50 per cento lettori di “Focus” scettici su esistenza di Dio

Un sondaggio del mensile scientifico Focus, condotto su oltre 2000 lettori, mostra che la metà di essi è scettica sull’esistenza di Dio: per la precisione, il 25% “non si sente in grado di giudicare se esiste o no” e un altro 25% afferma di essere “sicuro che non esista”. Nel campo teista, il 32% del campione ritiene che Dio esista ma non sia “quello presentato dalla Chiesa”. Il 96,5 per cento dei lettori ritiene inoltre che la Chiesa “possa umanamente sbagliare”. Ne dà notizia un lancio AGI.

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36 commenti

Kaworu

il problema è che focus è considerata una “rivista scientifica”.

quando è poco più che divulgazione…

(piutost che nient l’è megl piutost eh, però…)

Antonio_C

@ kaworu
mi sa che devi ripassare il dialetto varesotto …. non so l’orale, ma lo scritto lascia a desiderare 🙂 (io sono della zona)

MicheleB.

Appunto: un risultato simile e leggono “Focus” (senza intenti denigratori); io sono abbonato al National Geographic e lo scetticismo lo colgo anche fra gli autori, figuriamoci i lettori!

jeeezuz

@ kaworu
a bulaggna a’s dis: piutòst che nînt, l’è mej piutòst

gianfranco

mi piacerebbe sapere la statistica sui 23 lettori di avvenire…

Stefano Grassino

@ Kaworu

Hai ragione, focus è poco più che divulgazione e siamo al 50%. Salendo e trvando riviste puramente scientifiche saliamo al 95%. Se andiamo su riviste tipo “Chi” o “Visto” sono credenti al 99%. Ora non voglio fare il razzista ma i numeri sono implacabili, i numeri sono fredddi, senza sentimento e reali.

béal feirste

Spezzo una lancia in favore di Focus, se permettete.
Mi rendo conto che non è propriamente una rivista scientifica, però spiegare la meccanica quantistica ricorrendo alle palline da tennis (tanto per dirne una) non è malvagia come idea per introdurre i bambini a studi più complessi.

Comunque solo un 18% sostiene che Dio è quello presentato dalla Chiesa, e solo il 3,5% condivide il dogma dell’infallibilità. Mi piace!

andrea pessarelli

è un risultato deludente quello di focus: fra i lettori della bibbia (cioè fra quelli che effettivamente l’hanno letta) la percentuale di scettici è molto più alta 🙂

c.j.

Focus è informazione su temi spesso scientifici, ma non mi sa di pubblicazione scientifica.
Però sempre meglio di Famigghia Cristiana (baciamo le mani…)

Comunque ci tengo a precisare che atei lo sono non solo le menti più sagge del pianeta, ma anche le capre… mi spiego:

Occorre una frustrazione che solo la mente umana può generare per creare simili fantasie come le divinità. Gli animali non sono abbastanza intelligenti… gli scienziati (che ragionano) sono troppo intelligenti…

Diciamo che la religione è per quella via di mezzo che odora di uomo-caprone, ovvero simile all’essere umano, ma che in quanto capra segue le altre capre senza ragionare. Chi legge focus lo fa per conoscere, ragionare, riflettere, quindi per usare la capa. La capra la capa non la usa. Morale della favola, o si pensa o si crede, o si legge focus o si legge A Famigghia Cristiana… o si è uomini o si è caproni.

Bacioni

Andrea

@# gianfranco scrive:
mi piacerebbe sapere la statistica sui 23 lettori di avvenire…

Sono aumentati? Pensavo fossero meno.

Ciao a tutti

Lorenzo Galoppini

Non vedo dove stia il problema se Focus é una rivista divulgativa. Non per questo dice cavolate, mi sembra. Almeno fino a quando la leggevo io abitualmente, 4 o 5 anni fa. Che io sappia vi collabora abitualmente anche Massimo Polidoro del Cicap con alcuni interventi.
Anche Piero Angela e figlio sono divulgatori, se é per questo, e si sono conquistati una solida fama (soprattutto il padre) per il loro modo semplice e accessibile a tutti di spiegare la scienza al grande pubblico.

darik

vedo ke focus viene sempre snobbata nel nostro ambiente; ke, evidentemente e me ne
rallegro, pare raccogliere il fior fiore delle intelligenze accademike del paese 😉 ;-?
a questi detrattori, io ke sono abbonato fin dal 1° numero, vorrei solo far notare una cosa:
vista la grande tiratura della rivista; se ne deduce ke i lettori sono ampiamente soddisfatti del
contenuto; e la scienza ke lì si illustra e si divulga è sufficiente per le loro esigenze (per me basta e avanza).
prendendo atto ke la rivista ha un atteggiamento di simpatia per i non credenti ed ospita pure
un forum sull’ateismo, vorrei invitare coloro ke non perdono occasione per parlarne male a
riconsiderare il loro atteggiamento.

darik

stefano

non è una novità che più una persona apprende e si ingegna per istruirsi meno crede nelle favole, vale per gesù come per babbo natale.

Kaworu

@darik

beh se stiamo a guardare la tiratura, certi giornali scandalistici non hanno rivali 😉

comunque appunto dicevo che piuttosto che nulla o idiozie di cui sopra, è già buono che gli italiani si leggano “almeno” focus.

se poi questo fa fare il salto di qualità a tanti, ancora meglio 😉

vico

sarebbe interessante sapere come la pensano i lettori di famiglia cristiana, se i risultati fossero analoghi? 🙂

Sara

Beh, mi spiace per gli estimatori di Focus, ma dire che leggere Focus è meglio che niente in ambito scientifico, è come dire che è meglio leggere la Tamaro che Hugo, piuttosto che non leggere niente. NOn so quanto siano giuste le notizie di Focus, ma sicuramente sono date con un taglio… da bambini, ecco, non da adulti. Troppo sensazionalismo, troppe ‘curiosità’, alla fine la scienza si riduce ad una favoletta. Ci sono pubblicazioni divulgative certamente più serie, e per niente ‘da esperti’. Sul fatto che Focus abbia tanti lettori, significa solo che il livello scientifico medio è basso. Poi ovviamente uno legge quello che gli pare, però la qualità a mio avviso non è questa. In ogni modo, già il fatto che anche i lettori di Focus siano tanto miscredenti, dimostra che non serve una gran scienza (…) per arrivare a certe conclusioni ovvie.

Bruno Gualerzi

@ Sara
Non conosco Focus e quindi non entro nel merito di quanto qui si dibatte.
Mi interessa però la tua considerazione finale che mi lascia un pò perplesso, quando affermi, sia pure ironicamente: “Già il fatto che anche i lettori di Focus siano tanto miscredenti, dimostra che non serve una gran scienza per arrivare a certe conclusioni ovvie”.
Credo sia il contrario. E’ una conoscenza approssimativa, poco approfondita, tipica di chi – non riconoscendo la propria, sia ben chiaro più che legittima, ignoranza – ritiene invece di potervi cogliere la legittimazione del proprio ateismo, che lo confermerebbe in un ateismo, come dire, ‘troppo ovvio’, poco fondato, sempre alla mercè di smentite una volta che, con altrettanta approssimazione, si userà la scienza per affermare il contrario.
Questo ripeto, senza poter esprimere alcun giudizio su una rivista che non conosco.

piccolo-uomo

Mi complimento per il bellissimo commento di c.j..
Talmente perfetto, profondo, di limpida evidenza e incontestabile,
soprattutto nella più perfetta seconda parte
(da “Comunque ci tengo a precisare…“),
che nessuno ha sentito la necessità di chiosarlo.
Quindi nemmeno io, che sono solo un piccolo-uomo-caprone, lo farò.
Ciò rafforza la mia stima che almeno il 90% dei commentatori qui
la pensa più o meno allo stesso modo.

Significativo.

Lavinia

beh, via, non diamo addosso in questo modo a focus…alla fine mica tutti gli atei-agnostici sono geni della scienza(vedasi la sottoscritta, che alle medie già non capiva nulla né di matematica né di geometria) e non credo sia necessario essere geni della scienza perché il proprio ateismo sia fondato. Qui sembra sempre un pò che tutti gli atei debbano essere grandi scienziati, che debbano riuscire a discorrere di argomenti scientifici con grande naturalezza e cognizione di causa, ma alla fine non è che l’ateismo di una persona debba per forza dipendere dalle sue conoscenze scientifiche.
Non credo che il mio ateismo sia meno fondato di quello di coloro che studiano/hanno studiato scienze, matematica, fisica, biologia etc….anche se studio cinema e non so fare un’equazione.

Sol

orgogliosa di essere abbonata e di avere partecipato al sondaggio 🙂

lamb-O

> Morale della favola, o si pensa o si crede, o si legge focus o si legge A Famigghia Cristiana… o si è uomini o si è caproni.

Ma la capra non era miscredente al pari del genio, nelle premesse? Perché l’incrocio tra il genio e la capra produce un credente che è un uomo-capra ma è equiparabile alla capra che non crede?

Sono tanto confuso =(

ateismo

A parte le considerazioni sul valore scientifico di Focus, bisogna vedere che campione è stato preso. E poi in questi casi il 50% è abbastanza casuale come dato, nel senso che non dice granchè…

Nicoletta

Per Gualerzi
Condivido pienamente le tue osservazioni riferite a quanto scritto da Sara. La scienza è un mezzo per conoscere/capire i fenomeni della natura, la loro origine , per prefigurarne in qualche modo l’evoluzione, per tentare ove possiamo di trarne vantaggio imitandola e in qualche caso “migliorandola” o “aggiustandola” non per consolidare o smantellare le proprie convinzioni sia di ateo che di credente. Così come esiste una fede ingenua esiste anche un ateismo ingenuo. Ma il confronto, se di confronto si vuole parlare, non avviene sulla superficie di un credo appreso, tradizionale , cieco o di un ateismo di reazione e razionale , ma sul piano di un credo e di un ateismo vissuti e colti anche con l’intuito ( o con quello che viene ascritto agli atei: intuito rovesciato). Ecco una delle ragioni che mi lasciano abbastanza scettica circa l’utilità, per noi, della campagna riferita all’utilizzo degli ateobus e ateocartelli per promuovere l’ateismo.. Ma questo è un altro capitolo….

Bruno Gualerzi

@ Lavinia
Anche se non direttamente mi sento chiamato in causa dal tuo intervento per quanto da me affermato in precedenza. Ebbene, sono completamente d’accordo con te (con la quale solidarizzo anche per i miei limiti ‘scientifici’), ma io intendevo proprio dire che sbagliato sarebbe fondare il proprio ateismo su una conoscenza scientifica tanto più quanto più approssimativa, in quanto si può benissimo essere atei a pieno titolo senza disporre di queste conoscenze… purché se ne sia consapevoli. Però, se, come sono convinto, la conoscenza scientifica può dare un apporto decisivo – anche se a mio parere non esclusivo – al pensiero ateo, lo può fare nel modo migliore solo se accostata e praticata in modo non dilettantesco. Questo significa allora rinunciare ad ogni intento divulgativo? Nemmeno per sogno, anzi, ma, proprio per il pubblico a cui è indirizzata la divulgazione (del quale faccio parte a tutti gli effetti) occorre procedere col massimo rigore possibile per non ingenerare equivoci.
E ribadisco ancora una volta che in quanto detto non c’è nessun giudizio, nè negativo nè positivo, di Forum, rivista che non conosco minimmente.

Bruno Gualerzi

A spiegare questi ripetuti ‘lapsus calami’ ci vorrebbe il dottor Freud in persona…
‘FOCUS’, ‘FOCUS’. né ‘Forum’ , né ‘Focum’.

Ermanno Morgari

Molto interessante la questione sollevata negli ultimi commenti circa l’importanza o anche solo la significatività del fondamento dell’ateismo professato su basi razionali ovvero sentito per intuizione quasi preverbale, certo ascientifica. La risposta parte da una semplice premessa e dal proposito che ne consegue: di seguire il criterio di volere solo quello che permetterebbe la consapevolezza del funzionamento della mente, e quindi di non pretendere di scoprire leggi della natura e di descrivere la realtà, ma di limitarsi a render conto dell’attività della nostra mente impegnata nel compito di produrre reazioni efficaci alla propria storia (limitarsi, dico, in confronto con ogni metafisica, ma lanciarsi invece coraggiosamente nello sviluppo di questa visione, perché credo non sensato tentare di far altro, mentre credo passibile di grandi sviluppi un progetto su questa via).
Ci si limiti a render conto del funzionamento del nostro sistema corporeo nello svolgimento dell’attività della mente impegnata nel compito di elaborare reazioni efficaci alla propria storia, perché tutto allora si semplifica e si chiarisce: la nostra mente, avendo costruito la logica in cui inquadra le proprie elaborazioni, costruisce anche quei concetti, quei complessi di simboli, che si adattano meglio alla spiegazione delle relazioni fra i suoi stessi elaborati nel confronto con gli stimoli che assume come dati percettivi. Innata sarà da riconoscere allora la struttura nervosa con cui nasce l’individuo, selezionata evolutivamente in modo da permetterne l’agire in ambito sociale e predisposta a dar rilievo a certe concatenazioni di esperienze sensoriali. Un’indagine sul funzionamento della mente considerata nella sua totalità, quindi non solo di produzione e comunicazione simbolica, ma anche di esperienza di sensazioni ed emozioni prelinguistiche, porta a riconoscere degli a priori non banalmente analitici, bensì così profondamente innervati da risultare forse non descrivibili tramite quelle prestazioni mentali che sono il linguaggio e la logica con cui lo regoliamo ed a riconoscere la validità di sentimenti e intuizioni forti quanto e più di qualsiasi elucubrazione.
Questa visione della mente si estende al suo operato, inducendo a valutare come ipotetico e provvisorio ogni nostro atto, e in particolare ogni nostra “descrizione del mondo”, valida solo in quanto coerente con altri elaborati, senza pretendere che quello che chiamiamo conoscenza abbia come base il dualismo mente-ambiente.
Resta la questione di che cosa abbia senso e sia opportuno fare in campo politico e qui chi adotti il mio criterio non si cura tanto dell’origine ragionata o intuitiva delle sue convinzioni quanto dell’opportunità delle proprie azioni, perseguendo solo un progetto coerente.
Saluto

Ernesto Di Lorenzo

Mi sembra sciocco fare paragoni fra “Focus” e , che so, “Le Scienze”. La prima è una rivista di divulgazione popolare che ovviamente può prendere qualche abbaglio. La seconda, da vera rivista scientifica non può, per antonomasia, essere letta da chiunque non abbia una preparazione del campo. Altrimenti il lettore medio non capirebbe nulla. E’ proprio il linguaggio che è diverso. Ergo ben vengano le riviste popolari di informazione scientifica così come le “serie” trasmissioni TV di piero angela.

Lorenzo Galoppini

@ Sara

Sarebbe questo il problema di Focus? Senza offesa, naturalmente, ma……via, non scherziamo.
E poi, paragonarlo alla Tamaro………
Cerchiamo di evitare questi atteggiamenti eccessivamente intransigenti da ‘duri e puri’, che ci nuocciono e basta, e di questi tempi non mi pare proprio il caso.
Cordialmente.

Gabriele

Per un attimo ho creduto ai miracoli… avevo letto “famiglia cristiana” anziché “focus”. Ma ovviamente i miracoli non esistono.

Sara

Dunque, la mia considerazione era puramente un commento personale alle qualità della rivista; però ho visto che ho fatto nascere un dibattito sul rapporto tra scienza e ateismo! utile. Se dico che Focus non è un granché come rivista SCIENTIFICA, non voglio dire che spari cavolate a mille, ma che ha un taglio troppo ‘scandalistico’, e quindi un po’ infantile e poco scientifico. se poi uno non ha delle basi scientifiche solide, è ovvio che lo prende per una rivista serissima, quando a mio avviso non lo è. Ammetto che ha una sua onestà, ma appunto, c’è di molto meglio anche a livelli non specialistici. Detto questo, concordo sostanzialmente con quanto detto da Gualerzi, ma farei un discorso più generale. Per ogni cosa del sapere umano, più conoscenza si ha meglio è. Per la scienza come per la letteratura, l’economia, la politica, ecc. Questo per avere basi solide per argomentare e ‘fare scuola’. Però a mio avviso, per arrivare alla conclusione che dio non esiste, non è necessario avere una laurea in fisica nucleare (altrimenti il 100% degli scienziati sarebbe ateo). Tutto qua.

Zen

Suvvia, non fate gli atei snob che disdegnano Focus!
E’ vero, non è una rivista prettamente “scientifica”, anche perchè spesso e volentieri si occupa dei più svariati argomenti, tra cui la storia ed il costume. E’ anche vero che i concetti più complicati sono ridotti a banali semplificazioni, tuttavia se proprio dovessi criticarla sarebbe per l’eccessivo contenuto di pubblicità nonostante il prezzo piuttosto elevato per quello che offre. In definitiva è un’ottima rivista “da bagno”, se avete capito quello che intendo.

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