Inghilterra: il suicidio assistito non è più reato. Ma in Svizzera diventano più restrittivi

Nei prossimi giorni sarà diffuso un testo, elaborato dal consigliere della regina Keir Starmer, che introdurrà nuove linee guida in materia di suicidio assistito. Saranno direttive basate su una diversa interpretazione delle norme già esistenti, e renderanno possibile aiutare chi desidera morire senza subire conseguenze penali: non sarà più considerato reato aiutare qualcuno a togliersi la vita, se questa persona è un malato terminale o è comunque affetto da una malattia incurabile.
Circa 115 cittadini inglesi sono morti in questo modo, negli ultimi anni, presso la clinica Dignitas. Secondo l’Independent, il ministro svizzero della giustizia, Eveline Widmer Schlumpf, nel timore che il fenomeno del “turismo del suicidio” possa estendersi vorrebbe limitare il diritto al suicidio assistito ai soli cittadini svizzeri.

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64 commenti

danielen

Non capisco cosa ci sia di sbagliato nel “turismo del suicidio”… a parte la definizione balorda data.

Ma dico io se un paese ha delle norme civili più avanzate di quelli che gli stanno intorno perchè non dovrebbe aprire le porte a quei cittadini che per disgrazia nascono in paesi dove le norme civili sono retrograde?
Tanto più che in questo caso non c’è il rischio di immigrazione clandestina con conseguente fobia per l’extracomunitario… se ne dipartirà alquanto presto… Và a capire…

Ulv

Dopo decine di “casi Pretty”, l’Inghilterra segna il passo e si decide a promulgare un’altra legge di civiltà.

bismarck

Mi chiedo come mai in Inghilterra non fanno una legge sull’eutanasia così tagliano la testa al toro.

Marco C.

Oh, finalmente.

Chiedo scusa, mi ero dimenticato di sottoscrivere il regolamento, che ovviamente accetto in toto.

Incredibile pensare come ci siano già certi paesi che legalizzano l’ eutanasia (giustissimo), quando da noi ancora ci si rifiuta di non far soffrire inutilmente persone in uno stato di precarietà irreversibile.

Paul Manoni

La liberta’ di disporre del proprio corpo va’ garantita’ per legge.
Ad una persona malata terminale o inguaribile deve essere garantita con strumeni legali, forniti dallo stato, la liberta’ di una morte nel pieno della propria dignita’.
TESTAMENTO BIOLOGICO SUBITO!

Ivo Mezzena

I TG RAI che dovrebbero informare sul testamento biologico, mandano in onda la solita intervista di qualche vescovo portando la popolazione in una sola direzione, il Vaticano.

Ivo Mezzena

Antonio

Se sei completamente infermo come pensi di poter suicidarti senza assistenza?
Potrà sembrare un brutto termine, ma è un termine chiaro e incisivo.

Luis

Sarebbe come certificare che il rispetto della vita umana non è un valore universale, ma dipende da che tipo di termine ha la vita. Se avviene per “vecchiaia” è un valore fondamentale, altrimenti no. Curioso, no?

rolling stone

@ Danielen

il fatto è che alla Confederazione Svizzera ogni “suicidio assistito”
ha dei costi notevoli di tipo amministrativo
(circa 3 o 4 mila Euro, mi pare di aver letto tempo fa)
per le pratiche burocratiche, medico e legali,
che in ogni caso, si tratti di un cittadino svizzero o di uno straniero,
devono essere espletate per legge.
Da qui l’intenzione della Confederazione di limitare la cosa ai soli cittadini svizzeri,
ossia solo ai suoi contribuenti.
Non si tratta quindi di una restrizione ideologia, bensi semplicemente amministrativa,
tipica del (piu’ che giusto) pragmatismo svizzero.

Giovanni Enrico

@Luis

no, il rispetto per la vita umana rimane un valore fondamentale, ma dipende dal valore che ha per chi la vive. E’ troppo facile applicare principi universali sulla pelle degli altri.

stefano f.

l’europa civile si allontana come la luce di una supernova, che pian piano si spegne fino all’estinzione…viviamo in un’europa economicamente e socialemente a 2 marce, e l’italia è praticamente in “folle”.

Luis

@ Giovanni Enrico

Scusami, ma mi sfugge una cosa: come fa la vita ad essere un valore fondamentale se poi dipende dal valore che ha per chi la vive?
Un valore fondamentale, se è veramente tale, non dovrebbe essere una ricchezza oggettiva su cui si basa la società civile.

Giovanni Enrico

@Luis

Valore fondamentale non significa valore assoluto. Ed è in effetti una ricchezza per la società, ma a patto che abbia ancora significato per chi quella vita vive sulla propria pelle. Se condizioni particolarmente dolorose rendono la vita intollerabile per il singolo, nessuno ha il diritto di costringerlo ad andare avanti in nome di principi di astratta universalità. I principi vanno bene in teoria, ma è la pratica del dolore ad essere vissuta singolarmente.
Certamente bisogna fare di tutto per rendere la vita il più tollerabile possibile per chi è gravemente impedito; ma se questo non fosse possibile credo che la decisione debba spettare a chi vive, non ad altri

Magar, bieco illuminista,

@Luis

Infatti c’è un equivoco. Per me la vita, in sé, non ha un “valore fondamentale”. Semmai ce l’ha la volontà di vivere del mio simile. Non è l’attività dei mitocondri ad avere dignità morale, ma la coscienza di una persona.

Luis

@ Giovanni Enrico

Mi dici: “Ed è in effetti una ricchezza per la società, ma a patto che abbia ancora significato per chi quella vita vive sulla propria pelle”.
Ma, allora, seguendo questa tua logica anche un depresso con volontà suicide ha tutto il diritto di porre fine alla sua vita, d’altronde sia la depressione che il cancro sono due malattie.

@ Magar

Bè, certo, ognuno ha le sue definizioni, ma se ad essere un “valore fondamentale” è la volontà di vivere e non la vita in sè, allora legalizziamo ogni suicidio e smettiamola di spender soldi pubblici per soccorrere le persone in difficoltà: come faremmo, infatti, a sapere se avevano veramente “voglia di vivere”?

peter

@Luis

Spiegaci per quale motivo é giusto mandare a scatafascio il proprio fisico e di conseguenza la propria vita, stracannando, strafumando e stramangiando, non rispettando quindi la propria vita(donata o meno); ed é invece sbagliato decidere di propria volontà di terminare la propria vita assistito da un medico e senza provare alcun dolore fisico.
Per me la mia vita, quindi la mia salute, é un valore fondamentale, e senza cadere nelle fobie, evito tutti quei comportamenti che possano ledere la mia esistenza, quindi faccio di tutto per vivere il piú a lungo possibile una vita degna di essere vissuta.
Spero che se mai sentiró la necessità di terminare la mia esistenza possa usufruire di una struttura che non mi sostenga e mi aiuti a compiere l’ultimo atto della MIA vita.

Magar, bieco illuminista,

@Luis

Il suicidio è già “legalizzato”, nel senso che tentare di compierlo (e sopravvivere) non è reato penale.
Quanto ai tentativi di suicidio che hai in mente, tentiamo di bloccarli perché partiamo dalla convinzione che quella persona, in quel momento, non sia pienamente in sé. Difficile invece pensare che un malato terminale sia da equiparare (ad esempio) ad un malato di depressione.

peter

@Luis

“Ma, allora, seguendo questa tua logica anche un depresso con volontà suicide ha tutto il diritto di porre fine alla sua vita, d’altronde sia la depressione che il cancro sono due malattie”

Perché pur di giustificare le tue idee mischi la marmellata con la polenta?

La depressione é una malattia comprovata e come tale deve essere guarita, la volontà di un malato terminale di un tumore al pancreas(notoriamente inguaribile), é ben altra cosa.
Ma probabilmente a te vedere un tuo parente, deformasi mentalmente e fisicamente e vederlo morire strafatto di morfina al punto tale da non riconosce i propri figli, provoca meno dolore che vederlo morire “sano” nel corpo e nella mente.

Giulio69

Vorrei solo far notare che il l’assistenza al suicidio non e’ stata depenalizzata nel Regno Unito. Le linee guida dovrebbero rendere piu’ semplice il compito dei procuratori (Crown Prosecution Service) che sono coloro che intraprendono l’azione penale. Nel Regno Unito l’azione penale non e’ obbligatoria come in Italia.
In pratica hanno voluto chiarire in quali circostanze una persona che aiuti qualcuno a commettere sucidio debba essere portata a giudizio o no. Questa perche’ una signora malata di sclerosi multipla che vuole andare in Svizzera (per togliersi la vita) vuole sapere se il marito che l’accompagnerebbe andrebbe incontro ad un processo e magari ad una condanna.
Just my 2 cents.

Luis

@ Peter

Non c’è niente da spiegare, infatti penso che buttare la propria vita con una condotta sregolata sia sbagliato come volerla distruggere in quanto malati: sono due modi per considerare la vita senza valore.
Come giustamente dici la salute è un valore fondamentale, quindi combattere per essa in ogni occasione non può che essere una cosa giusta, sempre che non si cadi nell’accanimento terapeutico.
In realtà non riesco a capire perchè trovi giusto che esista la possibilità di porre fine solo alla vita minata da una malattia incurabile e non quella minata da una qualunque volontà di non essere vissuta. Non dovrebbe contare solo la propria volontà individuale?

Per quanto mi riguarda, quando guardo (e ho guardato) un mio parente deformasi mentalmente e fisicamente e lo vedo morire strafatto di morfina al punto tale da non riconoscere i propri figli, vedo principalmente una persona amata che ha tanto da insegnare.

Luis

@ Magar

Con questo che vuoi dire? Che vale la pena di soccorrere solo chi, in quel momento, non sia pienamente in sé? E con gli altri? Quelli che avrebbero bisogno d’aiuto e che sono pienamente in possesso delle loro facoltà mentali, che facciamo, li abbandoniamo a loro stessi? Infatti, seguendo il tuo ragionamento, la loro vita non ha alcun valore, ma solo la loro volontà di restare in vita. Correremmo il rischio di intervenire inutilmente?

#Aldo#

Oh, guardate, di quando in quando mi capita di fare previsioni per il futuro e ogni volta di vederle avverare. Dunque, attivate la memoria a lungo termine…

— NOSTRADAMUS MODE ON —

Quando la “gobba” demografica della generazione del baby-boom (gli attuali 40/50enni) raggiungerà l’età della perdita dell’autonomia, come per incanto non solo il suicidio assistito, ma pure l’eutanasia diventeranno moralmente accettabili ed, anzi, auspicabili. Ciò accadrà perché tenere in vita gli anziani non autosufficienti di quel momento, troppo numerosi, non sarà più un “affare” come è ora, ma diverrà un “intralcio” venendo a mancare la base (ora numerosissima) di coloro che pagano per servizi che giammai potranno a loro volta ricevere.

— NOSTRADAMUS MODE OFF —

Potete fare di questa mia profezia quel che vi pare, ma ora è lì, immortalata nelle miriadi di elettroni vaganti che costituiscono il web. Il futuro (prossimo, diciamo 30/40 anni) confermerà o smentirà.

P.S. Mi spiace di non essere in grado di scrivere in latino, la mia profezia sarebbe stata molto più altisonante.

Dalila

@ bismark

Perchè?
Perchè l’Inghilterra “fa a babba sutta ‘o linzolu”
brutto vizio da sempre, ripetitivo nella storia, autodistruttivo per il paese stesso (un vero peccato consideratone il potenziale).
-l’ho scritto in siciliano, ed in genere non lo faccio mai, perchè non mi vengono in mente altri idiomi nei quali tradurre questa colorita espressione che vuol dire un po’ “mi nascondo ma tu mi vedi, mi sbilancio ma non troppo”- .

Fri

@ Luis

Se una persona decide nel pieno delle sue facolta’ mentali di terminare una vita nella quale non trova piu’ soddisfazione non vedo perche’ non lo debba fare. Io credo che sia un suo diritto. Le persone che gli stanno intorno, chiaramente, hanno il diritto di parlargli, di stargli vicino, di cercare di capire le sue ragioni e anche di cercare di fargli cambiare idea. Ma la vita rimane la sua e deve essere sua la decisione ultima. La depressione e’ una malattia mentale quindi la persona depressa non e’ nel pieno delle sue facolta’ e come tale esce dal caso precedente e deve essere aiutata a curarsi. Un malato terminale o di malattia incurabile nel pieno delle sue facolta’ mentali ha tutti i diritti di decidere se terminare o meno la sua vita. Nessuno glielo puo’ imporre se non lo vuole e nessuno glielo puo’ impedire se lo vuole.
Il valore della vita non e’ un concetto assoluto. Ognuno nella vita ci vede cio’ che vuole e si aspetta dalla vita cose diverse. Ognuno fa le sue scelte e gli altri devono imparare a rispettarle anche se non piacciono.

Ivo Mezzena

La vita è un valore… si ha valore fino a quando per vivere non devo soffrire di dolori disumani, o sapere che presto sarò un demente, o rovinare la vita dei miei cari.
A quel punto io devo essere libero di morire come e quando voglio.

Paul Manoni

@#Aldo#
Guarda che di profeti in mezzo alle balls ne abbiamo fin sopra le orecchie! 😀

laverdure

Personalmente credo che la semplice possibilita del suicidio,almeno per persone senza
famiglia a carico,aiuta sopportare i problemi della vita,qualunque tipo di problemi,non
solo le malattie.
Sapere che anche se le cose andranno malissimo non sarai costretto a sopportare miseria e
umiliazioni,a meno che non lo voglia tu stesso,paradossalmente ti aiuta ad evitare
quella disperazione e depressione che potrebbero spingerti al suicidio stesso!

korova

Vorrei portare per mano berlusconi silvio al suicidio assistito.

Chiedo troppo?? :?::?:

:mrgreen:

Magar

Quelli che avrebbero bisogno d’aiuto e che sono pienamente in possesso delle loro facoltà mentali, che facciamo, li abbandoniamo a loro stessi?

Sì.
Certamente si tratta di una decisione presa in piena coscienza.
Francamente l’idea di non poter – per legge – scegliere io il momento migliore per uscire di scena mi parrebbe da incubo.

Luis

@ Fri

Pensi che voler morire sia un diritto? Esiste il diritto alla vita, forse il più fondamentale di tutti, può essere possibile che esistano contemporaneamente due diritti opposti?
Se la mia morte è un diritto vuol dire che la società ha il dovere di farmi morire. Ma si può obbligare la società a darmi la morte? Secondo me si cadrebbe in un relativismo etico dove non si riconosce nessuna norma morale come definitiva.
Credere che valga la pena di vivere solo se questa è “soddisfacente” significa, in fondo, considerare l’uomo come un oggetto che perde valore in determinate circostanze. Una persona, per il solo fatto di essere tale, possiede un valore permanente, e non è mai assimilabile a un oggetto.
Perchè siamo così pronti a voler porre fine ad una vita e così meno pronti a chiederci quali siano i motivi per i quali una persona chieda di voler morire? Forse non è principalmente una nostra responsabilità, visto che a quella vita non diamo più alcun valore?

Luis

@ Magar

Esiste un diritto/dovere di soccorrere chi ha bisogno d’aiuto, proprio perché riconosciamo nella vita, e non nella “volontà di vivere”, un valore fondamentale.
Il tuo nichilismo mi fa paura.

Magar

@Luis

Che fai, la supercazzola?
Se uno, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, ha deciso di morire non ha “bisogno di aiuto” (al massimo può aver bisogno di aiuto per mettere in esecuzione il suo progetto, in certi casi particolari), ha preso una decisione sulla propria esistenza, che appartiene a lui e solo a lui. Ovviamente c’è tutto lo spazio per parlare con quella persona, argomentare, tentare di convincerlo. Ma la decisione finale spetta solo a lui.
Quindi non è “abbandonato a se stesso”: semmai è “lasciato libero di autodeterminarsi”.
Oltre quel limite, il “soccorso” diventa un’odiosa imposizione da donna Prassede della situazione.
Il “valore di una vita” (che brutta espressione equivoca) lo stabilisce solo e soltanto il suo proprietario unico.

Esiste il diritto alla vita, forse il più fondamentale di tutti, può essere possibile che esistano contemporaneamente due diritti opposti?
Esiste il diritto ad essere credenti, e quello a essere non-credenti. Sono due facce del diritto ad autodeterminarsi. Anche il diritto alla vita e quello alla morte sono tali.

Magar

Quanto all’obbligo per la società di darmi la morte: in generale un individuo se la può dar da sé, e tutto ciò che chiede è, appunto, assistenza. (Che è appunto ciò di cui si parla nella news).

Nei casi estremi in cui occorra un intervento esterno, nessuno pretende di obbligare un individuo terzo a compiere azioni che vadano contro la sua coscienza: ci si baserebbe sulle azioni volontarie.
Fermo restando che in Italia le leggi attuali non riconoscono eccezioni per quello che classificano come “omicidio del consenziente”. Ma tutto questo esula dal topic della notizia.

peter

@Luis 22 Settembre 2009 alle 15:11

Invece penso che ci sia molto da spiegare. Dato che TUTTI voi credenti considerate un bravo cattolico qualsiasi obeso fumatore che và in chiesa e che é contrario all’eutanasia. Non mi sembra che i vostri referenti spirituali si prodighino tanto nel condannare comportamenti lesivi della salute del corpo donato da dio, e penso che non possano neanche farlo visto che la maggior parte di loro é obesa e magari fuma pure.

Personalmente penso che l’eutanasia, o suicidio assistito che dir si voglia, non debba avere troppi vincoli, se non quelli riguardanti la piena coscienza mentale, quindi la depressione é una di quelle patologie che dovrebbe rientrare nei vincoli.

E nella triste occasione in cui, anch’Io purtroppo, ho dovuto assistere a certe degenerazioni, ho imparato che non c’é nessunissimo motivo per dover sopportare tanto dolore per poi morire comunque, e se mai mi dovesse capitare spero di insegnare che la morte fà parte della nostra vita e che la si puó affrontare serenamente.

peter

@TUTTI I CREDENTI

PERCHÈ VI RODE TANTO MORIRE SULLA TERRA SE POI VIVRETE PER SEMPRE INSIEME AL VOSTRO DIO E A TUTTE LE PERSONE A CUI AVETE VOLUTO BENE IN QUESTO LUOGO DI PASSAGGIO?

Dite la verità, al corso avanzato di catechismo vi svelano il segreto dell’aldilà e non é cosí paradisiaco.

rolling stone

@Luis
anche in perfetta salute e nel pieno possesso delle facoltà mentali
uno ha diritto anche di andarsene, se gli pare.
Semplicemente per il seguente motivo:
“La vita viene spacciata per un dono, mentre è palese che chiunque avesse potuto in anticipo vedere ed esaminare un simile dono, l’avrebbe rifiutato con tanti ringraziamenti.
A questa affermazione i teisti replicano che la vita dovrebbe essere, dall’inizio alla fine, una lezione. Ma proprio per questo vorrei che mi avessero lasciato nella pace nel mio modesto nulla, dove non avrei avuto bisogno né di lezioni né di qualsiasi altra cosa.
Sostengono addirittura che un giorno l’uomo dovrà rendere conto di ogni ora della propria vita. Ma per quale motivo sono stato strappato da quella pace e cacciato in una situazione cosi’ difficile, oscura e penosa?” (Schopenhauer).

peter

@Luis

I diritti in antitesi esisto e convivono allegramente.

_Ho il diritto di votare ma anche di non farlo
_Ho il diritto di avere dei figli ma anche di non averli
_Ho il diritto di fumare e di non farlo

Si potrebbe andare avanti all’infinito.
A me fà piú paura immaginarmi semi-vegetale in un letto con un sondino per mangiare un tubo nel pene per pisciare ed un che esce dalla panza per cagare piuttosto che un medico che mi somministra un sedativo dal quale non mi sveglio piú

Luis

@ Magar
Assistere una persona aiutandola a morire equivale, moralmente, ad ucciderla. Per rendere lecito qualsiasi “intervento esterno” occorrerebbe un avallo legale, ma così si costringerebbe lo Stato a legiferare contro i propri principi etici.

@ Peter
No, non è vero che una persona obesa e/o fumatrice (sempre che sia perfettamente cosciente del fatto che le sue abitudini siano nocive per la sua salute) non sia criticata per la sua condotta, mai sentito parlare del peccato della gola? Penso, piuttosto, che non possano essere messe sullo stesso piano la volontà di togliere o togliersi la vita con gli atteggiamenti che possono mettere a repentaglio la propria vita senza avere la volontà di togliersela.
Io credo che la vita è sempre importante, anche quando sta per finire. Penso che la dignità della vita umana non si misuri con quanto questa sia “soddisfacente” o “utile”, ma per l’amore e la solidarietà che riesce a generare. E’ vero quello che dici, la morte fa parte della nostra vita ed accoglierla serenamente al suo naturale termine, rappresenta un insegnamento fondamentale per tutti noi.
Veramente non “mi rode” di morire, ne ho solo un po’ paura. Come quando uno deve raggiungere una bellissima spiaggia tropicale, ma prima deve farsi 10 ore di aereo sull’oceano. Visto che hai fatto una domanda ai credenti, per quanto mi riguarda, io credo che la vita provenga da Dio, quindi mi sembra giusto che sia Lui a riprendersela.

@ rolling stones
Io credo che la vita sia un valore di per sé, è indisponibile ed intangibile per se stesso. Questa preziosa ricchezza non va sprecata, se uno possiede un’enorme tesoro, non la nasconde sottoterra, ma lo fa fruttare. Purtroppo quella grande mente di Schopenhauer non capì questo aspetto.
Comunque, se i miei ricordi scolastici non m’ingannano, Schopenhauer non propugnava il suicidio.

Luis

@ Peter

Non votare, non avere figli, non fumare non sono diritti di per sè, ma appartengono ad un unico diritto fondamentale ad essere liberi, così com’è quello alla vita.
Questi diritti fondamentali sono inviolabili ed inalienabili.

Io, invece, penso che la vita abbia sempre un suo valore, anche quella immobilizzata su di un letto. Ogni vita, infatti, può generare amore e credo che il nostro mondo abbia bisogno di più amore possibile.

rolling stone

@ Luis
è in parte vero, riguardo ai tuoi ricordi scolastici.

Ne “I due problemi fondamentali dell’etica” Schopenhauer infatti scrive: “A differenza dell’animale, che è vittima di sofferenze solo corporali e limitate all’immediato presente, l’uomo è vittima di sofferenze spirituali incomparabilmente più grandi, che abbracciano anche il passato e il futuro. In compenso, solo all’uomo la natura ha dato il privilegio di poter deliberatamente porre fine alla propria vita prima ancora del termine che la natura stessa le ha posto, ossia di vivere non necessariamente fin quando è possibile (come l’animale), ma solo fino a quando lui stesso lo desidera. Se l’uomo debba opporsi a questo privilegio per motivi etici é una questione difficile che non si può certo risolvere con i soliti argomenti superficiali”.

Magar

@Luis

Io, invece, penso che la vita abbia sempre un suo valore, anche quella immobilizzata su di un letto.
Tu lo pensi, io per nulla. Siamo chiaramente nel campo dei giudizi soggettivi sul senso dell’esistenza: ergo, ognuno decida per se stesso se vale la pena di “generare amore” immobilizzati su un letto. Io mi rifiuterei di farlo.
così si costringerebbe lo Stato a legiferare contro i propri principi etici.
No, a legiferare contro i tuoi principi esistenzial-religiosi, che vorresti imporre per legge al resto della popolazione. Accetta invece il fatto che non tutti abbiamo il tuo stesso feticismo per le funzioni vitali!

Quanto alla presunta indisponibilità della vita: la tua, forse; la mia vita è totalmente a mia disposizione al 2000%.

Fri

@ Luis

“Pensi che voler morire sia un diritto?”

Assolutamente si.

“io credo che la vita provenga da Dio, quindi mi sembra giusto che sia Lui a riprendersela.”

Allora perchè usare le medicine e perchè, soprattutto, voler imporre l’uso del sondino nasogastrico? Se dio ti ha dato una malattia, se ti ha tolto la possibilità di nutrirti e magari pure di respirare autonomamente, non vuole forse dire che si vuole riprendere la tua vita? perchè voler a tutti i costi curare la varicella (tanto per dirne una) che fino a qualche decennio fa portava quasi sempre alla morte?

“Io, invece, penso che la vita abbia sempre un suo valore, anche quella immobilizzata su di un letto.”
La vita ha il valore che il suo possessore le dà. Se tu immobilizzato in un letto sei felice e riesci a dare amore a chi ti circonda fortunato te. Io sprizzerei scintille di odio e bestemmie a tutto andare. Il punto è che scegliere come vivere “appartiene ad un unico diritto fondamentale ad essere liberi”. Se come vivo non è vita per me ho tutto il diritto di morire.

“Ogni vita, infatti, può generare amore e credo che il nostro mondo abbia bisogno di più amore possibile.”
In generale pare proprio che a voi credenti le vite da amare siano quelle quasi morte o non ancora vive… tutto quello che ci sta in mezzo lo si può mandare come carne da macello alle crociate o sottoporre alle più ignobili torture psicologiche che va bene lo stesso. Tanto la vita è di dio e se lui ha scelto così per te deve andarti bene. Bah, che modo di pensare assurdo e innaturale.

pino

Mi piace per niente la terminologia adottata “suicidio assistito”: non saprei al momento come esprimere il concetto in modo più colto se non più civile.
Leggendo le notizie di stamattina circa l’incontro dei radicali con il presidente della Camera, Fini, mi sorge – come sempre più spesso mi capita quando sento parlare degli ex-soci parlamentari di capezzone – il dubbio/terrore che (a parte la signora Welby, su cui non posso nutrire alcun dubbio circa operato, propositi e comportamenti attuali e futuri) questi radicali non possano essere i prossimi “portavoce” del capo unico, giusto e supremo, sul modello capezzone!!!!
Del resto troppi della banda pannella hanno tralignato in maniera vergognosa, segno che il pannella si è troppo spesso circondato di feccia (al di là dei negri, ciccoline, piperni e supporter di terroristi vari

Dalila

@ Luis

“Veramente non “mi rode” di morire, ne ho solo un po’ paura. Come quando uno deve raggiungere una bellissima spiaggia tropicale, ma prima deve farsi 10 ore di aereo sull’oceano”.

Fossi in te, non salirei su quell’aereo…

Mattia

Sono pienamente d’accordo con Fri e aggiungo: per me, andarmene qualora fossi ridotto così male sarebbe un gesto d’amore sia verso me stesso, che non soffrirei più, sia verso chi mi ama, che non mi vedrebbe più soffrire; tanto più verso chi mi dovrebbe accudire, sacrificando la sua vita per una cosa ormai inutile e terribile.

Voi, che vi riempite la bocca con la parola “natura”, ricordate questo: molti animali, quando non ce la fanno più, si lasciano morire, e non soltanto per malattie fisiche allo stato terminale. E non hanno una legge che li autorizzi o glielo vieti; lo fanno e basta.

peter

Luis scrive:

23 Settembre 2009 alle 12:23

“mai sentito parlare del peccato della gola?”

Allora critica Benny che é un bue!

“io credo che la vita provenga da Dio, quindi mi sembra giusto che sia Lui a riprendersela.”

Non correre all’ospedale se ti viene un infarto, altrimenti andrai contro al volere di dio.

“Veramente non “mi rode” di morire, ne ho solo un po’ paura. Come quando uno deve raggiungere una bellissima spiaggia tropicale, ma prima deve farsi 10 ore di aereo sull’oceano”

Se dovessi raggiungere un bellissima spiaggia tropicale, quando viene chiamato il mio nome ci andrei di corsa sull’aereo. Forse tu hai paura che il tuo sia indirizzato in siberia piuttosto che hai tropici.

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Magar scrive:

23 Settembre 2009 alle 13:44

Tu lo pensi, io per nulla. Siamo chiaramente nel campo dei giudizi soggettivi sul senso dell’esistenza: ergo, ognuno decida per se stesso se vale la pena di “generare amore” immobilizzati su un letto. Io mi rifiuterei di farlo……..

Fri scrive:

23 Settembre 2009 alle 13:59
@ Luis

“Pensi che voler morire sia un diritto?”

Assolutamente si………

QUOTO ALLA STRAGRANDE

Luis

@ rolling stones
Ti ringrazio della dotta citazione, confesso che Schopenhauer non era il mio forte.

@ Magar
La vita, qualunque vita, è considerata sacra ed inviolabile dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Questo non è un principio esistenzial-religioso, ma un valore riconosciuto universalmente. Se lo stato legiferasse contro tale principio etico relativizzerebbe un diritto fondamentale rendendolo, di fatto, non più fondamentale.

@ Fri
Io non credo che sia stato Dio a darmi una malattia, il male del mondo esiste perché l’ha voluto l’uomo. In realtà Dio ci ha dato l’intelligenza per combattere questo male sia dal punto di vista materiale che spirituale.
Il diritto a morire è una aberrazione perché si oppone al diritto alla vita, ogni vita ha un valore, anche quella dei malati. La disperazione del malato terminale dipende soprattutto da una nostra negligenza nell’essergli vicino. Una vita è sempre sacra.
Perché pensi che i credenti si disinteressino del prossimo e che pensino solo ai bambini non ancora partoriti ed ai malati terminali? In realtà è la Carità il cuore della fede cristiana e guai se questa venisse a mancare. In particolare mi suonano curiose queste tue parole: “tutto quello che ci sta in mezzo lo si può mandare come carne da macello alle crociate”. A cosa ti riferisci?

@ Dalila
C’è poco da scegliere, prima o poi tutti devono salire su quell’aereo.

@ Mattia
Non pensi che accudire un malato accompagnandolo fino alla sua ultima ora sia un gesto d’incredibile amore ed umanità? Voler per forza rimuovere tutto assomiglia molto ad un comportamento, con tutto il rispetto, da egoisti.

@ Peter
Penso che nessuno sappia bene dov’è diretto il proprio aereo.

Magar

@Luis
Veramente la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dice che Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona., non che abbiamo il dovere di vivere a ogni costo. E la Costituzione Italiana afferma che La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, non i “doveri” imposti da un’ideologia totalitaria.

Dove sta scritto che la vita non appartiene al suo proprietario, e che questo può essere trasformato in uno schiavo delle proprie cellule?

Magar

Voler per forza rimuovere tutto assomiglia molto ad un comportamento, con tutto il rispetto, da egoisti.

Voler evitare ai miei cari il peso della mia malattia è da egoisti? Mah…
Quand’anche lo si volesse vedere così, in ogni caso, è la mia pellaccia quella in gioco, mica quella altrui: ho tutto il diritto di pensare principalmente a me stesso.

peter

Luis scrive:

23 Settembre 2009 alle 15:50

“Io non credo che sia stato Dio a darmi una malattia, il male del mondo esiste perché l’ha voluto l’uomo”

Quindi dio non é onnipotente. Quindi non é tutto già scritto.

Nel momento che scrivo questa mia risposta mancano 116 minuti alla chiusura della discussione, e si evince dalle tue risposte che il tuo modo di vedere la vita é troppo corrotto dall’idealogia cattolica per poter sperare che tu possa ritrovare la via della verità.
Mi spiace molto per te e per la tua vita priva di razionalità. Spero che un giorno tu possa colmare questo tuo vuoto. Have a nice life

Luis

@ Magar

La DUDU parla chiaro: esiste un diritto alla vita, ergo non può esistere uno alla morte.

@ Peter

Ti ringrazio per il tuo gentile saluto ed auspicio, ma, vedi, a te da fastidio il mio modo di ragionare, mentre il tuo a me no. Per me ognuno è libero di pensarla come crede e cercarsi la propria verità.

Quanto all’onnipotenza di Dio lascerei perdere, saremmo decisamente troppo OT. Dico solo che Dio ci ama, quindi ci lascia liberi di scegliere, anche il male, purtroppo.

Have a nice life, too.

Dalila

“Io non credo che sia stato Dio a darmi una malattia, il male del mondo esiste perché l’ha voluto l’uomo”

Vai a dirlo ai malati di cancro o di AIDS, spiega loro che in fondo, forse, se la sono cercata…tutta colpa dell’uomo!
Ma nessun problema, raggiungeranno presto il paradiso tropicale con l’aereo fantasma quindi perchè preoccuparsi?

Magar

Non fare lo gnorri, Luis, ti è già stato mostrato come diritto alla vita e diritto alla morte non siano tra loro incompatibili. Sono due aspetti del più generale diritto all’autodeterminazione.
(Un qualunque logico cristiano medievale ti avrebbe spiegato che la negazione di “ho diritto a vivere” è “non ho diritto a vivere”, non “ho diritto a non vivere”).

Sei decisamente a corto di argomenti, se ignori bellamente le repliche dei tuoi interlocutori.

La disperazione del malato terminale dipende soprattutto da una nostra negligenza nell’essergli vicino
Manco per sogno che è sempre così!
Personalmente, anzi, evitare la “diligente vicinanza” dei miei cari sarebbe il primo motivo per recarmi presso la clinica Dignitas.
Non intendo accettare di essere ridotto a dipendere totalmente dalle cure altrui (specialmente dei miei cari).

#Aldo#

Luis: “Io non credo che sia stato Dio a darmi una malattia, il male del mondo esiste perché l’ha voluto l’uomo. In realtà Dio ci ha dato l’intelligenza per combattere questo male sia dal punto di vista materiale che spirituale.”

Un giorno ho visto in una trasmissione televisiva un contorsionista d’un circo cinese. Non è che si impegnasse poi tanto di più! Suvvia… 🙂

Fri

@ Luis

“tutto quello che ci sta in mezzo lo si può mandare come carne da macello alle crociate”. A cosa ti riferisci?”

mi riferisco esattamente a quello che c’e’ scritto: alle centinaia di guerre che sono state fatte (ed ancora vengono fatte) in nome della religione (tutte, la tua compresa).
Ma piu’ ampiamente mi riferisco a tutta quella umanita’ che continua a vivere nell’ignoranza e nella poverta’ anche e soprattutto grazie a centinaia di anni di oscurantismo religioso.

Fri

@ Luis

“ogni vita ha un valore, anche quella dei malati. ”

mai detto il contrario. Ho detto che il valore della vita e’ quella che gli da’ la persona a cui quella vita appartiene. Se per te la vita vita fosse bella e soddisfacente anche immobilizzato in un letto, completamente dipendente dagli altri per qualsiasi minima necessita’ allora avresti tutti i diritti di rimanere in vita fino all’ultimo rantolo. Se per me non e’ sufficiente avere un muscolo che pompa automaticamente il sangue nel corpo per definire bella la mia vita allora credo di avere diritto di scegliere di morire. Come diceva Magar il diritto a vivere e quello a morire non sono incompatibili.

Fri

@ Luis

“Per me ognuno è libero di pensarla come crede e cercarsi la propria verità.”

forse per te sara’ anche cosi’ ma poi per legge mi neghi la possibilita’ di mettere in pratica la mia verita’. Ognuno e’ libero di pensarla come crede, ma non di agire come crede. Ognuno e’ libero di agire come crede ma solo finche’ non contrasta con la volonta’ di santa madre chiesa. Bella liberta’ che ci concedi! Grazie

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