Sono stati affissi a Pescara i primi manifesti atei, riportanti l’ormai famoso primo slogan (quello censurato a Genova dalla concessionaria IGPDecaux): cfr. il servizio fotografico sul sito del Centro. L’iniziativa ha provocato le prevedibili reazioni polemiche: l’arcivescovo Tommaso Valentinetti ha parlato di “messaggio che può offendere il sentire comune, ma chi l’ha scritto si pone il problema di Dio”. L’ex sindaco di Forza Italia, Carlo Pace, stando a quanto scritto sul blog di Maurizio Acerbo avrebbe invece affermato, sotto copertura di un nickname, che “dopo questo ennesimo oltraggio a tutti i cattolici credenti i Pescaresi quando andranno alle urna si ricorderanno che questa amministrazione di atei ed agnostici ha concesso l’autorizzazione ad affiggere questi manifesti farneticanti!!! Svegliatevi prima che sia troppo tardi e la nostra Città venga invasa da anarchici, clandestini, ladri ecc. ecc.” Gli ha replicato il vicesindaco Camillo D’Angelo, dichiarando all’AGI che “la richiesta di affissione è stata fatta in capo al soggetto gestore degli spazi per conto del Comune, soggetto che sulla concessione ha proceduto indipendentemente senza coinvolgere l’amministrazione nel relativo processo di decisione e al quale abbiamo inviato una nota per protestare circa la mancanza di informazione sul tema proposto”. D’Angelo ha precisato che l’amministrazione “non si riconosce” nel contenuto dei manifesti UAAR. L’affissione dei manifesti atei è stata ripresa anche all’estero (cfr. Euro News 24).
Pescara, reazioni polemiche ai manifesti atei
41 commenti
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Bene, bene, bene. Sono felicissimo.
Hai visto come tutti i politici corrono a pararsi il posteriore.
Un grazie di cuore agli amici di Pescara.
Non capisco che problema abbia questo Signor Pace: è evidente che Dio non esiste, quindi i cartelloni non hanno gran che di scandaloso.
Di ladri penso siano già pieni gli uffici pubblici di ogni comune…
Se uno ha vera fede non cambia certamente idea per un semplice manifesto !!!
Però un semplice manifesto potrebbe far nascere IL DUBBIO.
Chi finge di sentirsi offeso ha solo paura che la gente cominci a ragionare !!
Complimenti ai soci/amici di Pescara.
Sono agnostico e non mi riconosco in questa frase. Dichiarare che “dio non esiste” è una frase da atei. Sarebbe utile che l’associazione levi gli agnostici dal proprio nome.
Era troppo strano che non arrivasse qualche critica.
Ringrazio Pescara.
Sta destra, comunque, è pericolosa, io non riderei, non voglio vedere la risposta.
Blogger
Post-it di Joseph R
“Svegliatevi prima che sia troppo tardi e la nostra Città venga invasa da anarchici, clandestini, ladri ecc. ecc.””
Va beh, questo qui è patetico…
Presentarsi come atei secondo me non va bene. La parola, non c’è niente da fare, sconvolge ancora. Per i più un ateo, cioè un senza-dio, è persona sospetta a dir poco, anzi profondamente malvagia, pericolosa, mina l’ordine costituito ecc.
Per conto mio ho deciso di non definirmi più ateo. Se qualcuno mi dice: ma credi in Dio, lo prego di specificarmi meglio il concetto. Probabilmente mi rimanderà ai libri sacri (che ovviamente non conosce o male). Insomma non è difficile mettere in imbarazzo chi cala questa carta falsa.
Ci sono i credenti e i non credenti, entrambi forti dei loro argomenti e decisi a non transigere, a non recedere di un millimetro. Non c’è niente da fare, nessuno riuscirà a convincere l’altro coi propri argomenti. Blocco totale. Però c’è un modo di superare il blocco: parlando d’altro. Perché credenti e non credenti qualcosa in comune ce l’hanno eccome: devono convivere e trovare regole di convivenza. E possono scoprire, per vie traverse, di essere d’accordo su tante cose, in fondo più importanti di quel concetto, di quella parolina che scava abissi fra le persone.
Che cosa ha radicalmente cambiato la nostra concezione del mondo, specie a partire dal secondo dopoguerra? Per me non c’è dubbio: il diffuso benessere. Che ha abbattuto tanti falsi idoli e credenze. I cristiani erano e sono fissati su quella odiosa immagine del crocifisso: è morto per te, per i tuoi peccati, sei un miserabile ecc. Si comincia già col peccato originale, figurarsi. Quanti sensi di colpa che dobbiamo coltivare. Invece il benessere, la ricerca – legittima – del piacere, della bellezza, ci rende allegri, ci fa amare la vita. E dimenticare i sensi di colpa indotti fin dalla più tenera infanzia.
Nel 1982 quanti italiani, credenti e non credenti, esultarono per la vittoria dell’Italia ai mondiali in Spagna. Freude, schöner Götterfunken, Tochter aus Elysium … (inno alla gioria di Schiller).
Ma nessun cattolico ha da ridire su questa questione dell’offesa? Come richiama Lionheart, ma che razza di fede è la loro se si sentono offesi perchè c’è chi mette in dubbio l’esistenza di ciò in cui credono?
La domanda naturalmente è retorica perché si sa benissimo come la maggioranza dei credenti crede più per tradizione che per convinzione per cui è questo che viene messo in discussione minacciando il loro rapporto convenzionale con quella chiesa cui hanno sempre delegato il compito di pensare a dio per loro. Da questo punto di vista l’affermazione del vescovo secondo cui chi ha scritto il messaggio “si pone il problema di Dio” è più vera di quanto lui possa credere.
Da notare anche – se ho inteso bene – la fretta dell’amministrazione nel dissociarsi dall’iniziativa. Non si sa mai!
Che ignoranti ‘sti politicanti!!!!! 🙁 buuuuuu
Io veramente non mi pongo più il problema di un qualsivoglia “dio”. Il mio problema sono i credenti con la loro continua orchiclastia teoretica e pratica basata su fantasie.
Dimenticavo: Brava UAAR-Pescara, ottimo lavoro (anche se a me personalmente lo slogan non piace).
Io vivo proprio a Pescara e sono davvero contento! I politici locali vedessero di pensare ai problemi loro che sia la giunta di Pescara che quella di Montesilvano (le due città sono letteralmente tutt’uno) ne hanno fino al collo con la giustizia, quindi sono gli ultimi che possono proferire parola riguardo ad offese ai cittadini e quant’altro!
Tommaso Valentinetti: “messaggio che può offendere il sentire comune, ma chi l’ha scritto si pone il problema di Dio”.
L’affermazione dell’arcivescovo pone in chiara evidenza la sua consapevolezza del fatto che Dio (e per estensione ogni dio e l’idea stessa di uno o più dei) costituisca un problema.
Mmm… forzature linguistiche tipo quella che ho appena messo in atto non sono nuove, vero? Dove le abbiamo già sentite, anche se con contenuti inversi? Usare le stesse “armi” permette d’evidenziarne la brutale inconsistenza, o no?
c’è veramente in giro un sacco di niente che non ha meglio da fare che molestare il prossimo, non vi piacciono i manifesti, basta non guardarli. io faccio il giro dell’oca per andare a prendere il pane pur di non passare davanti alla statua di padre pio, non chiedo di levarlo. ci vuole tanto a farsi un paio di carrelli di affari propri?
Per Gualerzi
Condivido la tua analisi. La domanda che pongo a questo punto è un’altra e riguarda le iniziative di uaar. Posto che gli ateo cartelli come gli ateo bus non smuovono le coscienze dei “cattolici” ma infastidiscono la chiesa e di conseguenza gli amministratori locali (dato che gli uni fanno da gran cassa all’altra) , cosa ci prefiggiamo manifestando platealmente il nostro ateismo attraverso questi due strumenti (cartelli e bus) ? Gridiamo al mondo che esistiamo e rivendichiamo la nostra dignità, la libertà di espressione? Ma queste due cose si realizzano se esistono determinate premesse e riguardo al credo o all’ateismo sono : la laicità dello stato e la separazione netta fra chiesa (tutte le chiese) e stato. Oppure proprio perché mettono in luce l’abbraccio insostenibile fra i politici e la chiesa cattolica è evidente che uno dei punto fondamentali è questo e fra le varie evidenze c’è anche quella che qui, in italia, oggi, la popolazione pur essendo cattolica è di fatto laica ma i nostri politici non se ne sono accorti (o meglio non vogliono prenderne atto) e non vogliono che la popolazione s’interroghi su questo più che sull’esistenza o la non esistenza di dio e finchè non si agirà sul piano politico, per quanto noi si possa manifestare affiggendo cartelli o comprando spazi pubblicitari sui bus, la cosa finirà lì o poco più in là.
grandi! tuttavia non capisco perchè fermarsi a questo! ognuno di noi ha un sito internet o un blog dove inserire un banner uguale al manifesto oppure può stampare il manifesto in formato A4 ed appenderlo a lavoro, a scuola, etc. E’ possibile aprire sul sito uno spazio dedicato ai banner con tantissime possibilità di scelta e semplicità d’uso?
@ Nicoletta
c’è un nesso forte non tanto tra religione e politica, quanto tra religione e idea di potere (anche politico).
E’ a queso livello “prepolitico” che l’assolutismo di un’unico dio, onnipotente e onniscente si incontra con una certa idea di potere altrettanto radicale: perché, in fin dei conti, questo modo di verere un”unica realtà” è anche l’unico modo che possiede ciascun per sé per esperire tutto ciò che lo circonda.
E non ne verremo mai fuori se non ci si parte dalla critica (individuale, filosofica, sociale e politica) di questo limite di partenza.
In rapporto ha ciò si può anche convenire che, malgrado Gramsci, una vera sinistra (dove non sia possibile fare a meno della sensibilità e dell’intelligenza di ciascuno: perché a ciascuno rivolta) non è mai nata.
scusate mi è sfuggita un’h di troppo
Sul fatto che dei cartelli fanno paura la dice lunga sulla convinzione dei credenti.
Sono così convinti che un poster gli fà paura.
Ma gli italiani sono davvero così semplici da essere confusi da un manifesto.
@ frank
sai com’è, quando grazie ad una religione qualsiasi viene costruito il mito del “sovrano perfetto”, poi, non occorre molto più che l’innocenza di un bimbo che grida “il re è nudo” a far crollare l’incantesimo.
ma era necessario che l’amministrazione precisasse che non si riconosceva nel contenuto dei manifestanti? Ma hanno perso tutti quanti la testa?
@ Bruno Gualerzi
Alle domande retoriche ti sei risposto da solo. Sul perchè la maggioranza della gente, a parte il volgo profano detto senza offesa, preferisce credere, magari a modo suo con qualche aggiustamento personale, è semplicemente una rimozione. Meccanismo ben noto in psichiatria. In soldoni questi pensano: forse al 90% ( percentuale buttata li a caso) sti Atei cianno ragione, ma….. se, per caso, ciavessero torto? Tanto non costa nulla.
E’ una polizza assicurativa a costo zero. Ciao.
FORZA NUOVA
SEGRETERIA DI PESCARA
Pescara, 27 febbraio 2009
oggetto: rimozione dei manifesti UAAR a Pescara
In riferimento alla notizia dei manifesti apologetici dell’ateismo apparsi per le vie di Pescara, il coordinamento provinciale di Pescara dichiara quanto segue:
«In una società sempre più ostaggio di un oscurantismo post-moderno che ha visto crollare i confini etici, morali e in molti casi anche legislativi tra il bene e il male, e dove una cultura imperante neo-giacobina, laicista e nichilista sferra attacchi quotidiani a tutti quei valori fondamentali della tradizione cristiana italiana e ciò soprattutto attraverso un rapido processo di desacralizzazione della nostra cultura nazionale – cosa questa che porterà irrimediabilmente alla disgregazione sociale -, la vile, squallida e blasfema provocazione di un manipolo di adepti dell’associazione UAAR, segnano per ora l’apice di quello che è un vero e proprio attacco frontale della cultura atea alla religione cattolica e alla stessa civiltà.
Pertanto, Forza Nuova, considerato anche il pilatesco comunicato dell’amministrazione comunale pescarese in merito a tale fatto, provvederà, nelle giornate di lunedì e martedì, a “riparare materialmente”alla grave offesa che questi manifesti provocano alla città di Pescara ed ai suoi cittadini, rimuovendoli uno dopo l’altro.»
Marco Forconi
coordinamento provinciale Forza Nuova Pescara
La distinzione tra ateo ed agnostico è materia di disquisizione forbita, da convegni filosofici.
Nello specifico della situazione dei manifesti e/o degli ateobus è deleterio disquisire sul riconoscersi o meno in una frase che obbligatoriamente è secca, tranchant.
E poi la percentuale di italiani che conosce il significato di agnostico è talmente bassa che prima di iniziare una qualsiasi discussione occorrerebbe fare un prologo esplicativo che porterebbe via almeno mezzora.
Quindi i manifesti vanno benissimo così ed anzi andrebbero replicati in molte altre città.
Se operiamo una semplice trasposizione dio=controllo, abbiamo facilmente la soluzione del caso.
Essere atei è pertanto considerato pericoloso, non puo’ esser detto nè tantomeno gridato a gran voce. Lo stesso si dica, per citare un altro esempio, dell’omosessualità: un assoluto new trend in Italia, -come se prima gli omosessuali non fossero mai esistiti!Ma dov’erano nascosti? –
Meglio quindi mantenere una facciata perbene, senza esagerare, mai sopra le righe, senza neppur essere convinti della propria fede.
Lo slogan è chiaramente assurdo per la mentalità italiana… e noi restiamo tristemente il fanalino di coda di un’Europa liberale.
Credo che questo paese, in pieno degrado economico e sociali, ma dove la parte più degradata non è rappresentata dalle scritte sui muri o sui treni, ma dalle persone che gironzolano a palazzo Chigi, abbia bisogno di una bella svegliata. La reazioni agitate dei popoli della libertà (provvisoria) è un buon segno che indica che questa è la direzione giusta. Non si tratta però solo di inviare messaggi a carattere religioso, ma è necessario veicolare molti altri tipi di messaggi che toccano la coscienza e la cultura. L’Italia è diventata un popolo a lungo diseducato dalla propaganda, dalle televisione e dai profittatori della politica. Bisogna ricominciare con una operazione di alfabetizzazione di massa.
Ottimo, ottimissimo, ancora, dovunque. Più clamore=più dubbi= più dibattito. Internet è ancora “di nicchia” qui in Italia; la strada invece è universale ed il manifesto parietale arriva a tutti. Poi ne parleranno nei bar, dal parrucchiere, sui posti di lavoro, alle feste di famiglia, dovunque la gente chiacchieri, si confronti e litighi abitualmente. Perchè TUTTI camminano per la strada.
Dobbiamo smetterla di vergognarci di dichiararci atei. Io sono orgoglioso di esserlo e di gridarlo. Sono altresì convinto che nessun altro termine possa definire meglio la convinzione dell’inesistenza di dio.
@ Sergio
e credi che cambierà qualcosa se tu non dirai di essere ateo? Fino a quando i non credenti si nasconderanno, le cose in Italia rimarranno quelle che sono e non c’è speranza di alcun miglioramento. Io non ho alcun problema a dichiararmi atea, anzi ne vado fiera e credo che solo così potremo farci conoscere veramente (sfatando l’immagine negativa che i cattolici ci cuciono addosso). Pensaci…..
@ Ernesto Di Lorenzo
La tua è una volgarizzazione – nel senso di renderla comprensibile al ‘volgo’ – della teria pascaliana del ‘pari’ (scommessa). Che poi a me sembra già di per sè ‘volgare’ (con tutto il rispetto per Pascal che per altro è un autore che ammiro) quando arriva ad affermare che dopo tutto c’è sempre da guadagnare a ‘scommettere’ per l’esistenza di dio. Se non c’è, amen, perdendo la scommessa in questo caso non perderei niente, ma se invece dio ci fosse, sai che guadagno ad avere scommesso per la sua esistenza? La vita eterna!
Per Massi.
Sfondi una porta aperta, ma non rispondi alla domanda… anzi metti in luce due fatti ( in qualche modo incontrovertibili) : uaar ha bisogno anche di un soggetto politico con cui interfacciarsi e che in qualche modo ne rappresenti le istanze e che, per quanto noi si cerchi di avere visibilità ( ateobus e ateocartelli ) , fra i partiti non ci fila nessuno ( o quasi) per gli ovvi e ben noti motivi. Teniamo presente un fatto: oggi in italia si parla di testamento biologico ( nel bene o nel male, con tutto quello che ne seguirà ecc.. ) non grazie a noi e ai nostri ateo cartelli o ateo bus ma grazie ad un uomo che ha avuto il coraggio di non fermarsi davanti a nulla pur di far rispettare la libertà di poter morire della figlia. Chiediamoci allora se, invece “stimolare “ la riflessione sull’esistenza o la non esistenza di dio (cosa che la stragrande parte dei credenti ha già archiviato non essendo nemmeno interessato alla domanda) , non sarebbe più utile spezzare in qualche modo il tabù della messa in discussione dei famigerati patti partendo dal fatto che la nostra società è ormai secolarizzata ( non siamo più ai tempi di Gramsci) ? Noi per primi non dovremmo essere tanto timidi sull’argomento…
Secondo me Pascal non ha considerato una terza possibilità,cioè che dio esista ma non sia quello che crede lui.
Piuttosto di rischiare di offendere un dio credendo in quello sbagliato scelgo di non credere in nessun dio…almeno potrò sempre appellarmi all’insufficenza di prove…
Fiero di essere e di proclamarmi ATEO!!!
Ho citato Gramsci perchè il discorso filosofico non è meno importante di quello politico.
In Gramsci l'”egemonia” è culturale (ancor prima che politica) e in fin dei conti si gioca sull’emancipazione delle “masse” (cioè sulla diffusione della cultura a chi, come di ogni altro bene, ne è più privo).
La dove l’uomo-massa: manipolato e guidato dall’alto, diviene invece uomo-collettivo: cosciente della propria dignità e del proprio ruolo.
Più attuale di così!
Illuminista in senso moderno, direi.
Se non stessimo marciando a tappe forzate verso un nuovo Medioevo: é su questa via che non è affatto attuale ma “superato”.
Dopodiché non condivido che l’UAAR abbia bisogno di un soggetto politico di riferimento.
Perché la Chiesa e le religioni monoteiste in genere ne hanno uno?
No. Esse proclamano un “soggetto assuluto” attraverso di esso si pongono “al di sopra” della politica: ma privileggiando sempre un’idea di potere come “fatto superiore”, “indisponibile alle masse”, e il gioco è fatto.
Dunque, secondo me (l’ho detto e lo ripeto) l’antidoto a questo è il “relativismo”: ma non assunto in modo strumentale alla politica e strategico per i nostri fini, bensì in quanto relativo alla pluralità reale di ciò che esiste (cose ed esseri viventi), cioè come fatto vero.
@ Bruno Gualerzi
Infatti non fà una piega.
eh si .. se qualcuno mi chiede se credo in dio, gli rispondo con la formazione campione del mondo di calcio.
ma non siate ridicoli !! sono ateo e sono pure fiero di esserlo.
Mi piace l’associazione anarchici / clandestini / ladri 😀 Non mi pare che proprio un sindaco di forza italia possa accusare altri di essere dei ladri con la storia del loro partito e tutti i loro guai con la giustizia …
Insegno da molti anni nella scuola primaria e mai, dico mai, ho nascosto le mie scelte “religiose”. Ho sempre dichiarato tranquillamente di essere ateo, anche quando era obbligatorio (non troppo tempo fa) impartire, come insegnante della classe, lezioni di religione cattolica, rifiutandomi di parlare di cose in cui non credevo. Trovo tutto sommato superato il pensare che per gli “altri” essere ateo sia cosa disdicevole o da persona da tenere ai margini. Dai genitori dei “miei” alunni sono stimato in quanto insegnante e persona degna, nonostante sappiano perfettamente come la penso. Credo che vivere serenamente le proprie convinzioni religiose e, perchè no, politiche possa solo aiutare gli altri a capire, a non innescare forme di chiusura a ogni forma di dialogo. Sono ateo serenamente, semplicemente, convintamente, orgogliosamente, se serve.