Studiare l’incredulità

Un articolo di Nathan Schneider pubblicato sul sito del Guardian dà finalmente visibilità alle evidenze sociologiche concernenti i non credenti. Se da un lato esiste un’indubbia penuria di studi specifici su atei e agnostici, dall’altro i commenti ai dati emergenti dalle inchieste sulla religiosità della popolazione non evidenziano praticamente mai che gli increduli sono persone mediamente più colte, benestanti, equilibrate, tolleranti e libere da pregiudizi. Una circostanza, questa, che è probabilmente alla base dei forti pregiudizi che la popolazione credente mostra nei confronti di quella non credente. A questo tema è dedicato il capitolo 11 di Uscire dal gregge nonché la parte monografica (Atei si nasce o si diventa?) del numero 3/2009 de L’Ateo, che sarà distribuito nei prossimi giorni.

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70 commenti

brunaccio

nn tropo confortante…io ho radici popolari e tra la gente comune ho sentito una base di sano scetticismo e poca propensione alla credulonaggine…ma forse è cosa locale..mi piace continuare a pensare ke gli strati popolari coscienti nn siano pecoroni da opus dei ma…

Andrea (Mi)

“gli increduli sono persone mediamente più colte, benestanti, equilibrate, tolleranti e libere da pregiudizi”
Nulla di più vero.

brunaccio

adesso sta a voi benestanti allora,andrea,portare la ragione tra noi poverelli…

brunaccio

..basta ke nn ce la portate come in africa con lo skiavismo sennò mi faccio prete…no quello mai…

😉

Andrea (Mi)

Credo che gli atei siano anche mediamente più intelligenti dei credenti

brunaccio

…ma io lascio perdere,mi sembra di sentire voltaire…hai mai lavorato in cantiere o in cucina o in fabbrica? vedrai quanta stupidità regna…io ne sento più nei dibattiti televisivi…

brunaccio

di solito l’intelligenza si sviluppa nel risolvere problemi concreti…di solito ki ha sempre la pappa pronta tende a nn sviluppare molto la critica,ovvero l’intelligenza..

buonanotte a tutte/i

niente contro autore studio,se fatti così stanno,è grave però

Andrea (Mi)

L’intelligenza è data innaznitutto dalla genetica e in secondo luogo si svluppa nei primissimi anni di vita.
(Dati scientifici)

brunaccio

studia più seriamente..l’intelligenza sono comnnessioni nuronali..il cervello va allenato..la genetica se casi mongolismo..teorie scientifiche obsolete

brunaccio

o altre tare kiaro…poi in genere proprio i nobili razzisti ke s riproducono tra loro hanno dato vita a situazioni mostruose kiuse neilazzaretti..anche il re basso nn brillabva si vedeva bene

brunaccio

se si ragiona come te si arriva dritto all’antropometria criminale o peggio amico..attento…

brunaccio

no arrivre a teorie ke generano mostri..antropometria sociale o peggio…

Andrea (Mi)

pur considerando le teorie che ho riportato non obsolete in alcun modo, la’intelligenza si divide in diverse branchie, non ne esiste una unica…

brunaccio

sì,e kiudo,ma se nn vi è fattore unificante nn sarebbe intelligenza ma multipersonalità…ci sono varie branche ma l’intelligenza è integrarle… è lì sennò uno solo un assimilatore-ripetitore

buonanotte

stefano

mio padre ha 69 anni, lavora dall’età di 15 a non ha finito nemmeno le scuole medie eppure è ateo e poco propenso alla credulonaggine, mia madre ha 72 anni ha fatto la 5° elementare ed è credente ma non è mai stata una bacchettona ne crede nei miracoli.
bisognerebbe valutare caso per caso, non è giusto affibbiare la nomea di pecorone a tutti quelli che non hanno potuto magari per motivi economici o altro frequentare il liceo o l’università.
mi sembra un atteggiamenteo, mi si permetta, assai poco Uaar, molto altezzoso verso chi non ha avuto la fortuna di studiare ma nel suo piccolo ragiona col proprio cervello senza farsi prendere per i fondelli da santoni, ulema, preti e via dicendo.

Kanna Shirakawa

hm … attenzione a non interpretare in modo qualunquista il sunto della notizia

si parla di “persone colte”, la cultura non e` necessariamente legata allo studio, che puo` aiutare, ma anche no: ho conosciuto persone che pur non avendo nemmeno in tasca la terza media, avevano una cultura vasta e un’intelligenza vivissima anche a 90 anni, e conosco un sacco di laureati che hanno la stessa cultura della mia lavastoviglie (che peraltro e` molto piu` umile di costoro)

per il “benestante” non mi stupisce, ma bisognerebbe capire cosa si intende: chi e` al limite della sopravvivenza non ha in gnere il tempo materiale di farsi una cultura, e una lotta per la sopravvivenza non dispone certo bene riguardo alla tolleranza; ma anche il troppo dall’altra parte genera storture notevoli

penso che sia un circolo vizioso (o virtuoso, a seconda dei risultati): una persona tollerante e libera da pregiudizi sara` meno credulona e piu`aperta verso esperienze nuove, che accrescono la sua cultura, il che porta ad avere meno pregiudizi ecc ecc

ma credo che qui giochi piu` il contesto, mediamente, che le singole attitudini personali

Papa Mike

A rigore di logica la conoscenza (a quindi non l’intelligenza) porta a sorridere delle credulonerie e delle superstizioni. Piu’ si conosce e meno ci si fa infilare insomma..!
Distinti saluti a tutti

Deicida

Mi guarderei bene dal proclamare simili declaratorie.
In special modo la storia dell'”Ateo benestante” mi provoca forti bruciori di stomaco.
L’Ateismo ha sempre fatto il paio con il materialismo culturale, dal quale scaturisce la critica economica marxista………..a buon intenditore……….

brunaccio

x kanna

io ho detto sconfortante ke sia così,nn falso(anke se detto in quel modo su menti giovani può portare al suprematismo come visto)..poi è scattato flame col ragazzino ma nn contestavo il fatto ho solo detto…brutta cosa ke sia così..anke perkè in menti fanciulle può arrivare a far dire quello ke si è detto…e nn è demokraticamente accettabile

grande kanna sempre puntuale.grazie

mi scuso se nato flame io partito solo x dire ke la cosa nn era molto incoraggiante

brunaccio

e kiudo e mi korreggo umilmente

nei flame si dicono cose poco pensate…il mongolismo nn è una tara,ma una diversità..stavo un po’ parlando il linguaggio del darwinismo sociale,ke nulla ha a ke vedere con darwin,perkè senza specificità individuale impossibile evoluzione.

fab

Gente, è sfuggita a tutti la parolina “mediamente”?

Per conto mio, leggo questa catena causale (MEDIAMENTE valida!): chi fa funzionare il cervello, si fa una cultura e la usa; chi si fa una cultura, se ne avvale anche sul lavoro e riesce a campare meglio; chi fa andare il cervello, lo fa andare anche in capo religioso.

Un punto essenziale: lo so che in Italia persone di valore professionale sono spessissimo ancorate a lavori e retribuzioni che non meritano, ma l’inchiesta è stata fatta in UK, dove la mobilità sociale non è proprio da servitù della gleba come qui.

Bruno Gualerzi

Va bene che i pregiudizi sugli atei brutti sporchi e cattivi si sprecano… ma non credo li si possa superare proponendo specularmante un ateo benestanto, colto, equilibrato ecc.
Giusto rimettere la bilancia in equilibrio, controproducente farla pendare di colpo dall’altra parte. Se questo articolo del Guardian viene utilizzato per il primo scopo, ben venga… se viene inteso come un rovesciamento radicale del giudizio non aiuta a far chiarazza. Questo per dire che non è tanto il contenuto dell’articolo che conta, quanto l’uso che ne può venir fatto.

Dalila

Attenzione.
Benchè pubblicato su un giornale britannico, lo studio in questione è stato effettuato negli U.S.A. luogo in cui la parola ateismo non puo’ e non dev’essere pronunciata nè tantomeno scritta.
Si tratta di un tabù.

Negli Stati Uniti un ateo non puo’ avere accesso ad alte cariche e far “pubblica ammissione” di ateismo puo’ persino creare dei seri problemi alla carriera di una persona.
Da questo punto di vista bisogna ammettere che l’Europa è molto avanti (Italia e Grecia escluse).

Ora, questo blog potrebbe essere la prova del fatto che l’ateo/agnostico sia in effetti mediamente una persona dallo spiccato senso critico e dal bagaglio culturale non indifferente, indipendentemente dal ceto o dal titolo di studio conseguito.

peppe

Ritengo che siano da evitare le letture strumentali dell’articolo ma un dato di fatto è chiaro…

Il livello culturale di un individuo è in correlazione inversa con la sua creduloneria religiosa: tutte le statistiche lo dicono. Che poi non si debba generalizzare OK, ma non si può ignorare un dato macroscopico così evidente.

E la spiegazione banale è quella già proposta da molti: più uno ne sa e meno è portato a credere… anche solo avere una conoscenza spicciola delle altre religioni aiuta, in senso relativista, a rendersi conto che se “le altre religioni sono false” non ci sono elementi per stabilire arbitrariamente che la “propria religione” sia vera: non tutti ci arrivano eppure è banale. E l’alfabetizzazione scientifica aiuta. Non vedo quale sia il problema o l’intoppo nel pubblicizzare un tale dato di fatto.

Luigi

il Guardian non ha scoperto nulla di nuovo….
gia’ qualche secolo fa qualcuno aveva detto che la religione si rivolge ai “poveri di spirito”, che, come eufemismo, non è male !!!! 🙂

brunaccio

x luigi

no,esatta traduzione è poveri in spirito…così i preti insegnano bene il vangelo…ben diverso da poveri di spirito…e nn spiego oltre…

Jan Hus

Noi siamo più colti perchè leggiamo le sacre scritture, i credenti no. O si legge o si crede

brunaccio

x jan hus

esatto! leggere le scriture è oltremodo escondario x farsi una cultura-base…quello poi dipende da ke interesse uno ha..ed è x quello ke bisogna lavorare sul pubblico,in qst sull’istruzione seria nn scuole private o simili,libri accessibili a tutti e prezzi giusti!!

Jan Hus

Partirà la nave partirà, dove arriverà questo non si sà. Sarà come l’arca di Noè, il cane il gatto, io e te.

Jan Hus

@brunaccio
io da quando ho letto la Bibbia son diventato ateo, ecco perchè è una lettura persicolosa per i credenti. Pensa che un tempo santa romana madre chiesa né vietava la lettura: pena una passata sul barbecue

Jan Hus

Stamattina l’anima non mi partiva, ho dovuto usare lo spray metterla in moto.

brunaccio

x jan e ivo

😉
jan hus
infatti x la kiesa l’AT è quasi fabula(mito da spulciare qua e là x quello ke serve loro) e i vangeli veri lettera per lettera…o si studia tutto criticamente o buonanotte…

ottimo ragazzi

Jan Hus

Ivo Mezzena scrive:
23 Giugno 2009 alle 10:42

pensare o credere!

Questo lo diceva Schopenuaar…. 🙂

Ora corro a scoprire il mio sé: oggi riso integrale con zucchina (del mio orto) con scagliette di buccia di limone (di un mio amico) e mentuccia (del mio orto). Provatela anche voi. E’ una ricetta rigorosamente atea. Gnamgnamgnamgnamgnam (è il mio personale mantra quando mi metto a tavola). Oggi proprio non c’è verso di trattenermi. A dopo senzadddio!!!!

brunaccio

x jan e finisco 😉

leggevo ke parlavi di vissani…io e gli chef migliori ke ho avuto su vissani concordiamo…dovrebbe tornare a lavare le pentole x ricordarsi un po’ come funziona…siamo arrivati a cioccolata e prosciutto raga o gelato ai cannelli…anke questi sono fenomeni di perdita di senso..sembra tupido ma nn lo è.

noi mangiamo meglio jan

😉

brunaccio

FLAME A DIBATTITO APERO SU SU POST MAURO…IO RSPOSTO MA TOCCA UAAR

totò

ma se un ateo o un agnostico è intelligente perchè apre un sito e discute su qualcosa che non dovrebbe esistere?

Daniela

è vero che anche gli atei e gli agnostici hanno paura di definirsi tali, è una cosa che io non ho mai capito, storicamente ci chiamiamo così, perchè dobbiamo metterci vergogna di questi nomi non l’ho capito.

pacamanca

Io sono con peppe, non vedo niente di strano o nuovo in tutto questo. Inoltre ci sono statistiche che provano che in ambienti dove il QI medio (sì, lo so che non è uno strumento di misura perfetto blah blah blah ma è il più conosciuto e rende una buona idea di come stanno le cose) è più alta della media della popolazione, l’indice di ateismo arriva ai 90% e passa. “Stranamente” in questi stessi ambienti il livello economico è anche più alto. Tutta questa storia mi sembra così ovvia che mi stupisco che ancora ci sia gente che abbia bisogno di provare questi rapporti così palesemente logici.

Forse è più facile capire tutto quanto rigirando la frittata: i paesi più poveri e con più basso livello di scolarità sono molto più religiosi. Ha più senso così?

Laurentia

Nel 1919 una spedizione britannica in Africa, durante una eclisse, riuscì a misurare la deflessione della luce delle stelle da parte del Sole, il che confermava in una parte importantissima la Teoria della Relatività Generale. Ma un riesame accurato delle fotografie dimostrò errori dello stesso ordine di grandezza dell’ effetto che si voleva misurare. Commento di Stephen Hawking: “La misurazione si era rivelata un caso di mera fortuna, ovvero era stata influenzata dal fatto di conoscere già il risultato che si voleva ottenere, un fenomeno non inconsueto nella scienza”. Tutti gli studi a campione che ho potuto vedere che dimostrerebbero che più si è ricchi e colti meno si crede, erano influenzati dal fatto che i ricercatori in questo credevano. Ma se volete tenervi questa opinione, poco male: battiamoci tutti, e qui mi ci batto anche io, perché a tutti sia dato l’ accesso alla cultura, alla scienza, al benessere.

pacamanca

Laurentia, ma vuoi veramente contestare il fatto palese che i paesi più poveri del mondo sono TUTTI molto religiosi? E che anche fra i paesi più sviluppati, quelli un po’ meno sono quelli nei quali la religione è più presente? Mi sa che c’è poco da discutere a riguardo.

dysphoria_noctis

@ Laurentia:

in base alle classifiche OCSE degli ultimi anni i paesi dove si sta meglio al mondo stanno in Scandinavia… un luogo dove, com’è risaputo, le chiese sovrabbondano di fedeli…

Giol

Educare all’incredulità significherebbe anche combattere la bigottaggine, quindi l’ignoranza, e quindi anche buona parte dell’intolleranza.
Sarebbe auspicabile.

statolaico

Laurentia, ti faccio notare che il tuo esempio non dimostra nulla ed è anche inadeguato a supportare quello che scrivi. Prima di tutto confondi la scienza che riguarda e/o discute teorie, con una branca di un’altra scienza (che non ha niente a che vedere con la fisica), e che è spaecializzata nella ricerca, studio e comparazione di dati che è la metodologia della ricerca sociale, propria della sociologia. Cosa c’entrano gli astri, faccio per dire, con una ricerca di mercato? Se io osservo un campione di mille persone e rilevo che nella fascia dai 20 ai 30 anni il prodotto preferito (pensiamo ad un’auto), è un’auto compatta, ecologica e con certe caratteristiche, il dato puo’ considerarsi attendibile? Questo è quello che fanno negli studi di mercato, per esempio. Ma in questo caso la ricerca non vuole ottenere un risultato che già conosce, non ha teorie, vuole solo “conoscere”, ed è esente da pregiudizi (cioè nessuno ha le fabbriche piene di un’auto già prodotta, ma si va ad individuare cosa produrre basandosi sulle preferenze del campione intervistato). Non ci sono teorie da validare o da inficiare, semplicemente si crede che sia possibile trarre delle conclusione logiche sulla base del campione di riferimento, ed è lecito attendersi che esse siano sempre piu’ attendibili quanto piu’ vasto è il campione di riferimento. Che c’entra la relatività generale (che poi è ancora una teoria, appunto)?! E se percentualmente viene rilevato (dico cosi’ per dire), che con il crecere del tasso di istruzione decresce la propensione a credere nelle favole, tu lo ritieni un dato attendibile o frutto di pregiudizi di chi fa l’indagine (che si limita solo a porre domande uguali per tutti?) . E se si, in base a cosa, di preciso?

Bruno Gualerzi

Totò? Cos’è il nuovo nome del solito provocatore?
Comunque, chiunque tu sia, sappi che la vecchia, bolsa storiella degli atei che, in quanto atei, non dovrebbero parlare di dio qui non fa più presa neanche come barzelletta.

Viano di Vagli

Se leggete con attenzione l’ articolo del Guardian vedrete che quelli che hanno condotto la ricerca sono non credenti. Con lo stesso criterio, siccome quelli dell’ Opus Dei sono ricchi, potenti e in maggioranza laureati, io affermo che le persone colte e benestanti sono cattoliche. Siccome la famiglia Bush è ricca, potente e battista, affermo che i Battisti sono più portati degli Atei a fare i presidenti degli USA. E siccome Bin Laden ha studiato a Londra ed è di famiglia di petrolieri, affermo che gli Arabi colti e benestanti sono più portati degli Arabi poveri a fare le guerre di religione. E siccome so che Peppe mi prenderà in giro per primo per questo mio post lo mando a quel paese anticipatamente.

statolaico

Viano, chissà perchè sono non credenti… 🙂
Ma l’esempio dell’opus dei che c’entra? Vuoi dirmi che la ricerca di cui parliamo è fatta da un’associazione di non credenti? In linea di massima, in quel caso e solo in quello, potrei condividere quello che dici, ma fino a che parliamo di ricerche fatte da persone eterogenee mi dispiace, no. Che poi nel mondo della ricerca e della scienza i non credenti siano in maggioranza rispetto ai credenti… beh, torno a dirti: chiediti un po’ tu il perchè! Sono contento, stiamo parlando di una cosa che si autoconferma! Piuttosto: la ricerca del campus biomedico di roma che parlava di rianimare anche i feti pematuri “estremi”, quella si, era di parte (e finanziata dall’opus dei).

Viano di Vagli

Statolaico: una volta per tutte: 1) definiamo cosa vuol dire scienziato; 2) definiamo cosa vuol dire ricercatore 3) facciamo un albo mondiale in cui iscriviamo d’ ufficio tutti gli scienziati ed i ricercatori che corrispondono alle definizioni 4) domandiamogli, uno per uno, se sono credenti e in che cosa credono 5) a questo punto, se la maggioranza di loro è atea, ci credo. Finché avete questa opinione, siete dei credenti, non dei razionalisti. La vostra è una opinione basata su ricerche a campione, di parte atea, fatte al 98% negli Stati Uniti d’ America. In particolare gli enti che hanno fatto queste ricerche sono tutti di status giuridico privato.

statolaico

Per quanto rigurada le persone colte, ricche e potenti che fanno parte dell’opus dei ci sarbbe molto da discutere…
Anzi, facciamolo: l’opus dei è una setta molto potente e come tutte le sette essa tende a moltiplicare i suoi adepti con meccaniche virali e discutibilissime che mirano a spersonalizzare chi aderisce, alienandolo, e rendendolo manipolabile (non sono cose che mi invento io ma ci sono tantissime denuncie di chi l’opus dei l’ha subita e non si discostano da quelle di tutte le altre sette simili): l’opus dei mette in atto, quindi, tutti quei meccanismi che tendono a controllare l’individuo, assoggettandolo psicologicamente ed economicamente. Al nuovo adepto, dopo una iniziale luna di miele viene presentato un conto personale salatissimo e quando se ne rende conto ormai è “dentro”. Peggio della peggiore droga, direi. Ma l’opus dei è piu’ pericolosa delle altre sette sia per dimensioni ma anche per potere. Già, da dove viene questo potere? Da persone di potere che sono membri della setta. Ma il bello (o tragico, o tragicomico) è che spesso le persone “di potere” sono a loro volta in balia della setta stessa perchè è lei stessa a costruirle, in un certo senso. Innanzitutto è molto “elitaria” nella selezione di chi puo’ entrare (piu’ potere hai e meglio è, e una volta dentro il tuo potere sarà il mio -mio della setta, intendo), inoltre promuove i propri adepti e cerca di farli diventare “qualcuno”, per avere persone importanti nei punti chiave che interessano (anche delle istituzioni di questo stato, pensate alla binetti, il caso piu’ noto). Anche la ccar è succube dell’opus. Un ottimo libro-documento, per chi volesse approfindire, è quello del giornalista di inchiesta ferruccio pinotti, ed. bur, credo acquistabile ancora su ibs, dal titolo “opus dei segreta”. Molto approfondito, con poche opinioni e molti fatti.

statolaico

Inizia a fare l’albo, poi mi dici. Fallo tu pero’, io ho poco tempo. Ciao.

statolaico

Viano, prima ti ho risposto così perchè quello mi hai detto mi ha fatto saltare dalla sedia.
Ricapitoliamo:
Qui si parla di una ricerca che dice quello che abbiamo scritto. Nessuno di noi ateacci cattivi ha detto nulla ma da chi la pensa, presumibilmente, come te è partito un appunto che diceva: le ricerche in genere non sono attendibili perchè i ricercatori sono vittime dei loro pregiudizi. Ho fatto notare che, nel caso specifico, non c’entrava nulla visto che quell’esempio calzava come la scarpetta di cenerentola alla zampa di un elefante. Sopraggiungi tu e dici in soldoni “ma guardate che quelli sono ttuuti non credenti quindi c’entra eccome. Io ti rispondo dicendo che se anche fosse non mi stupirei del fatto che in ambienti di ricerca e scienza la maggior parte delle persone fosse nn credente (cosa che hai fatto notare TU, non io). Torni alla carica e dici “ma chi l’ha detto che sono tutti non credenti in quegli ambienti? (ma l’hai detto tu, prima mica io). Allora ti chiedo: sono non credenti? allora faccio bene a non stupirmi. Non lo sono? Allora deve essere attendibile senza se e senza ma il frutto della ricerca. Deciditi pero’.

Viano di Vagli

Statolaico: non so se Laurentia abbia letto tutto l’ articolo del Guardian prima di fare l’ esempio. Io l’ ho letto, i ricercatori si sono dichiarati non credenti, ergo…
Il problema che i risultati delle ricerche scientifiche sono influenzati dalle nostre convinzioni vale sia per quelle in cui usiamo strumentazione, come quella citata da Laurentia (mi pare che la pagina di cui lei parla sia tratta dal solito “Dal Big Bang ai Buchi Neri”) sia in quelli in cui valutiamo l’ effetto di un farmaco (non a caso si usa il sistema del doppio ceco, sia contro placebo che contro farmaco dalle indicazioni sovrapponibili) ma, a maggior ragione, quando cerchiamo, in base ad un campione rappresentativo, di valutare una opinone politica o filosofica. Qualcuno ha impropriamente fatto riferimento alle ricerche di mercato sulle automobili: su un prodotto di consumo la valutazione a campione, che ha comunque grandi margini di errore, altrimenti nessuna industria sbaglierebbe mai un prodotto, si avvicina di più alla realtà, perché si fa materialmente scegliere un prodotto tangibile, a volte con un assaggio, con la foto di un prototipo se si tratta di un’ auto, con una visualizzazione dell’ imballaggio, ecc. Le ricerche sulle opinioni religiose sono molto simili, per attendibilità, alle ricerche sulle preferenze politiche prima delle elezioni.

Viano di Vagli

A proposito: perché non ti leghi alla sedia, come Vittorio Alfieri?

statolaico

Viano, ma i ricercatori hanno fatto delle domande, no stanno dicendo “secondo noi è cosi'”… mi spiego? Il fatto che siano non credenti non significa nulla, confermerebbe al massimo solo un dato che la maggir parte dei ricercatori sia non credente. Ripeto, la teoria della relatività c’entra come le fragole nei broccoli, inoltre mettiamo in mezzo argomenti difficilmente maneggiabili e rischiamo di addentrarci in sentieri impervi, un po’ di umiltà e passiamo avanti con esempi piu’ calzanti (visto che parliamo di ricerca ho fatto io l’esempio delle ricerche di mercato che sono, consentimi, molto piu’ vicine rispetto alla teoria della relatività, concordi? Ma poi che c’entra la teoria della relatività??! Ma me lo spieghi come fa a c’entrare una teoria con una ricerca? Una ricerca che valuta dati tangibili e ben poco ostici? Parliamo di cose diverse, diverse, sono scienze diverse e basta, mettiamoci un punto su questo, chi si intestardisce mi space ma fa una magra figura). Ti ho già detto che se fosse una ricerca di parte perchè fatta nel nome di un’associazione atea sarei daccordo con te, ma cosi’ a quanto pare non è. Ecco perchè c’entra ben poco l’esempio dell’opus dei che qualunque ricerca presenta è per forza di cose di parte. Vuoi dirmi che non capisci la differenza tra un’associazione e dei liberi ricercatori? Che poi di questi ricercatori molti o tutti sono nn credenti cosa c’entra? Se al cern faccio per dire, su 10 solo 3 sono credenti vuol dire che il cern è un’associazione di atei che fa ricerca di parte? O forse dovremmo il fatto che la maggior parte dei ricercatori del cern è atea? Quale sarebbe la tua conclusione? Certo, se degli atei fondano di proposito un centro studi finanziato da associazioni atee, forse nutrirei qualche dubbio, ma stai tranquillo, noi non abbiamo una lira… E’ solo un fatto, prendine atto.

Viano di Vagli

Ma te lo leggi l’ articolo? Non solo sono non credenti, ma hanno fatto un gruppo di studio per studiare la diffusione e le caratteristiche dei non credenti:
“a graduate student in sociology at the University of Cambridge who founded the Non-Religion and Secularity Research Network last year.”

Laurentia

Come spesso mi succede, ottengo l’ effetto contrario. Non volevo certo riscatenare duelli. La cosa più importante che volevo dire è che sono convinta, anche se non ho prove scientifiche, che povertà e ignoranza sono nemiche dell’ emancipazione, specie femminile, e della libertà. Cerchiamo di diffondere cultura, benessere, pari opportunità e non potrà che far bene a tutti, credenti e non. Sono ingenua ma preferisco restarlo. Che la pace sia con voi.

statolaico

E quindi?
Cioè la loro colpa è essere non credenti? Quindi “non solo” sono non credenti, ma “addirittura”, sottointendi tu, hanno fatto un gruppo di studio per studiare le caratterisctiche ecc…
Ma di che stiamo parlando? Io ti sto chiedendo: la ricerca secondo te è attendibile o necessariamente viziata dal fatto di essere non credenti? Saprai sicuramente che in ambito scientifico, una ricerca viene pubblicata, cioè si mostrano i risultati e si mostra anche il metodo di indagine (ce ne sono tanti, specie in sociologia e questo è il caso). Se la comunità di ricerca riterrà questa una barzelletta (perchè sono state fatte domande incomprensibili o tendenziose, per esempio; perchè il metodo non è condiviso o previsto dalla sociologia stessa; perchè il campione non è rappresentativo ecc), questi signori saranno sbertucciati dai loro stessi colleghi. La metodologia della ricerca è la garanzia della ricerca stessa. C’è poco da mangiarsi la testa. Per questo anche la sociologia è una scienza, francamente mi sembra assurdo che state arrivando a mettere in discussione tutto. Ma se una ricerca la fa l’opus dei (tanto per continuare con quest’esempio fuori luogo), o la commissiona, finanziandola, la ccar chi la smentisce? Potrebbe farlo solo la scienza (vero giudice imparziale e cosa che ha già fatto), o pensi che tornerebbero sui loro stessi passi? E’ questa la differenza, macroscopica.

Viano di Vagli

Ok, statolaico, te la do vinta. Siamo rimasti io e te a litigare qui e tu sei a casa tua.

statolaico

“la pura e semplice raccolta e ordinazione dei dati non costituisce metodologia. Essa , attraverso i suoi principi e le sue regole, intende fornire i criteri di garanzia logica sulla scorta dei quali una comunità di scienziati si dichiari pronta a riconoscere la verità o la falsità delle ipotesi”.
Manuale di metodologia e tecnica della ricerca sociale, ed. Quattroventi.

Io non voglio vittorie, figurati, spero che quanto ho messo sopra sia interessante per capire il mio punto di vista. Saluti.

kefos93

@ Viano di Vagli & C.

Non credo serva essere scienziati, ricercatori ecc. per capire quanto segue:

Se un dio è Dio, non può avere desideri, bisogni ecc., ( altrimenti che dio è ? ) tantomeno quello di creare.Iin quanto Perfettissimo, non avrebbe potuto creare degli esseri imperfetti e destinarli a soffrire ed a morire:
O è un dio burlone od un dio sadico!!!!!!!!!!
E chi lo adora è un ciarlatano od un sadico !!!

Attendo con ansia una vostra risposta.
Bye,bye.

Laurentia

Kefos: il solo dire “Dio non può…” qualunque cosa noi esseri limitati e materiali aggiungiamo dopo, è errato: Dio può tutto. In particolare si può incarnare e, quando si incarna, incarna una sola parte di sé. Lui “basta a se stesso” ma, contemporaneamente “ha bisogno di creare esseri” con i quali interagire. E’ una contraddizione nel nostro “finito”, limitato, non nell’ infinito, illimitato. Ma non voglio polemiche: guarda il mio intervento delle 23, che è stato liberato solo stamani, quando non serviva più. Quindi, se per te, la mia visione è errata, va bene così. La tua, per me, non è errata, è solo una parte della verità. Lui ci ha fatto liberi di “creare” per il nostro io un piccolo universo limitato dove Lui non esiste.

kefos93

@ Laurentia
La tua è una non risposta…
Attendo le altre…
Poi magari potremmo disquisire sulla storiella de c.d. ” Diluvio Universale “.

P.S.: se un dio possa o non possa è un’altra storia…
Se non esiste è ovvio che non può!

P.S. 2: non cerco assolutamente il litigio.
Ciao

kefos93

@ Viano di Vagli & C.
Utili citazioni:

“Tu credi in un libro in cui ci sono animali parlanti, maghi, streghe, demoni, bastoni che si trasformano in serpenti, cibo che cade dal cielo, tizi che camminano sull’acqua e ogni tipo di storie magiche, assurde e primitive, e mi vieni a dire che io sia quello che ha bisogno di aiuto?”

“ L’autentico concetto di peccato viene dalla Bibbia. Il cristianesimo offre la soluzione a un problema che esso stesso ha creato! Saresti riconoscente verso una persona che ti ferisce con un coltello per poterti vendere una fasciatura? “
Dan Barker
(1949) Scrittore e musicista statunitense, laureato in Teologia, ateo dal 1984 (Wikipedia )

La Teologia
è la scienza che si occupa di cose incomprensibili, di ciò che non può essere percepito dai sensi. I teologi dopo averci infestati per anni di studi, conferenze, dibattiti, elucubrazioni, centinaia di migliaia di scritti. sono finalmente giunti alla conclusione che “Dio è Puro Spirito”.
Se lo domandi ai selvaggi dell’Amazzonia recentemente scoperti ( gli Uomini Rossi) lingua permettendo, ti risponderanno allo stesso modo “Dio è Puro Spirito”.
Pertanto sono del parere che i “Teologi” debbano essere declassati e le Università Teologiche destinate ad altri scopi.
(Kefos93)

Aribye.

Viano di Vagli

Kefos: te e Don Bachi siete riusciti ad eliminare Dio coi vostri ragionamenti. Bravissimi! Non capisco come mai Lui, nonostante le vostre argomentazioni, continui ad esistere! Deve essere proprio molto ostinato!

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