Un libro scritto dal ‘neuroteologo’ Andrew Newberg e da Mark Robert Waldman riapre le discussioni sul benessere indotto dalla fede. How God Changes Your Brain ripropone gli studi su suore e monaci buddhisti che mostrerebbero come i soggetti osservati abbiano migliorato il potere del loro cervello attraverso la meditazione e la preghiera. Ma non sarebbe merito della religione: come commenta Faithworld, è piuttosto la riflessione sulle grandi questioni della vita che rafforzerebbe la mente. Tale riflessione attiverebbe il lobo frontale, dove si “concentrano” le idee a proposito di Dio, e tranquillizzerebbe l’amigdala: una regione emotiva che, secondo quanto Newberg (un ebreo in ricerca) ha dichiarato a Reuters, “è in grado di creare immagini di una divinità autoritaria e di annebbiare il nostro pensiero logico”.
Studio USA: la fede fa bene al cervello, l’ateismo… anche
90 commenti
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Appunto non la fede ma il pensare fa bene al cervello, chissa come mai?!
Peraltro vivere da mantenuti, senza lavorare ma dedicandoci a ciò che si vuole, fa anche un gran bene alla salute in generale. Un solo dubbio: che fà un neuroteologo?
Be’ che la meditazione aiuti ad espandere le capacità del nostro cervello (e in particolare del lobo frontale) è cosa risaputa. Ma tra meditazione e fede (e soprattutto tra meditazione e religione) c’è una bella differenza!!
neuroteologo?
ma fatemi il piacere!
La fede è il semplice perseguimento appassionato di una necessità più o meno inconscia.
Ce l’hanno tutti, e una definizione meno sdolcinata potrebbe essere “presunzione”: qualcuno, del resto, l’ha chiamata “volontà di potenza”…
Non ha NIENTE di sovrumano perchè appartiene alla NORMALE dinamica psichica dell’homo sapiens proprio come defecare o sudare.
Soddisfare le proprie necesità più o meno inconsce, a prescindere dal loro valore morale (quindi a prescindere dalle morali religiose), può garantire un equilibrio psichico gratificante e duraturo.
Una “divinità autoritaria” non può che annebbiare il nostro pensiero logico, come ogni paura. Una “divinità materna e affettuosa” non può che lasciarlo libero e creativo.
ke c’è di strano alberto?! neuroteologo è un alienista ke studia gli effetti devastanti
provocati dalla teologia (e pratike affini) sul cervello…;-)
nulla da obiettare sul fatto che il meditare aiuti la mente. però i fedeli delle varie religioni generalmente occupano il loro tempo dedicato alla preghiera nel ripetere formule prestabilite per un certo tempo senza alcuna riflessione personale.
ciò, credo, serva soltanto a bloccare qualsiasi utilizzo del cervello e quindi a procurargli soltanto danno.
“la riflessione sulle grandi questioni della vita rafforzerebbe la mente.”
Su questo non c’è dubbio, però non mi vengano a dire che un prete o una suora ha riflettuto sulle grandi questioni della vita, semmai ha fatto proprio il contrario: ha accettato la verità propinateli dai suoi superiori senza farsi domande.
“non chiedere al macellaio se la carne è tenera”
“neuroteologo” ah, ah, ah…
E’ l’ ennesima dimostrazione che a tutto c’ è una spiegazione scientifica, personalmente da quanto pratico yoga, consigliatomi vivamente da un neurofisiatra, ho migliorato di molto le mie energie psicofisiche, considerando che in me, affetto da emiparesi da ictus emoraggico, ho notato un più forte controllo mentale sul mio corpo con miglioramento della motilità e dell’ atassia
Propongo di aggiungere una nuova finalità nello statuto dell’UAAR: tranquillizzare l’amigdala (che se s’innervosisce….).
Scusa, Laurentia, ma per avere un pensiero “libero e creativo” (nel mio piccolo, s’intende) non ho nessun bisogno di divinità, sia pure materne e affettuose.
La meditazione è un’ attività del cervello, dunque del pensiero, nulla di “neuroteologico” che produce vari effetti psichedelici tra cui visioni. Il buddista avrà visioni dell’illuminato, l’induista quelle di krishna e di tutto l’ambaradan del pantheon induista e il cattolico di cristo madonne e santi assortiti. La meditazione è una specie di LSD autoprodotto dal cervello. Dovrebbero mandare sta gente in un centro disintossicante.
OT oggi ho letto dei manifesti sulla celebrazione di non so quale madonna del 19 agosto, il parroco scrive ai fedeli di partecipèare in massa perchè “A Lei ci vogliamo rivolgere affinché ci protegga dal flagello del secolarismo”. 😆 Naturalamente processione con blocco forzato di strade per tutto il pomeriggio. Patrocinio di festa religiosa e civile, del Comune. Sempre più Iran!
@ giancarlo bonini
sono completamente d’accordo
@ Laurentia,
purtroppo attualmente, non si sono rivelate divinità materne ed affettuose, ma soltanto gelose e vendicative. Peraltro, non se ne sente davvero comunque il bisogno.
Se è lo sforzo mentale quello che ci aiuta, allora lo stesso risultato si dovrebbe verificare anche per qualsiasi professore universitario o scrittore o intellettuale di qualunque tipo, no?
“la riflessione sulle grandi questioni della vita ….. rafforzerebbe la mente”
cos’é? … la settimana enigmistica?
dove si consegue la laurea in neuroteologia?
e soprattutto,che fe di preciso un neuroteologo?
confesso che non avevo mai sentito parlare di questa figura professionale!!
per quanto riguarda il pensiero,la stragrande maggioranza dei cattolici che conosco non ha
mai aperto una bibbia,o se lo ha fatto e’ stato solo per leggerla con acritica venerazione,
non conosce niente della chiesa,della sua storia,e si limita ad andare a messa la domenica
e a mandare i figli al catechismo e all’oratorio perche’ fa tanto famiglia perbene….
@ laurentia (17:00) … quale sarebbe la “divinità materna ed affettuosa”
@ giancarlo bonini (18:33) … sono daccordo
Riflessioni?
La fede consiste proprio nell’accettare le “verita rivelate” di bibbia,Corano ecc senza
ALCUNA RIFLESSIONE!!!
Cosa credete che implichi la famosissima massima “Beati i poveri di spirito”,che ancor
oggi milioni di fedeli(piu’ o meno tali)sentono ripetere spesso,senza mai badare al suo significato?
La miglior definizione di fede del resto e’questa:
“Credere in qualcosa SAPENDO che NON e’ vero!”,vale a dire rinunciare totalmente alla
propria cultura,intelligenza,buon senso,perfino agli istinti fondamentali.
Laurentia. Le madri, quanto più affettuose, rompono e castrano. Figuriamoci le divinità sia pure immaginarie.
Roberta. Ho il vago ma motivato sospetto che la neuroteologia sia una bella invenzione per creare qualche inutile cattedra per qualche inutile protetto.
Avere una mente aperta ad ogni esperienza percettiva, sgombrarla da ogni dogma e mantenere vivo l’interesse e la meraviglia per ciò che ci circonda è la chiave per raggiungere più conoscenza, oltre ad una vita vissuta più intensamente. Ma chi ha verità preconfezionate (ovvero chi ha i suoi dogmi, talvolta religiosi, talvolta scientifici) difficilmente potrà aspirare a questo. A mio parere l’ateo, negando ogni realtà metafisica, ha il suo dogma scientifico.
comunque nell’articolo si parla di buddhisti,e per quel poco che ne so il buddhismo
e’ totalmente diverso dal cristianesimo…
Perchè i miei commenti 90?% sempre in 40ena??? 😕
Ufffffffff che pll!!!!!
@ Corrado Luciani (19:25)
dogma scientifico, … realtà metafisica… ?!?!?!?!?!?
secondo me … ti occorre un neuroteologo…..
Ecco chi sono i veri riduzionisti:
Tentano di appropriarsi dei frutti di strenue ricerche sperimentali altrui per alimentare il loro patetico “disegno intelligente”, il loro delirio teo-teleo-logico!
Neuro-teologo? Neuro-manutengolo, semmai!
Lobo frontale e…….amigdala?
E mi lasci fuori la corteccia pre-frontale, il cingolo, il nucleo caudato, il pallido e, dulcis in fundo, l’ippocampo?
Secondo me Damasio esclamerebbe: “Ma non rompeteci il sistema limbico, por favor!”
@ LS. Come volevasi dimostrare..
Ho appena ltto l’articolo del neuroteologo. Mostra le neuroimmaginidi un monaco buddista prima durante e dopo la meditazione. Per chi conosce solo un pochno il buddismo, sa anche che è ateo, nel senso che non c’è un dio nel buddismo. Il Dalai Lama lo dice chiaramente. Quindi dio poco ha che fare con il nostro benessere psichico.
Corrado Luciani.Non penso che l’ateismo porti all’incapacità di conoscenza e di interesse e ad una chiusura mentale, anzi esattamente il contrario. E non vedo come una negazione si possa trasformare ipso facto in asseverazione e tanto meno in un dogma. Questo è un vecchio calembour, filosoficamente e dialetticamente risibile, da sempre ripetuto per svilire il pensiero ateo che invece è, appunto, un pensiero e non un dogma.
@Luigi Riboldi. Non direi che il Buddhismo è ateo: innanzitutto crede in una coscienza sottile che sopravvive alla morte. Poi crede in un “assoluto”, una sorta di energia cosmica dalla quale tutto ha origine e alla quale ci si ricongiunge attraverso il “nirvana”, essendo il nostro io una illusione che porta sofferenza. Direi piuttosto che è una forma di religiosità più adatta ai nostri tempi perché meno dogmatica. L’ateismo quando arriva ad affermare perentoriamente che dipendiamo solo da mere leggi fisiche, dandolo per certo e non solo come ipotesi, arriva a sviluppare un dogma e non pensiero (così rispondo anche a hexengut).
neuroteologo? ma per favore…
Corrado Luciani. Il pensiero ateo si rivolge alle leggi fisiche perché sono dimostrate: si basa cioè su dati scientificamente inoppugnabili; il che è cosa ben diversa dal dogma che è un atto di fede imposto. A meno che qualcuno per amor di polemica non voglia negare la scienza e sostituirla con le presunte “verità” rivelate…
Ho da fare, buona serata a tutti.
l’ateismo non può portare ad un atteggiamento di chiusura mentale perchè figlio del pensiero razionale e chi ragiona sulle cose si fa delle domande a cui cerca di dare delle risposte quindi per forza deve confrontarsi con la realtà oggettiva che lo circonda, altrimenti dove troverebbe quelle risposte che lo portano appunto a negare l’esistenza del soprannaturale? atesimo ovvero chiusura mentale è una contraddizione in termini ridicola.
“E’ più facile che un cammelo entri nella cruna di un ago, che un commento sia pubblicato in tempo reale.”
Da Vangelo di Hus 23;44
un neuroteologo potrebbe spiegare che succede nel cervello di chi vede gli angeli o la
madonna o sente profumo di rose e violette?
@Corrado (Papa) Luciani:
In ambito scientifico non esistono dogmi: ogni modello (e quindi non legge!) viene umilmente ed quotidianamente revisionato per essere perfezionato oppure per essere negato in parte o in toto, e quindi essere modificato o abbandonato (ma non dimenticato).
Al contrario la metafisica non ha mezzi concreti di indagine operativa (mentali e fisico-strumentali), possiede solo opinabilissime ideologie tradizionali-etniche (oppure inventate ex novo a scopo di profitto) inculcate e spacciate attraverso le generazioni.
La religione fu nel lontano passato umile proto-scienza (vedi le religioni politeiste “naturali”); ora non è che un doloroso e gravoso fardello tecno-politico che divide, opprime e uccide sempre e solo per lucro!
Personalmente, nei riguardi dei credenti, concedo sommo rispetto solo ai panteisti razionalisti e a tutti quelli che rifiutano le religioni istituzionalizzate per sviluppare e ricercare un proprio senso religioso individuale realmente democratico (cioè privo dell’intenzione di imporre il proprio pensiero alla prole e agli altri);
Agli altri invece lascio solo il mio più sincero compatimento……..e la speranza che si possano risvegliare un giorno dal loro coma teo-mass-mediatico!
x Jan Hus
ti capisco 😉
a volte mi “bloccano” anche 5/6 post al giorno, per ore.
non so come funziona ma evidentemente il meccanismo dei filtri va rivisto (la piattaforma wordpress non c’entra nulla).
“bisogna avere l’umiltà di rivedere continuamente tutto ciò che ha l’apparenza di realtà” Adorno.
@corrado luciani
faccio notare che “realtà metafisica” è un ossimoro, un’antilogia, o per dirla con le parole di fantozzi: “è una cag.ta pazzesca!” meglio evitare affermazioni dogmatiche di questo tipo. La realtà per essere tale deve essere provata. La metafisica non appartiene alla realtà, altrimenti sarebbe indagabile con la scienza, invece la scienza smentisce puntualmente la metafisica.
@ zautern dee ikonoblasta (20:51)
grande !!
@Hexengut “Il pensiero ateo si rivolge alle leggi fisiche perché sono dimostrate: si basa cioè su dati scientificamente inoppugnabili”. Non so se è veramente così quando parliamo di fisica quantistica o di condizioni fisiche estreme. Quel che è certo è che si elaborano sempre più modelli matematici ed esistono delle enormi contraddizioni (basta pensare alla diversità della legge fisica quantistica con la fisica meccanica). In ogni caso non bisogna confondere la scienza, che cerca di comprendere tanto più senza ricorrere a “verità rilevate”, dall’ateismo, che è un pensiero. Il problema è che gli atei tendono a confodere questo e così reputano di essere depositari di una “verità”.
x Corrado Luciani
gli atei ragionano su dati di fatto e quindi seguono solo le verità della scienza, dimostrate secondo modelli matematici o fisici quindi le “nostre” verità sono quelle domostrate dalla ricerca scientifika.
nessun dogma, nessuna rivelazione, certo mutiamo opinione non appena una teoria viene dimostrata o sostituita da un’altra più valida ma nel campo della metafisica nulla è dimostrabile perchè l’inesistente nn si può dimostrare, ovviamente chi non è ateo nn è obbligato a pensarla come noi quindi se vuoi metterci sullo stesso piano di benny e famiglia il tuo tentativo naufraga miseramente, noi non imponiamo nulla a nessuno.
@Stefani f. E’ vero che l’inesistente non si può dimostrare, ma è altrettanto vero che solo una piccola parte di quello che esiste si può dimostrare e le contraddizioni della fisica quantistica lo confermano. L’idea dell’ateo è che tutto ciò che non si può dimostrare non esiste, ignorando i limiti della sperimentazione nel cogliere una realtà troppo complessa.
@ Corrado Luciani.
Già Kant aveva affermato che la metafisica non è una scienza. Inoltre, l’ateismo non fa che la stessa cosa della scienza: non aggiunge ipotesi non giustificate alla ricerca della comprensione del mondo. Dio non è utile alla comprensione dell’universo e d’altronde non c’è alcun modo, dalle attuali conoscenze scientifiche, di presumerne o postularne l’esistenza. La scienza, in senso ampio, fino a quando non saranno presentate prove valide dell’esistenza di Dio, sarà atea.
Kant? anche Leonardo da Vinci (leggere in proposito il codice atlantico) reputava la metafisica “stendardo degli stolti”.
Che vuol dire “migliorato il potere del loro cervello”? Quale potere?
@ stefani f.
grazie per la precisazione. Purtroppo m’è venuto per primo in mente Kant e chiedo venia per la dimenticanza, da grande fan di Leonardo quale sono (ho il calendario con le riproduzioni delle sue più celebri opere in camera)
@ stefani f
ma Leonardo da Vinci non era credente?
x roberta
è quello che la chiesa ci vorrebbe far credere ma in realtà basterebbe leggersi le sue opere (il codice atlantico già menzionato prima) o “le vite” del Vasari, suo grande amico e biografo, per capire che era ateo convinto 😉
“il suo continuo pensare e affannare la mente col ragionare su aristotile et pitagora, et la fisica e strani artefici che inventava, e poco pratico delle chiese et fede cristiana era, che ‘e contemporanei suoi cominciorino a chiamollo eretico, e lui se ne rideva dicendo che la sua verità stava sulle cose osservate e no su’ libri de’religiosi” Vasari (Le Vite-L.Da Vinci pag.531-542- vol. 2)
“L’idea dell’ateo è che tutto ciò che non si può dimostrare non esiste, ignorando i limiti della sperimentazione nel cogliere una realtà troppo complessa”
tutto ciò che non si può dimostrare può esistere come teoria o postulato ma non può essere considerata verità sceintifica fino alla sua dimostrazione.
@ stefani f
ho letto che si e’ riaccostato alla religione in tarda eta’ ,poco prima di morire
Fra poco lo diranno anche di Odifreddi…
E non lo dicevo perché Odifreddi sia in tarda età, sia ben chiaro. Gli auguro, personalmente, che campi altri cent’anni.
http://www.sapere.it/tca/minisite/arte/leonardo/diario.html
roberta, grazie per il link. Opinone personale: se anche Vasari ha scritto il vero(non ne dubito, ma è storicamente certo che tendesse ad “arricchire” le sue biografie), ciò non toglie quello che Leonardo ha affermato per tutto il resto della sua vita e le critiche da lui mosse a tutti i livelli di credulità, che riflettono il suo vero pensiero, non obnubilato da paure comunque giustificabili in punto di morte.
LE SOLITE AMERICANATE!!!!!!!!!!!!!!
1)Suore?????e monaci buddisti????
2) Ma non sarebbe merito della religione??????????????
Il buddismo non è una religione.
3“è in grado di creare immagini di una divinità autoritaria e di annebbiare il nostro pensiero logico???????????Cosa c’entra col buddismo???
@barbara
Sei l’unica che ha centrato la vera assurdità della notizia. Come possibile che il buddismo, religione priva di qualunque divinità, generi le immagini di un dio autoritario etc?
Della serie ariafrittologia pura.
Per chi postava prima di buddismo e realtà sottili ecc. Siddartha Gautama non parlò MAI di anima, deità, aldilà o reincarnazioni. A chi gli chiedeva di esse rispondeva di non perdere tempo con certe sciocchezze che la vita è qui e ora. Cosa attualmente riscontrabile anche negli attuali buddismo mahayano, theraveda e zen (le correnti più diffuse) che non prestano molta attenzione a certi orpelli inutili. Non confondiamo il lamanesimo tibetano, un raligione animista e parecchio feroce (vedi la tecorazia che aveva generato), che sta al buddismo come B4x4 sta alla scienza.
@ Asatan
scusami se mi permetto una puntualizzazione:secondo il ricercatore sarebbe proprio la
meditazione a “tranquillizzare” l’amigdala,e quindi a inibire le immagini di una divinita’
autoritaria ecc…
in questo non vedo contraddizione con il fatto che il buddhismo sia una religione senza
divinita’
…queste derive laiciste mirano a ledere il buon nome della chiesa cattolica e dell’insegnamento misericordioso del nostro signore Gesu. Pregherò affinché voi atei possiate redimervi, inginocchiarvi e prostrarvi dinnanzi allo splendore della sacra luce divina che ci guida (violini e violoncelli in sottofondo…) nel duro cammino sul percorso che ci porta verso la verità. Questi durissimi attacchi alla fede sono mossi da un ateismo inumano e da un bieco illuminismo, entrambi volti a fare dei fedeli cattolici degli abominevoli omosessuali per la distruzione del popolo di dio. Voi sciagurati infedeli e blasfemi ci ridurrete con le vostre sozze perversioni ed i vostri libertinaggi ideologici ad una umanità vuota, sterile e priva di dio (il che come afferma il santo padre porta al nazismo, follia umana di chi non aveva dio).
ps.: credo di avere l’amigdola leggermente annebbiata, sarà la stanchezza?? 🙂 🙂 🙂
Comunque questo è il tipico discorso che mi aspetterei di risposta a questo post da un invasato cristiano-cattolico-talebano. Amigdala significa mandorla (conficcata nel cervello ed incastrata nella zona dell’encefalo solitamente dedicata al pensiero logico, ma la mandorla genera il marzapane, ovvero il cervello dei mujaheddin del vaticano). Comunque come potete vedere è facile sparare le caxxate che solitamente sparano gli invasati cristiani come la binetti (horror) o buttiglione (mammaliturchi)… o magari un esperimento scientifico andato male, clonando un mostro fondendo i geni della binetti e del buttiglione per creare una creatura tanto abominevole quanto stupida oltre ogni limite umano (ma non cattolico). Piu’ o meno le parole sono sempre quelle: derive laiciste, offensivo, lede la dignità di noi ritardo-talebans… eccetera. Forse questa mandorla conficcata nel cervello fa anche inceppare il disco, provocando il ripetersi di vocaboli creando un discorso tanto banale quanto ripetitivo e stupido (leggi religioso e facciamo prima)
ciao a tutti e attenzione alle mandorle! dicono che se ti vanno storte, alle volte invece di scendere nello stomaco generando una indigestione, salgono su nel cervello generando allucinazioni generalmente note come caxxate giudaico-cristiane di bibliche proporzioni
ave a todos…
volevo dire che proprio perche’ i buddhisti non hanno la figura della divinita’ riescono
a sviluppare al meglio le capacita’ del lobo frontale ,come gli atei e a differenza di chi
invece crede in una divinita’autoritaria…
un po’ pasticciato ma spero si capisca che intendevo dire…^_^
@ Corrado Luciani
Essere atei significa affermare che non ci sono divinità; negare invece che si possa esistere anche dopo la morte è uno dei tratti tipici del materialismo. Materialismo e ateismo non devono necessariamente andare a braccetto e il buddismo, pur non essendo materialista, è ateo.
Inoltre, vorrei che fosse chiaro che non c’è alcuna contraddizione fra fisica quantistica e meccanica classica: quanto maggiori sono le dosi di energia (e quindi anche di materia: E = mc^2) in un dato sistema, tanto più i comportamenti aleatori della fisica quantistica si annullano fra di loro, dando origine a sistemi dal comportamento facimente prevedibile.
I fenomeni quantistici, molto evidenti a basse energie, diventano semplicemente meno evidenti ad alte energie. Tutto qui.
A quando un neuroateologo? O forse ce ne sono già troppi?
Concordo con fab
Ritengo inoltre chiaro come il sole che porsi delle domande rafforzi il nostro senso critico e spirito logico.
La religione non ha alcuno merito a riguardo.
x roberta
scusa il ritardo.
Leonardo si riavvinò al cristianesimo in tarda età come Rousseau, Voltaire, Nietzche e Gramsci 😉 la solita aria fritta.
x c.j.
ottimo 😉
Da uno studio del prof. David Reutens dell’Università di Melbourne si è visto che c’è una correlazione tra le dimensioni dell’amigdala ed il desiderio sessuale.
Ciò spiegherebbe perché molti decerebrati cattolici fanno voto di castità (incapacità di ragionare -> amigdala sottosviluppata -> assenza di libido), e potrebbe anche spiegare la natura di alcune visioni dei mistici.
PS: lo studio è stato svolto su 45 malati di epilessia, quindi non potrebbe essere generalizzato sulla popolazione generale.
Tuttavia gira voce che i fondatori di cattolicesimo e islam fossero epilettici, e nel caso delle religioni vale la regola ferrea “ciò che fa la scimmia lo fa anche lo scimmiotto”.
x bèal feirste
in effetti Saulo di Tarso e il suo svenimento seguito da visione mistica e incapacità di muoversi e parlare farebbe pensare ad un epilettico.
gli stessi sintomi si registrano in altri cosidetti mistici medioevali (s.francesco e s.chiara erano soggetti a paralisi parziali o totali del corpo con emissione di saliva dalla bocca).
che dire? contenti loro…
Anche Maometto era epilettico. Basta leggere attentamente la sua biografia, in modo particolare sulle voci che sentiva dell’angelo nella grotta dove ogni volta lo ritrovavano per terra agitato e rantolante. Tale malattia fu sfruttata in senso mistico dallo zio che era a capo di una tribù religiosa del luogo in cerca di basi per le loro “fantasie religiose”.
Per la carità di tutto ciò che è razionale, togliete (anche in modo chirurgico se potete) la teologia dalla neurologia! La prima è metafisica (priva della possibilità persino di essere confutata poiché ILLOGICA), la seconda è una scienza preposta allo studio del SISTEMA NERVOSO (comprendente biochimica, fisica, anatomia, fisiologia, morfologia, patologia e molte altre SCIENZE) in uomini e (in veterinaria) animali.
La neuro-teologia suona di bestemmia come se per fare la sacher-torte si utilizzasse il LETAME della teologia al posto del cioccolato (tanto il colore è simile…)!
@ ser joe
penso che tu stia facendo un po’ di confusione: probabilmente ti riferisci alla SCHIZOFRENIA (i cui sintomi possono essere ricondotti a sentire voci). L’epilessia causa momenti di ‘assenza’ dalla realtà ovvero convulsioni violente, ma raramente si riferiscono casi di epilessia in cui il malato senta voci.
@ Tiziano
Sarà stato anche schizofrenico, ma uno dei sintomi dell’epilessia classica è la convulsione di tutto il corpo dove la vittima crolla al suolo contorcendosi ripetutamente come in preda ad una forte scarica elettrica con spasmi e contrazioni rapide più o meno regolari che possono durare dai 3 ai 20 minuti con presenza di saliva e muco attorno alla bocca, rotazione degli occhi all’indietro, ecc. Sto parlando di crisi complesse con perdita di coscenza, crisi motoria, confusione mentale e psicosensoriale.
Analizzando quanto scritto su Maometto, le aveva tutte e furono prese come segni divini. Ancora oggi un “matto” schizofrenico e epilettico è tenuto molto in considerazione nel mondo mussulmano perchè vicino a Maometto. E questo te lo posso confermare perchè ho lavorato 5 anni in paesi mussulmani.
E che dire allora di questo?
http://www.saludycuidados.com/numero6/Iconografia/Milagro%20San%20Bernardo.jpg
Probabilmente i credenti con l’amigdala un po’ più sviluppata tendono a dar corpo ai loro sogni più “orgasmici”.
Qui San Bernardo più che un cane mi pare un maiale 🙂
(Volevo per un pò starne fuori, ma sono troppe le cose che casualmente (casualmente?) ho letto qui e che mi hanno stuzzicato, per non intervenire e dire la mia).
Dunque, esistono – come si afferma con riferimento alla maggior parte delle varie forme di buddhismo – atei non materialisti. In altre parole, c’è chi non ritiene esistano divinità, ma nello stesso tempo ritiene esista una vita dopo la morte. Sulla base di che cosa? Di qualche testimonianza, di qualche esperienza sempre verificabile? A mio parere, un ateo non materialista è un controsenso. In base a che cosa, infatti, si può ritenere che esista una vita anche dopo la morta? Intanto, o si tratta di vita individuale, o altrimenti inutile parlare di ‘vita dopo la morte’ perchè sarebbe come dire che, morto io, la vita continua: non credo si tratti di una grande intuizione! Se allora per ‘vita dopo la morte’ lo si intende nel solo modo possibile, cioè come vita individuale, questa convinzione non può che basarsi su testimonianze, come dicevo, sempre verificabili oppure su un puro atto di fede. In entrambi i casi, non si tratta delle solite questioni che si affrontano quando in ballo c’è l’esistenza o meno di un essere trascendente? Quindi – a mio modo di dere – o credenti spiritualisti, o atei materialisti.
E il buddhismo, che sia una religione o una filosofia – sempre per come la vedo io – esprime comunque una mentalità religiosa, non dissimile da chi trova il bandolo della propria esistenza, il suo senso, in una qualche ‘dottrina’ che rimanda a figure carismatiche o a testi considerati sacri. Se il buddhismo non rientrasse – pur con le differenze anche radicali tra una forma di buddhismo o un’altra come si sa che esistono – in questo contesto… allora non avrebbe senso nemmeno parlare di buddhismo, cioè non avrebbe senso che il termine buddhismo stesse ad indicare qualcosa che implica pur sempre l’esistenza di un carattere comune a tante esperienze, pur sempre frutto di una tradizione che comporta ‘maestri’ e rituali. Come accade per una ‘filosofia’ o un’ideologia vissute religiosamente.
Con questo non voglio dire che dal buddhismo, come da tante filosofie o ideologie, non ci sia niente da apprendere, anzi!, ma voglio dire che non dovrebbe mai indicare un’appartenenza in senso totale… come quando si dice ‘sono volterriano’, sono ‘marxista’, sono ‘nicciano’ ecc. inteso non come semplice apprezzamento di tali indirizzi, ma come totale adesione alle risposte in merito alle domande esistenziali date da Voltaire, Marx, Nietzsche ecc. Anche quando, come mi si spiega per il buddhismo, non dovrebbe esserci niente di vincolante per chi vi aderisce, ma solo… ‘una filosofia di vita’!. In questo secondo caso, sarebbe lo stesso che dire ‘sono credente’, mentre l’ateismo consiste proprio – per come lo vedo e cerco di viverlo io – come la negazione di qualsiasi appartenenza che riguardi altro dalla condizione umana. Che poi ci sia chi puntulmente replichi che anche l’ateismo è una fede, dipende dal fatto che costoro non riescono proprio a concepire che si possa vivere senza una fede. Quale che ne sia la natura. Ed è in questo senso che ateismo – pur con tutti i limiti che derivano dalla condizione umana (condizione umana, non natura umana) – è sinonimo di libero pensiero. E anche, come dicevo, di materialismo.
In quanto al contenuto della notizia, nutro molti dubbi che l’appartenenza o meno ad una fede come tale possa essere un valido riferimento per un’indagine neurologica, sia pure se condotta da un ‘neuroteologo’ (che immagino sia da intendere come studioso dei riflessi sulla varie componenti del nostro cervello del pensiero religioso, e non come un neurologo che è anche teologo… nel qual caso non sarebbe nemmeno il caso di star qui a parlarne), in quanto credo che poi tutto dipenda dal ‘come’ di vive – e quindi si pensa – la propria fede o non fede.
Infine – da profano, lo riconosco – faccio sempre fatica a rapportare ‘il potere del cervello’ al funzionamento di un qualche suo organo, condizionato, e ‘modificato’, da ciò che si pensa, ovviamente sempre che non sia lesionato.
E anche in questo secondo caso (parlo per esperienza di epilettico) le potenzialità della nostra mente (il cervello è un organo tutt’altro che semplice da analizzare) non è detto che vengono completamente compromesse.
Leggo adesso i commenti di Tiziano e di bèal freiste, e, per quel che può valere, parlo in quanto soggetto a crisi epilettiche, per altro ben contenute dai farmaci che assumo quotidianamente.
Intanto esistono svariate forme di epilessia, tutte riconducibili ad una sorta di corto circuito, in senso proprio essondoci in ballo l’elettricità presente nel nostro cervello (scusate il linguaggio approssimativo, ma questo ho ritenuto dalle spiegazioni dei neurologi), però con conseguenze molto diverse. Per quanto riguarda la mia esperieza, in concomitanza delle crisi si vivono indubbiamente momenti di forte straniamento, se non di visioni vere e proprie, certamente con fenomeni di deja vu, o anche ‘premonitori’, che possono anche essere interpretati come crisi mistiche… ma solo se, nonostante Ippocrate, si crede ancosa al ‘male oscuro’. Si tratta insomma di una questione culturale.
Scusate, mi riferivo non a bèal freeiste, ma a ser joe.
@Thomas 21.45. Passi “forzare” il pensiero di Leonardo per renderlo ateo, ma il pensiero di Kant è in antitesi con l’ateismo, proprio perché metteva in evidenza i limiti della conoscenza basata sull’empirismo e la difficoltà della ragione umana a comprendere la realtà così come è effettivamente. Una apertura mentale che l’ateo, che ha già la sua “verità” basata su quello che ci dice la Scienza ufficiale con le sue sperimentazioni, non può avere. In ogni caso Kant era credente.
a quei tempi, essendo l’unico modo per avere successo e longevità, avrei scritto sicuramente di essere credente credentissimo, salvo aggiungere raramente qualche dubbiosa licenza
@ Bruno Gualerzi
La mia a Tiziano delle 16:48 era per una precisazione che riguardava il tipo delle crisi alle quali era soggetto Maometto ma non essendo medico non so se sono stato esaustivo. Come si dice ogni riferimento a persone è puramente casuale. Non diventarmi mussulmano però! Ciao
Luciani scrive:
“In ogni caso Kant era credente”.
Se Kant fu davvero credente lo fu fortunatamente in termini più nobili, lungimiranti ed illuminanti rispetto alla bassezza e alla grave miopia teo-maniacali che invece contraddistinguono il suddetto Luciani nella sua dialettica banalmente preconcetta.
x luciani
Kant era credente ma non stupido
“la dottrina dei dogmi della fede cattolica, e qui prendo in esempio quello della trinità, è nella pratica oltre che nella vita spirituale risibile ed assolutamente inutile” – critica della ragion pratica
“ora che la matematice e la fisica hanno raggiunto livelli di indiscussa superiorità rispetto al passato anche la filosofia deve compiere un progresso enorme, liberandosi dei cappi metafisici che soffocano la nostra capacità di ragionare leberamente” – critica della ragion pratica
era credente ma se tutti i credenti fossero come Kant a che servirebbero le religioni? 😉
Kant pone una pietra tombale sulla teologia razionale, cioè sulla possibilità di dimostrare l’esistenza di dio mediante ragionamento o per verifica oggettiva, e se è credente lo è per rispondere ad un’esigenza che si manifesta come ‘imperativo categorico’, cioè non proveniente dall’esterno, eteronoma, ma – come del resto la morale – autonoma.
Quindi, come dice giustamente stafani f., le religioni positive, storiche, nella misura in cui indicano come ci si dovrebbe comportare per realizzare un qualche disegno divino, non hanno nessun fondamento.
In quanto alla metafisica – sempre riferendomi a ciò che afferma stefani f. – credo certamente che debba essere superata dalla filosofia nel momento in cui si ontologizza il contenuto di un’esigenza… ma negarne l’esigenza connaturata alla condizione umana (l’esigenza, per dirne una, di conoscere tutto il conoscibile al di là delle potenzialità della nostra ragione) è estremamente pericoloso… perchè a ‘sfruttare’ questa esigenza resterebbero, come avviene da tempo immemorabile, solo le religioni.
Vedrete che fra un po’ il Luciani ci snocciolerà la solita citazione di Einstein travisata ad arte:
“Dio non gioca a dadi”.
Quindi preveniamolo……….
Einstein non era credente e con questa affermazione intendeva mostrare argutamente la sua diffidenza nei confronti della meccanica quantistica perchè basata su modelli probabilistici………
Tuttavia alla fine i risultati teorici e pratico-applicativi quantistici ci hanno portato a comprendere numerosissimi fenomeni a livello sub-atomico e atomico, in campo chimico-fisico, in campo chimico-biologico e non solo. Di ciò si rallegrerebbe anche il sor Albert (invece sicuramente disgustato dalle guerre etnico-religiose e da quelle per il controllo del petrolio!).
Ma siamo ancora lontanissimi dalla GUT (grande teoria unificata), soprattutto per quanto riguarda i campi gravitazionali (si spera arrivino altri entusiasmanti indizi dal CERN quando verrà ripristinato l’LHC, soprattutto riguardo all’esistenza del bosone di Higgs).
A mio parere un panteista direbbe invece:
“dio non gioca a dadi; dio è i dadi stessi”.
@ Bruno Gualerzi
Non preoccuparti: un errore capita a tutti.
O almeno a quelli che non hanno l’infallibilità 😀
@ zautern
dio è anche i dadi 😛
@ Bruno Gualerzi
Per come la vedo io, è questione di impiego adeguato di termini: “ateismo”, sia per etimologia sia per prassi, tratta soltanto della mancanza di divinità, non di qualunque possibilità extrasensoriale.
Se vogliamo un termine che riassuma in se stesso ogni forma di eliminazione di trascendenza, abbiamo da scegliere fra “razionalismo” e “materialismo” (che qui ha il suo uso migliore; in effetti bisognerebbe trovare qualcos’altro, per indicare la sola idea una persona finisca integralmente con la morte).
Inoltre, collegare esistenza di qualche divinità ed esistenza propria dopo la morte è semplice abitudine mentale (un altro dei pessimi lasciti del cristianesimo): non c’è alcun legame fra le due cose. Instaurarne uno mi sembra tutt’altro che razionale.
Che cosa impedisce di credere che l’eternità di un’ “anima” sia un fenomeno naturale, che non ha alcun bisogno di divinità a suo sostegno?
Ricordo che tutta la mentalità occidentale è dualistica e che non abbiamo alcun problema di sospensione della credulità, quando vediamo un film in cui due persone si “scambiano il corpo”; senza che intervenga alcuna divinità!
Si tratta di due questioni che in comune hanno soltanto l’essere fideistiche, ma che vanno tenute concettualmente ben separate ed affrontate ciascuna con argomenti diversi.
@ fab
Una questione alla volta.
Più che giustificate le tue puntualizzazioni… ma un termine più consono di ‘ateismo’ per andare, diciamo, oltre l’ateismo sia, come dici tu, ‘per etimologia’ sia ‘per prassi’, non l’ho trovato. ”Razionalismo’, ‘materialismo’? Forse, anzi senz’altro, più corretti, ma a mio avviso troppo scoperti di fronte alla critica di ‘ideologia’, troppo attestati su un rifiuto della trascendenza più pensato che sentito. Allora preferisco operare sull’ateismo estendendone il concetto in modo da comprendere anche razionalismo e materialismo, di diventarne sinonimo, ma avendo come retroterra una storia del termine fatta di forti passioni e di forti contrasti, spesso pagati con la vita o con l’emarginazione. Molti furono discriminati socialmente in quanto ‘atei’ e non tanto perchè ‘materialisti’ o ‘razionalisti’, anche se poi lo erano.
E cosa significa ‘estendere’ il concetto di ateismo? Applicarlo a tutto ciò che, avendo ovviamente come primo significato da dare all”alfa privativo’ il rifiuto di ogni religione positiva, non per questo vi si esurisce, perchè può esprime in altro modo una stessa cultura, una stessa mentalità tutta o in parte ancora condizionata dal pensiero magico-religioso. Sarebbe, come spesso viene denunciato, una visione dell’atesimo solo negativa, tutta appiattita, appunto, sull’alfa privativo, non propositiva? Personalmente non vedo niente di più ‘propositivo’ del proporre una serrata battaglia culturale (che non significa puramente intellettualistica) contro questo pensiero magico-religioso, capace di presentarsi sotto le spoglie più imprevedibili, ma proprio per questo da rintracciare per scalzarlo alle radici.
E, sempre per quanto mi riguarda, ho dedicato il mio sito proprio a riproporre un ateismo ‘più esteso’ in questo senso.
Secondo punto.
Riprendo le tue parole: “Collegare esistenza di qualche divinità ed esistenza propria dopo la morte è semplice abitudine mentale (un altro dei pessimi lasciti del cristianesimo): non c’è alcun legame fra le due cose. Instaurarne uno mi sembra tutt’altro che razionale.”
A parte che anche se questa identificazione, o collegamento, fosse frutto di un’abitudine mentale non per questo perderebbe una consistenza storica di per sè significativa… non sono d’accordo. Almeno per come imposti tu la questione.
Non importa se in linea di principio si tratta di due ‘possibilià’ non collegabili, in quanto di fatto (concretamente, storicamente, e quindi ‘razionalimente’ in quanto non eludibili) per giustificare o negare queste possibilità – come ho provato a dire nel mio intervento precedente – si ricorre in sostanza agli stessi argomenti: verificabilità o accettazione per fede dell’esistenza di esseri trascendenti – verificabilità o accettazione per fede dell’esistenza di una vita individuale dopo la morte del corpo. Tu affermi che in comune, per chi le postula, hanno soltanto l’aspetto fideistico… ma non è più che sufficiente questo per porle sullo stesso piano? Per considerale frutto di una stessa ‘fuga’ nella trascendenza? Personalmente ne sono convinto… e anche per questo considero il buddhismo, in tutte le sue spressioni, il portato di un pensiero pur sempre magico-religioso.
@ Bruno Gualerzi
Chiaramente i tuoi argomenti sono tutti di sostanza; i nostri approcci si distinguono per una tendenza verso la concretezza storica nel tuo caso e una verso la precisione formale nel mio.
Mi sembra tuttavia che meriti attenzione un punto: se, in termini pratici, la credulità è credulità a 360°, sempre in termini pratici la credulità in una divinità (quella di gran lunga più pericolosa socialmente!) esiste per moltissimi soltanto per giustificare la credulità nell’esistenza dopo la morte (quella di gran lunga più sperata). Riuscire a sganciare le due credulità aiuterebbe a debellare la prima. Se poi la seconda resta in circolazione, poco male. Personalmente, ho sempre creduto nella riduzione del danno.