Pulsano (TA): selezione religiosa dei vigili urbani?

Sul sito ufficiale del Comune di Pulsano (TA) è stato pubblicato un bando per l’assunzione a tempo pieno e indeterminato di  2 agenti di polizia municipale. Ai candidati è richiesto esplicitamente di indicare l'”eventuale religione di appartenenza, diversa da quella cattolica, riconosciuta dallo Stato con l’indicazione delle giornate riconosciute come festività religiose”.
Le Intese sottoscritte da alcune confessioni con lo Stato prevedeono che i fedeli possano restare a casa, a certe condizioni, quando cadono alcune loro festività: ad esempio, l’intesa con le comunità ebraiche prevede che “gli ebrei dipendenti dallo Stato, da enti pubblici o da privati o che esercitano attività autonoma o commerciale, i militari e coloro che siano assegnati al servizio civile sostitutivo, hanno diritto di fruire, su loro richiesta, del riposo sabbatico come riposo settimanale. Tale diritto è esercitato nel quadro della flessibilità dell’organizzazione del lavoro. In ogni altro caso le ore lavorative non prestate il sabato sono recuperate la domenica o in altri giorni lavorativi senza diritto ad alcun compenso straordinario. Restano comunque salve le imprescindibili esigenze dei servizi essenziali previsti dall’ordinamento giuridico. […] Alle seguenti festività religiose ebraiche si applicano le disposizioni relative al riposo sabbatico: a) Capodanno (Rosh Hashanà), primo e secondo giorno; b) Vigilia e digiuno di espiazione (Kippur); c) Festa delle Capanne (Succoth), primo, secondo, settimo e ottavo giorno; d) Festa della Legge (Simhat Torà); e) Pasqua (Pesach), vigilia, primo e secondo giorno, settimo e ottavo giorno; f) Pentecoste (Shavuoth), primo e secondo giorno; g) Digiuno del 9 di Av.”
Si sa che tale previsione crea qualche problema sui luoghi di lavoro e negli uffici del personale. Se portarne a conoscenza il proprio datore di lavoro al momento dell’assuzione è doveroso, una richiesta formulata dal datore di lavoro prima dell’assunzione lo è forse un po’ meno, perché potrebbe costituire violazione della privacy, o dell’art. 3 della Costituzione. La formulazione usata dal Comune è peraltro l’ennesima presa d’atto della piramidale realtà giuridica italiana: i fedeli cattolici hanno il diritto di stare a casa quando vuole la loro Chiesa, i fedeli di confessioni sottoscrittrici di Intesa hanno anch’essi tale diritto, ma solo a certe condizioni: i fedeli di confessioni non sottoscrittrici di Intese, gli atei e gli agnostici sono costretti a restare a casa nelle date in cui festeggiano i cattolici.

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30 commenti

Sandro

Io mi occupo di gestione del personale e all’atto dell’assunzione del dipendente, siamo soliti consegnare ai lavoratori l’informativa della privacy… che tutti firmano, senza nemmeno preoccuparsi di verificare tutta la pappardella (3 pagine a caratteri Times NR 11).
La consulente del lavoro del mio studio mi ha precisato che quando in quel modello si parla di religione, ci si riferisce proprio all’eventualità per il lavoratore, qualora aderisca a religioni diversa da quella cattolica, di richiedere di usufruire di giorni di festa diversi da quelli “classici”. Cosa intendiamo per “classici”? La maggior parte dei contratti (Commercio, metalmeccanici)… se non addirittura tuttii contratti, stabilisce che le giornate di festa, oltre a quelle nazionali, sono soprattutto religiose (Epifania, Natale, Lunedì dell’Angelo, ecc.).
Se fossi musulmano, non me ne fregherebbe di lavorare a Natale, ma mi scoccerebbe lavorare alla fine del Ramadan; quindi il modulo che viene richiesto dal comune non mi sembra vada interpretato come qualcosa di negativo, con riferimento alla violazione della privacy; anzi è un passo avanti verso una non confessionalità del nostro paese.
Per contro bisogna però riconoscere che gli atei e gli agnostici (che se ne fregano dell’Immacolata Concezione, dell’Epifania, ecc.) sono costretti ad adeguarsi.
Egoisticamente concludo che se ognuno specificasse le proprie festività, il mio lavoro diventerebbe ancora più complesso… per cui in questo caso rinuncio a questioni di principio sulla laicità.

mac

@ Sandro
nn è una questione di ‘subire’ le festività cattoliche (da parte di atei e agnostici) nè questione di poter festeggiare le giornate sacre per altri culti (e allora chi subisce è il datore di lavoro).
io credo semplicemente che, se lavori, ti adegui allo statuto della società, che ti paga tutti i mesi. perchè confondere sempre l’ultraterreno con la vita concreta? il giorno che allah o chi per lui mi manterrà tra multe, bollette e mutuo e sigarette, quel giorno dichiarerò che il sabato devo restare a casa per onorare chi, a propria volta, onora i miei debiti.

ps: nn lavoro da mesi. hai mica qlcs di interessante da propormi?

Viano di Vagli

Due commenti intelligenti che non si prestano a battute. Continuate così e me ne torno all’ altro mondo.

Gibson85

io devo dire mi adatto tranquillamente alle festività “imposte” da certe tradizioni…ma capisco in linea di principio non è corretto nei confronti di chi ha altre credenze religiose, anche, se non soprattutto, non riconosciute. Dal mio putno di vista la cosa migliore è di conteggiare il numero di festività religiose che attualmente vi sono in Italia, e far si che ognuno se le possa scegliere in modo opportuno(opportuno=non approfittando della cosa, 10 giorni consecutivi di festività non sono ovviamente accettabili). Dal mio punto di vista la decisione delle festività va fatta una sola volta all’inizio del contratto: le date rimarrano semrpe quelle fino a cambiamento di contratto. In questo modo non ci si può approfittare della cosa per scegliersi annualmente i giorni migliori. Questa cosa gioverebbe anche al servizio pubblico che potrebbe lavorare, anche se in maniera ridotta, in gironi che normalmente sarebbero festivi.

Oltretutto questo non dovrebbe creare problemi alle così dette “radici cristiane”..o sbaglio?

Sandro

@mac
Se cerchi lavoro, iscriviti ad un corso sulla gestione del personale, che è un settore in cui cercano in continuazione.
In riferimento alla questione “più seria”: non è lo statuto della società che stabilisce quali sono le feste. È il CCNL (Contratto colletivo nazionale del lavoro) del settore di inquadramento che stabilisce quali sono le feste (e conseguente in quali di queste feste, se lavori, hai diritto ad un’eventuale maggiorazione per “lavoro festivo”).
Non mi fraintendere: per quanto mi riguarda, il fatto di parificare le festività per tutti gli italiani è una cosa che gradisco in quanto (ripeto: egoisticamente) mi agevola nel lavoro ma, a essere pignoli, non è un criterio laico.
Il lavoratore ha diritto a stare a casa in dati giorni di festa che vengono elencati nel suddetto CCNL. La maggior parte (finora tutti quelli che ho visto) fanno riferimento a festività nazionali (e fin qui vabene, dato che siamo in Italia) e religiose. Quelle religiose sono tutte legate al cristianesimo (o più probabilmente al cattolicesimo). Se lo stato non è cattolico, ma laico (almeno in teoria) perchè bisogna obbligare a consumare le ferie quando non si vuole? Per questo motivo chi volesse starsene a casa in altri giorni, può presentare richiesta proprio specificando un altro credo religioso, ecc. Non ci vedo nulla di male. Gli atei/agnostici si adeguano da sempre e non ho mai sentito nessuno lamentarsi di questo (nè tantomeno musulmani chiedere di lavorare a Natale in cambio di potersi assentare in feste della loro religione). Se dovessi proporre un criterio “laico”, abolirei le festività religiose e le sostituirei con un identico numero di giornate di ferie. Risultato: sei cattolico? Prenditi le ferie al 25 e al 26 di dicembre, ecc.
Ripeto: a me non pesa questa cosa, per cui mi accontento della normativa attuale.

mac

@ Sandro
sì, scusami, CCNL, statuto.. sai faccio fatica, sono a casa da mesi e manco ricordo più cosa sia un contratto..

per la notizia.. io mi beccavo uno degli ultimi colleghi che, al ven pom, era in terra a pregare in uff.. la prima volta pensavo stesse male e stavo chiamando l’ambulanza…
a me nn pare molto giusto. però il mio sogno utopico è un mondo senza dei, quindi…

ps: da dove digiti?

Alessandro S.

Sandro scrive:
24 Giugno 2009 alle 20:59

Se cerchi lavoro, iscriviti ad un corso sulla gestione del personale, che è un settore in cui cercano in continuazione.

Già, il lavoro che va per la maggiore oggi è quello di chi seleziona i lavoratori da licenziare…Opps, scusate, volevo ovviamente scrivere: che aiuta l’azienda a ristrutturarsi per mantenere un profilo competitivo mantenendo una produttività in linea con l’attuale volume di scambi commerciali senza rinunciare alla qualità e alla varietà dell’offerta porta sul mercato in vista della prossima ripresa del settore.

béal feirste

La selezione religiosa andrebbe bene per i nonni vigili, quelli che aiutano i bambini ad attraversare la strada fuori da scuola.
Ovviamente andrebbe bene per gli assunti, non per i bambini.
Che amarezza!

ONESTO PRESUNTUOSO

-“Le Intese sottoscritte da alcune confessioni con lo Stato prevedeono che i fedeli possano restare a casa, a certe condizioni, quando cadono alcune loro festività:”

Se i fedeli hanno delle festività irrinunciabili dovrebbero prendersi un giorno di ferie a loro spese.

Finiti i “sacrosanti” giorni di ferie a cui ogni lavoratore ha diritto, le assenze sul lavoro sono ingiustificate e, quindi, legittima causa di licenziamento.

Claudio B.

Vista la situazione a me sembra sacrosanto che il comune prima di assumere una persona voglia sapere la sua effettiva disponibilità lavorativa nei vari giorni della settimana…

ethan

non c’è niente da fare : quanti problemi e divisioni causa la religione.

Sandro

@Alessandro S.
Per “Gestione del personale” non intendo tanto quello che fa selezione del personale con mansioni così… diciamo “antipatiche” come quelle a cui fai riferimento.
Intendo soprattutto mansioni tecniche di chi viene spesso volgarmente definito “commercialista”. Se preferisci chiamalo “consulente del lavoro” (vedi wkipedia). In poche parole si tratta di chi fa le buste paga, si occupa dell’amministrazione del personale in generale (denunce burocratiche, assunzioni/licenziamenti… intesi a livello operativo, non di scelta “tu fuori, lui dentro”).

@mac
digito da varese (mica ci banneranno perchè trasformiamo la zona commenti in una sorta di chat? XD )
Lo statuto è una scrittura interna all’azienda, quindi diciamo personalizzata.
Il CCNL è invece un contratto stipulato tra due contraenti (sindacati e associazioni di categoria) in cui vengono stipulate le normative di lavoro in base al settore.
Scusa se faccio la maestrina, ma mi preme sottolineare la differenza tra cosa impone l’azienda e cosa impone il sistema (al quale l’azienda si deve adeguare).

Quanto alla questione del venerdì pomeriggio, me ne sono capitate di più gravi.
Per esempio un’azienda cliente (attività di gommista) mi ha segnato che un dipendente durante il ramadan si rifiutava di svolgere compiti faticosi (che però rientravano nelle sue mansioni) poichè, essendo a digiuno, non ne era in grado. Questo è sicuramente uno dei casi in cui la religione si intromette dove non deve, creando disagi e -soprattutto- col rischio di creare seri danni (se si fosse trattato di un muratore, su un ponteggio, fosse caduto e ci fosse rimasto secco, il datore di lavoro sarebbe finito nelle grane senza avere colpa).
Se uno vuole pregare Allah, durante… o meglio, anzichè fare la pausa caffè, fatti suoi.
Se uno vuole pregare Allah, anzichè svolgere il suo lavoro, le cose cambiano.

pacamanca

Mio marito ha una carrozzeria e ha sempre lavorato con marocchini. Nessuno di loro ha mai avuto problemi a lavorare a Natale, Pasqua ecc.

Io particolarmente trovo tutte queste feste religiose una grandissima cavolata. Sono brasiliana e anche in Brasile c’è una quantità di giorni festivi assolutamente ridicola. Oggi lavoro da casa e non mi può fregar di meno se dovessi lavorare a Natale o no, ma anche quando ero dipendente avrei preferito di gran lunga lavorare nei giorni di festa, molto più tranquilli, pur di avere qualche giorno libero durante l’anno per fare i cavoli miei o magari farmi un finesettimana da tre giorni a Barcellona o Londra (voli diretti con zio Ryan da Perugia, yay!). E invece no. Ah well.

Comunque sono d’accordo con Onesto Presuntuoso (i cui commenti, tra l’altro, mi piacciono sempre): vuoi non lavorare un giorno perché credi a uno che è nato da una vergine ecc ecc? Fai pure, ma a spese tue. Non so se qualcuno ha mai calcolato quanti soldi si perdono al mondo ogni anno per conto di queste festività idiote, ma immagino che sia qualcosa di intergalattico.

Papa Mike

@ Sandro
Ti faccio i miei complimenti per l’intevento chiarificatore. Appoggio soprattutto le ultime tre righe del tuo post!

@ ONESTO PRESUNTUOSO

Concordo in pieno. Se uno a qualche festivita’ religiosa di cui non puo’ fare a meno, deve “SACRIFICARE” i suoi giorni di ferie e permessi.
Non dovrebbero essere neanche stipulati simili CCNL. Sulla base di quale principio, ai credenti vengono concesse certe particolari opportunita’ rispetto a chi non crede?! Uno stato laico fondato sul lavoro dovrebbe sbattersene altamente delle esigenze festive dei vari credi, e sette religiose.

A me francamente mi fa schifo il solo fatto di dover dichiarare in cosa credo per accedere ad un concorso statale o simile. Allo stato, dal punto di vista lavorativo, non dovrebbe fregargliene di meno.
Distinti saluti a tutti

mac

@ Sandro
grazie per le delucidazini. un tempo ‘ste cose lo sapevo, ma poi mi sono ritirata a vita privatissima e nn ricordo manco la differenza tra capo e subalterno..

Sandro

Noto che molti tra i commentatori specificano che non gliene fregherebbe alcunchè di lavorare durante una festività religiosa. La cosa è comprensibile dato che si tratta di persone che ragionano in un’ottica laica, ma immagino soprattutto da non credente.
Bisogna però riconoscere che per un credente assiduo è ovvio, se non addirittura “obbligatorio” (vedi terzo comandamento per i cristiani) santificare le feste… e quindi stare a casa dal lavoro.

@PapaMike
Grazie, lieto che ti abbiano chiarito la questione.

anna

i credenti che conosco io santificano la domenica con grandi abbuffate… non fatemi ridere! quanti lavoratori credete che vadano a messa la domenica? a messa ci vanno quasi esclusivamente persone che non hanno bisogno di festività, cioè pensionate/i e casalinghe/i!!!!

la mia proposta è che non si lavori nè il venerdi, nè il sabato nè la domenica, così facciamo felici tutte le religioni monoteiste e pure i fannulloni atei come me!

grande stupidaggine richiedere, in sede di domanda di ammissione al concorso, un’informazione che ha senso chiedere solo dopo l’assunzione. ma c’è una soluzione: non rispondere. tanto si parla di religione “eventuale”.

Rothko61

Nei bandi di concorso dovrebbe essere previsto un punteggio incrementale per gli atei poiché sono vantaggiosi per la Pubblica Amministrazione: non dovendo rispettare festività religiose, sono più facilmente impiegaili! 😉

Chiericoperduto

Tra feste religiose nazionali e patrono locale, ho contato 8 giorni di festività.
Quindi se non vado errato, oltre alle domeniche, alle feste laiche (25 aprile, 1° maggio..) ed ai 30 giorni di ferie spettanti, il diversamente credente (così dicono i cattolici dei fedeli di altri culti) pare abbia diritto a disporre di questi 8 giorni per le proprie festività.
Credo che se un’ateo trascinasse questa questione in tribunale, magari fino alla Corte Costituzionale, non vedrebbe attribuirsi gli 8 giorni di ferie da disporre come vuole, anche disconoscendo ovviamente le festività religiose classiche come fisse.
Il perchè è presto detto. Prima ci vorrebbe una legge che togliesse l’imposizione della festività fissa, senza se e senza ma, mentre adesso è subordinata al cambio con un’altra festività religiosa.
Infatti con l’imposizione fissa del natale e della domenica resterebbe un problema: se io ateo vado in ufficio per natale e sono solo chi mi controlla se lavoro?

Sandro

@Chiericoperduto
Curioso quesito. Ipotizzerei che nel caso in cui i dipendenti e il datore di lavoro siano d’accordo sulla “questione della laicità” potrebbe essere stabilito tramite accordo individuale/aziendale (magari sottoscritto da un sindacato) un calendario che preveda festività differenti da quelle previste dal CCNL (ricordiamo a chi non lo sapesse, che il contratto nazionale è la base minima, se uno volesse ricorrere a clausole differenti, è possibile ma solo se migliorative). Ovviamente il discorso è (forse) fattibile nel settore privato, quanto impossibile nel pubblico.
Il fatto di convertire le festività in ore di permesso/ferie non sarebbe una novità. Esistono infatti 32 ore di permesso (chiamate ex-festività o festività soppresse o festività abolite) che sostituiscono delle festività religiose (San Giuseppe, il Corpus Domini, l’Ascensione e San Pietro/Paolo) durante le quali si lavora regolarmente.
Il problema di sostituire ferie a festività limiterebbe una cosa: la maggiorazione del lavoro festivo. A me frega poco, dato che fortunatamente non lavoro quasi mai durante i festivi. A chi lavora in bar/ristoranti/come guardia/ecc. con una certa frequenza probabilmente non sarebbe d’accordo.

Sandro

@Chiericoperduto
Mi rendo conto ora che ho risposto solo in parte alla tua domanda (forse retorica).
Davo per scontato che un dipendente, non venga per forza sempre controllato dal titolare o da un altro superiore, altrimenti quest’ultimo non si potrà mai assentare durante l’anno senza chiudere l’attività. Dal mio punto di vista io assumerei un dipendente, anche per potermi assentare ma mantenere aperto l’ufficio/negozio/ecc.
Ovviamente il discorso cambia in base al settore.

Salvatore

il problema è il fatto che venga chiesto PRIMA di assumerti… mentre dovrebbe essere chiesto dopo che sei stato assunto…

Ivo Mezzena

@ Viano

ovviamente voi cattolici avete sempre ragione su tutti!

Tornando al tema del post, è chiaro che la domanda sulla religione fatta prima dell’assunzione può essere anche una forte discriminante nella selezione, oltre a violare la legge sulla privacy. Ma come al solito molti cattolici danno per scontato che non essere cattolici è un difetto.

Jan Hus

Rirpristiniamo i 250 giorni all’anno di festività pagane dell’antica Grecia, e non s ene parli più.
Oggi il mio sarchiapone ha divorato un pecora intera!

bright77

Io ritengo che la richiesta fatta in precedenza significhi:
Poche beghe non abbiamo tempo per le vostre particolari religioni o cristiani o nulla.In stati diversamente credenti e non credenti debbono essere le religioni a conformarsi allo stato e non viceversa.Naturalmente nel belpaese dei gamberi gli atei che sono quelli che meno problemi danno da questo punto di vista sono i piu’ disciminati.

Bruno

“il problema è il fatto che venga chiesto PRIMA di assumerti… mentre dovrebbe essere chiesto dopo che sei stato assunto…”
esatto: se esistesse la mobilità delle festività, una volta assunto ci si mette d’accordo su quali festività vuoi, e allora andrebbe chiesto DOPO. Ma la mobilità delle festività non esiste, quindi è una domanda che non va fatta, punto.

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