Lo stato maggiore del PD sembra volersi impegnarsi nell’impedire l’approvazione di una legge sul testamento biologico che imponga sempre e comunque l’alimentazione e l’idratazione forzata, vietando quindi l’inserimento del loro rifiuto all’interno dei testamenti biologici. Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato, ha infatti presentato diversi emendamenti al testo base fatto proprio dalla maggioranza. Ma, ancora una volta, i dissensi dell’area cattolica sono venuti platealmente a galla: Dorina Bianchi, capogruppo PD in commissione Sanità, si è infatti rifiutata di sottoscriverli. Con lei la pattuglia teodem e soprattutto, un peso massimo come Francesco Rutelli. Contro l’ex sindaco di Roma è sceso quindi in campo Massimo D’Alema, sostenendo che l’obbligo di alimentazione e idratazione non è degno di “un paese civile”.
Testamento biologico, PD sempre più diviso
52 commenti
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sono stato in piazza farnese sabato scorso. è paradossale che ci sia bisogno di discutere di certi diritti. il nostro sta diventando uno stato etico. spargiamo la voce. l’informazione facciamola noi, visto che i mezzi di informazione non ci aiutano. altrimenti si ripeterà la storia della legge 40.
L’unico paradosso che vedo è che si consideri un diritto “da paese civile” quello di poter anticipare la propria morte per legge.
in uno paese civile ognuno decide per sé, se ne è messo in grado.
Un’ulteriore motivo per NON VOTARE per il pd.
Dai, ancora un po’ di pazienza, alle europee verranno spazzati via e dopo forse risorgerà un vero partito LAICO.
La sinistra continua a voler intercettare il consenso dei cattolici,non comprendendo che così perderà i voti di chi si proclama laico E’pur vero che nulla può contro le pesanti ingerenze,ma che almeno ci tenti!!basta inciuci da ex dc
Se avessero una posizione chiara avrebbero molti piu’possibili elettori
Via la Binetti!!!!!
Non c’è più nessuno che difende la laicità dello stato.
Peccato.
Purtroppo i partiti laici ci sono stati e come saprai sono fuori dal parlamento
Senza potere come fanno a battere i moderati?
@ precariatoassicurato:
tu vivi quanto vuoi, se ti va, io in certi casi preferisco la qualità alla quantità.
non mi interessa vivere come uno zombie per 20 anni inchiodato ad un lettino con un sondino nello stomaco.
non è questione di quantità ne qualità ma di vita e per me una simile aberrazione non sarebbe vita.
io decido per me stesso, voi cattolici fate altrettanto senza rompere le palle a noi.
Sono daccordo con precariatoassicurato. La sua affermazione va compresa e deve portarci a fare delle riflessioni sull’insieme dei diritti civili ed individuali. Non è affatto vero che la questione dei diritti civili è scissa dall’impostazione che si da alla società economica e all’organizzazione del lavoro. Basti riflettere sul fatto che si occupa tutto lo spazio di discussione per parlare di testamento biologico, di fine vita, di protrarsi dell’accanimento terapeutico in presenza di stato vegetativo……ma di morti bianche, di lavoratori che muoiono a causa delle politiche di supersfruttamento, di chi rischia di morire di fame per povertà indotta sempre dalle medesime politiche, si parla sempre di meno e sempre con toni poco accesi.
Trovo giusta la possibiltà di lasciare un testamento biologico ove disporre della mia vita nei casi di condizione estrema, ma trovo, oltremodo, molto più giusto che si parli di diritti, di possibilità individuali o collettive, circa la vita attiva che viviamo ora, nel lavoro e nel sociale, dove, oggi, l’individuo lavoratore conta sempre di meno rispetto agli interessi dell’impresa e del capitale. Anche per questo il PD è destinato alla fine.
Un’ulteriore approfondimento. Ci si affanna a tutelare il diritto a cibo ed acqua per chi vive in uno stato vegetativo quando lo stesso diritto non viene affatto garantito a persone sane e nel loro pieno e vitale stato di intendere e volere. Mi riferisco al principio costituzionale che garantisce il diritto al lavoro (quindi al reddito ed al sostentamento) oggi disatteso, anzi azzerato dalle logiche capitalistiche finanziarie.
Perchè gli amici Rutelli e Bianchi non si pronunciano in merito??
@ Leo55
Capisco, e in certa misura concordo con l’impostazione del tuo intervento che pone in rilievo come, nel momento in cui si parla di ‘diritto di disporre della propria vita’ si dimentica chi vede la propria vita quotidianamente calpestata in tante forme; e dici giustamente che non si deve scindere la questione dei diritti civili dalla ‘impostazione che si dà alla società economica e all’organizzazione del lavoro’… ma io credo che questo necessario rapporto possa e debba essere visto anche in un altro senso: è’ vincendo le battaglie sui diritti civili, che sono battaglie, appunto, di civiltà, che poi si creano i presupposti culturali per impostare in modo diverso i rapporti economici e di lavoro.
E’ la vecchia questione del rapposto dialettico tra teoria e prassi di stampo marxiano, che certo si ripropone in uno scenario diverso, ma che non per questo è questione meno attuale.
@Leo55
Hai perfettamente ragione. In altri paesi una legge come quella del testamento biologico si sarebbe sbrigata in quattro e quattr’otto senza troppe polemiche. Si, i vescovi o chi per loro avrebbero protestato un po’, ma non ci si blocca per questo. Si tratta di diritti civili che vanno garantiti. Punto. Poi si passa immediatamente a discutere di problemi più difficili e seri.
Solo in Italia possono scatenare un putiferio di ostilità quelli che potrei chiamare diritti civili elementari, tale da offuscare se non addirittura bloccare dibattiti ben più importanti. Ma d’altra parte se anche ciò che dovrebbe essere ovvio per tutti è messo in discussione, qui c’è qualcosa di profondo che non va nel nostro paese. Un potere che sta disintegrando la democrazia ed i diritti dei cittadini.
Ma questo non è l’unico aspetto. Mi viene in mente quella statistica fatta a livello europeo, sulla sicurezza nei vari paesi, pubblicata sul tg del La7, all’indomani delle ultime elezioni in Italia. L’Italia è tra i paesi più sicuri per quanto riguarda il numero di omicidi. Non solo: è invece tristemente al primo posto per qanto riguarda le morti bianche e gli incidenti atomobilistici letali, che sono, come numero, maggiori dei morti per omicidio. Ed è al primo posto alla grande: il paese al secondo posto ha le metà dei morti che ha l’Italia. Non aggiungo altro.
Leo55
quoto.
caro precariatoassicurato, è prorpio così, della mia vita decido io , sempre e comunque che si tarti di avere figli, di sposarmi , di stare con un uomo o con una donna, e anche se possibile di non venire torurato con tubi e sondini in nome di un dio che non esiste.
se li mettesse il papa i sondini a vita.
saluti
il problema è: un PD totalmente laico costretto ad allearsi con un UDC al 15% grazie all’apporto dei teodem, riuscirebbe a sviluppare politiche più laiche di quelle di ora? io non saprei cosa rispondere.
http://testamentobiologico.ilcannocchiale.it/ per le firme
Rutelli non è un peso massimo, è un peso e basta…
@ Nifft (e Massi)
Rimandandoti al mio riscontro a quanto afferma Leo55, proprio alla luce dei tuoi giusti richiami, debbo ribadire un punto: è vero che l’Italia è al primo posto per morti sul lavoro mentre ci si sta accapigliando per questioni, tipo il testamento biologico, altrove risolte senza tanto clamore… ma non pensi che ci sia proprio un rapporto di causa ed effetto tra le due cose? Arretratezza culturale = arretratezza sociale, per cui, o si fa questo salto di qualità vincendo la battaglia sul testamento biologico come su altri diritti civili, oppure sarà difficile che avvenga quel salto di qualità che esige il mondo del lavoro.
Il vaticano, purtroppo, è in Italia, col peso che tutti sappiamo, quindi si deve passare, piaccia o non piaccia, per un forte ridimesionamento della sua ingerenza o ci sarà sempre chi approfitterà – per esempio – della supplenza ‘interessata’ delle associazioni caritative per delegare loro la soluzione di molti problemi legati alla povertà e disinteressarsene come istituzione pubblica.
Oramai c’è poco da indignarsi siamo di fatto annessi allo stato Vaticano, l’unica possibilità è un’intervento dell’ONU che riporti l’indipendenza dello stato italiano, sigh.
Ho appena aggiunto la mia adesione. Grazie a Rosalba per il link. Fatelo anche voi, non arrendiamoci!
Il papa ha detto che è necessario tutelare la vita soprattutto al suo inizio ed al suo termine.
L’ho trovato estremamente coerente con le manovre ecclesiastiche degli ultimi anni: cercano di garantire il diritto/dovere all’esistenza ad ogni costo soltanto al suo inizio ed in punto di morte; tutto quel che c’è nel mezzo invece ha una difesa alquanto blanda, fatta di sole parole contro le citate morti bianche o crimini delle multinazionali, fatta di gruppi determinati ma quasi isolati del basso clero che si impegnano in prima persona ed a rischio della pelle in quei luoghi dove le missioni cristiane solitamente portano prima mutande e vangeli, poi difesa dei diritti umani e civili. Contro la pena di morte raramente abbiamo sentito anche le sole parole. Hanno sostenuto (e sostengono tutt’ora) governi autoritari e liberticidi, dal Cile al Guatemala, ma sono contro l’interruzione di gravidanza perchè è omicidio. Non fu concorso in omicidio chiudere i cancelli delle ambasciate e dei consolati vaticani ai dissidenti argentini e cileni che vi cercavano rifugio? Ipocriti!
Volendo fare gli ottimisti, finalmente si sentono voci contrarie alla volontà della Chiesa, qualche politico ha il coraggio di combattere.
E’ inutile, l’unica soluzione è emigrare. L’Italia è una repubblica cattolica che potrebbe presto trasformarsi in una repubblica islamica, ma tant’è: non c’è differenza …
Rutelli & Veltroni sono tra i responsabili della debacle del 2001, della caduta del governo Prodi, eccetera: purtroppo si riesce a fermarne uno solo per volta.
Prima del prossimo disastro occorre pensionarli entrambe.
Occorre trovare in fretta qualcuno all’altezza della situazione, qualcuno con l’esperienza e la cultura di Prodi, anche per ridimensionare l’altro enfant prodige della politica, intendo DiPietro: è lui che Fini deve ringraziare per il posto di presidente della camera, è lui che ha impedito la commissione parlamentare su genova 2001, forse perchè da giovane votava MSI? Uscire dalla palude si può, Rutelli se vuole può remare con Veltroni e DiPietro,
ma non pensino di tracciare la rotta.
Anche il PD, clinicamente morto, è sottoposto ad accanimento terapeutico.
@Bruno Gualerzi
Sono sostanzialmente d’accordo con quanto hai scritto. In effetti ho messo un caveat quando ho detto che se una cosa così “banale” ed “ovvia”, come il diritto di autodeterminazione, è messa in discussione con tale accanimento, allora qualcosa di molto grave sta covando sotto la pelle della nostra democrazia.
Il PD è una finzione, un luogo immaginario partorito nella testa di qualche insipido politicante privo di cultura politica e di consapevolezze (chi?).
Quando si renderanno conto che l’operazione iniziata appena un anno fa ha portato ad un aborto politico, culturale e sociale?
La divisione, cari signori, è di fondo, irricucibile.
Cominciamo a fare uscire i teo-dem insieme al mangiatore di cicoria dall’allegra combriccola, che vadano a trovare casa nel loro asilo naturale, in quel centro curato e gestito dal vaticano con i Casini, con i Mastella… Allora si potrà finalmente finirla di giocare agli oppositori di se stessi e cominciare a giocare alla politica vera, magari ritrovando una unità laica autentica.
La questione del testamento biologico apre la porta a una questione molto difficile e delicata: una volta accettato il principio che ciascuno deve essere libero di decidere della sua vita, estendereste il concetto anche al suicidio? Esempio: un depresso grave, che pero’ non soffre di alcuna malattia organica, potrebbe essere “aiutato” al suicidio se lo desidera, senza che i medici rischino il carcere? Per me, se si e’ coerenti, la risposta non puo’ essere che SI. E’ solo l’individuo che puo’ e deve decidere se la sua vita e’ degna di essere vissuta, non gli altri. Ci arriveremo mai?
@ Bruno Gualerzi,
si penso vi siano correlazioni fra le varie ploblematiche, ma non penso a un ordine gerarchico per il quale occorra affrontare prima l’una o l’altra.
Anche perché problemi diversi toccano in modo diverso persone diversamente poste.
E, dunque, ciascuno è disposto a spendersi diversamente secondo quanto un problema lo tocchi o meno. Ma se questo è vero e da questo concetto si parte, è vero anche che più si semplifica e generalizza la politica: secondo partiti personali e tecniche elettorali, per schieramenti e maggioranze o minoranze rigide, meno se ne viene a capo.
Giulana, il caso del depresso grave e’ diverso perche’:
1) di depressione si puo’ guarire, non e’ irreversible come un coma vegetativo;
2) se il depresso ha veramente deciso di suicidarsi puo’ farlo da solo, senza bisogno di aiuto; l’aiuto serve solo per chi si trova incapacitato.
Secondo me l’eutanasia e’ giusta solo se ci sono le due condizioni: irreversibilita’ della malattia ed incapacita’ a suicidarsi da solo.
@Giuliana
sono daccordo con te. Ed aggiungo: L’individuo è sovrano su se stesso e soltanto su stesso. La mia vita appartiene solo a me e non a chi me l’ha data. La genitorialità, divina o biologica che sia, non da diritti sulla vita del figlio. Non c’è ragione alcuna perchè un rapporto creotore-creato generi dipendenza. Gli unici limiti risiedono nei meccanismi di solidarietà e collaboreazione vigenti SEMPRE in OGNI gruppo umano, in quanto realtà sociale.
Da qui nasce un’etica laicista (non laica: laicista; cercate sul dizionario). Niente è più razionale di questo.
Rosalba,
grazie dell’indicazione dell’appello su testamento biologico da poter sottoscrivere (fatto).
Il caso di Euana Englaro era di tipo mediatico.
Ma, aldilà degli annunci, davvero crediamo che un governo di destra si accolli l’onere di mantenere in vita tante tante tante persone (immagino collocate nei corridoi degli ospedali….) accudite puntualmente per anni anni anni ?
Ma è possibile una simile solidarietà dai berluscones e company ?????
E ancora una volta se ne fa una questione di parte politica. E non siamo noi a volerlo, ma loro! I politici stessi, schierandosi dall’una o dall’altra parte. Mai una volta che si schierassero dalla parte della popolazione!
Che schifo!
@Thors
Certo che se ne accollerebbero l’onere!
Tieni presente che:
1. Le strutture sanitarie sono spessissimo di proprietà clericale (mai sentito parlare di S. Raffaele? Credi che le suorine tenessero gratis Eluana?)
2. La destra italiana è populista, non liberale
3. Paga Pantalone, loro no di sicuro!!!
@ Rosalba Sgroia
Mi è giunto via e-mail il ringraziamento per aver sottoscritto lo stesso appello trovato nel sito da te indicato (per la qual cosa ti ringrazio), invitando a cercare altre adesioni tra conoscenti. Nei limiti delle mie possibilità l’ho fatto e cercherò di farlo ancora.
@ Bruno Gualerzi,
ti ho risposto (dopo Giuliana), ma la risposta attualmente “sta in Purgatorio”.
Penso che passiamo ore e ore a discutere sul sesso degli angeli…
In italia (la minuscola è voluta) decine e decine di persone muoiono ogni giorno nelle sale di attesa dei pronto soccorsi, spesso per quadri clinici facilmente risolvibili con un pronto e competente intervento.
Poi, per sentirsi con la coscienza a posto, si accaniscono con un povero cristo che non chiede altro che porre fine alle proprie sofferenze.
Fortuna che la tecnologia avanza. Già sono comparsi i primi dispositivi biointegrati e nel futuro mi immagino un bel chip innestato sulla corteccia celebrale capace di intercettare una richiesta di shutdown arrestando le funzioni vitali.
Un chip che chiunque potrebbe farsi istallare da una certa età in poi o alla comparsa di una malattia invalidante.
I teorici continueranno a discutere, ma il progresso gli toglie sempre la terra da sotto ai piedi.
@ Massi
sto sempre attendendo la tua risposta, a cui tengo particolarmente.
il pd non esiste.
è nato senza presente e non conoscerà nessun futuro.
che si uniscano a Casini e altri preti e rifacciano pure la vecchia Dc tanto questo era il progetto iniziale quindi abbiano il coraggio di portarlo fino in fondo ed andare a fondo con esso.
“# precariatoassicurato scrive:
24 Febbraio 2009 alle 0:30
L’unico paradosso che vedo è che si consideri un diritto “da paese civile” quello di poter anticipare la propria morte per legge.”
In un Paese civile ognuno deve poter decidere da sè per la propria vita.
Io, personalmente, accetterei “le cure forzate” in attesa di un progresso della scienza che mi riporti in condizioni normali, ma chi non vuole ciò deve poter essere libero di scegliere.
@ Massi
Ho preso visione ora (meglio tardi che mai) del tuo commento.
Tu dici; “Sì, penso che vi sia correlazione tra le varie problematiche, ma non penso a un ordine gerarchico per il quale occorra affrontare prima l’una o l’altra” e poi sviluppi il concetto affermando che non si può vedere questa relazione astrattamente, in quanto implicate ci sono delle persone reali con problemi reali, ma molto diversi.
Giustissimo, infatti parlavo di dialettica, cioè di reciproco condizionamento, quindi nessuna gerarchia che si determinerebbe se si ritiene che debba affrontarsi una problematica ‘prima’ dell’altra perchési considera l’una più importante dell’altra, causa imprescindibile l’una dell’altra. La gerarchia si evita nel momento in cui si riconosce la stessa importanza alle due problematiche, e non perché colpevolmente si dimentica l’una quando si affronta l’altra e viceversa.
Il mio quindi era solo un richiamo che ho ritenuto di dover fare nel momento in cui mi sembrava si sottovalutassee l’una questione’ (la lotta contro l’ideologia che vuole orientare in un certo modo il testamento biologico) che invece era da vedere proprio in funzione dell’altra (la lotta per la sicurezza nel mondo del lavoro), anche se di per sè sono due obbiettivi da perseguire ovviamente con le specifike iniziative.
In Italia più che altrove è evidente lo scollamento fra paese reale e la politica riguardo le questioni etiche . La maggior parte degli Italiani è battezzata, battezza i figli e quando muore il commiato avviene in chiesa, ma quando la chiesa e i suoi emissari politici hanno sottoposto a referendum abrogativo leggi fortemente contrarie alla morale cattolica (quali l’aborto e il divorzio) sono stati battuti. E lo stesso varrebbe probabilmente anche per il testamento biologico.. Cosa significa tutto ciò? Che il relativismo morale ed etico nella nostra società è un fatto consolidato ( malgrado le grida del papa e dei nostri politici cattolici ), che non tanto si offendono le coscienze dei cattolici con certe affermazioni o gesti ( ateo bus, rimozione dei crocifissi dai luoghi pubblici ecc.) perché la fede è vissuta e sentita da molti più nei suoi risvolti superstiziosi, di costume e di tradizione che spirituali ( insomma è più un fatto esteriore che intimo), quanto che la nostra classe politica e il clero hanno stretto una salda alleanza per sostenersi e sostentarsi vicendevolmente. La società italiana è di fatto laica ma non lo si vuole sancire ufficialmente perché molti dei privilegi riservati alla chiesa cattolica ( e molti favori che quest’ultima fa a una certa classe politica) non avrebbero più ragion d’essere.
@ Bruno Gualerzi,
partendo dalla complessità delle cose, a parer mio, noto che più si semplifica il discorso più diviene inadeguato alle soluzioni complessive (questa mia posizione prima di essere politica è filosofica: in senso atomista).
A ciò, mi sembra che la mente umana sia predisposta in modo tale da unire in sé ciò che nella realtà è separato: per associazione d’idee e con molte semplifiazioni “purché siano” (tanto maggiori quanto minore è la competenza).
Mentre i progressi scientifici e i risultati oggettivi che l’umanità riesce a ottenere procedono piuttosto nel senso della distinzione.
La mia spiegazione a perché ciò accade asume la coincidenza della “sostanza” alla pluralità e varietà dell’esistente, e rispetto a questo la mente umana è pur sempre piccola ed inadeguata.
Convinto di ciò, per così dire, quando guardo anche alla politica “mi cadono le braccia”, la religione poi “non ti dico”, e pur mi domando: quanto l'”unitarismo assoluto” delle religioni monoteiste (a cui stà di faccia l’idealismo filosofico) incidono negativamente anche sulla politica (anche in chi, magari, si professa critico o persino contrario alle religioni)?
Perciò, concludo che, la democrazia è solo a metà, la dove ad una pluralità “sovrana” è data la scelta di “un fine assoluto”. Anziché rivolgere la naturale pluralità elettiva della democrazia a un fine altretanto naturale e plurale: tutti i cittadini, irriducibili l’una all’altro.
@ Bruno Gualerzi,
grazie per la tua risposta.
Ps. qui sopra c’è un mio nuovo commento in attesa di essere sbloccato.
Il mio intervento iniziale è stato interpretato da Leo55 in modo diverso da quelle che erano le mie intenzioni; nonostante questo mi trovo d’accordo con quanto afferma.
Vorrei precisare però a tutti quelli che mi hanno spiegato che “ognuno decide per sé della propria vita”, che nessuno, dico: nessuno è completamente padrone della propria vita.
In astratto basti pensare che nessuno decide se e quando e dove nascere. Nessuno può protrarre la propria morte oltre un certo limite temporale (tutti qui sono preoccupati di difendere il “diritto” di anticiparla: e chi ve lo toglie questo diritto? La gente si è sempre ammazzata senza che la chiesa potesse farci niente). Nessuno può essere certo di svegliarsi domani mattina. Direi che almeno in astratto potremmo essere meno categorici nell’affermare che “decidiamo noi della nostra vita”.
In concreto: adesso vorrei andare a fare un giro in bici, invece mi tocca andare a lavorare. Il mio lavoro non è quello che vorrei e nonostante guadagni dei soldi non sono sicuro di riuscire a fare le ferie quest’estate… Fuori di metafora: viviamo in una società che ci condiziona in ogni nostra scelta; persino la nostra morte non avrà conseguenze solo per noi ma provocherà dolore nelle persone che ci amano, forse più dolore di quanto ne provocherebbe una nostra “agonia”. Autodeterminazione? Ma de che? E’ la società che ci determina praticamente in tutto, persino le nostre idee non sono nostre ma frutto della società in cui viviamo.
Concludo scusandomi con tutte le persone che hanno replicato ai miei interventi precedenti e non hanno ottenuto risposta (chinsky, nessie e altri): i commenti vengono chiusi così in fretta…
@ precariatoasssicurato
“Direi che almeno in astratto potremmo essere meno categorici nell’affermare che ‘decidiamo noi della nostra vita'”
Non è questione di essere categorici o meno, di vedere le cose in astratto o in concreto. Un conto è ritenere precaria la nostra esistenza in assoluto, un altro è la precarietà dovuta al condizionamento sociale. Nel primo caso è chiaro che non possiamo decidere niente, se non di toglierci la vita, cosa ovviamente che nessuno può impedire. Nel secondo caso, se è vero che siamo condizionati dalla società in cui viviamo, è altrettanto vero che ognuno di noi può condizionare la società in cui vive. Per esempio non permettendole di inserirsi nella mia sfera privata come se ne disponesse con o senza il mio consenso.
Questo concetto oltre tutto è l’ultimo ‘aggiornamento’ della chiesa, la quale, vedendo che fa sempre meno presa, se non tra i cattolici convinti, il principio che non siamo padroni della nostra vita perché ci è stata donata da dio, ha ripiegato su questa considerazione che l’essenza dell’uomo è determinata dal sitema di relazioni in cui si trova a vivere… per cui è la società che ha il diritto di disporre della vita di ognuno. Di fatto dio assume le sembianze dello stato, ma col vantaggio che in questo modo posso mettere sullo stasso piano credenti e non credenti.
Anche io aspetto che il PD imploda del tutto così si renderanno conto che la pagliacciata è finita. Binetti e Rutelli sono due sciacalli professionisti e senza scrupoli, vanno con chi gli promette di più. Sono anche più amorali di certi figuri di destra. Franceschini è un prete mancato. Vada a lavorare.
Franceschini sa che, come direbbe l’Annunziata, “sia da deshtra sia da sinishtra gli hanno già messo dei baleddi da rispeddare” …
@ Bruno Gualerzi
“ognuno di noi può condizionare la società in cui vive. Per esempio non permettendole di inserirsi nella mia sfera privata”
Ma è proprio questo il punto: dire che ognuno di noi può condizionare la società vuol dire riconoscere il legame che c’è tra il singolo elemento e l’insieme di cui fa parte. Per fare un esempio elettorale: se penso che anche il mio singolo voto è importante in una elezione perché contribuisce a determinare il risultato finale, automaticamente accetto che il risultato finale (il mio voto più quello degli altri) diventi legge per tutti, anche per me. Non posso andare a votare e al termine dello spoglio che magari mi vede perdente dire “No, ma io scherzavo” (tipo Toto’ in Signori si nasce). Allo stesso modo non è possibile condizionare la società e allo stesso tempo non farsi condizionare da essa, mangiare la marmellata senza sporcarsi le dita. E torniamo da capo: le nostre azioni, anche quelle più personali, non sono mai senza conseguenze nei confronti degli altri. Con tutto ciò che ne deriva.
scusate la mia incursione in qeusto post ma sarò brevissimo; il pd non ha bisogno di implodere o di smembrarsi in altri 3 o 4 partitini minori in quanto non esiste proprio come partito; in una coalizione così concepita, con ex comunisti e suore di clausura nello stesso pentolone, un partito che per bocca di Walter Sepoffà “non contempla il reato d’opinione” (quindi anche un fascista potrebbe farne parte…) è stato concepito con finalità pratiche ma come puro fraintendimento ideologico, un’utopia irrealizzabile e quindi impraticabile.