Nuovo sondaggio sul sito UAAR

Un nuovo sondaggio è disponibile sul sito UAAR. Il quesito è il seguente: “La BBC ha chiamato un esponente dell’associazione dei non credenti per fare il consulente sui programmi religiosi. Che ne pensi?”
Sette le opzioni tra cui scegliere la risposta:
– Decisione grave: il sacro non è opinabile
– Decisione discutibile: i consulenti devono essere esperti del sacro, non atei militanti
– Decisione inutile: non cambierà di una virgola forma e contenuto dei programmi
– Decisione interessante: è un primo passo verso l’effettiva uguaglianza di credenti e non credenti
– Decisione importante: il mondo sta cambiando velocemente
– Decisione insufficiente: è necessario eliminare dai palinsesti i programmi religiosi
– Non so / altro

Si è nel frattempo concluso il sondaggio precedente. La domanda era: “Crisi economica, terremoto in Abruzzo: la Chiesa cattolica ha offerto subito il proprio sostegno. Come giudichi il suo operato?”
Questi i risultati (1455 votanti):
58% È solo una campagna mediatica: a conti fatti la Chiesa non contribuirà con risorse economiche proprie
21% La Chiesa cattolica ha mezzi per fare molto di più di quanto sta facendo
8,5% I suoi interventi sono meritori, così come quelli di altre organizzazioni
5% Sono interventi finalizzati in primis a salvaguardare i suoi templi
4% Sono vicende che confermano l’indispensabilità della Chiesa nella società italiana
1% I suoi interventi si sono rivelati più utili di altri
2,5% Non so / altro

Archiviato in: Generale, UAAR

22 commenti

luca t.

Per rispondere bene bisognerebbe essere sicuri di cosa si intende “programmi religiosi”…

Se si intendesse “programmi sulla religione”, dove si confrontano in modo imparziale tesi e storie delle varie religioni, con raffronti anche al pensiero scientifico, penso sarebbe giusto annoverarli nel palinsesto di un servizio pubblico televisivo.

Se invece si intendono programmi di proselitismo appaltati ai vari culti, come quelli elargiti dalla RAI, allora penso sarebbe giusto che fossero espunti dal servizio pubblico televisivo.

Manlio Padovan

I programmi religiosi a scuola non devono entrare.
Nessuno vieta che fuori dalla scuola ci si faccia una cultura religiosa come si vuole. La Storia, insegnata bene e assieme alla Geografia, potrebbe già dare informazioni laiche sufficienti sui popoli e le loro eventuali religioni. La filosofia potrebbe già dare nozioni di pensiero religioso.
Il pensiero scientifico, correttamente esposto e ben conosciuto dall’insegnante e ben sperimentato, dovrebbe essere la base dell’insegnamento.

anna

secondo me, essendo programmi destinatia tutti, il consulente ci sta.

Pino Curatolo

Mi chiedo come reagiremmo se qualcuno chiamasse un religioso per fare da consulente a programmi atei …!
Il quesito non è affatto chiaro: si tratta di un consulente che può solo dire la sua o ha capacità decisionali?
Io credo che una scelta più utile e intelligente sarebbe stata quella di riservare uno spazio per un dibattito (un ateo che dibatte un programma religioso o un religioso che dibatte un programma ateo), pubblicamente e possibilmente a parità di tempi, piuttosto che l’audizione -in sede riservata- di un consulente …!

anna

ahahahahahahah ma il punto, caro pino, è che ci sono molti e molti religiosi che fanno “consulenza” per la programmazione laica…

Sol Accursio

Decisione insufficiente: è necessario eliminare dai palinsesti i programmi religiosi

Leo55

Pino Curatolo Dice:
“Mi chiedo come reagiremmo se qualcuno chiamasse un religioso per fare da consulente a programmi atei …!”

Ma non è quello che, in sostanza ed in buona pace accade quasi sempre.
Non vi è una trasmissione televisiva che tratti argomenti sociali, di rapporti interpersonali affettivi e psicologici che non vedano coinvolto come esperto di non si sa bene cosa, un sacerdote, chiamato ad esprimersi col tono ultimativo ed autorevole di chi deve mettere la parla fine al discorso dall’alto di un magistero che lo pone al di sopra degli altri pareri a prescindere dal significato e dlla logica dei concetti.
Un ateo avrebbe molto, ma molto da dire in programmi religiosi. Per l’appunto ove si voglia portare la religione a creare modelli etici che poi abbiano ad interferire nel tessuto sociale riguardando la collettività dei soggetti, credenti e non.

stefano

io sono intransigente quindi dico la n.6.
inutile per un non credente commentare un programma riguardante la religione, semmai sono le religioni che devono sparire dai palinsesti insieme agli astrologi cartomanti saltimbanchi parrucconi e sedicenti maghi.

stefano

e come potrebbe un religioso commentare un programma “ateo” in italia? non esistono!

lola

Decisione insufficiente: chi vuole programmi religiosi vada al catechismo….(si, certo, mica parlo dell’Italia)

Third Eye

“Decisione interessante: è un primo passo verso l’effettiva uguaglianza di credenti e non credenti” <=la mia…

MaxM

Caro pino concordo con Anna ed aggiungo che ultimamente si sono visti programmi storici che hanno avuto come unico ospite un cardinale e naturalmente tutto quello che è scritto sul vecchio testamento è realmente avvenuto.

p.s. Ogni riferimento alla trasmissione Voyager è puramente voluto.

kefos93

Non voto: i programmi religiosi, benché frequenti ed asssillanti, se non ammorbanti, sono sicuramente inattendibili e quindi da VIETARE!
Pertanto non servono consulenti, né atei né religiosi…e si risparmierebbe!!!

Tiziano

@ Barbara

probabilmente quando la casta politica italiota abolirà TUTTE le a TASSE!!!!!

stefano

Voyager? quel programma condotto da un bizzarro gioranalista che straparla di cristi risorti e emigrati in meso america e di cavalieri templari che conoscevano il segreto della scissione dell’atomo nonchè custodi della vera croce, del graal ecc.? 😀

GerardReve

Decisione insufficiente: la religione deve essere bandita dagli spazi pubblici. Non conta che un ateo conduca una trasmissione che ne parli, anzi questo mi sembra piú un punto a favore degli ecumenici-moderati-escatologi che del mondo laico. Via la religione da qualsiasi spazio che non sia un luogo di culto.

Roberto

La n°4. Però io mi fermerei a definirla una decisione interessante in quanto esperimento e basta. Che poi potrebbe essere un primo passo verso l’uguaglianza di credenti e non credenti, beh la vedo dura.

eridanus

Beh…consideriamo che nonostante quello che una persona può pensare in Italia comunque è difficile non parlare di religione cattolica…basta uscire di casa e dovunque si trovano segni del cattolicesimo. Ovunque chiese, monumenti, arte sacra. E persino fior di abusi edilizi e di violazioni del paesaggio ( ora fortunatamente molto meno tollerate anche dagli amministratori non progressisti).
Il filtro è la nostra testa e solo quello. Aiutiamoci da soli.

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