I gestori della piscina Siloe, di proprietà della Diocesi di Bergamo, hanno riservato l’accesso, per un’ora ogni giovedì mattina, alle donne di religione islamica, che in tal modo potranno nuotare senza che siano osservate da uomini, come prescrive il Corano. La decisione ha sollevato le immaginabili polemiche, soprattutto da parte della Lega Nord.
Bergamo: la piscina ha accessi riservati alle musulmane
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Se la piscina è della Diocesi, liberi di farlo. Se è pubblica è un grave errore.
Il problema è che si crea un divario tra religioni organizzate, i cui fedeli godono di particolari diritti in virtù delle loro credenze, e religioni personali, che non hanno nessuna garanzia civile. Per questo sostengo una laicità all’americana che non riconosce nessuna confessione religiosa, in tal modo si infliggerebbe un duro colpo alle religioni organizzate e di conseguenza alle loro ingerenze, ristabilendo la laicità.
E se una donna non islamica si volesse infiltrare?
sarebbe bastato dedicare un’ora riservata a tutte le donne, senza distinzioni di sesso età e religione e non sarebbe successo tutto sto macello, donne che si sentono in imbarazzo in costume in pubblico non sono solo musulmane, qui a bolzano la sauna gestita dal comune riserva un giorno solo per le donne e non si è mai lamentato nessuno. basta un pò di buonsenso.
Bella domanda, Giuliana. Ma perche’ non l’ora di piscina riservata alle donne grasse che non vogliono essere soggette a sguardi critici?
Di questo passo, si potranno istituire gli uffici per i matrimoni forzati o combinati, o tornare al vecchio caro matrimonio riparatore, magari come corsia preferenziale.
Che furbi, i bergamaschi, fanno tanto i buoni cristiani tolleranti coi musulmani perche’ torna comodo fare muro contro i non credenti. Non mi sembra che verso le donne ebree abbiano mai dimostrato tutta questa apertura
La penso come Tomaraya. Ma non credo che la piscina di Bergamo quel giorno sia riservata solo alle donne musulmane. Semplicemente, è riservata alle donne, cosicché fra di esse quelle musulmane osservanti possano usufruire della piscina senza venir meno alle proprie regole. Una donna non musulmana può entrarvi benissimo, a quanto capisco.
In ogni caso, la piscina non è un ente pubblico, è proprietà privata: la Diocesi è libera di farne l’uso che crede.
P.S. Sandra, ma allora anche riservare una spiaggia a nudisti e naturisti (che non vogliano esporsi agli sguardi di chi disprezza il loro stile di vita) è un’anticamera della shari’a di stato?
entrando nel merito della questione direi che non c’é nulla di scandaloso ad offrire un servizio ad hoc per una determinata clientela. Però il fatto di essere un privato in generale non da la libertà assoluta di fare ciò che si vuole: essenndo cmq un servizio deve rispettare determinate regole!Se no ci sarebbe il Kaos…
Nell’articolo di Paolo Di Stefano sul Corriere di ieri si legge:
“…hanno stabilito che per un’ora, ogni giovedì mattina, gli spazi delle loro strutture simil-balneari verranno riservati alle donne islamiche, per permettere loro di stare al riparo dagli occhi maschili, come detta il Corano.”
Donne islamiche, quindi. E’ una struttura privata, quindi puo’ fare quello che vuole.
Il discorso dei nudisti, Magar, non e’ dello stesso tenore. Non e’ reato e tanto meno lesivo della parita’ o latore di discriminazione creare una spiaggia per nudisti: e’ un po’ come stabilire su un treno la presenza di spazi per fumatori e per non fumatori, non sono costretti a subirsi, ognuno nel suo proprio diritto. Come non nudista o non fumatore non gradisco la vicinanza di un nudista o di un fumatore, ma penso che abbiano diritto a uno spazio cosi’ come ne ho diritto io.
La piscina riservata alle donne per una motivazione di tipo religioso una volta accettata in ambito pubblico segnerebbe un grave passo indietro rispetto alla parita’ di diritti ed e’ quindi estremamente, secondo me, pericolosa. Per questo facevo il paragone con il matrimonio riparatore, che era un’usanza culturalmente praticata e diffusa. Non tutto quello che attiene a una cultura deve essere reso legale, non represso (quindi privatamente e’ accettabile) ma certo non incoraggiato. Di questo passo accetteremo che vengano picchiati i bambini o violentate le donne solo perche’ un gruppo di abitanti della palestina qualche migliaio di anni fa ha decretato la patria potesta’ o la sottomissione della sposa?
era ovvio che la diocesi accettasse volentieri una norma discriminatoria nei confronti delle donne, d’altronde la misoginia l’hanno inventata loro e l’islam l’ha solo perfezionata.
@ Sandra
però a noi fumatori le ferrovie ci hanno fatto neri…fra un pò ci chiudono pure le spiagge…che vitaccia!
Sandra, mi sbaglierò, ma ho la forte impressione che “riservata alle donne islamiche” sia solo una semplificazione giornalistica per “riservata alle donne, su richiesta/ a favore di quelle islamiche”. Del resto la prescrizione coranica riguarda solo gli “sguardi maschili”, mi risulta. E dubito che la piscina della Diocesi impedirebbe l’accesso alle altre donne, cattoliche comprese. Almeno secondo il buon senso…
In ogni caso non vedo molta differenza tra non volersi mostrare nudi a chi non apprezza il naturismo e non volersi mostrare in costume da bagno a persone dell’altro sesso (perché si segue un sedicente libro sacro). La differenza starebbe nel fatto che le idee di quelle donne si presentano come “religiose”, mentre quelle dei nudisti no?
…io ribadisco che il privato in generale non è libero di fare quel che vuole quando offre un servizio…altrimenti ogni commerciante sarebbe libero di vendere a chi più gli piace…e non è così per fortuna…
Magar,
e’ completamente diverso secondo me. I cambiamenti della societa’ in fatto di abbigliamento sono normalissimi: le mie nonne non hanno mai nemmeno pensato di indossare un paio di pantaloni per esempio, e questo ti puo’ dare la misura della differenza: la nonna di una islamica non poteva mostrare i capelli se non a padre fratello o marito, esattamente come deve fare la sua nipotina appena entrata nella puberta’: e’ l’immobilismo che preoccupa, non la difficolta’ a superare una novita’, che sappiamo avverra’ se si presentano le condizioni culturali per farlo. E i dogmi religiosi sono maledettamente fissi.
Il fatto di non poter mostrarsi in costume (ma anche solo con una maglietta a maniche corte se e’ per quello) non e’ una scelta individuale che come tale contiene elementi di temporaneita’, come puo’ essere diventare naturalisti o vegetariani. Queste ultime sono scelte di vita, ma dubito che un naturalista – impossibilitato alla nudita’ – si senta in peccato, del resto immagino che i naturalisti lavorino vestiti. E’ il divieto religioso che non e’ compatibile con la vita pubblica, ma nemmeno non la scelta autonoma. Perche’ oltretutto discrimina la donna perche’ non puo’ mostrarsi, in quanto fonte di tentazione, mentre l’uomo puo’ mostrarsi in quanto la donna non ha a quanto pare tentazioni possibili. E’ un’assurdita’ senza fine.
Immagina se ci fosse una disposizione per la quale in rispetto al venerdi cattolico i ristoranti dovessero eliminare la carne dai propri menu. Quelli sono refettori dei conventi, luoghi per persone che hanno scelto una vita con regole diverse, liberi di farlo, ma noi non possiamo limitare noi stessi per questo. Se strutture private vogliono riservare parte delle loro ore ad esclusivo beneficio di musulmane e/o suore, non ho niente in contrario. Ma nel pubblico, assolutamente no.
Che lo faccia una confessione religiosa, passi pure, ma nel momento che lo faranno anche le Istituzioni sarà un grande sbaglio che contribuirà alla discriminazione ulteriore delle donne.
Sarà poi la volta dei medici uomini che non potranno visitare le donne, ecc. ecc. Se lo Stato, invece, come in Francia, nei suoi ambiti non permettesse l’ostensione della propria religione darebbe la libertà alle donne che non vogliono mettersi il velo o di frequentare piscine “normali”, di farlo senza incorrere in “rappresaglie” dei familiari.
Tomaraya: “sarebbe bastato dedicare un’ora riservata a tutte le donne, senza distinzioni di sesso età e religione […]”
Tomaraya, il tuo lapsus mi ha mandato in corto circuito le sinapsi per qualche secondo: cercare di focalizzare il concetto di qualcosa di riservato alle sole donne ma senza distinzione di sesso mi ha fatto rimanere a bocca aperta per un po’ prima di riuscire a realizzare cosa ci fosse di assurdo. 🙂
a questo proposito vi è un bell’articolo su micromega:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-piscina-col-velo-islamico-ovvero-la-santa-alleanza-dei-clericalismi/
Concordo con Tomaraya: tutte le donne è un conto, le musulmane è uno schiaffo sia ai principi d’una comunità civile sia ai sogni d’emancipazione delle donne di famiglia islamica.
Così si legittima ed incoraggia l’apartheid femminile nella comunità islamica locale nonchè il revanchismo delle donne non musulmane che per ragioni loro desiderano questo servizio.
Come al solito non si ha la più pallida idea di che significhi integrazione.
Il fatto di non poter mostrarsi in costume (ma anche solo con una maglietta a maniche corte se e’ per quello) non e’ una scelta individuale che come tale contiene elementi di temporaneita’, come puo’ essere diventare naturalisti o vegetariani.
Stai dicendo cose non laiche, Sandra. La scelta di non volersi mostrare in costume ai maschi è individuale eccome (salvo particolari casi di coercizione, che rientrano nel penale)!
Uno stato liberale non ha diritto di decidere lui per il cittadino quale è una scelta “autenticamente individuale”, e quale è solo “apparentemente individuale” (se posso interpretare così la tua distinzione). Fino a prova contraria, se una donna afferma di non voler entrare in piscina quando vi sono persone di sesso maschile, dobbiamo credere che questa sia la sua precisa volontà individuale.
Che c’entri la fissità dei dogmi poi non si capisce. Forse vuoi vietare tutti i comportamenti che seguano immutabili prescrizioni secolari? Vietiamo ai frati di indossare il saio in pubblico, perché tale scelta non “contiene elementi di temporaneita’“?
@ #Aldo#
scusa, non volevo provocarti un corto circuito, senza distinzioni di sesso nel senso che sono comprese pure le transessuali ancora non totalmente operate, solo un eccesso di sintesi.
@ Sandra
più di una volta sono andato in piscina con una mia carissima amica recitando la parte del suo fidanzato perchè secondo lei gli altri uomin presenti, pensandola fidanzata non la guardavano come possibile “preda”, proprio non sopporta che qualcuno le pianti le sguardo addosso quando è tre quarti nuda, e non è musulmana, è una questione di caratter
Magar,
scusa se ho detto cose non laiche! Io penso liberamente, che poi possa essere non laico per qualcuno, non mi va di autocensurarmi in onore del laico-pensiero.
Tu dici: “Fino a prova contraria, se una donna afferma di non voler entrare in piscina quando vi sono persone di sesso maschile, dobbiamo credere che questa sia la sua precisa volontà individuale.”
Peccato che siano tutte musulmane quelle che lo dicono, certo che e’ una volonta’ individuale, ma non e’ autonomamente sviluppata, mentre fa parte di un insieme di dettami di una religione. Perche’ altrimenti una non dovrebbe volersi mostrare in costume, scusa? A parte casi davvero disgraziati, mi sembra che in piscina o al mare si veda di tutto senza grandi drammi. Per qualcuno puo’ essere anche un problema far vedere la faccia o il naso. Capisco che ci possano essere i complessati. Pero’ che una donna non voglia andare in piscina quando ci sono gli uomini, non ha spiegazioni per me: perche’? Perche’ ha paura, si vergogna? Boh, io sinceramente non capisco. Il nuoto e’ uno sport, chi lo vuole praticare sa che deve mettersi in costume, e tra l’altro non e’ una passerella per miss bellezza, si va in piscina per nuotare, punto. Se uno si sente gli occhi di tutti addosso, ha un problema ma il costume non c’entra niente. E’ perche’ gli uomini guardano? E allora? Perche’, le donne non guardano?
Per la fissita’ dei dogmi intendevo dire che per il naturalismo si tratta di un passaggio, e cosi’ come si e’ accettato di esporsi in pubblico in costume, si arrivera’ anche a convivere tra nudisti e non nudisti. Invece la “moda” femminile musulmana e’ congelata, non si evolvera’, dovranno andare in giro coperte dalla testa ai piedi con alcune varianti ma coperte comunque, per seguire il precetto coranico che non permette che mostrino “nudita'” a maschi non della famiglia.
Se anche la scelta di non mettersi in costume e’ individuale, le piscine pubbliche sono luoghi dove si usa il costume da bagno: l’individuo puo’ scegliere se adattarsi al luogo, ma non puo’ pretendere che il luogo pubblico si adatti alla propria scelta.
Tomaraya,
guarda che e’ capitato anche a me di trovarmi vicino il cascamorto in piscina. Purtroppo e’ cosi’, i deficienti sono ovunque, dille di tirar fuori le unghie e imparare a difendersi. Non c’e’ molta scelta, Se fanno i cretini in un luogo pubblico non e’ un problema, basta dire qualcosa di imbarazzante ad alta voce. L’importante e’ eventualmente che stia attenta al ritormo a casa. Ma non e’ che la tua amica ti ha chiesto di far finta di fare il fidanzo perche’ le piaci? Sa un po’ di scusa…:-)
Magar: Il problema è che molte ragazze e donne musulmane sono completamente imbevute di quella cultura islamica profondamente maschilista che le porta a considere chi mostra i propri capelli o le proprie gambe come una mezza puttana, poi è chiaro che come sempre esistono anche le eccezioni, ma è inutile negare quanto la mentalità dominante possa influenzare le scelte individuali (questo ovviamente ovunque).
Ad ogni modo se è vero che, usando le tue stesse parole, uno stato liberale non ha il diritto di decidere per il cittadino quale è una scelta “autenticamente individuale”, e quale invece solo “apparentemente individuale”, è anche vero che uno stato liberale non è sempre tenuto a venire incontro a questo genere di richieste, se no di questo passo finiremo per accontentare anche quelle donne che per loro “scelta individuale” negli ospedali pretendono di essere toccate e curate solo da medici donna; anzi adesso che ci penso ciò di fatto è già accaduto, ricordo infatti un paio di casi simili anche in Italia, in ospedali in cui evidentemente i responsabili non volevano noie…