Scuola: dal Comune di Bologna 3 milioni alle materne paritarie

Una premessa, utile per capire dove va a finire, per l’ennesima volta, questa marea di soldi pubblici.
Leggiamo da www.fism.net/attivita :

La F.I.S.M. è componente della Consulta per la Pastorale della Scuola e del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica della Conferenza Episcopale Italiana. La F.I.S.M. è altresì presente con propri rappresentanti nel Centro Studi Scuola Cattolica.
La F.I.S.M. ha un proprio Consulente Ecclesiastico nazionale ed a livello periferico Consulenti ecclesiastici regionali e provinciali.
La F.I.S.M. promuove incontri di carattere spirituale per i propri dirigenti.

E’ ben definita quindi l’ideologia che sta dietro a questi “educatori”, che hanno certamente la libertà di “istituire scuole ed istituti di educazione”, ma, prosegue sempre l’art. 33 della Costituzione “senza oneri per lo Stato”.
Negli ultimi anni, sotto governi di vari colori, sono stati introdotti artifici legislativi per aggirare la clausola costituzionale “senza oneri per lo Stato”, e finanziare da più parti la scuola confessionale.
Abbiamo così che ai contributi statali alla scuola privata (nella variante “paritaria”, leggasi cattolica) si aggiungono quelli della Regione e pure quelli del Comune.
Il Comune di Bologna, per non stare in disparte, apre bene il portafoglio, e arriva a finanziare anche scuole che discriminano per genere.
L’elenco delle scuole private a gestione paritaria associate alla F.I.S.M. può essere consultato a questo indirizzo del Comune di Bologna.
Tra queste anche le scuole “Cerreta”, che nel terzo millennio, non accettano alunni maschi alle elementari e medie.
Sui fatti, citiamo di seguito l’agenzia DIRE del 23 febbraio scorso:

Il Comune di Bologna finanzia con tre milioni di euro 28 scuole materne paritarie della città.
Il contributo, stanziato in base ad una convenzione tra Palazzo D’Accursio e la Federazione italiana scuole materne (Fism), e’ spalmato sul triennio 2008-2010. Ogni anno, dunque, il Comune destina un milione alle paritarie, di cui 852.000 euro come contributo per le 71 sezioni attivate (12.000 euro l’anno a sezione), 70.000 euro per ogni scuola (2.500 euro l’anno), e 100.000 euro come fondo disponibile per incentivi calcolati in base ad indicatori di qualità.
Nel 2007 i finanziamenti alle scuole paritarie erano stati di 1.086.000 euro, di cui 816.000 euro per le 68 sezioni, 70.000 euro alle 28 scuole convenzionate, e 200.000 euro relativi al progetto finanziato dalla Fondazione Carisbo per l’erogazione del “Buono Scuola”.
I dati sono stati esposti questa mattina in commissione a Palazzo D’Accursio dall’assessore comunale alla Scuola, Milli Virgilio. “Nella scuola dell’infanzia mettiamo dentro il 103% dei bambini, perché oltre ai residenti ci sono anche quelli che vengono da fuori e alcuni anticipatari: garantiamo la scuola a tutti quelli che ce lo chiedono”, spiega soddisfatta Virgilio. La disamina dei dati per singolo organismo riconosciuto dalla scuola, ha pero’ destato molte perplessità da parte di Serafino D’Onofrio (Il Cantiere) e Roberto Panzacchi (Verdi), candidati nella lista Bologna città libera. I consiglieri hanno notato che tra le materne convenzionate, figura anche la “Cerreta”, del quartiere Santo Stefano, dove nelle sezioni delle elementari e medie vengono accettate solo femmine.
Alle Cerreta, “ad un genitore e’ stata negata la possibilita’ di iscrivere il proprio figlio maschio, e’ una discriminazione importante. Sono fortemente contrario a dare soldi pubblici a una scuola che
parte con questo principio discriminatorio, se li vogliono devono rispettare le regole che adottano tutte le scuole italiane”, attacca D’Onofrio. “E’ una cosa grave che una scuola non garantisca a tutti le stesse condizioni”, aggiunge Panzacchi. Per D’Onofrio il meccanismo di selezione non puo’ essere giustificato come una semplice “modulazione dell’offerta didattica, come invece sosteneva Rossano Rossi, presidente della Fism. E’ una vera e propria discriminazione: oggi come facilitazione organizzativa si prendono solo le donne e domani si rischia per lo stesso criterio di non accettare disabili o stranieri, perche’ complica offrire servizi dedicati”. Una scuola dunque che adotta standard simili, anche se solo alle elementari e alle medie, e non nelle sezioni della materna oggetto della convenzione con il Comune (dove vengono accettati maschi e femmine), “non dovrebbe ricevere contributi pubblici: chi puo’ dire che domani non ci siano discriminazioni diverse?”, insiste D’Onofrio.

Dalla newsletter del circolo UAAR di Bologna (bologna@uaar.it)

Archiviato in: Generale, UAAR

17 commenti

enrico matacena

Nell’ illudersi di poter elemosinare qualche voto cattolico cofferati perderà tanti voti laici. Spero ci sia alle prossime elezioni comunali di bologna una lista laica e di sinistra che si opponga a provvedimenti vergognosi di questo tipo

Massi

Il non rispetto del “senza oneri per lo Stato” dell’art. 33 della Costituzione è uno dei tanti (a questo punto ‘sistematici’) mancati rispetti dei diritti-doveri costituzionali del paese politico (accozzaglia sistematica di occupazione del potere) ai danni del paese reale.

Sandra

Io direi che e’ gia’ una discriminazione per i bambini essere messi in recinti diversi. Non capisco perche’ i genitori di queste bambine preferiscano che crescano senza compagni maschi, se davvero non si rendono conto che e’ un’educazione monca. L’offerta risponde a un’esigenza di tranquillita’, a cui pero’ cosi’ si risponde in modo non adeguato.

Sulla scuola paritaria pero’ faccio ancora presente che nei Paesi Bassi i genitori possono scegliere la scuola che preferiscono per i loro figli (anche in base a graduatorie di merito delle scuole) senza spesa ulteriore, in quanto lo stato corrisponde una somma per ogni alunno nelle scuole anche confessionali. In questo modo e’ l’interesse del cittadino che viene messo al primo posto, il suo diritto di scegliere la scuola considerata migliore, in base a criteri soggettivi – di impostazione – e/o oggettivi – di risultati.

Otto Permille

Nessuno toglie che qualsiasi associazione, o società, possa aprire una scuola (o una clinica ecc.) e presentare la richiesta di parifica e firmando convenzioni. Se poi sono solo i preti e le suore a fare questo, mentre tutti gli altri passano il tempo a lamentarsi, non è certamente colpa del comune.

Tafano

Gli avversari della scuola privata si appellano al comma “senza oneri per lo Stato” dell’art. 33 Cost. Ma raramente ricordano un fatto: cioè che il costo che lo Stato sostiene per ogni alunno delle scuole pubbliche è altissimo (va dai 6 agli 8 mila euro annui), mentre il contributo dato invece (in maniera diretta o indiretta) dagli enti pubblici ad ogni alunno delle scuole paritarie (che non sono necessariamente confessionali) è molto minore. Quindi, ogni alunno che frequenta le scuole paritarie rappresenta per lo Stato un RISPARMIO di migliaia di euro, soldi che naturalmente possono essere reinvestiti per il miglioramento della stessa scuola pubblica.
Lo spiega bene in questo articolo Sandro Magister, riportando i dati di uno studio dell’Agesc:
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2007/10/11/scuole-private-un-lauto-affare-senza-oneri-per-lo-stato/

Anziché vietare qualunque forma di sussidio alle scuole private, chi ha a cuore il problema dell’istruzione dovrebbe, a mio avviso, battersi piuttosto perché si stabiliscano precise graduatorie di merito, ed i contributi pubblici possano andare solo alle scuole veramente valide (e non ai classici diplomifici), come avviene – è stato ricordato in un commento precedente – nei laicissimi Paesi Bassi.

Ernesto Di Lorenzo

@ Sandra

Come al solito hai centrato il cuore del problema in uno stato laico. Quoto e rilancio.

Sandra

Secondo me questo “senza oneri dello Stato” e’ mal posto. Lo stato puo’ anche corrispondere oneri a patto di poter vigilare sulla qualita’ del servizio erogato. Questo dovrebbe funzionare in ambito medico e anche in ambito scolastico. Il cittadino sceglie la struttura in base a una serie di caratteristiche preferite, e lo stato dovrebbe dargliene la possibilita’. Chiaro che in un paese dove i controlli e la meritocrazia vengono mal tollerati, tutto questo discorso cade e finisce in una brodaglia mal definita e mal realizzata, dove sorgono strutture private (mediche e scolastiche), che in assenza di controlli efficaci si spingono a compiere reati (s.Rita a Milano) o a sfornare diplomati senza preparazione.
Si dovrebbe partire forse da una definizione piu’ pragmatica della scuola, dei suoi obiettivi e delle sue risorse, e poi valutarne la realizzazione. In questo senso penso che il motivo per cui le scuole cattoliche stiano emergendo sia ion parte da ricercare nel fatto che – piaccia o meno dal punto di vista ideologico – offrono parametri piu’ rigidi in grado di rassicurare i genitori, almeno dal punto di vista disciplinare. Quello su cui per contro poteva puntare la scuola pubblica – e cioe’ una migliore preparazione degli insegnanti – non e’ stata sufficientemente potenziata e valorizzata. La scuola e’ fatta di regole, si’, ma dovrebbe essere vincente la carta delle persone che ci lavorano. Secondo me, dal punto di vista laico, qui si potrebbe puntare, con buoni risultati, anche in vista della futura competizione dei nostri figli con i diplomati/laureati dell’estremo oriente.

Ernesto Di Lorenzo

@ Sandra

Che vinco se azzecco che fai l’insegnante? Bastonate sulle gengive e simili escluse!

Sandra

Niente, perche’ hai perso! Ovviamente niente bastonate, di questi tempi meglio non rievocare il passato, che di nostalgici ce n’e’ in giro fin troppi.

Ernesto Di Lorenzo

@ Sandra
OT
Avevo fatto la battuta solo perchè mi sei sembrata particolarmete accalorata in questa new.
A scanso di qualsivoglia equivoco, chiarisco che a volte mi piace scherzare in modo ironico, se vuoi chiamarlo così. A me serve per stemperare. Ti leggo volentieri per la tua acuta capacità di analisi anche se a volte penso che alcuni discorsi andrebbero approfonditi con interventi che esulino dall’ambito di questo sito.
L’esempio è quella piccola disputa sulla mia speranza, che ancora ribadisco, sulla possibilità che il mondo cambi (ti ricordi annozero e i lavoratori polacchi?) ed ora ti faccio un esempio che spero calzante. Io non so quanti anni hai (io 59) ma 45 anni fà era impensabile solo poter pensare ad una parità di diritti reali della donna (pensa a 15 anni discutevano con alcuni amici sullo sposarsi una donna non più vergine ed io che rappresentavo l’ala moderna dicendo che in fondo aspiravate ad essere come noi, e giù legnate ed al massimo sottili distinguo, per non parlare delle corna tipo le donne sono tutte ….. meno mia madre, mia moglie e mia sorella; guarda che questo sotto sotto ancora resiste spesso). Riprendo affermando che ora siamo quì, in generale, a discutere fra uomini e donne senza barriere di nessun tipo. Guarda che in 40 anni, ne abbiamo fatta di strada (voi donne ancora di più) ed io ne gioisco perchè ne traggo piacere stare quì a “discutere” con una donna in gamba ed un ottimo cervello. Quindi penso che a volte quelli che possono sembrare errori tattici non si rivelino alla lunga strategie vincenti. E soprattutto penso che un pensiero ad ampio spettro sia la chiave per interpretare i miei bisogni, altrimenti si rischia di utilizzare una sola chiave di lettura che offusca l’orizzonte. Un esempio: il dibattito tutto italiano destra/ sinistra e fascismo/antifascismo è un ostacolo al progresso del pensiero e si rimane sclerotizzati in un cliché ammuffito che non fà andare da nessuna parte (es. i libri di Pansa). Guarda la Spagna; ci sono andato per la prima volta nel 71, sotto franco, ed era un paese arretrato. Ci sono stato l’ultima nel 2002 ed è un paese molto più moderno del nostro; in 30 anni, passi da gigante. Concludo dicendo che c’è una enorme differenza fra serietà e seriosità in questo paese che diventa sempre più provinciale.

Scusatemi tutti la lunga digressione per l’intervento fuori programma.

Roberto Grendene

Stiamo in Italia e coi piedi per terra.
La scuola privata e’ diplomificio o indottrinamento, salvo rare eccezioni.
Non solo: e’ discriminazione per censo e per handicap.
Ricordate il servizio delle Iene in cui si fingevano genitori di un bimbo down e chiedevano l’iscrizione del proprio figlio a 7 scuole private cattoliche? Tappeti rossi stesi, ma quando dicevano che avevano un figlio down, le facce diventavano scure e dicevano che per questi c’era la scuola pubblica.
Continuare a finanziare questo sistema e’ profondamente ingiusto.

Sandra

Ernesto, il mancato progresso italiano e’ un argomento complesso. Con l’armistizio ci abbiamo messo una pietra sopra (con una penitenza lieve, da peccato veniale, tanto per capire dove affonda l’autoscagionamento), e ci siamo tenuti tutti i germi della contrapposizione, in coltura, per tutti questi anni. E’ mancata la scintilla, insomma. Per di piu’ abbiamo questo culto dell’autorita’, questa incapacita’ di ricercare una via comune privilegiando lo scontro ideologico, questo potere economico nelle mani di pochi, l’omerta’, l’influenza e il monopolio culturale della chiesa, insomma, tanti fattori. Progresso c’e’ stato, certo. Ma il mondo si sta muovendo a tutt’altra velocita’.

Roberto, sono d’accordo pienamente con te che sia una scuola privata da privilegio. E’ per questo che va cambiata in modo piu’ radicale. Conosco un po’ l’Olanda, ed e’ per questo che vi faccio spesso riferimento, tutti possono aprire la propria scuola, che sia di ispirazione religiosa o di un metodo pedagogico, poi e’ lo stato che ha il compito di verificare che i criteri pubblici vi vengano rispettati, e se non lo sono, o la scuola cambia oppure chiude.
La scuola olandese e’ ben valutata a livello di preparazione degli studenti. Sono piu’ pragmatici: anni fa fu introdotto dopo le elementari il livello di medie uguale per tutti: non funziono’, e tornarono a dividere le scuole dopo i sei anni di elementari, perche’ la scuola deve adattarsi alla persona, e non il contrario, gli studenti non possono omologarsi alla scuola in nome di un’uguaglianza pretesa di capacita’ e interessi. Per una breve panoramica sul sistema olandese: http://en.wikipedia.org/wiki/Education_in_the_Netherlands

Sandra

Ernesto, il mancato progresso italiano e’ un argomento complesso. Con l’armistizio ci abbiamo messo una pietra sopra (con una penitenza lieve, da peccato veniale, tanto per capire dove affonda l’autoscagionamento), e ci siamo tenuti tutti i germi della contrapposizione, in coltura, per tutti questi anni. E’ mancata la scintilla, insomma. Per di piu’ abbiamo questo culto dell’autorita’, questa incapacita’ di ricercare una via comune privilegiando lo scontro ideologico, questo potere economico nelle mani di pochi, l’omerta’, l’influenza e il monopolio culturale della chiesa, insomma, tanti fattori. Progresso c’e’ stato, certo. Ma il mondo si sta muovendo a tutt’altra velocita’.

Roberto, sono d’accordo pienamente con te che sia una scuola privata da privilegio. E’ per questo che va cambiata in modo piu’ radicale. Conosco un po’ l’Olanda, ed e’ per questo che vi faccio spesso riferimento, tutti possono aprire la propria scuola, che sia di ispirazione religiosa o di un metodo pedagogico, poi e’ lo stato che ha il compito di verifikare che i criteri pubblici vi vengano rispettati, e se non lo sono, o la scuola cambia oppure chiude.
La scuola olandese e’ ben valutata a livello di preparazione degli studenti. Sono piu’ pragmatici: anni fa fu introdotto dopo le elementari il livello di medie uguale per tutti: non funziono’, e tornarono a dividere le scuole dopo i sei anni di elementari, perche’ la scuola deve adattarsi alla persona, e non il contrario, gli studenti non possono omologarsi alla scuola in nome di un’uguaglianza pretesa di capacita’ e interessi. Per una breve panoramica sul sistema olandese: http://en.wikipedia.org/wiki/Education_in_the_Netherlands

ET

@ don Alberto
se la maggior parte dei nostri commenti non sono lucidi ed obiettivi, perchè vieni sempre qui a leggerci??

don alberto

Ho sottolineato il bicchiere mezzo pieno.
Ne sono stato felice e basta.

PS: c’è sempre da imparare da tutti.

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