Il ministero dell’economia: le scuole private sono un indice di ricchezza

Il ministero dell’economia terrà sotto controllo chi manda i propri figli a studiare nelle scuole private. Una circolare dell’Agenzia delle entrate, di cui dà notizia Repubblica, identifica infatti la frequentazione di una scuola non pubblica come un indicatore di ricchezza, un “lusso”: se ci si può permettere di pagare gli alti costi delle rette, è il ragionamento, è evidente che il reddito familiare non deve essere poi così basso. I responsabili delle scuole cattoliche sono già scesi sul sentiero di guerra.

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35 commenti

stefano

d’accordissimo.
chi sceglie il diplominino facilefacile strapaghi per averlo! se no tutti a scuola pubblica a sudare sui libri, costa meno e la preparazione è assolutamente superiore anche se bisogna studiare veramente non per finta come alle private.

nemo

sembra quasi ragionevole… sicuri che siano parole del ministero dell’economia???

non possumus

ma non è lo stesso ce ha ideato il perverso meccanisco della distribuzione dell otto per mille? si è ravvrduto?

Pierluigi

vedrete che questa norma verrà cancellata dopo le proteste dei soliti

cullasakka

Sono d’accordo. Tutto fa brodo quando si fanno i controlli incrociati. Se è per trovare gli evasori, ben venga.

Luca

Domani il Capo di Stato Vaticano parlerà. E tutto cadrà nel nulla.

peppe

quoto Luca.

Di fronte al papa, anche Tremonti si inginocchia e bacia la sacra pantofola in silenzio.

Lorenzo Galoppini

Scusate, é una mia curiosità:

MA CHE MATERIE SI STUDIANO ALLE SCUOLE PRIVATE?

😉

peppe

@Lorenzo
Le stesse che nelle scuole pubbliche. Solo che non c’è bisogno di studiare, solo di “ungere”…

Bruno Moretti Turri

Ribadisco (purtroppo) che l’escamotage dello “assegno alle famiglie”
per fuckare il “senza oneri per lo Stato”
è stato pulcinellato da Luigi Berlinguer del PD senza L.

Se sentite un rumore di batteria, non fateci caso.

Sono “solo” le ossa di Enrico (Berlinguer)
e Antonio (Gramsci) che si ribaltano…

Gianluca Fagioli

Farebbero meglio a pensare all’evasione fiscale diffusa tra meccanici, avvocati, commercialisti, carrozzieri, ingegneri, geometri e tutti i liberi professionisti. Dovrebbero dare la possibilità a chiunque di scaricare qualsiasi genere di fattura così l’evasione scomparirebbe!!! Altro che scuole (spesso dietro alle scuole private ci sono scelte dettate dalla mediocrità delle scuole pubbliche e non solo da scelte ideologiche).

Bruno Moretti Turri

Domanda difficile @ Dr. Rosalba Sgroia

E piriché le squole publiqe in vaticaglia sono (in alquni qasi) medioqri?

E in altri casi ‘cezziunali veramente?

Chiericoperduto

Quoto Gianluca Fagioli.
Spesso la scelta di una scuola privata è dettata da una carenza della scuola pubblica in certe località. E’ vero che perlopiù ci si va per elitè ma ci sono appunto casi di famiglie che si indebitano per mandare i figli alla privata qualora ritengano che nel loro comune sia migliore di quella pubblica. Non che sia d’accordo (sarebbe meglio spronassero quella pubblica a migliorare) ma non spetta a me giudicare. Prima di andare a cercare chi manda figli a scuola bisogna scovare il grosso dell’evasione che si annida tra meccanici, idraulici, elettricisti, edili, professionisti, medici, ecc..semplicemente dando la possibilità a tutti i cittadini di portare in detrazione tutto.
Debellati fiscalmente, con questo metodo del tutto automatico, certi soggetti indebitamente ricchi di sicuro questi non manderanno più i figli alla privata.

Giovanni Manara

Questo è il paese dove tutti vogliono fare i ricchi con i soldi dello stato è sufficente non dare soldi dello stato alle scuole private altro che storie.

Third Eye

Sicuramente a figurare maggiormente tra i paganti le rette per i diplomifici ci saranno sempre le solite categorie che dichiarano meno di maestri o netturbini, tipo avvocati o gioiellieri, ma mi chiedo come mai si protesti tanto, se si ha la coscienza a posto <_<…

Giacomo Grippa

Oltre al giudizio sulle scuole private confessionali, vorrei capire il motivo della iniziativa di “accertamento” della Agenzia delle entrate.
Un rigore a favore dello Stato e di fastidio su chi opta per le private non me lo berrei.
Per me potrebbero aver orchestrato questo accertamento per far emergere quanto le famiglie sopportano per i relativi oneri e mobilitarle per un recupero.
Il tempo potrà smentire o confermare quanto da me ipotizzato.
Mi torna in mente quel “senza oneri per lo Stato” di costituzionale memoria, concepita dal costituente del ’46/47, largamente sbeffeggiato!

Stefano Bottoni

Io ho frequentato solo scuole pubbliche (ho conseguito la maturità scientifika nel 1988) e salvo poche eccezioni ho sempre avuto ottimi docenti, preparati e motivati. Bisognava sudare sui libri, infatti in quinta liceo eravamo rimasti uno su tre della classe prima originale. Infatti poi all’esame non abbiamo avuto particolari problemi: la scrematura era già stata effettuata nei cinque anni di corso.
Viceversa per i privatisti quell’esame era una strage: bocciature e voti mediocri erano la norma.
Sono e sarò sempre un sostenitore della scuola pubblica, che va finanziata e migliorata, non affossata a favore della scuola privata (e spesso confessionale).

mariaeus

“NON RUBARE”
è un comandamento che non piace alle alte sfere vaticane e a molti genitori che scelgono un percorso educativo e scolastico cattolico per i propri figli.

rododentro

Certo che è un bun indice di reddito, ma lo è anche per la chiesa che però non paga, ciuccia, ma quanto ciuccia, qui tra poco altro che 8 x 1000, 100 x 100 e calo delle braghe.

L.a. Cionga

Su La Stampa di oggi c’è già l’intervista al prete di turno che parla di violazioni costituzionali e attacchi alla libertà di insegnamento in merito alla vicenda oggetto del post. Si tratta semplicemente di uno degli indicatori che “può” far pensare – in relazione a quanto dichiarato al fisco – ad una evasione. “Può” in quanto l’Agenzia delle Entrate inoltrerà in seguito un questionario al contribuente che ha dichiarato poco per invitarlo a chiarire con quali mezzi finanziari si può permettere questa spesa (un nonno ricco, un investimento assicurativo protratto negli anni e finalizzato agli studi della prole, eccetera). Non capisco la levata di scudi (una difesa degli evasori? o pensare che di conseguenza il prossimo anno ci saranno più iscritti alle scuole private?): sarebbe come se una fabbrica di automobili si irritasse perchè tra gli indicatori compare anche il possesso di auto costose. E’ una questione tra fisco e contribuente, e basta, non tra fisco e enti che gestiscono scuole, più o meno dispendiose che siano. Non la capisco soprattutto quando proviene da chi aggira l’articolo 33 della Costituzione – “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato” – usando tutti i sotterfugi possibili. Saluti
P.S.: Umorismo involontario del giornalista che, annunciando l’arrivo del pontefice in Abruzzo in un servizio al TG, ha affermato due volte che “Oggi il papa sarà prim/ad/onna”…

fresc ateo

Specialmente x chi riceve i denari dallo stato.vedi scuole cattoliche..voleva dire che cosi diventano ricchi loro ??e impoveriscono la scuole statali??come al solito al servizio di sua maesta’ vaticana. servi solo servi devoti. amen

Andrea

“se ci si può permettere di pagare gli alti costi delle rette, è il ragionamento, è evidente che il reddito familiare non deve essere poi così basso.”

Ma dai? Cos’è, Tremonti ha battuto la testa ed ha avuto un amnesia? Non si ricorda che chi manda i figli nelle scuole private riceve incentivi statali?

sergio

Se l’ha detto Tremonti vuole dire che come Stato siamo proprio alla bancarotta…………….

takeshi

Giusto. Che Tremonti stia seguendo la strada di Fini? Anche lui vuole diventare Presidente della Repubblica al posto di Berlusconi? Non che cambierebbe molto rispetto al presente.

Napolitano, nonostante qualche lamentela lascia correre tutto. Meglio sonnecchiare e farsi gli affari propri. Pertini avrebbe fatto un bel casino se succedessero le cose incredibili che succedono al giorno d’oggi a Bananas.

Otto Permille

Una falsa illusione. Ciò che in Italia può sembrare un atto pro-laico solo perché il “privato” è in mano ai preti, è in realtà un indice dello spirito di regime dilagante. Quando la scuola “di stato” sarà in mano a mediaset e quando i docenti della scuola pubblica saranno assunti solo sulla base dei criteri stabiliti da un Dell’Utri, da Licio Gelli o dalla Gelmini, allora scappare per andare a studiare anche a San Marino o in Svizzera sarà non solo una questione di lusso, ma sopratutto di libertà. Quindi non c’è da cantare vittoria, proprio per niente.

don alberto

Dolce SAL, della scuola libera non me ne frega molto.
Preferisco che i cattolici diano battaglia nel pubblico.

(E adesso vediamo quanti abboccano a quel: “battaglia”)

Asatan

@don alberto

Nel senso che dovete dar battaglia per confessionalizzare ulteriormente quella pubblica oppure che i giovin virgulti di cattolica virtù debbano battagliare e vincere le diaboliche tentazioni dei servi del dimmmonio laicista che girano nelle scuole pubbliche?
O meglio che invece di sprecar soldi per il privato anche i cattolici dovrebbero battersi perchè si finanzi una scuola pubblica senza migliore.

AH! Le interpretazioni sono molteplici e il dubbio mi coglie! Questa suspance mi ucciderà, illuminami don 😆

cartman666

La circolare non fa una grinza, d’altronde e’ un parametro abbastanza facile per poter scoprire l’evasione, non vedo perche’ ci si deve arrabbiare. D’altronde tra le tante cose, la chiesa e’ stata anche contro la semplificazione fiscale, infatti era favorevole all’obbligo della denuncia dei redditi per i lavoratori dipendenti senza altri redditi oltre al lavoro e all’abitazione, in modo tale che scegliessero di poter optare per l’otto per mille.

Carlo

Il “don”, che sul vescovo non si e’ pronunciato, riappare nella notizia successiva…

c.v.d.

anna

non commento sulal qualità delle scuola pubbliche e private (panorama troppo variegato), ma è sicuro che se ho i soldi per pagare le rette delle scuole private non sono un poveraccio.
ma già la frase “le scuole cattoliche sul piede di guerra” ci dice come andrà a finire.

Luca_SAC66

Salve sono un iscritto all’UAAR e potrei intervenire nella discussione delle scuole private in quanto a costo di enormi sacrifici mio padre mi ha mandato proprio in una di esse, Pio IX Pontificio, (Roma) a due passi dal Vaticano.
(Professione di mio padre, ora in pensione: tecnico di radiologia di un Ospedale romano, triplice lavoro, nei giorni di riposo presso cliniche convenzioante, turni massacranti nei giorni sacri (uno a natale, uno a capodanno, uno a pasqua, domeniche, notti, etc …).
Ci sono due fattori/elementi da considerare: il primo è quello di cui tutti parlano, il denaro.
Il costo della retta è elevato ed in genere chi invia i propri figli lì è perchè ci crede (!), crede che possano avere una educazione migliore (!) e perchè ce li ha. Il denaro è anche il problema: perchè se io pago è difficile che venga bocciato, al massimo rimandato; la bocciatura negli anni che ho frequentato, si è verificata, forse mi sbaglio, una volta sola! Consegue che anche le capre vanno promosse e questo per spezzare una lancia a favore di quelli che dicono che nelle scuole pubbliche si promuovono tutti: nelle private è “di legge”.
Secondo: la qualità dei docenti. Falso, a volte sono buoni, a volte fanno schifo. Mio fratello, due anni più piccolo, è andato in una altra scuola religiosa, ma lì la qualità dell’insegnanti era penosa. Veniva a ripetizioni da uno dei miei insegnanti.
Consegue che non è vero che con i soldi si ottengono migliori insegnanti.
Quello che dico è basato su esperienza personale e limitata ma le conclusioni che si possono trarre sono ovvie, in quanto centrano i due estremi dell’intervallo di discussione.
Riguardo ai finaziamenti che il supino governo promette alle scuole private, mi da alquanto fastidio.
Sarei più favorevole, supponendo che chi manda i propri figli lì, avendo denaro, paghi le tasse, (sospetto il contrario ed applicando il codice Napoleonico, l’onere della prova è a carico loro visto che stiamo in Italia), abbia un “buono”, cioè quota parte delle tasse destinate alla pubblica istruzioni, ritorni nelle sue tasche e lo consegni a chi vuole lui.
Questo risolverebbe un problema ma ne aprirebbe un altro: controllare le dichiarazioni dei redditi!

don alberto

Prevenuto CARLO, non sono riapparso: ho risposto ad un invito, tanto per non essere scortese.
Menichelli è un’ottima persona.
Ma a voi piace creare il “mostro” e piangervi addosso.

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