Obama non festeggia pubblicamente il National Day of Prayer: critiche dei religiosi

In occasione del National Day of Prayer, il presidente statunitense Barack Obama ha deciso di non organizzare eventi pubblici come la tradizionale preghiera presso la Casa Bianca, limitandosi a pregare privatamente come il suo predecessore Bill Clinton. Il National Day of Prayer, introdotto fin dal 1952 e fissato per il primo giovedì di maggio dal presidente Reagan, è stato festeggiato in maniera pubblica durante l’era Bush ed è sostenuto fortemente da gruppi religiosi. La decisione di Obama, che rompe ulteriormente con lo stile di Bush, viene interpretata da vari esponenti religiosi come l’ennesimo segno di una deriva “laicista”. In particolare, Shirley Dobson, presidente del National Day of Prayer Task Force (organizzazione evangelica che fa attività di lobbying e sostegno a favore del National Day of Prayer presso le istituzioni e la società), critica la scelta di Obama. Anche l’arcivescovo Raymond Burke, durante il discorso per il National Catholic Prayer Breakfast di venerdì, pur senza considerare direttamente la querelle, attacca il presidente Obama, che “in maniera molto aggressiva porta avanti un’agenda contro la vita e contro la famiglia”. Le associazioni di non credenti statunitensi invece plaudono alla decisione di Obama: David Silverman, portavoce nazionale degli American Atheists, considera che non è “il mestiere” di Obama “dire alla gente di pregare”, auspicando che il presidente sospenda tale ricorrenza.

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31 commenti

dysphoria_noctis

cioè, il rifiuto di una preghiera in pubblico equivale ad un attacco a famigghia e vita?

uau, chissà cosa direbbero i sedicenti se Obama mangiasse due cetriolini… magari che è il messaggerio dell’apocalisse…

mirko

essendo una festa di stampo evangelica ha fatto bene a non celebrarla…

Third Eye

Evvai, sempre meno scontate le contaminazioni tra religione e politica in chi fa i modelli che (ahinoi) si seguono pure qui!!

Bruno Gualerzi

Pare basti poco anche in America per suscitare le ire delle ‘lobbies’ (là pare che le chiamino, e che siano, così, inclusi anche gli American Atheists) religiose. Naturalmente bisogna plaudire, prima a Clinton e ora ad Obama, per la scelta di abolire questo ‘National Day of Prayer’… anche se sembra, più che una rivendicazione di laicità, un ulteriore passo nella liquidazione dell’era Bush. E che sia una scelta più politica che culturale lo dimostra il fatto che i due presidenti democratici hanno ben chiarito di aver ‘pregato in privato’, mentre l’abolizione di quella giornata di preghiera deve aver irritato i gruppi religiosi più che altro in quanto – presumo – li ha costretti a rinunciare ad una ghiotta occasione di guadagno, sia di immagine che di dollari. In America inseparabili l’una dagli altri.
Insomma, – per quel che posso capire da qui – non so, con questa abolizione, quanto venga veramente intaccato il fideismo di fondo della cultura americana. Che abbia come oggetto dio o il dollaro, cambia poco.

Brian di Nazareth

Tutto sommato, Obama non ha fatto altro che seguire quel libro che dice:

“Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. (Matteo, 6:5-13)

In ogni caso, meglio l’esempio di Obama che quello di Bush et.al. Un presidente non deve mai dire ai cittadini quando pregare.

Francesco Paoletti

Un laico che occupa una carica istituzionale non festeggia mai pubblicamente anche se è credente. Lo stesso faceva De Gaulle

Otto Permille

Il giorno della preghiera potrebbe essere sfruttato per implorare il padreterno affinché spedisca all’inferno preti, pastori, ayatollah e quant’altro di simile. In fondo nella preghiera uno può chiedere ciò che vuole e nessuno può vietarmi di chiedere al padreterno di incenerire il vaticano.

rododentro

Obama ha ben altro di cui occuparsi per risolvere la crisi economica, agli americani deve dare posti di lavoro, così potranno mangiare, poi ognuno farà ciò che crede anche pregare, che a pancia piena viene meglio, visto come son ben paffuti i vescovazzi.

ACHESTICO

X Otto Permille

Va bene quello che affermi, ma non mi toccare gli ayatollah!!!!

Marco C.

“segno di una deriva “laicista””

Già, per non essere laicisti bisogna dire ufficialmente di essere laici e poi, in concreto, fare tutto quello che vogliono loro.

fab

Gente, Obama non ne sbaglia una. (L’unica decisione immorale, ma politicamente quasi necessaria, è stata quella di non processare la CIA per le torture.) Se continua così…

restodelmondo

Brian di Nazareth che cita il Vangelo: non credo si possa dirlo meglio.

Io sono cristiana, ma tutte queste megapreghiere in pubblico mi fanno un po’ specie, e quando sono un modo per avere un serbatoio di voti mi fanno anche un po’ incavolare. (Ah, e conosco molti altri cristiani che la pensano come me. Solo che siamo un po’ piu’ silenziosi – o abbiamo un po’ meno accesso ai mezzi di comunicazione – di altri.)

lola

@restodelmondo
“Io sono cristiana…..”
Certo, col nome che ti sei data non potevi essere diversa!!!

Giacomo Grippa

non pregare e non credere per i confessionalisti significa “deriva laicista”.
Il loro è un malato, ma comunque antidemocratico, egocentrismo

Rocco

E certo, sono frustrati perché non c’è più l’amico loro alla Casa Bianca che gli darà diritto di veto sulla politica interna e estera. E più saranno emarginati più saranno infuriati

Nicola

deriva laicista! state attenti che poi andremmo tutti all’inferno…. speriamo di trovare delle birre…

la chiesa rimarca sempre il solito pensiero di intolleranza verso chi non la pensa come lei e verso chi limita le invadenze che certamente non sono ne giustificate ne giusta….. la chiesa vuole essere superiore e avere il controllo e predica pace e amore

Stefano Bottoni

Plaudo a questa nuova iniziativa del presidente Obama.
In fondo ha interpretato in pieno lo spirito dell’UAAR (anche se immagino neppure sappia della nostra esistenza, seppure certo conosca gli American Atheists): una persona è e deve restare libera di pregare in privato, ma nessuno ha il diritto di porre la propria fede come fondamento delle istituzioni pubbliche, nè la fede può diventare una scusa per aggirare o violare le leggi (…a qualche medico che si autodefinisce “obiettore” stanno fischiando le orecchie?).
Forse i tempi stanno davvero cambiando. Per fortuna.

Augusto

Deriva laicista, eh. Che si dovrebbe dire allora della “deriva religiosa”?

Stefano Grassino

@ Stefano Bottoni

Se lo stato è laico, liberi di esistere i credenti e le loro istituzioni.

mondodaniel

@ stefano grassino

Se lo stato è laico, unq qualunque credenza (religiosa o ateistica che sia) non può diventare istituzione pubblica.

Luigi De Lauretis Nisii

La religione deve esistere,perchè la laicità comprende tutte le visioni del mondo,ma le religione deve ESSERE UNICAMENTE UNA SCELTA PONDERATA, MATURATA,RIFLETTUTA da una persona adulta. E’ ABOMINEVOLE imporre a un neonato il battesimo che lo fa essere automaticamente un cattolico,come sonoabominevoli la comunione e la cresima. In altre parole la religione DEVE essere un fatto privatissimo,intimissimo. Ma cosi’ non è mai stato. La religione è sempre stata un potere fortissimo per assoggettare le menti,una droga,l’oppio delle popolazioni. Quanti milioni di persone distrutte a livello psicologico per l’imposizione ad ogni costo della religione.Non ho parole per descrivere quello che provo pensando a tutte le ABERRAZIONI della religione. VERGOGNATEVI TUTTI ( mi riferisco alle gerarchie della cc) MI AUGURO CHE UN BEL GIORNO PAGHERETE PER TUTTO IL MALE ChE AVETE FATTO E CHE STATE FACENDO!!!!!!!!!!!!!!!!!Luigi

roberta

x Luigi
sono pienamente d’accordo :la religione dovrebbe essere sempre un fatto privato,ma purtroppo la maggior parte delle persone religiose ritiene di possedere LA VERITA
ASSOLUTA e sente l’irresisitibile bisogno di IMPORLA agli altri.Mi e’ capitato spesso
di incontrare persone che 2 minuti dopo avermi conosciuta iniziassero a parlare di
Dio (o di GEOVA ) senza neanche prendersi il disturbo di chiedermi come la pensavo !
penso che un briciolo di umilta’ migliorerebbe molte cose!!!!

Cris

Deriva laicista? Piuttosto un passo verso la normalizzazione dopo la deriva teocon.

Marco C.

@ Biondino

Sull’ obbligo della fedeltà dopo la separazione, ti posto questo link:

http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/18/Separati_non_obbligo_fedelta__co_0_970718437.shtml

Se il codice civile ha preferito disciplinare gli effetti della separazione sui soli rapporti patrimoniali, disinteressandosi completamente degli aspetti morali, se ne deduce che l’eventuale relazione con un terzo nel periodo successivo alla separazione ed anteriore al divorzio non possa essere in alcun modo sanzionata.

Si precisa che i tribunali decidono comunque sul caso singolo e che, in Italia, la precedente sentenza non vincola il giudice chiamato successivamente su un caso analogo a conformarsi all’orientamento già espresso.
Infatti la stessa cassazione, oltre al predetto orientamento, ne individua un secondo
Cass. civ. 18/9/97 n. 9287
La violazione del dovere di fedeltà può avvenire anche dopo l’insorgere dello stato di separazione non essendo da escludere che questa lasci sussistere tra i coniugi una (magari limitata) solidarietà, tale da giustificare la permanenza dell’obbligo di fedeltà.
Poco condivisibile è, infine, il contenuto di una terza sentenza in materia nella quale si ritiene necessario verificare che il comportamento successivo alla separazione, ai fini della rilevanza della violazione del dovere di fedeltà, non risulti intollerabile all’altro coniuge.

SEPARAZIONE DEI CONIUGI
Fedelta’
Codice civile (1942) art. 143
Codice civile (1942) art. 151

Il coniuge che, dopo l’udienza presidenziale nel giudizio di separazione, intreccia relazione con altro partner non viola i doveri di fedeltà e ad esso non può essere attribuito il relativo addebito.

Cassazione civile, sez. I, 17 luglio 1999, n. 7566
Nota c. Varsallona
Famiglia e diritto 2000, 130 nota (DE MICHEL)

Marco C.

Eccoti ancora il testo della senteza 19/9/97

Cass. civ. 19/9/97 n. 9317
In seguito all’abrogazione dell’art. 156 c.c. non sussistono a carico dei coniugi separati obblighi di carattere morale derivanti dal matrimonio ma solo obblighi di natura patrimoniale. Non sono conseguentemente valutabili fatti commessi in violazione di obblighi non più esistenti quando la separazione è stata pronunziata o consensualmente accettata. In particolare l’obbligo di reciproca fedeltà anche dopo la separazione non trova riscontro nella lettera della legge e non si concilia con la funzione che, dopo l’introduzione del divorzio, l’istituto della separazione intende assicurare.

Comunque, anche nella senteza 18, si parla della possibilità dell’ esistenza di una anche limitata solidiarietà, se questa proprio non esite più, allora non ha più senso parlare di infedeltà.

bright77

Credo che a sua madre atea e marxista avrebbe fatto piacere……..Fa piacere vedere un presidente di una nazione ateofobica tratti i religiosi alla pari degli altri e non come cittadini superiori

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