Il 16 agosto 2005 un aereo della Tunisair con i motori spenti (il carburante era finito) ammarò a venti miglia dall’aeroporto di Palermo. Il comandante non seguì le procedure e non comunicò né fece comunicare nulla ai passeggeri. In compenso, come riporta la drammatica trascrizione delle voci durante gli ultimi minuti del volo pubblicata sul sito dell’ANSA, pregava e implorava il suo “Dio misericordioso”. Nella tragedia persero la vita sedici persone, ma non il comandante: quantomeno nei suoi confronti, Allah fu veramente misericordioso. Pilota e co-pilota sono stati condannati ieri a dieci anni di carcere.
Disastro Atr72, il comandante implorava Dio
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“Dio ti ringrazio di avermi pescato dal mazzo dei miei compagni annegati, grazie!” (Robinson Crusoè)
Quello poteva pregare meno e agire di più, forse qualcuno si sarebbe salvato.
E’ incredibile che in momenti critici e di grande responsabilità, come può essre anche un chirurgo che opera, questi signori invece di tirar fuori le palle, si affiano al loro dio, roba da indiani che si inginocchiavano davanti ai totem, cose da pazzi, cose!
Superstizione, caro rododentro, solo superstizione! che tale è ogni religione per come è vissuta dalla stragrande maggioranza dei fedeli… e non solo quelli culturalmente sprovveduti, ma con in testa proprio i teologi. Superstizione che emerge proprio nei momenti più critici, quando salta fuori tutto il vuoto esistenziale di chi ha rimesso la propria sorte nelle mani di un fantasma.
Mi sembra quantomeno esagerato, conoscendo quel mondo, risaltare le invocazioni dei piloti come fonte del disastro. Io tornerei sulla terra di fronte a tanti decessi. I piloti, tutti, sanno molto bene quali rischi corrono, essi per primi, in caso di emergenza.
Se ci fossero state le bestemmie sarebbe cambiato qualcosa?
Non ho capito bene: il comandante implorava il suo dio perchè ormai non c’era più nulla da fare, oppure lo pregava invece di fare qualcosa? Nel qual caso è davvero grave.
OT x rododentro Non toccarmi gli indiani! La loro religiosità era bellissima 🙂
@Ernesto Di Lorenzo
se ci fossero state le bestemmie non sarebbe cambiato nulla rispetto al disastro che c’e’ stato, in quanto preghiere o bestemmie non rientrano nel comportamento di unj professionista che deve mantenere la concentrazione ai massimi livelli (e non abbandonarsi ad isterie superstiziose – come nel caso delle preghiere, o a sfoghi nervosi – come nel caso delle bestemmie), mentre ha in affidamento vite umane.
La manovra di ammaraggio senza carburante, sfruttando solo la meccanica e l’aerodinamica, richiede concentrazione e professionalita’ fino all’ultimo secondo. Ne’ appare possibile in quei frangenti la presenza di “tempi morti” mentre “l’aereo scende”, perche’ i tempi sono ristretti.
Riduzione di concentrazione=riduzione della minimizzazione del danno
Sentite questa.
Viaggiano su un aereo Napolitano, Berluska, Ratzinger
e un boy scout. L’aereo e in avaria e i paracadute sono tre.
Uno tocca al Capo dello Stato, primo cittadino d’Italia.
L’altro a Berluska, che si dice “l’uomo più intelligente del
mondo”. Lo scout fa: “Santità, mi sacrifico. Ricordatemi
nelle preghiere”. “Non preoccuparti, figliolo. L’uomo più
intelligente del mondo si è lanciato col sacco a pelo”.
Non stiamo strumentalizzando? Un uomo paralizzato dalla paura implora dio o chiama la mamma o quello che sia. Che debba prendersi le sue responsabilità come pilota per quello che non ha fatto va bene, ma questo articolo è decisamente provocatorio al punto che si vuole far passare che il pilota non ha seguito le procedure perchè troppo impegnato a pregare.
Cerchiamo di essere seri e oggettivi
Se le Ultimissime devono essere una forma di contrappeso informativo serio si dovrebbero evitare queste frecciatine acide alla religione tout-court. Lo scopo dello UAAR dovrebbe essere la promozione della laicità in Italia e nel mondo e non la derisione del sentimento religioso dei singoli individui. Mi spiace di vedere scadere lo UAAR in questo senso.
C’è però una buona notizia:
la giustizia non l’ha perdonato.
Forse la Tunisia è più laica di noi.
non condivido quello che dice neoalfa : l’articolo è sicuramente provocatorio, ma sono dell’dea che anche l’humor (per quanto nero), come satira ironia, sarcasmo, serva a far riflettere e sia uno strumento di promozione delle ideee altrettanto valido delle discussioni filosofiche.
Una risata li seppellirà
@ Neoalfa
Non capisco il tuo intervento. C’è stata una condanna in base a degli elementi concreti ed è innegabile che chi crede nella razionalità debba sempre far conoscere queste cose per combatterle. Lo dico in prima persona, non mi nascondo dietro un dito. Emotivo come sono non potrei fare mai certi lavori (pilota, chirurgo, politico) ma ciò non mi impedisce di capire che devo lasciare ad altri queste professioni. La religione è in gran parte colpevole perchè ha sempre inculcato la mentalità nei suoi adepti la convinzione che alla fine dio avrebbe pensato a tutto. Pregate se vi viene un tumore, se arriva un terremoto, se il titanic affonda etc. etc.
Ho letto con attenzione la pubblicazione dei discorsi in cabina: ALLUCINANTE.
Una gestione dell’emergenza assolutamente inadeguata – salta agli occhi di chiunque.
Non un pensiero, non un’azione rivolta verso i passeggeri!
Credo che i superstiti, alla luce di ciò, debbano necessariamente intraprendere qualsiasi azione per avere giustizia.
Naturalmente bisognerà attendere il deposito delle motivazione della sentenza, ma credo che in appello la pena possa essere ben maggiore: 16 morti, disastro aereo colposo, la non applicazione delle procedure di sicurezza, credo che 9 anni di reclusione non sia il massimo.
In oltre vorrebbe l’gravante della superstizione religiosa!
@ Giovanni Bosticco
Il disastro è accaduto a meno di 20 miglia dalla costa italiana (circa 37 km) pertanto essendo
@Ethan
Condivido l’uso dello Humor. Tuttavia mi pare ampiamente fuori luogo in questo ambito stare a punzecchiare sulla religiosità del pilota come se questo aiutasse a pensare. Pensare a che poi? Se non avesse creduto in nessun dio sarebbe stato più capace? Avrebbe avuto i nervi saldi a sufficienza? Non vedo il nesso. E non vedo dove voglia andare a parare la satira.
Poteri comprenderla se il pilota non si fosse salvato nonostante le invocazioni, ma così?
Non so. Forse mi sfugge qualcosa e io mi aspetto dall’UAAR un profilo più alto di studio aperto che purtroppo in questo frangente viene a mancare (mia opinione).
Scusate il piagnisteo.
Vorrei aggiungere che sebbene possa esser di cattivo gusto l’ironia su una tragedia (è comunque opinabile), non c’è nessun buon motivo per non deridere il sentimento religioso. Perché dovrebbe esser vietato? Anzi, la derisione è forse l’unico strumento veramente efficace contro le idee e i “sentimenti” religiosi. Se partiamo dall’assunto che dobbiamo ritirarci in “rispettoso silenzio” ogniqualvolta un individuo compie o non compie delle azioni in nome e per conto delle idee religiose, l’idea stessa di laicità va a farsi davvero benedire.
E’ vero che un uomo in preda al panico più disperato ha certo l’attenuante della paura che per natura acceca il raziocinio. Ma è anche vero che tra tutte le scelte irrazionali o razionali possibili quella religiosa è la prima e spesso l’unica che s’affaccia alla mente quando sei stato educato fin dall’infanzia a pensare che la religione e dio siano la soluzione a tutti i problemi.
@ Neoalfa
Ti posso fare una domanda?
Sei sicuro che affermeresti le stesse cose che dici qui se fossi un superstite di quell’aereo o un parente prossimo (padre, fratello, figlio) di un deceduto?
Dal dialogo si evince chiaramente che non ha rispettato alcuna procedura nei confronti dei passeggeri, ha solo pensato di incora il suo dio.
Il mio commento l’ho già fatto prima (evitando qualsiasi ironia e sarcasmo) ora vedi Te se salendo sul prossimo aereo gradiresti un pilota devoto o un pilota professionale, per intenderci tipo quello che qualche settimana fa ha ammarato nell’Hudson.
Un professionista è tale anche perché sa governare le proprie emozioni nei casi più estremi, viceversa non può definirsi professionista.
Io in caso di disastro aereo posso essere colto dal panico, per il pilota e tutto l’equipaggio non è giustificato, sono addestri (e quindi pagati) anche per questo.
@ Stefano Grassino
Forse non mi sono espresso chiaramente. Il fulcro del mio discorso è: fosse stato ateo la paura lo avrebbe paralizzato di meno? Io non credo. Il suo implorare Allah non era forse una reazione di terrore? La religione o la non religione avrebbe avuto una qualche differenza?
La sua religione non gli garantito, mi pare, uno sconto sulle sue responosabilità di fronte alla legge. Quindi che senso ha dissertare sulla religione e sulle rispettive invocazioni/imprecazioni del pilota?
Se nello stesso frangente un pilota ateo avesse esordito smadonnando brutalmente, arrivando poi alle stesse conseguenze, avrebbe senso una critica rivolta al pilota facendo leva sul suo ateismo? Mi sfugge la correlazione tra i fatti e la “visione religiosa” del pilota e conseguentemente la ragione dell’esistenza di questo articolo. Può darsi che sia una mia mancanza e me ne scuso nel caso. Sono a chiedere lumi in merito.
Grazie.
Errata corrige
ha solo pensato di implorare il suo dio.
CHE DIO SIA DI PARTE ??E SI HEEE??? DAI RACCONTI BIBLICI PARE FOSSE COSI ;ERA SEMPRE DALLA PARTE DI QUALCUNO, E LASCIAVA MORIRE GLI ALTRI.DIO CRUDELE.
@Ignazio
Come sostengo nel commento di risposta a Stefano Garassino (in moderazione mentre scrivo questo commento) la mia domnda è: qual è la correlazione tra la religione e la professionalità?
Il pilota che ha ammarato nell’ Hudson era dichiaratemente ateo? E’ questo che sto cercando di capire io? Esiste una correlazione oggettiva tra professionalità e religione (o non religione) di cui non sono al corrente? Perchè senza questa correlazione l’articolo sembra voler sostenere che un pilota che segue una religione ha un deficit di professionalità a presindere.
Mi puzza un filo di derisione e di discriminazione. Da quando la applichiamo noi?
Non sono qui a condannare sia chiaro. Sto cercando di capire se mi sfugge qualcosa.
@ Neoalfa
L’ironia sta proprio nel fatto che il pilota si sia salvato, cosa che evidenzia un contrasto tra giustizia divina e giustizia terrena.
Per il pilota sicuramente c’è stato un intervento divino, determinato dalle sue invocazioni: Dio ha ritenuto giusta l’azione di mettersi a pregare mentre l’aereo precipitava, e l’ha premiato.
La giustizia terrena però non ha fatto altrettanto, condannandolo per non avere adempiuto al proprio dovere professionale, causando una strage.
…caro dio vorrei chiederti una cosa in questo momento di terrore mentre precipitiamo in acqua:
“Non è che potresti darmi, anziché la solita grazia divina… magari un po di talento, coraggio, professionalità nel pilotaggio aereo, competenza tecnica… o magari… se proprio mi vuoi dare la grazia divina… ne daresti anche ai passeggeri visto che in quanto comandante del velivolo sarei responsabile della loro vita??? Grazie e fai in modo che l’acqua, durante l’urto, non sia dura come il cemento armato…”
Ahhh… l’Islam… il monoteismo… le religioni… i fedeli…
@ Cris
Per il pilota c’è stato sicuramente un intevento divino? Ok.
Nuove procedure in caso di emergenza per passeggeri e personale: lasciate perdere le cinture di sicurezza e pregate Allah.
…che poi a dire la verità… rileggendo i dialoghi… ci sarebbe da scrivere un’intera enciclopedia britannica riguardo la superstizione, la psicologia, la filosofia, la religione stessa… potremmo parlare e scrivere per decenni… ma che dire?
Nel momento più critico della tua vita: “In nome di Dio il misericordioso, il clemente, in nome di Dio il misericordioso, il clemente, in nome di Dio il misericordioso, il clemente, in nome di Dio il misericordioso, il clemente, testimonio che non c’é altro Dio che Allah e Mohammad è il suo profeta, in nome di Dio il misericordioso, il clemente….”
come dire… …ultima spiaggia il dio misericordioso… …magari ultima spiaggia nel vero senso della parola…
“Il comandante non seguì le procedure e non comunicò né fece comunicare nulla ai passeggeri.”
PERCHE’ STAVA PREGANDO, MEGLIO!
Mi auguro che verrà il giorno in cui per ricoprire ruoli di responsabilità l’ateismo sarà considerato un requisito necessario.
@ Neoalfa
Mi ritrovo nei suoi commenti a questa nitizia.
UAAR Ultimissime con post di questo tipo scade.
Ma forse dico ciò perché sono credente.
@piccolo-uomo
Può essere. Non è il mio caso.
Saluti.
Neoalfa scrive:
> qual è la correlazione tra la religione e la professionalità?
Io direi nessuna. Mi sembra si tratti di un’incompatibilita’ tra emotivita’ e professionalita’ per professioni in cui la capacita’ di autocontrollo emotivo e’ fondamentale.
Secondo me sono le autorita’ competenti a fornire il brevetto di volo che devono verificare l’idoneita’ di persone dalle reazioni in situazioni critiche, scartando quelli che si fanno prendere dal panico e a cui sfugge di mano la situazione (che preghino, cantino, restino bloccati, poco importa).
@STATO LAICO
richiamo l’attenzione sul fatto che l’UMORISMO sotteso alla notizia non riguarda le sfortunate vittime del disastro, ma il pilota sopravvissuto e condannato( per evidenti colpe professionali) .
circa l’attinenza con la vicenda, la satira o l’ironia non necessariamente devono parare da qualche parte ,se poi provocano fastidio è perchè quello è il loro unico scopo, e non quello di piacere a tutti.
Detto questo, massimo rispetto per chi non ha gradito il tono della notizia.
@STATO LAICO
“Mi auguro che verrà il giorno in cui per ricoprire ruoli di responsabilità l’ateismo sarà considerato un requisito necessario.”
Il giorno che accadrà denuncerò te e tutti quelli come te per razzismo, discriminazione, processo alle intenzioni.
@Sandra
Esattamente. Quindi qual è il ruolo dello UAAR in questa vicenda? E cosa ci azzecca con il tono dell’articolo?
@ethan
Touchè! Tuttavia l’UAAR non dovrebbe tenersi ad un livello superiore a questa satira? Fosse applicata verso di noi rimarremmo in silenzio?
Forse è la mia visione dello scopo delle Ultimissime UAAR ad essere distorta.
Se è così me ne rammarico.
@Alfio
Mi associo.
Saluti.
@ Neoalfa
L’ultima mia frase voleva essere un po’ provocatoria, una scherzosa polemica con chi ritiene i credenti meno intelligenti…
E’ ovvio che concordo con lei perché ritengo la sua opinione razionalmente condivisibile, ovvero intelligente, e non perché sono credente. 🙂
Saluti
@piccolo-uomo: nessuno ritiene i credenti meno intelligenti… non seriamente perlomeno.
Io personalmente ritengo deplorevole l’idea che ogni domanda debba ammettere risposta e che dio sia la risposta predefinita.
Concordo sulla strumentalizzazione della notizia. La colpa del pilota sarebbe stata uguale se si fosse messo a piangere in un angolino della cabina. Potremmo forse prenderla come spunto per discutere in linea generale se ci sia correlazione fra fede e suscettibilità al panico, ma da qui non si può passare a parlare di requisito di ateismo per i ruoli di responsabilità.
per Alfio: Comincia col denunciare chi, nell’esercizio delle sue funzioni, si mette a pregare il suo dio piuttosto che eseguire i protocolli cui è tenuto.
Neoalfa,
chiedi cosa ci azzecca. Dipende dal punto di vista, di certo c’e’ che l’argomento ha comunque suscitato un dibattito tra i frequentatori del sito, il che deporrebbe a favore della redazione che l’ha segnalato 🙂
Dal mio punto di vista, il fatto che abbia pregato e sia stato “salvato” e’ una notizia che sa di folklore e non mi interessa molto. Mi sembra piu’ interessante invece eventualmente approfondire il discorso razionalita’ contrapposta a emotivita’. Il discorso religioso puo’ anche starci, a margine, ma certo non come discriminante. Non vedo come l’emotivita’ sia da considerare in antitesi con l’ateismo (io sarei una contraddizione vivente). Lo e’ sicuramente col brevetto di pilota civile.
In uno stato di panico assoluto immagino che si possa evocare l’immagine di qualcuno che ci possa aiutare, la mamma o dio, per chi riesce ad articolare un discorso, perche’ penso che ci sia quelli che si bloccano completamente. Quindi la religione c’entra nel senso che e’ comunque uno strato piu’ o meno sepolto a cui si attinge nelle situazioni disperate, quando la razionalita’ perde colpi. Forse noi razionalisti potremmo cercare di capire se e come potrebbe essere possibile rafforzare la parte razionale.
beh andrea, cosa cambia tra il frignare in un angolino e pregare?
i risultati sono i medesimi.
è sembrato molto più professionale il co-pilota.
si vede che allah aveva fatto già un miracolo al pilota facendolo assumere
@thanks Neoalfa
mi fa molto piacere questa precisazione
@stato laico
ammetti la superficialità della tua frase e non sviare con una frase se possibile ancora più superficiale e sciocca di quella che hai detto.
per denunciarlo ci sono salate autorità per farlo!
e tra parentesi anche per, come in questo caso, riconoscere le responsabilità.
che in questo caso non c’entrano nulla con la preghiera o meno: infatti anche il copilota è stato condannato, nonostante sia “sembrato” più professionale.
a parer mio questo denota più che altro che nemmeno i credenti credono a ciò che viene loro insegnato, ma che si sentano credenti per cultura ed abitudine (credono di credere).
Difatti se veramente credessero a ciò che insegnano questo tipo di religioni, per il pilota che eroicamente sacrifica la propria vita per aver tentato di salvarne altre decine si spalancherebbero le porte della beatitudine eterna…. se questa non è un incentivo sufficiente all’azione significa che non se ne è poi tanto convinti, ed il buon vecchio istinto di conservazione fa si che il panico prenda il sopravvento di fronte a morte imminente…
chissà, potrebbe essere…
Ma io me lo auguro lo stesso. Posso augurarmelo? Non ho nessuna remora nel dirlo, anzi rincaro la dose: io mi auguro che nei posti di interesse generale, nei punti chiave della politica, delle istituzioni, della sanità si diffonda sempre di piu’ l’ateismo. Altrimenti non sarei iscirtto ad un’associazione che ha tra i suoi scopi anche la diffusione e la promozione delle teorie atee ed agnostiche, perchè sono convinto che una persona slegata da superstizioni e dogmi possa non dico dare di piu’ in certe situazioni, ma quanto meno non dare di meno rispetto a quanto ci si aspetta: non deve fare i conti con li propri precetti e non si porrà mai il contrasto tra la sua dottrina e l’ambito in cui agisce (e spesso chi crede tende a far prevalere la propria dottrina, a scapito dell’interesse generale… pensate solo all’ambito sanitario).
Ad Alfio: superficiali saranno i tuoi pensieri e le tue frasi. Lo ribadisco, sottoscrivo quello che penso e ti dico che non possiamo sapere se il comandante invece di dire “allah è grande” avesse sprecato il suo fiato per avvisare i passeggeri di mettere le cinture e di seguire le procedure di sicurezza in caso di ammaraggio forse non sarebbero morti tutti, forse anche solo uno si sarebbe salvato. chi lo sa?
Statolaico,
scusa se mi intrometto, secondo me ateismo e onesta’ intellettuale sono due cose diverse, che ne’ si escludono ne’ si implicano.
Ci sono cattolici che sanno essere onesti nel non voler imporre le proprie convinzioni morali. (vedi Marino)
Ci sono atei che sono slegati a superstizioni, quanto piuttosto legati ai propri interessi, e in ambito sanitario per esempio potrebbe essere disastroso (penso alla clinica s. Rita a Milano).
Sandra su Marino avrei molto da dire, comunque sono daccordo. In linea di principio io, pero’, preferisco una persona slegata da vincoli religiosi ad una che li ha soprattutto nell’amministrazione e la gestione di interessi comuni.
Signori sapete bene come la penso, tuttavia credo che in certi momenti (la coscienza di morte quasi certa), credo che l’adrenalina la faccia da padrone su tutti i buoni propositi imparati in i corsi, master e super accademie di questo mondo. Ammarare a 300 km/h e far salvare la maggior parte dei passeggeri non credo sia cosa da poco. anzi sono ne sono convinto.
@ Talebateo
Scusami il tono un pò risentito. Tu hai fatto il pilota? Devi solo rispondere a questa domanda. Pechè le chiacchiere da bar come il calcio lasciano il tempo che trovano di fronte ai morti. Sia ben chiaro questo concetto. Nessun pilota si comporta come descritto in nessuna nazione civile. Non si diventa professionisti per caso e l’errore umano ci sta.
Allora è un eroe quello dell’hudson? (E lo è) Ma tu non immagini quanto piccolo sia il sottile filo fra la salvezza ed il disastro, in cui è raro che i piloti si salvino. Sono i primi a morire.
E questo vale per qualunque altro commento sia stato fatto al riguardo, che non ancora letto.
@Ernesto Di Lorenzo
Non capisco.
Giustifichi o condanni il pilota?
@ Neoalfa
Probabilmente parliamo la stessa lingua senza riuscire a capirci. Leggendo il tuo commento che è stato approvato or ora, ritengo il tuo intervento del tutto razionale. Quel pilota ha perso il controllo di se stesso cosa che non ha fatto l’americano che potrebbe essere uomo di fede come lo è chiramente quello Tunisino. Quello che io trovo sbagliato è il tuo atteggiamento contro questo articolo postato da Carcano e ti spiego perchè.
La religione se è un fatto personale e non incide nella vita degli altri deve avere il rispetto di tutti. I guai iniziano quando si forma un pensiero collettivo che va ad incidere negativamente nella mente delle persone di fede: “dio pensa a tutto non ti preoccupare”. Io non vorrei che alla base del comportamento del pilota ci sia stata “una buona dose di questa cultura” che assieme al panico che lo ha colpito, panico che poteva colpire anche un’ateo, ha finito per completare la tragedia. Forse è questo lo spirito con cui è stata pubblicata questa notizia. Purtroppo la fede raramente viene vissuta come scelta filosofica. Nella maggior parte dei casi è concepita come superstizione ed in questo assai aiutata dalle gerarchie ecclesiastiche. Non sò se sono riuscito a spiegarmi bene perchè questo è un tema talmente profondo e complesso che occorrerebbero studiosi molto qualificati e non credo proprio di poter essere a certi livelli. Ciao Stefano.
Invece di sprecare parole a vanvera su dio non si poteva “sprecarle” per dettare istruzioni e rassicurare i passeggeri? Il problema e’ che, chi e’ culturalmente impregno ed imbevuto di religiosita’ perde,soprattutto in momenti delicati e cruciali come questo dove serve lucidita’ e sangue freddo,la cognizione della realta’…dal momento che preghi un essere che per te trascende tutto,hai gia’ sacrificato tutto cio’ che e’ qui di immanente….illudersi e sperare in un intervento sovranaturale ti limita togliendoti concretezza e pragmaticita’ laddove vi urge all’istante….una frazione di esitazione e il disastro incombe.
Io personalmente orridisco nel pensare che potrei affidare la mia sicurezza a persone che credono, piuttosto che agire solamente contando sulla propria professionalita’ e forza,a interventi che trascendono la realta’….non scherziamo sulle questioni serie per piacere.
@ Giovanni Bosticco
Non è il mio ruolo quello di condannare o giustificare. Voglio riportare l’attenzione sul fatto che troppe persone da “scrivania” tranciano giudizi con facilità. Potrei anche sottolineare che ci sono stati molti sopravvissuti e non per cause divine. In questo caso non è stata mai in gioco l’imperizia dei piloti durante le manovre. Ma è quella che si chiama in gergo “catena degli eventi” nata molto prima che si giungesse all’emergenza.
Mi arrabbio sui commenti che i piloti abbiano lasciato i passeggeri a loro stessi. Domanda Quanti di voi seguono con attenzione le raccomandazioni obbligatorie delle hostess quando spigano le procedure di emergenza? Non è dovere dei piloti star lì a comunicare con i passeggeri. Devono pensare solo a gestire l’emergenza. E se prima ho fatto l’esempio del pilota suul’Hudson adesso ricaro. Potete voi immaginare la differenza far un fiume “liscio” ed un mare “formato” con onda. E forse che non sapete che viaggiamo su gusci di noci che non resistono minimamente ad impatti? Vorrei si valutassero tutte queste cose prima di tranciare giudizi “da scrivania” ripeto.
@Stefano Garassino
Capisco quello che vuoi dire. Rimango dell’idea che sia piuttosto pretestuosa come motivazione e fin troppo facilmente esposta ad accuse di discriminazione da cui, come associazione per il diritto a vivere la propria filosofia religiosa (o no) in uno stato laico, l’UAAR dovrebbe distanziarsi fortemente. Forse è solo una mia impressione.
Grazie.
Saluti.
@ Stefano Grassino
Ma che cacchio dici sulla razionalità o meno. Sei a conoscenza delle procedure. Lo chiedo a te ma vale per tutti. Ricordo a tutti che stiamo parlando di morti. E di sopravvissuti grazie alla “perizia” dei piloti. Se vi sfugge questo particolare continuate a fare bla bla bla.
Che è lo sport italiano per eccellenza.
@Sandra
Per la stima immensa che ho per te. Ti prego lascia perdere questo discorso fra razionalità ed emotività. Non centra una mazza con la notizia in questione. Quello che centra secondo me è la superficialità con cui molti si addentarno a tranciare giudizi, che in quanto a razionalità lasciano alquanto a desiderare. Questo è ovviamente un mio nervo scoperto.
Al caso specifico mi riferisco.
@ E. Di Lorenzo
Potresti spiegarti meglio senza troppe invettive?
@ Neoalfa
La risposta alla Tua domanda credevo fosse esplicitata già nel mio intervento.
Quello che ritengo sia condannabile (si badi bene da quanto a disposizione) e che anziché attuare le procedura d’emergenza si e messo a fare altro.
Stupisce nel vedere che c’è parecchia giustificazione solo per il fatto che si è messo a pregare;
se invece nel mentre che precipitava, anziché attuare le procedure si sicurezza, si fosse masturbato TUTTI quelli che qui in qualche modo trovano parole di giustificazione l’avrebbero condannato e maledetto (e chissà che altro).
Ribadisco doveva fare il suo mestiere non altro! Se non era in grado di gestire le emergenze non doveva esse abilitato al volo.
@ Neoalfa
P.S.
Non sono a conoscenza se il pilota che ha ammarato nell’Hudson fosse ateo o devoto di qualche confessione, francamente non mi interessa e non ha nessuna attinenza.
Quello che è importante è che ha agito con la massima professionalità, dando il meglio di se e fortunatamente c’è riuscito.
Ernesto mi permetto di farti osservare che quando scrivi che i piloti devono solo pensare a gestire l’emergenza senza preoccuparsi di avvisare i passeggeri scrivi una cosa inesatta, perchè la gestione di un’emergenza di quel tipo non puo’ non passare per una collaborazione tra piloti, membri dell’equipaggio e passeggeri i quali hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo e devono sapere cosa fare, devono sapere se è venuto il momento di mettere in pratica le spiegazioni del personale di bordo, devono potersi preparare all’impatto nel migliore dei modi possibili…
Ernesto,
porta pazienza, certo sono forse un po’ discorsi da bar o da ufficio tra colleghi, pero’ non e’ che un parere esperto si rifiuti, anzi.
Siccome non so niente, riporto quello che ho trovato sull’espresso.
“Fu errore umano. Del tecnico che aveva montato l´indicatore di carburante sbagliato e dei piloti che, invece di tentare l´atterraggio a Punta Raisi provarono prima a proseguire e poi decisero per un ammaraggio di fortuna al largo della costa pregando Allah, come hanno rivelato le ultime registrazioni della scatola nera del velivolo precipitato il 6 agosto 2005 perché rimasto a secco di benzina.”
A me colpisce questo, che nel panico abbia avuto i nervi di pregare ad alta voce. Riesco ad immaginare chi e’ ammutolisce dalla paura o chi urla, ma chi articola l’inizio del corano fa comunque un po’ effetto.
Ernesto,
porta pazienza, certo sono forse un po’ discorsi da bar o da ufficio tra colleghi, pero’ non e’ che un parere esperto si rifiuti, anzi.
Siccome non so niente, riporto quello che ho trovato sull’espresso.
“Fu errore umano. Del tecnico che aveva montato l´indicatore di carburante sbagliato e dei piloti che, invece di tentare l´atterraggio a Punta Raisi provarono prima a proseguire e poi decisero per un ammaraggio di fortuna al largo della costa pregando Allah, come hanno rivelato le ultime registrazioni della scatola nera del velivolo precipitato il 6 agosto 2005 perché rimasto a secco di benzina.”
A me colpisce questo, che nel panico abbia avuto i nervi di pregare ad alta voce. Riesco ad immaginare chi e’ ammutolisce dalla paura o chi urla, ma chi articola l’inizio del corano fa comunque un po’ effetto.
@ Ignazio
Eh?
Non hai capito. Non lo sta giustificando nessuno. Il pilota è colpevole delle sue mancanze professionali punto e basta. Non era nemmeno in discussione la sua responsabilità.
Mai poi la gente si masturba abitualmente mentre precipita?
Stai mancado completamente il punto della discussione che ho intavolato.
Il punto era se il fatto di avere pregato piuttosto che avere bestemmiato, invece di fare il suo dovere, fosse una motivazione tale per cui l’UAAR dovesse riportare notizia con tono di scherno (a mio avviso).
Non è passato nell’anticamera del cervello a nessuno, tranne forse a te, che il fatto di essersi messo a pregare lo sollevasse anche solo parzialmente dalle sue responsabilità.
Quello che mi preoccupava era che il fatto che pregasse non fosse piuttosto considerata dallo UAAR un’aggravante nella responsabilità già attribuitagli.
Invocare il nulla e’, non solo di non aiuto, ma anche deleterio poiche’ implica necessariamente una perdita di tempo e concentrazione preziose in situazioni dove una esitazione in un determinato attimo puo’ fare la differenza.Credere che gli eventi possano essere modificati da una forza trascendentale ed affidarsi ad essa crea un distacco dalla realta’ e da cio’ che e’ immanente.E’ ovvio che che qualsiasi cosa i piloti avessero fatto,al di la’ della preghiera, che non fosse prettamente correlata alla procedura di emergenza,sarebbe da considerare grave negligenza. invece invocare entita’ immaginarie e’ molto probabile e frequente in casi di imminente disastro o di disperazione,ma cio’ non deve sostituirsi ad una consapevolezza che SOLO con le proprie forze,esperienze e professionalita’ si puo’ risolvere i problemi e le situazioni innanzi a noi. Se queste vengono meno o sono offuscate da un profondo condizionamento culturale che si lega a fattori sovrannaturali e superstiziosi il dramma e’ dietro all’angolo in ogni occasione della nostra vita.Tutto cio’ e’ ancora piu’ grave e non giustificabile per chi ha la responsabilita’ di tante vite umane, come per l’appunto i due piloti dell’ATR.
Scusate se faccio il guastafeste, ma in 4 minuti di tempo (così risulta dalla registrazione trascritta) il pilota ha capito che stava precipitando, ha chiesto aiuto, ha organizzato un amamraggio, ha iniziato a pregare e poi, quando non c’era più nulla da fare se non ammarare al meglio, ha pregato ammarando. Non credo ci sarebeb stato il tempo di avvisare i passeggeri e di far calare i presidi dall’ alto. Viaggio spesso in aereo, ho subito due situazioni di pericolo, una volta su un aereo Alitalia e una volta su un Pan Am, e ci sono voluti circa dieci minuti a superare il panico e a metterci le maschere e i salvagenti. Poi, per fortuna, è andato tutto beene. in entrambi i casi i passeggeri vicino a me pregavano. Io non ho paura di morire, speracvo solo di non restare invalido.
A questo punto voglio fare una piccola riflessione, riallacciandomi a quanto avevo scritto sul perchè io preferisco una persona slegata da vincoli religiosi in certi casi (e non mi riferisco solo a questo caso), ma anche per allargare il campo. Io non dico che tutti gli atei sono razionali e dotati di autocontrollo e tutti i credenti non lo sono (come giustamente dice in sostanza Sandra, guai a fare di tutta l’erba un fascio): ci possono essere credenti molto piu’ controllati di atei e atei molto poco controllati. Ma, TENDENZIALMENTE, credo che una persona non superstiziosa, sia anche piu’ razionale e -probabilmente- piu’ controllata e questo me le fa preferire. Molti di voi fanno notare come se il pilota invece di pregare, si fosse messo in un angolino a bestemmiare, o rannicchiato con una crisi di nervi la sostanza non sarebbe cambiata: stiamo parlando di persone che, in una situazione limite, perdono la testa e vanno nel pallone. Messa cosi’ sembrerebbe un’osservazione logica, pero’ io vi chiedo: perchè è normale credere in dio e diventa una crisi di nervi per cui pagare anche penalmente, pregarlo in quella situazione? Un credente che in quella situazione prega il suo dio è un pazzo o è forse un buon credente, visto che si sta comportando da credente? Quindi la differenza enorme tra un credente ed un ateo è, a mio avviso, che un ateo sa che in quella situazione mettersi in un angolino a bestemmiare non risolve le cose, probabilmente sarà meglio agire per il meglio e, se non ha perso la testa per una crisi di nervi, probabilmente lo farà. Ma un credente con o senza crisi di nervi potrebbe davvero essere portato a pensare che la cosa migliore da fare sia quella di rivolgersi al suo Dio. Vi sembra una differenza di poco conto?
Coglione.
@ statolaico
Che il fatto di sapere che rannicchiarsi in un angolo non sia di nessun aiuto possa spingere una persona a reagire è sicuramente vero nel medio termine quando la mente ha assimilato l’impatto emotivo della una situazione.
Quando ti stai letteralmente pisciando nelle mutande dalla paura non hai molto tempo per riflettere su come sia importatente reagire.
Probabilmente io, da ateo convinto, mi ritroverei in un frangete simile a fare la stessa cosa: pregare (o bestemmiare che è poi la stessa cosa a rovescio). Per i miei trascorsi da credente, la religione mi è entrata in testa fin da bambino. Se così non fosse non bestemmierei quando mi trovo in condizioni di forte stress psicologico (leggi incazzato) e penserei a risparmiare il fiato e levarmi la grana di dosso. Si tratta di un meccanismo per esorcizzare la propria paura (che poi è lo scopo primario delle religioni dal punto di vista del fedele). Non ritengo che il pilota sia sia messo a pregare in una situazione così estrema perchè era convinto che Allah sarebbe intervenuto sul serio. E non credo che se lo stesso pilota fosse stato ateo avrebbe reagito meglio.
Resta il fatto che il pilota si è rivelato inadeguato alla prova dei fatti, ma questo non ha alcuna correlazione con la sua fede.
Saluti.
@ Vespillone
Immagino che i giudici abbiano avuto a disposizione tutte le informazioni necessarie per ricostruire i fatti, e di sicuro l’hanno condannato non perché si è messo a pregare, ma perché non ha attuato le procedure di emergenza previste.
“Ciao a tutti, benvenuti.
Mi chiamo Luca, abito in una piccola città nei dintorni di Novara. Ho diciassette anni e frequento il Liceo Scientifico di Arona, con risultati non eccellenti ma comunque buoni. Nonostante la scuola, ho degli interessi. Mi piace leggere, soprattutto saggi scientifici, ma anche romanzi (non si può vivere solo di cose serie, ogni tanto un po’ di svago ci vuole!). La mia piccola classifica personale, per ora molto scarna, contiene: “L’illusione di Dio” e “L’orologiaio cieco” di Richard Dawkins; “La fattoria degli animali” e ”1984″ di George Orwell – come è reso evidente da titolo e sottotitolo del blog! -; la serie ”Guida galattica per gli autostoppisti” di Douglas Adams.
Penso che siano bastati i titoli dei libri a rendere evidenti alcuni altri aspetti di me. Sono ateo, e sono un difensore appassionato della libertà di pensiero e di parola. Quest’ultimo particolare a scuola mi ha fatto guadagnare la fama del matto perché, si sa, sono i professori ad avere il coltello dalla parte del manico. Ma c’è poco da fare, se non sono d’accordo con qualcosa non riesco a star zitto; se ricevo un ordine, non riesco a non chiedere una giustificazione logica; se ricevo una punizione, voglio che mi venga spiegato il motivo. Questo blog sarà un luogo dove dare libero sfogo ai miei pensieri, ai miei ragionamenti. E, per ricordare a me stesso che la vita non va presa troppo sul serio, non mancheranno interventi più leggeri, più divertenti, o puramente stupidi.
Sono ateo, sì. Lo sono dalla nascita, la mia famiglia è composta da scettici. Mio padre mi ha sempre insegnato a ragionare su ciò che mi viene detto, e a non fidarmi troppo di quel che si sente in giro. Mia sorella maggiore, di dieci anni più grande di me, mi ha insegnato l’amore per la scienza, in particolare per la biologia. Questo spiega perché Richard Dawkins è il mio scrittore preferito.
Comunque, non vivo solo di libri. L’altra mia passione è il parkour, l’arte dello spostamento. Mi piace l’idea di imparare a sfruttare al meglio il proprio corpo, e di saper sfruttare queste possibilità in città, luogo non naturale. Guarda caso, anche questo è collegato con la biologia… Pensare a che incredibile macchina la selezione naturale ha generato è un’emozione incredibile.
Beh, è ora di chiudere questa presentazione… È abbastanza lunga, e decisamente inutile.”
Aggiungi che ti piace anche non sai partecipare ai forum, cosi’ completi il tuo profilo al meglio.
Perdonatemi ma non comprendo con chi polemizza.
E’ un dato di fatto che i piloti non hanno rispettato le procedure, il che avrebbe potuto salvare vite umane. Nel processo è stato verificato che il rispetto delle procedure avrebbe permesso all’aereo di atterrare a Palermo. E comunque avrebbe permesso un ammaraggio meno catastrofico per i passeggeri che, tra l’altro, non sono stati avvisati in tempo.
Quei piloti erano pagati per rispettare le procedure e per cercare di salvare vite umane ove possibile. E non per invocare Allah e il suo profeta.
Quindi il loro comportamento è stato deprecabile. Ed ancor di più (quello del comandante in primo luogo) per il fatto di aver preferito pregare anziché fare il proprio lavoro.
@Per tutti
Non sono invettive, e se così appaiono me ne dispiace. Ovviamente parlo da addetto ai lavori (Non avendo Però fatto il pilota di professione). Pensavo fosse chiaro dal modo come postavo, Ho fatto una domanda all’inizio. Qualcuno è pilota? Qualcuno conosce le procedure di un atteraggio di emegenza? Risposte a queste domande sono prerequisito per insraurare un dialogo tecnico. Alle informazioni riportate dalla stampa rispondo che valgono quello che valgono cioè, poco o niente. Ma si sa, per cristiana memoria, bisogna trovare un colpevole e punirlo severamente. Così le coscienze si scaricano. Altro esempio: Linate scontro executive e md80 scandinavian a terra 105 morti. Visto che non si potevano condannare i piloti entrambi morti è stato condannato il controllore di terra. Che era senza radar, già specificato più volte. Si condanna chi sta in campo, ma non si condanna chi dovrebbe far funzionare il sistema. Solo ora con la Thyssenkrupp vediamo alla sbarra i grandi dirigenti. Lo abbiamo presente si, come funziona in questo paese. E continuiamo con gli sciocchi commenti su razionalità e varie. E se pregava allah o meno. Tutte stupidaggini. Loro fanno così come noi facciamo Oddio, o Mammamia. Ma voi lo vedte uno che lascia tutto e si mette a pregare? E’ da manicomio non da pilota. Quì si è dimenticata una cosa che ogni pilota ha ben presente: La prima vita che ci va di mezzo è la propria.
Ma quanti professionisti della poltrona, eroi da giardinetti comunali, maestri di vita da salotto che irridono un essere umano che sa benissimo che probabilmente sta per fare la fine del topo.
Che dire, speriamo che tutti questi ‘Galeazzo Musolesi’ che sanno come si mostra il petto nudo alla morte abbiano quanto prima la possibilità di dar prova di sé.
Davvero un pessimo articolo; qui la religione non centra un tubo: c’entra la mancanza di umanità di chi trancia giudizi al calduccio del proprio angolino piccino piccino. Vergogna!
@CRIS e altri: bisogna aspettare la sentenza: dalle notizie di agenzia non si sa se la condanna è dovuta all’ omissione di procedure durante l’ amamraggio o al non essersi accorti che la spia di livello di carburante non dava dati attendibili. Ricordo che l’ aereo precipitò perché il carburante era finito e, guardando i quadri, i piloti non capirono cosa stesse accadendo. Per chiarezza mi presento, perché leggo da molto e scrivo da poco: agnostico e di destra. Laico eammiratore di molti che scrivono sul sito. Se voi brutti comunistacci trinariciuti che monopolizzate i post mi tollerate, continuerò a scrivere. Altrrimenti vi leggerò per non disturbarvi. Ma badate che esiste da sempre un ateismo di destra, che voi emarginate, mentre ci sarebbe bisogno di tutti, almeno in Italia.
Credere che vi sia un ente che trascenda il nostro mondo e le sue leggi fisiche,pregarlo ed affidarsi ad esso invece di adempiere fino all’ultimo secondo con le proprie forze e capacita’ professionali situazioni di emergenza non e’ ammissibile per chi e’ responsabile di tante vite umane.Dal momento che credi e ti affidi ad una forza trascendentale che sovverta gli eventi,inibisci anche solo inconsciamente ,cio’ che puoi fare al tuo meglio, qui, nell’immanente.
Inorridirei al solo pensiero di mettere la mia vita nelle mani di chi crede fortemente che l’invocazione possa invertire le leggi della fisica e raddrizzare il corso degli eventi.
@ Piero
Se fossero stati avvisati in tempo (di che cosa poi) che avrebbero fatto: uscivano dai finestrini!!!. Buonsenso signori buonsenso. A parte i giornali nessuno mi ha risposto su quanto ascoltiamo le procedure di emergenza all’imbarco? Pregasi rispondere, grazie.
Io non faccio polemica: sono informato. E diverso. E non da qualche quotidiano.
Comunque, comunque sia andata perchè nessuno di quei passeggeri ha ringraziato qualche essere umano che gli ha salvato la pelle? No!!! ci mancherebbe. Era meglio se morivano tutti, vero?
Sono indignato per certi commenti assolutamente insulsi di cui sopra.
L’unico SCANDALO di tutta questa vicenda è LA CRIMINALE PROTERVIA e NEGLIGENZA di chi ha sostituito l’indicatore del carburante guasto (un apparecchio fondamentale per la sicurezza in volo) con uno “simile” del modello 42.
“Simile”, ma non “uguale”. Eh già! Tanto, che hanno di diverso l’uno o l’altro?? Aereo o carro a buoi, che differenza fa?
Massì, mettiamo quello che c’è e trullallero trullallà anche oggi la giornata di lavoro è passata!! Sbrigati che la pasta l’è cott’ e passami il vino.
Allo Spielberg li avrei mandati, a vita!
Non c’è nulla da ridere in questa storiaccia, specialmente di un uomo che aveva chiaramente visto la morte e perso la testa.
@ Ernesto Di Lorenzo
Ma infatti. Non sta a noi decretare se il pilota ha rispettato o meno le procedure del caso. Non le conosco e non intendo stare a dissertarci su. Spetta agli organi competenti.
Nello specifico quello che chiedo è che non sia eventualmente considerata un’aggravante il fatto di aver pregato Allah piuttosto di non aver pregato affatto. Questo lo chiedo allo UAAR.
Saluti.
Credevo che in Tunisia li addestrassero nelle Scuole di Volo, non nelle Scuole Coraniche … 😀
Premesso che, una volta tanto, il mio humour nero prende il sopravvento al punto da non farmi criticare l’irrisione antireligiosa dell’articolo (irrisione che pure c’è), voglio solo dire che effettivamente trovo inconcepibile che i passeggeri non siano stati avvertiti.
Non ci volevano “dieci minuti” per farli sedere in posizione ottimale per l’impatto e a quattro minuti dallo splash-down i piloti sapevano già benissimo cha avrebbero dovuto ammarare, come risulta dalla registrazione trascritta sul sito dell’ANSA.
E questo è certamente un comportamento “da manicomio e non da pilota”, per riprendere uno degli ultimi post.
Poi, forse un ateo avrebbe fatto peggio, però a me fa una certa impressione che un professionista del volo si ricordi di invocare Dio e non di estendere l’avviso di emergenza ai passeggeri …
Il punto della notizia e’: c’e’ chi, in posizione di responsabilita’, preferisce affidarsi a entita’ inesistenti piuttosto che prendere decisioni e cercare di risolvere un problema.
E vale a tutti i livelli.
@ Opus Mei
Ti quoto totalmente….il fatto che il pilota si sia ricordato di invocare allah, o chi per esso, invece di estendere l’avviso di emergenza e magari di concentrarsi esclusivamente sulle proprie forze e capacita’,ci puo’ fare ben capire cosa e’ capace di fare l’imprintig irrazionale delle religioni sulla psicologia dell’uomo. Un’aberrazione che in questi casi di responsabilita’ non e’ ammissibile. Punto.
c’è però un aspetto importante da chiarire, dal punto di vista, se vogliamo, filosofico:
il pilota ha preferito pregare pur essendo capace, o constatata la propria incapacità si è messo a pregare?
dal punto di vista della nostra discussione no è irrilevante..
L’ultimo, ve lo giuro, poi smetto. Allora affermare che i piloti scientemente non abbiano dato alcun avviso di emergenza E’ demenziale. Quello portato alla nostra conoscenza è solo qiello registrato fal CVR Cockpit Voice Recorder. che registra in modo continuato tutto il parlato in cabina. Per quello che risulta a me, visto che c’era il tempo, il comandante o il primo ufficiale esce dalla cabina e parla ai passeggeri cercando di rassicurarli per quello che è possibile. Questo gestoè di importanza fondamentale per instillare fiducia nei passaggeri.
Poi l’equipaggio di condotta non pensa più a quello che succede nella cabina. Letteralmente non ci pensa più. Si concentra (o dovrebbe farlo) solo sulle’emergenza. E’ altrettanto chiaro che la fase finale è stata gestita correttamente. Gli errori a priori fanno parte della catena degli eventi di cui quì non discutiamo ovviamente. Chiaro riferimento all’indicatore livello carburante, al carburante imbarcato etc. Sapete con certezza quì dove sta la colpa. Voi pensate che qualunque comandante, dipendesse da lui non imbarcherebbe sempre il pieno di carburante? Provate solo ad immedesimarvi, provateci solo, per favore. Chiudo.
@ Paul
Mah, se era capace di risolvere la situazione con le proprie forze pregare non sarebbe servito a prescindere e sarebbe stato piu’ umano ed etico intanto avvisare i passeggeri.
nel caso della constatazione della propria incapacita’ mi verrebbe da chiedere, per quale motivo? Un professionista dovrebbe essere addestrato anche per queste eventualita’ drammatiche e comunque penso sia opportuno in ogni caso provarci sino all’ultimo senza distrarsi e perdere cosi’ la concentrazione con rituali inutili.
Purtroppo, chi crede, non considera inutili queste giaculatorie e perde cosi’ il contatto con la realta’ e l’immanenza.
Diciamo, il comandante ha dimostrato di essere umano, ma in queste corcostanze sono preferibili quei comandanti che mantengono il sangue freddo anche in queste circostanze.
Non ho nessuna competenza in base alla quale stabilire se il pilota, pregando dio, ha eluso la possibilità di agire meglio (anche se la condanna comunque sembrerebbe avallare questa ipotesi), mentre mi interessava questo ricorrere a dio in un momento critico come riflesso condizionato verosimilmente da una mentalità coltivata in lui fin da bambino. E’ più che comprensibile che in momenti come questo il pensiero vada a chi si è sempre ritenuto il vero gestore del nostro destino… ma è proprio qui che la credenza religiosa mostra tutta la sua natura superstiziosa. Per dritto o per traverso, al di là di tutti i distinguo che quei funamboli del pensiro che sono i teologi possono tirare in ballo per rendere verosimile il richiamo al trascendente, è in funzione di una ‘salvezza’ che sta in piedi tutto l’edificio religioso. Salvezza da che cosa? Da una condizione umana che rende consapevoli della precarietà di ogni esistenza e che può portare senza che ci sia sostanziale differenza o contraddizione, a cercare l’aiuto divino quando ‘comunque’ questa precarietà sembra sul punto di presentare il conto… sia che si tratti di un momento drammatico che si sta vivendo (soggettivamente vivendo in modo drammatico, quindi anche di fronte ad una situazione per niente tale vista da fuori), o che sia il risultato di una riflessione sulla condizione umana che induce a cercare la salvezza in ciò che è ‘aldilà’ di ogni esperienza umanamente possibile. Quindi l’appellarsi a dio è sempre in funzione di un intervento diretto della divinità in grado di sconfiggere un male, fisico o esistenziale, che non si è in grado di affrontare in altro modo… e che esige un rituale religioso, esteriore o interiore, personale o collettivo, che ha sempre e solo un nome: supestizione. Cioè strumentalizzazione del dio perché dimostri concretamente la vera ragione per cui lo si è ‘inventato’: venirci in aiuto, fisicamente o psicologicamente (per il pensiero ateo-materialista in realtà non c’è distinzione tra i due) quando la vita mostra la sua faccia più angosciante.
Che può ‘aiutare’ il pilota di fronte al disastro, l’atleta che si accinge ad una gara che richiede un grande sforzo psico-fisico (quanti, all’entrata in campo per disputare una gara, spesso in modo quasi furtivo ‘si segnano’), lo studente che affronta un esame, il religioso che deve legittimare a se stesso la propria fede, il teologo che riversa tutte le sue energie mentali per confrontarsi con, per citare Pascal, il ‘deus absconditus’. Sempre di superstizione si tratta.
Samael solo una curiosità ma TU quanti e quali credenti conosci che si comportano come hai detto? eh?
così, tanto per portare qualche esempio sul “o si pensa o si crede”:
Approccio religioso alla scienza
Maxwell giustifica la conoscibilità della natura e il successo della scienza, cioè la capacità dell’uomo di elaborare una scienza che sappia predicare alcune verità sulla natura, attraverso un atto di fede. Infatti Maxwell sosteneva che Colui che ha creato mente umana e natura, le ha create in corrispondenza. La fede cristiana di Maxwell si manifesta anche in un approccio religioso alla sua attività scientifica, dichiarandosi lettore del libro della natura: tale libro si mostra agli occhi dello scienziato come ordinato e armonioso, rivelando l’infinita potenza e saggezza di Dio nella Sua irraggiungibile ed eterna Verità.
quello che volevo dire è: la preghiera è una conseguenza dell’incapacità(dovuta al panico,alla preparazione lacunosa etc…), quasi fosse un intercalare, o davvero ha mollato baracca e burattini pensando che dio lo avrebbe aiutato??
spero di essermi spiegato meglio
@ Alfio
Ne conosco fin che vuoi!
bravo! evidentemente frequenti più brutta gente di quella che frequento io.
prenditela con le tue cattive compagnie e non scassare i cabasisi a chi non ha nulla a che spartire con loro.
@ Paul
Ok, potrebbero essersi verificate tutte e due le ipotesi,entrambe inaccettabili a mio avviso.
@ Alfio
Non e’ brutta gente, e’ solo gente condizionata.E poi chi te la detto che le frequento? Tiri le somme troppo in fretta!
@ samael
bello il tuo nick!!
concordo che sono inaccettabili entrambe, però a livello causa effetto fa differenza, e visto che era partita una discussione in tal senso ho voluto sentire un po’ i pareri in giro, compreso sul primo post che ho scritto…
Gente “condizionata” è una parola grossa.
Per me anche quelli cresciuti ed educati all’ateismo potrebbero essere “condizionati”.
Li “conosci” ma non li frequenti: benissimo, allora puoi sapere ben poco sulle loro motivazioni.
e puoi dire ancora meno con cognizione di causa questo:
“chi crede, non considera inutili queste giaculatorie e perde cosi’ il contatto con la realta’ e l’immanenza.”
sono inaccettabili delle ipotesi:
quindi Samael fammi capire: tu te le canti e te la suoni, costruisci ipotesi nel tuo circuito neuronale e poi esprimi giudizi scollegati da qualunque conferma empirica!
ahahah
@ alfio
un’educazione all’ateismo (ammesso cha abbia senso questa definizione) è un’educazione alla libera scelta ed alla pluralità dell’offerta religiosa…
altrimenti non è educazione per come la si intende qui….
io per esempio sono un ateo moooolto convinto ,ma non ho problemi a dirti che conosco cattolici moooooolto cattolici con cui non ho il bencgè minimo problema,
se non essere come il giorno e la notte quando si parla di religione
@ Alfio
Senti, io all’ateismo ci sono giunto da un percorso nettamente personale…sono uscito da un condizionamento impartito sin dall’infanzia quindi ti consiglio di sciaquarti la bocca prima di affermare che sono condizionato all’ateismo.
Frequentare, per te, puo’ volere dire nel tempo prolungato, per me puo’ voler dire anche nel breve tempo e comunque a volte si e’ “costretti” a frequentare certe persone ,vuoi sul posto di lavoro per esempio….Frequentare certe persone poi non vuole dire condividerne le idee per forza…ho espresso un mio parere convinto e non mi interessa minimamente se non lo condividi.
bene non può che farmi piacere.
lo stesso io.
quello che mi dispiace è vedere sia posizioni estremizzate da un lato che dall’altro.
io per esempio non mi considero un “alfiere” del cattolicesimo solo perchè mi considero cattolico.
mal sopporto la sovraesposizione mediatica di certi personaggi che credo sia da imputare al servilismo imperante della classe giornalistica e politica.
mal sopporto anche le banalizzazione e i recenti tentativi di creare confilitti (inesistenti) tra credenti e non credenti.
temo purtroppo che a farne le spese saranno gli onesti, di una parte e dall’altra, mentre i cosiddetti intellettuali staranno in disparte a sgranocchiare popcorn godendosi lo spettacolo circense.
@ Alfio
Se poi tu credi che pregare influenzi la realta’ dei fatti a mio modesto parere sei un povero illuso…
non ti scaldare Samael e non fare l’offeso.
massimo rispetto per il “tuo” percorso.
ne ho fatto uno anche io che mi ha portato a un cattolicesimo più consapevole e critico.
Questa è la tua frase:
“ci puo’ fare ben capire cosa e’ capace di fare l’imprinting irrazionale delle religioni sulla psicologia dell’uomo. Un’aberrazione che in questi casi di responsabilita’ non e’ ammissibile”
Aberrazione e “imprinting irrazionale” e tale generalizzazione che condanna senza aver commesso il fatto (tutti i credenti prima o poi cederanno sotto il peso della tensione) non sono buffetti sulla guancia, tanto più se qualcuno dovesse per esempio diro a mio figlio:
bimbo: “sono cattolico”
bimbo ateo: “mio papà ha detto che sei un’aberrazione”
non fare il gioco delle tre carte, non sono tutti sciocchi i tuoi interlocutori.
se tu credi che il fatto di non credere ti creda più razionale e intelligente di chi crede o più adatto a certi lavori sei un illuso
quindi in sostanza ce l’hai coi tuoi parenti che ti hanno “educato” alla preghiera?
@ Neoalfa
La pertinenza della notizia mi sembrava scontata: un interessante caso di studio riguardante due temi seguitissimi su questo sito: la teodicea e l’atteggiamento dei credenti nei confronti della morte.
In ogni caso, non sono solo io ad aver avuto da ridire sul comportamento del pilota. In primis, l’ha fatto la giustizia italiana; ma anche la stampa sta facendo altrettanto (e non mi riferisco a quotidiani pregiudizialmente antislamici). Come già altri hanno qui evidenziato, siamo in presenza di un caso in cui la professionalità richiesta a un pilota è venuta drammaticamente meno, ed è venuta meno per motivi direttamente imputabili alle sue convinzioni religiose. A causa di ciò sono morte 16 persone che si sarebbero potute salvare con più professionalità, e probabilmente anche con la dovuta informazione. Per il resto, l’UAAR sa benissimo che il mondo dei non credenti è formato sia da chi ritiene che i credenti non pensino, sia da chi ritiene che occorre stare zitti anche in presenza di un manifesto “non pensamento” da parte di credenti. Siamo consapevoli che non raggiungeremo mai né l’unanimità né l’infallibilità, e cerchiamo di andare avanti lo stesso ben consci dei nostri limiti :-).
@ alfio
aridaje!
un padre che andasse in giro a dire a suo figlio che il suo compagno figlio di credenti(perchè questo è) è un’aberrazione non è un ‘padre che ha educato suo figlio all’ateismo’ ma semplicemente un imbecille.
ateismo è tutta un’altra cosa se non l’opposto di quello che tu dici
P.s quando ero alle elementare i compagni testimoni di geova venivano sistematicamente ’emarginati’ dai bambini ‘cattolici’…
quindi..
@Carcano
ma davvero ritenevi che postare questa notizia si forniva un contributo al dibattito su questioni come la Teodicea e l’atteggiamento dei credenti di fronte alla morte?????????
@
ed è venuta meno per motivi direttamente imputabili alle sue convinzioni religiose
Scusa questa da dove l’hai “razionalmente” dedotta?
@Paul
bene.
vale anche per Odifreddi e le sue castronerie?
anche essere cattolici per me “è tutta un’altra cosa se non l’opposto di quello che (inserisci nomi a piacere) dicono”
pari e patta
@ alfio
mi riferivo all”educazione dei bambini nello specifico.
Odifreddi mi piace molto, ma è solo un uomo, io non divinizzo gli uomini (in divisa o meno) e di lui ci sono molte cose che non condivido….ne è il papa degli atei e rappresenta il pensiero di tutti
riguardo l’esempio dei bembini visto che siamo in vena di ribaltoni è molto più facile che accada il contrario, e molti soci e non soci hanno denunciato discriminazioni a danni dei loro figli, perchè magari non avaveno ricevuto i sacramenti (quando vorranno se li faranno)
a me personalmente non interessa minimamente se sei credente o cosa, mi interessa che il tuo credo non diventi un credo di stato, ma sono sicuro che neanche tu lo voglia..
no?
@Raffaele Carcano
Grazie mille per la risposta. Stavo giusto cercando di chiarire questo.
Quindi si sostiene che il pilota si è comportato erroneamente a causa delle sue convinzioni religiose? Se fosse stato per caso buddista non sarebbe andato incontro alla stessa situazione? Lo so che sono rompiscatole ma detta così sembra voler dire che la fede (e nello specifico l’islam) sia una forma di deficit alle capacità di pilota o comunque alla professionalità.
Quanti piloti atei volano lassù? Mi devo preoccupare se il pilota è un credente? Potrebbe ledere alla sua professionalità se è musulmano.
Perdonami ma il tuo intervento sembra sottolineare la discriminazione che a mio avviso trapela dall’articolo.
Sostenere che la sua professionalità è venuta meno a causa delle sue convinzioni religiose non è un tantino pretestuoso? Io nelle stesse condizioni avrei tirato giù tante bestemmie da far bruciare spontaneamente il crocefisso più vicino.
In quel caso sarebbe stata la mia mancanza di fede a determinare la poca professionalità?
E’ davvero sensato sostenere che la professionalità di un pilota è venuta a mancare per il suo credo? Si può davvero sostenere che in un frangente del genere, dove la paura fa da padrone, che il credo di un individuo ne influenzi la professionalità al punto di venire meno alle procedure? Non è la paura, unita alla mancanza del dovuto sangue freddo, una motivazione sufficiente a spiegare la reazione (religiosa) di mancata risposta alle procedure d’emergenza?
Scusate sono davvero fastidioso ma non riesco a togliermi sto tarlo dalla testa.
Grazie mille.
Saluti.
@ Alfio
Per te sono castronerie quelle di Odifreddi, per me quelle in cui credi tu.
Evita di dare giudizi su persone che possono darti la paga, grazie.
ovviamente volevo scrivere NON rappresenta il pensiero di tutti
@Ernesto Di Lorenzo
io sto a quello che dicono i media, che potrebbe anche essere sbagliato ma che afferma (c’è anche nella notizia ANSA) che dall’inchiesta risulta che i passeggeri non vennero avvertiti (o forse lo furono solo all’ultimo momento, qui dice che due minuti prima fu chiamato in cabina “chi doveva avvisare i passeggeri”, non dice se poi ciò fu fatto effettivamente: http://www.wallstreetitalia.com/articolo.asp?art_id=677997).
Considerando che ci sono 23 sopravvissuti, i testimoni ci sono …
Quindi, al di là di altre responsabilità (si dice che non abbiano effettuato tutte le corrette procedure che avrebbero consentito loro di atterrare comunque a Palermo), non vedo per ora motivi per ritenere che non abbiano tenuto un (effettivamente demenziale) comportamento. Dato che ci sarà un appello, anche questo aspetto potrà ulteriormente essere sviscerato, suppongo.
la paga me la da il mio datore di lavoro
certo non Odifreddi
VISTO CHE NEMMENO MI CONOSCI non sai in cosa “credo”.
io valuto e giudico quello che scrive e dice proprio come si fa per il papa e compagnia
@ neoalfa
è lo stesso quesito che avevo sollevato prima, sono d’accordo con te sulla cautela in casi come questi
anche perchè davvero bisognerebbe andare a chiedere al diretto interessato per sapere la verità..
che dire: quoto paul e neoalfa.
Paul la risposta è si.
e tu vuoi che io venga “giudicato” per il mio credo e non per le mie azioni?
vuoi togliermi la possibilità di votare come voglio e di portare avanti le battaglie che ritengo più opportune?
Paul la risposta alla tua domanda è “no, non voglio che lo diventi”
quindi tu vorresti la religione di stato, lo stato confessionale, il comportamento cattolico per legge etc….
attento che stato confessionale per stato confessionale, se poi un giorno i musulmani diranno: visto che l’italia è uno stato confessionale allora deve essere confessionale secondo il nostro credo…poi non venite a invocare la laicità quando ci sarà la sharia..
se la pensi così mi spiace, perchè pensavo fossi un buon esempio di cattolico con cui discutere..
a scusa sorry come non detto rinnovo le ultime parole di stima…
@ Alfio
Michiedi se ce l’ho con i miei parenti per avermi educato a pregare….come sei ingenuo…ovvio che no…loro mi hanno trasmesso in buona fede cio’ che a loro stessi e’ stato insegnatoe per cui credono…niente di male…io ho fatto un mio percorso e sono giunto a delle mie personali conclusioni.
E poi basta con il classificare bimbo cattolico o bimbo ateo ect etc..vogliamo allora parlare di bambini comunisti o fascisti? Ma fammi il piacere…non esistono bimbi cattolici ma figli di genitori credenti ed appartenenti alla dottrina cattolica o bimbi figli di genitori non credenti e non facenti parte di nessuna dottrina religiosa.
Poi il termine ateo, personalmente non mi piace molto, preferisco non credente.
Il termine ateo implica di per se’ una mancanza…mentre mi pare sia il credente,semmai, ad avere una un qualcosa in piu’ del necessario o di concreto che mancherebbe appunto al non credente; l’idea non fondata di dio o di qualsiasi amichetto fantastico ed immaginario che vive dappertutto,guardae giudica tutto quello che tutti fanno etc etc ma per piacere va….
@ Alfio
Bene, allora cerca di dare un supporto a quanto affermi. Quali sarebbero le castronerie?
A proposito, non ti conosco di persona, ma attraverso ciò che scrivi posso farmi un’idea…
Vorrei specificare che nel mio commento precedente mi riferivo al comandante che ha pregato invece di avvisare i passeggeri.
Non parlavo a nessuno di coloro che discutevano nei commenti prima di me.
L.
@ Alfio
Mi chiedi se ce l’ho con i miei parenti per avermi educato a pregare….come sei ingenuo…ovvio che no…loro mi hanno trasmesso in buona fede cio’ che a loro stessi e’ stato insegnato e cio’ per cui credono…niente di male…io ho fatto un mio percorso e sono giunto a delle mie personali conclusioni.
E poi basta con il classificare bimbo cattolico o bimbo ateo ect etc..vogliamo allora parlare di bambini comunisti o fascisti? Ma fammi il piacere…non esistono bimbi cattolici ma figli di genitori credenti ed appartenenti alla dottrina cattolica o bimbi figli di genitori non credenti e non facenti parte a nessuna fede religiosa.
Poi il termine ateo, personalmente non mi piace molto, preferisco non credente.
Il termine ateo implica di per se’ una mancanza…mentre mi pare sia il credente,semmai, ad avere una un qualcosa in piu’ del necessario o di concreto che mancherebbe appunto al non credente; l’idea cioe’ non fondata di dio o di qualsiasi amichetto fantastico ed immaginario che vive dappertutto,guarda e giudica tutto quello che tutti fanno etc etc ma per piacere va….
@ Alfio
Come sei ingenuo….ovvio che non ce l’ho con i miei parenti per avermi educato a pregare…lo hanno fatto in buona fede pensando fosse giusto cosi’…e’ nella cultura predominante battezzare e mandare a catechismo i figli ( perlomeno 30 anni fa, per fortuna le cose stanno cambiando ora ). Poi smettiamola di etichettare i bambini come cattolici o atei…che esitono per caso pure i bimbi comunisti e fascisti? Esistono bimbi di genitori credenti e bimbi di genitori non credenti.punto.
Poi ,sinceramente il termine ateo mi garba poco,preferisco non credente poiche’ ateo implica necessariamente una mancanza che in verita non sussiste.Semmai e’ il credente che ha qualcosa in piu’ ( io direi di futile e non necessario ) rispetto ai non credenti
@Neoalfa
scusa ho letto solo ora il tuo intervento delle 15:14 forse è stato pubblicato dopo o forse è stat una mia svista. Sono daccordo con te sul fatto che la professionalità del pilota potrebbe essere venuta meno (metto il potrebbe visto che a quanto pare si andrà avanti per altri gradi del processo). La discussione poi che si è sviluppata è andata oltre la notizia stessa, tu stesso nel post riferito a Raffaele chiedi se qui si sostiene “che il pilota si è comportato erroneamente a causa delle sue convinzioni religiose”, continui scrivendo “Se fosse stato per caso buddista non sarebbe andato incontro alla stessa situazione?” e ancora “Quanti piloti atei volano lassù? Mi devo preoccupare se il pilota è un credente? Potrebbe ledere alla sua professionalità se è musulmano”. Provo a dirti come la vedo io, partendo dal presupposto (spero comunemente accettato), che siano discussioni del tutto oziose, oziose nel senso che si da per scontato che non rappresentino la linea dell’uaar, anche se dovrebbe essere scontato, anche se è gia scritto sul sito, pero’ io sono francamente sono un po’ stufo di sentir dire -a fronte di uno qualunque dei commenti piu’ o meno condivisi- frasi come “l’uaar dovrebbe prendere le distanze” oppure “se l’uaar crede che sia giusto ecc ecc”, senza fare distinzione alcuna tra il singolo o i singoli utenti e l’associazione , tra un forum pubblico (luogo anche di discorsi senza troppe pretese e di castronerie) e l’ufficialità delle posizioni uaarine, ragionare come se ogni commento di ogni singolo utente sia l’orientamento anche di tutto il forum… beh, getto la spugna in partenza. Chiarisco questo perchè voglio ribadire: siamo tra adulti (suppongo) ed io parlo per me. Allora (torniamo a bomba)… io per esempio non metto in discussione la professionalità del pilota in base al suo credo religioso. Dico pero’ che il pilota, piuttosto che agire come doveva, ha pregato il suo dio e non ha avvertito i passeggeri del disastro imminente. Questa è la notizia, questo il fatto. Se fosse stato credente, e avesse fatto tutto cio’ che doveva fare e avesse tenuto il suo sentimento religioso fuori dal contesto, in modo che non condizionasse gli eventi, avrei detto “bravo pilota”. Io non sindaco il credere o meno, ma il venir meno ai propri doveri, sulla base delle proprie credenze. Si è parlato di perdere la calma e fare cose irrazionali, e cosa ancor piu’ buffa, sono i credenti che dicono che se uno perde la razionalità fa cose insensate, e mi stupisce non poco questo, come se pregare in una situazione di grave pericolo per un credente significhi dare di matto!! Ma non dovrebbe essere vero il contrario? Allora io sono daccordo sul fatto che se un ateo perde la testa il risultato non cambia ma chiedo: siamo sicuri che il pilota avesse perso la testa? Cosa ha fatto di strano? Non pregava, forse? E se la testa non l’avessa persa per niente? Allora ti chiedo: io da non credente posso avere delle perplessità rispetto a d una persona che pur non perdendo la testa e mantenendo il controllo totale su di se possa realmente pensare che sia meglio pregare dio piuttosto che osservare le procedure? In fondo un credente potrebbe realmente pensarlo, o dico una cosa sbagliata scrivendo questo?
Oh mamma! Quando salirò su un aereo vorrò piloti atei …A parte gli scherzi..che roba!!!!:-(
Mi chiedi se ce l’ho con i miei parenti che mi hanno educato alla preghiera? Che domanda ingenua,ovvio che no…loro mi hanno cresciuto secondo le loro convinzioni in buona fede…fortunatamente ora posso dire che il mio libero pensiero ha scardinato delle concezioni che mi parevano ovvie e scontate.
Smetterei pure di parlare di bimbi atei e cattolici,odio le etichettesoprattutto quando sono appiccicate in modo improprio…esistono pure bimbi comunisti e fascisti per caso? Diciamo che ci sono bimbi figli di genitori credenti alla fottrina cattolici e bimbi figli di genitori non credenti.
Poi,personalmente non mi piace il termine a-teo,sembra un’accezione negativa,di mancanza,quando invece e’ il credente che ha qualcosa in piu’ ( io direi di futile e non necessario ) del non credente.
Il mio post di prima era per ALFIO
Smetterei pure di parlare di bimbi atei e cattolici,odio le etichettesoprattutto quando sono appiccicate in modo improprio…esistono pure bimbi comunisti e fascisti per caso? Diciamo che ci sono bimbi figli di genitori credenti alla fottrina cattolici e bimbi figli di genitori non credent
SONO D’ACCORDO!
dillo anche ai tuoi colleghi che vorrebbero che me lo tatuassi in fronte che sono cattolico!
…e sono morte 16 persone.
@ statolaico
Non si da tanto per scontato che quello che viene pubblicato sulla Home page dell UAAR si dissoci da quella che è la linea ufficiale. Anzi io non lo darei assolutemente per scontato. E non credo che lo darebbe per scontato un visitatore occasionale. Sono dell’idea (che poi uaar.it non è casa mia) che lo Uaar dovrebbe tenere un profilo più alto su temi di questo tipo al duplice fine di:
– Non apparire (e non diventare) ente discriminatore, specie quando lotta contro le discriminazioni (leggi difesa della laicità)
– Non essere facilmente indicati come intoleranti razzisti intransigenti, perchè la fuori c’è gente pronta a farci la festa mediaticamente (e non).
Ironia di questo genere la faccio a iosa sul mio blog personale e non sulla Home page dello UAAR.
Detto questo penso di essermi espresso appieno in merito . Spero che questa mia critica sia presa in maniera costruttiva se possibile.
Grazie mille.
Saluti.
Non parlo di home page ma di commenti di singoli utenti. Pensavo di aver scritto in italiano.
Ps: dal mio punto di vista non ti eri espresso per bene perchè io ti ho fatto delle domande proprio per capire meglio il tuo ragionamento, ma non usi con me la cortesia della risposta. Grazie lo stesso, saluti anche a te.
@statolaico
Scusa ma non ci stiamo davvero capendo io sto parlando del tono (e dello scopo) dell’articolo quassù. Il commento di Carcano su un articolo scritto da lui stesso sulla Home Page della UAAR direi che integra l’articolo ed è difficile considerarlo puramente personale. Se lo è il commento allora lo è anche l’articolo e conseguentemente, ritengo, non dovrebbe stare nelle Ultimissime in virtù dei punti esposti al mio commento precedente (Tutto questo prendendo per buona la mia valutazione di articolo a sfondo discriminatore).
Spero di aver spiegato bene il mio ragionamento.
Saluti.
sorge il dubbio che l’addestramento del pilota sia stato superficiale e carente: pilotare un aereo, eseguire un’appendicictomia o gestire una centrale nucleare in condizioni normali è relativamente difficile.
La preparazione , l’allenamento servono per gestire le emergenze, o meglio i casi reali.
Le compagnie aeree riducono i costi all’osso per manutenzione,formazione e perfino carburante: non mi stupirei se il pilota si fosse affidato a dio non avendo altre competenze da utilizzare oppure non avendole assimilate.
La corsa al ribasso nei prezzi probabilmente è una delle cause anche di queta tragedia: forse è una strada sbagliata da cambiare quanto prima.
@Carcano
Ma attenersi ai fatti provati no, eh?
Come si possono affermare cose del tipo “siamo in presenza di un caso in cui la professionalità richiesta a un pilota è venuta drammaticamente meno […] per motivi direttamente imputabili alle sue convinzioni religiose” ???
I FATTI, prego, non le proprie convinzioni confessionali. Quali sono le motivazioni depositate della sentenza? In che punto di esse si deduce che la religiosità del pilota è causa “diretta” del venire meno della professionalità di un pilota? Io se fossi nel pilota ti querelerei immediatamente e sarei sicuro di vincere la causa. E quali sono le responsabilità disattese dai piloti? Quanto tempo prima, secondo le procedure, deve essere avvisata la cabina?
Responsabilità ce ne sono certamente, ma non per i motivi che si danno in questo articolo.