Iowa: legale il matrimonio omosessuale

Il matrimonio omosessuale è ora legale anche nello stato USA dell’Iowa. Più precisamente, la Corte Suprema dello Stato ha dichiarata incostituzionale la legge che limitava il matrimonio a una coppia formata da un uomo e una donna. L’iter giudiziario ha visto la partecipazione di molti attivisti cristiani, impegnati a pregare per una decisione della Corte che, purtroppo per loro, è andata nella direzione opposta a quella auspicata. Ma, come ha sostenuto uno di loro, intervistato dal New York Times, “la sentenza di un tribunale non cambia ciò che è giusto e ciò che è sbagliato”.
L’Iowa è il terzo stato americano, dopo Massachusetts e Connecticut, a consentire il matrimonio omosessuale, che per circa sei mesi è stato possibile anche in California.

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61 commenti

Sailor-Sun

Sperando che le confessioni religiose non infdicano un referendum boicottativo.

MicheleB.

Gli USA sono una “nazione” assai retrograda e bigotta, ma con molte punte di civiltà che, a mio avviso, sono figlie del vasto multiculturalismo che la contraddistingue.
L’essere “melting pot”, gran calderone di ideali e stili di vita, religioni e gruppi etnici, è la grande forza culturale dell’America e ne fa veramente la terra delle opportunità.

balle

erano tutti fuori dal palazzo di giustizia a pregare affinchè dio intervenisse nei confronti del giudice. Con tutti i problemi che si ritrova probabilmente stava pensando ad altro.

dysphoria_noctis

“la sentenza di un tribunale non cambia ciò che è giusto e ciò che è sbagliato”

eggià, lo cambia due preghiere invece… 😀

c.j.

purtroppo per loro, è andata nella direzione opposta a quella auspicata – TIE’!

Comunque per gli USA vale la regola del Nord-Est. Zona più civile perché storicamente appartenuta dall’Olanda (prima di passare all’Inghilterra. Molti del New England sono diretti discendenti mitteleuropei dell’odierno Benelux, ultra laico moderno e progressista da un’eternità. Gli stati del quarto statunitense* a nord est sono stati principalmente popolati da discendenti olandesi e belgi. E’ a partire dal Nebraska verso l’Ovest che gli americani si fanno un po’ “tamarrelli” sempliciotti e bigotti (leggi… …ultracristiani?).

* Minnesota Iowa Missouri da Nord a Sud;
Missouri Illinois Indiana Ohio Pennsylvania Meryland da Ovest a Est.

Tutti gli stati compresi in questo “quadrato” sono meno… per così dire… “Bible Belt”. Gli altri sono (a parte alcune eccezioni come la Florida e gli stati della costa occidentale) diciamo un poco “W” 😉

Takeshi

Certa gente vive solo per cercare di imporre le proprie frustrazioni agli altri. Poveri infelici frigidi/e che vogliono mal comune mezzo gaudio …

MicheleB.

Oreste, a questo amico io gli direi di mandarci il confessore dallo strizza cervelli. E di smettere di confessarsi, che non ha peccati da espiare. Anche la gola è peccato ed è punita dal Signore.

Otto Permille

Non si capisce perché mai le persone se la prendono così tanto, quando le leggi riconoscono alle persone dei diritti che non ledono i diritti di nessun altro. Il diritto delle persone a mettersi insieme per un vincolo affettivo è una cosa che non può essere oggetto di vessazioni e persecuzioni da parte di bibbiaioli o coranaioli.

Thomas

l’omosessualità ha delle precise basi fisiologiche e si forma durante lo sviluppo embrionale.
Non è una malattia, non è un peccato, è solo la natura che fa il suo corso.
A me non importa assolutamente nulla se due omosessuali contraggono vincolo matrimoniale, buon per loro.
Solo rimango molto scettico circa l’adozione di figli. non per un motivo ideologico ma meramente pedagogico.

Roberto

@Thomas
No, non è per niente male quello che hai scritto, anch’io sono d’accordo con te soltanto, credo che l’omossessualità non si formi durante sviluppo embrionale ma, bensì, nella fase dell’imprinting.

Stefano Grassino

@ Thomas
@ Roberto

Anch’io sull’adozione ho gli stessi dubbi vostri ma pongo un problema: una donna se lesbica può usare l’inseminazione artificiale (vedi Jodie Foster) ed allora che fai? Formigoni, avendone la possibilità, la metterebbe al rogo ed affiderebbe i suoi due figli ad una cristianissima famiglia, ma noi che siamo una società civile e non talebana, la accetteremo, giusto? In conseguenza di ciò come puoi dire di no a due omosessuali o lesbiche che vogliono adottare dei figli togliendoli da un orfanotrofio? Tra l’altro, come crescono in quei luoghi? Scusate, non voglio gettare il sasso e tirare indietro la mano, chiedo solo un parere.

Roberto

@Stefano Grassino
Giustissimo quello che dici. Lungi da me ostacolare tali adozioni tant’è che, come dici tu, ci sono bambini che finiscono in un orfanatrofio o, peggio ancora, in un cassonetto quando avrebbero potuto ricevere tutto l’amore necessario anche da due genitori omosessuali, va bene. Ma il problema che mi pongo è un altro: io parto dal presupposto-forse anche sbagliato-che l’omosessauiltà non abbia un carattere innato ma, come ho detto prima, si manifesti nella fase dell’imprintig quindi noi nasciamo asessuati poi è l’ambiente familiare, l’educazione, la società e il modo con il quale ci rapportiamo ad essa e tutti i condizionamenti esterni che ci indirizzano a tale gusto sessuale. Ora, se io nasco e vengo educato da una coppia etero, quindi padre maschio e madre femmina con ruoli ben definiti, successivamente potrò prendere da modello mio padre o mia madre ed avrò come oggetto sessuale un maschio od una femmina perciò posso beneficiare di una scelta seppur inconscia. Se invece vengo educato e cresciuto da una coppia omosessuale ossia in assenza di figure genitoriali ben distinte, avrò come punti di riferimento genitori dello stesso sesso quindi verrò attratto, quasi sicuramente, da un maschio nel caso fossi maschio e cresciuto da genitori ambedue maschi e stessa cosa per le femmine. Non che ci sia nulla di male, beninteso ma la scelta di cui ho parlato prima non la posso attuare. Non vorrei che il mio pensiero passasse per troppo riduttivo o addirittura omofobo.

Flavio

@ Thomas, Stefano

Guardiamo i fatti, le coppie gay con figli esistono e tutte le ricerche che sono state condotte dimostrano che essi non hanno né più né meno problemi di chi è allevato da coppie etero.

Punto.

La buona notizia è anche che in Iowa, prima che possano riuscire a rovesciare la decisione della corte suprema, passeranno molti mesi e chi vuole potrà contrarre matrimonio.

Fri

@ c.j.
cosa vuol dire che gli altri stati sono W? Comunque mi sa che tu restringi un po’ il campo della bible belt… in realtà si fa prima a dire quali sono gli stati un po’ meno arretrati che gli altri. Che poi è giusto il new england, new york e la california. Per questo la sentenza dell’iowa ha stupito così tanto, almeno negli US.

@Stefano
@ Thomas
@ Roberto

cosa c’è di poco pedagogico nel far crescere un bambino a genitori dello stesso sesso? Se gli danno da mangiare, lo curano, lo mandano a scuola e, soprattutto, lo amano il bambino crescerà esattamente come tutti gli altri (forse anche con un po’ meno pregiudizi). Tanto più al giorno d’oggi dove le famiglie “tradizionali” sono sempre più rare. E i figli di genitori separati? O single? Non è meglio crescere amati da due persone piuttosto che da una sola? I figli di religiosi integralisti? Per non parlare poi di quelle culture in cui i figli vengono allevati dalla comunità. Un bambino con 10 madri tutte dello stesso sesso…. chissà che scompensi emotivi!

@ Thomas
@ Roberto

credo che i motivi per cui una persona è omosessuale possano essere mille diversi. Alcuni per genetica, altri per impring, o per scompensi ormonali, altri per ribellione o per pura curiosità, altri per noia o semplicemente perchè gli andava così. Oltretutto credo anche che a livello di popolazione sia impossibile definire in maniera inequivocabile che cos’è l’omosessualità. Forse a livello di individuo si può stabilire se una persona è o meno omosessuale, ma in una popolazione sufficientemente vasta si possono riscontrare infinite variazioni dall’omosessualità pura (per intenderci: mi fanno schifo le persone dell’altro sesso) alla eterosessualità pura (mi fanno schifo le persone del mio stesso sesso). In mezzo c’è tutta una panoplia di opzioni che non è possibile classificare.

Fri

@ Roberto

non credo affatto che noi nasciamo asessuati. I genitali esterni ce li abbiamo tutti bene visibili fin dalla nascita. Il nostro comportamento si può certo modificare in base a come veniamo educati ma poi quando si è grandi ognuno fa le proprie scelte in base alla propria coscenza. Questo blog ne è un chiaro esempio. Quanti di quelli che scrivono qui non sono nati in una famiglia cattolica più o meno praticante e sono stati battezzati e cresimati?

“Ora, se io nasco e vengo educato da una coppia etero, quindi padre maschio e madre femmina con ruoli ben definiti,” ma stiamo scherzando? qui sembra che si stia parlando di una famiglia ottocentesca che non esiste più (se mai è esistita). Al giorno d’oggi entrambi i genitori lavorano e cambiano il pannolino ai figli, li aiutano a studiare e gli parlano di sesso. Quale sarebbe il ruolo ben definito del padre maschio e della madre femmina? e, detto per inciso, molto spesso anche nelle coppie omosessuali si riscontra una certa separazione dei ruoli. Senza parlare poi del fatto che, come dicevo nel post precedente e quindi non ripeto, oggi ci sono talmente tante forme diverse di famiglia che trovarne una “tradizionale” è sempre più raro.

“ci sono bambini che finiscono in un orfanatrofio o, peggio ancora, in un cassonetto quando avrebbero potuto ricevere tutto l’amore necessario anche da due genitori omosessuali,” questo è ancora più agghiacciante! vabbè, piuttosto che buttarlo in un cassonetto tanto vale darlo a una coppia di gay… come dire dalla brace alla padella… (ho volutamente invertito il detto). La capacità di crescere un figlio non dipende certo dalle scelte sessuali di una persona, ma dalla sua integrità e dal suo amore. Punto.

Roberto

@ Fri
No, ripeto, non è un problema essere figli di omosessuali, ci mancherebbe! Insisito solamente sul discorso relativo alla scelta.

Roberto

No, asessuati a livello psicologico, non organico è chiaro! Ossia in quel periodo della nostra esistenza in cui noi non abbiamo ancora un indirizzo sessuale definito.
No, niete famiglia ottocentesca. I ruoli di cui parlo sono relativi alla presenza distinta dei sessi dei genitori, ma a livello visivo per il bambino, non mi riferivo ad una parcellizzazione dei compiti all’interno della famiglia in pieno stile retrogrado!

” vabbè, piuttosto che buttarlo in un cassonetto tanto vale darlo a una coppia di gay… come dire dalla brace alla padella…” Non è questo che intendevo, dai!!

Roberto

Il mio precedente commento era per FRI. Scusate se non ho messo il nome!

Kanna Shirakawa

@Roberto

senza offesa, ma mi pare che il tuo concetto di pedagogia sia piuttosto semplicistico: non penso proprio che la formazione emotiva e intellettiva di un bambino si basi meramente sugli aspetti “visivi” di quello che lo circonda, riallacciandomi a cio` che ha sritto Fri, i comportamenti, l’affetto, il senso di responsabilita`, la presenza (effettiva, non solo fisica), il senso etico … sono questi e tanti altri fattori che ti permettono, al momento opportuno, di operare delle scelte

ho sentito spesso ventilare il dubbio che si possa creare una certa confusione nel concetto di ruoli, allora mi chiedo .. da dove provengono questi ruoli? esistono per volonta` divina (ahi .. pessima motivazione, allora); o sono piuttosto costruzioni culturali, e quindi arbitrari? in questo caso non sono nulla di fisso, e il poter crescere avendo la dimostrazione che questi possono essere plasmati a seconda della propria volonta`, direi che e` un ottimo argomento a favore della costruzione di una mente critica

mi capita spesso di vedere che, anche quando ci consideriamo esseri del tutto razionali, in realta` conserviamo molti schemi mentali legati a pregiudizi (ovvero di giudizi a priori), e quelli che io chiamo i “pregiudizi deboli”, quelli che se ne stanno nascosti e influiscono in modo sottile, sono i piu` pericolosi, per chi si professa razionale

un famoso personaggio, non ricordo chi, ebbe a dire “la gente crede di pensare, quando in realta` mette solo ordine nei propri pregiudizi” 🙂

Ulv

@ Roberto

Scusa, ma desidero farti presente che il tuo discorso nasconde una certa omofobia. Mi spiego brevemente. Nel momento in cui si ritiene che l’eterosessualità sia una scelta e l’omosessualità no, allora si pongono su un diverso piano gli orientamenti sessuali. Come dire: l’omosessualità, a differenza dell’eterosessualità che dipende dal libero arbitrio e che quindi può essere ricondotta al pensiero razionale, è una condanna. Il passo dal ritenere questa condanna una malattia è breve: sia l’una che l’altra, infatti, si caratterizzano per l’impossibilità dell’individuo di operare una scelta.
In realtà le cose stanno molto diversamente. Come ti ha fatto notare Kanna, la tua pedagogia è quantomai semplicistica. E io aggiungo: l’orientamento sessuale non è una scelta, e non dipende dai modelli presenti in famiglia. Se no io, che sono stato cresciuto da una tipica coppia eterosessuale, dovrei essere etero. Invece sono gay. E non, come potresti credere tu, perché ho deciso di “interpretare” il ruolo materno (se no tutti i gay sarebbero dei mammi effemminati…): semplicemente, mi sono ritrovato così. E se ci pensi bene, ricorderai che anche tu non ti sei mai trovato di fronte a un bivio. Di solito il bivio lo pone l’educazione, che castra l’istinto e non permette di individuare con naturalezza la propria strada.
Concludo dicendo che le numerose ricerche condotte in proposito hanno rivelato che i figli di genitori omosessuali non sono psicotici o omosessuali più di quanto lo siano i figli delle coppie eterosessuali.

rododentro

La Natura, è l ‘ ente supremo ed oguno di noi deve rispettare la propia e quella degli altri, c’ è chi lo capisce e chi nò ( peggio per lui ), indipendentemente dal sesso, ogni persona ha il diritto di condividere la propia esistenza con chi desidera lui. Quindi anche se l’ unica legge giusta è quella della natura, viva la Corte Suprema dello Iowa.

Bruno Gualerzi

Il problema della adozione da parte di una coppia omosessuale credo sin un problema che riguarda soprattutto i figli in relazione al loro inserimento in un contesto socio-culturale non ancora sufficientemente emancipato per accettare il fatto con ‘naturalezza’. Parto dal contesto sociale dove vivo io, un paesotto emiliano che dal punto di vista culturale può essere considerato nalla media nazionale. Ebbene, immagino una coppia omosessuale (e già qui posso solo immaginarla, perché coppie omosessuali dichiarate – per quanto anche qui l’omosessualità non sia più tabù come non molto tempo fa – non ce ne sono) che oltretutto adotti un figlio. Come vivrebbe questo figlio in questo contesto? Con tutta la buona volontà di tanti che ormai, come dicevo, si sforzano (meritoriamente ‘si sforzano’, perchè il passaggio dall’omofobia all’accettazione convinta dell’omosessualità come dato assolutamente naturale non avviene da un giono all’altro) difficilmente quasto figlio prima o poi non si sentirebbe discriminato… riflettendosi poi questa discriminazione all’interno della famiglia dove il rapporto genitori figli ne verrebbe condizionat o. Per quanto forte fosse la personalità dei genitori e la loro capacità di far sentire il figlio fortemente amato, non credo che riuscirebbero a far sentire il figlio sufficientemente protetto.
In sostanza, a mio parere i problemi che nel post giustamente vengono indicati in merito all’educazione che può impartire una coppia omosessuale verrebbero risolti – o comunque riportati ai problemi di tutte le coppie, etero od omo che siano – solo se il contesto sociale non ha pregiudizi in merito, o se il pregiudizio è proprio di una minoranza poco influente. Cosa che presumo (presumo, perché mi oriento più che altro sulla base di una conoscenza indiretta) possa esserci per ora solo in una grande città.
Risolvere questo problema creda sia la condizioneprima perché si possano affrontare con possibilità di successo gli altri.

Bruno Gualerzi

Chiedo scusa per il numero eccessivo di refusi e per alcuni passaggi poco chiari – ma spero ugualmente comprensibili – essendomi partito il post prima che lo rivedessi.

Kaworu

@roberto

ci sono studi che dimostrano che i figli di coppie omosessuali crescono nè più nè meno come gli altri, con circa le stesse percentuali di gay/lesbiche di quelli allevati dagli etero (anche perchè se la tua teoria dell’imprinting fosse giusta, tutti gli omosessuali presenti sulla faccia della terra sarebbero figli di altri omosessuali o sarebbero venuti a contatto che so, con l’ostetrica lesbica o il pediatra gay come minimo nei primissimi giorni di vita. io personalmente ho iniziato a sentir parlare di gay intorno alle scuole medie ma sapevo di esserlo da prima, per cui…).

per cui…

stefan

ci muoviamo in direzioni opposte, noi vaticaliani andiamo verso il 1500 mentre altri (per fortuna loro) sono incamminati verso il futuro.

Stefano Grassino

@ Kaworu
@ Bruno Gualerzi

Io ho 56 anni. Quando ero ragazzetto, si faceva a botte se uno ti diceva che tua madre o tua sorella faceva il mestiere o tuo padre era gay (non uso il termine di allora per non essere cancellato) e non credo che in questo paese, regno inconstrastato del clero le cose siano migliorate più di tanto. Personalmente non mi sento all’altezza di esprimere un parere sull’argomento ma solo il bisogno di capire. Purtroppo non si è mai soli e, volenti o nolenti, come dice il detto, ognuno è figlio del suo tempo. In alcuni paesi essere gay non è un problema, in italia per molti versi lo è ancora, in altri paesi ti condannano a morte. Esiste una scala culturale ed io mi domando, visto che ci sono dei minori che devono avere tutte le tutele del caso: siamo maturi come società perchè si dia in adozione dei figli a coppie gay? Ho riportato sopra l’esempio di Jodie Foster e devo dire che non ho nulla da eccepire sulle sue scelte. Sono eterosessuale, ho amici omosessuali, io e mia moglie li frequentiamo senza problemi, ma vi garantisco che sul mio posto di lavoro, se sapessero quello che scrivo a voi, verrei messo alla berlina, forse violentato e riempito di botte. Non dico che tutti siano così ma credetemi, questo paese di strada ne ha da fare.

Roberto

@Kanna
@Ulv
@Kaworu

No, no, no. Allora, io non ho la minima pretesa di assurgere la mia teoria a qualche “dogma” in campo psicopedagogico. Il mio era solo un tentativo, giusto o sbagliato (scusate, ma non sono un uomo di scienza), di delineare le fasi che determinano la nascita e lo sviluppo dell’omosessualità. E’ chiaro che all’inizio il bambino non avendo ancora una struttura mentale formata si basa su approcci visivi, tattili e via dicendo e che quindi la capacità di giudicare della realtà verrà poi attraverso altri molteplici fattori, tra cui il mondo che lo circonda, l’educazione ecc. l’ho anche scritto nel primo post. Io ho parlato di scelte afferenti i processi mentali inconsci non di scelte fatte con cognizione di causa. Si parla tanto di omosessualità e perciò ho pensato di indagare la sua origine e ho dedotto in seguito che per una coppia omo (scusata l’abbreviazione) forse adottare un figlio non è poi una bella idea per i motivi sopracitati, tutto qua, dopo,se ne hanno la possibilità e se se la sentono, che lo facciano pure non fanno del male a nessuno anzi, fondamentalmente è una questione che non mi tange, non mi oppongo! Va bene, potrebbe anche risultare una teoria semplicistica è una critica e l’accetto di buon grado ma tacciarmi di omofobia, questo proprio no. Io non voglio ostacolare le adozioni, se è passato questo messaggio beh, scusate. Ora lo so benissimo che i figli cresciuti da coppie omosessuali sono tali e quali agli altri ma non è questo il punto. L’omosessualità non è una malattia ma un gusto sessuale, tutto qui.
Quoto Bruno

Flavio

@ Stefano

Spaventarsi per la possibilità che in Italia venga “permesso” a gay e lesbiche di crescere bambini (cosa che avviene già, ma vabeh facciamo finta di niente) è l’argomento principe per impedire coppie di fatto e matrimoni.

“Da bambino facevo a botte se…” Allora è meglio che gli atei vadano a messa e mandino i figli al catechismo, come infatti accade. Un bambino viene preso in giro se è alto o basso, grasso, magro, col naso così o colà, se il padre fa un certo lavoro, se la madre fa qualcos’altro, … cosa dobbiamo fare? Essere orgogliosi di essere quello che si è, cioè persone intelligenti ed oneste, è l’unica via percorribile. Nessuno è obbligato a fare l’eroe, ma tutti possono.

Ulv

Caro Roberto, ma non trovi un po’ contradditorio, da un lato, ammettere che non sei un uomo di scienza e che non hai conoscenze in campo psicopedagogico e, dall’altro, tentare di individuare una causa dell’omosessualità attraverso un’indagine para-scientifica (cioè non scientifica)?
Scusa, eh, ma veramente non ti capisco. Se davvero non hai problemi ad accettare le coppie gay e, magari, anche le adozioni da parte loro – e di ciò mi rallegro assai – perché ti senti in dovere di porti domande le cui risposte richiedono competenze che, per tua stessa ammissione, non hai? Perché ribadisci questa tua “teoria della scelta” (non importa se inconscia oppure no) che si basa su considerazioni completamente campate in aria?
Tutto qui. Ecco perché ti ho detto che il tuo pensiero è velatamente omofobo: perché sembri un po’ troppo interessato a indagare le origini dell’omosessualità (che, ti faccio notare, sono in fin dei conti le stesse dell’eterosessualità: se l’orientamento si sceglie, ciò vale per gay e no, e vale l’inverso), un comportamento che ti accomuna agli omofobi. Essi infatti, anziché accettare il dato di fatto relativo alla più perfetta normalità delle coppie omo e dei figli che crescono, focalizzano la propria attenzione su PRESUNTI e NON AVVALORATI DALLA SCIENZA processi di “gestazione dell’orientamento sessuale”.
Chiudo qui perché devo andare. Sia ben inteso: non è mai stata mia intenzione quella d’offenderti. Se ti ho detto che il tuo pensiero nasconde omofobia, è perché si possono esprimere idee omofobe pur senza essere omofobi in senso stretto (così come si può scivolare nel razzismo senza necessariamente portare il cappuccio del Ku Klux Klan). Spero di non essere stato troppo confuso. Ciao.

Bruno Gualerzi

Caro Flavio, nessuno si spaventa di niente… ma fare finta che non esista, nella stragrande maggioranza delle comunità italiane, una, quando non manifesta latente, omofobia è chiudere gli occhi di fronte al più palese dato di fatto. Fare gli eroi per difendere un principio in sè sacrosanto a spese di altri, soprattutto se minori, non credo sia auspicabile. Per chi vive in queste realtà da ateo c’è parecchio da fare ma – come rilevava Stefano – è già molto impegnarsi per combattere l’omofobia. E non credo che, per esempio – e sempre immaginando una situazione per ora inesistente – in una scuola elementare si venga presi in giro allo stesso modo sia che ci si riferisca a dati fisici o alla professione dei genitori, oppure che ci si riferisca all’avere genitori delle stesso sesso. Naturalmente non per colpa dei bambini ma, data la loro età, per quel che sentono in casa.
Ripeto, o ci si dà da fare perchè avvenga questo salto di qualità culturale, in questo campo come in quello religioso, oppure anche l’ottenimento – ovviamente da perseguire con tutte le forze – della legalizzazione dei matrimoni gay, può certamente accelerare e rafforzare questa emancipazione, ma non eliminare di colpo secoli di pregiudizio.

Stefano Grassino

@ Flavio

Come ha detto Bruno, il pugno non riguarda la mia faccia (potrei anche accettare di pagare il prezzo) ma quella di un’innocente. Secoli di addestramento scientifico del potere clericale sulle masse contro gli omosessuali non si cancellano in pochi decenni. Non vorrei che tu facessi l’errore di chi teorizza molto ma non stà a contatto con il popolino bue ed ignorante come me.

Fri

@ Bruno e Stefano

Certo che esiste l’omofobia nelle comunità italiane e, con il governo (e il vaticano) che ci ritroviamo, credo che la questione adozioni sia ben lontana. Però se questo è il vero problema non è certo limitato alle coppie gay. Pensiamo ai figli degli immigrati o dei rom per esempio che in molte zone d’Italia sono quasi segregati a scuola. Allora il problema potrebbe essere posto nei termini dell’adozione di un bambino da parte di coppie di origine extraeuropea o da coppie miste. Le persecuzioni ci sono sempre state nei confronti dei “diversi” e i bambini hanno sempre preso in giro gli altri bambini per qualunque motivo possibile. Pensiamo ai figli non battezzati negli anni ’50 o ai figli di genitori divorziati negli anni ’70. La mentalità del popolino cambia solo imponendogli l’evidenza di quanto sono sciocche le loro paure. Scommetto che se in tv proiettassero un reality show di una coppia gay con figli nel giro di pochi anni la cosa diventerebbe perfettamente normale per tutti.

Bruno Gualerzi

@ Fri
Il superamento dell’omofobia e di cui parli, conseguita per imposizione o per imitazione pedestre, certamente sarebbe possibile, me non comporterebbe nessun reale passo avanti in quanto non sarebbe il risultatato di una reale maturazione (in analogia con quanto avviene in una scuola dove le conoscenze fossero imposte e non conquistate), ma solo un passivo adeguamento ad una moda. Per cui – mio parere personale, ovviamente – quelle persecuzioni e discriminazioni nei confronti dei ‘diversi’ che giustamente dici ci sono sempre state, continueranno ad esserci, individuando nuovi ‘diversi’. Che magari non sarebbero più gli omosessuali, ma qualcun altro su cui riversare nuovi pregiudizi. Come il pregiudizio nei confronti dei ‘terroni’ che si è spostato sugli extracomunitari.
Ma intanto, tu dirai, moda o non moda, l’omofobia sarebbe superata, come si sono superati tanti altri pregiudizi. Forse, ma credo sarebbe ora, se non vogliamo trovarci sempre allo stesso punto di fronte a cambiamenti che in realtà nella mentalità della maggioranza delle persone sono solo sostituzioni di pregiudizi con altri pregiudizi, di non puntare sulle mode.

Stefano Grassino

@ Fri

Scusa, ti risulta che in questo paese si usi la televisione per fare cultura? Oltretutto il fatto non si pone tra adulti, i quali sono in grado di saper discernere tra realtà ed immaginazione (e non tutti) ma investe delle menti in crescita che possono avere seri problemi. Non siamo in Olanda o nei paesi Scandinavi, siamo in vaticalia e se dobbiamo fare la guerra all’arretratezza culturale del nostro paese, facciamola ma solo noi adulti, dopodichè una volta vinta diamo il via a quello che dici tu. Così la vedo io e così la dico; certo, non ho la verità in tasca, posso sbagliare strategia e forse quello che sostengono altri è più giusto. Io infatti, lo ribadisco, ho chiesto un parere e non ho espresso un’opinione.

Stefano Grassino

@ Bruno Gualerzi

Tu dici che il problema stà nel far funzionare la materia grigia che è posta dentro la scatola cranica. Dici niente. Se l’anarchia è un’utopia questa è ancora peggio, mille volte peggio.

Roberto

@Ulv
Punto primo non mi sento in dovere di sputare sentenze su nessun argomento, ma mi avvalgo semplicemente del diritto di dire la mia in merito a determinate cose piuttosto importanti con interventi scientifici o para-scientifici come li hai definiti tu e di conseguenza non mi sento in contraddizione con me stesso. E’ puro interesse il mio, che c’è di male? Non significa che non accetti l’omosessualità come normale comportamento IN NATURA. Eraclito non era uno scienziato ma semplicemente OSSERVANDO ha individuato le leggi del divenire valide ancora oggi naturalmente rielaborate (si legga un saggio di Spengler). Non passo la giornata ad arrovellarmi il cervello ragionando su questo argomento. Non so se tu abbia conosciuto veramente gli omofobi, ma ti assicuro che certe considerazioni non le fanno perchè si fermano alle scialbature di una persona senza indagare nel profondo. Buona giornata a tutti.

piersky

La cosa e’ molto interessante, soprattutto se si considera il potenziale autogol dei fondamentalisti cristiani con il referendum in california. Infatti, se e’ vero che ha vinto il no, la differenza e’ stata minima ed e’ stata possibile grazie alle masse di Ispanici e Neri che sono eccezionalmente andati a votare (si votava per Obama)…Ma le metropoli costiere si sono espresse decisamente a favore dei matrimoni gay…Ma, ben piu’ importante, il procuratore generale della California ha impugnato il referendum davanti alla corte costituzionale federale in quanto, secondo lui, non si puo’ introdurre una norma che vieta i matrimoni omossessuali in quanto queta norma andrebbe contro la costituzione federale. Se il procuratore vincesse, nessun singolo stato potra’ piu’ vietare i matrimoni omessesuali (in quanto la legge federale prevarrebbe…)

Roberto

@Ulv
Scusa ma se fossi omofobo non starei qui a parlarne, quindi…

logos-politico

Il problema del dibattuto pregiudizio omofobico non è
(magari fosse così) solo italiano, è un pregiudizio che
investe la “civiltà” a qualsiasi latitudine collocata, ed è
presumibilmente collocabile a una atavica sopravvivenza
della specie, modellatosi in seguito sui valori familistici
di potere, anch’essi riproduttivi ed egoici.
Quello che scrive Fri non è depennabile come moda e quindi
superficiale, primo perchè non è trascurabile un modello
imitativo positivo, certo che l’individuale consapevolezza
è l’obbiettivo finale, ma nel frattempo “educare a vedere
le cose da un’altra angolatura” non è di per sè non auspicabile.
Al di là della situazione italiana, voi sinceramente pensate
che in Spagna ( paese cattolicissimo pre Zapatero)
i cittadini spagnoli, con la buona quinquennale rivoluzione
civile, siano diventati così “liberali” e liberati da non essere
più omofobici? Ma la Spagna è l’esempio più macroscopicamente
più vicino; si potrebbe fare diversi storici esempi su Olanda,
Svezia ecc. ecc.

logos-politico

Il problema del dibattuto pregiudizio omofobico non è
(magari fosse così) solo italiano, è un pregiudizio che
investe la “civiltà” a qualsiasi latitudine collocata, ed è
presumibilmente riferibile a una atavica sopravvivenza
della specie, modellatosi in seguito sui valori familistici
di potere, anch’essi riproduttivi ed egoici.
Quello che scrive Fri non è depennabile come moda e quindi
superficiale, primo perchè non è trascurabile un modello
imitativo positivo, certo che l’individuale consapevolezza
è l’obbiettivo finale, ma nel frattempo “educare a vedere
le cose da un’altra angolatura” non è di per sè non auspicabile.
Al di là della situazione italiana, voi sinceramente pensate
che in Spagna ( paese cattolicissimo pre Zapatero)
i cittadini spagnoli, con la buona quinquennale rivoluzione
civile, siano diventati così “liberali” e liberati da non essere
più omofobici? Ma la Spagna è l’esempio macroscopicamente
più vicino; si potrebbe fare diversi storici esempi su Olanda,
Svezia ecc. ecc.
Per ritornare a noi, forse qualcuno ha completamente dimenticato,
che il decennale ’68 italiano è riuscito a fare accettare alla maggior
parte di cittadini la riforma basagliana e ben altro ancora.
E’ l’egemonia culturale, come asseriva Gramsci, quella che apre
ed educa il cittadino a una analisi e a una visione approfondita
delle problematiche esistenti, quindi ben venga con forza un urlo,
un parlare, un sentire altro, quale possibile alternativa nella palude
contemporanea esistente.
Scusate, mi è sfuggito il commento prima di averlo concluso.

Stefano Grassino

@ logos-politico

Diciamo che come tutte le guerre, occorrerà lavorare su più fronti e contemporaneamente. Come ho detto prima a Bruno sono convinto che crescendo la cultura ed affinandosi i cervelli, l’omofobia cadrà di conseguenza e con essa tanti e tanti pregiudizi che ci circondano. L’impegno primario non è tanto battersi contro l’omofobia ma contro le tenebre in genere. Purtroppo in italia, la presenza di uno stato straniero sul nostro territorio come il vaticano, con tutto il suo potere economico e mediatico risulterà una grossa palla al piede.

MicheleB.

Anch’io sono d’accordo coi matrimoni gay, come con qualunque cosa vogliano fare i privati di comune accordo e senza recar danni ad alcuno. E sono pure per le adozioni da parte di gay, single o in coppia, primariamente perchè penso che non ci sia nessunissimo ostacolo educativo (mentre ci sono coppie sacralmente vincolate a cui bisognerebbe toglere i figli), secondariamente perchè-anche ipotizzando che una coppia omosessuale possa offrire un cattivo esempio al bimbo-sono sicuro al 100% che qualunque soluzione sia migliore degli orfanotrofi. Ho avuto molte amicizie (a più gradi) con persone adottate dopo aver passato anni negli istituti e si trascinano tutti dietro qualche trauma.
Certo è che la nostra società è rigidamente “modale” e chi si discosta anche di un pelino va incontro a qualche forma di discriminazione. Lo so bene perchè ho grandi amicizie omosessuali, uomini e donne, e so cosa hanno passato loro fino ad ora. Se avessi un figlio gay sarei molto in pena per lui. Ma viviamo in tempi in cui bisogna essere in pena per qualsiasi figlio si abbia, perchè siamo entrati in un’epoca buia ed ognuno deve affrontare molti nemici. Quindi, pena per pena, scontro per scontro, vengan pure figli gay e che si sposino ed adottino bambini ecc… E’ chi colpisce per primo, chi umilia, chi denigra, chi allontana che sbaglia e si deve vergognare. Questo insegnerei (insegnerò) ai miei figli.
PS: che ce ne frega di stabilire da dove venga l’omosessualità? Chiediamoci dove porti, invece. Secondo me, porta sulle solite strade degli altri.

Roberto

@Michele B.
Sono d’accordo con te su tutto. Mi interessa sapere da dove venga l’omosessualità per puro piacere dell’indagare. Come si struttura il nostro pensiero? Esiste o meno un dio? Come si struttura l’omosessualità? Et similia. Poi tiro le conclusioni.

Bruno Gualerzi

@ Stefano Grassino
Precisiamo alcune cose. Intanto l’anarchia come la intendo io in realtà sarebbe più corretto (si è avuta recentemente sul blog una accesa discussione circa il termine ‘ateo’) chiamarla a-crazia, cioè governo – inteso come dominio di alcuni su altri – di nessuno… il che naturalmente non esclude che la società si organizzi stabilendo una scala di competenze e di funzioni creando istituzioni apposite, ma queste istituzioni hanno la tendenza per loro natura a sovrapporsi agli uomini cui dovrebbero servire, e questo va combattuto. Con i mezzi ricavati dalla ragione, che avrebbe ormai dovuto far capire come bombe, attentati, aggressioni, disordini e scontri di piazza (armamentario dell’anarchismo classico che, sia ben chiaro, non condanno visto il contesto in cui operava) servano adesso a ben poco. Questo credo significa essere anarchici nel momento storico che stiamo vivendo.
In quanto all’utopia ho più volte sostenuto che quando ciò che dovrebbe opporsi all’utopia è un ‘realismo’ che produce i bei risultati che vediamo (che almeno io vedo), l’unico vero realismo diventa l’utopia. Ora, tra le utopie intese come fuga dalla realtà tu poni come la peggiore di tutte l’illusione di far maturare le coscienze… ecco, invece a mio parere è proprio una di quelle utopie più ‘realistiche’ di ogni realismo di cui parlavo, in quanto l’alternativa a questa utopia è l’illusione che si ottengano risultati con l’imposizione, con la violenza. Soprattutto quella sulle coscienza dove maestra è proprio quella chiesa che diciamo di combattere.

MicheleB.

Roberto, anch’io da ragazzo mi sono interrogato circa l’esistenza di un dio e tutt’ora mi piace leggere teorie sull’origine della religione, ma mi sono sempre chiesto soprattutto perchè avrei dovuto ubbidirgli a questo dio. L’indagine eziologica è sempre interessante ma talvolta diventa secondaria o addirittura sviante quando investe la sfera privata. Forse ho frainteso gli intenti della tua esposizione; se è così è dovuto ai frequenti tentativi di giustificare l’omosessualità come qualcosa di “naturale” e di biologicamente “normale”. Siamo tutti tentati di approfittare di queste soluzioni; ma così non facciamo altro che cercare una legittimazione scientifica per delle persone. Così le sviliamo ancora di più! Un essere umano non ha bisogno di legittimare la propria esistenza. Mai!

Bruno Gualerzi

@ logos-politico
Benissimo l’egemonia culturale di gramsciana memoria, ma chi dovrebbe esercitarla in una situazione dove la micidiale convergenza di tradizione religiosa e di pseudo modernità propinata dai media dà con una mano e toglie con l’altra? Io credo che se si pensa di sfruttare gli ‘strumenti’ che hanno creato questa situazione per ‘educare a vedere le cose da un’altra angolazione’, come replicavo a Fri, si potrà ottenere qualche risultato superando qualche pregiudizio, ma lasciando intatta la matrice che alimenta i pregiudizi. Per questo parlavo di un impegno pedagocico che, ora come ora, deve avere come protagonisti quanti vivono le contraddizioni senza demandare, che so, a qualche Zapatero (con tutta l’ammirazione che merita, sia ben chiaro) il compito di superarle.
L’egemonia culturale, o parte dal basso inteso come impegno individuale non delegabile, od otterrà risultati più apparenti che reali.

Fri

Non mi sono spiegata bene, non intendevo dire che l’omofobia possa essere superata per moda. Intedevo dire che i pregiudizi molto spesso (sempre?) nascono dall’ignoranza. La nostra societa’ non e’ abituata a vedere bambini adottati da coppie gay e questo lascia ampio spazio al dibattito su come potrebbero crescere bambini allevati da coppie gay. “Ma diventera’ gay, ma sara’ disturbato emotivamente?, ma sara’ una persona sana? ecc.”. Non sappiamo la risposta a queste domande perche’ non lo vediamo coi nostri occhi. Invece quando ci saranno in giro tanti figli di coppie gay quanti di coppie etero, di genitori single, di genitori separati, ecc allora ognuno potra’ fare i conti con i propri pregiudizi e confrontarli con la realta’.
“educare a vedere le cose da un’altra angolatura” come diceva giustamente logos, questo intendevo, anche per quanto riguarda la tv. E’ chiaro che in italia la tv non fa cultura e la mia era una provocazione.
Poi e’ proprio dai bambini che bisogna iniziare perche’ le opinioni degli adulti sono difficili da scardinare. La cosa piu’ importante per un bambino (soprattutto i piu’ piccoli) e’ avere il totale sostegno dei proprio genitori. I seri problemi delle menti in crescita normalmente nascono quando sono i genitori stessi ad avere dei problemi, soprattutto nel rapporto coi propri figli.

Kaworu

@roberto

tranquillo fidati, io invece sono donna di scienza 😉

e l’evidenza dimostra l’opposto di quello che tu sospetti.

altrimenti ripeto, difficilmente esisterebbero persone omosessuali.

se vuoi ti linko gli studi fatti (o almeno i titoli, e poi li trovi).

oltretutto, non mi risulta che in olanda o belgio (per dire i paesi che da quel che so sono più all’avanguardia diciamo) ci sia stata un’esplosione di giovani omosessuali con genitori gay.

Roberto

@Michele B.
Ma no Michele, nessuna legittimazione! Io non voglio giustificare l’esistenza dell’omosessualità, voglio semplicemente capire come si sviluppa. Mi piacerebbe capire anche altri processi NATURALI come questo. Ciao.

Roberto

@Kaworu
Eh, ben venga la scienza! Ti ringrazierei se tu mi spedissi tutto il materiale necessario per comprendere, poi tirerò le mie conclusioni!

Kaworu

allora, Pietropolli Charmet è uno che son sicura abbia scritto sulla genitorialità omosessuale. poi c’è un libro, “comprendere l’omosessualità” di Marina Castaneda (psicoterapeuta).
daniela danna è un’altra che ha scritto molto in proposito e ha fatto svariate ricerche.
poi vediamo…
Patterson, C.I. Children of lesbian and gay parents, 1992
Bailey, J.M. et al. Sexual orientation of adult sons of gay fathers, 1995

mi spiace ma non ricordo tutti i titoli, anche perchè diversi libri che ho letto non li possiedo e non posso andare a sbirciare la bibliografia, ma già su quello della castaneda c’è una discreta mole di cose (anche a cui poi andare a far riferimento, puoi sempre cercarlo e guardare la bibliografia).

diverse cose poi le ho lette sui libri di psicologia dello sviluppo, psicologia dinamica, psicopatologia e psicodinamica dello sviluppo e delle relazioni familiari, e genitorialità e figli adolescenti.

tutte cose che mi fanno propendere per il fatto che un bambino con genitori omosessuali (maschi o femmine) tendenzialmente non avrà problemi di sorta se loro come persone saranno equilibrate.

ovvio che poi interviene la componente sociale, ma questa è da considerare per mille cose, e tendenzialmente l’idea che mi sono fatta è quella secondo cui se il background familiare e le prime relazioni (ovvero caregiver – bambino) sono solide e non so come dire, produttive e fertili come scambio di idee e informazioni diciamo, i problemi dati eventualmente dalla società sono facilmente superabili (ovvio che ci sono stati più progrediti di noi in questo senso).

insomma, diciamo che la maggior parte dei problemi sono dati si dai genitori, ma non dipendono dai gusti sessuali dei genitori quanto da patter “malati” di relazione che mettono in atto con i propri figli (per esempio una madre depressa), disinteresse, incuria e cose simili.

che possono essere presenti sia in un genitore etero che in un genitore omo che in un genitore single.

ma se una persona è fondamentalmente equilibrata, quali che siano i suoi gusti sessuali sono sostanzialmente irrilevanti per la crescita e il buon sviluppo dei figli.

oltretutto, un bambino allevato in una famiglia omogenitoriale, ha comunque modelli eterosessuali, pensa solo a eventuali nonni o anche coppie di amici o semplicemente “la vita” che vede attorno a sé, da quel che so non esistono villaggi esclusivamente gay, per cui la varietà esiste 😉

Bruno Gualerzi

@ Kaworu
Ho letto con interesse il tuo intervento circostanziato, e non ho dubbi che la riuscita di un’adozione da parte di una coppia omosessuale dipenda da quei fattori psicooogici che riporti… ma penso sia sottovalutato il problema sociale in quanto i fattori psicologici a loro volta dipenderanno in misura tutt’altro che secondaria dai fattori sociali. In altre parole, perchè gli eventuali disagi che può provocare il rapporto genitori-figli in una coppia omosessuale siano niente più che un aspetto dei disagi che tutti le coppie possono incontrare, credo che dipenda in modo decisivo dal contesto sociale in cui vive la coppia.
Per venire al sodo, tu ritieni che una coppia omosessuale, per preparata e intelligente che sia, possa raggiungere quell’equilibrio – che se raggiunto credo anch’io possa dare un’educazione anche migliore di quella impartita da coppie eterosessuali – in un contesto sociale, poniamo come quello della stragrande maggioranza delle comunità italiane? Io non lo credo. Parlo delle comunità italiane perché quelle conosco e perché altrimenti si rischia, appunto, di fare un discorso astratto.

Kaworu

@bruno
no guarda, non sottovaluto il problema sociale, difatti per me l’italia ha ancora molta strada da fare (ma è anche vero che se non si comincia ad asfaltare, la strada non la si fa più, non so se mi spiego).

io penso che una coppia omosessuale possa essere sostanzialmente equivalente a una coppia eterosessuale per quanto riguarda l’allevamento dei figli (non migliore nè peggiore) anche in un’eventuale realtà italiana se ad un “si ok adottate pure” si aggiungessero una serie di altre cose, tanto per cominciare il rendere legale il matrimonio tra persone dello stesso sesso.

ovvio che la strada è lunga da fare, però si deve pur cominciare.

riguardo a coppie omosessuali con figli, se ti può interessare puoi cercare sul web l’esperienza che vivono giuseppina la delfa e compagna (francese) che hanno avuto una figlia tramite fecondazione assistita, loro ovviamente stanno vivendo la cosa sulla loro propria pelle. non hanno adottato ovviamente però 😉 ora credo che la bambina sia più o meno alle elementari se faccio bene i conti.

Roberto

@Kaworu
Sì, scusa se ti rispondo solo ora ma avevo un impegno e ho dovuto staccare. Grazie per il materiale informativo. Verificherò l’attendibilità degli autori e dei testi.

Kaworu

de nada. charmet per quel che so io non è affatto l’ultimo degli idioti (non è un morelli per capirci 😉 ).

Stefano Grassino

@ Bruno Gualerzi

L’anarchia come la intendi tu ha bisogno di due presupposti che sono incompatibili con l’essere umano: 1) l’intelligenza.
2) l’onestà.
L’unica cosa che per il momento possiamo permetterci è una dittatura soft e cioè la democrazia, sempre sperando che sia meno corrotta possibile. Così la vedo e così la dico sempre sottolineando che non ritengo di avere la verità in tasca.

Ulv

@ Roberto

Non so che senso abbia che io aggiungo qualcosa d’altro, ora che il discorso è stato sviluppato da altri in diverse direzioni e che Kaworu è intervenuta prontamente con il suo solito pragmatismo di scienziata e ti ha dato abbondanti riferimenti bibliografici.
Tuttavia ci tengo a farti capire che, essendo gay, ho acquisito una certa sensibilità sul tema dell’omosessualità. Forse troppa. Ma una sensibilità che mi aiuta a capire come si conclude un ragionamento fin dalle sue prime battute (e qui forse batto pure Kaworu!!!). Tutto qui. E ti assicuro che, quando dici che se tu fossi omofobo non saresti qui a discutere con noi di queste cose, affermi una cosa niente affatto credibile: non puoi sapere quante volte arditissimi eterosessuali hanno imbastito lunghe e pedanti discussioni – su un piano solo a prima vista razionale – per poter affermare su basi pseudo-scientifiche e pseudo-empiriche una visione omofoba della sessualità. Avendo trattato molte volte il tema, ripeto, ormai lo fiuto da lontano.
Sia ben chiaro, non ho MAI pensato che fosse il tuo caso. Oltre agli argomenti, una cosa importantissima in discussioni di questo tipo è il tono di chi vi partecipa, e so bene che tu ti sei sempre rivelato corretto e non hai mai forzato la mano, cosa che ti esclude dalla caegoria degli omofobi in senso stretto. Del resto questo non l’ho mai sostenuto. Ciò che intendevo farti capire è che esprimere dubbi sulla omo-genitorialità è lecito solo se le proprie idee sono suffragate dalla letteratura scientifica, e non da teorie frutto di riflessioni personali che – per forza di cose e indipendentemente dall’intelligenza del loro autore – non condurranno da nessuna parte.

Ivo Mezzena

…tanto Luca era gay!?!

I cattolici sono convinti che se io non mi posso sposare con un uomo guarirò dalla mia omosessualità.
Allora farò come Luca, mi sposerò con una donna, ma andrò a fare sesso con gli uomini di nascosto, e come tutti gli omosessuali clandestini porterò a casa siflide, gonorrea etc…. Però avrò salvato la faccia e avrò rispettato il primo valore cattolico: L’IPOCRISIA.

Andrea

Ci arriveremo anche noi, seppur per ultimi.
A riguardo della discussione a riguardo di come si spieghi l’omosessualità, con l’imprinting ci azzecca davvero poco.
Nel senso che è evidente che il meccanismo che rende un essere umano omosessuale prescinde dall’esempio che gli viene dato (imprinting appunto). Si spiegherebbe altrimenti l’omosessualità fin da adolescenti, ma non il fatto che talune persone vivano fino ad una certa età (spesso 40 anni o più) una vita sessuale eterosessuale e diventino omosessuali solo dopo. D’altra parte, se il meccanismo dell’imprinting fosse valido, non esisterebbero omosessuali, da chi avrebbero preso l’esempio, visto che solo in pochissimi paesi l’adozione da parte di omosessuali è permessa e per altro da pochissimo tempo?
La cosa più probabile è che l’istinto sessuale non sia così rigido come si vorrebbe far credere, e che semmai la cultura del passato e le religioni abbiano in un certo modo costretto all’eterosessualità, infatti in altre culture l’omosessualità e la bisessualità erano considerate normali e vissute normalmente (antica Roma, antica Grecia, ecc).

Ciao a tutti

bright77

Vorrei rispondere al cristiano che ridimensiona la sentenza:
SICURAMENTE VALE MOLTO DI PIU’ DEL PEGIUDIZIO DI UN CAPPELLANO E DELLE CULTURA DI UNA PERSONA COME TE CHE PROBABILMENTE NON CONOSCE NULL’ALTRO CHE UN TESTO BARBARICO DELL’ETA’ DEL BRONZO…………………………………
@ANDREA
Sono d’accordo con te altrimenti bisognerebbe convenire che le famiglie di eterosessuali siano lo strumento con cui diffondere l’omosessualita.Visto che circa 99 su 100 sono cresciuti in famiglie etero.Naturalmente i TEOMOSTRI non saprebbero rispondere aquesta domanda.

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