Aung San Suu Kyi in carcere per un invasato religioso

Tutti i giornali parlano quotidianamente della vicenda di Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, da anni agli arresti domiciliari in Birmania.
La Birmania è da decenni una dittatura militare. Nel 1990 i militari hanno indette le elezioni, che hanno visto il partito della signora Suu Kyi vincitore. Aung San Suu Kyi sarebbe quindi, di diritto, Primo Ministro dello Stato. Tuttavia i militari annullarono il voto della popolazione e continuarono la loro dittatura. La donna fu messa agli arresti domiciliari, dove rimase per decenni.
Il suo impegno per il popolo birmano è sempre stato importante: la donna è seguace di Gandhi e crede fermamente nella non-violenza. Con i soldi vinti grazie al Nobel, Suu Kyi costituì un sistema sanitario e di istruzione per il popolo birmano. Gli arresti domiciliari le furono revocati dal 1995 al 2003, ma dal 2004 a oggi la donna è bloccata in casa senza poter uscire. Non può vedere i figli, che vivono in Gran Bretagna, nè il marito dopo che gli fu diagnosticato un tumore che lo portò alla morte.
Questa donna, che recentemente è stata sulle stampe nazionali anche per i suoi problemi di salute, nel maggio 2009 ha dovuto tornare ad affrontare un processo a causa di un intruso che è entrato in casa sua, e che le ha causato l’accusa di aver infranto gli arresti domiciliari.
I giornali tuttavia tralasciano di menzionare il motivo per cui quest’uomo si diresse a casa sua: non è un sostenitore della teoria pacifica di Gandhi. L’uomo, un americano veterano del Vietnam di nome John William Yettaw, di 53 anni, ha attraversato a nuoto un lago per parlare con il Premio Nobel di nascosto dai militari. Il motivo? Lasciare una Bibbia.
John William Yettaw si è infatti da poco convertito alla religione dei mormoni, e sperava di convertire la signora Aung San Suu Kyi al proprio credo.
La Bibbia probabilmente farà compagnia al Premio Nobel, durante gli anni di carcere che il regime quasi sicuramente le infliggerà durante il processo.

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24 commenti

Horace

Invasato ma non scherziamo, era sicuramente un agente provocatore della CIA, inviato li per far in modo che Aung San Suu Kyi fosse processata e si riaccendessero i riflettori del mondo su lei. Non nascondiamocelo, la lotta e tra CINA e USA per il controllo delle rotte commerciali e il mare di GAS sopra cui galleggia la Birmania. La Aung San Suu Kyi è filo-americana i militari Birmani stanno con la Cina. Può piacere o no ma la realtà è questa.

Mario (Oristano)

sarà stato ingaggiato dalla dittatura birmana, certo..solo perchè la Suu Kyi è sotto “scorta mediatica” se no dubito sarebbe ancora viva, e altrettanto dubito che vivrà a lungo in carcere.

Mauro Ghislandi

Può piacere o no, ma gli USA sono una democrazia, la Cina no.

Nemo

che c’entra la Cina ora? La Birmania è un paese del sud est asiatico che non ha nulla a che vedere con la Cina

Stefano Bottoni

E’ fin troppo facile convincere un fanatico ed invasato (specialmente a causa del credo religioso) a fare una cavolata del genere. I servizi segreti di tutte le nazioni del mondo hanno al loro soldo ottimi psicologi che con persone del genere vanno a nozze.
E’ evidente che Aung San Suu Kyi al regime birmano (e non solo a quello) fa comodo viva ma in carcere. Morta, diventerebbe una martire. Viva ma libera, sarebbe pericolosa. Invece così…

Horace

A parte il fatto che la Birmania confina con la Cina e quindi non può che tenere conto dell’ingombrante vicino, sarebbe come dire che il Messico non ha niente a che fare con gli USA. Inoltre la Cina versa grossi capitali alla giunta militare birmana. I militari birmani sono certo una dittatura, ma la Aung San Suu Kyi qualora andasse al potere sposterebbe l’asse del paese verso gli USA e la Cina questo non lo potrebbe mai accettare. Gravi sarebbero le ripercussioni di un suo arrivo al potere in Birmania. Viva e prigioniera fa poco danno. Morta e martire ci sarebbero gravissimi tra monaci buddisti ed esercito in Birmania. Lo so che la cosa è dolorosa, ma la Cina è la Cina il XXI secolo è il suo secolo. Ricordo che i monaci buddisti birmani in quanto a fanatismo non sono secondi a quelli tibetani.

Asatan

La cosa verament4 allucinante è che un teppista non invitato si è introdotto abusivamente in casa di Ang San Suu Kyi e invece di processar lui per effrazione, processano lei….

maxalber

Adesso da Aung San Suu Kyi dovranno andare (a nuoto?) anche fra pallino e don alberto.
Altrimenti la bibbia che si ritrova, chi gliela spiega?

Leonzio da decimo

Primo ministro eletto dal popolo; carcerata, anziché al comando della nazione; voto annullato.

Ma non si può fare altrettanto in Italia?

Amedeo

già la cosa allucinante è che processano chi ha subito l’aggressione (ma credo che anche il cavallo pazzo mormone sia incarcere)… è la conferma che aspettavano un pretesto qualsiasi per riportarla in carcere.

Cardinal Bagnato

@ Mauro Ghislandi:

“Può piacere o no, ma gli USA sono una democrazia, la Cina no.”

Può piacere o no ma né gli USA né la Cina sono campioni in campo della difesa dei diritti umani ( si vedano i rapporti di Amnesty International al riguardo) e può piacere o no ma quando, come i gringos, ci si arroga il diritto di essere dei campioni di democraziona nel mondo questo conta e molto. Quindi è bene lasciar perdere sti paragoni perché non ci si fa bella figura a difendere gli aguzzini di Guantanamo!
In ogni caso qua si parla di laicità quindi è bene porre l’accento sul bibbiofilo. Che dire? un altra volta bisogna ribadire che la bibbia è una lettura poco consigliata!

Peppe

ghislandi: cosa hanno di piu democratico gli usa rispetto alla cina? i soldi che li fanno apparire tali?

peppe

Adesso da Aung San Suu Kyi dovranno andare (a nuoto?) anche fra pallino e don alberto.
Altrimenti la bibbia che si ritrova, chi gliela spiega?

Vabbe’ il metodo è semplice: ogni volta che uno legge qualcosa di stupido, invasato, ridicolo o semplicemente imbarazzante nella bibbia è sufficiente tradurlo (dicesi esegesi) col suo esatto contrario. Ormai l’ho imparato pure io…

Third Eye

A parte la mia stima genericamente nulla per l’idea del nobel per la pace e della letteratura, oltre che per i criteri di assegnazione, devo dire che è ottima palla al balzo per chi vuole tenerla ancora più segregata: un vero modello, magari per i nostri prossimi sviluppi in fatto di misure di sicurezza, prese con il plauso di tutto il gregge tremante <_<…

Nicola Morgantini

Mi pare che che Horace abbia perfettamente ragione. Mi auguro inoltre che la cosiddetta dittatura militare (cosiddetta perché sono proprio le grandi dittature internazionali e i loro pennivendoli che la definiscono tale) duri ancora a lungo. Se cadesse, la Birmania farebbe la fine di tutti gli stati americanizzati dell’Asia. Sai che bel guadagno…

MicheleB.

Horace, spiacente di contraddirti, ma l’americanizzazione della Birmania è gia avvenuta: gli occidentali, USA e Francia in testa ma anche Italia, Belgio ed Israele gia fanno affaroni con il gas, gli idrocarburi, le piantagioni ed i villaggi turistici. Anche la Cina ed il Giappone.
La giunta militare è stata colonizzata semplicemente tramite corruzzione e compartecipazione agli utili: ditte di proprietà di coniugi e parenti dei militari vegono assoldate per reclutare-con ogni mezzo- manodopera da ridurre in semischiavitù. La gente dei villaggi viene picchiata, rapita, minacciata, per andare a lavorare- sfruttata e sottopagata- ad un gasdotto francese, un latifondo cinese od un resort italiano.
Le “grandi dittature internazionali” di cui parla il Morgantini si sciacquano la bocca con belle parole di denuncia, però non muovano un dito per far cadere un regime sanguinario ed ottuso (militare, appunto) che garantisce l’eldorado a tutti i grandi investitori del mondo.
Se volete nomi e numeri, chiedete pure.

MicheleB.

Tre nomi per tutti: i principali partners economici della giunta militere di Yangon sono la francese Total e l’americana Chevron-Texaco; le operazioni di green wash sono state commissionate alla BK Conseil, dietro la quale si nasconde Bernard Kouchner, ministro degli esteri del governo Sarkozy.
Errata corrige: niente Belgio. Ci sono dentro però anche India e Singapore.

Pino Curatolo

@Morgantini “Mi auguro inoltre che la cosiddetta dittatura militare (cosiddetta perché sono proprio le grandi dittature internazionali e i loro pennivendoli che la definiscono tale) duri ancora a lungo”

Un regime, pardon, sistema giudiziario, che tiene un processo a porte chiuse contro Aung San Suu Kyi “rea” di essere stata raggiunta da uno straniero che ha eluso la sorveglianza governativa, non è una dittatura ?

Un Paese dove il legittimo vincitore delle elezioni viene incarcerato per decenni e non consente più al popolo di esprimersi non è una dittatura?

Come pure, un Paese dove l’accesso ad internet è limitato e censurato e chi viene colto a trasgredire finisce in carcere (Iran ? Cina? …) non è una dittatura ?

Alla faccia del razionalismo e della logica!

Horace

Non ho mai detto che la Birmania non è americanizzata, in parte, ho solo fatto notare che la Aung San Suu Kyi giunta al potere torcerebbe con decisione la Birmania in funzione anticinese, come lo è oggi la Tailandia. Due soli paesi, anzi tre sono non sottomessi alla politica USA nella regione, Vietnam, Laos e Birmania. Inoltre sono tre paesi dove lo stato è dichiaratamente ATEO come in Cina. Il XXI secolo è e sarà il secolo della lotta tra confessionalismo e anticonfessionalismo.

MicheleB.

Horace, la birmania è sottomessa al Dio Denaro, che li è portato più dagli USA che dalla Cina. Non è anticinese ma men che mai antiamericana; è solo antibirmana, perchè il suo popolo lo uccide in vari modi (più che altro con le mitragliatrici). Dovrei tifare una dittatura fra le più sanguinarie solo perchè si dichiara aconfessionale e reprime brutalmente il clero ribelle? Ma che ragionamento è! Oltre tutto l’analisi da te esposta sulla geopolitica del sud-est asiatico è di una semplificazione a dir poco infantile. I 3 stati di cui parli sono più vicini agli USA di quanto tu pensi e, fra questi, solo la birmania ha rilevanti rapporti economici con la Cina. SE l’alternativa è tra la cocacolonizzazione yenkie è la dittatura self-reliance allora siamo messi maledettamente di m…a!

Horace

Michele ma chi ti ha chiesto di tifare per la giunta birmana. Io ho solo detto, e lo ripeto chiaramente, che Aung San Suu Kyi se andasse al potere condurrebbe una politica anticinese, e con il mare di gas e il controllo delle rotte commerciali maritme creerebbe una situazione gravemente problematica per la Cina mettendo in moto una reazione cinese di autodifesa.

Mattia

A parte il fatto che attualmente la Cina sostiene di più il fuorilegge partito comunista birmano, che si oppone alla giunta militare, e che è verissimo che tutte le principali multinazionali possono usare la dittatura birmana per sfruttare le risorse del paese, nessuno si è chiesto come abbia potuto uno squilibrato accedere alla casa di Aung San Suu Kyi, che sarà sicuramente circondata da militari di guardia armati fino ai denti? E’ chiaro che è stato permesso, per quali motivi ancora non lo sappiamo, ma forse lo scopriremo presto…

Mattia

… un po’ come scopriremo, presto o tardi, il vero motivo dell’improvviso rispetto per le istituzioni laiche e democratiche di quel fascista di Fini. Ricordo a tutti che in politica, in tutto il mondo e a tutti i livelli, valgono le teorie di Machiavelli.

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