Italia Nostra Grosseto dà notizia che, in occasione del 160enario del passaggio di Giuseppe Garibaldi in Maremma, sarà inaugurato il percorso trekking da San Dalmazio a Cala Martina, denominato La trafuga di Garibaldi. Si tratta di un cammino in 4 tappe, con partenza da San Dalmazio (PI) il 30 agosto e arrivo il 2 settembre a Cala Martina (GR). Il cammino di Garibaldi, organizzato dal circolo culturale “Il Risveglio di Cala Martina”, l’associazione “L’Incontro” e da Italia Nostra Grosseto, è presentato come una sorta di “pellegrinaggio laico”, in quanto Garibaldi fuggiva dalla caduta della Repubblica romana, dove il popolo aveva scacciato Pio IX.
“La Trafuga di Garibaldi”: un “pellegrinaggio laico”
49 commenti
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Il credente – in modo più sottile e camuffato anche a se stesso se persona meditativa e in modo più esplicito se diretto nel manifestare le sue esisgenze – a mio perere è sostanzialmente un superstizioso. E siccome la maggior parte dei credenti nostrani appartiene al secondo tipo di supertiziosi, ha un bisogno vitale, in qualsiasi luogo si trovi, di entrare in contatto diretto – almeno visivo, attraverso immagini, non potendolo avere diversamente – con l’oggetto del suo culto, che altrimenti si dissolverebbe nel nulla perdendo tutto il suo potere taumaturgico.
La controrifrma, proprio perché la riforma puntava di più sull’interiorità, aveva capito benissimo tutto questo e ha cercato in tutti i modi di visualizzare il sacro (incrementando e promuovendo tra l’altro – per fortuna, quando la committenza incontrava un vero artista, con esiti che andranno ben al di là delle sue intenzioni – l’arte barocca). E il nostro popolo è ancora figlio della controriforma più di quanto si possa pensare.
E questo vale anche per i “pellegrinaggi” di ogni tipo
Bingo! Il don ha una risposta pretesca per tutto.
Non può sopportare l’uso di parole come in questo caso pellegrinaggio se non hanno un risvolto fideistico.
Pertanto, simo TUTTI in qualche modo “credenti”, siamo TUTTI figli della Controriforma e via delirando.
La differenza, caro don, sarà che chi farà questo cammino lo farà in ricordo di fatti e persone realmente esistite e non per chiedere aiuti e ricompense a enti immaginari e sempre incerti sul da farsi, come di solito accade nei vosti “pellegrinaggi.
@ don alberto
l’ha detto lei che il credente e’ supertizioso!!
Caro don alberto quando copi i incolli gli scritti di qualcuno sarebbe buona educazione citare chi lo ha scritto e POI aggiungere il TUO commento ……bruno gualerzi h 16.22 circa in un altro post altrimenti è uno scherzo da prete o una presa in giro
senza rancore, ma per amor di verita
salam aleikum
SONO ANNI CHE PORTO FIORI ALLA TARGA DEL GRANDE GIUSEPPE ,DICO GARIBALDI NON QUELLO PUTATIVO E CONTENTO,…… E LI STAPPIAMO E BEVIAMO IN ONORE SUO E DI ANITA….VERI LAICI CHE LOTTAVANO PER UN ITALIA GIUSTA E LIBERA DAL CANCRO DEL VATICANO VERO MALE DEL PAESE.
bella iniziativa (e mi piace ancora di più perchè un mio bis bis nonno è stato garibaldino!!!)
@ don Alberto
La camminata sarà su un percorso trekking. Spero che lei non ci critichi se non lo facciamo tutto in ginocchio.
Il commento di bruno gualerzi a cui mi riferivo sopra è nella notizia della spagna e l’ ora è proprio 16.22
ah birbantello di un don alberto…….
ciao
Se i Francesi non avessero fermato Garibaldi a monterotondo nel 1876, caro Don Alberto, e fosse entrato lui a Roma e non quel rammollito del Re tre anni dopo……………………….
pure i “pagani” cioe don alby facevano pellegrinaggi vedesi templi di ascelapio …e il post cristianesimo a scambiare la “la chiesa” per “il tempio”don alby……grrrrrrr come oggetto di culto
Il fatto che certe iniziative laiche ricalchino pratiche religiose non riscatta certo queste ultime. Naturalmente dipende dallo spirito con cui si fanno. Per esempio Odifreddi è andato a piedi fino a Santiago di Compostella in uno dei più classici pellegrinaggi cristiani medioevali… ma non mi risulta sia tornato credente.
per Stefano Grassino:
piccola correzione, la battaglia di Monterotondo è del 1866, non del 1876.
@ Luigi N.
Si, grazie della correzione. Sai com’è, la concitazione nel dare certe risposte ai cattotroll……….
un paio di aforismi di Garibaldi:
“ogni conquista della scienza è la morte di un errore dogmatico di cui la chiesa tutta dobbiamo ringraziare, dal triste editto di Milano a quel mortale nemico della razza umana che risponde al nome di Torquemada”
“il papa è un metro cubo di…” (nn posso citare la parola)
mio nonno candava na’ canzone….
Garibaldi si lamenda,
Che son pochi, i soldati,
Bisogna prendere preti e frati,
E portarli a guerreggia!!!!
Vorrei che don Alberto mi segnalasse un sito in antitesi al nostro dove poter andare a fare un pó di contradditorio e vedere come porgono l’altra guancia.
E’ mia impressione o il commento del don è pieno di piccoli cripto-lapsus freudiani…?
Anch’io ho fatto, da ateo, il camino de Santiago de Compostela e conosco diversi di atei che l’hanno fatto. Nessuno è tornato convertito. E’ una bella passeggiata culturale (che consiglio) e niente di più.
Adesso stò studiando un’altra passeggiata culturale (appena vado in pensione) dalla Sacra di S. Michele (Val Susa) fino ad arrivare a Stonehenge per il solstizio d’estate. Per attraversare la Manica a piedi mi stò allenando e credo proprio che non tornerò a casa Druido!
@ Dalila e altri
Avevo deciso da tempo di non dare spazio a certi personaggi, i quali però evidentemente se lo prendono lo stesso… ma cominciano ad essere un pò troppi i malintesi per cui non posso far finta di niente.
Come qualcuno ha ricordato, il presunto commento del don altro non è che un trascrizione pari pari di un mio intervento delle 16.22 in un post dove si parlava di un’iniziativa di Zapatero e in cui scambiavo considerazioni con Grendene.
Leggendo a modo suo quanto scrivevo – dal momento che ricordavo per altro un’ovvietà, e cioè che bene o male siamo tutti figli della Controriforma – ha voluto con questo bollare come ‘controriformista’ anche questo ‘pellegrinaggio laico’, glissando naturalmente sulle sue finalità. Ed appropriandosi in questo modo anche dell’assunto di fondo del mio intervento, e cioè che tutti i credenti, sia pure in modo differenziato, sono superstiziosi, cercando così – almeno presumo, non trovando altra spiegazione – di dimostrare quanto sia libero lui nei giudizi!
Quindi, niente ‘lapsus freudiani’, ma furbesco/pretesco giocare a mescolare le carte per spiazzare noi poveri atei.
A questo punto, per quanto mi riguarda, rinnovo l’invito a non dare spago a questo signore, e riservarsi di dialogare con credenti – qualcuno c’è – disposti veramente a confrontarsi.
PS. Una piccola chance – per puro scrupolo – da concedere al don: forse dava per scontato che si conoscesse il mio intervento… ma il senso e lo scopo della sua operazione non cambiano.
GIGI,
buona la prima.
Ciao.
@ don
“non c’è differenza fra pellegrinaggio laico e religioso, sono tutti e 2 figli della superstione”.
Allora se porto un mazzo di fiori sulla tomba di Giovanni Falcone o Paolo Borsellino mi comporto allo stesso modo che se depositassi un mazzo di fiori davanti al santo sepolcro di gerusalemme?
peter,
non ne conosco, nè li ho mai cercati.
Cmq, temo che mi ci annoierei.
@ Enrico Mini
Posso dire altrettanto: nel maggio scorso io mi sono percorso a piedi i circa 800 Km che separano la frontiera franco-spagnola da Santiago de Compostela, da agnostico convinto quale sono, e non ho trovato alcuna ragione di (ri)convertirmi al cristianesimo: però è stata un’esperienza culturale, ginnica, naturalistica e di incontro fra persone che ho considerato preziosa e consigliabile.
Lo scambio e l’incontro è sempre possibile, pur partendo da convinzioni anche radicalmente diverse, in tutti i casi in cui nessuno pensa che le convinzioni proprie, valide per sè, possano essere imposte agli altri o costituiscano un motivo di superiorità sulle convinzioni altrui.
Nel primo intervento su questa Ultimissima don Alberto cita quanto ha scritto Bruno Gualerzi in altro thread sull’abolizione dei simboli religiosi negli spazi pubblici in Ispagna: giusto richiedergli l’indicazione della fonte, ma per il resto la sua provocazione è secondo me da raccogliere, e lo faccio volentieri.
C’è una differenza di fondo di grande sostanza, a mio avviso, che rende le parole di Bruno Gualerzi pertinenti nell’altro thread e im-pertinenti se citate da don Alberto qua sopra: questa differenza consiste nella natura del LUOGO simbolico prescelto.
Nel caso dei simboli religiosi esibiti nelle aree pubbliche, si pretende di imporre a tutti un simbolo che invece rappresenta la credenza solo di alcuni: la critica di un laico nei confronti di questo comportamento non è dunque nel fatto che si possa aver bisogno di simboli oppure nel significato che alcuni di noi attribuisce loro, bensì nel fatto che IO pretenda di IMPORRE il simbolo a me caro a TUTTI QUANTI utilizzando uno spazio che è DI TUTTI.
Ci opponiamo all’esposizione di crocifissi nelle scuole pubbliche o nei tribunali, ma se una persona intende “indossare” un crocifisso oppure esporlo in casa propria non abbiamo ovviamente niente in contrario.
Stesso discorso, purchè non se ne abusi oppure non si rendano inutilizzabili le aree pubbliche, nei confronti di processioni o manifestazioni religiose temporanee: poichè anche il diritto di manifestazione deve essere tutelato per tutti (ovviamente però anche per chi vuole fare trekking laico nella splendida Maremma!).
Non abbiamo dunque niente in contrario sul fatto che alcuni simboli o luoghi siano considerati simbolici: come a qualcuno può piacere il crocifisso, a me piace la bandiera della pace oppure il simbolo del punto interrogativo, che considero il vero motore del progresso umano; qualcuno può considerare altamente simbolico il santo sepolcro, personalmente penso alla breccia di Porta Pia oppure proprio il percorso di trekking indicato da questa Ultimissima; c’è chi festeggia la data di stiipula dei patti lateranensi, io preferisco il 20 settembre.
Ciò che è però fondamentale, al di là del bisogno di luoghi e simboli e della scelta personale che facciamo al loro riguardo, è non avere la pretesa di monopolizzare uno spazio pubblico (DI TUTTI) per l’esibizione di quelli che ci stanno più a cuore (I PROPRI!).
La differenza di fondo sta qui.
INFILTRATA
non mi pare di avere mai scritto quanto citi tra virgolette.
Era un innocuo “scherzo da prete” coma ha capito Gigi,
per sottilieare tutt’al più, che abbiamo tutti bisogno di “segni”,
e che essi non sono quindi, sempre e comunque, “superstizione”.
PS: quanto alla seconda domanda:
NO, a Gerusalemme non c’è nessuna salma
Cristo è risorto e vive.
MAURIZIO, ” simbolo del punto interrogativo, che considero il vero motore del progresso umano”
Concordo (anni fa misi un gigantesco punto interrogativo con citazione del Quelet, nel presepio parrocchiale).
Ma in che consiste quel simbolo?
Secondo me la presa del Lazio, tentata
invano da Garibaldi e poi riuscita il XX
settembre, si è risolta in un boomerang
contro l’Italia e la laicità.
Prima lo Stato Vaticano era estraneo
alla Nazione, con piazza S.Pietro a diverse
decine di chilometri dai confini del Paese.
Il patto lateranense doveva essere:
“Alla Chiesa il Lazio, e l’Italia agli Italiani.”.
Così il pontefice non aveva grandi scuse
per lamentarsi.
L'”oltraggio della breccia di Parta Pia” è
stata il pretesto con cui il papa ha richiesto,
quale riparazione, la distruzione dello Stato
laico e la consegna del Paese, da Varese a
Pantelleria.
@ don Alberto
Secondo Wikipedia:
“In greco antico, la funzione di contrassegnare una domanda, espressa oggi col punto interrogativo era demandata ad un punto e virgola “;”.
Nel corso dei secoli se ne perse l’utilizzo, e per tutta l’età antica non si utilizzarono segni particolari per esprimere l’intonazione interrogativa.
Il punto interrogativo vero e proprio nacque nel Medioevo, all’epoca dei monaci copisti: essi infatti solevano, per indicare le domande, scrivere alla fine delle frasi la sigla “qo”, che stava per “quaestio” (dal latino, domanda).
Per evitare di confondere questa sigla con altre, in seguito cominciarono a scrivere le due lettere che la componevano l’una sull’altra e a stilizzarle, mutando la Q in un ricciolo e la O in un punto e dando così vita al punto di domanda (?) come lo conosciamo.”
Il significato che ognuno di noi attribuisce invece a tale simbolo di interpunzione, se elevato da simbolo grammaticale a simbolo di un atteggiamento, è ovviamente variabile: io posso dire soltanoto il simbolo che gli attribuisco io.
Per me, è il simbolo del metodo che ritiene del tutto normale che ogni fatto, convinzione, opinione possa essere oggetto di confutazione e di discussione: questo, a mio avviso, non mina affatto la scelta o il consenso raggiunto su eventuali princìpi o dimostrazioni ma, anzi, li rafforza perchè li espone a collaudi e riconferme continue; oppure, nel caso che tali princìpi/dimostrazioni si rivelino a un certo punto inadeguati e perfettibili, ne permette l’adeguamento e il miglioramento.
E’ qualcosa di simile al metodo scientifico, ma per quanto mi riguarda ne trovo appropriata l’applicazione anche al campo umanistico e filosofico.
Grazie.
Avevo capito che esitesse proprio anche
una sua stilizzazione simbolica, una specie di logo.
@ alberto tadino
“bella iniziativa (e mi piace ancora di più perchè un mio bis bis nonno è stato garibaldino!!!)”
Complimenti Alberto! Questi si che sono antenati importanti e di cui vantarsi! Altro che i principi e i duchi di cui si vantano i nobili.
@ don
tra le virgolette non ho riportato un passaggio, ho solo inserito il riassunto di ciò che hai scritto.
Riguardo a gesù…così come tu sei liberissimo di pensare che sia risorto, io sono liberissima di pensare che sia ormai ridotto in polvere.
Io quando cammino all’aria aperta e sana dei monti (cosa che amo fare) lo interpreto come un meraviglioso pellegrinaggio per la mia salute. E la salute mi ringrazia facendomi produrre deliziose flatulenze liberatorie. Ecco il quesito differenziante: il pellegrinaggio laico non si fa problemi delle flatulenze, ma il pellegrinaggio nei “luoghi Sacri” può permettersi tale liberazione senza suscitare l’ira (o il diniego) dei numi, dei santi, dei beati ecc.? E come si fa a sapere se questi numi/santi/beati si indignano o meno per queste emissioni pellegrinanti?………..Per tornare al Giuseppone con la camicia rossa, sarebbe buona cosa che simili “pellegrinaggi” (buona idea) fossero accompagnati da un preciso studio divulgativo sulla realtà violenta e repressiva dello Stato pontificio e del grande esempio della Repubblica romana e della sua Costituzione laica (al di là di qualche contraddizione). Questo anche per ricordare che in Italia un po’ di rivoluzioni di popolo manu militari ci son state. E che servano anche per popolarizzare il fatto che il papocchio da Roma, dopotutto, lo si può anche far scappare, visto che nella storia è successo più volte. Son cose che a scuola non si studiano. (Sciarra Colonna ci dimostrò che lo si può anche schiaffeggiare)
Gli ‘scherzi da prete’ raramente sono innoqui. Soprattutto quando e definirli tali sono i preti stessi.
(Sì, lo so, sono battutine come questa che fanno la gioia del don, il cui repertorio è inesauribile. Per quanto mi riguarda, l’ho già esaurito)
Che notizia!
http://oneenergydream.blogspot.com/
@ Giovanni Bosticco
Personalmente, riconducendo i fatti risorgimentali a una chiave di lettura applicabile secondo i princìpi dell’epoca (che me li rende ben diversi rispetto a come sarebbero leggendoli in chiave odierna), non ci trovo niente di sorprendente nel fatto che il neonato Regno d’Italia rivendicasse un’unità territoriale grosso modo coincidente con l’idea di “Nazione” che ci si era fatta, all’epoca, intorno ai popoli della penisola: era del tutto ovvio che questo approccio non potesse fare a meno del Lazio, e di Roma come “città simbolo”, all’interno del territorio italiano.
In questo senso, trovo semmai più anacronistica la riattribuzione di un micro-territorio statale alla Chiesa Cattolica, avvenuta con i Patti Lateranensi.
Il problema dello Stato di Città del Vaticano (o Pontificio, se si fosse ancora trattato di tutto il Lazio) è secondo me più apparente che altro: perchè una religione, per essere amministratata ed esercitata, ha semplicemente bisogno dell’esistenza di stati dove vige la libertà religiosa (lo dimostrano molte delle religioni esistenti): al contrario, il bisogno di un territorio nazionale proprio è del tutto pretestuoso.
Per quanto riguarda l’azione del clericalismo in Italia, invece, non credo che questa dipenda dai metri o decine di chilometri che separano il Vaticano dal territorio italiano: la CCAR ha esattamente le stesse pretese anche nei confronti di altri Stati (la Spagna, ad esempio, dove la locale conferenza episcopale è tanto attiva e pretenziosa quanto attualmente indispettita dall’impostazione laica che Zapatero sta progressivamente dando allo Stato iberico).
La vera differenza, che appunto non si quantifica in termini metrici, sta nella capacità della classe politica di un paese di saper resistere alle istanze clericali: una capacità che la maggioranza della classe politica italiana, a differenza di quella di molti altri Paesi anche cattolici, non riesce in alcun modo a dimostrare.
@ DON ALBERTO
-“abbiamo tutti bisogno di “segni”,
e che essi non sono quindi, sempre e comunque, “superstizione”.”
Sarebbe già qualcosa se non si pretendesse di condizionare la vita altrui con i propri “fantastici” segni.
Einstein, Galileo, Newton ecc. non sono così permalosi da costringerti a “credere” nei loro segni.
Al massimo all’inferno ci vai con le tue mani nel momento in cui credi che, se metti le dita in una presa elettrica, arriva Nonna Papera per staccarti la corrente e salvarti la vita.
“all’inferno ci va chi ci crede” – Arbasino.
@ Giovanni Bosticco
Concordo. Quale che fosse la situazione del momento, le sue necessità storiche, e quali che fossero le convinzioni dei protagonisti, la breccia di porta pia ha reso il favore più grande alla chiesa. L’ha costretta, suo malgrado, ad uscire dalle anguste dimensioni – culturali più ancora che territoriali – di uno stato pontificio che ormai costituiva solo una palla al piede. Liberata da questo anacronistico derivato storico, non solo ha potuto giocare senza ritegno la carta della vittima, sia ricavando tutti i vantaggi possibili nell’immediato dalla cosiddetta legge delle guarentigie (garanzie), sia ricattando in seguito – e ancora oggi – lo stato italiano con i vari Concordati… ma soprattutto, liberata da impegni temporalistici, ha potuto proporsi come guida spirituale in modo molto più credibile.
Fatte salve le circostanze storiche in cui si mossero i protagomnisti della vicenda che soggettivamente si possono, e si debbono, comprendere, oggettivamente si può dire che il rilancio del prestigio della chiesa, che era ridotto al lumicino, comincia proprio da quel momento.
@ don alberto
Cristo è risorto?. Cos’è un altro scherzo da prete o infiltrata è arrivata in ritardo?
INFILTRATA
Allora, mettiamola così:
non mi pare di avere mai “pensato” quanto citi tra virgolette.
Tutti hanno bisogno di “segni”,
ed essi, laici o religiosi,
N O N sono quindi, sempre e comunque, “superstizione”.
ser joe,
visto a chi era diretta la risposta, era un non sense.
@ don alberto
intendevo…. arrivata in ritardo a Gerusalemme.
Garibaldi e’ un personaggio dal forte sapore laico….un mito che in tempi moderni andrebbe non solo studiato a fondo ma preso d’esempio per il proprio coraggio e la propria dedizione alle cause per la patria.
Un “pellegrinaggio” e’ una cosa….un percoprso di trekking e’ un’altra. Lasciate perdere il riferimento al bisogno di simboli visivi per i propri credi…Questo percorso offre un sacco di spunti e fa bene anche alla salute 😉
Quindi…fate sport e non leggete il vangelo…mi raccomando 😉
@don alberto
GNAM GNAM GNAM!!!…..Buona la pappa che ti danno in questo forum anche oggi????????
# Chiappa Santa: quoto 100%.
PRETE PORTA IL NERO……….GNAM GNAM GNAM … PALESE IL NERO CHIARO IL NERO E’ MALE L’ITALIA SCARTI IL NERO.
grrrrrrrrrrrrrrrrrrr don alberto io lo so che ai il mandato vescovile per venire qui aredimeeeeere questi peccatori.la missione impossibile…il problema e se poi riesca a tornare indietro…ììììgrrrrrrrrrrrrrr don alberto …
@ Paul M,
d’accordo sul fare sport ma non su non leggere il vangelo. Come puoi confutare le affermazioni dei preti se non lo conosci?
Consiglio, ma solo agli appassionati di horror, anche la lettura della bibbia, il più grande “capolavoro” noir mai scritto. Se vuoi conoscere tutti i più efferati delitti e orrori commessi dagli uomini e, si dice, anche da dio non puoi non leggere la bibbia.
@enrico mini
Ho gia’ dato abbastanza, grazie…. 😉 Raccomando di non leggere i libri sacri, per il semplice motivo che i libri sono stati scritti da uomini che se la sono cantata e suonata a loro piacimento… 😉
Anteporre l’aggettivo “sacra” quando parlano della bibbia, gia’ impone al lettore un approccio solenne…lì sta il raggiro!
La mente labile di un bambino, quando gli dici che un libro e’ stato scritto da dio ed e’ sacro, ovvio che credera’ ad ogni singola parola letta!Così succedera’ a tutte le persone che non hanno sviluppato un ottimo spirito critico.
Prendete le distanze da libri “sacri”…datemi retta 😉
Ciao a tutti
GIUSEPPE TI VOGLIO BENE !!!!!!!!!! GRAZIE DI ESSERE ESISTITO, SENZA DI TE IL VATICANO ANCORA OGGI USEREBBE LA GHIGLIOTTINA .
una tra le tante ragioni per cui il grande Garibaldi era un anticlericale acerrimo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Stragi_di_Perugia
si parla anche di duemila morti
si dice avrebbe (voluto giustamente) fucilare Pio IX, poi divenuto santo!!!!!
fu impedito a lui dal governo italiano e fu lui ad esser preso a fucilate
il tempo passa, le cose non cambiano