Peter e Penelope Duff, 80 e 70 anni, entrambi malati terminali di cancro, hanno deciso di morire insieme. Il doppio suicidio assistito è avvenuto in Svizzera, presso la clinica Dignitas di Zurigo, lo scorso 27 febbraio. La notizia ha fatto scalpore nel Regno Unito, perché Peter Duff era un personaggio molto conosciuto, presidente dell’associazione dei produttori di vino e patron dei festival di Bath.
Suicidio assistito, coppia inglese sono morti insieme in Svizzera
39 commenti
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Riposino in pace, se la notizia ha fatto scalpore solo perchè Peter Duff era un personaggio noto…qualcosa sta cambiando.
Riposino in pace… hanno evitato di soffrire!
Io sarei stato più contento se quel cancro si fosse potuto guarire definitivamente!
@Antonio II – hai ragione la musica cambia… la chiesa chiude lentamente i battenti e noi siam sempre più contenti!
@ rego
Per ora solo all’estero, in casa nostra una cosa così è ancora impensabile.
Pensa al caso Englaro!
Qui in Italia i cattolici non riusciranno mai a capire la profonda umanità di questo gesto.
@ Antonio II
Vorrei solo chiederti perché non si deve rispettare la volontà delle persone?
Perché ti credi superiore agli altri tanto da imporre (con la forza) la tua visione del mondo anche a chi la pensa in modo differente?
Io rispetto il modo di vedere le cose dei Cattolici così come dei Mussulmani, degli Ebrei, dei Buddisti, degli Indù ecc. (fatto salvo per gli atti di violenza).Perché tu non vuoi?
Consenti di riportare un pensiero di Gandhi e spiegami perché non lo condividi.
“Vorrei che tutte le culture del mondo potessero circolare liberamente intorno alla mia casa. Ma rifiuto che una sola di queste possa travolgere la mai esistenza.
Gandhi
@
ignazio
o hai letto male o hai bevuto…ed è sconsigliato scrivere post dopo essersi ubriacati eheh…no perché nn vedo chi abbia detto che bisogna imporre le proprie idee…a quanto mi risulta chi vuole imporre qualcosa è proprio il mondo cattolico…..
cmq confido che tu abbia letto male…
Onestamente, e semplicemente, non riuscirò mai a capire questo mondo cattolico così fondamentalista e, temo, ipocrita, che vuole negare qualcosa a coloro i quali non hanno alcuna intenzione di negare a loro.
Ma qualcuno riuscirà a far capire loro che nessuno li obbliga a rifiutare niente? E in cambio, loro impongono dei rifiuti?
Ohi poveri inglesi, che vivendo in un paese governato da un capo religioso, non possono accedere all’eutanasia a casa loro e gli tocca andare in Svizzera!
ALIEN
La fai unpo banale la questione. qui non si tratta di negare delle libertà. Cosa credi sia la libertà? ci sono cose che sono indisponibili, come la vita ad esempio, oppure anche i nostri organi mica te li puoi vendere? oppure il voto, on lo puoi vendere. Se vuoi puoi ucciderti, o aiutare qualcuno a farlo, ma non puoi pretendere che sia lo stato, con i soldi dei cittadini, pagando medici per far questo. Ved che anche tu vuoi imporre la tua visione?
@
M.P.
penso che sia tu a non sapere cosa sia la liberta: la vendita di organi non è legalizzata non perché non si possiamo disporre di essi ma perché danneggia la libertà altrui: se si vendessero al miglior offerente si avrebbe una disuguaglianza(che cmq ci sta eh) sanitaria in base alla propria ricchezza e non alla reale necessita di ognuno…e per il voto vale lo stesso identico ragionamento….ognuno dovrebbe aver la possibilità di disporre della propria vita in piena autonomia in modo conscio….
Detto ciò, pongo una domanda a chi ritiene che la vita di ciascuno di noi appartenga a un dio e non a noi: giuridicamente come si risolve il problema? Ha una ricevuta, qualcosa…oppure vi è qualche altro riscontro…? Mah…
M.P. in Italia io non sono libera di uccidermi (nè per lo stato nè men che meno per la chiesa cattolica per la quale il suicidio è un peccato mortale…) nè posso aiutare qualcuno ad uccidersi (visto che in questo caso sarei accusata di omicidio), nemmeno in modo passivo, cioè sospendendo l’accanimento terapeutico. Questa non è libertà. La libertà che chiedo è solo quella di essere lasciata morire semmai la mia vita diventasse troppo dolorosa per me o per le persone che mi amano.
Per quanto riguarda i costi si, credo che dovrebbe essere lo stato a farsi carico delle spese sia della scelta di continuare a vivere che di quella di morire. Lo stato ha il dovere di proteggere e rispettare i cittadini che lo compongono anche nel momento della loro morte come durante la loro vita. D’altra parte ogni cittadino (più o meno) paga le tasse per garantirsi l’aiuto dello stato quando ne ha bisogno. O almeno questo dovrebbe essere, è chiaro che in Italia le cose non stanno andando proprio cosi, ma questo è un altro discorso.
va da se che saremmo stati più contenti se i due si fossero potuti curare con medicinali più efficaci magari frutto della ricerca sulle staminali embrionali che il Vaticano si ostina a ostacolare in ogni modo ma è con gente come questa che ci confrontiamo ogni giorno, persone che non vogliono la guarigione del malato ma il diritto di assistere alla sua sofferenza vista come dono di dio.
non è solamente ignoranza ma una forma di demenza degenerata, una sorta di sadismo patologico
La notizia di questo suicidio assistito è stata data con due righe di televideo che io ho visto per puro caso. Non ne hanno parlato nel telegiornale, non ne hanno fatto un affare di stato. Diciamo che è una notizia passata inosservata per non dire una non notizia.
Due persone anziane, per non dire vecchie, probabilmente afflitte da sofferenze fisiche, decidono che si può anche chiudere, tranquillamente e decorosamente. Con quale diritto lo si vuole loro impedire? Ma niente, ecco i cattotalebani italici (diciamo Gasparri, Binetti e Sacconi, ex socialista) urlare che la vita non è disponibile, che devi soffrire finché Dio (il loro dio) comanda.
Si dice che in caso estremo Israele ricorrerebbe all’atomica e che tra gli obiettivi ci sarebbe anche il Vaticano …
Io la vedo così.
Cosa è più importante sotto il profilo della razionalità, che si abbia il diritto di dire basta, di morire, di far cessare il dolore? Oppure che la scienza individui cause e cure di mali che “oggi” vengono definiti incurabili??
Io propendo per la seconda ipotesi e di conseguenza non mi trovo entusiasta nel riconoscere la necessità di una scelta di morte causata da un limite dell’attuale conoscenza scientifika.
Sarei ben felice che simili notizie fossero trattate in chiave positiva, ossia che servissero a incentivare la raccolta di maggiori fondi per la ricerca medica, oltre che a far maturare le coscienze al fine di dirimere qualsiasi limite di ordine etico posto a freno della ricerca scientifika.
@ Leo
Ma nessuno vuole impedire alla ricerca di andare avanti (a parte i cattotalebani). Ben vengano terapie per mali considerati “oggi” incurabili.
Ma in questo caso proprio non penso che i due inglesi siano stati purtroppo costretti a una “scelta di morte” in mancanza di cure adeguate. Uno aveva novant’anni perbacco. Chissà forse un giorno la scienza scoprirà davvero la fonte dell’eterna giovinezza. Ma chi oggi arriva a ottanta – novant’anni in discreta o addirittura buona salute può ritenersi fortunato e ringraziare Dio (!) e se sopraggiungono gravissime difficoltà può anche congedarsi tranquillamente e decorosamente (se lo desidera beninteso).
Per poter discutere su un piano di comprensbilità reciproca, qualche credente può sviluppare meglio il concetto di “INDISPONIBILITA’ DELLA VITA”, così frequentemente introdotto nella discussione?
Questo sembra essere infatti l’argomento principale della discussione anche a livello politico, ma non lo ho mai visto sviluppare ed esplicitare ad un livello di comprensibilità condivisa (sottolineo che parlo di condivisibilità della comprensione del concetto, non necessariamente del suo contenuto).
Qualcuno con un po’ di autorevolezza, vuole esprimere dunque, con il maggiore sviluppo possibie in questo contesto, che cosa si intende per indisponibilità della vita?
Gradirei fossero evitati concetti catchistici e religiosi, visto che parliamo di leggi e di politica.
Quindi, ribadisco, sviluppo del concetto su basi etiche, morali e biologiche, ma qui condivisibili.
Per fare un pò di chiarezza anche in Svizzera non è lo Stato che paga questa assistenza o meglio non è gestita dallo Stato, perchè anche quì i cattolici fanno abbastanza pressione!
Sono associazioni private, Dignitas o Exit, alle quali si versa una piccola tassa, se non sbaglio 5 fr ( 3.5 euro) all’anno e al momento della necessità, portano la loro assistenza in ospedale, in clinica o a casa propria. Prossimamente mi associerò!
Grazie per il bel sito UAAR e complimenti per i sempre interessanti dibattiti!
Cordiali saluti a tutti.
@Sergio
Siamo nel campo di indirizzi culturali. Io mi limito a sottolineare come si ponga l’accento sul fatto di assicurare la libertà di scelta individuale se continuare a proseguire o meno un’esistenza che non si ritiene più degna di essere vissuta, a causa di immani dolori e prostrazioni causate da uno stato terminale, piuttosto che ribellarsi all’idea dell’impotenza dell’uomo davanti alle malattie, all’invecchiamento, alla morte stessa.
Ritengo che alla fonte del progresso scientifiko e tecnologico vi sia , da sempre, l’anelito di ribellione dell’uomo verso tutto ciò che da parte di chi crede nel destino, ovvero nel trascendente, viene ritenuto incontrovertibile.
Ben venga, quindi, la libertà individuale di scelta sulla propria vita e sulla prosecuzione della stessa.
Ma stiamo molto bene attenti a non oscurare con questa libertà indirizzi e valori propri del razionalismo e della conoscenza scientifika.
Lo scopo della conoscenza, della medicina, della tecnologia è, e deve rimanere, quello di alleviare, anzi eliminare le sofferenze umane, di sconfiggere le malattie e finanche la morte stessa. La natura non è qualcosa di dotato di propria volontà, non è dio perchè dio non esiste, la natura è l’uomo e la sua percezione dell’esistente e l’uomo può cambiare la natura per perseguire i suoi scopi.
@ Alberto
Anch’io penso di associarmi a Exit (piuttosto che a Dignitas). Ti faccio però notare che la tassa d’iscrizione è, a quanto mi risulta, di diverse centinaia di franchi (forse poi la quota annua è modestissima).
Inoltre né Exit né Dignitas possono offrire assistenza in ospedale, in clinica o a casa propria: non siamo ancora a questo punto, sarebbe troppo bello. Solo dall’anno scorso Exit può dare assistenza ai pazienti della CHUV, la clinica universitaria di Losanna. Forse nel frattempo ha potuto estendere il suo campo d’azione, ma certamente non ancora su tutto il territorio nazionale. Oltretutto, come fai giustamente osservare, l’attività di queste due associazioni è osteggiata dai cattolici e dai protestanti che vorrebbero la soppressione dell’ Art. 114 del codice penale (in base al quale chi presta assistenza al suicidio non è punibile “se non lo fa per motivi egoistici”). Se si arrivasse a questo non escludo che le due associazioni dovrebbero cessare la propria attività, anche se il Tribunale federale ha sancito due anni fa la libertà di chiunque di scegliere i tempi e i modi per togliersi la vita (autodeterminazione dell’individuo), cosa assolutamente inconcepibile e inaccettabile in Vatitalia. Il Vaticano ha infatti sancito che la vita è indisponibile: stabiliscono i preti quando e come.
@ Leo55
@ Sergio I
Mi permeto di intervenire nel vostro interessante scambio di opinioni su temi che mi appassionano.
Naturalmente, in linea di principio, la rivendicazione della libertà di decidere come e quando porre fine alla propria vita non vieta, anzi, che si facciano tutto gli sforzi perchè la scienza proceda nella ricerca di sempre nuovi strumenti in grado di alleviare le sofferenze. Tra l’altro entrambe ostacolate dagli stessi assurdi ostacoli posti da varie religioni.
Però, dovendo stabilire una priorità, io punterei su altro. In base a queste cosiderazioni.
E’ innegabile che la scienza, così come la rivendicazione di tanti diritti civili, hanno fatto fare all’umanità (per la verità ad un sua parte… e questo è tutt’altro che secondario) un salto di qualità notevole sia come sviluppo della scienza in funzione del far fronte alle sofferenze dell’uomo (malattie, epidemie, impotenza di fronte ai disastri naturali), sia come conquista di diritti inelienabili… ma, purtroppo, assieme a questo dato ne esiste un altro in netta controtendenza. Siamo nel terzo millennio, ma ci si ammazza come tanti millenni fa, prima e dopo la venuta del cosiddetto messia. Da questo punto di vista nessun progresso è stato fatto, anzi, la scienza stessa ha contribuito a rendere sempre più micidiali i mezzi per eliminare ‘il nemico’… che a un certo punto rischia di essere (i mezzi ci sono tutti) l’intero genere umano! Basta pensare al secolo appena trascorso: grandi progressi nel campo della ricerca scientifika… e milioni di morti ammazzati.
Questo per dire cosa. Che, dovendo stabilire un priorità, credo sia da identifikare in una battaglia politico-culturale per fare anche, e soprattutto, in questo campo, quel salto di qualità che renderà possibile poi sviluppare e potenziare in modo non autodistruttivo, libertà di morire e scienza veramente posta al servizio dell’uomo.
In quanto alla ‘sconfitta della morte’, come auspica Leo55, avrei da dire tante cose. Ma, per quanto collegate a a questi stessi temi, non intendo affrontare ora la questione.
@ Bruno
Quinto non uccidere.
Ma si potrebbe aggiungere anche settimo non rubare, quarto onore il padre e la madre, ottavo non dire falsa testimonianza.
Perché sono stati promulgati questi comandamenti? C’è da supporre che quell’animale che è l’h. sapiens sapiens uccideva, rubava, diceva il falso e non onorava nemmeno papà e mammà. Ma perché aveva questi comportamenti “abnormi”?
I credenti di marca giudeo-cristiana si sono inventati la storiella del peccato originale che ha reso necessario l’intervento di Dio padre per “riscattarci” (?!). Ne ha fatto le spese il figlio che è stato messo in croce ecc. (però essendo risuscitato dopo tre giorni mi sa tanto di sceneggiata o di spettacolo di terz’ordine).
Chiedo al filosofo o ex docente di filosofia: secondo te, che non credi alle sciocchezze giudeo-cristiane, perché quell’animale che sai (doppiamente sapiens, accidenti) uccide(va), ruba(va), dice(va) il falso e non ubbidisce (-iva) a papà e mammà?
Perché se si trovasse la causa di questi comportamenti abnormi forse sarebbe anche più facile porvi rimedio.
Come saprai nonostante il riscatto del figlio il peccato originale continua a pesare.
Però io confido in spiegazioni più razionali che potrebbero finalmente farci uscire dalla palude.
Come quasi sempre, mi trovo in accordo col Gualersi che usa andare dietro le quinte delle questioni. Ogni battaglia per il progresso umano segue proprio tale percorso culturale, influendo sulla mentalità collettiva; perchè la gestione di tutti gli ambiti della nostra civiltà si basa sui medesimi paradigmi. La scenza spessissimo lavora per imporla la morte; in ossequio ad una spirale autodistruttiva (al livello collettivo o addirittura di specie) ma vantaggiosa nella miope immediatezza dei particolarismi. Ci sarebbe tanto da lottare contro tutta questa morte imposta, ma qualcuno preferisce accanirsi soltanto contro i pochi casi di morte liberamente scelta. Perchè anche costoro vivono secondo i medesimi paradigmi di cui sopra.
OT_ B. Englaro ha detto di voler querelare il cardinale Barragan; l’ho letto sul sito
http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca
@Bruno Gualerzi
Scusa se mi permetto,ma non bisogna confondere la scienza con la tecnologia.
Secondo me alla scienza non bisogna porre alcun limite,dal momento che non si può sapere in anticipo se la scoperta sarà utile o meno,oppure se cercando una cosa non se ne possa scoprire un’altra (serendipità mi pare).
I limiti,se mai,dovranno essere posti alla tecnologia:stabilito che una scoperta può essere dannosa,basta non applicarla,ma questo deve dipendere dal buon senso e non da ideologie o superstizioni varie.
Senza contare che sono proprio le chiese che ora si alzano a baluardo della difesa della vita in tutte le sue forme (dall’eutanasia all’aborto) che per secoli hanno utilizzato la tecnologia per convertire a forza, torturare e uccidere chiunque esprimesse opinioni diverse, e sono sempre quelle chiese che per secoli hanno rallentato il progresso scientifico in nome dei dogmi e dell’idea di peccato. Non dimentichiamo, solo per fare un esempio, che la ricerca sulle cause e le cure per l’AIDS è iniziata con 20 anni di ritardo perchè “tanto erano solo quei pervertiti dei gay a prenderselo”? Quante persone sarebbero ancora vive se l’oscurantismo non si fosse messo in mezzo?
quello che fa ridere ed insieme piangere è benny 16 che oggi ha tuonato contro la violenza sulle donne, proprio lui che è il capo della più spietata consorteria di giustizieri misogini che fino a 200 anni fa bruciavano le donne sul rogo con l’assurda accusa di stregoneria, proprio lui massimo esponente di quel pensiero preistorico oscurantista che vede la donna come fonte di tutti i mali dell’umanità e dell’universo.
@ babaciu
Giusta la tua distinzione tra scienza e tecnologia… ma per il discorso che ho cercato di fare questa distinzione è più che altro teorica in quanto il livello della tecnologia è strettamente collegato alle scoperte della scienza. La quale come tale ovviamente non è responsabile di chi la utilizza ‘contro’ e non ‘per’, ma il dato che mi premeva mettere in evidenza era proprio questo, cioè un progresso scientifiko in senso lato cui non ha corrisposto un progresso di civiltà adeguato. Senza naturalmente incolpare la scienza (se non per certi aspetti da considerare in altra sede) di ciò. Colpa della natura umana allora?
E qui provo a rispondere anche a
@ Sergio I (col quale più volte ci si è confrontati in merito)
Perché l’uomo, dopo millenni di ‘civiltà’ si comporta ancora così? E quali sono i rimedi? Li conosco, ma non lo faccio sapere perché dopo mi rubano l’esclusiva! ^_^.
Battute a parte, sono stati fatti scorrere fiumi di inchiostro (come si diceva prima dell’era del computer) per indagare sulla questione, e finora la risposta più seguita è stata quella offerta dalle religioni. Personalmente – come ho sostenuto più volte – non credo in un natura umana definibile una volta per tutte… e nemmeno la scienza credo sia in grado di definirla pur essendo l’unica pratica che può offrire conoscenze veramente tali in merito, mentre credo in una condizione umana modificabile ad opera dell’uomo stesso (in accordo parziale con Leo55) usando proprio lo strumento razionale, la razionalità. Ma non solo quella razionalità che mi piace definire ‘strumentale’, cioè usata per risolvere problemi anche estremamente complessi ma (in accordo con MicheleB.) contingenti, la quale, per essere messa veramente al servizio dell’uomo, deve procedere di pari passo con la razionalità ‘filosofika’ (tra mille virgolette per non identifikarla troppo con la filosfia dell’accademia) che è quella che prende di petto i problemi esistenziali, quelli che riguardano – come qui si sta dibattendo – la vita e la morte. Non in astratto, come fanno religioni e ideologie vissute religiosamente, ma quella vita e quella morte che fanno parte dell’esperienza di ognuno molto concretamente. E proprio per non lasciarle in esclusiva ad una cultura magico-religiosa che ritengo la principale responsabile, – senza voler giudicare il passato ma partendo dalla situazione del presente, col legittimo senno di poi – di questo mancato salto di qualità.
Ecco perchè considero la sola soluzione possibile, la sola razionale – naturalmente tutt’altro che semplice – la conquista di una mentalità atea, intesa nel suo signifikato più esteso.
Grazie Srergio l,
mi informo meglio presso un mio amico, già socio con sua moglie da parecchi anni!
Ti farò sapere al più presto!
@ Bruno
Credo che stiamo uscendo dal seminato (l’argomento era il caso di suicidio assistito in Svizzera…).
Siccome tendo a semplificare (sono un terrible simplificateur, per non uscire pazzo) la farei più semplice. Sicuramente non abbiamo più bisogno di spiegazioni mitologiche del comportamento umano qual è il peccato originale (almeno noi due e tanti altri non ne hanno bisogno o non sanno che farsene). Certo le religioni (quelle ufficiali o grandi e tante altre che nemmeno conosciamo e che non hanno avuto il successo delle cosiddette grandi) resistono ancora, anzi offrono ancora a tanti una spiegazione “razionale” (cioè per loro soddisfacente) dell’esistenza.
Non possiamo che prenderne atto e magari rammaricarcene (ma un ateo radicale come Carlo Matagnone è del parere che se la religione ti fa bene – se serve a mantenere il tuo equilibrio omeostatico – allora tientela cara, ti aiuta a vivere).
Ma il problema a cui accennavi – come mai un tale progresso scientifico e ancora tanta ferocia – penso abbia una spiegazione non mitica e che potrebbe aiutarci a essere più umani. Intanto sembra che solo poche specie animali (tra cui gli scimpanzé, i ratti, il sapiens sapiens) hanno una spiccata tendenza all’aggressività intraspecifica. E’ un dato di fatto incontestabile (e la storia umana ne è la più “bella” dimostrazione). Potremmo dire che è nella natura di queste specie. La natura umana è però rispetto a quella degli altri animali un po’ o molto speciale perché l’uomo – come è stato detto – è l’animale culturale per eccellenza; al punto che può modificare radicalmente il suo stato e il suo ambiente, fino a distruggerlo, e con esso se stesso (in questo caso però bisognerebbe convenire che la “cultura” non solo non serve, ma è addirittura deleteria). In questo senso è in effetti difficile stabilire quale sia la natura dell’uomo. Probabilmente la sua natura è di modificare se stesso. Per la Chiesa l’uomo è l’essere superiore del creato e immodificabile. Oggi sappiamo che abbiamo alle spalle milioni, anzi centinaia di milioni di anni di evoluzione e vediamo che l’uomo può oggi guidare coscientemente l’evoluzione, anche se ciò può essere molto pericoloso. E’ semplicemente assurdo credere che l’evoluzione mirasse all’h. sapiens sapiens, come lo conosciamo da alcune decine di migliaia d’anni, e che debba proseguire così per almeno altri due miliardi di anni (quando “compiute le sorti / attenda [la Terra] il cenno divino / per nuovo cammino” come scrive Zanella in quella bellissima poesia che è “Sopra una conchiglia fossile”).
Abbiamo dunque questo animale, il sapiens sapiens, estremamente aggressivo (come lo scimpanzé che uccide gli individui di altri gruppi). La religione, l’educazione, la scuola, gli usi e i costumi hanno tentato – finora invano – di “umanizzare” la specie, di ridurne la ferocia. Tanto che il filosofo tedesco Sloterdijk (pr. sloterdaik) si è chiesto se non sarebbe più utile un intervento sul patrimonio ereditario per ridurre l’aggressività umana. E’ una questione delicatissima, perché l’aggressività è anche slancio vitale, distruttivo ma anche creativo. E penso che oggi come oggi la Chiesa sarebbe contraria ad interventi di questo genere “perché contro natura”. Però visto che l’educazione non serve o troppo poco si potrebbe pensare anche a questa evoluzione mirata, perché no?
Ma per non farla troppo lunga: ci si potrebbe chiedere che cosa acuisca l’aggressività umana e come si potrebbe ridurla (o chissà forse addirittura eliminarla vista la distruttività delle armi moderne). Già Aristotele aveva osservata una accresciuta aggressività nelle popolazioni di ratti quando aumentavano di numero. Per me l’esplosione demografica è tra i fattori principali di un probabile collasso ecologico come pure di una maggiore aggressività. Purtroppo qui ci scontriamo subito con le religioni (cristianesimo e islam) che di contenimento demografico non vogliono sentir parlare (sono fermi al crescete e moltiplicatevi di biblica memoria).
Le risorse del pianeta essendo limitate è in corso una guerra per assicurarsele. Cosa si potrebbe fare per arrestare questa guerra? La nostra è la civiltà del petrolio che si sta esaurendo. Di chi è il petrolio? Dei paesi arabi e della Russia (secondo produttore di petrolio)? E’ concepibile considerare questo bene come patrimonio dell’umanità (almeno quel che resta) da dividere fra tutti? Qui qualcuno mi darà del matto o dell’idealista.
Forse è già troppo tardi. Ogni dieci anni la popolazione mondiale aumenta di un miliardo di persone (una Cina o un India) che aspirano al benessere, non solo a sopravvivere (ma senza petrolio è impossibile vivere come viviamo noi occidentali). Sono piuttosto pessimista, ma intanto “il faut tenter de vivre”, bisogna trovare il bandolo e una via d’uscita. Chissà che non sia lo stesso possibile nonostante tutto.
@ Sergio I
Sì, l’argomento era il suicidio assistito, o eutanasia, in Svizzera. Poi il dibattito ha preso un’altra piega quando Leo55 ha palesato le sue perplessità, non tanto naturalmente in merito alla libertà di scelta, ma temendo che l’insistenza su questo punto facesse passare in secondo piano l’apporto della scienza proprio in funzione di un prolungamento, oltre che un miglioramento, della vita senza porre limiti precostituiti. Tu hai detto giustamente che l’una cosa non escludeva l’altra. Io mi sono intromesso sostenendo che (questo lo dico ora, ma era implicito) proprio perché questi miglioramenti potessero aver luogo forse era meglio dare la priorità ad un impegno per un cambiamento di quella mentalità che ha impedito il superamento di una condizione umana pur sempre caratterizzata dall”homo homini lupus’. Discorso generico, o in ogni caso troppo teorico, dici tu? Non credo, visto che i discorsi ‘concreti’, ammantati di scientificità, fatti fino ad ora non hanno sortito, o anche solo indicato, alcun mutamento sostanziale in questo senso. E io credo che il discorso si faccia veramente concreto puntando in un certo senso proprio sull’utopia, che non è più da intendere negativamente quando il ‘realismo’ porta ai risultati che vediamo. Cosa c’entra la religione in tutto questo? Personalmente sono arrivato alla conclusione – motivata per quanto ho potuto – che questa aggressività potenzialmente autodistruttiva assume storicamente, nell’animale uomo che l’evoluzione ha dotato di coscienza, caratteri sempre più improntati ad un affinamento ‘razionale’ di questa aggressività, tacitando la contraddizione che pure sa esistere (nessuno al presente dice di amare la guerra, e però molti la ritengono ‘razionalmente’ necessaria in certe sistuazioni… e la fanno) in nome di un futuro ‘migliore’ che, in quanto futuro, non è mai esperibile nel presente, e quasi sempre finisce per colorarsi di trascendenza, di ‘aldilà’. Che sia quello prospettato dalla maggior parte delle religioni, dalla maggior parte delle ideologie, o quello magari reso potenzialmente possibile dalla scienza intesa con questa sua funzione ‘salvifika’, sempre di fuga in avanti, di alienazione, si tratta.
Questa mentalità si deve – per esempio aderendo criticamente a tante iniziative di UAAR – superare. Con un uso diverso, più direttamente orientato alle questioni esistenziali (quelle che la notizia del post direttamente o indirettamente richiamava) della ragione.
Permettimi di concludere questa tirata riferendo un’esperienza legata gli anni di insegnamento. Quando, nei famosi-famigerati collegi docenti si affrontava qualche problema di varia natura, chi interveniva ‘spostando’ il discorso come si diceva sprezzantemente sui ‘massimi sistemi’, cioè cercando di vedere il problema al di là della contingenza, veniva in genere tacitato… salvo poi ascoltare in raligioso silenzio (è il caso di dirlo) quando dei massimi sistemi parlava il prof di religione. L’unico ‘professionalmente’ legittimato a trattare, naturalmente a modo suo, ciò che superava il contingente, proiettandolo in genere talmente oltre da perdersi nel nulla della trascendenza.
Ebben, bisogna togliere loro di mano il pallino (fra pallino?).
quante sono le persone che a causa della disperazione prodotta da una malattia terminale praticano il suicidio in italia?
quanti nei loro tentativi di suicidio mettono a rischio la vita altrui, sia direttamente che indirettamente?
un suicidio assistito dallo stato fornirebbe l’occasione a queste persone di avvicinarsi a strutture con psicologi che potrebbero riuscire a individuare e trattare potenziali disagi e difficoltà non dovute alla malattia.
forse sembrerà paradossale ma aiutare delle persone a morire potrebbe salvare delle vite.
Daigoro:
«Forse sembrerà paradossale, ma aiutare delle persone a morire potrebbe salvare delle vite.»
E’ in realtà quanto già avviene. Non tutti quelli che si rivolgono a Exit poi assumono davvero il pentobarbital. Alcuni ci ripensano. Inoltre i responsabili di queste associazioni hanno il dovere d’indagare i motivi degli aspiranti suicidi (per non incorrere in sanzioni penali, ma immagino anche per senso di responsabilità e umanità). Non è però loro compito insistere per distoglierli dal loro “insano” proposito.
Le associazioni di aiuto al suicidio vengono accusate di faciloneria e approssimazione (diagnosi sbagliate, tempi troppo ravvicinati tra il primo incontro e la decisione finale ecc.). Ci sono precise accuse in questo senso, ma non credo si possa generalizzare.
A Sergio l
grazie, ho visitato il sito Exit e le tariffe sono effettivamente più onerose di quanto fosse di mia conoscenza.
Sergio I: “La notizia di questo suicidio assistito è stata data con due righe di televideo che io ho visto per puro caso. Non ne hanno parlato nel telegiornale, non ne hanno fatto un affare di stato. Diciamo che è una notizia passata inosservata per non dire una non notizia.”
Figurati se si mettono a far pubblicità a una possibilità di questo genere! La Svizzera è troppo vicina, e qualche suddito italiano in stato di necessità potrebbe farsi venire l’idea di fare un viaggetto fin lassù. Sai che smacco? Meglio non parlarne proprio: quel che non si conosce non esiste, quindi l’ordine di scuderia (implicito) sia “zitti e mosca”.
Leo, Bruno, Sergio … interessantissimi discorsi, posso provare, molto pragmaticamente, a condensare?
Penso che considerare l’uomo come prodotto dell’evoluzione, nel senso di qualcosa che e` mutato nell’essenza durante i milioni di anni, sia fuorviante. Piuttosto, vedo la nostra evoluzione come una stratificazione. Non abbiamo mutato l’essere primordiale, lo abbiamo solo ricoperto con strati successivi, sia in senso fisico (il nostro cervello ne e` un esempio) sia culturalmente.
Quindi qualsiasi tentativo di negare la compresenza, in noi, di alte vette di pensiero e di bassi istinti primordiali e` destinato a fallire, i meccanismi rimangono presenti anche reprimendoli o nascondendoli. Per questo l’autodeterminazione, assieme ad una conoscienza possibilmente priva di ipocrisie, e` fondamentale.
Non sono buono a prescindere, so di poter fare del male o uccidere, e dato che lo so, in piena coscienza, decido di non farlo. Ma mi adopero anche per impedire di essere messo nelle condizioni di doverlo fare, perche` sono conscio dei rischi.
Al contrario, la deresponsabilizzazione che viene dall’adesione non ragionata ad un credo (religioso o meno che sia) mi impedisce di prendere coscienza della mia molteplicita` di essere umano: seguo i precetti, obbedisco agli ordini dei miei capi spirituali, quindi sono a posto, sono “buono”. Salvo poi andare a bruciare sul rogo i senzadio perche` poi basta un nulla per far esplodere quello che si tiene chiuso, come in una pentola a pressione.
Basterebbe ricordarsi, ogni tanto, che siamo fondamentalemente animali, con un intelletto, si, ma quello siamo, e non tenerne conto genera ogni sorta di nefandezze.
Molti anni fa ebbi un interessante scambio di battute con uno che allevava maiali, il quale mi diceva che e` un animale molto pulito. Alla mia perplessita` aggiunse che se avessi provato a far vivere 50 persone in un cubo di cemento di 10mt di lato, avrebbero puzzato molto peggio dei maiali. E sopratutto, come per loro, si sarebbe dovuto fare molta attenzione a non disturbarli, perche` qualsiasi avvenimento inaspettato avrebbe scatenato una carneficina.
Questo spiega il perche` sento un brivido alla schiena ogni volta che sento un uomo di chiesa parlare delle persone usando il termine “gregge”.
Molto prosaicamente, credo che la convivenza ottenuta bastonando le pecore per tenerle nei recinti poteva forse funzionare quando al mondo eravamo in pochi milioni di individui, oggi non funziona piu`: gli apparati di potere, religioni in primis, partono dal presupposto che con questi metodi si possa operare un controllo sociale, ma i fatti ci stanno dimostrando che le cose sfuggono di mano continuamente.
La scienza, intesa come ricerca della verita` e quindi contraria a mistificazioni e ipocrisie, credo sia l’unica strada percorribile.
Hm … aggiungo che l’ipotesi di una modificazione artificiale dell’uomo (genetica) per sopprimere certi lati “scomodi” del nostro essere non la vedo affatto bene, sarebbe un’altra forma, contorta e solo apparentemente razionale, di coercizione.
@ Kanna Shirakava
«Hm … aggiungo che l’ipotesi di una modificazione artificiale dell’uomo (genetica) per sopprimere certi lati “scomodi” del nostro essere non la vedo affatto bene, sarebbe un’altra forma, contorta e solo apparentemente razionale, di coercizione.»
Interessanti le tue riflessioni. In merito all’affermazione riportata qui sopra penso che “al momento attuale” la modifica del patrimonio genetico dell’uomo sia improponibile (comunque c’è chi ci pensa, come Sloterdijk, che io ammiro, ma probabilmente anche altri). Anch’io sono perplesso. E’ un vaso di Pandora, chissà cosa succederebbe.
Tuttavia prima o poi qualche passo in questo senso si farà. Oggi andiamo sulla Luna, domani su Marte che dovrà essere colonizzato quando il sole arrostirà la Terra (basterà un aumento di cinque – sei gradi per rendere impossibile la vita sul nostro pianeta). Poi anche Marte dovrà essere abbandonato… Fantascienza? Sì e no. In quel lontano futuro, forse anche molto prima, l’uomo prenderà in mano l’evoluzione, deciderà a seconda delle sue necessità e visioni. Della Chiesa di Roma, che così pensantemente interviene nei nostri privatissimi comportamenti, nessuno si ricorderà (in Vaticano però gli astronomi cominciano a prendere in considerazione l’esistenza degli alieni e stanno pensando a come relazionarsi con loro: gli parleranno di Gesù Cristo, sembra…).
@Kanna Shirakava
-“Hm … aggiungo che l’ipotesi di una modificazione artificiale dell’uomo (genetica) per sopprimere certi lati “scomodi” del nostro essere non la vedo affatto bene, sarebbe un’altra forma, contorta e solo apparentemente razionale, di coercizione.”-
A parte che l’esistenza dell’uomo sociale, dell’uomo culturale, non è altro che un incessante e costante apporto di modificazioni nella persona umana.
Siamo il prodotto dell’evoluzione culturale e la cosa mi sembra di un’evidenza lapallissiana.
Sul concetto di “modificazione artificiale” ci sarebbe molto da eccepire. Io non sono daccordo su nessun assunto che consideri il frutto della scienza e della conoscenza al di fuori della natura, artificiale, quindi negativo. La natura, come asserivo, è il prodotto di meccanismi casuali dell’evoluzione, non è un dio, una forza pensante che ordina ed indirizza. L’uomo può e deve essere protagonista nei cambiamenti.
I “lati scomodi” del nostro essere, in buona parte e in buona pace, per fortuna, aggiungo io, li abbiamo, faticosamente, cominciati a sopprimere da quando l’essere umano è uscito dalle caverne, ha cominciato a tramandare la conoscenza acquisita alle nuove generazioni creando quella piramide di sapere che è destinata a crescere.
Fino a dove? Non lo sappiamo, ma mi viene spontaneo contrastare e combattere contro chiunque si frapponga al libero esercizio della ricerca scientifika con il suo corredo di sperimentazioni.
Vuoi sapere come la penso sulla genetica della specie umana??
Io sono assolutamente a favore dell’eugenetica e del recupero positivo di questo termine distorto rovinosamente dalle esperienze naziste. Sarebbe ora che si cominciasse a parlare di nuovo, in ambito scientifiko ovviamente, perche tra i cattotalebani la cosa sarebbe inammissibile, di tecniche di selezione embrionale per creare individui immuni dalle più terribili forme di malattie conosciute. Io questa forma di tecnica non la trovo immorale e ne tantomeno, mostruosa. Trovo tanto più mostruose le sofferenze che certi mali oggi infliggono agli esseri umani.
D’accordissimo con Leo.
Su testamento biologico, eutanasia, Dignitas, ecc
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