Ateismo e UAAR su “D – La Repubblica delle Donne”

Laura Piccinini ha scritto per D – La Repubblica delle Donne (supplemento femminile del sabato dell’omonimo quotidiano) un articolo dal titolo Il club dei senza Dio. Il pezzo è soprattutto un’intervista al sociologo Phil Zuckerman, autore del libro Society Without God, ancora non tradotto in Italia: un’inchiesta sulla profondità dei processi di secolarizzazione nei paesi scandinavi che ha scatenato un importante dibattito nel mondo intellettuale degli Stati Uniti. L’articolo comincia citando il ‘no’ ricevuto a Genova dall’UAAR ed è accompagnato da un box in cui si parla dell’associazione e del libro, Uscire dal gregge, che il segretario UAAR Raffaele Carcano (definito “lo Zuckerman italiano”) ha scritto insieme ad Adele Orioli, responsabile delle iniziative legali dell’Unione.

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26 commenti

salvatore

bello, l’associazione sta attirando qualche media… spero non comincino a diffamarla come sanno fare la maggior parte dei media italiani

enrico matacena

Anche in passato La Repubblica nei suoi supplementi ha speso intere pagine sull’ UAAR (ricordo a proposito dello sbattezzo). Credo sia finora il quotidiano più corretto e più generoso di attenzione, sia nei nostri confronti , sia in generale sui temi della laicità.

Rasputin

Benissimo. Finalmente si valorizza il contributo delle donne, “Categoria” per secoli discriminata e penalizzata dalle religioni, al libero pensiero. Avanti così!

Stefano Grassino

@ salvatore

Caro Salvatore, se ci diffamassero in massa ed a tutto volume ne sarei ben felice. Purtroppo i nostri “amici” non sono stupidi e sanno che la loro miglior arma è il silenzio. Non capisco come mai abbiano fatto tutto quel fracasso con l’ateobus, fatto che ci ha giovato moltissimo sul piano dell’immagine.

Cris

Una volta ancora il titolo del libro di Dawkins è stato tradotto con “La Delusione di Dio”…. argh!

nemo

@Cris:
A quanto ho capito non è affatto facile tradurre il termine Delusion. La traduzione migliore implica un forte aspetto patologico mentale e non mi stupisce che venga evitata in Italia 😉

ParkaDude

Fa sempre piacere sapere che si parla dell’UAAR, in giro. I media tradizionali solitamente ridicolozzano/banalizzano/travisano l’ateismo.

sergio

ho letto l’articolo è molto interessante, che dire sarebbe bello ma in Italia non arriveremo mai così avanti, neanche fra 50 anni, sigh

bruno dei

Le nostre argomentazioni, il nostro modo di vedere e concepire la vita, le nostre ragioni si fanno largo, lentamente ma in modo pervasivo, sui media a grande diffusione.
Ritengo che questo sia motivo di soddisfazione: non siamo più (o, forse, più prudentemente, finiremo per non essere più) dei reietti isolati ed isolabili, portatori di idee malsane, intimamente peccaminose, prive di un principio etico credibile.
Il morbo della ragione e del pensiero critico può diffondersi.
Io credo che gli oscurantisti di questo mondo stiano iniziando ad avvertire il problema, e si agitano, si agitano…

bruno dei

@ stefano grassino

quanto al fracasso rispetto alla questione dell’autobus, mi sembra la dimostrazione del fatto che cominciano ad agitarsi, a perdere il self control. La tattica del silenzio può servire (e serve già da un paio di millenni…) solo se il silenzio è tombale. Se si apre qualche crepa nella maglia, non funziona più. E qui comincia l’isteria!

@ cris

Lascia pure che traducano ‘delusion’ con ‘delusione’… Va bene comunque. La ‘delusione-Dio’ è il primo passo per rendersi conto dell”illusione-Dio’.

daigoro

sembra esserci una correlazione tra il livello di istruzione e la religione, i paesi scandinavi dimostrano che una maggiore istruzione della popolazione aumenta la tolleranza e diminuisce la religione.

MicheleB.

Giustissimo, Bruno, aprire varchi nella maglia del silenzio costruito, ovvero dell’omertà e dell’oblio. Che un quotidiano a grande tiratura ne parli è una “smagliatura” ricucibile con fatica da parte dei costruttori di silenzio. Viva il clamore.

Toptone

In Scandinavia aumenta la ragione (l’istruzione) e diminuisce la religione. Ciumbia!

Mi sembra un principio così lapalissiano che mi stupisco che ci vogliano interi libri per dimostrarlo. Mi sembra talmente ovvio tipo “l’acqua è bagnata”.

No, ripensandoci, non mi stupisco affatto. Siamo in Italia….

libero

Istruzione
Parità della donna
Benessere
Informazione
Sono questi i 4 cavalieri dell’Apocalisse del potere mascherato da religione.

Takeshi

Concordo con Libero, la cosa di cui ha più paura il vaticancro è che si innalzi il grado di istruzione nella società, che la gente acquisisca strumenti critici con i quali mettere in dubbio i loro dogmi. L’informazione è un altra cosa che vogliono che sia libera. In questo il loro programmino coincide con quello della P2. Idem per quanto riguarda il benessere. Guardate l’Irlanda, nonostante adesso sia di nuovo in bancarotta, ma la prima cosa che hanno fatto gli irlandesi una volta guadagnato il benessere è voltare le spalle ai loro aguzzini in tonaca nera che li avevano tenuti sotto il loro giogo per secoli.

Alessandro S.

nemo scrive:
8 Marzo 2009 alle 0:20

@Cris:
A quanto ho capito non è affatto facile tradurre il termine Delusion.

Vero, ma “delusione” non è un tentativo disperato di traduzione, è sbagliato e niente di più. Non c’è verso che il termine ingelese “delusion” sia interpretabile come ‘delusione’.

Otto Permille

Gli inganni dell’assolutismo. Oggi l’etica, come scienza, viene studiata anche con gli strumenti della logica. E questo è vero, visto che sono poi le stesse aree del cervello che gestiscono i concetti di uguaglianza, reciprocità, giustizia sia in termini etici che in termini logico-matematici. Gli “errori etici” del vaticano sono l’effetto di errori logici. Ossia il papa rivendica il primato del fattore “assoluto”. L’assoluto è stato eliminato dalla logica perché il suo uso portava ai paradossi eleatici sul piano logico, e a paradossi morali sul piano etico. Per questo perseguire il “bene assoluto” comportava sul piano pratico la produzione di effetti opposti. Così il voler “salvare a tutti i costi la vita” produce in fondo l’effetto opposto di torturarla. Il cristianesimo, nel suo background storico, esce dai paradossi logici di Zenone (che nel Vangelo ritornano nelle parabole) sia dai paradossi etico morali dei sofisti. Tutti si fondano sull’uso indiscriminato e non critico dell’assoluto. Così gli stessi comandamenti “Non uccidere, non rubare” sono pure espressioni sofistiche e prive di senso pratico se restano mere proposizioni assolute. Non solo perché siamo costretti ad uccidere per poter mangiare il pollo, oppure per poterci difendere o per altri gravi motivi, ma anche perché ogni “comandamento” dovrebbe essere relativo, ossia si deve dire “Non uccidere…” e subito dopo spiegare che cosa questo significhi e in che termini usare il concetto.

stefania

Forse non c’entra molto con questo argomento, ma io propongo di fondare un partito degli atei e degli agnostici. Gli argomenti che ci accomunano sono tanti, dalle coppie di fatto all’aborto, dalla fecondazione assistita all’eutanasia (sì eutanasia, non ipocritamente solo testamento biologico), crocifissi in luoghi pubblici, religione a scuola e sopra tutto il resto l’assoluta mancanza di un punto di riferimento certo per queste idee in un bipartitismo che per resistere deve per forza inchinarsi alla chiesa, sia a destra che a sinistra. Penso che ci siano molte più cose che uniscano noi atei di quelle di chi appartiene ai due schieramenti, ma soprattutto così facendo si potrebbe fare uscire allo scoperto tanta gente che non si riconosce più nei partiti di oggi e visto che siamo chiaramente, esplicitamente, contro i diktat della chiesa, non dovremmo nasconderci dietro a nessuno per portare avanti le nostre idee.
Idee soprattutto di libertà per tutti, anche per i credenti. Si stima che ci siano circa 7 milioni di atei e agnostici in Italia? Bene, io penso che sette milioni di persone non possano più riconoscersi in partiti che trasversalmente fanno in modo che in Italia non si possa più nascere (vedi legge 40) e non si possa più morire (vedi prossima legge su fine vita) in modo dignitoso, e che di fatto, per chi se lo potrà permettere, si dovrà andare all’estero non solo per lavoraro o studiare, ma anche per nascere e morire.
Quando vidi il bellissimo film di Tornatore “Nuovo cinema paradiso” mi colpì in particolare la frase della madre del protagonista che diceva al figlio giovane di partire, di andarsene da quel piccolo paese del Meridione. Mi sembrava una cosa assurda, contro natura, che una madre spingesse il figlio ad andarsene lontano da lei. Adesso che anche io sono madre di due figli adolescenti, sono arrivata anche io ad augurare loro di andarsene dall’Italia quando saranno grandi e farò tutto quanto mi sarà possibile con le mie poche disponibilità economiche per fare in modo che loro possano studiare, imparare bene una lingua straniera e avere la possibilità di scegliere una volta adulti se stare ancora in questo Paese che ormai odora di medioevo o cercare altrove un posto in cui vivere da cittadini e non da sudditi, nemmeno del proprio Stato ma della chiesa.
Forse è un po’ da vigliacchi volere andarsene ma io non vedo molte possibilità per l’Italia.
L’unica speranza che vedo è che noi persone libere ci stacchiamo davvero dagli altri partiti e che ne fondiamo uno nostro un po’ sui generis, tipo rifiutare 18.000,00 euro al mese di stipendio, liste bloccate e inciuci vari.
Capisco che forse andrebbe al di là delle nostre possibilità, ma perchè non provarci?

Lorenzo Galoppini

@ stefania

Sono d’accordo. Mi parrebbe una buona idea (magari chiamandolo proprio “Uaar”!). Anche se magari non semplicissima da realizzare.
Sui temi fondamentali strettamente pratici, come quelli da te enumerati all’inizio, siamo tutti d’accordo, mi sembra, anche se poi su questioni più teoriche-ideologiche-filosofiche possiamo essere in contrasto. Ma é di problemi CONCRETI che dovremmo occuparci. E’ soprattutto questo che dovrebbe distinguerci da tutti gli altri partiti. Nonchè le altre differenze che citi alla fine.

danielen

Non male come idea quella del partito… di difficile realizzazione ma meritevole di attenzione!

Se si vuole portare avanti una vera battaglia per l’affermazione dei veri valori di laicità dello stato credo che non ci sia altra alternativa che scendere in campo.

Lorenzo Galoppini

@ danielen

Appunto; senza timore di “sporcarsi le mani”.

Oldbones

Ho messo la proposta di Stefania in cima ai miei sogni.

Non lasciamo cadere l’idea.
Parliamone.

Roberto

Il fatto di trovare il simbolino giallo dell’UAAR in una scheda elettorale sarebbe una cosa grandiosa…
Purtroppo nel momento in cui l’UAAR dovesse trasformarsi in movimento politico, vi sarebbe il grandissimo scoglio (che peraltro hanno tutti i partiti storici) dell’organizzazione dello stesso, della rappresentanza delle varie idee, del leader… etc etc.
Concretizzare tale progetto non sarebbe proprio facile… ma potrebbe valere la pena fare il tentativo

Stefano Bottoni

Più che altro, nel caso (che non mi dispiacerebbe) che l’UAAR si proponesse come partito politico, il vero problema sarebbe quello di farsi conoscere. Occorrerebbero un sacco di soldi per la pubblicità, e non so se le quote associative e le donazioni spontanee potrebbero coprire i costi. Per i manifesti forse, ma per andare in televisione o anche solo in radio…
Il messaggio dell’UAAR è molto più complesso di quello di un imbonitore che dice “Meno tasse per tutti”.

stefania

forse il partito non dovrebbe essere solo degli atei e degli agnostici, ma più ampiamente dei laici, i veri laici che ormai non sono più rappresentati da nessuno. Un partito di soli atei forse sarebbe troppo ghettizzante e comunque a me non interessa che chi condivide con me l’appartenenza a questo partito non creda per niente in un Dio, qualunque nome a Esso si voglia dare, ma che sia fermamente convinto che il suo credere in qualcosa di trascendente non debba avere niente a che fare con il suo essere cittadino.

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