Primo battesimo civile a Madrid, e “sbattezzo” ebraico su YouTube

Si è svolto ieri, presso la Casa de la Panadería in Plaza Mayor, il primo battesimo civile a Madrid. L’ha celebrato un consigliere comunale socialista, Pedro Zerolo, che ha letto i diritti di cui dispone il neonato, dandogli il benvenuto della cittadinanza. Il ‘battezzato’ è il figlio dell’attrice e presentatrice Cayetana Guillén Cuervo. L’articolo pubblicato su El Pais si sofferma anche sugli altri riti laici in Spagna.
AGGIORNAMENTO DEL 7 GIUGNO: il leader del Partito Popolare, Mariano Rajoy, ha definito il battesimo civile “di un ridicolo colossale e interplanetario”.

Dagli USA, grazie al blog Friendly Atheist, giunge invece la segnalazione di un’abiura dall’ebraismo: una ragazza, il cui nickname è graar, ha diffuso su YouTube il video della sua rinuncia al Bat mitzvah (il rito, praticato a dodici anni e un giorno, con cui si entra nella maggiore età).

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81 commenti

roberta

oltre alla lettura dei diritti,intendo. c’e’ una formula particolare?

MicheleB.

LO trovo inutile ed insensato. C’è già la registrazione alla anagrafe.

Kaworu

beh io fare una “festa di benvenuto” per mio/a figlio/a, giusto per presentarlo/a ai parenti e quelle robe lì (sperando poi di non ritrovarmeli ancora tra i piedi più avanti XD).

tutto sommato è un modo anche quella cerimonia civile per far la stessa cosa.

DF1989

Considerando che molte persone fanno battezzare i figli “perché così fanno tutti”, un “battesimo” civile potrebbe costituire per molti un’alternativa a quello religioso. In questo senso penso che tale cerimonia potrebbe avere una certa utilità.

MicheleB.

Ben vengano le feste: ogni motivo è benaccetto; i rituali inoltre sono molto importanti socialmente, ma il battesimo è una pratica religiosa per cui un battesimo civile è una contraddizione in termini.
MIa cugina ha avuto un figlio, è stato registrato poi abbiamo festeggiato. Cosa manca? Niente, manca! E’ semplice. E’ civile. Non è battesimo.

Kaworu

@michele

ma infatti penso sia la stessa cosa che avete fatto voi (e che farei io) con in più un “benvenuto” formale in municipio.

come dice df1989, può essere un’alternativa per chi non arriva alla semplice conclusione che si può far festa senza formule ufficiali.

nemo

Si ma… se si vuole trasmettere il messaggio che la vita è è la vita anche senza dio… perché ammettere anche che si può festeggiare senza “il rito”?

Satana

Davvero interessante la ragazza dello sbattezzo giudaico ! C’è gente che fa carte false per ottenere l’identità ebraica, in modo da essere protetta dalle leggi contro il razzismo…

Bruno Gualerzi

Tra gli altri aspetti che secondo me dovrebbero caratterizzare l’ateismo c’è anche lo sforzo per superare la dimensione rituale, che, anche se laica, conserva sempre qualcosa di religioso. Niente di drastico, di intransigente, in qualche modo di ‘puritano’, per carità, sprattutto ad esempio come con questo battesimo civile, perchè significherebbe dare troppa importanza alla cosa, ma – come quasi tutti qui, interpretando a mio avviso la vera laicità, propongono – se proprio si vuol festeggiare l’evento della nascita, una festa tra amici e parenti sembra molto più opportuna.

alice

anche io sono per le feste!
non occorre dio per festeggiare…faccio un figlio e ho voglia di festeggiare…di farlo conoscere… e rinfrescare la memoria a me e a tutti quelli che intorno a lui vivranno che è un uomo e che ha anche lui dei diritti in questa società…alla fine non ci trovo nulla di così astruso…sono per la libertà benvenga anche chi ha voglia di festeggiare il benvenuto civile del proprio pargolo…io mi inventerei anche una festa di non comunione così i bambini non battezzati non se la prenderanno a male di vedersi negato un pretesto per far festa. viva le feste 🙂

Markus

Davvero, il battesimo civile è troppo.

I diritti si acquistano con la nascita, non serve alcun rito, l’iscrizione all’anagrafe è un atto dovuto.

Poi se uno vuole festeggiare con gli amici, liberissimo.

dinuzzo 56

quando è nato mio figlio ,lo abbiamo battezzato a………porchetta e montepulciano d’abruzzo! Cerimonia toccante, ma sopratutto , fragrante. Comunque l’idea di una cerimonia civile di benvenuto non deve sembrare così peregrina laddove ci sono ancora forti retaggi culturali per i riti “iniziatici”. Papà e mamma vogliono presentare in società il loro capolavoro copulatorio: ben venga allora un cerimoniere con la fascia tricolore a gratificare quell ‘innnocente narcisismo genitoriale. Almeno il bambino non rimmarrà marchiato a fuoco dallo spirito santo! ah,ah,ah,ah!

Pablo

Mi dispiace per Bruno Gualerzi, ma gli eventi non stanno andando nella direzione che lui spera, e lo dimostra anche questo articolo.
La comunità degli Atei sta diventando sempre più una vera e propria chiesa. E’ un processo lento, che non si percepisce di giorno in giorno ma è evidente nel lungo periodo. La comunità atea (e le “sette” che la rappresentano, come l’uaar) sta assumendo progressivamente i connotati di quella religione e di quella chiesa che vorrebbe combattere. l battesimo ateo è solo un esempio di questa mutazione genetica. Ma molti altri esempi si trovano sfogliando le pagine di questo sito. Come i “santi atei” da voi venerati, la presenza schiacciante in tv di personaggi atei come odifreddi, Angela, l’intera rai 3 (a me sta bene, ma non siete voi che viceversa contestavate alla chiesa la troppa presenza in tv?), l'”ipse dixit” di Darwin, che è vietatissimo contestare (e non parlo dei creazionisti, ma del fatto che anche in una prospettiva razionale l’evoluzionismo ha delle debolezze, e a dirlo erano Popper e Lorenz). L’attacco continuo alle parole del Papa (ma non siete per la libertà di espressione?) E così via… Non ci vorrà molto perché proponiate l’ora di ateismo a scuola. Credo sia questione di giorni…
Avete letto “la fattoria degli animali” di Orwell? Dove la comunità degli oppressi (rappresentati nel romanzo dagli animali), liberatasi dagli oppressori (i fattori), assume lentamente struttutre e sovrastrutture tipiche (e peggiori) della società che credeva di avere combattuto ed elimitato? E’ interessante osservare come nell’Uaar stia accadendo esattamente la stessa cosa.

libero

Se non sbaglio anche in Francia c’è la pratica del battesimo laico iniziato con la Rivoluzione Francese.

Bruno Gualerzi

Caro Paolo, hai scoperto l’acqua calda. Cosa credi che, una volta scelto l’ateismo, si possano cancellare con un colpo solo secoli di pratiche magico-religiose di cui, volenti o nolenti, si è eredi? Cosa credi, che possa esistere l”ateo puro’, sorto da un giorno all’altro dalle ceneri di un edificio, la chiesa appunto, che è tutt’altro che crollata? Sarebbe troppo facile. Quella che a te sembra una deriva ‘settaria’, in realtà costituisce sì un processo lento, ma di segno opposto, per uscire, faticosamente ma uscire, dalla dimensione ‘chiesastica’. Se non altro per difendersi da questa accusa ricorrente e brandita come arma finale che non concede scampo ai poveri atei – di cui la tua è solo l’ennesimo esempio – che puntualmente ci viene mossa. Basandosi su dati reali, non sarò certo io a negarlo, ma lo sforzo per superarli è la ragione stessa dell’ateismo.
Tu poi hai scelto l’occasione meno calzante per lanciare le tue accuse. In questo post quasi tutti gli interventi denunciano l’inutilità, quando non l’aspetto contraddittorio, di questo battezzo civile e propongono in alternativa una festa. Che avrà anch’essa i suoi rituali, ma per fortuna non conserveranno niente di sacro.

dinuzzo 56

@Pablo
cosa va ciancicando di chiese atee, santi e cerimonie? Noi non dipendiamo dal percolato di nessun papocchio, nessun gonnellone trasudante verità, nessun libro scritto da nomadi dal forte afrore di pecora. Si inventi perciò un altro termine perchè se lei non riesce a pensare la sua vita senza sentirsi pecora di un qualche greggie ,sappia che ci sono al mondo persone che nel vello ovino si sentono solo ridicole. Adoro il pecorino , ma non riesco a produrlo io……………….

paniscus

“Non ci vorrà molto perché proponiate l’ora di ateismo a scuola. Credo sia questione di giorni…”

…e anche se (paradossalmente) qualcuno ci pensasse davvero, cosa ci sarebbe di tanto più vergognoso rispetto all’ora di cattolicesimo che c’è già?

Quanto alla “presenza schiacciante” di punti di vista atei in televisione o nella comunicazione pubblica, ragazzi, mi dispiace ma passo: massacratelo voi perché a me vie’ ‘ttroppo da’rìde…

Lisa

myself

Il battesimo laico mi sembra un passo indietro, il movimento che stiamo portando avanti contro il battesimo cattolico ha come scopo che sia il primo interessato (una volta adulto) a scegliere la propria appartenenza a un credo.

paniscus

Ma il battesimo laico non prevede nessun credo, è questa la differenza.

Comunque, personalmente, la trovo anch’io un’iniziativa abbastanza inutile. Ma di qui a dire che “è la stessa cosa” dell’iscrizione a una chiesa, ce ne passa…

Lisa

GIONABETA

@ Pablo
Probabilmente ti confondi…
Siamo certamente una comunità, mai saremo chiesa.
Neppure in senso figurato. Non siamo detentori esclusivi di verità.
Ognuno di noi percorre un sentiero, lungo il quale ci si inerpica, talvolta incespicando, consapevoli dell’asperità del percorso.
Consideriamo il dubbio come fonte della nostra ragione, ed amiano il confronto.
Nessun processo, lento o veloce che sia, ci trasformerà in chiesa.
Non siamo fedeli radunati in un luogo di culto.
Mai saremo chiesa!

Stefano Grassino

@ Pablo

Noi amiamo semplicemente il “libero pensiero” ed è per questo che i repressi come te vedrebbero volentieri un bel rogo sotto i nostri piedi.

La ragione e il vero sono quei tali conquistatori che per
vincere e conquistare durevolmente nessuna arme devono
adoperare che le semplici parole. Perciò le religioni
diverse e la cieca obbedienza si sono sempre insegnate
coll’armi, ma la sana filosofia e i moderati governi coi
libri (Vittorio Alfieri, «Del principe e delle lettere»,
1778-86).

For all the gods

Brava Alice!
Io sono per trattarci meglio, per liberarci dal masochismo cristiano, è umano e positivo che ci vogliano delle feste.
Eliminata la gioia dei credenti che pensano di ottenere ben il paradiso (beati!!!)
che abbiamo? FESTE…FESTE salutari, socievoli, semplici buone e gentili con riguardo particolare alla salute fisica terrena.
non dobbiamo soffrire per guadagnare l’aldilà (dove?là), né fare fioretti, ma dobbiamo rimanere coerenti, educati altruisti il giusto ecccccc. allora ci vorrebbero le festicciole dei bambini o che tristezzaaaa Inventiamocelo il battesimo migliore e sceglieremo la forma del più bello, anche se quello più riuscito durasse tre giorni e fosse tipo le migrazioni dei re maghi. L’importante è che non stanchi Potrebbe avere un altro nome, non un guru.

Magar

Per festeggiare l’arrivo dei neonati a che servono il municipio e la “lettura dei diritti” (in presenza del suo avvocato? 😛 )? Non è meglio farlo a casa propria?
Ad ogni modo, se ciò va incontro alla sensibilità di qualcuno, ben venga tale opportunità in più, ma non mi pare che, in generale, i non-credenti abbiano un gran bisogno di riti di questo genere.

fra pallino

Noi amiamo semplicemente il “libero pensiero” … che tradotto suona: noi amiamo semplicemente e unicamente il “nostro libero pensiero”…

Bruno Gualerzi

Ma basta fra pallino con queste penose giaculatorie! Tienti il ‘tuo’ libero pensiero che noi ci teniamo il ‘nostro’. Ma per favore, vallo a esercitare altrove, tanto qui non lo capirebbero mai.

lacrime e sangue

L’essere umano ha bisogno di SEGNI che gli permettano di riconoscersi in una COMUNITA’.
L’APPARTENENZA è un bisogno fortemente radicato nell’umanità.

Ogni rito che permetta una qualche idea di appartenenza funge da supporto alla socialità

Ben venga il “benvenuto nella comunità civile laica” che tale cerimonia offre.
Permette di identificarsi in una comunità laica, socialmente riconoscibile e diversa dalla religiosa.

Sandra

A me sembra un passaggio fra il mondo religioso di oggi e un mondo di domani. Bisogna dare atto alla chiesa cattolica che in fatto di coreografia non e’ seconda a nessuno, e questa cerimonie fanno parte delle abitudini anche “sensoriali” – musica fiori profumo – che per molti hanno un sapore irrinunciabile, quando si tratta di marcare un momento importante della propria vita. Forse e’ utile mettere a disposizione un rito, in modo da colmare il vuoto dell’apparato tradizionale, per chi ci tiene.

Pablo,
a parte che secondo me paragonare qualsiasi gruppo nato su un’affinita’ di pensiero a una chiesa/religione/ideologia e’ una forzatura, ma mi spieghi perche’ criticare una persona equivalga a violare la liberta’ di espressione? Non si e’ mai detto che il papa non debba parlare. Anzi, se vai a rileggere post passati, vedrai che in molti di noi si rallegrano spesso delle parole del papa, proprio in quanto in contrasto con cio’ che per noi e’ sensato, e si augurano un suo papato lungo e ricco di esternazioni altrettanto felici. Se non e’ rispetto della liberta’ di espressione questo….

Roberto Grendene

se i genitori lo vogliono e lo richiedono, che problema c’e’ se un rappresentante istituzionale da’ il benvenuto ad un nuovo cittadino?

i matrimoni civili qui a Bologna sono celebrati nella Sala Rossa, prestigiosa sala che da’ su Piazza Maggiore. Il Comune, tramite il funzionario delegato, oltre alla lettura del “contratto di matrimonio”, saluta i due cittadini uniti in matrimonio con una poesia e con un regalo (un libro o una rosa).
Questo e’ fonte di problemi?
Per me e’ un atto di civilta’.
Allo stesso modo, per chi lo desidera e lo richiede, avere un gesto pubblico di benvenuto al nuovo cittadino (una stretta di mano ai genitori, la consegna di un libretto con i diritti dell’infanzia e i doveri dei genitori, ecc.) non mi sembra nulla di male. Anzi, mi sembrerebbe un gesto che senza discriminazione alcuna crea un avvicinamento tra istituzioni e cittadini.
Ovviamente sarei contrario ad uno rito di tipo magico-religioso gestito con soldi pubblici, per quello c’e’ gia’ posto nei luoghi di culto.

Vinicio

Pablo scrive:
………..caro pablo , visto che la pensi così,,,
ma non ti rendi conto degli effetti , non di una, ma di tutte le chiese…
CHI C…O SE NE FREGA… E PROVIAMO LA LAICITA’ CON TUTTI I SUOI EFFETTI !
magari se ne riparlasse tra secoli

Bulk

@Pablo

“Darwin, che è vietatissimo contestare (e non parlo dei creazionisti, ma del fatto che anche in una prospettiva razionale l’evoluzionismo ha delle debolezze, e a dirlo erano Popper e Lorenz)”

Anche le teorie cosmologiche e la fisica non sanno rendere conto della materia e dell’energia nascosta dell’universo, ma nessuno si sogna per questo di affermare che il sistema Tolemaico era corretto o che tutta la cosmologia sia errata.

Nessuna scienza è priva di lacune, per questo la ricerca non si ferma mai.
La divinità dei credenti è “il Dio delle lacune”.
Millenni fa bastava un tuono, dato che nessuno sapeva come poteva essere prodotto il suono, veniva accettata la spiegazione più banale: si trattava della voce di Dio.
Oggi la scienza ha spiegato come si produce il tuono e Dio non interviene più nella spiegazione.
Più la scienza scopre, meno Dio è necessario; oggi, nonostante tutti i difetti o lacune di qualsivoglia conoscenza scientifica, Dio è relegato oltre i confini dell’universo.

chiara

Buona l’idea del libretto con i diritti dell’infanzia e i doveri dei genitori. Mi sembra un’occasione di riflessione per i novelli genitori, e io ci aggiungerei anche una copia della costituzione italiana, non abbastanza conosciuta dai più.

Stefano Grassino

@ Bulk

Non sperarci troppo……..negli infiniti meandri del nostro cervello ci sarà sempre posto per la paura e la superstizione. Sapessi quanto sarei felice di sbagliarmi…….

Stefano Grassino

@ Roberto Grandene

Caro Roberto, diciamo anche che noi “amanti del libero pensiero” non denigriamo ne biasimiamo chi crede in dio e nei riti della chiesa. Ognuno faccia il rito o la festa o non festa che vuole. Il problema è che sono i “fedeli” a non rispettare i nostri sentimenti perchè le religioni, nel loro essere, se vogliono sopravvivere non possono accettare l’altrui opinione.

fra pallino

@bruno

hai appena fornito un esempio concreto del libero pensiero che contraddistigue molti di voi: o la pensate “liberamente” come noi o fuori dalle scatole… grazie per l’ulteriore chiarifikazione…

ma non agitarti troppo che hai già una certa età… take it easy…

paola

io 9 e 7 anni fa ho fatto una festa di benvenuto per i miei bimbi, con i parenti e amici, con le bomboniere e buffet. i riti fanno parte della crescita di una persona, sono psicologicamente necessari. noi NON siamo religiosi, ma SIAMO qualcos’altro (atei umanisti):i vuoti (lasciati dal non appartenere alla massa cattolica)vanno riempiti. E’ fondamentale per creare coesione, sicurezza: forse pablo non ha una famiglia, non ha figli, e quindi non sa quanto sia importante. L’idea di creare una società laica che offra un’alternativa ai riti religiosi ( davvero molti lo fanno non perchè sono credenti, ma perchè si voglio conformare al gruppo, vogliono fare parte del gruppo) secondo me è importante.gli atei non sono affatto dei solitari asociali e non hanno mai detto che vogliono una società priva di socialità. nascite, matrimoni e funerali civili devono esistere in una società laica perchè sono i momenti cruciali della vita di un essere umano. celebrarli non significa credere nel trascendende e nella superstizione come fanno i credenti. la differenza è tutta lì.

Bruno Gualerzi

Sì pallino, hai ragione, sono un pensatore coatto e mi sto agitando troppo… ma proprio per questo e per rispetto alla mia età vai a esercitare altrove il tuo libero pensiero. Potresti avere sulla coscienza un povero vecchio.

Giona sbattezzato

Essitono da sempre anche cerimonie non sacre.

I riti di passaggio e della crescita sono sempre esistiti, pensiamo ai compleanni ad esempio.

Quando nasceva un bambino, per secoli ci sono state varie forme di presentazione in società del nuovo membro.
La chiesa si è appropriata di questi riti di passaggio, che sono eventi sociali, come nozze, funerali, nascite, passaggi all’età adulta ecc.

Poi quando uno non fa la cerimonia secondo i canoni della chiesa, spunta fuori il pablo di turno che blatera “ehi ma stai facendo un rito, vedi che sei religioso/hai bisogno del sacro, sei (irrazionale) come noi che crediamo alla moltiplicazione dei pesci e alle passeggiate sulle acque”
Ma le cerimonie sono cose ben più antiche della chiesa e spesso perfino delle religioni, quando anche non hanno nulla di religioso. Ci sono ad esempio riti marziali, riti sessuali o alimentari.

Nulla di strano che le persone sentano il bisogno od il piacere di un battesimo laico, cioè per meglio dire di una cerimonia civile, presentare pubblicamente il nuovo nato alla comunità, sia essa la famiglia o le istituzioni.

I riti civili sono riti, ma non sono religione, capito caro pablo? Ci sono riti e tradizioni assolutamente non sacre e contemporaneamente piuttosto importanti. Quando tu festeggi il tuo sfotunato compleanno, stai compiendo un rito civile, un rito di passaggio e non un rito religioso.

Avere riti civili non è affatto essere religiosi ma essere parte di una comunità.
I non credenti fanno parte di questo mondo per quanto ti possa dispiacere e hanno a volte il desiderio di interagire ufficialmente con i membri della comunità con una festa o una cerimonia.

Da qui a credere alla fiaba dell’omino in cielo che manda se stesso a farsi ammazzare per salvare il mondo da un peccato che ha creato lui stesso, crederci acriticamente ed andarne fiero, beh ce ne corre.

Andrea (Mi)

Il battesimo laico è decisamente inutile, ben venga invece una festa di ben venuto!
@ Pablo
– La nostra comunità condivide semplicemente idee che altrove nella socità bigotta italiana non trovano ancora spazio, non ha nulla che possa ricordare la chiesa.
– Spazio in Tv%? ma dove che in televisione l’ateimo è una bestemmia?mentre al minimo movimento delle chiappe del papa c’è un servizio di 5 minuti in tutti i tg?
– Attachiamo il papa quando le sue parole vogliono imporre certi comportamenti assurdi al mondo (un esempio lampante è quello dell’inutilità dei preservativi…)
– L’ora di ateismo? se ne esiste una di religione cattolica, perchè allora non una di laicità e libertà di espressione in altrernativa?
Se credi di poter farci cambiare idea con le tue tesi isulse hai capito proprio male!
Su questo sito la gente usa la testa e pensa razionalmente!

strozzapreti

Rituali religiosi, rituali civili, beati gli animali che se la godono ( la vita ) senza tante seghe mentali, certo che da loro abbiamo molto da imparare.

Bruno Gualerzi

Pensierino del mattino, suggerito da quanto riservatoci da Pablo (non Paolo, come avevo scritto), il quale certamente non dice niente di nuovo, ma di pur sempre utile per ‘ripassare’ la solita lezioncina.
A-teo alla lettera, e comunque nell’accezione corrente, significa senza-dio… anzi molti usano proprio ‘senzadio’, in senso spregiativo, per dire ateo. Ecco, ma quale dio?
Quello che non c’è, vale a dire quello delle religioni trascendentaliste di cui è giocoforza fare a meno… ma proprio perchè non c’è e quindi non si fa mai vedere, non diventerà mai oggetto di esperienza oggettiva, si finisce per identificarlo con qualcosa che invece fa parte della nostra esperieza e per farlo diventare oggetto di culto.
Ecco, e tutto ciò che diventa oggetto di culto (persona, oggetto, situazione, gruppo, evento che sia) non fa altro che rendere visibile un dio altrimenti sempre nascosto. Quindi a-teo, per un ateo, vuol dire non solo fare a meno del dio delle religioni, cosa di per sè molto facile, ma anche di un dio che, messo alla porta, può rientrare in casa nostra dalla finestra sotto altra forma.
Buona domenica e buon voto a tutti.

crebs

Ma, il non ci vedo nulla di male in una cerimonia civile di benvenuto balla comunità.
D’altra parte le feste sono una componente essenziale delle società organizzate a qualunque livello; come la(e) chiesa(e) ha cercato da sempre di sovrapporre proprie feste a quelle, civili o religiose, preesistenti, così una festa di benvenuto potrebbe soddisfare il desiderio di condivisione della propria felicità.
E, al contrario del battesimo, al nuovo entrato si ricordano i diritti invece di imporgli doveri (la perenne soggezione alla chiesa).

crebs

Scusate gli errori di battitura.
Ma, io non ci vedo nulla di male in una cerimonia civile di benvenuto nella comunità.
D’altra parte le feste sono una componente essenziale delle società organizzate a qualunque livello; come la(e) chiesa(e) ha cercato da sempre di sovrapporre proprie feste a quelle, civili o religiose, preesistenti, così una festa di benvenuto potrebbe soddisfare il desiderio di condivisione della propria felicità.
E, al contrario del battesimo, al nuovo entrato si ricordano i diritti invece di imporgli doveri (la perenne soggezione alla chiesa).

Bruno Gualerzi

@ crebs
“E, al contrario del battesimo, al nuovo entrato si ricordano i diritti invece di imporgli doveri (la perenne soggezione della chisa)”

Lungi da me l’intenzione di demonizzare queste cerimonie laiche, ma proprio questa tua affermazione fa intravvedere quanto di rituale in senso religioso si trascinano ancora dietro?
Cosa differenzia infatti la tua cerimonia civile dal battesimo religioso? Anche qui, esattamente come nel battesimo religioso ‘al nuovo entrato’, data la sua età, non si ‘ricorda’ proprio niente e, per prendere coscienza dei propri diritti (e doveri) dovrà appunto raggiungere l’età in cui sarà in grado di giudicare con la propria testa. Proprio come si sostiene quando si critica il battesimo religioso. Inoltre – ma è la stessa cosa vista da un’altra angolazione – anche qui, come nel rito religioso, traspare qualcosa di magico nel momento in cui si intende in qualche modo dotare il futuro cittadino di una sorta di ‘imprimatur’ che lo ‘segnerà’ per tutta la vita. Non ricorda niente?
Certamente, dei due rituali, va da sé che il secondo non è paragonabile al primo per quanto riguarda i contenuti… ma sempre rito è. Meglio tenerne conto.

Daniela

io non ci trovo niente di male, tolto quella patina ingombrante di “sacralità” inopportuna e di dio e satana e di soprannaturale, resta solo la gioia genuina ed umana della nascita di un figlio che è giusto festeggiare.

ma poi lasciatelo stare a pablo, ma quante volte i cattolici che sono passati da queste parti ci hanno detto che anche noi eravamo chiesa/setta/avevamo i connotati di una religione, confutarla una volta mi sembra più che sufficente, queste sono frasi irrazionali e pretestuose di una persona che evidentemente non ha ben chiaro il significato di religione, dogma, precetto, cosa ancor più sconcertante da uno che si dice cattolico, ma tant’è non mi aspetto certo coerenza e onestà intellettuale da tipi così

Daniela

a proposito, mi fa piacere per la giovane che ha lasciato la sua religione, è una sensazione bellissima..

Luciano Volpato

@ fra Pallino: libero pensiero impostato su dogmi assurdi? Siete patetici e ridicoli.

crebs

@Bruno Gualerzi

Su questo vedo che non concordiamo.
Io penso che il desiderio di festeggiare una nuova nascita sia insito in tutte le società; quale forma possa assumere la festa da un punto di vista laico può certamente essere discusso; mi sembra comunque una proposta abbastanza valida.

peppe

Noi amiamo semplicemente il “libero pensiero” … che tradotto suona: noi amiamo semplicemente e unicamente il “nostro libero pensiero”…

…dice il papa.

Andrea (Mi)

@ Bruno Gualerzi
Hai decisamente ragione, non avrei potuto esprimere più chiaramente la mia posizione, però riguardo alla festa credo che sia bello presentare il proprio figlio ad amici e parenti, condividendo con loro la gioia unica della nascita del proprio figlio (Senza però il battessimo civile, decisamente inutilie…)

infiltrata

“battesimo laico” mi sembra proprio una brutta espressione! Io preferirei definirla “Festa di Benvenuto alla Vita” e lascerei ognuno libero di organizzarla come meglio gli pare:solo con i parenti e gli amici,in presenza di una carica pubblica che regala il libro dei diritti del bambino,o in qualunque altro modo suggerisca la fantasia umana. Comunque mi sembra una buona idea accogliere la venuta al mondo di una nuova persona con una cerimonia,perchè anch’io sono del parere che gli esseri umani hanno bisogno di riti che scandiscano la loro esistenza. Siamo convinti di essere “er mejo” dell’evoluzione (o della creazione,dipende dai punti di vista) quindi non ce la facciamo proprio a trascorrere la nostra esistenza in modo anonimo come gli altri animali, sentiamo il bisogno di sbandierarla in qualche modo.
Proporrei anche di introdurre un rito di iniziazione per il compimento dei 18 anni. La megafesta di compleanno mi sembra che lasci molte lacune emotive nel neo-adulto che si aspetta di provare chissà quali emozioni in questa data di passaggio. Una bella scarica adrenalinica,magari con un bel bunji-jumping, è quel che ci vuole (che fra l’altro era stato realmente creato come rito di passaggio da non so quale popolo indigeno)!

Luigi Fabbrocino

Concordo con chi dice che l’espressione battesimo (che è un’iniziazione ad un culto) non è molto felice per questo caso. E’ il benvenuto civile di un nuovo arrivato ed un pretesto per festeggiare.
P.S. perchè dar da mangiare ai troll?

For all the gods

SI , festa di benvenuto mi piace.
Bene festeggiare i 18 anni sociali, i comuni hanno gaget verso i nuovi aulti (che possono votare) consideriamo che ogni diciottenne fa una seri infinita di feste dei diciott’anni con i suoi amici e compagni di scuola, a turno, tanto da togliere il tempo dello studio.
Malissimo il “bel bunji-jumping” che non è mai salutare per la circolazione del cervello e non solo, dello stomaco, e se non si è forte come chi viva all’aria aperta e al sole,mette a dura prova muscoli e ossa gli stiramenti e le anche, e ci sono stati incidenti mortali. Non devono fare prova di coraggio per ammazzare il nemico cannibale o il leone.Non si devono mortificare fra loro e chi rinuncia. Non èn cosa per femmine, quini discriminatoria, ha una valenza simbolica negativissima, come dire, arrangiati,noi della comunità e genitori, “ti buttiamo ” come piccolo da aiutare. Nella nostra civiltà il ragazzo cresciutello ha bisogno di aiuto ei genitori per il suo futuro, è studente e costa più dei piccolini. FESTE, NON RITI sacrificatori, cara infiltrata.

infiltrata

@ Pablo
Riguardo ai “santi laici”:
Come diceva giustamente Bruno Guarzieri, è impensabile che una società riesca a buttarsi alle spalle nel giro di pochi anni retaggi culturali vecchi di millenni.
Per quel che mi riguarda,mi rendo conto sempre più che il linguaggio è il più potente veicolo di questi retaggi culturali. Cresciamo sentendo ripetere tante volte al giorno:-Madonna! Dio mio aiutami! Che peccato! Che sant’uomo!…
E che dire di quelle frasi scherzose,che veicolano comunque messaggi religiosi? Dopo una verifica andata a buon fine,lo studente dice”Metterò un cero alla madonna!”. Di un bimbo vivace si dice”E’ un indemoniato!””Ci vorrebbe un esorcismo!”.
Il risultato di questo linguaggio intriso di religiosità sono frasi infelici come “Battesimo laico” o “Santi laici”. Già ma perchè per esprimere un concetto laico ricorriamo a espressioni religiose? Perchè nella nostra lingua molte espressioni sono esclusivamente religiose! Certamente la “festa di benvenuto alla vita” che avevo proposto io risulterebbe incomprensibile ai più, mentre con la parola “battesimo” siamo sicuri che tutti capiscono il concetto di fondo, a cui aggiungiamo “laico” per far intuire le differenze rispetto a quello religioso. Idem per “santi laici”. Tutti capiscono cosa indica la parola santo:una brava persona che ha fatto cose che la maggior parte delle persone non avrebbe avuto il coraggio di fare. Senza dubbio sarebbe stato più coerente scrivere “pensatori” invece di santi,ma forse chi ha ideato il video non c’ha pensato (anche lui influenzato dal linguaggio religioso,come tutti noi del resto).O forse l’ha fatto apposta, perchè indubbiamente “santo” ha un significato molto più chiaro per l’uomo della strada rispetto a “filosofo” o “pensatore” (“Filosofia?No,roba pallosa,saltiamola.Santo laico?Chissà cos’è,andiamo a vedere!”).
Gli atei possono anche provare ad inventare espressioni che sostituiscano “che peccato!” o “Dio mio!” ma che senso ha se poi il resto del mondo non capisce cosa stiamo dicendo?Questo sì che sarebbe voler creare un linguaggio settario! Allora non ci resta che usare il linguaggio comune,anche se questo ci espone ad apparenti contraddizioni.
Del resto anche gli immigrati residenti in Italia,indipendentemente dalla loro religione, imparano ad esclamare “madonna!” che alle loro orecchie risulta essere solo un’esclamazione italiana.

infiltrata

@For all the gods
In verità avevo proposto il bunji-jumping nel tentativo di fare una battuta,non riuscita evidentemente. Faccio ammenda.

brunaccio

@ infiltrata
scusa.. di passaggio…non era difficilissimo comunque capire l’ironia 😉

Ivano

A proposito del battesimo civile vorrei dire che la trovo un’iniziativa contraddittoria per chi rifiuta l’appartenenza a qualsiasi gregge. Come è già stato rilevato, si diventa cittadini nel momento stesso in cui si viene registrati all’anagrafe.

don alberto

A fine dicembre (Domenica della santa Famiglia), faccio la “presentazione” dei bimbi nati nell’anno.
Essendo gestito dalla parrocchia, non intendo “allargarmi” ai neonati di altre religioni (i figli degli atei vengono invitati per non fare pensare a discriminizioni).

Però, in un paesino non sarebbe una cattiva idea fare la stessa cosa con ‘tutti’ i neonati dell’anno, tanto un po’ si conoscono già (preparazione al parto ecc) e poi andranno a scuola insieme.
Il problema è quanto una cosa del genere può interessare alla consulta civica/consiglio di frazione/quartiere, di solito impegnato con strade e fossi.

For all the gods

@ Ivano nessun obbligo!
nessuna proibizione

se il comune regala un piccolo bouquet alla sposa, come ho visto fare, e la sposa lancia quei fiori con l’augurio di un matrimonio laico, alle ragazze che (se) accorrono comunque, meglio! c’è sempre il divertimento.
Se invece regala ai genitori qualcosa per il piccolo laico, e per loro da leggere, bene.
Se il piccolo ha almeno 6 mesi e si diverte pure , bene
Se non si fan feste per non spendere, sempre bene.
Ciò che attira ancora della chiesa sono le feste (ci sono sempre state). Ne prese il monopolio, sono la sua gran forza.
Fate come volete, ma pensateci.

don alberto

“Ciò che attira ancora della chiesa sono le feste (ci sono sempre state). Ne prese il monopolio, sono la sua gran forza”

Forse la sociologia non basta.
Forse queste “feste” hanno anche un’ “anima”.
Che non è facile riprodurre solo a forza di bouquet e di buffet.

For all the gods

infatti hanno uno spirito ben più antico del monoteismo.
Chi ha riprodotto ? ne avete mantenuto pure le date.

don alberto

Certo, lo “spirito” dell’uomo.
E la Chiesa è appunto “esperta di umanità”.

peppe

Forse queste “feste” hanno anche un’ “anima”. Che non è facile riprodurre solo a forza di bouquet e di buffet.

Ma vai a zappare. Su un ridente paesino sul Pollino che ben conosco, come ho già avuto modo di testimoniare, non appena gli abitanti della frazione, disgustati dalle chiamate a denari del parroco, non hanno più restituito le buste gonfie di soldi, improvvisamente la processione non è più transitata in loco… se questa è l’anima delle feste parrocchiali, preferisco i festini autogestiti. E pure gli abitanti di quel paesino a quanto pare lo preferiscono.

Stefano Grassino

@ don alberto

E la Chiesa è appunto “esperta di umanità”.

A ciò rispondo con questa bella poesia di G.G.Belli.

ER L’ALLUVIONE DER PAESETTO

Cresscenno a ccorpo d’occhio er gran fraggello
Che ttutta la campaggna era un torrente,
Li villani a cquer risico vidente
S’aggnédeno a ssarvà ss’un pontiscello.

Ma stati un quarto d’ora in mezz’a cquello,
Ecchete a li du’ capi la corrente
Che tte li serra llì, ppovera ggente,
Come stàssino in cima a un naviscello.

Stretti come ssaràche in ner barile,
Strillaveno; e ttratanto er zor Proposto
L’assorveva da sopra ar campanile.

Dar campanile, sì: ccosa ridete?
Nun ze sa? In oggn’incontro er mejjo posto
Sempr’è stato e ssarà cquello der prete.

6 febbraio 1836

peppe

Dichiarazione di Alberto Marani, apparsa su Facebook e indirizzata “ALLA STAMPA”

Negli ultimi giorni alcuni quotidiani romagnoli (non tutti) amplificano in modo spropositato e fazioso, facendone grandi titoli, violente calunnie nei riguardi della qualità professionale del mio servizio come insegnante.

Tali calunnie vengono diffuse con il massimo clamore sempre in forma anonima, o in prima persona da singoli che non conoscono nulla dei fatti, ma riportano dicerie di altri (ad esempio lo studente Francesco Giubilei, che rilascia dichiarazioni al La Voce, ma non è mai stato mio alunno).

Le medesime calunnie partono esclusivamente da pochi alunni e genitori (che sempre si nascondono e con me non hanno mai parlato) solo di una delle sei classi da me avute nei tre anni di insegnamento al Righi, la 5^A. Si tratta delle stesse persone che per 5 anni hanno tentato di calunniare sempre tutti i docenti di matematica della classe, a partire dal primo anno.

Come è nell’ordinamento scolastico e nel Piano dell’offerta formativa del Liceo, qualunque osservazione da parte di genitori o alunni sulla vita didattica, deve venire posta nei colloqui personali coi docenti e in sede di Consiglio di Classe, istituiti esattamente a questo scopo.

Nelle riunioni dei consigli di classe, in mia presenza, non è mai stato detto nulla di quanto riportato ora ai giornali da queste persone non identificate. Ne fanno fede i verbali.

Nel gennaio scorso sono stato oggetto di una ispezione che, indipendentemente dalle motivazioni iniziali che l’hanno avviata, ha esaminato sotto ogni aspetto la mia attività professionale. L’ispettrice ha riconosciuto subito la validità del mio lavoro didattico, tanto è vero che ha rinunciato a fare ciò che usualmente si fa in ogni ispezione: presenziare alcune lezioni del docente in tutte le classi, sedendosi a fianco degli alunni: nel mio caso l’ispettrice non è mai entrata in classe.

Come tutti i giornalisti sanno, la mia contestazione di addebiti, che tutti loro hanno avuto modo di visionare, non contiene alcun addebito che riguardi la qualità della didattica, e neppure vi fa cenno i comunicato dell’Ufficio Scolastico Regionale (che parla di questioni “relazionali” in riferimento alla mia attività sindacale e ai miei interventi come membro del collegio docenti, come risulta dalla relazione ispettiva).

La classe 5^A, come è noto a tutti suoi docenti e risulta dai verbali dei consigli di classe, ha mostrato quest’anno – nonostante marcate e ripetute sollecitazioni – un diffuso atteggiamento di disinteresse, negligenza, trascuratezza, in diverse materie, e in matematica/fisica (le materie più importanti) in modo particolare. Una parte consistente della classe si è abbandonata a sistematica disattenzione in classe, disimpegno a casa, allontanamento continuo dalle lezioni al cambio d’ora o ingressi con gravi ritardi …

…(molti entrano in aula dopo 20 minuti o mezz’ora), in occasione di un test importante in buona parte sono risultati essersi prima scritti un mare di dati e formule sul banco, al corso di recupero (costato molto denaro alla scuola) erano tutti assenti alla prima lezione senza neppure avere avvertito (e nei recuperi successivi gran parte usciva molto prima della fine), negli ultimi giorni di scuola mezza classe evadeva la lezione per andare a una presentazione di facoltà universitaria che non interessava a nessuno (giusto per non stare in classe), alle prove scritte stavano assenti in massa e per ultimo, negli ultimi mesi, diventava un’abitudine che diversi alunni dichiarassero improvvisamente malessere in occasione delle interrogazioni o delle prove scritte, suscitando spesso l’ilarità e l’autoironia della classe stessa.

In conclusione, circa metà della classe, per proprio disimpegno, è impreparata. Per questi, ovviamente, cavalcare la diffamazione del docente, è una ghiottissima occasione per ottenere una sanatoria generale delle gravi insufficienze nella valutazione.

La diffamazione gratuita di una persona, nella propria attività professionale, a maggior ragione quando sta ricevendo attestati di stima da tutta Italia, è un’occasione ghiotta anche per tutti gli avversari sul piano delle opinioni (integralismo cattolico, destra) o da chi nutre antipatie personali.

A troppi dà fastidio l’ondata di solidarietà che una parte consistente dell’opinione pubblica italiana ha manifestato nei miei confronti, e la grande attenzione rivolta ai problemi della laicità e della libertà di pensiero e di insegnamento nella scuola italiana, tentano scioccamente di demolirla.

I giornali che esaltano a tutto spiano certe calunnie, le cui fonti sono sempre state anonime, si qualificano da soli.

don alberto

“preferisco i festini autogestiti.”

appunto a quelli mi riferisco.
L’autogestione in parrocchia
è tutta un’altra cosa

don alberto

vado a trovare il mio vicino promosso in città.
noi topi (non umani) preferiamo la campagna.
saluti

peppe

L’autogestione in parrocchia è tutta un’altra cosa

Questo lo sanno anche i bambini. Purtroppo per loro.

Kanna Shirakawa

riguardo all’utilita` del battesimo civile, avete dimenticato questa affermazione citata nell’articolo: il leader del Partito Popolare, Mariano Rajoy, ha definito il battesimo civile “di un ridicolo colossale e interplanetario”.

per logica e per similitudine, tanto quanto il battesimo religioso, quindi

una certa utilita` allora ce l’ha: mostrare il re nudo 🙂

Florasol

mi sembra una cosa carina dare il benvenuto al bimbo nuovo nella civile collettività….

Tiziano

Penso sia legittimo far festa per la nascita di un figlio, ma l’iniziativa spagnola mi sembra però una carnevalata a disvalore aggiunto: così sembra di voler assurgere l’ateismo ad una “religione”, cosa che non è etimologicamente e storicamente parlando. Che senso ha definirlo ‘battesimo laico’? Sembra quasi l’ipocrisia di voler far feste di un’altra religione (pensate ad un cristiano che festeggia il ramadan islamico…) distaccandosene ed imponendo di base l’ateismo come si impone fra i Ned Flanders il battesimo!

Mi trovo d’accordo a far festa ma in nessun caso ad imporre religioni / ateismo / agnosticismo o altre filosofie legate alla ‘(a)religiosità’ ad un innocente i cui unici significati conosciuti sono “dolore”, “pappa”, “sonno”.

Giuliana

La comunita’ degli esseri umani ha sempre avuto, nel corso della storia, momenti particolari di festa o celebrazione che scandivano gli eventi importanti della vita. E cosa c’e’ di piu’ importante della nascita di un bambino? E’ bello fare una festa o una celebrazione che sottolinei il suo arrivo nella comunita’. Chiamiamola festa di nascita, festa di ingresso in societa’, “naming ceremony” o come volete, l’importante e’ che la nascita del bambino venga festeggiata con un evento “sociale”.
Immaginatevi che piattume sarebbe la vita se non avesse momenti ed eventi particolari da festeggiare! Forse una delle poche cose belle della religione e’ offrire momenti di festa e celebrazione collettiva alla comunita’, ma questo si puo’ ottenere anche con celebrazioni laiche, vedi il matrimonio civile.

Augusto

@ Kanna Shirakawa (e tutti):
Mi permetto di riportare uno stralcio dell’articolo de El País del 25 maggio scorso:

“… Los bautizos civiles son una alternativa laica cuyo nombre completo es Ceremonia civil de imposición de nombre. Se trata de un acto cuyo fin es el de dar la “bienvenida democrática” al recién nacido, como lo definió su alcalde José Masa (IU), bajo los principios de libertad, igualdad y respeto, siguiendo una tradición iniciada en la Revolución Francesa…”

Reazione del PP (Partido Popular) da parte del suo leader (El País, 5 giugno)
“El presidente del Partido Popular, Mariano Rajoy, ha calificado de “ridículo interplanetario” el bautismo civil celebrado el jueves en la Casa de la Panadería de Madrid, el primero de la capital pero no de la comunidad -Rivas Vaciamadrid lleva dos años dando una bienvenida laica a los niños cuyos padres lo pidan-.
Rajoy participó este viernes en Navalmoral de la Mata (Cáceres) en un acto electoral de su partido acompañado por el presidente regional del PP de Extremadura, José Antonio Monago. En su intervención, criticó de este modo el primer acogimiento civil de la capital, mal llamado “bautismo civil” y cuyo nombre administrativo es “ceremonia civil de otorgamiento de carta de ciudadanía”.

Reazione dell’attrice Cayetana Guillén Cuervo, madre del bebè (El País, 6 giugno):
“La actriz y periodista responde que no se trataba de un bautizo civil, sino de una ceremonia de bienvenida laica y democrática. Dice que ella respeta todas las opciones y por eso espera recibir el mismo trato.
Por eso también se pregunta a quién puede molestar este acto privado.
La actriz también ha mencionado que unos días antes se celebró en Málaga otra ceremonia de este tipo y nadie dijo nada. Ahora, espera que esta polémica pase cuánto antes.”

Non lo traduco perchè mi sembra abbastanza comprensibile.
Scusate il copia/incolla ma mi sembrava utile per chiarire la questione dell’uso infelice della parola battesimo (bautizo) in cerimonie simili.

barbara

Quoto Roberto Grendene!
E’ una bella iniziatavia che il comune dia il benvenuto ad un nuovo cittadino ritengo che sia peò errato il temine usato di “battesimo civile”che dà l’impressione di una voluta ed ostentata antitesi col rito cattolico.Lo denominerei semplicemente “cerimonia di benvenuto/a”.

Bruno Gualerzi

@ Giuliana
Interpretati come li interpreti tu in effetti certe scadenze religiose sono vissute come momenti di festa, e spesso proprio da credenti e non credenti (si pensi alle sagre di paese)… e in ogni caso celebrare un evento come una nuova nascita è comunque una festa quale che sia il modo di farlo, ci mancherebbe. Ma, come dicono sempre i guastafeste (non io^_^), non è questo il punto. La chiesa, quella cattolica in particolare, ha sempre spettacolarizzato i suoi rituali per rendere accettabile il ‘sacro’ nella versione cristiana e non più pagana, anzi proprio per addomesticarlo e finalizzarlo alla sua visione del mondo, e non sempre ‘laicizzarli’ significa ripulirli da questo contenuto.
Personalmente comunque, proprio tirando le sommme dai tanti commenti di questo post, mi sembra di poter dire che il battesimo civile è già un notevole passo avanti nel superamento di quello religioso, ma solo se si riesce a viverlo solo come ‘festa laica’, mentre altri puntano direttamente alla festa senza aggettivi per sentirsene ancora più liberi.
Io preferisco questi ultimi.

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