Arrestato nel 2003, accusato di aver abusato di una parrocchiana minorenne; assolto in primo grado; condannato a sette anni e mezzo in appello; assolto dalla Cassazione per prescrizione del resto. E’ l’iter giudiziario che ha coinvolto il sacerdote bolzanino don Giorgio Carli, ora quarantaseienne. La diocesi di Bolzano e Bressannone lo considera innocente, e può pertanto tornare a dire messa. Intervistato dal TG3 del Trentino, l’ex procuratore di Bolzano, Cuno Tarfusser, da pochi giorni nominato giudice della Corte internazionale dell’Aja, ha invece sostenuto che il sacerdote deve essere quantomeno considerato “responsabile”: altrimenti non si capirebbe il motivo per cui la Cassazione l’ha condannato a risarcire 760 mila euro.
Abusi sessuali: prescrizione del reato, sacerdote può tornare a dire messa
19 commenti
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anche la pedofilia è soggetta a prescrizione? Ma in quale paese barbaro viviamo?
Per la diocesi può dire messa? Non me ne pò fregà de meno. Possono farlo anche papa.
Il problema sarà semmai per quei genitori che gli porteranno, se gli porteranno, i figli a catachismo. Sono gli abitanti cattolici di quella zona che si dovrebberi far sentire!!!
le pecore? continueranno a belare come han sempre fatto. I loro figli malcapitati, pero’, beleranno piu’ forte…
Assolto in prescrizione, stile berlusca.
Ormai le tattiche delle metastasi dell’italia (mafia, politica e chiesa [non mi riferivo alla magistratura XD ]) stanno convergendo.
Segnalo che, dopo la condanna, il Vaticano ha aperto un’inchiesta su don Marco Cerullo.
Da Il Mattino, edizione di Caserta, del 22/03/2009
http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/view.php?data=20090322&ediz=CASERTA&npag=42&file=obj_4145.xml&type=STANDARD
MARILÙ MUSTO È stata aperta un’istruttoria presso la Congregazione della dottrina della fede, l’ex Sant’Uffizio, sul caso di don Marco Cerullo, il prete di Villa Literno condannato a sei anni e otto mesi di carcere per aver violentato un suo alunno di dodici anni nelle campagne tra Villa Literno e Casal di Principe nel dicembre del 2007, pochi giorni prima di Natale. Era stato proprio il pretesto di un progetto scolastico sul Natale a spingere don Marco a portare con sé l’alunno fuori dall’istituto scolastico e ad abusare di lui: «Andiamo a comprare i colori per addobbare il presepe», aveva detto alle insegnanti. Poi, nella segreteria della scuola, pochi minuti dopo, arrivò la telefonata dei carabinieri che avvertiva il vicepreside dell’arresto del sacerdote, colto in flagranza di reato. Il consulente della Procura di Santa Maria Capua Vetere nella sua perizia, durante il processo, aveva spiegato che gli abusi erano avvenuti più di una volta, non solo in auto ma anche nell’abitazione del religioso. Don Marco avrebbe inviato «messaggi amorosi al bambino persino paventandogli la possibilità di morire qualora non avesse accondisceso ai suoi approcci sessuali». L’insegnante di religione che tutti consideravano «un giovanotto buono e gentile» e che all’epoca dei fatti aveva trentatré anni, è tuttora ospite di una comunità cattolica in provincia di Frosinone, ma la sua permanenza nel centro di accoglienza potrebbe terminare con l’applicazione, da parte della magistratura, del nuovo provvedimento normativo antiviolenze che ha esteso l’obbligatorietà della custodia in carcere per i reati di violenza sessuale. Il tribunale ecclesiastico di Roma, in modo parallelo, ha aperto a sua volta un’indagine sui fatti contestati al giovane sacerdote al termine della quale a don Marco potrebbe essere vietato, in modo definitivo, di amministrare i sacramenti. Un passo in avanti è stato fatto anche da chi fino ad ora aveva taciuto nei confronti di questa vicenda. Il vescovo di Aversa Mario Milano, infatti, ha avviato il procedimento di sospensione «a divinis», cioè la sanzione disciplinare che sospende il sacerdote fino a quando la Congregazione non si pronuncerà in merito. Il caso di don Marco, insegnante di religione nella scuola media di Villa Literno e viceparroco nella chiesa del Santissimo Salvatore di Casal di Principe, si è chiuso con una sentenza in primo grado emessa dal gip Francesco Chiaromonte del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con la condanna a sei anni e otto mesi di reclusione. L’avvocato del sacerdote, Carmine Ucciero, ha impugnato la sentenza dinanzi alla corte di appello e l’avvocato della vittima, Costantino Puocci, in questi giorni dovrà notificare l’esecutività del risarcimento danni riconosciuto alla famiglia del bambino per una somma pari a cinquanta mila euro. Ma la pena inflitta al sacerdote è sembrata troppo mite anche per il procuratore generale che è ricorso innanzi alla corte di cassazione contro la condanna emessa dal gip di Santa Maria Capua Vetere ritenendo quest’ultima più lieve di quella dovuta. Il gip sammaritano, infatti, secondo la Procura generale, avrebbe omesso di applicare interdizioni più rigide.
povera ragazzina.che paese pessimo e barbaro,davvero
perchè non andiamo in giro a raccontare che è romeno?così gli spianano pure casa(e magari picchiano pure un po’ di corvacci suoi colleghi)
Mi spiace, ma sono costretto ad uscire dal coro di chi si straccia le vesti.
Si trattava di un processo indiziario, senza uno straccio di prova, basato unicamente sulle ricostruzioni di una donna adulta ottenute attraverso la psicanalisi.
Il caso è stato lungamente discusso durante le trasmissioni dell’ineffabile Franca Leosini.
Ciò significa che ciascuno di voi, non importa se prete o ateo, può essere condannato unicamente sulla base di una testimonianza ottenuta attraverso la psicanalisi. Bello, vero? Enzo Tortora non vi ha insegnato proprio nulla?
Ricordo che per fortuna ognuno è innocente fino alla condanna definitiva, che non c’è stata.
Sul PM di Bolzano stendo un velo pietoso.
@RazioCigno
Non è proprio così, come la spieghi tu.
In Appello era stato condannato a 7 anni e mezzo, e arrivati in Cassazione è stato assolto per prescrizione dei termini, non per non aver commesso il fatto.
Inoltre non si spiega perchè un “innocente” dovrebbe risarcire per un fatto non commesso.
Ciao a tutti
Non mi occupo (volutamente) di cronaca nera, ma se resta un ragionevole dubbio per un simile crimine, questa persona deve essere allontanata da altre potenziali vittime. Questo principio di buon senso dovrebbe essere seguito dai genitori, non mandando più bambini alla parrocchia in questione; per lo meno finchè l’abuso di minore resterà soggetto a prescrizione.
Significativo il no-comment finale di Cuno Tarfusser: “In questo paese può succedere di tutto.”
Correttamente non si viene assolti per prescrizione, bensì prosciolti per prescrizione.
Non è una differenza formale, significa che il prete ha commesso il fatto costitutivo del reato.
Cari bambini, se felici e in pace volete giocare ed il santo deretano volete salvare, lontano dai preti dovete stare.
Bisognerebbe che qualcuno del posto affiggesse davanti alla sua porta un cartello con scritto: -PERICOLO! PRETE PEDOFILO!-.
Anzi, scriverlo con vernice indelebile, un cartello si fa in fretta a staccarlo.
Come dice qualcuno? Che non se ne ha il diritto? Beh, pure quel famoso vescovo di Prato non aveva il diritto di definire pubblici peccatori e concubini una coppia che aveva la sola colpa di essersi sposata civilmente e non in chiesa (1958), creando loro non pochi problemi.
Eppure quale persona sensata (anche credente) non reputa molto più grave il violentare dei bambini rispetto a non sposarsi in chiesa?
Non sposarsi in chiesa dal punto di vista cattolico è peccato. Ma una violenza carnale è un REATO, uno dei più abominevoli! Mi sembra che la differenza sia piuttosto evidente…
Se penso che Wanna Marchi è in galera e questa gente circola liberamente, mi viene l’orticaria.
Non c’è un bel cavolo da fare visto che gira e rigira, grazie anche ai ruffiani stupratori, i poveri “cristi” rimangono sempre in croce…azzo!
WoV scrive:
23 Marzo 2009 alle 12:09
“[…] Non è una differenza formale, significa che il prete ha commesso il fatto costitutivo del reato.”
?
No. Significa che non si è stati in grado di stabilire la sua colpevolezza.
@RazioCigno
Condivido in gran parte.
“Si trattava di un processo indiziario, senza uno straccio di prova, basato unicamente sulle ricostruzioni di una donna adulta ottenute attraverso la psicanalisi.”
Davvero? E questi danno 7 anni e mezzo di carcere basandosi su ciò, quando invece fanno fatica a dare 15 anni di carcere agli assassini!!?
Ecco questa è l’ipocrisia italiana. Quando c’è di mezzo il sesso, tutti pronti a demonizzare.
Come le nuove leggi che dicono che se un omicidio è causato da delle violenze sessuali vi è l’ergastolo (e se un omicidio invece è commesso proprio volutamente per semplice spavalderia o pura noia, non è forse peggio!!? Perché non si propone l’ergastolo per questo, invece?? Dato che non vi è una direttiva di ergastolo nemmeno per questo in sè!).
Ecco, questa è l’ipocrisia italiana!! Che vergogna.
Ormai l’isterìa ipocrita antisessuale/antipedofila ha raggiunto livelli demenziali.
Anche, parecchie delle persone che postano qui, mi chiedo cosa ci facciano in un blog di razionalisti…
Quì in questo paese partono aerei per portare maiali nei luoghi di villeggiatura sessuale nei paesi poveri qui un branco di ipocriti punta il dito solo su qualcuno. Questa Uaar è da ammirre per le sue fregnacce da bambino al quale è stata rubata la marmellata.
L’art. 5 del concordato (abrogato solo negli anni 80) vietava che in Italia, un cttadino “apostata o irretito da censura” (anche scomunicato) potesse essere assunto dalla pubblica amministrazione per svolgere un lavoro che consentisse il contatto col pubblico.
Nemmeno il postino poteva fare! Figuriamoci l’insegnante…!
Porci! Porci! Porci! Loro e chi gli va appresso, primi tra tuttii politci…
Mi fa schifissimo, a margine di questa storia schifosa, ammorbarvi con quest’ultimo aggiornamento di un’altra storia ancora più ributtante. Ma lo devo fare.
L’ineffabile DON MARCO DESSì, sacerdote pedofilo condannato in primo ed in secondo grado per violenza carnale su minori continuata ed aggravata e una sfilza di altri reati, ha fatto ricorso in Cassazione per…
…avere un ALTRO SCONTO di pena!!! DOPO aver patteggiato!!!
Condannato in primo grado a 12 anni e in secondo a 8 per aver violentato decine di bambini (tutti reati prescritti tranne 3), essersi arricchito come un Creso con i soldi della Missione, essere in possesso di 1400 foto pedofile sul suo computer e aver minacciato di ritorsioni le vittime con i loro parenti per farli tacere.
http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20090322&Categ=15&Voce=1&IdArticolo=2334720
Scusate, ma questa tracotanza mi fa uscire dai gangheri!!!!