Un gruppo di cittadini vercellesi ha dato vita a una petizione online per esporre la lapide dedicata a fra’ Dolcino, collocata nel 1907, poi rimossa dal fascismo e ritrovata nel 1987. La petizione chiede:
“1. che l’Amministrazione comunale rispetti la volontà dei tanti Vercellesi, degli intellettuali e molti cittadini italiani, che ottennero nell’anno 2000 di collocare la lapide lungo lo scalone del Municipio.
2. che la Giunta ed il Consiglio comunale di Vercelli deliberino lo spostamento della lapide di Fra Dolcino dalla sede di Santa Chiara all’interno del Municipio di Vercelli lungo lo scalone di ingresso, in una posizione che ne assicuri una grande visibilità ai cittadini”.
Una petizione online per fra’ Dolcino
30 commenti
Commenti chiusi.
dite che qualche ecclesiastico NON si opporra’?
e che qualche autorita’ civile NON gli dara’ retta?
ottimo il ritorno dell’eresia..intanto dato il mio voto su abolizione concordato,ovviamente per mantenerlo ed amplificarlo… 😉
Penitenziagite!
anche su questa votato chiaramente ..no a fra dolcino 😉
bene così.
è un bene, sia per gli intellettuali che per rispetto al movimento operaio, che fra l’ottocento ed i primi novecento se la passava male ma nonostante i sacrifici quasi eroici, nonostante orari di lavoro lunghissimi, si è tassato per quel monumento del 1907
Il movimento operaio dimostra di essere stato intellettuale e conoscere il valore dell’informazione veritiera, e il danno della censura storica.
Onore al movimento operaio antico, alla sua intelligenza ed onestà intellettuale
quoto all the gods anke oggi veramente lo dico con piena onestà,lo so cosa erano le lotte delle cooperative sociali agrarie,il problema delle mondine ecc
complimenti all gods…guarda stavo uscendo di casa sono ritornat ho letto commento..
ciao all gods!
La lapide e un filamato di Dario Fo sul frate:
http://blog.societafutura.com/post/1207094406/Perch%C3%A8+nascondere+Fra+Dolcino
Grazie a tutti per il sostegno all’iniziativa. Questa battaglia è stata presentata come “inutile” ed imbarazzante dalla classe politica e da una larga fetta della cultura e dell’informazione vercellese. Noi, invece, crediamo che sia un punto di partenza importante per riaffermare l’importanza della laicità dello Stato e per porre un primo stop all’ingerenza della gerarchia ecclesistica sulle scelte culturali e politiche della società (almeno a Vercelli). Non è, quindi, una battaglia né di destra né di sinistra (anche se proprio la sinistra dovrebbe essere caratterizzata da queste pulsioni), ma di civiltà. Molti di noi non sono cattolici (alcuni sono iscritti UAAR), molti altri sì, ma su questo tema siamo assolutamente in sintonia.
La buona notizia è che noi non molliamo.
Un abbraccio.
Società Futura
“lapide dedicata a fra’ Dolcino, collocata nel 1907, poi rimossa dal fascismo e ritrovata nel 1987”
Toh, guarda, non si smette mai di imparare nella vita. Questa la dedichiamo a tutti quelli che si ostinano a ritenere che non ci sono affinità tra il pensiero della chiesa e quello fascista.
….forse sono io iun po’ ignorante…ma che ha fatto esattamente fra Dolcino? Perchè per la popolazione del paese è così importante?
povero Dolcino…costretto a guardare la sua sposa Margherita scorticata viva e poi arsa sul rogo fu poi a sua volta castrato e bruciato vivo.
Un’altra delle vittime di quei mostri. Il Vaticancro è ancora pieno dei vari Bernardo Gui & C. Oggi più che mai.
Giustizia per Fra Dolcino anche a distanza di millenni !!! 👿 Perchè l’UAAR non si attiva perchè sorga un monumento a questa vittima della medusa vaticancra in Piemonte?
x takeshi
dovessimo costruire un monumento per ogli vittima dell’arroganza dei gonnelloni non basterebbe l’intera superfice del nostro paese, pensa ai milioni di eretici e streghe fatte fuori in 500 anni di inquisizione o anche solamente alle centinaia di filosofi e scenziati zittiti con la minaccia della morte o arrostiti sul rogo (come Giordano Bruno e molti altri).
Il monumento esiste già. Si tratta del cippo di Fra Dolcino e si trova presso la bocchetta di Margosio, sulla Panoramica Zegna, a 20 minuti da Trivero. Potete trovare notizie su http://fradolcino.interfree.it/. Ogni anno, a settembre, commemorazione presso il cippo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Dolcino_da_Novara
Penso che la chiesa si opporrà, in quanto tiene per se le sue malefatte, frà Dolcino fu messo al rogo per eresia, tra le altre cose il suo ordine si rifiutava di obbedire ai Papi e di praticare il celibato forzato, e sì il suo ordine era avanti coi tempi.
@ Stefano
Hai ragione. Intanto però loro continuano a segnare il territorio come fanno i lupi, disseminandolo dei loro edifici inquietanti. A livello psicologico la presenza delle chiese, alcune delle quali anche obbrobri architettonici, serve per ricordare, materialmente, che LORO sono dappertutto. Chi non ha strumenti critici continua a subire bombardamenti subliminali da ogni fronte. L’inquinamento visivo prodotto dalle chiese è paradossalmente invisibile. Siamo inesorabilmente avvolti dal loro brutto spettacolo tanto dall’averlo interiorizzato. I monumenti a tutti gli eretici e vittime di santa 😡 romana chiesa, come quello di Giordano Bruno a Roma, servirebbero comunque a mettere una pulce nell’orecchio di qualche distratto di buona volontà. 👿
A rileggere rapidamente la storia vengono i brividi… i roghi, le torture, le crociate organizzate promettendo la rimessione dei peccati…
Incredibile come nessuno oggi ricordi lo schifo che la chiesa per il 95% della sua storia è stata…
@brunaccio contraccambio i saluti
anch’io come te ho votato
Gibson85: il mio pc è assatanato e non trasmette. Ci riprovo:nel 1300 Dolcino raccoglie attorno a sé i superstiti del movimento apostolico di Gerardo Segarelli, mantenendone la matrice pauperistica ma imprimendogli nuova vita mediante l’esegesi profetica e “politica” delle Scritture, mediante la rivendicazione al proprio ordine della vera vita evangelica e della chiesa di Cristo e degli apostoli, santa, povera, umile e casta, mediante l’appello corale ai fedeli, per mezzo di vere e proprie encicliche, mediante l’appello ad entrare a far parte della congregazione apostolica, non necessitante di alcun vincolo esteriore “set cum interiori tantum”; invito rivolto a chiunque, uomo o donna, povero o ricco, laico o religioso, colto o ignorante, fosse in grado di distinguere il bene dal male. Il successo è notevole, numerose le adesioni, preoccupate le autorità anche perché, più o meno coscientemente, D viene a trovarsi invischiato nelle lotte politiche del momento. D però acquista la fama che ancor oggi perdura (all’epoca ne parlò anche Dante) quando, braccato da inquisizione, milizie vescovili e armate di parte guelfa, si rifugia con i suoi sui monti valsesiani prima e su quelli vercellesi poi: è il primo caso (quello del catarismo occitanico è troppo politico e regionalistico per poter essere usato come confronto) di un eretico che non si arrende, che si difende, resiste, combatte, attacca. Gelo e penuria di cibo avranno la meglio: catturato (ad opera di Raniero Avogadro, vescovo di Vercelli…), D verrà atrocemente suppliziato e messo al rogo a Vercelli il primo giugno del 1307. Ma il ricordo perdurerà nelle memorie locali; ricordo sempre più sfalsato, tanto che, a partire dal XVIII secolo, D sarà per i polemisti cattolici antigiacobini il perfido eresiarca summa d’ogni nefandezza e, di contro, da anarchici, socialisti, comunisti, verrà fatto assurgere ad antesignano delle lotte contadine e proletarie e a vessillifero libertario contro ogni forma d’ingerenza e sopruso religioso. Ho firmato tra i primi la petizione perché la lapide del 1907 è di per sé documento storico.
Io ho firmato e ho lasciato un commento perchè sono per chiunque lotta contro le ingiustizie e il clero che considero spacciatori di ignoranza.
x all gods
😉
ero sicuro! pace amico.
anche nel nome della rosa c’è la sequenza del rogo dei seguaci di fra dolcino
la povertà evangelica dava un po’ fastidio alla chiesa dell’epoca
chissà a quella di oggi?
ma il frate vorrà? umh non so
@Stefano B
anch’io leggendo la notizia ho ripensato al romanzo di Eco, e alle pagine che ha dedicato
proprio a fra Dolcino.
devo dire anzi che non conoscevo la sua vicenda prima di leggere il romanzo,
chissa’ perche’ i personaggi “scomodi ” compaiono poco sui libri di storia..
Il nome della rosa è un gran bel romanzo ma l’episodio dolciniano inseritovi risente di stereotipi obsoleti. Tuttavia gran merito a Eco per aver fatto conoscere Dolcino e altri aspetti del medievo visto che non sempre ci riescono i testi scolastici.
fra dolcino? e che nome è?
non mi fido piu’ dei nomi dei frati da quando un mio amico mi presentò un frate che stava ospite in casa sua e mi disse “ti presento fra carmelo!” e subito dopo aggiunse “erotico!” io pensavo fosse una battuta e mentre stringevo la mano dissi “ah, hai capito fra carmelo!…” con un sorrisetto malizioso e il mio amico disse “no, no, si chiama proprio fra carmelo erotico!”
🙁
Francamente non mi piacerebbe vivere nella società che immaginava Dolcino, esattamente come non mi piacerebbe vivere nella società che volle imporre Savonarola (la cui statua campeggia di fianco al Castello Estense a Ferrara, mia città di origine e dove torno sempre volentieri).
x stefano bottoni
nemmeno a me guarda..ma allora era così i ribelli erano gli eretici tanto la storia si contestualizza..è come una memoria storica la vedo,tra l’altro poi lgata alle lotte opraie,il problema è che non torni ora una società simile forse…