Torino, infermiera sospettata di eutanasia attiva

Della morte di un quarantaduenne nel reparto di rianimazione del San Giovanni Bosco di Torino è stata accusata un’infermiera, Piera Varetto, già ascoltata dal pubblico ministero e già trasferita in un altro nosocomio. A denunciarla un medico del suo stesso reparto, il dottor Carlo Castioni. Entrambi, medico e infermiera, sono comunque d’accordo sul fatto che per l’uomo, che aveva tentato il suicidio, non c’era alcuna possibilità di ripresa. L’infermiera si è difesa oggi sulla Stampa, che l’ha intervistata: “Sì, ho fatto una dose extra di farmaco oltre a quella che da giorni gli veniva iniettata per endovena. Ma l’ho fatto solo per evitare che provasse dolore nelle ore di vita che ancora gli restavano”.

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27 commenti

Paul M.

“Sì, ho fatto una dose extra di farmaco oltre a quella che da giorni gli veniva iniettata per endovena. Ma l’ho fatto solo per evitare che provasse dolore nelle ore di vita che ancora gli restavano”

RISPETTARE LA DIGNITA’ DI UN MORIBONDO CHE NON VEDE L’ORA DI ANDARSENE PER SEMPRE E NON SOFFRIRE PIU’, E’ ANCHE QUESTO.

Dino

L’Eutanasia deve essere una libera scelta non influenzata da chiese o religioni, la scienza ci mette a disposizione l’ eutanasia che in molti casi può evitare sofferenze a persone malate , l’ eutanasia applicata nel modo corretto credo che sia una conquista della medicina moderna.

béal feirste

Un paio di domande:
1. Se non ho capito male queste vicende accadono con frequenza non trascurabile negli ospedali: questa fa notizia solo perché il medico ha sporto denuncia?
2. L’infermiera dovrebbe uscirne pulita (un po’ come il dottor Riccio con Welby), giusto?

Ivo Mezzena

L’eutanasia clandestina è il solo frutto dell’incapacità della politica italiana di legiferare evitando di dare fastidio al Vaticano.

strozzapreti

E’ un coraggioso atto di pietà umana, che non dovrebbe succedere in un paese evoluto ed eticamente giusto, ma in Italia corrosa dal cancro Vaticanense, ed a Torino che venera un lenzuolo, e dove ho personalmente visto all’ ospedale delle Molinette una enorme chiesa inglobata al suo interno, per l’ eroina dell’ eutanasia, vedo un futuro fatto di scomuniche di tuonate clericali, considerazioni bigotte e condanna penale fortemente influenzata dai corvi neri, se la UAAR può la supporti nei termini di legge, comunque per me è una grande!

antoanto123456

Da ateo e da pro eutanasia , non so se l’infermiera ha fatto bene o male. Ma so che queste situazioni potrebero essere evitate con una buona legge.

agnese l'apostata

ecco,mi raccomando,NON permettiamo che ci sia alcun tipo di testamento biologico,e teniamo a forza in “vita” questi poveretti che tanto morirebbero comunque entro pochi giorni!un po’ di sana ipocrisia,dannazione!
@beal fèirste
sì,capitano!e se ne è parlato perchè gli ha somministrato la dose senza il consenso del medico(e tra l’altro di medici in corsia durante la notte ce ne sono pochi,e comunque lui l’avrebbe autorizzata)

ser joe

Il paziente deve provare dolore e sofferenza per essere più vicino a Cristo in croce altrimenti va a benedirsi uno dei dogmi di santa madre romanae igglesia.

Asatan

Io ho solo una domanda: il paziente in questione voleva l’eutanasia? Se la risposta è sì allora l’infermiera ha fatto la cosa giusta rispettando la olontà di quell’uomo. Se la risposta è no è stato solo un attoegoistico fatto per sentirsi un dio che decide chi vive e chi muore.

Maurizio D'Ulivo

Sono certamente favorevole all’eutanasia, ma questo solo se ci sono precise garanzie riguardo ad una volontà matura della persona interessata.

E’ vero che in Italia il testamento biologico non è riconosciuto, ma per quanto letto sinora a proposito di questa notizia non è ancora emerso il fatto che il defunto avesse manifestato con ragionevole certezza il consenso all’eutanasia nei suoi confronti: se questa manifestazione di volontà non emergesse in seguito, continuerebbe a mancare un elemento fondamentale, che invece era chiaro e certo nel caso di Eluana Englaro.

Si potrebbe obiettare che il defunto si trovava in una situazione disperata perchè aveva tentato il suicidio, certificando implicitamente con questo atto la sua volontà di essere messo a morte: ma il suicidio talvolta può essere dovuto a un momento di disperazione, mentre il consenso all’eutanasia richiede, nelle legislazioni dei paesi più evvoluti, una manifestazione ponderata e cosciente, spesso da riconfermare a distanza di tempo.

Non so cosa accadrà a quell’infermiera, di cui posso anche capire le ragioni sebbene non le possa sottoscrivere.

Credo però che la questione posta da Asatan sia del tutto condivisibile, e rappresenti uno dei discrimini che permettono di distinguere l’eutanasia da un omicidio, seppur pietoso.

L’eutanasia è un argomento troppo importante per essere liquidato in termini faziosi: certamente non si può lasciare il diritto di applicarla a un singolo individuo, sebbene mosso dalla pietà verso il morente, in assenza di garanzie certe e di un’altrettanto certo riscontro sulle volontà dell’interessato.

cartman666

un attimo, il medico aveva detto che in ogni caso il paziente sarebbe morto. Qui’ non c’e’ eutanasia ma solo delle cure palliative.

daigoro

l’eutanasia attiva viene pratica correntemente nei casi disperati, ma la sua esecuzione è unicamente affidata all’arbitrio e alla coscienza dell’infermiere/a di turno.

il tutto in perfetta ipocrisia cattolica

Antoine

Visto che ormai ci siamo (!), perché non cominciate subito voi a praticarla, l’eutanasia; ma su voi stessi, non sugli altri…

fritz

non si può somministrare la morte con questa facilità!
spero si sia in grado di comprenderlo..

Antoine

Non si tratta di eutanasia perché il paziente sarebbe comunque morto poco dopo (da Repubblica – Torino).
C’è qualcuno ancora vivo che potrebbe “comunque” non morire, prima o poi?
Brava la giornalista! Io però preferisco il poi…

enrico mini

In situazioni limite sono assolutamente favorevole all’eutanasia. Se fossi nella situazione di poterlo fare e ne avessi la necessità, lo farei su me stesso senza remore. (parlo di EUtanasia, non di suicidio home made).

Paul M.

@Asatan

Dall’articolo della STAMPA:

“Dal primo giorno del ricovero si sapeva che Lepore non sarebbe sopravvissuto al coma: il 7 agosto ha tentato il suicidio imbottendosi di tranquillanti. Nessuna speranza, «tutti ne erano coscienti, parenti compresi», ripetono in reparto.”

Voleva morire e come..!

SERVE UNA LEGGE DECENTE CHE DIA LA LIBERTA’ DI SCELTA DI GESTIONE DEL PROPRIO CORPO IN CIRCOSTANZE SIMILI.

Con tutti i teodem cattolecchini che governano questo paese sara’ praticamente impossibile..
Se aspettiamo l’opposizione, peggio! 🙁

Shiningsun

Sono un infermiere; lavoro in 118. Alcuni anni fa lavoravo in unità di terapia intensiva cardiologica (UTIC). Mi è capitata una esperienza simile: una volta ho avuto una anziana paziente il cui cuore e reni consentivano ormai poche ore di vita. Però soffriva molto perchè l’addome era occluso. La pressione stava crollando. Il medico in turno, preoccupato solo di avere una cartella clinica “pulita” mi prescrive la dopamina in infusione. Nessun analgesico. Alla mia collega è bastato uno sguardo per capire…e comprendere. Nella pompa di infusione ho messo la morfina avanzata da altri pazienti. La pressione è rimasta stabile, i dolori sono diminuiti. Alcune ore dopo la cardiologa del turno successivo ha tolto la dopamina e ha prescritto ulteriori dosi di morfina. La paziente è morta il giorno successivo…serenamente.
Credo che quando la medicina abbia esaurito il proprio compito vi sia un diritto inalienabile a una morte dignitosa che va oltre il diritto ad una documentazione clinica “formalmente inattaccabile”.
Guardate, la verità è questa: nell’ambiente esiste molto accanimento terapeutico ma anche, per fortuna, molti medici e infermieri che la pensano come me; spesso si va oltre la legge, a proprio rischio e pericolo, nell’interesse di persone che stanno morendo sia che si tratti di accompagnarle verso una buona morte che, al contrario, di resuscitazione vera e recupero alla vita.

agnese l'apostata

@antoine
nel senso che sarebbe morto di lì a pochi giorni,simpaticone,e oltretutto stava soffrendo come un cane

Shiningsun

Da professionista aggiungo che nell’ambiente, in particolare quello dell’emergenza, si osservano due fenomeni:
-il sempre maggiore ricorso alla medicina difensiva positiva, cioè alla prescrizione di esami e trattamenti non necessari atti a redigere una documentazione che attesti che il medico ha operato secondo gli standard di cura previsti, in modo da cautelarsi da eventuali future azioni legali, e il ricorso alla medicina difensiva negativa, cioè la pratica di evitare pazienti o pratiche ad alto rischio (e questo vale anche per molti colleghi infermieri)
-parallelamente molti operatori (medici e infermieri) condividono la necessità di evitare l’accanimento terapeutico e impostare le cure nel senso di un’accompagnamento verso la “buona morte” più che verso una “buona cartella clinica”. Quindi l’eutanasia di fatto è praticata e condivisa ma del tutto silente.

Paul M.

@Shiningsun
QUOTO i tuoi interventi alla grandissima 😉 Ho lavorato anch’io in situazioni di emergenza con la C.R.I. sulle ambulanze….ero volontario e per quanto avevamo sempra accanto medici ed infermieri, a volte la situazione era tosta proprio 🙁
Un caro saluto pieno di stima 😉

enrico mini

@ Shiningsun,
ribadisco la mia assoluta condivisione con il tuo modo di pensare e operare e spero, in caso di necessità, di trovarmi a fianco una persona con la tua enorme sensibilità e responsabilità.
Nel 1974 probabilmente (io lo credo ma non ne sono sicuro) mio padre è stato aiutato a non soffrire oltre da un suo collega medico. Bene, se così è stato, vista la situazione clinica, io non finirò mai di ringraziarlo.
La vita è una benedizione ma molte volte la morte lo è di più.

Luigi De Lauretis Nisii

D’accordo con Ivan Mezzena e Strozzapreti. L’eutanasia clandestina si fa e non si LEGALIZZA per non dare fastidio al vaticano. Veramente una EROINA l’infermiera che ha dato una dose extra di farmaco per evitare ulteriori sofferenze al malato. Ma in Italia la cc impedisce qualsiasi legge CHE SIA PER LA LIBERTA’, PER L’AUTODETERMINAZIONE DELLA PERSONA. Legalizzare l’eutanasia è dare la possibilita di scegliere alla persona in situazioni di fine vita. Solo lei ha il diritto di scegliere.Per me l’eutanasia è libertà, E’ UN GRANDE ATTO DI AMORE.

Danx

Grazie ai nostri politici del menga per non aver ancora legiferato sul testamento biologico!
Vergognatevi, succhia soldi!

Corrado Luciani

Credo che occorra ben distinguere tra eutanasia passiva (evitare l’accanimento terapeutico per una morte più serena) ed eutanasia attiva (morire per evitare sofferenze). In un paese civile ben venga l’eutanasia passiva ma non dovrebbe essere tollerata quella attiva, tanto più che nel caso specifico la volontà non era stata espressa (non si può dusumerla da un tentato suicidio). E’ vero che talvolta il confine tra eutanasia attiva e passiva è labile ma nel dubbio occorre un comportamento prudente. Riporto una frase tratta dalla voce NDE di wikipedia che dovrebbe far riflettere e indurre a comportamenti più prudenti anche in caso di testamenti biologici.
“Some research has suggested that unconscious patients can overhear conversations even if the hospital machines aren’t registering any brain activity. Research conducted at Sheffield University led to a finding that the release of adrenaline caused by tissue damage during surgery may cause this.[57] Recent findings have also shown that people diagnosed in a “persistent vegetative state” can communicate through their thoughts, as detected by an fMRI”

Corrado Luciani

Aggiungo infine che in un paese civile l’eutanasia attiva dovrebbe essere sostituita da un insieme di tecniche (psicologiche, farmaci, terapia varie) che riducano la sofferenza e rendano apprezzabile la vita fino alla morte.

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