liceo (nientepopodimeno!) che a quanto pare ama farcire i suoi interventi con citazioni in latino (come Lei così autorevolmente ha fatto), scrive però “DISSENZO” (con una bella “Z” fuori luogo: che sia stata scelta anche questa per dar maggior impatto declamatorio al Suo illuminante intervento?!?): e, dopo questo bel capolavoro, Lei si sente comunque in grado di consigliare a qualcun altro, nell’occasione al Prof. Franco Coppoli di cambiar mestiere…;
3) perchè, per avallare le Sue granitiche teorie, arriva a forzare le espressioni che cerca di controbattere, alterandole in modo da trovarvi almeno un appiglio polemico che non esisterebbe invece nella loro vesione originale: non risulta infatti, come invece Lei afferma per poter far spazio alla Sua vis polemica, nè che il Prof. Coppoli ritenga le proprie lezioni non sufficientemente laiche e neutrali, nè che egli abbia affermato che l’esposizione del crocifisso sia, fra tanti possibili mali della scuola, addirittura “il peggiore”: cadono quindi due delle premesse che stanno alla base del Suo intervento;
4) perchè “lo spirito delle crociate” era semmai quello di chi voleva imporre un simbolo religioso (anche in quel contesto la croce, come accade oggi nelle aule delle scuole pubbliche) a chiunque, sia esso cristiano o non: più o meno quello che accade in Italia, a quanto pare anche con il Suo avallo.
Non spetta a me dire se la prossima iniziativa del Prof. Franco Coppoli sarà quella, da lei supposta con cotanto brillante esercizio di sarcasmo, di voler cambiare nome ai “crocevia” (personalmente ne dubito…): osservo però che ciò che Lei sta cercando di fare con il suo intervento è il cambiar significato, ribaltandolo a 180°, alle ragioni che mossero le Crociate.
Quello che vogliamo noi atei e agnostici razionalisti non è certamente l’effettuazione di una Crociata per imporre uno dei tanti simboli (a)religiosi ma, all’esatto contrario, chiediamo (e, da cittadini portatori di diritti, pretendiamo!) che la tanto sbandierata (ma non altrettanto credibile nei fatti) neutralità della Repubblica Italiana rispetto alle convinzioni (a)religiose sia dimostrata ANCHE A LIVELLO SIMBOLICO: il che significa anche che gli spazi ove vengono erogati servizi pubblici (inclusi scuole, uffici giudiziari, seggi elettorali, ecc.) non debbono pubblicizzare o esibire uno o più simboli di una o più religioni, qualsiasi esse siano.
Solidarietà al prof. Coppoli
Stefano e sua moglie Sonia le mandano un caloroso abbraccio.
Vai Franco, siamo con te.
Un friulano.
A te il mio inchino!
Grazie con allegata una forte stretta i mano!
Grazie per l’impegno.
Il fatto che l’UAAR ti fornisca l’assistenza legale per i ricorsi rappresenta per me, socio da poco tempo, motivo di orgoglio e ragione sufficiente per rinnovare la sottoscrizione.
Professore Coppoli, Tutta la mia solidarietá
Gino Pieri
Mi unisco al coro di incoraggiamento, di vicinanza e di solidarietà, le manifesto la mia massima stima e la invidio per il coraggio che a me, unica insegnante libera pensatrice in una scuola di un paese leghista, purtroppo mancherà sempre… 🙁
Spero che l’UAAR l’aiuti nell’affrontare al meglio la faccenda.
Professor Coppoli, dolente solo di averne pochi come lei e di sapere che invece chi ruba lo stipendio, magari andando al bar per DUE ore di fila dopo aver firmato il registro come faceva mio vecchio docente, la farà sempre franca finché chinerà il capo senza discutere mai niente.
Grazie per l’esempio di impegno e non-apatia di cui questo Paese ha davvero tanto bisogno!
CORAGGIO ed AZIONE!!!
Sei un esempio per noi tutti
Ho un problema e sono sicuro che il prof. Coppoli potrà aiutarmi a risolverlo.
Insegno Storia dell’arte e sto cercando ormai da tempo un libro di testo in cui non compaiano simboli religiosi. Ho spiegato ai miei studenti che io non sono contro la religione, ma che lo stato è laico e io voglio rispettare lo stato ed insegnare solo una Storia dell’arte laica. Inoltre devo rispettare le minoranze che non si riconoscono nelle opere religiose cristiane. Così ho iniziato a fare come il professore dell’Attimo Fuggente: “stappate tutte le pagine in cui ci sono accenni a una qualche religione!”
Il risultato è che del primo volume è rimasta solo la copertina posteriore, quella dove ci sono il prezzo e il codice a barre.
Ora il problema è questo: devo considerare il codice a barre come un simbolo del dio denaro ed eliminare anche quello o lo posso considerare semplicemente come un estremo prodotto della pop-art e riprendere sereno le mie lezioni laiche?
Nel rinnovarle la stima che le porto da sempre la ringrazio per la risposta che vorrà eventualmente darmi.
Terni, insegnante sospeso per aver staccato il crocefisso dal muro
Scusi, prof: ma conoscendo le condizioni delle scuole italiane, non sapeva aspettare che si staccasse il muro?
Siamo con te, prof. Tieni duro!
@precariato”assicurato”
se non capisci la “differenza”==^^^===
La vera laicità è rimuovere tutti i simboli….l’ ho già detto tante altre volte ma nessuno osa confermare.
Il vero laicista sa che se si rimuove un simbolo allora, per coerenza alla propria idea, e per onestà e correttezza di fronte al popolo, vanno rimossi tutti i simboli.
Quindi nei luoghi pubblici via tutte le bandiere, i simboli, le foto, i motti, ecc. ecc. ecc.
di qualsiasi natura e provenienza (anche i simboli della repubblica italiana…per capirci),
solo pareti e attrezzature, e basta.
Questa sì che sarebbe vera laicità e vera par-condicio, ma molti laicisti davanti a questa dura realtà si “arrampicano sugli specchi”.
Se ciò avverrà non ci saranno più denunce e sospensioni, e niente Coppoli sottoposti a gogna.
Quindi, a quando una bella richiesta UAAR in questo senso ?????
@pretariatoassicurato???
ps:
invece di “insegare” storia dell’arte
dovresti “insegare” storia della religione cattolica
cosi diventeresti “specariatoassunto”^^==^^
@precariato assicurato
Sono storica dell’arte anche io, e mi vorrei complimentare con te per la banalità, la stupidità, l’ignoranza e la mancanza di capacità critiche e di analisi che si palesano con evidenza nel modo in cui hai commentato la notizia.
Professor Franco Coppoli, lei ha tutta la mia stima.
PS: Mettevo anche io il crocifisso nel cassetto. Nessuno ha mai protestato, anzi, raramente se ne sono accorti. Nessuno, in ogni caso, lo rimetteva a posto.. credo che un paio di volte lo abbia fatto la bidella. Puntualmente, rifiniva nel cassetto.
è un giorno e mezzo che ho il commento sospeso,
torno a chiedere se è possibile sapere con esattezza quale Decreto ministeriale è stato usato come pretesto, da parte del consiglio disciplinare e dell’ufficio scolastico provinciale, per sospendere il prof Coppoli, verso cui va tutta la mia solidarietà.
@ chinsky
Non sono uno storico dell’arte, sono solo un insegnante. E tu mi sembri un po’ tesa.
Il concetto è semplice: la cultura italiana è inscindibile da quella cristiana, non si può fare a meno di confrontarsi con essa. Gli storici dell’arte dovrebbero essere i primi a saperlo. Se si pensa che questa cultura sia tutta da buttare al punto da non voler nemmeno vedere un crocifisso in classe, mi si dica qual’è l’alternativa.
Oppure facciamo il bel gesto di togliere il crocifisso e poi andiamo avanti ad insegnare le solite cose nel solito modo.
# precariatoassicurato scrive:
21 Febbraio 2009 alle 15:07
>Il concetto è semplice: la cultura italiana è inscindibile da quella cristiana, non si può fare a meno di confrontarsi con essa. Gli storici dell’arte dovrebbero essere i primi a saperlo.
Vero che non si può fare a meno di confrontarsi con l’invadenza cristiana nella storia italiana.
Per cui che bisogno c’è di ribadirlo con un’ora dedicata all’IRC?
Non si tratta altro che di un’inutile ridondanza volta esclusivamente alla missione (fallimentare) di reclutamento.
Così come il crocifisso in aula (ben poco artistico) è solo marcatura di territorio da parte di chi vuole imporre la propria presenza.
Come la pisciata di un cane…
C’è una grande, grandissima differenza tra un simbolo, come quello del crocifisso, imposto in un’aula di scuola come se questa fosse sotto la giurisdizione della chiesa e della religione cristiano-cattolica a degli studenti che invece hanno tutto il diritto di vedere scisso il legame tra religione e insegnamento, e lo studio (con tutto cio’ che implica questa parola: analisi, critica, problematiche, dubbi.. cose impossibili all’interno di una religione) della storia dell’arte, legata, per secoli, certamente, alla chiesa per le sue commissioni, i suoi soldi, il suo potere, le famiglie a lei legate, la sua stretta vigilanza affinchè niente esca dai ranghi da lei voluti..
La cultura italiana, cosi’ come quella europea, prima ancora a quella cristiano-cattolica è legata alle tradizioni pagane, ai miti provenienti dall’egitto, da tutta l’area musulmana e da ancora oltre e all’eredità greca e romana: uno che ha studiato (anche senza l’aiuto della storia dell’arte) dovrebbe saperlo. E quindi? Dobbiamo proprio attaccarci al simbolo per eccellenza della chiesa che è riuscita, tra sangue e giochi di potere, a rivaleggiare sulle altre ed è ancora li in cattedra a imporci la morale di chi si sente superiore, pur avendo la coscienza lorda?
No. Lo studio è una cosa, l’accettazione del giogo e dei paraocchi è un’altra.
@cinski
100×100
@precariatoassicurato
0-0
@precariato
cultura o dittatura “cristiana”???????????????????
Franco Coppoli non sei solo. E sei un bell’esempio per tutti noi.
Grazie