Secolarizzazione crescente anche in Nuova Zelanda

Le più recenti inchieste sociologiche evidenziano come, nonostante gli auspici di studiosi cristianisti quali Rodney Stark e Massimo Introvigne, la secolarizzazione continui ad avanzare in tutto il mondo occidentale (e non solo). Non fa eccezione nemmeno il paese che sta letteralmente agli antipodi del Vecchio Continente: la Nuova Zelanda. I cittadini privi di un’identificazione religiosa crescono anche là: secondo uno studio dell’Università di Massey, ora sono infatti il 40% della popolazione, contro il 29% di 17 anni fa. Non tutti sono non credenti: il 53% del campione ha risposto di credere in Dio, il 20% in qualche forma di energia sovrannaturale; tutti gli altri non credono in Dio o sono agnostici. Da notare che la metà dei credenti in Dio ha ammesso di nutrire dubbi, e che solo un terzo circa della popolazione si descrive come “religioso”. Secondo il professor Philip Gendall, “Dio non è morto, ma forse sta morendo la religione”. I risultati dell’inchiesta sul sito del New Zealand Herald.

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9 commenti

Neoalfa

Caso strano i paesi più civili sono quelli con un tasso di “incredulità” più altro.
Ci sarà un nesso?

Rothko61

Credo (e spero) che si tratti di un trend inarrestabile, che in occidente sarà più veloce ma che col tempo interesserà tutto il pianeta.

Toptone

…..e infatti non per nulla Ratzinger è in campagna acquisti nel Terzo Mondo.

Soltanto tra chi non ha accesso alle informazioni e alla cultura la Chiesa trova terreno fertile.

Appena si possono controllare le affermazioni papiste, il dubbio s’installa e la fede vacilla.

Non parliamo poi dell’accesso alla conoscenza scientifica. Per loro è Game Over.

MaxM

Ma c’è un’inchiesta statistica SERIA in Italia ? La si potrebbe commissionare come UAAR ad una società? Così possiamo contrabbattere ai dati (finti) forniti dalla chiesa cattolica.

RobbyNZ

Kia Ora ,
un saluto italiano dalla Nuova Zelanda .
Non è tutto oro quello che luccica .
I polinesiani sono molto bigotti , i Maori molto mistici , i bianchi metà e metà , gli indiani ( moltissimi ) col loro dio elefante e la dea kalì , i cinesi ( moltissimi ) forse tengono alta la percentuale non credente . Io incremento la percentuale non credente ma non sono stato intervistato .
Qui non esiste l’ora di religione , ma ci sono molte scuole private : indovinate di chi sono ?

Biondino

ehm ehm, che si fa, la censura dell’uaar? si nasconde la parte della notia che dispiace?
orsù, in alto i cervelli, non bisogna aver paura di citare l’articolo per intero:

However, 60 per cent said they would prefer children to have religious education in state primary schools, with strongest support for teaching about all faiths.

cioè:

il 60% degli inetrvistati (che poi erano mille-persone-mille) preferisce che i i propri figli ricevano un’educazione religiosa nelle scuole elementari di stato, con un forte insegnamento plurireligioso.

Abbiamo tutti la ragione per valutare le opinioni di quelli che abitano dall’altra parte del mondo, non ci serve qulaciuno che decida di nascondere quelle che ritiene essere brutte cose.
E grazie.

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