Un articolo di ieri de ‘Il Sole 24 Ore’ firmato da Roberto D’Alimonte, riporta i risultati dell’indagine condotta da Itanes sul rapporto tra appartenenza religiosa cattolica e voto alle elezioni politiche del 2008 e li inserisce nel contesto delle recenti polemiche sul caso Boffo. Gli elettori sono stati divisi in tre categorie: “non praticanti/non credenti”, “saltuari” (chi “occasionalmente a messa”), “praticanti” (chi va “a messa tutte le domeniche”).
Sulla base di tale indagine, il 43% dei cattolici praticanti ha votato per il Pdl e il 63% comunque per un partito di destra, mentre il 27% ha scelto Pd e il 35% uno dei partiti di sinistra.
I “saltuari” hanno un andamento simile, ma con tendenza a “variazioni significative all’interno dei due schieramenti, soprattutto a destra”: più del 10% di essi voterebbe Lega, mentre per l’Udc passano dal 10% al 5% (“confermando di essere il partito dei cattolici più devoti”).
“E’ tra i non credenti/non praticanti e le altre due categorie” fa notare D’Alimonte “che emerge la vera contrapposizione”: il 61% dei non credenti/non praticanti avrebbe votato a sinistra, contro il 35% che ha votato a destra.
Dal punto di vista politico, l’analista conclude che i cattolici ormai sono frammentati (nonostante votino di più a destra), mentre durante la Prima Repubblica le diverse inclinazioni del cattolicesimo trovavano comunque la Dc come riferimento, cosa che “serviva a ‘nascondere’ le profonde differenze” interne tra progressisti e tradizionalisti. “La scomparsa della Dc e la trasformazione in senso bipolare della politica italiana ha fatto emergere con nettezza le divisioni esistenti all’interno del mondo cattolico su bioetica, laicità, immigrazione, cittadinanza”, scrive il giornalista, che aggiunge: “questo ha indebolito il fattore religioso e rafforzato quello ideologico” (ovvero, di identificazione partitica o di area) dato che ad esempio molti cattolici praticanti “che votano Pd sono più vicini alle posizioni degli elettori di sinistra non credenti o non praticanti che alle posizioni dei cattolici praticanti che votano Pdl”, mentre quelli tradizionalisti “votano a destra non in quanto cattolici ma perchè trovano nei partiti di questo schieramento la risposta alle loro preoccupazioni e la difesa dei loro interessi”. Viste le differenze all’interno dell’elettorato cattolico, acuite da bipolarismo, “la capacità della Chiesa di influire sul comportamento di voto perfino dei fedeli più assidui è per forza di cose limitata. Se il fattore ideologico prevale su quello religioso è più difficile fare appello alla fede per orientare il voto in un senso o nell’altro”.
D’Alimonte si chiede quali saranno le conseguenze delle recenti vicende personali del presidente del Consiglio sul voto dei cattolici e conclude: “quelli che già non votavano Berlusconi hanno trovato una ragione in più per non farlo”, mentre quelli che lo votano per la maggior parte “non cambieranno atteggiamento”, molti “perchè lontani dalla politica”, “altri perchè disposti ad accettare lo scambio offerto dal Cavaliere: politiche gradite su bioetica, immigrazione, sicurezza in cambio di tolleranza sulla sua vita privata”. Ci sono però anche cattolici di destra “disorientati”, che potrebbero in parte indirizzarsi verso l’Udc o l’astensione, “in un caso e nell’altro sarebbero voti persi per Berlusconi e la sua coalizione”.
Indagine Itanes: politiche 2008 e appartenenza religiosa
19 commenti
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Bel quadretto che ne esce: il politico votato può essere pedofilo, assassino, ladro, ecc… basta che faccia leggiucchie fascite loro gradite e magari qualche bel taglio di tasse ai ceti alti perchè i cattolci li votino.
Il benessere di tutto il paese (compresi i cittadini non cattolici), il progresso sociale, scientifico e tecnologico, la giustizia, ecc.. non contano nulla difronte al fatto di avere qualcuno che voti legiucchie aventi il solo socopo di rasicurare le loro paure e costringere gli altri a vivere come dicono loro.
Bella gente davvero.
riassunto: i cattolici di destra votano a destra. I cattolici di sinistra votano a sinistra.
I laici di destra votano a destra. I laici di sinistra votano a sinistra.
Che articolo inutile
Ammesso che i dati siano fondati emerge che l’indicazione della chiesa ha poca importanza: vota a destra sostanzialmente chi vuole evadere le tasse, chi è razzista, chi vuole che i servizi pubblici spariscano a favore dei privati, chi vuole meno controlli per poter fare quel che gli pare (piccola e grande criminalità). Il problema dell’Italia è forse questo: che un elettore su tre vuole quello che la destra promette (e mantiene, vedi sopra), gli altri sono quasi tutti disgustati perchè non vedono un’alternativa….
L’articolo però una qualche utilità mi sembra che l’abbia. Ovvero, se gli elettori votano fondamentalmente in base ai propri interessi, ed eventualmente alle proprie paure, perchè dare tanto la caccia al voto cattolico?
Uhm… Tra i cattolici praticanti 63% vota a destra, 27% PD, 35 % sinistra…
63+27+35=125% qui qualcosa non va….
A meno che non si conti il PD come partito di… sinistra?
Il bipolarismo accentua comunque ogni tentativo di rubare i voti all’avversario. Il paradosso di 2 gelatai che si contendono la spiaggia: si sposteranno sempre di piu’ l’uno verso l’altro (cioè verso il centro della spiaggia) per rubarsi i clienti… e finchè come non credenti non saremo piu’ visibili, la spiaggia dei cattolici farà sempre gola.
Per la cronaca, il paradosso dei 2 gelatai è stato raccontato da Odifreddi (e trascritto da molte parti sul web) e ben descrive il piattume insulso a cui ci sta portando il bipolarismo.
Sarebbe bene che in questi sondaggi si diano anche il valore assoluto di partenza per capire bene di quante persone credenti e non stiamo parlando. Dobbiamo sapere quanti in percentuale sulla popolazione totale per avere dei punti di riferimento. Per esempio non ho mai capito quanti siano i cattolici praticanti rispetto a tutta la popolazione.
# puric scrive:
riassunto: i cattolici di destra votano a destra. I cattolici di sinistra votano a sinistra.
I laici di destra votano a destra. I laici di sinistra votano a sinistra.
Che articolo inutile
A me pare inutile il tuo commento. L’articolo (meglio: il sondaggio) ha voluto evidenziare il reale peso che i due fattori presi in considerazione (ideologico e religioso) hanno nelle scelte dell’elettorato cattolico e non.
La politica e la religione, dovrebbero essere due cose completamente separate. E’ la religione che le unisce, per avere il controllo della popolazione, e non solo. Il sistama religioso, specie il cattolico, è impositivo. Perciò non va d’accordo con un sistema di governo democratico.
“lo scambio offerto dal Cavaliere: politiche gradite su bioetica, immigrazione, sicurezza in cambio di tolleranza sulla sua vita privata”.
Aggiungerei: condoni fiscali ed edilizi, abolizione dell’Ici per i ceti alti, abolizione del giornalismo serio, opportunismo nei rapporti con il vaticano, esaltazione della banalità, falsità e volgarità in ogni occasione pubblica, rassicurazione che siamo tutti comunque egoisti e bugiardi – il tutti in cambio di una sempplice crocetta su un simbolo e un nome.
….E il PD sta ancora valutando il tema della laicita’ dello stato!….Bah! 🙁
E i praticanti, non credenti (e ce ne sono diversi) dove sono stati messi?
La dispersione dei cattolici è una semplice conseguenza del fatto che non esiste nessun partito laico e tutti fanno a gara, senza particolari distinzioni, a prostituirsi per il vaticano.
Senza differenze sostanziali la distribuzione probabilistica aspettata è uniforme.
E’ sintomatico il fatto che credi e non credi, vanno di pari passo con la politica, in fondo rispecchiano entrambi in un sistema binario la vita socio culturale della popolazione.
…e intanto Bersani ricorda le radici cristiane… ecco perchè non c’è più identita politica
@Ivo Mezzena
…No il problema non e’ che non c’e’ identita politica….Il problema e’ che non c’e’ opposizione! Hai sentito qualcuno dei cari Franceschini, Bersani, D’alema, Veltroni o altri dire una sola parola…dico UNA! per esempio sul caso Boffo, sulla pillola abortiva o sull’ora di religione!?!?…nada de nada!
IL NANO VINCE PERCHE’ NON HA RIVALI ALL’ALTEZZA.
Come si fa a fare i sondaggi di ciò che è nel cuore dell’uomo?
La fede non è misurabile statisticamente.