Il Tribunale Supremo spagnolo ha giudicato inammissibile l’obiezione di coscienza ai matrimoni omosessuali. Il Tribunale era stato chiamato a esprimersi in seguito al ricorso di un giudice di Sagunto, Pablo de la Rubia Comos. Secondo il giudice, la sua coscienza cattolica gli impedisce di ratificare nozze tra persone del suo stesso: e quale fondamento del ricorso, già respinto da due corti di livello inferiore, ha portato un documento della Congregazione per la Dottrina della fede del 2003, dell’epoca cioè in cui era diretta dall’attuale pontefice, Joseph Ratzinger. La sentenza, riporta El Pais, nega che un magistrato possa venir meno ai propri doveri per ragioni di carattere religioso.
Spagna: inammissibile l’obiezione di coscienza ai matrimoni omosessuali
37 commenti
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Mi sembrerebbe più calzante usare l’espressione “obiezione di incoscienza”, nel senso che chi briga per intralciare innocue aspirazioni altrui è un incosciente.
Come sempre, la Spagna ci dà lezioni di civiltà.
Il principio di laicità e professionalità dovrebbero andare di pari passo in modo che quando
l’ uomo di qualunque fede ed appartenenza politica, entra nel suo ruolo professionale, qualunque esso sia: agente, magistrato, medico ecc. deve dimenticare le sue convinzioni ed agire secondo le leggi del suo Paese e non del suo credo, se non c’ è la fa, se ne stia a casa.
Bene la solita Spagna.
ma non si tratta di un rito civile?
in questo caso,visto che per la chiesa il matrimonio civile non conta,
non vedo il motivo dell’obiezione
Esattamente come in Italia, vero??? 🙁
1001 a 0 per la Spagna
Mi domando se a volte l’obiezione di coscienza non sia un alibi per lavorare meno.
Questa è laicità: sei magistrato e devi applicare la legge. Punto.
Non come da noi che pure i farmacisti, per tirare fuori dal bancone un farmaco legittimamente e regolarmente prescritto, invocano sta bo.iata dell’obiezione di coscienza.
@ GIONABETA
magari lo fosse! questi sono convinti sul serio!
la Spagna sta avanti…..
UNA BELLISSIMA NOTIZIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ci vorrebbe una legge che manderebbe a casa tutti coloro che rifiutano di fare il proprio dovere adducendo motivazioni di “coscienza” o quant’altro.
Immaginate un salumiere musulmano che rifiuta di affettare della mortadella?
Intanto, nella civilissima Spagna, se ne può parlare. E in Italia?
fossi piu’ giovane mi trasferirei in spagna!
Spagna – italia 10 – 0
Ps il minuscolo è voluto
Eppure dalle vette è bella, quanta magnificenza, quanta grazia, quanto splendore…povera italia mia
sbranata dagli abusi di un branco di cerebrolesi…
Ma la sua coscienza civile non gli impone di dimettersi o di rifiutare lo stipendio ?
In Spagna non stanno lì a pettinar le bambole, i preti li fanno filare a passi lunghi e ben distesi. Loro hanno imparato qualcosa dalla loro storia e dalla dittatura di Franco, noi non abbiamo imparato un piffero. Que viva Zapatero!
Spagna anno 2009
ItaGlia anno 1509
Vedo che nel mondo reale c’è qualcuno che la pensa come me, quando dico che certe forme di “obiezione” nella funzione pubblica non sono nè regolari nè legittime.
Perchè mai si dovrebbe chiamare “obiezione di coscienza” quella che in realtà è una (inaccettabile) forma di OMOFOBIA?
Il Tribunale Supremo ha fatto bene il suo lavoro.
“sta bo.iata dell’obiezione di coscienza”
mirabile esempio di tolleranza
Più che di obiezione di coscienza, qui bisognerebbe parlare di imposizione di coscienza.
“mirabile esempio di tolleranza”
Quale, quello di chi vuole impedire ad altri di sposarsi o di usufruire di certi farmaci o cure mediche?
“sta bo.iata dell’obiezione di coscienza”
mirabile esempio di tolleranza
Mi fai pena.
@don alberto
e la tolleranza di chi si rifiuta di fare il proprio lavoro per motivi ideologici dove sta?
loro tollerano la gente fino a che si comporta come aggrada a loro.
se la gente non si comporta come aggrada a loro, diventano intolleranti.
per cui…
OK, don Alberto. Obiezione di coscienza anche per un conducente di autobus che non volesse trasportare preti a bordo del proprio automezzo?
Se non si è disposti a sposare chiunque, o a trasportare chiunque, basta cambiare mestiere, senza danneggiare in maniera sostanziale il pubblico servizio. Oppure questi obiettori trovino prima dei sostituti, e li paghino a proprie spese…
OK, don Alberto. Obiezione di coscienza anche per un conducente di autobus che non volesse trasportare preti a bordo del proprio automezzo?
Ma che glielo spieghi a fare… è totalmente lobotomizzato.
Ah, l’obiezione di coscienza vera è tutt’altra cosa, il nome di “obiezione di coscienza” qui è solo uno specchietto per le allodole (tipo la cosiddetta “eutanasia” nazista).
@ don Alberto
Di admirabilis probabilmente tu conosci soltanto la tua “virgo.”
La tolleranza invece la conosci poco o affatto.
Rileggiti John Locke e le sue considerazioni sulla chiesa cattolica.
@ Don Alberto
Ecco: hai fatto il tuo (ennesimo) intervento a sproposito.
L’unica vera forma di INTOLLERANZA è proprio ciò che tu chiami “obiezione di coscienza”. Quindi, non hai niente da insegnare a nessuno, in materia di tolleranza tolleranza, men che meno ad un ateo.
Dire che l’intolleranza è una “boiata” è sintomo di TOLLERANZA (in questo caso: nei confronti delle persone omosessuali).
Se fai uso del cervello anzichè del turibolo, ci puoi arrivare perfino tu.
A proposito di obiezione di coscienza… i cristiani sono così attaccati alla vita che accoppano i medici abortisti persino in chiesa
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus//ticker/news/2009-05-31_131204720.html
Quando una corte suprema funziona!
Don Alberto perchè non cerchi anche tu un lavoro serio e la smetti di fare lo pseudo intellettuale. Sappiamo che sei interessato solo al vil danaro dell’8×1000 come tutta la setta. Ti dobbiamo mantenere noi? Comoda la vita eh?
per il don
Se puoi star zitto, perchè parli? (proverbio arabo)
L’obiezione di coscienza nasce, mi pare, come rifiuto di fare il servizio militare e ha un preciso significato: “Mi rifiuto di adempiere a un obbligo se questo implica la possibilità di nuocere ad altri esseri umani”. Quindi, non voglio partecipare a una possibile guerra perché questa mi obbligherebbe a uccidere i miei simili.
In questo contesto faccio notare che:
1) l’obiezione al servizio militare era sensata perché il servizio di leva era un obbligo per tutti i cittadini maschi (non ci si poteva esimere dal compierlo), mentre qui, il giudice se volesse essere davvero coerente con la sua coscienza cattolica dovrebbe fare una semplicissima azione: dimettersi dalla sua carica.
2) Si straparla di “obiezione di coscienza” di farmacisti, medici, giudici ecc., ma l’obiezione di coscienza prevede la mancanza di una scelta alternativa: è lì che bisogna cominciare una lotta. Quando scegli di fare il giudice, invece la scelta alternativa ce l’hai: in quanto giudice scegli di applicare e far rispettare le leggi di uno stato, quelle che ti piacciono E quelle che non ti piacciono. Se non sei disposto a far rispettare le leggi che non ami, puoi decidere di fare un altro lavoro e non verrai mai perseguito per questo.
3) Non capisco qual è il danno provocato alla coscienza del giudice se due uomini o due donne decidono di ratificare il proprio rapporto di coppia e diventare una famiglia. C’è in questo un rischio per un essere umano? Qualcuno che rischia di morire? Mah…
Mi sembra quindi necessario e urgente togliere la scusa dell’obiezione di coscienza dalle mani della religione e insistere sul fatto che il concetto di obiezione di coscienza è valido SOLO nei confronti di un obbligo ineludibile e universale (es. obiezione di coscienza alle spese militari).
Cito Markus: “Ma la sua coscienza civile non gli impone di dimettersi o di rifiutare lo stipendio ?”
No, certo! Così sta troppo bene: fa quello che gli pare e intanto lo pagano. Come quei leghisti che chiamano ladrone il governo di Roma però stanno in quel governo ben pagati e intanto danneggiano l’Italia. O come quelle gerarchie religiose che criticano le istituzioni laiche ma le sfruttano per acquisire potere legittimo. O come quei Presidenti del Consiglio che usano le leggi finché fanno loro comodo, ma le cambiano appena ne deriverebbe un danno anche potenziale… Si chiama Coerenza. Ne abbiamo mirabili esempi in tutto il mondo…
per don Alberto e per chi la pensa come lui:
sarebbe possibile spiegare con calma e senza polemiche che cosa ci sarebbe di incompatibile tra la coscienza di un ufficiale civile cattolico, e la sua mansione di dichiarare e trascrivere un atto soltanto CIVILE, che non ha alcun contenuto religioso e che comunque dal punto di vista cattolico non avrebbe alcun significato?
A quei signori non viene mica chiesto di celebrare matrimoni omosessuali IN CHIESA, o di dare una benedizione religiosa agli sposi; non viene richiesto di riconoscere quei matrimoni come validi religiosamente, né tantomeno viene richiesto di approvarli personalmente: viene solo chiesto di ratificarli, secondo i termini previsti dalla legge, mentre loro rimangono liberissimi di non approvarli sul piano personale.
Quindi, non capisco dove stiano gli estremi per un’obiezione di coscienza.
Se la motivazione addotta per l’obiezione sta nel fatto che “un cattolico non se la sente di celebrare unioni che sarebbero invalide e/o peccaminose secondo la chiesa”… allora perché se ne accorgono solo quando ci sono di mezzo i gay?
Con lo stesso identico criterio, nessun ufficiale comunale dovrebbe celebrare NESSUN matrimonio civile… perché è noto che, secondo la dottrina della Chiesa qualsiasi matrimonio solo civile è privo di valore, e porta gli sposi a vivere in stato di peccato grave.
Si è mai sentito parlare di un ufficiale di stato civile che adducesse la sua fede cattolica per rifiutare di celebrare il matrimonio civile di persone già divorziate, ad esempio? O un magistrato che rifiutasse di pronunciare una sentenza di divorzio?
Eppure, sempre della stessa roba si tratta, i casi sono due:
– o quegli atti hanno una vera rilevanza (in negativo) anche dal punto di vista cattolico, e quindi se fai obiezione di coscienza sui matrimoni tra due persone dello stesso sesso, la fai coerentemente anche sui matrimoni tra divorziati o tra concubini qualsiasi;
– oppure, non hanno alcuna rilevanza e sono semplicemente atti non validi dal punto di vista religioso, e quindi al celebrante cattolico non dovrebbe importargliene nulla, non essendo previsto alcun suo avallo religioso.
In entrambi i casi, accorgersi del problema solo quando sono entrati in scena i gay, non ha alcuna logica. Vuol dire che non si tratta affatto di un problema di coscienza, ma solo del personalissimo problema che “a qualcuno i gay fanno schifo”…
Lisa