Manifesti UAAR anche a Terni

Da alcuni giorni, a Terni, sono stati affissi alcuni manifesti a cura del locale circolo UAAR.

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35 commenti

Francesco Ferroni

gran bel poster 😉 continuiamo così…a proposito a casa nn mi è ancora arrivata la tessera 2009…datevi una mossa… 😀

S.Lizard

E’ bello che si riescano a pubblicare, però… mi sembra un po’ troppo violento da appendere per le città… Invece di far ragionare i dubbiosi, così ci si rende solo antipatici alla vista dei passanti…

Io opterei sempre per qualcosa di più “soft”, per iniziare… IMHO…

L.

MicheleB.

Ma il sondaggio è reale? nel qual caso si rischia seriamente che venga scelto il punto 2) a furor di popolo di Dio e divulgato ai 4 venti; ne risulterebbe che Terni detesta l’ateismo.
I sondaggi fatti così sono azzardi terribili.
Non mi stupirei su nei prossimi giorni venissero affissi gli esiti “fatti in casa” del quesito.

Lorenzo Galoppini

Assolutamente geniale, non si era mai visto niente di simile…ma forse, é vero, un po’ troppo “hard”…condivido il consiglio di Lizard.

peppe

Le provocazioni sono il sale di ogni confronto. Se non fosse così, uno come Feltri non riuscirebbe (come invece riesce) a vendere migliaia di copie anche dei rotoli di carta igienica usata.

E comunque… a me il sondaggio piace: sfido a trovare un solo ateo/agnostico dei tempi moderni che abbia le caratteristiche elencate. Esclusi gli atei devoti, naturalmente.

Enrico

Per Michele B.
Caspita, mi hai dato un’idea geniale! La giro subito ai miei amici della parrocchia S. Maria Regina a Terni. Si metteranno subito al lavoro!!

Mastro Titta

anche secondo me è troppo tosto.
In generale poi secondo me vanno proposti manifesti POSITIVI, che sono di conseguenza INATTACABILI. Se invece proponi un messaggio critico, facilmente ti fanno passare per intollerante.
Esempio di messaggio positivo –> ”Si può essere buoni senza Dio”: NESSUNO POTRà DIRE CHE CHE NON è VERO, senza passare LUI STESSO per INTOLLERANTE

Nicla

Un po’ qualunquista come slogan, non amo fare di tutta l’erba un fascio (non solo tra gli esponenti religiosi in quanto persone, ma anche tra le religioni di cui potrebbero essere esponenti).

Stefano Grassino

La cosa peggiore è l’inamovibilità. Chi lavora può sbagliare ma il fatto che ci stiamo dando da fare è comunque positivo. Se ci mettiamo ad analizzare troppo i pro ed i contro rischiamo di non fare mai giorno. E poi che parlino di noi, ci offendano, ci attacchino magari tutti i giorni. Se per centomila baciapile saremo esseri negativi, tanto piacere. Ma se centomila persone passeranno davanti a quei manifesti ed anche dieci soltanto diranno: e questi chi sono? Andiamo a vedere……ed uno si iscrive, sarà una vittoria.

don alberto

mmmmh
Il mondo non è così nettamente in bianco e nero.
Forse l’intolleranza sta nel non cogliere le sfumature.

peppe

Vero. Come le bruciavano loro le streghe, non le brucerà più nessuno ragazzi… rassegnamoci.

Ivano

Io penso che un manifesto non debba contenere messaggi eccessivamente articolati e prolissi perchè c’è il rischio che la gente non si fermi a leggerli e non colga pertanto il suo significato (troppo contorto).

Rothko61

Concordo con chi nutre perplessità sul tipo di messaggio, poco incisivo e troppo aggressivo.
Mi trovo d’accordo perfino con don alberto…
Si presta il fianco a reazioni compatte

Luca

Apprezzo l’iniziativa e il contenuto, assolutamente veritiero, ma lo trovo espresso banalmente e, soprattutto, nel posto sbagliato, su un manifesto, che dovrebbe avere una semplice frase d’impatto.

peppe

Caspita, mi hai dato un’idea geniale! La giro subito ai miei amici della parrocchia S. Maria Regina a Terni. Si metteranno subito al lavoro!!

Ma dai che non ci crede nessuno… lo sanno anche i sassi che gli amici della parocchia non sanno nè leggere nè scrivere…

Nicoletta

Qualcuno ha commentato: “Mi sembra offensivo”.
A me non sembrava, poi ci ho riflettuto… in effetti,
per gli atei può essere offensivo 😉 !

Un saluto,
Nicoletta (cassiera, senza $oldi, del circolo di Terni)

Sandra

Non sono una fanatica degli slogan in generale, ma quando sono polemici ancor meno. Se si vuol portare le persone a riflettere, la provocazione e’ da evitare, a meno che non sia molto sottile, e mi dispiace ma non e’ questo il caso.
Le persone possono essere prevaricatrici, ipocrite, manipolatrici al di la’ dei loro sentimenti religiosi, e non si possono dividere, in due categorie, i preti ipocriti e falsi, e tutti gli altri bravi e onesti: non e’ cosi’, ma anche se cosi’ fosse si va a toccare un tasto delicato, cioe’ la fiducia che alcuni – a torto o a ragione, dipende dai casi – ripone nel clero. Si lancia un’accusa gravissima, cioe’ che tutti i sacerdoti siano in mala fede: si e’ in grado di dimostrarla?
Tutte le “qualita'” immorali elencate mi fanno piuttosto pensare alla classe politica italiana, ma non ai sacerdoti. Per molta parte della popolazione sono ancora un punto di riferimento nelle realta’ locali, e questo attacco alla categoria mi sembra gratuito e indelicato.
Allora era preferibile alzare il tiro, per esempio in un confronto tra dirigenza politica – magari italiana e non – e le alte sfere del vaticano, ma su un terreno pratico, che poggi su fatti.

Bruno Gualerzi

Ormai mi sono convinto che un manifesto vale l’altro, uno slogan vale l’altro, se ci si riferisce alla possibili reazioni. Giusto scambiare tra noi i rispettivi pareri, ma ricordiamoci sempre a chi sono rivolti questi messaggi, cioè ad una varietà tale di possibili fruitori che nemmeno il più esperto dei pubblicitari saprebbe indicare la scelta ideale. E proprio come succede con la pubblicità di un prodotto (questa pur sempre è la strada che si è scelto, no? ) il ‘successo’ nove volte su dieci lo si deve solo al caso. D’accordo che qui non si tratta di un dentifricio o, come oggi va di moda, di una agenzia che offre consulenze finanziarie, ma anche tenendo conto di questo, indovinare il messaggio giusto è possibile solo… tirando a indovinare.
Ciò detto – sempre tirando a indovinare, e per quel che la mia vista mi ha concesso di decifrare – questo di Terni più di un riscontro di quelli desiderati da UAAR ritengo possa legittimamente aspettarselo.

Bulk

Per me è ottimo.
Tra le 4 opzioni solo l’ultima menziona un esponente religioso.
Se le opzioni di risposta fossero state:
1) un chierico
2) un sacerdote
3) un vescovo
4) una persona devota
allora si, l’avrei visto aggressivo.
Inoltre non presuppone che si debbano associare tutte le caratteristiche negative a una sola delle categorie elencate sotto.
Può darsi che qualche passante associ un conoscente laico o ateo, al falso e ipocrita, qualche altro, conoscerà qualche prete ipocrita o oscurantista…
E’ un manifesto coraggioso che può far riflettere, discutere, criticare, e visto il torpore medio della popolazione, mi sembra idoneo.

Fri

“E’ un manifesto coraggioso che può far riflettere, discutere, criticare, e visto il , mi sembra idoneo.”

Anche secondo me il manifesto è molto violento e sarebbe andata molto meglio un semplice slogan ad effetto, un accenno alla questione economica, che è sempre apprezzata dagli italiani dalle braccine corte, o sugli scandali sessuali che stanno coinvolgendo i preti in maniera sempre più evidente.
Proprio a causa del “torpore medio della popolazione” mi sembra quanto di meno idoneo si poteva trovare. Lo sapete benissimo tutti quanto la nostra società sia intrisa di cattolicesimo. Il rischio, molto reale, è che anche quelle persone, e sono molte, che stanno un po’ nel limbo fra il credere e il non credere, leggendo un attacco così frontale alla tradizione religiosa, facciano quadrato attorno alla loro chiesa. Probabilmente non gliene frega niente, ma è molto più comodo far finta di credere in quello che conosci da sempre piuttosto che fare la fatica di ragionare e capire perchè non è più il caso. La chiesa cattolica in Italia (ma è tipico di qualunque religione) è una specie di bozzolo, caldo e confortevole, protettivo, nel quale ci si può riparare quando le cose vanno male e se non ne sei mai uscito veramente nessuno ti rinfaccerà il fatto che magari per anni ti sei presentato a messa solo a natale e a pasqua.
Io credo davvero che l’uaar dovrebbe cercare modi molto più soft per farsi pubblicità verso il grande pubblico (il popolino bue, per intenderci…). Credo che bisogna evitare il più possibili le frasi ad effetto tipo “chi pensa non crede”, sulla quale sono d’accordo al 100%, ma letteralmente offendono il cittadino medio che crede di essere molto coinvolto politicamente perchè guarda “porta a porta”. Al contrario si possono/devono sfoderare le unghie quando ci si rivolge a categorie specifiche, come i politici o i preti, gente sgamata che sa bene che la religione non c’entra un fico secco con i diritti civili e con lo stato laico che dovrebbe essere l’Italia.

El Topo

Per aggiungere qualcosa alla discussione in corso vorrei ricordare come ogni credente venga sottoposto dalla nascita ad un forte condizionamento mentale che permane in vario grado in ogni believer.
Premesso questo non ritengo che si possa abbattere a colpi di ariete verbali l’attaccamento a credenze che come ho gia’ detto hanno anche la funzione di psicofarmaci in grado di rimediare a paure ansie e senso di inadeguatezza (per quanto io apprezzi l’ironia del messagio in questione), e’ quasi un lavoro da psichiatri, slogan ed ironia nulla possono contro le colate di cemento versate nella testa degli italiani, non vengono recepite, almeno dalla piu’ larga parte dei credenti.
Meglio sarebbe a mio avviso organizzare cicli di conferenze e dibattiti il piu’ possibile diffusi sul territorio nazionale.
Perche’ non provare il colpo gobbo di portare in Italia Richard Dawkins, quel mostro che fa tanto paura ai cattolici ?

paola

io non credo che gli atei vogliano ” sconvertire” nessuno. vogliono solo sentirsi finalmente liberi di esprimere le proprie opinioni, che fino a ieri erano tabù, e oggi sono fastidiose. vogliono dire “noi esistiamo, siamo tanti e la pensiamo così. leggendo i nostri manifesti siete d’accordo con noi, bene!non siete d’accordo, pazienza! ” qualsiasi sia il messaggio sul manifesto, non deve convincere nessuno, tanto meno i credenti, che vivono nelle favole. un ateo è tale indipendentemente dalle religioni che gli girano intorno: è ovvio che a furia di sentirsi attaccati e chiamati in causa a sproposito ( vedi darwinismo=nazismo, ateismo=deriva etica, ecc…), a furia di assistere alle ingerenze delle religioni nella politica, allora è lecito difendersi, cercando di svelare un pò di verità, di smascherare tutta questa ipocrisia…
grande terni!

Francesco Ferroni

Scusatemi cari amici atei,ma che è tutto stà paura?stò buonismo?questa ipocrisia….smettiamola e impariamo a non aver paura delle nostre idee.
a quanto pare il senso di colpa irrisolto di un certo modo di intendere il religioso non è stato risolto intimamente neanche da chi si dice ateo o quel che sia.

Rothko61

@ Francesco Ferroni

Non si tratta di aver paura o di essere buonisti, nè tantomeno ipocriti. Non è che ti sei preso troppo sul serio?
Qui si è semplicemente commentata l’efficacia di un manifesto e, quindi, di un messaggio pubblicitario.
Secondo me si poteva scegliere un manifesto diverso, al limite anche più aggressivo ma mediaticamente più valido.

MicheleB.

Guardate, che per essere visibile e produrre dibattito un intervento deve essere un pochino polemico e d’attacco o quantomeno assertivo. Se la voce è bassa ed il registro pacato e prudente, l’auditorio (mediamente) percepisce debolezza argomentale, insicurezza, inaffidabilità: il radicale ti aggredisce percependoti un facile boccone, gli altri non ti leggono credibile.
Se la voce è forte e l’argomento fermo, deciso, assertivo, il radicale si arrocca a difesa o contrattacca sentendosi minacciato, ma gli altri ti leggono sicuro delle tue posizioni, propositivo, credibile e cominciano a chiedersi se tu non stia dicendo qualcosa di condivisibile. Questo è marketing terra terra, non sto inventando.
Il mio dubbio è un altro: se si lancia un quesito così, “al popolo”, si rischia che qualcuno risponda. E le risposte potrebbero non essere come ci si aspetta.

Fri

Guarda Michele, sono assolutamente d’accordo con te. Il problema che volevo sollevare io nn riguardava il registro degli interventi ma il loro obiettivo. E’ chiaro che bisogna essere fermi e dare un messaggio forte, ma perchè andare a sindacare sulle opinioni ancestrali e irrazionali delle persone (che sono soggettive e istintive) quando invece abbiamo centinaia di argomenti oggettivi su cui possiamo basare la nostra battaglia? Siamo più incisivi sui soldi (8 per mille), sulle ingerenze in politica, sui preti pedofili… ce n’è più che abbastanza per fare dei manifesti forti e condivisibili. Senza andare a toccare concetti soggettivi e filosofici quale il credere o non credere in un qualche dio. Questo verrà in un secondo momento, e sarà una evoluzione naturale della società se saremo in grado di smontare, prima, le manifestazioni più appariscenti e ipocrite delle religioni organizzate.

Francesco Ferroni

La battaglia infatti deve svolgersi su un doppio fronte,filosofico scientifico e politico economico.

Fri

@ FF

in linea di principio sono d’accordo, ma visto la (poca) cultura dell’italiano medio, alla sua scarsa propensione a pensare con la sua testa, alla sua intolleranza di fondo, al continuo e ininterrotto condizionamento cattolico credo fermamente che il fronte filosofico-scientifico vada tenuto fuori dai manifesti indirizzati al grande pubblico. Va bene organizzare conferenze, giornate di studio o interviste in tv ed anche pubblicizzarle ampiamente, ma quando ci si rivolge alla massa bisogna porsi al suo livello e parlare di cose terra a terra che possono essere capite da tutti (per esempio dalla famosa casaliga di voghera!). Soldi, sesso, liberta’. Punto.

Sandra

Io credo che il sentimento religioso cosi’ come l’orientamento sessuale debbano essere ristretti a fatti privati, e come tali dovrebbero essere politicamente di nessuna rilevanza, anche perche’ non c’e’ modo di accertare se l’interessato sia sincero affermando il suo “status”, religioso piu’ ancora che sessuale, tra l’altro.
Trovo che, politicamente parlando, Obama abbia assunto l’atteggiamento vincente nei riguardi della religione, cioe’ quello di un’educata e rispettosa indifferenza. La credenza religiosa non e’ un punto politico, soprattutto e’ di vitale importanza per gli umanisti o atei o agnostici che i toni restino sotto un certo limite. Fare polemica, insinuare una supremazia di un’idea sull’altra e’ perdente in partenza, non si puo’ pensare che una massa, come Fri fa giustamente notare, poco preparata e abituata al ragionamento, arrivi a sostituire un “sostegno” sperimentato e certo come quello della chiesa cattolica in seguito a una battaglia in cui si fa l’equazione ipocrita=credente. E’ lo stesso schema di ateo=cattivo. Vogliamo differenziarci, almeno nella strategia? La loro e’ sperimentata e inattaccabile.

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