Domenica prossima si terrà a Berlino un referendum sull’insegnamento di etica e religione. Il governo (di sinistra) della città ha infatti introdotto l’obbligatorietà dell’ora di etica, lasciando facoltativa la frequenza dell’ora di religione (diversa a seconda della confessione di appartenenza). Contro il provvedimento si è costituito un comitato composto da cristiani, ebrei e musulmani, sostenuto dall’opposizione cristiano-democratica e dalla premier federale Angela Merkel, che chiede che etica e religione siano trattate allo stesso modo. La campagna si sta facendo sempre più accesa, con i comitati “Pro Reli” e “Pro Ethik” a contendersi i voti degli indecisi. Sulla vicenda, un servizio dello Spiegel Online.
Berlino, un referendum su etica e religione
50 commenti
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Ora di etica: da noi suona bizzarro persino solo dirlo.
Quanto sono avanti.
Be’ se con “etica” loro intendono educazione civica allora secondo me dovrebbe essere obbligatoria.
Ca va sans dire che un referendum del genere da noi sarebbe inconcepibile….
l’ora di Etica servirebbe ad insegnare, che so, che si deve amare il prossimo non perchè lo ordina Dio o perchè abbiamo un’anima immortale, ma in virtù dello spirito generale di umana fratellanza?
mmmm… anche così non mi suona mica bene! La coscienza è un fatto individuale, e per quanto possa essere educata, non può essere “insegnata” come una materia qualsiasi.
Vedrei più di buon occhio un’ora di educazione civica, in cui magari si insegna la costituzione, la carta dei diritti fondamentali dell’uomo, e da quei principi poi ognuno potrà educare e creare la sua coscienza individuale.
Insomma la scuola non deve insegnare cosa è giusto e cosa è sbagliato, deve dare gli strumenti affinchè l’allievo sia poi in grado di stabilirlo da se!
L’etica così, da sola, senza una religione che le faccia da fondamento? Ma questi tedeschi non capiscono che in questo modo stanno cedendo a quel relativismo che tutti i santi giorni il loro illustre concittadino, diventato sovrano assoluto, non si stanca mai di condannare?
Credo che l’ora di etica a scuola possa essere più utile dell’ora di religione perché quest’ultima, se si appartiene ad una famiglia religiosa, potrà sempre essere praticata a casa e comunque, anche se sono cattolico, credo che l’etica sia più importante dei dogmi religiosi. Sarebbe altrettanto interessante (una volta se ne parlava anche in Italia) fare storia delle religioni, al fine di meglio comprendere le differenze ed analogie tra le diverse fedi. Sicuramente ci arricchirebbe culturamente e ci aiuterebbe ad essere più tolleranti.
Ma che stai dicendo, Bruno?
@Bruno Gualerzi
Non vedo dove sta il problema!! Significa che i tedeschi stanno cominciando ad essere meno assuefatti dalla religione; relativismo equivale a grandi linee ad agnosticismo… Meglio di così…!?
Altrimenti spiegati meglio perché proprio non vedo il problema.
Di etica si può parlare fin che se ne vuole.
Nella storia della filosofia (anche quella moderna),
sono state scritte biblioteche sulla etica.
E’ un tema vastissimo ed interessante,
ottimo come materia di insegnamento.
Ciò che mi piace particolarmente di questa notizia
è il fatto che gli stessi “esperti in cose divine” riconoscono apertamente che
la etica è una cosa e la loro morale teologica un’altra.
E sono (giustamente) preoccupati che a scuola se ne parli.
La “religione” almeno sai da che parte arriva, e ci puoi fare la tara, ma l’ “etica”? Quale? derivata da che o da chi?
(Come a dire che esistono giornali “indipendenti”).
@ centrodx
Il mio intervento voleva essere ironico. Evidentemente non lo è stato abbastanza.
Beh, se è un insegnamento di etica intesa come filosofia morale, non ci vedo nulla di sorprendente Don Alberto…
@don Alberto. Innanzitutto esiste un principio: non fare agli altri ciò che non vorresti fare a te stesso. Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te stesso (quando una certa religione vieta l’uso di profilattici a coniugi con un partner sieropositivo applica questo principio?). Poi di etica possiamo tranquillamente discuterne, non fa certo male all’attuale società, con la corruzione sempre più dilagante nella politica, nell’imprenditoria e, probabilmente, anche nell’alto clero. E’ assurdo che la religione non voglia che se ne discuta a scuola. Tale atteggiamento catto-talebano contribuirà a far crescere gli atei.
L’etica ha un solo fondamento: LA RAZIONALITA’! Pur con tutti i suoi limiti, la razionalità (che è cosa diversa da certo razionalismo che non tiene conto di questi limiti) è l’unica in grado di orientare i comportamenti umani a favore dell’uomo, invece che contro.
Il senso (parzialissimo) del mio intervento era: “dalla religione (dato che sai che roba è) ti puoi difendere. Anche dall’ ‘etica’?”
(Ho tra le mani, “Coscienza e dovere, discorso pronunciato da Arnaldo Mussolini per l’inaugurazione della Scuola di Mistica Fascista”)
Ok invece per l’educazione civica (la Costituzione non è mica parola di Dio, e sai da dove viene)
Caro CORRADO, volevo solo mettere in guardia dal rischio di considerare un ‘assoluto oggettivo’ quello che potrebbe essere invece ‘criptotelebanesimo’.
PS: Non penserai che un coniuge con partner sieropositivo non possa usare il profilattico?
A parte che Berlino e’ stupenda, adoro quella citta’, ma non mi trovo d’accordo sull’ adottare un’ora di etica. Mi spaventa il fatto che sia un’ istituzione ufficiale a dover insegnare etica, poiche’ quel termine e’ di per se’ declinabile in infiniti modi, non esistendo un’unica etica, sarebbe sempre una visione parziale. La scuola deve dare i mezzi per formarsi una visione etica indipendente, non formare l’etica. Ben diverso sarebbe un’ora di filosofia o sociologia, dove si insegna la produzione del pensiero e delle azioni che l’uomo ha messo in atto per vivere insieme
@don Alberto. Si fa sempre l’ipotesi che gli insegnanti siano all’altezza e non faziosi portatori di particolari interessi. Perché altrimenti non ci potremmo difendere comunque, qualsiasi materia si insegni. Rimango fermamente convinto dell’utilità dell’insegnamento dell’etica, che va fatto da persone molto preparate e che sopratutto rispetti il principio che ho detto.
@don Alberto. Il mio ovviamente era solo un esempio di come la religione (il cattolicesimo effettivamente vieta l’uso di profilattici a coppie con un partner sieropositivo) talvolta in nome di dogmi vada contro l’etica. Cosa che a tutti gli atei non può che far piacere perché contribuisce a fare “proseliti”.
@Marcolfo. Credo sia ovvio che insegnare l’etica non può significare un elenco di regole da imparare (una sorta di dieci comandamenti), ma di stabilire dei principi che non andranno mai contro la ragione e quindi la capacità di sviluppare un proprio pensiero, che ci aiuterà a non seguire “la massa”, quando sconfina in comportamenti immorali. E’ solo questione di avere buoni insegnanti, ma se crediamo di averne dei pessimi, allora è inutile andare a scuola.
“ma l’ “etica”? Quale? derivata da che o da chi?”
Beh, in uno stato laico per etica penso che si intenda soprattutto l’ educazione civica, fondata sui valori costituzionali e derivante dai principi dell’ illuminismo e della rivoluzione francese.
Non mi fido: quale etica?! Soprattutto, l’etica di chi?! Etica ed educazione civica non sono assolutamente la stessa cosa. Di etiche al mondo ce ne sono milioni, dotate di fondamenti totalmente diversi tra loro. L’etica è opinabile; l’etica è faziosa; l’etica è soggettiva, relativa, contestualizzatae, spesso, strumentale. Insegnare l’etica è come insegnare la morale.
don Alberto,
hai mai sentito parlare di Demostene, Epicuro, Hume, Platone, Aristotele, Seneca, Epitteto, Hobbe, Spinoza, Nietzsche, Spencer, Stuart Mill, Kant, Schopenhauer , etc..
E’ da questi che dovremmo “farci la tara”?
Pensatori indipendenti sono sempre esistiti ed esistono.
Non cercarli pero’ in parrocchia.
ROLLING carissimo, forse non mi sono spiegato.
“Farci la tara” = “se sai chi è, puoi prenderci le misure”.
CORRADO, se incontri di quei coniugi, mandali da me, che ci penso io.
@Don Alberto
ma la Chiesa vieta o no i profilattici ?
ho sempre pensato di si,ma forse non sono bene informata:mi chiarisca la cosa per favore
Insisto. C’è solo un modo perché l’etica – intesa non tanto come studio del comportamento umano (anche questo), ma soprattutto come ‘dovrebbe essere’ il comportamento umano – non diventi o un’opinione o una serie di dogmi più o meno rivelati cui attenersi: USARE LA RAGIONE! Si tratta di un riferimento generico, non in grado di porre le sia pur minime basi per orientare il comportamento umano a favore dell’uomo e non contro? Rispondo parafrasando una celebre battuta: ‘la ragione è la più fragile delle facoltà umane in grado di consentire all’uomo di operare in favore dell’uomo… ad eccezione di tutte le altre!”
Cosa vuol dire insegnare l’etica nella scuola? Insegnare a ragionare il più liberamente possibile sui grandi temi esistenziali, cioè rifiutare di accettare a scatola chiusa comportamenti prestabiliti. Quali che siano o da chi vengano proposti.
Scusate un attimo… ma quale etica?
Esistono infinite etiche: cattolica, laica, protestante,…
@ Roberta
Se è per questo la chiesa proibisce anche i rapporti prematrimoniali, parla di tolleranza, uguaglianza, allontanamento dai beni materiali etc etc.
La coerenza è un optional, a quanto pare.
esiste una sola etica che un stato laico dovrebbe conoscere ed essa corrisponde all’educazione civica.
il resto, credetemi, sono solo “ragionamenti sovra dell’asino” come insegnava T. Accetto nel XVI° secolo quando voleva riferirsi agli inutili sofismi dei preti senza inimicarsi l’inquisizione.
Molti i dubbi espressi sulla necessità e utilità di un insegnamento di etica. Condivisibili. Le regole dell’umana convivenza le impariamo giorno per giorno, prima dai genitori, poi un po’ da tutti, vivendo in mezzo alla gente. Qualcuno deve spiegarci perché rubare non va bene? Ma lo sapevamo già.
Non rubare, non dire il falso, non uccidere. Punto. Küng aveva proposto un etica universale perché finissero le guerre di religione. Sarebbero necessariamente pochissimi principi, quei tre enunciati e qualcosa d’altro.
(Be’ è chiaro che poi al punto terzo – non uccidere – si arriva subito alla questione centrale dei nostri giorni – ma come la metti con l’embrione?…).
Mi sembra che i fautori di un insegnamento di etica vorrebbero in qualche modo sganciarsi dall’insegnamento religioso, dal fideismo.
Anche perché non convince più. L’etica deve fondarsi su basi razionali, d’accordo con Bruno. Anche con Stefano. Agiamo in un certo modo perché è razionale, ragionevole, giovevole – nell’immediato e in una prospettiva più lunga.
Però di nuovo: sono cose che già sappiamo, non dobbiamo ancora impararle. Anche i ragazzi le sanno.
Secondo l’insegnamento di Elio Sgreccia l’uso del profilattico, anche se un coniuge è sieropositivo, è un abominio. I coniugi o partner hanno solo due possibilità: astenersi o correre il rischio di contagiare il partner (in questo secondo caso è tentato omicidio).
Questa è la dottrina ufficiale della Chiesa. Se poi il nostro don dà altri consigli significa che non è completamente pazzo, il che può farmi anche piacere.
Caro SERGIO I, sono in molti a non essere completamente pazzi.
“…le opinioni del cardinale Martini sul preservativo … . Sulla liceità del preservativo in circostanze limite, tipo pandemia e «coniuge sieropositivo» incapace di continenza, avevano già detto parole simili a quelle di Martini i cardinali Georges Cottier (già teologo della Casa pontificia) e il cardinale Godfried Danneels, arcivescovo di Bruxelles. Per il caso del coniuge sieropositivo anche il cardinale Dionigi Tettamanzi aveva invocato in un volume la clausola del «male minore»”.
(Corrierone 21-04-2006)
(e se non è male minore è legittima difesa, ma che, scherziamo?)
PS: Sgreccia non è la “Chiesa”, il suo pensiero potrà essere anche autorevole, ma non è la “posizione ufficiale” della Chiesa.
Almeno finchè non viene messo nero su bianco, firmato dal Papa e pubblicato dalla lev.
E anche in quel caso sarà autorevolissimo, ma ad arrivare ad “infallibile” ce ne manca ancora.
Vorrei aggiungere una riflessione sulla validità dell’insegnamento dell’etica. Non credo sia inutile come sembra, poiché il suo insegnamento presupporrebbe, penso, lo studio di cosa sia e da dove venga. Si rifletterebbe sul tentativo di fondarla su basi diverse da quelle religiose o rivelate. La possibilità, tutt’altro che remota, che l’etica abbia basi evolutive.
Il fatto stesso d’immaginare un percorso d’insegnamento dell’etica ha già di fatto il salutare effetto di dimostrare che non si tratta di un privilegio, di appannaggio esclusivo della religione.
Don Alberto, quello del teologo morale Elio Sgreccia non è un semplice parere personale, ma la posizione ufficiale della Chiesa cattolica, come ti confermerebbe lo stesso Ratzinger. Non è necessaria una formalizzazione dogmatica nero su bianco.
Per Sgreccia (e la Chiesa) ogni rapporto sessuale deve essere “aperto alla vita” e l’uso del profilattico è intrinsecamente malvagio perché contrasta la volontà di Dio (che Sgreccia e Ratzinger conoscono alla perfezione). Per Sgreccia sarebbe forse più morale contagiare il partner cattolico e concepire un figlio sieropositivo che ricorrere a pratiche immorali come l’uso del profilattico. Ovviamente perversione pura. La risposta «ufficiale» di Sgreccia e della Chiesa per casi come questi è: astinenza assoluta.
Un parere personale e quindi non vinconlante è invece quello del buon Martini – che per le sue modeste aperture è stato fatto oggetto di attacchi indegni anche da parte di non cattolici come gli spregevoli atei devoti. Che poi nella pratica Martini, Tettamanzi e tanti buoni parroci si dimostrino più umani può far piacere (ma fino a un certo punto).
Martini sarebbe stato “meglio” di Ratzinger (ma meglio non è proprio il massimo per un non credente come il sottoscritto). Forse avrebbe persino avviato la revisione dell’infelice Humanae vitae – con vantaggio per tutti, per la sua Chiesa e l’umanità.
Ricordo il disprezzo di Giussani per Martini: lo considerava un “rahneriano”, poco meno di eretico. Un Martini papa sarebbe stato per i ciellini l’Anticristo nella sede di Pietro. O chissà – visto che questi fanatici hanno anche come dogma supremo l’obbedienza al papa – sarebbero diventati anche loro “martiniani”?
Giol
quelle sono le morali teologiche.
L’etica è la morale filosofica, alla quale si arriva utilizzando il proprio cerebro (chi ce l’ha)
e non il sacro libro.
L’etica è tutto ciò che riguarda il comportamento umano considerato in rapporto alla concezione – o meglio, alle concezioni – che gli uomini hanno del ‘bene’ e del ‘male’.
Etica è un termine greco; morale è il suo termine equivalente in latino.
Sebbene siano sinonimi, si preferisce l’uso del termine ‘morale’ per indicare l’insieme di valori, norme e costumi di un individuo o di un determinato gruppo umano,
e riservare la parola ‘etica’ all’intento razionale (cioè filosofico) di fondare la morale intesa come disciplina umanistica e scientifica.
Per questo il termine ‘etica’ equivale a ‘morale filosofica’
ed è corretto parlare di ‘morale teologica’ invece di ‘etica teologica’.
Parlare di etica a scuola significa affrontare problemi come: embrioni, origine della vita, trapianti, eutanasia, aborto, staminali, scorie nucleari, pena di morte, diagnosi prenatale, inquinamento, testamento biologico, droga, ecc. ossia discutere una infinità di problemi attualissimi.
E’ ovvio che il progetto tedesco sia tanto ostacolato. Se la gente cominciasse ad usare il proprio cervello come potrebbero gli esperti in cose divine smerciare le loro cianfrusaglie?
Caro SERGIO I, sarebbe buona cosa non voler dogmatizzare a tutti i costi le stupidaggini, al solo scopo di considerare poi la Chiesa [ufficiale] un covo di dementi.
@ rolling stone
Condivido… a patto che si tratti sempre di un”apertura’ nei confronti di questi temi in modo che il ‘tirare le somme’ sia sempre un’operazione nei confronti della quale sentirsi liberi. E’ chiaro che non è facile, e che in assoluto ciò non si darà mai, essendo ognuno – e prima di tutti il docente – portatore di una storia personale in grado di condizionare questa ‘libertà’, ma proprio l’insegnamento dell’etica avrebbe anche la funzione di mettere quanto meno in discussione queste ‘storie’ facendole rivivere come problema. Che è il problema dell’insegnamento in quanto tale, quale che sia la ‘materia’ insegnata, d’accordo, ma che potrebbe avere proprio nell’insegnamento dell’etica il mezzo più indicato per orientare in questo senso. In altre parole, dovrebbe avere proprio quel ruolo preformativo che l’insegnamento religioso intende conseguire, con la radicale differenza che il primo intende ‘chiudere’ il discorso, il secondo ‘aprirlo’.
Che mi pare costituisca poi il senso della proposta berlinese: togliere l’esclusiva della trattazione di tanti temi esistenziali alla religione. Questo, naturalmente, dovrebbe essere anche il ruolo della filosofia, ma intanto sarebbe esteso a tutti i tipi di scuola, e soprattutto potrebbe puntare direttamente, come suggerisci tu, a trattare in questa prospettiva i temi di attualità, cioè quelli più direttamente coinvolgenti
“In altre parole, dovrebbe avere proprio quel ruolo preformativo che l’insegnamento religioso intende conseguire, con la radicale differenza che il primo intende ‘chiudere’ il discorso, il secondo ‘aprirlo’.”
Questo passaggio è bellissimo Bruno.
Bruno
l’insegnante di etica innanzitutto dovrebbe limitarsi ad esporre onestamente agli alunni
le varie teorie e punti di vista riguardo ad un determinato problema.
Ad esempio, riguardo all’origine della vita ce ne sono come minimo quattro,
ognuna con i suoi punti forti e deboli.
Certo, si corre sempre il rischio della influenza personale dell’insegnante sugli studenti.
Ma se l’insegnante riceve l’incarico non dal vescovo, bensì tramite pubblico concorso, si parte già con il piede giusto, nel senso che le differenze di opinione tra gli insegnanti, che sicuramente ci saranno, saranno anche uniformemente distribuite.
Giol
ancora una piccola osservazione.
Dal tuo intervento traspare la concezione abbastanza diffusa: etica = religione.
Invece è vero esattamente il contrario.
L’etica, la genuina moralità e la responsabilità morale di ognuno.
esistono solo al di fuori della religione.
La morale teologica è intrinsecamente immorale.
Basta la semplice constatazione che ubbidire ad un comandamento divino per guadagnare un premio o evitare una punizione futura significa semplicemente pensare al proprio interesse personale.
Uno Stato veramente laico dovrebbe garantire tutti i diritti di tutti i cittadini comprese le loro lecite ideologie, ed anche se ci fosse un solo cittadino con un ideologia diversa da tutte e altre, lo Stato la dovrebbe onorare…ma scusate ho sbaglato mondo, stavo sognando, pensavo di essere in un’ altra galassia con animali umani molto più emancipati.
Quanto mi piace quel “CARO” di don alberto…mi fa impazzire!
Ah, dolce Sal, ecco spiegate molte cose.
SalMessinaSbattezzato scrive:
25 Aprile 2009 alle 11:55
Chiamasi “salamelecco”.
Da quanto si legge nel sito in cui è esposto questo progetto di insegnamento dell’etica
http://www.berlin.de/sen/bildung/unterricht/ethik/
l’insegnamento dell’etica dovrebbe tendere a) a promuovere la pacifica convivenza, b) riflettere sui valori condivisi che tengono insieme la società c) imparare a conoscere lo straniero e costruire momenti di reciproca fiducia e comprensione d) rispettare le cultura altrui. Questi dovrebbero essere gli obiettivi dell’insegnamento. E’ chiaro che tutte le religioni organizzate sono insorte perché ciascuna pretende di essere la sola autorizzata a parlare di queste cose. Il senato berlinese, nel suo documento (scaricabile in pdf) spiega che a Berlino ci sono 250 (!) tra comunità religiose, associazioni religiose, sette, confessioni ecc. ecc. La riflessione sull’etica si vuole appunto innalzare al di sopra di questa bolgia di sette che forse è proprio una delle minacce più potenti per l’affossamento di ogni etica e convivenza civile.
ma l’etica non la puoi insegnare (e secondo me neppure la religione!)! L’etica viene dalla coscienza, è individuale, ognuno ha la sua (e secondo me pure la fede religiosa)!
Quello che ai futuri cittadini si dovrebbe insegnare è LA LEGGE, la costituzione, la carta dei diritti dell’uomo… insomma dargli gli strumenti con i quali l’etica possano forgiarsela da soli.
Un’etica uguale per tutti e inculcata a scuola va in contrasto con la libertà.
Secondo me, e ogniuno da solo deve sceglere la sua religione – essere un atteo, cristiano o musulmano. Purtroppo oggi non e’ cosi
@ kundalini444
Qui non si tratta di insegnare ‘un’etica uguale per tutti’ (nel qual caso avresti ragione tu), ma, dal momento che l’etica riguarda il comportamento umano e i criteri che dovrebbero guidarlo, si tratta di stabilire, prima di tutto, a cosa ci si debba riferire nello stabilire questi criteri (personalmente, pur con tutti i suoi limiti, credo non ci sia altro riferimento che la razionalità), e poi, proprio seguendo questo principio, quale che sia, affrontare i temi esistenziali. Io credo che seguendo il criterio della razionalità (del ragionamento il più possibile libero da schemi precostituiti) si farà l’opposto di ciò che fanno le religioni, le quali non possono che proporre dei dogmi, che, per quanto analizzati e spiegati, sempre dogmi che dovrebbero orientare ogni comportamento sono.
La LEGGE, come dici tu può, e deve, essere insegnata, ma se non si danno gli strumenti per capire bene a cosa si ispira (l’etica che la guida) rischia di essere recepita a sua volta come un dogma.
kundalini
è vero che la virtù non si impara
Non basta andare a scuola per diventare altruisti.
Il comportamento di ognuno però è condizionato da due fattori:
i motivi (esterni) ed il carattere personale (interno).
La scuola può solo incidere dall’esterno, sui motivi,
tramite l’ampliamento della conoscenza.
E questo è già molto.
A scuola quindi si dovrebbe discutere dei problemi etici
che riguardano la convivenza sociale e metterli in luce dai vari punti di vista.
Poi ovviamente ognuno si comporterà anche secondo il proprio carattere.
E su questo secondo fattore c’è poco da fare.
mah
i PRETI temono che l’etica sia scissa dalle loro inquietanti religioni.
ma si devono rassegnare, poichè è così.