Il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, ha annunciato oggi che intende sottoporre ai colleghi di governo la proposta di vietare di indossare burqa e niqab negli edifici scolastici. Il ministro si è dichiarato “assolutamente favorevole” a una legge che vieti tali vestiti, definiti “simboli di sottomissione della donna e ostacolo a una vera politica di integrazione”.
Carfagna vuole vietare burqa e niqab nelle scuole
131 commenti
Commenti chiusi.
Qualcuno ha mai visto un burqa o un niqab in una scuola statale italiana?
Se vogliamo proprio fare la sparata mediatica gratuita vietiamo pure di portare gli elefanti, a scuola: di sicuro la maggioranza degli italiani sarà d’accordo.
saluti
Lisa
D’accordissimo con Lisa ma resta il fatto che in linea di principio è una decisione giusta.
E mettiti il burqa, e togliti il burqa, e mettiti il burqa, e togliti il burqa.
Ma ‘ste ragazze riusciranno a fare un giorno ciò che gli pare?
😡
Ma non esiste già una legge che vieta di andare in giro con il volto coperto?
Allora perché inventarne un’altra? Forse ne abbiamo poche…
Ogni pinco pallino ambisce esser ricordato per qualcosa, per cui, anzichè adoprarsi per
far rispettare le leggi esistenti, propone una nuova legge, la legge “pinco pallino”.
Che importa se interferisce con quelle già esistenti, circa 100.000 ed il numero demen
ziale le rende inapplicabili? Forse lo capirebbe solo se non fosse un pinco pallino.
@giagaz
in linea di principio la decisione è sbagliata.
O si vietano tutti gli indumenti e i simboli religiosi, o nessuno.
Dinathos scrive:
“Ma non esiste già una legge che vieta di andare in giro con il volto coperto?
Allora perché inventarne un’altra? Forse ne abbiamo poche…”
Si’ ma la legge citata dice anche che se c’e’ un motivo valido si puo’. Ecco allora la necessita’ di un chiarimento od una modifica al testo che tolga quel riferimento al motivo valido.
Provvedimento inutile; le ragazze islamiche portano (non tutte) un velo che copre loro i capelli (tipo le suore, lascia scoperta la faccia); non ho mai visto in vita mia una ragazza portare quei veli integrali…
Allora, distinguiamo i due problemi.
Per me, una cosa è la discussione se vietare il velo integrale (si parla di velo INTEGRALE o quasi, perché vorrei vedere che si mettessero a vietare anche il foulard sui capelli, magari anche nele scuole di suore :))))); ben altro sono le ridicole “motivazioni” che sono state portate per questa geniale pensata.
Se ci si fosse limitati a proporre il divieto, dicendo che quel velo va contro normative già esistenti di sicurezza nei luoghi pubblici, non ci sarebbe stato nulla da dire.
Se si fosse proposto il divieto, dicendo che quel velo rende irriconoscibile la faccia, non ci sarebbe stato nulla da dire.
Ma santapaletta, sostenere che il velo va vietato perché “è simbolo di una privazione di libertà e di una cultura oppressiva”, è veramente insopportabile. Con lo stesso criterio, andrebbero vietati non solo tutti i crocifissi e le madonnine (NON SOLO quelli appesi al muro, ma anche quelli indossati privatamente), ma anche una serie infinita di altri indumenti, trucchi e accessori che denotano un fortissimo condizionamento sociale, riduttivo della vera libertà della persona. E allora veramente non se ne uscirebbe più!
Il capolavoro più eclatante è il dettaglio del comunicato in cui si afferma che la proibizione dei veli garantirebbe un migliore accesso delle ragazze immigrate al “diritto all’istruzione”.
Se anche ci fosse davvero qualche ragazzina che viene a scuola col velo perché è costretta da genitori fanatici… se glielo vietassimo con la forza, quale sarebbe la conseguenza più probabile?
Ma è ovvio: smetterebbe completamente di venire a scuola (e non sarebbe legalmente possibile fare nulla, trattandosi con ogni probabilità di fasce di età al di sopra della scuola dell’obbligo). In che modo questo favorirebbe il suo diritto all’istruzione, proprio non lo si immagina.
Come del resto non si immagina neanche in che modo cambierebbe la sua fruizione di tale diritto, se continuasse a venisse a scuola con il velo o senza.
Io tenderei a pensare che se una ragazza straniera, di cultura tanto tradizionalista da sentire il bisogno di un velo “pesante”, fosse contemporaneamente tanto determinata e tanto caparbia da venire comunque a scuola, anche alle superiori, e voler prendere un titolo a tutti i costi… quella ragazza di sicuro prende già enormemente sul serio il suo “diritto all’istruzione”, senza alcun bisogno che glielo insegni la Carfagna.
E di sicuro potrebbe staccare centinaia di punti di consapevolezza e serietà, rispetto a moltissime delle mie alunne “moderne” e “liberate”, con tanto di tatuaggi, rispostacce arroganti, ombelico di fuori e compiti consegnati in bianco…
Lisa
E copri l’ombelico, e scopri l’ombelico, e copri l’ombelico, e scopri l’ombelico.
Ma ‘ste ragazze riusciranno a fare un giorno ciò che gli pare?
:rotfl:
proposta addirittura giusta, se non fosse che 1) andrebbe vietato per tutte le confessioni religiose nel caso incui siano simbolo di oppressione, quindi anche per le suore, ad un certo punto 2) a dirlo è la carfagna, il che contraddice qualsiasi buona intenzione. Conoscendo le sparate del ministro non mi meraviglierei di un successivo obbligo di crocefisso al collo per gli alunni.
facili sparate da quanto siamo belli fighi e femministi.ma se non se ne vedono in giro!ma pensasse a cose più serie.e non è molto femminista il modo in cui è arrivata lì
@paniscus
noooo non posso lasciare il mio elefante a casa tutto solo 🙁
Ottima iniziativa nei riguardi del rispetto alle donne.
Ora sarebbe bello venissero rimossi i crocefissi dalle aule, per rispetto nei confronti di non credenti o credenti in altre confessioni. Poi uno a casa sua fa quello che vuole, ma in un luogo pubblico bisogna esigere la laicità. Come da costituzione tra l’altro..
I passi sono ancora lunghi lenti e faticosi nella cattolicissima vatitalia, ma se come Uaar faremo sentire la nostra voce, forse i nostri figli o i nostri nipoti potranno godere di uno stato finalmente laico.
Io vieterei anche di posare nuda su un calendario pur di fare carriera: è la solita sparata della nostra Mara Carfagna, che non sa un TUBO di politica.
Detto questo, non mi risulta che a scuola vengano ragazzine di famiglia islamiche con burqua a niquab; trovo, invece, che questo “abbigliamento” sia usato in strada e, cmq, in luoghi pubblici proprio perché non rispetta una norma di sicurezza.
vietati anche i crocifissi!
Perché il grambiule sì e il burqa no? non è forse anche il grembiulino un “simbolo di sottomissione della bambino [all’adulto e all’istituzione] e di ostacolo alla formazione di una personalità indipendente”.
Io farei prima: vietiamo direttamente tutti i vestiti e si va a scuola come i nudisti, così siamo tutti uguali!
Come qualcuno ha ricordato, “il velo va contro normative già esistenti di sicurezza nei luoghi pubblici” … quindi esiste già una legge che vieta coprirsi il volto in luoghi pubblici, per ovvi motivi di sicurezza, quindi questa della Carfregna è una boiata.
Vogliono fare leggi-castronerie, si lamentano del numero di norme idiote italiane e hanno pure il ministero per la semplificazione normativa… insomma, se le suonano e se le cantano.
Condivido appieno il commento di Paniscus e mi piace anche il modo in cui è stato scritto.
legge 152 del 1975 :ART.5.
È VIETATO PRENDERE PARTE A PUBBLICHE MANIFESTAZIONI, SVOLGENTISI IN LUOGO PUBBLICO O APERTO AL PUBBLICO,FACENDO USO DI CASCHI PROTETTIVI O CON IL VOLTO IN TUTTO O IN PARTE COPERTO MEDIANTE L’IMPIEGO DI QUALUNQUE MEZZO ATTO A RENDERE DIFFICOLTOSO IL RICONOSCIMENTO DELLA PERSONA.
http://www.italgiure.giustizia.it/nir/lexs/1975/lexs_245541.html
Questa legge, è stropiata da molti siti antireligiosi per ataaccare l’uso delle donne islamiche (che poi sian imposto o è una libera scelta della donna è un’latra questione) per attaccare le LEGITTIME convinzioni religoose e travistando la realtà far credere che girare con il volto coperto in italia sia reato.
LA legge fa infatti riferimeto a pubbiche manifestazioni e caschi. Una donna islamica che gira col volto coperto, non usa un casco e non partecipa, genralmente ad una pubblica manifestazione.
Ecco come diventa il testo in un sito di vpstri amici atei volti a travisare la realtà “Il Testo Unico di pubblica sicurezza prevederebbe in effetti il divieto di comparire mascherati in luogo pubblico, integrato dalla legge 152 del 1975 (è vietato ogni mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo) ma udite udite, ora il giustificato motivo c’è. Basta essere di religione islamica.”
http://www.polisblog.it/post/1949/in-italia-girare-a-volto-coperto-non-e-piu-vietato-basta-essere-mussulmani
Il testo della legge è stato volutamente falsificato e stravolto per attaccare le convinzioni religiose, quasi esse siano il pretesto, oltretutto riconosciuto dalla magistratura, per assumere comportamenti illegali.
Quindi vi preghiamo gentilmente di vivere come vi pare, di andare vestiti in giro come vi pare, ma di evitare l’atteggiameto di chi sputa per aria. Atteggiamento dela quale la vittima è la causa.
Se poi qualche prete, imam, rabbino, lama, o sciamano criticano la vostra visone del mondo, non fatene un dramma, così come noi non facciamo un dramma delle votre critiche a noi.
Amen
evidentemente a certa gente stare troppo lontani dai riflettori e dagli schermi tivvu dà troppa insofferenza…forse crisi d’astinenza…a volte penso che sarebbe interessante, una volta che questa scadente compagnia teatrale che ha in mano la nazione si sarà tolta di mezzo ( presto, non temete, presto), proporre un referendum sull’istituzione di un giorno alla settimana di digiuno televisivo assoluto.
Ah…per il giorno che deve arrivare…chi verrà ad accendere un cero in chiesa?
Se si vieta il burka, allora o lo si vieta perchè è un simbolo religioso, e allora si vieta anche la croce, o lo si vieta per altri motivi.
Ma non lo si può vietare perchè è un simbolo di sottomissione della donna. Primo, perchè una donna ha anche diritto a sottomettersi al marito, se così desidera, secondo, perchè allora si devono vietare tutti i simboli di sottomissione. Allora bisogna vietare anche tutti i tipi di vestiti che possano indicare una sottomissione. Per es. la minigonna potrebbe essere tra questi, perchè simbolo di una donna come mero oggetto sessuale pronta a subire i desideri del maschio.
La Carfagna perciò, secondo il suo ragionamento, dovrebbe proibire a se stessa di andare in giro, oppure a scuola, se le capita, vestendo come si veste.
Ci sono molti modi per una donna di sottomettersi ad un uomo. Vi dovrebbe invece essere uno stato che impedisca che la sottomissione avvenga contro la volontà della persona. Vi dovrebbe inoltre essere uno stato che, oltre a garantire la liberà personale, garantisse un’educazioneche per cui l’individuo divenga possessore di una serie di informazioni sul mondo tale da renderlo abbastanza edotto per decidere che tipo di vita vuole fare.
La sottomissione del burka è più violenta e dolorosa da sopportare per noi occidentali, ma non ci rendiamo conto che le forme di sottomissione femminili possono passare anche per vestiti molto meno fastidiosi alla vista.
La Carfagna naturalmente non può buttarla sul religioso, perchè altrimenti finirebbe facilmente nella discriminazione patente, allora la butta sulle pulsioni libertarie a cui siamo soggetti quando vediamo una donna completamente ricoperta della sua cultura antiindividualista e antilibertaria, non curandosi delle conseguenze logiche a cui quel richiamo pulsionale porterebbe.
Essa lo fa in buona fede, probabilmente, propronendo una versione stereotipata e manichea dell’eguaglianza tra i sessi.
Se vogliamo che non vi siano donne sottomesse, allora dovremmo porci il problema di come fare per avere donne che non si vogliano sottomettere.
“simbolo di una privazione di libertà e di una cultura oppressiva”
il cilicio della binetti invece è simbolo di acquisizione di libertà e di una cultura aperta
“E levate la burqella – La burqella ‘gnornò, ‘gnornò! – E si ‘nta vo’ leva’, io qui t’acciderò! E si ‘nta vo’ leva’, io qui t’acciderò!”. Che belle, le sane questioni di lana caprina di una volta! Il sesso degli angeli potrebbe essere un’altra appassioante sfida dialettica da rinverdire. Perché non accapigliarsi anche sulla vera ricetta del felafel (quello come lo faceva la nonna Assuntina Fatima Persichetti in Balabed Makhlouf). In effetti, di afghane talebane integraliste in via di alfabetizzazione che passano dal ‘pashto’ al romanesco senza saltare il ‘pasto’ sono pieni i nostri licei. Sono anche più numerose dei giocatori di rubgy agenti di commercio kossovo-albanesi del comune di Cinisello Balsamo!
@ Paniscus
sono pienamente d’accordo con te e ora il tuo blog è tra i miei segnalibri
@ Andrea Pessarelli
il paragone con il cilicio è arguto, però il cilicio è meno “simbolo” del Burqa o del Niqab perché è nascosto.
A me, me pare na strunzata!
@ Lisa
Sono d’accordo con te per quanto riguarda il fatto che nelle scuole italiane non ho mai sentito parlare di burqa. E se dovesse succedere credo che attraverso un regolamento di istituto si possa risolvere tranquillamente il problema, non agitando con una legge. Mi puzza invece di moralismo il tuo pensare automaticamente che una ragazza con l’ombelico fuori sia automaticamente maleducata. Inoltre la differenza è sostanziale, il burqa te lo metti sempre e risponde ad un’ ideologia religiosa, ragazze invece che vanno sempre con l’ombelico fuori ne conosci tu?
@ claudio285
Qui si sta parlando di alunne della scuola non di donne. La minigonna in se non è uno strumento di sottomissione, è uno strumento di seduzione, come potrebbe esserlo la giacca e cravatta per l’uomo. Anche perché molte lesbiche girano in minigonna, mentre lesbiche con il burqa che si assumono non ne ho mai conosciuto. Ci sono ragazze che girano un giorno con la minigonna l’altro con i pantaloni, la seduzione è potere non è sottomissione. Diverso è il discorso per le donne o ragazze che fanno le diete, ma quello come fai a vietarlo mica puoi sapere cosa mangiano. Al massimo è interessante la proposta di vietare le modelle troppo magre. In linea di massima in occidente la donna è più libera dell’uomo nel vestirsi, pensa solo ad un matrimonio (civile non vi preoccupate) è praticamente obbligatorio per l’uomo vestirsi in giacca e cravatta anche d’estate, mentre la donna si veste come si vuole, provocante non provocante, ma con abiti leggeri da periodo estivo.
Allora vietare anche tutti i simboli religiosi ma SOPRATTUTTO: vietare l’ingresso negli edifici scolastici a uomini vestiti da donna che imperversano in quegli ambienti a impartire benedizioni e idee strampalate. Un vescovo vestito tipo otelma in un asilo nido credo possa avere conseguenze devastanti per i bambini! Poi non dormono la notte. Meglio insegnar loro l’uomo nero o il lupo cattivo: molto meno pericoloso che insegare inferni, paradisi, crocefissioni, pene eterne ecc.
@ Federico
Mah, in Italia come in tutta Europa, la libertà di vestirsi non è totale. Non puoi certo andare a torso nudo a scuola no? Io penso che una donna abbia diritto di velarsi se lo desidera. Quello che mi crea problema è questo estremismo nel non volere scendere a nessun compromesso. E’ poi tanto allucinante chiedere ad un’insegnante di togliere il velo in una scuola materna? (non fatemi l’esempio delle suore che sono in via di estinzione) credo che nessuna insegnante si presenti con l’ombelico di fuori a lezione e ci sono donne musulmane che lo sforzo lo fanno di togliere il velo in determinate occasioni. Noi chi sosteniamo, quelle più estremiste? Altro è il colpo mediatico della Carfagna che non è assolutamente degno di interesse.
@ mini
e perché un uomo non avrebbe diritto di vestirsi “da donna” 😉 ?
Il burqa comunque non è un simbolo religioso, è preislamico è non è contemplato nel corano.
Poi risponde ad un’ideologia religiosa quella dei talebani.
mah…la carfagna sembrava veramente falsa…sono d’accordo con chi dice che in italia non si vedono donne in burka, anzi studentesse e con chi dice che la legge c’è già quindi questa sparata a favore dell’emancipazione femminile nel nostro paese mi sa tanto di forzatura: ho letto più volte che dietro il burka certe donne si sentono addirittura protette…il problema non è se vietarlo o no x motivi di libertà ed emancipazione, perchè x quello non basta certo una legge: è un processo di integrazione culturale, di possibilità di conoscenza e di libertà di scelta: una ragazza musulmana in italia deve veder garantita dallo stato italiano semmai la libertà di scegliere se rimanere fedele alla cultura dei suoi genitori o integrarsi alla nostra, libera di scegliere tra minigonna, burka, croce , se amare un italiano o un connazionale…e ciò può avvenire solo attraverso l’integrazione, solo creando una zona franca, quella della scuola laica, dove tutti rispettano le stesse regole e dove può avvenire un vero confronto e scambio culturale ( e ora ciò non avviene x’ si predilige la religione cattolica) .
“L’ostacolo a una vera politica di integrazione” e’ avere come ministri donne “piu’ sceme che belle” che non hanno interesse alcuno a denunciare come irrispettose delle pari opportunita’ (e dell’educazione) battute offensive a donne “piu’ belle che intelligenti” di loro.
@ mini
Secondo me né un vescovo, né una donna velata ha conseguenze devastanti sui bambini. Al limite dipende da quello che dicono. Poi il vescovo non lo vedi mica tutti i giorni su, non fare sti paragoni che non stanno da nessuna parte non c’è mica solo la propaganda cattolica a scuola eh?. Semplicemente capisco che si possa avere dei dubbi su un’ insegnante che porta il velo, non se porta un corano al collo, ma il velo.
@ Sandra
Che visione manichea, magari fossero questi gli ostacoli all’integrazione. Negli altri paesi Europei dove la politica è più seria i problemi sono ancora più gravi. In inghilterra un’insegnante è stata licenziata perché voleva insegnare inglese ai bambini stranieri completampente in burqa senza che essi potessoro vedere le sue labbra (importanti per l’insegnamento di una lingua straniera) è ha avuto il coraggio di dirsi discriminata!
Mara Carfagna…Un ministro, un perche’! 😀
Occorre copiare pari-pari la legge francese che vieta i simboli religiosi nei luoghi pubblici.
Se ci si limita a vietare i vari veli nelle scuole, il giorno dopo, avremo un esercito di mussulmani con la bava alla bocca, pronti a mettere in pratica fatwe e jihad in ogni angolo del nostro paese contro ogni cittadino.
E sapete una cosa!?…Avrebbero ragione!
Si sentirebbero discriminati, farebbero le vittime e si attaccherebbero a qualsiasi articolo di legge rivolto alla liberta di culto, per il semplice fatto che ad altri fedeli e’ consentito andare a spasso con crocefissi al collo, crocefissi nelle aule (laiche) di tribunali e scuole, con statue di S. Pio in ogni ospedale italiano, ecc,ecc.
Credo che sarebbe piu’ che giusto limitare l’ostentazione dei simboli delle varie religioni, perche’ siamo un paese laico e non possiamo discriminare nessuno dal punto di vista della religione…credente o non-credente che sia!
@Car80.
Forse andare a scuola a torso nudo non si può, ma andarci con una minigonna inguinale e con qello spago chiamato “perizoma” per un accordo tra i produttori di tale spago e gli editori che stampano i dizionari, si può fare.
Comunque visto il mio fisico, se fossi andato a scuola atorso nudo, avrei fatto più che altro ridere.
Il mio modo di vestire non è ormai, di fatto, mediato da convenzioni sociali, le quali dove ancora ci sono, diventano sempre più labili. E in questo contesto voler proibire il velo islamico, ora integrale, domani chissà, mi sembra una specie di grida manzoniana.
@ paola
Il fatto è che nelle scuole laiche francesi senza crocifissi, avviene l’esatto contrario, molto spesso la pressione è talmente forte che persino figli di atei si convertono all’islam. A forza di non criticarlo e di simpatizzare per esso maometto è diventato una sorta di Che Guevara della situazione. Tanto è vero che il desiderio di iscriversi nelle scuole private spesso cattoliche è altissima anche da parte dei musulmani che vogliono dare ai figli un’educazione liberale e proteggerli dal discorso islamista.
La nostra eroina parla per sofferta immedesimazione.
Nel considerare tutte le ragazze alla sua stregua, si chiede quanto sia disagevole muoversi sotto una scrivania o un banco con quel pastrano semirigido con griglia paracarro anteriore.
Dopo tante notti insonni, popolati da incubi in cui la lingua rimaneva tranciata nella griglia suddetta, la geniale idea: una leggina ad hoc per impedire tale increscioso incidente.
Resto dell’idea che questo paese sta andando a carfagne…
@ Federico
Ma che problema ti danno le ragazze con il perizoma, ti eccitano? E certo la seduzione è potere ed è per quello che gli islamici vogliono coprire le donne. Il burqa è una cosa diversa, non vedere il volto di un’alunna secondo me non è accettabile. Per il resto non sono favorevole a leggi in tal senso perché mi sembra un problema inesistente nelle scuole italiane.
@ Paul Manoni
Con la legge francese sui simboli religiosi è successo esattamente quello che temi tu. Cioé i musulmani hanno cominciato a dire che è una legge contro di loro, è intellettuali di sinistra l’hanno definita nazional-laicista. Del resto anche il Papa l’ha attaccata. La legge sui simboli religiosi mi sembra un tentativo disperato per non guardare la realtà, la scuola laica non funziona con i musulmani, ha funzionato con i cattolici perché l’opposizione tra maestro laico e prete era frontale, oggi il maestro laico mai si permetterebbe di opporsi all’imam del quartiere. Non dimentichiamo poi il ruolo del partito comunista che all’epoca laicizzava imbevendo di ideologia comunista, ma comunque sempre meglio che un’ideologia religiosa. Oggi il partito comunista non solo non laicizza più, ma assorbe le idee, le battaglie dei musulmani.
Potrei fotocopiare il parere di Paniscus. Vorrei aggiungere solo che anche la pubblicità impone dei comportamenti, dei vestiti, delle spese ed è oggi la dittatura vera verso i giovani: solo i forti possono essere liberi in un ambiente inquinato dalla pubblicità.
un’altra legge che usa pretestuosamente la libertà femminile per portare avanti una guerra tra religioni.
(e quindi farci credere che i bigotti nostrani e quelli importati siano così radicalmente diversi)
non capisco perché si debba scegliere tra l’arretratezza musulmana e la discriminazione religiosa nostrana.
avrebbe molto più senso eliminare l’educazione religiosa dalle scuole (per me renderei illegale l’educazione religiosa dei minorenni in qualunque luogo si svolga).
oppure fare educazione civica spiegando i diritti della persona, incluso quello di non credere agli amici immaginari dei propri genitori e non essere soggetti alle loro paturnie.
o ancora aiutare fattivamente le persone che sono oppresse da famiglie arretrate. ad esempio:
“la famiglia ti obbliga a portare il velo e tu non vuoi?
ti vuole imporre un matrimonio combinato?
ti impone riti religiosi, colloqui coi preti, esorcicci, TSO?
ti impedisce di frequentare/leggere/studiare chi vuoi anche se sei maggiorenne?
sei obbligata/o a sottometterti perché non sei indipendente economicamente?
allora hai diritto all’ospitalità in una casa famiglia e/o al supporto per andare a vivere da sola/o, a un posto in una residenza non gestita da religiosi.
il tutto magari realizzato cominciando a riprendersi indietro un pò delle risorse che abbiamo così generosamente prestato alla CCAR in questi ultimi secoli.”
stò sognando, chiaro. e lo faccio intenzionalmente per svincolarmi dalla falsa scelta che questa proposta di legge comporta.
@Lisa
Personalmente sono molto favorevole alle conclusioni del rapporto francese Stasi (cattolico) quando afferma:
“Adottare per la scuola la seguente disposizione: « Nel rispetto della libertà di coscienza e del carattere proprio degli istituti privati sotto contratto, sono vietate nelle scuole elementari e secondarie di primo e secondo grado gli abbigliamenti e i simboli che manifestino un’appartenenza religiosa o politica. Ogni sanzione viene adeguata e assunta dopo che l’alunno è stato invitato ad uniformarsi alle regole »; questa disposizione dovrebbe esser inseparabile dall’esposizione delle seguenti motivazioni: « Gli abbigliamenti e i simboli religiosi vietati sono quelli visibilmente ostentati, come ad esempio una grande croce, il velo o una kippa. Non sono considerati simboli di ostentazione della propria fede religiosa quelli discreti come ad esempio medaglie, piccole croci, stelle di Davide, mani di Fatima, o piccoli Corani ».”
Anche se sono d’accordo che le motivazioni di questo governo sono ben lontane da quelle dei francesi, una formulazione come quella di Stasi la sosterrei sicuramente.
@ HCE
Credo che questo dovrebbe essere il compito di associazioni, ora mentre sorgono come funghi associazioni in difesa dei lavoratori immigrati, associazioni antirazziste, sportelli dei sindacati per lavoratori immigrati, appelli contro il razzismo, nessuno si occupa, quando una ragazza vuole sfuggire ad un matrimonio combinato o forzato di darle un tetto, un aiuto. E’ molto difficile tra l’altro. E credo che nel caso dei musulmani dove il ricongiungimento famigliare va sempre nel senso donna verso uomo, contrariamente ai cattolici latinoamericani si dovrebbe alla base per ottenerlo rendere obbligatorio un corso di lingua e di conoscenza dei diritti per queste donne, perché abbiano gli strumenti per difendersi se l’occasione si presenta.
preciso che il corso non dovrebbe essere solo per le donne musulmane, ma sono loro che ne hanno maggior bisogno a mio avviso.
Il burqa lo farei mettere alla Carfagna…
@car80:
fornire corsi di lingua e di cultura ai migranti in arrivo (non solo i ricongiungimenti, a quel punto) non sarebbe una cattiva idea, se non che fatta dagli itagliani mi spaventa un pò.
altrettanto ragionevole sarebbe aiutare le persone a sfuggire alla pressione di famiglie oppressive (problema che non riguarda solo gli stranieri, anzi!). peccato che si cozzerebbe contro il tabù della patria potestà, che nella cultura materiale, e soprattutto per chi non ha le forze e la possibilità economica di rendersi indipendente, dura molto oltre la maggiore età.
ovvero la cultura materiale della famiglia comprende una consistente influenza sulle persone per tutta la vita, ed è normale anche per gli italiani dover faticare per liberarsene, talvolta al costo di perdere del tutto i contatti.
sarebbe un buon tema per una associazione di volontariato, anche se non credo sia un servizio del tutto assente, ma ti ricordo non parlavo della realtà, stavo facendo un sogno (peraltro un poco statalista).
Divieto assoluto di indumenti che possano identificare religione, gruppo di appartenenza ecc.
Niente suore, preti, burqua ecc.
Dai su HCE non si tratta di fare corsi di lingua perché imparino l’italiano di Manzoni. Si tratta di cose elementari, leggere, scrivere per poter essere informate sui propri diritti. Chiaro che poi non tutti gli italiani, compreso me, parlano e scrivono perfettamente. Ma io ci arrivo a capire quali sono i miei diritti. Le associazioni, nei paesi in cui ci sono, sono state create da donne musulmane stesse, ma c’è da dire che sono poco aiutate in primis dagli ambienti progressisti che preferiscono comunque difendere i diritti dei lavoratori immigrati. Siamo in una situazione brutta. Per questo sarebbe interessante che la cultura laica fosse un po’ novatrice, invece di continuare a criticare solo.
Visti i suoi calendari, mi stupisce che la Carfagna non sia contraria a qualsiasi velo, vestito, biancheria intima, o copertura che dir si voglia.
Secondo me uno dovrebbe poter fare quello che gli pare. Salvo rispettare le regole di riconoscimento necessarie alla sicurezza. Se si va dietro alla simbologia non si finisce più
quelli che di solito vanno alle manifestazioni travisati e irriconoscibili sono le forza dell’ordine. da anni viene chiesto di mettere un numero di identificazione personale sul casco ma loro si rifiutano cosi possono fare come a genova:chi erano quelli che menavano alla diaz?cosi non si puo procedere contro nessuno!comodo!e adesso danno fastidio le ragazzine con il burqa a scuola??????????????togliamo anche i crocifissi e i veli alle suore e forse saro d’accordo
@car80
Se si impone per legge che nessuno deve ostentare simboli religiosi di qualsiasi genere, non vedo perche’ mussulmani o altri debbano sentirsi trattati diversamente o discriminati….IN QUESTO CASO LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI!…SE TE NE SBATTI, TI BECCHI LA SANZIONE.
In Francia non c’e’ stato favoritismo, ne discriminazione….Visto che non si poteva permettere che tutti ostentassero i loro simboli religiosi, dal velo al crocefisso passando per il saio e quant’altro, hanno deciso, MOLTO LAICAMENTE, DI VIETARE TUTTI I SIMBOLI RELIGIOSI DI SORTA.
GAME OVER 😉
Ciao
l’insegnamento della lingua non mi preoccupa troppo.
quello dei diritti civili, soprattutto quando c’è di mezzo la religione e la famiglia, si.
lo stesso tabù spiega la scarsa popolarità di chi si occupa di diritti civili quando sono negati dalla famiglia e dalla religione.
Ma se si lasciasse alle donne decidere come vestirsi, non sarebbe meglio?. Si applicherà la soesso principio anche per quelli che vanno in moto con il casco integrale e la visiera oscurata? E quelli poi che usane autovetture sempre con i vetri oscurati? Non sarebbe stato più utile “oscurare” a tempo le tette ministeriali mostrate in televisione o propagandate a mezzo foto?
insomma coprirsi non porta bene. Le farà andare in bikini: è così che si fa carriera in Italia cribbio!
@Car80.
La minigonna è stata un simbolo di liberazione della donna negli anni 60-70, così come il burka può essere insieme un simbolo di sottomissione da una parte ma di distinzione culturale dall’altra. Ma anch’essa è diventata un simbolo di sottomissione, quando appunto deve essere indossata, per piacere agli uomini, perchè solo piacendo agli uomini una donna può essere se stessa. La Carfagna stessa incarna questa sottomissione del corpo peerchè si abbia diritto ad avere una mente.
Un Governo che ha tra i suoi esponenti principali conivolti in fatti che col rispetto della pari dignità di genere sono agli antipodi non ha titolo per proprorre alcunchè in materia.
Se si vuole vietare il burka allora si vietino tutti i simboli religiosi, croci comprese.
Appunto, la Francia è laica e vieta tutti i simboli religiosi, i politici italiani sono in maggio
ranza cattobigotti e sono abituati a supportare discriminazioni.
No, non ci siamo. Lo vieti perché “simbolo di sottomissione”? E non stai forse sottomettendo tu stessa le donne che vogliono indossarlo? Allora il NON metterlo diventerebbe simbolo di sottomissione.
Per me sarebbe sufficiente che il viso fosse scoperto, come prevede la legge italiana. Poi se uno vuol venire a scuola vestito in modo particolare – decoroso, s’intende – per me può farlo.
@ claudio285
Non sono d’accordo, una minigonna è indossata molto spesso per piacere a se stessa prima che agli uomini. E soprattutto quante donne conosci che si sentono obbligate ad indossare sempre la minigonna? O che sono state ripudiate dalla famiglia per non indossarla? A me sembra che accada piuttosto ancora il contrario. Allora anche un uomo che mette in evidenza il pacco è sottomesso alle donne 😉 Su cerchiamo di non scadere in moralismi simili a quelli della chiesa cattolica (che condivide perfettamente il tuo discorso sulla minigonna). E una lesbica che mette la minigonna per piacere ad un’ altra lesbica?
@ Manoni
Questa è la teoria, ma in realtà in Francia non è andata in questa maniera ti ripeto. Oggi la scuola laica ha delle difficoltà enormi e il boom per le scuole private (non perché ci vanno le ragazze che vogliono portare il velo) è un indice di questo malessere. Magari bastasse togliere un crocifisso o il velo dalla scuola perché diventi tutto bello laico e integrato. Al contrario in Francia si assiste a fenomeni di disintegrazione cioé gente integrata che ritorna indietro.
L’esempio più lampante è la cantante rap Diam’s, dopo essere stata per anni il simbolo delle ragazze di banlieue (pur non essendo musulmana) perché dava un’immagine di ragazza libera senza stigmatizzare quelle che portano il velo, oggi si è sposata con un musulmano, si è convertita all’islam, porta il velo e rifituta di stringere la mano ai ragazzi. No oggi l’islam ha qualcosa di forte di attrattivo per chi cerca certezze, che né i cattolici, né tantomeno noi atei abbiamo (e noi non vogliamo certezze).
Diam’s ora:
http://www.marianne2.fr/Diam-s-difficile-de-cacher-ce-voile_a182393.html
Caro80
Bella l’ultima frase dell’articolo riportato, mai un giornalista de’ noartri avrebbe osato tanto :
“Car enfin, si même le porte-étendard des filles de banlieue s’y met, ce n’est plus que la situation est grave: c’est qu’elle est désespérée”.
Claudio285
“Se vogliamo che non vi siano donne sottomesse, allora dovremmo porci il problema di come fare per avere donne che non si vogliano sottomettere”.
Basta educarle alla libertà vera sin dall’inizio con buona pace degli uomini: una donna educata ed abituata alla sottomissione non si renderà mai neppure conto di essere sottomessa, soprattutto se circondata da altre donne dal cervello infibulato, buchi riproduttivi ridotti al silenzio.
@ Dalila
E pensa che si tratta di un giornale antisarkozista, diciamo di centro laico, cosa inesistente in Italia. Quello che mi preoccupa qui è che se si continua a dire che la minigonna è un simbolo di sottomissione, pure luxuria lo diventa perché se seguiamo questo ragionamento lei addirittura si fa operare per piacere agli uomini! No io non voglio arrivare a questi estremi spero luxuria lo faccia per piacere a se stessa, e non voglio proibire veli, ma criticarlo come un’ideologia chiara e netta di sottomissione si, non è colpa della donna se l’uomo si ecitta vedendogli i capelli, non sta alla donna velarsi sta all’uomo trattenersi. In caso contrario smettiamola pure di criticare il cilicio della binetti.
Io so solo che all’epoca molte ragazze si sono battute in famiglia…per indossarla la minigonna!
Quante ragazze si son battute per poter indossare un velo? E quante, invece, per toglierlo?
Ecco, basta fare dei semplici calcoli per capire cosa piace al patriarcato e cosa no.
>l’islam ha qualcosa di forte di attrattivo per chi cerca certezze, che né i cattolici, né >tantomeno noi atei abbiamo (e noi non vogliamo certezze)
C’era una volta … l’uniforme scolastica. Ma c’e’ ancora chi la vuole, e ne ha bisogno, che sia una divisa o un burqa o un velo, una cultura sotto alla quale cercare protezione, senso di appartenenza, identita’…
Se con certezze intendi dogmi indiscutibili, i cattolici hanno i loro.
A me piacerebbe ci fosse quello dell’educazione. E un uomo di potere che offende una donna pubblicamente in quanto non bella e’ il primo passo (o l’ultima non necessaria prova) verso la disuguaglianza. Basta immaginare Thatcher o Merkel o Rice nella stessa situazione, per capire che solo in un paese profondamente ignorante e maschilista come il nostro si poteva produrre l’offesa e il sostegno culturale di cui gode.
Un ministro che posa seminuda e poi sanziona un abbigliamento di una categoria non puo’ che alimentare derive dogmatiche di tipo religioso. Il dogma che ha ribadito lei con la propria “carriera” e’ “la sottomissione della donna”.
@ Dalila
Hai ragione. Scommettiamo che se le donne mussulmane potessero liberamente sciegliere, vivrebbero al 99% come quelle occidentali?
@ car80
“non sta alla donna velarsi sta all’uomo trattenersi.”
Infatti. Quasi quasi quando incontro un mussulmano la cui moglie indossa il burka, salto addosso alla sua donna: vostro onore,vede a me il burka eccita sessualmente….o mettici una pezza, come si dice a Roma.
Perchè la signorina della quale sappiamo come è arrivata a fare il ministro non la dice tutta?Perchè non dice chiaramente di voler togliere un pò di studentesse straniere da scuola?
Perchè tanti Ruini mussulmani faranno proprio questo non le manderanno a scuola e siccome magari non hanno la cittadinanza non si possono mandare i carabinieri per far rispettare la scuola dell’obbligo.Va però aggiunto che la legge sulla riconoscibilità dei volti va rispettata credo sia del 75!Io penserei a una legge sul modello francese niente simboli religiosi troppo evidenti a scuola.
Faccio presente che diversi altri ministri dello stesso governo (o di altre edizioni precedenti di governo retto dallo stesso premier) si sono attivamente dati da fare per NEGARE il diritto all’iscrizione a scuola ai figli degli immigrati.
Ora vado a recuperare il mio, di figlio, all’asilo, poi se ne riparla stasera.
Lisa
@car80
1-LO STATO FA’ LE LEGGI (liche in questo caso) E LE APPLICA RIGIDAMENTE.
2-CHI SI DEVE INTEGRARE ED ADATTARE ALLE LEGGI IN QUESTIONE SONO I MUSSULMANI O CHI EMIGRA NEI NOSTRI CONFINI…CHICCHESSIA.
3-SE PULLULANO LE SCUOLE PRIVATE DI STAMPO RELIGIOSO, PAZIENZA. PURCHE SI AUTOFINANZINO E NON CHIEDANO IL BECCO DI UN QUATTRINO DALLO STATO CHE , LO RICORDO, E’ LAICO.
4-SE OLTRE AD ANDARE CONTRO LA LEGGE, TI PERMETTI DI METTERE A FERRO E FUOCO LA CITTA O PARTE DI ESSA, LA GALERA E’ IL TUO POSTO…OPPURE LO ZOO.
5-VELO O NON VELO, CROCEFISSO O NON CROCEFISSO, LO STATO DEVE GARANTIRE LEGGI LAICHE, SCUOLE LAICHE, OSPEDALI LAICI, TRIBUNALI LAICI E QUANT’ALTRO. SONO I CITTADINI CHE DEVONO ADATTARSI E RICERCARE LE PROPRIE IDEE, RELIGIONI E PENSIERI NEL PRIVATO.
Questa e’ una mia opinione.
“Pima dei burqa in classe , proibirei i rapporti orali nei cessi dei ministeri” ( Woody Allen )
L’uniforme scolastica per bambini (visto che il paragone è stato portato da molti) ha, a mio avviso, una sua utilità:
– funge da grembiule per non sporcarsi gli abiti
– puo’ indicare l’appartenenza ad una scuola, a un college specifico un po’ come uno stemma(il che in sè non è nè un bene nè un male, nè tantomeno rievoca un’idea di sottomissione ma piuttosto di disciplina formale vecchio stile).
La cosa preoccupante è che questa robotica v-g–a parlante dovrebbe essere la garante numero uno delle pari opportunità e finora non ho mai sentito nulla di intelligente o di lontanamente democratico uscire dal suo più grande orifizio facciale.
E’ chiaro che sia stata messa li’ ad hoc per render servizio (in tutti i sensi) ai padroni che abbaiano al di sopra di lei.
prima si potrebbe vietare il cappello in classe. da quello che ho capito è prassi vietarlo.
@ Antonella
E nei cessi delle scuole medie, come da circolare della Regione Lombardia che chiede ai presidi di avvisare i genitori, dato l’elevato numero di undicenni e dodicenni che lo praticano per arrotondare la paghetta dei genitori.
@Stefano Grassino
Bisognerebbe dire a Formigoni che la sua collega di partito non è stata esattamente un buon esempio.
La Mara Carfagna è essa stessa simbolo di sottomissione della donna.
La Mara Carfagna stessa è un simbolo di sottomissione della donna.
Gia’, in missione sotto.
@ Paul Manoni
Hai ragione. Così mi piaci, Stalinista. Scusa il sarcasmo ma credo che troppi scambino il dovere della correttezza verso i sentimenti altrui (non è un attacco a car80) con il tollerare tutto e tutti a danno della propria dignità.
P.S. al punto 4 metterei la Siberia a spese del colpevole. Non ho capito, con quanto costa mantenere un detenuto, perchè debba pagare io. Anche allo Zoo, nella gabbia degli orsi…..no, poi mi dicono che sono sanguinario.
@ Antonella
Verissimo, ma la maggior parte di colpa io la dò alle famiglie, che invece di osannare chi ci governa, le sue TV spazzatura, i suoi esempi di vita e di ricchezza, dovrebbero insegnare altri valori ai propri figli. Chi stà al vertice lo fà perchè ha una grossa base sotto, in democrazia come in dittatura.
Mi sembra giusto vietare i simboli religiosi: via crocifissi, via la religione cattolica e tutto il resto della religione che invade la sfera pubblica. VIVA LA LAICITA’!
”ma la madonna non porta forse il velo ?ma la gelmini ,se frequenta le chiese o segue un pò
l’arte religiosa cattolicà vedrà che la totaltà delle donne sono coperte il capo col velo,solo nell’arte pagana si vedono le donne libere con la chioma al vento,il cristianesimo come l’islam sottomette la donna,europa,non era forse una bellissma linfa portata da apollo sull’olimpo
forse le nostre radici sono più queste ,che nella mortifcazione del cattoislamismo.
@Stefano Grassino
Non si tratta di essere Stalinisti o despoti o autoritari…Si tratta solo di far rispettare le leggi e di dire le cose in modo chiaro senza tentennamenti.
Io accetto che tu venga nel mio paese e per cio’ che mi riguarda sono il primo a darti il benvenuto, ed ospitarti nel migliore dei modi…
Tu pero’ che vieni qui in cerca di una nuova vita, devi saper accettare le regole che gia’ esistono prima che arrivassi, e fare piu’ sforzi possibili per INTEGRARTI.
Insomma, qui sei in un altro paese, non puoi portarti dietro lo schifo da cui magari stai scappando ed imporlo a me per giunta!
Ciao Ste’ 😉
Sono d’accordo con la proposta. La smettessero gli islamici di pretendere di vivere in Italia secondo le loro leggi. Dal burqa allo sgozzamento delle figlie “ribelli” alla tradizione il passo è breve…. Se si continua con questo buonismo, soprattutto da parte della sinistra, finiremo per dover accettare la sharia. Dobbiamo civilizzare questa gente!
Ivano:
“Sono d’accordo con la proposta. La smettessero gli islamici di pretendere di vivere in Italia secondo le loro leggi. Dal burqa allo sgozzamento delle figlie “ribelli” alla tradizione il passo è breve…. Se si continua con questo buonismo, soprattutto da parte della sinistra, finiremo per dover accettare la sharia. Dobbiamo civilizzare questa gente!”
——————–
E’ giusto di ieri la notizia di un padre italiano che ha tentato di uccidere la figlia perché non sopportava che si fosse innamorata di un albanese…
Ah, aggiungo:
Ivano sostiene che “dal burqa allo sgozzamento delle figlie il passo è breve”.
In Italia ci sono stati esattamente DUE casi clamorosi di ragazze musulmane uccise dai familiari per motivi di “onore” matrimoniale e sessuale, la pakistana di Brescia e la marocchina di Pordenone.
Nessuna delle due portava il burqa e, a quanto si è potuto vedere dalle foto, nemmeno il semplice hijab. Si vestivano esattamente come tutte le loro coetanee italiane, erano andate a scuola almeno fino ai 18 anni, lavoravano e guadagnavano soldi propri.
Per di più, entrambe lavoravano in contesti niente affatto “segreganti” (che so, fare la badante alla vecchietta che non esce mai di casa, o cucire a macchina in una fabbrica tessile dove sono tutte donne)… ovvero facevano le cameriere in locali pubblici in cui venivano serviti alcolici e carne di maiale, e in cui si è allegramente esposte a scherzi, provocazioni e pesanti apprezzamenti degli avventori maschi.
Non mi sembra che quei delitti siano maturati come conseguenza del burqa.
Lisa
@ Paul Manoni
Iniziamo a chiedere ai curatori del sito di mandare in Siberia sto sig. Malè?
@Stefano Grassino
Male’ non mi tocca piu’ di tanto…E’ sempre il solito e tempo 2 giorni lo bannano sicuro.
L’indifferenza verso certi soggetti e’ la cosa migliore…Chi mi manda in bestia sono coloro che postano sacre scritture, fanno l’esegesi della bibbia e postano preghiere varie…QUI!!!
La trovo una provocazione bella e buona fine solo a se stessa!
Ciao
@ Paul Manoni
“Insomma, qui sei in un altro paese, non puoi portarti dietro lo schifo da cui magari stai scappando ed imporlo a me per giunta!”
Considera che chi fugge dal proprio paese soffre l’allontamento dalle proprie radici. Tentare di imporre la propria cultura dove si va è un modo inconscio di ricollegarsi alla madre patria. Probabilmente molti agiscono in buona fede, sono sicuro, senza avere la “cattiveria del politicante”. Sta a noi essere fermi e fargli capire nelle dovute maniere, senza offenderli ma con risolutezza che l’ospite è gradito ma anche lui ha dei precisi doveri. Quello che mi spaventa è che in uno stato semi teocratico come il nostro, questo che sarebbe un relativo problema possa diventare un dramma. Vedi il comportamento della lega e di quanti soffiano sul fuoco dello scontro creando un clima da crociata.
E’ semplicemente una mossa propagandistica e niente affatto a favore della libertà delle donne; basti vedere la considerazione che delle donne ha il premier s.b., di cui la carfagna è soltanto una miserabile appendice, la bella ragazza, il ‘ministro più bello del mondo’, messo li per far vedere che il governo rispetta le quote rosa, ma del tutto incapace anche solo di proporre alcunchè; ricordiamoci di cosa disse la ministra a proposito del gay pride di Roma, che la giunta alemanno ha cercato in tutti i modi di non far svolgere con pretesti ridicoli (que giorno c’era una processione nei dintorni): ‘non vedo niente di strano nel voler impedire, nela capitale mondiale della cristianità, una manifestazione che urterebbe la sensibilità di molti’ (sic!)
Ho la netta impressione che la legge in questione porterà un comma del tipo ‘.. ma si rende obbligatoria l’esposizione del sacro crocifisso in tutte le scuole della repubblica’
@ Malè o forse Malé,
sei sicuro del tipo di accento? Grave o acuto? No, perchè cambierebbe tutto!
E’ una questione fra “casolet” e “noci di cocco”! Dici niente.
p.s.: scusa, dimenticavo che sei sicuro di tutto!
@Stefano Grassino
“Sta a noi essere fermi e fargli capire nelle dovute maniere, senza offenderli ma con risolutezza che l’ospite è gradito ma anche lui ha dei precisi doveri.”
QUOTO! 😉
Non la Lega ovviamente!
Ciao;)
paniscus: “[…] vorrei vedere che si mettessero a vietare anche il foulard sui capelli […]”
Nella scuola dove lavoro, viene abitualmente intimato ai ragazzi di togliersi il cappello all’ingresso. Vietato girare a capo coperto. Dunque, perché dovrebbe essere diverso il caso del foulard sui capelli, di grazia? Allora lasciamo anche liberi i cultori del copricapo di indossare quel che pare loro in classe e nei corridoi, no? O, ancora una volta, dobbiamo arrivare ai classici “due pesi e due misure”, ovvero “la legge è uguale quasi per tutti”? Se è considerata maleducazione indossare il cappello a scuola, deve essere considerata altrettanta maleducazione indossare il foulard.
paniscus: “[…] vorrei vedere che si mettessero a vietare anche il foulard sui capelli […]”
Nella scuola dove lavoro, viene abitualmente intimato ai ragazzi di togliersi il cappello all’ingresso. Vietato girare a capo coperto. Dunque, perché dovrebbe essere diverso il caso del foulard sui capelli, di grazia? Allora lasciamo anche liberi i cultori del copricapo di indossare quel che pare loro in classe e nei corridoi, no? O, ancora una volta, dobbiamo arrivare ai classici “due pesi e due misure”, ovvero “la legge è uguale quasi per tutti”? Se è considerata maleducazione indossare il cappello a scuola, deve essere considerata altrettanta maleducazione indossare il foulard.
car80: “[…] la seduzione è potere non è sottomissione […]”
Vero. Ora prova a rigirare la frittata: ogni potere è sottomissione dell’altro, dunque anche la minigonna può essere sottomissione… del maschio tantalizzato (tieni conto che non parliamo di posati signori di mezza età, ma di adolescenti attizzati da overdosi di testosterone e talora con lo stesso autocontrollo di un mandrillo arrapato).
Paul Manoni: “Io accetto che tu venga nel mio paese”
Bisognerebbe anche chiarire quanti sono i “tu”. Notoriamente, il troppo stroppia, e oltre un certo limite (ormai ampiamente superato) direi che è lecito non accettare più nessun “tu” e chiudere le porte.
apprezzate almeno la coerenza: una che ha mostrato le proprie grazie non vuole che le altre donne si coprano troppo…
La scuola è un contesto nel quale, per motivi pratici e relazionali, non è possibile stare a volto coperto.
Dubito francamente che qualche alunna avesse mai tentato di indossare il burqa a scuola. Come diceva Paniscus all’inizio della discussione, è come vietare di portarsi un elefante.
@#Aldo#
Nella tua scuola quindi verrebbe intimato anche alle suore di scoprirsi i capelli?
P.S. Il 24% dei residenti nella mia strada è straniero. Francamente, se dovessi buttare giù dalla torre qualcuno, mi disferei di certi italiani.
In Italia ci sono stati esattamente DUE casi clamorosi di ragazze musulmane uccise dai familiari per motivi di “onore” matrimoniale e sessuale, la pakistana di Brescia e la marocchina di Pordenone.
[…]
Non mi sembra che quei delitti siano maturati come conseguenza del burqa.
Lisa
——
Hai ragione Lisa,
ma forse sono stati (anche) conseguenza del RIFIUTO personale di usare il velo.
Se il rifiuto del velo avviene per scelta autonoma della ragazza questa si espone alle possibili ripercussioni familiari o dell’ambiente integralista.
Ma se il rifiuto viene imposto da una legge, allora le ragazze possono approfittarne per rifugiarsi nella *scusa* del rispetto della legge.
Con minore rischio personale.
Diamo loro un pretesto, un appiglio per dire no all’integralismo religioso e liberarsi.
Perchè togliere questa opportunità di libertà?
car80:
“La minigonna in se non è uno strumento di sottomissione, è uno strumento di seduzione, come potrebbe esserlo la giacca e cravatta per l’uomo. Anche perché molte lesbiche girano in minigonna,”
—————
E perché, le lesbiche non possono aver voglia di essere seducenti, pure loro? 🙂
Lisa
Magar, nella scuola dove lavoro non ho mai visto circolare una suora, quindi non ti so rispondere.
@ paniscus
“E perché, le lesbiche non possono aver voglia di essere seducenti, pure loro?”
Certo che si. Se ad una donna piace avere rapporti affettivi e sessuali con un’altra donna avrà il diritto di mettersi in mostra davanti alle sue simili come le sue colleghe femmine eterosessuali fanno con noi maschi. Fisco qui perchè se sto scritto lo legge il direttore di radio maria, si eccita e mi va in fibrillazione sessuallesbicafornificatrice.
maxalber (ciao!):
“Se il rifiuto del velo avviene per scelta autonoma della ragazza questa si espone alle possibili ripercussioni familiari o dell’ambiente integralista.
Ma se il rifiuto viene imposto da una legge, allora le ragazze possono approfittarne per rifugiarsi nella *scusa* del rispetto della legge.”
————–
Rifletti un attimo, però: in quante famiglie italianissime vigono delle leggi non scritte che di fatto costringono le donne (e anche qualche uomo) a sottostare a delle regole che non stanno né sulla terra né sulla luna, e che di fatto sono già fuori da qualsiasi legge… però le poverette le sopportano perché non hanno voglia di arrivare a una rottura grave?
Io ho avuto una folla di amiche e compagne di scuola che lamentavano che “i genitori non le facevano uscire fino a tardi la sera” o che “non le mandavano in vacanza da sole” anche se erano maggiorenni.
La legge stava GIA’ palesemente dalla parte loro, avrebbero potuto benissimo appellarsi a quella, per rispondere a muso duro ai familiari: “io ci vado lo stesso perché la legge è dalla mia parte”… però in generale non lo facevano, perché non gliene fregava così tanto da pensare che valesse la pena di mettersi a litigare in modo brutto.
Oggi, a quasi 40 anni, conosco una folla di donne adulte che fanno servilmente da domestiche a mariti e compagni, pur lavorando fuori di casa tanto quanto loro, e sapendo benissimo che qualsiasi legge prevederebbe una suddivisione equa dei compiti familiari… ma accettando la disparità lo stesso, perché “ci ho provato, ma da quell’orecchio mio marito non ci sente, e devo rassegnarmi perché non c’è niente da fare, e le faccende qualcuno deve pur farle”.
Ora, secondo te, tutte quelle donne che si sbattono a fare TUTTO in famiglia senza chiedere nessun aiuto al compagno “perché lui è uno di quelli che non fanno nulla in casa, e bisogna accettarlo così”…
…ha senso chiedersi se lo facciano “PER SCELTA” o lo facciano “PERCHE’ COSTRETTE”?
Secondo me, nessuna delle due: lo fanno
per abitudine,
per quieto vivere,
per automatismo,
per paura di farci la brutta figura con la suocera,
perché hanno visto la madre che ha sempre fatto così e in fondo non ha vissuto male,
perché potrebbero benissimo ottenere qualcosa di meglio se lo rivendicassero a muso duro, ma non lo fanno perché non hanno voglia di mettersi a litigare…
Ecco, francamente non ci vedo grosse differenze col velo islamico.
Quando sarà varata una legge che vieta alle donne di stirare le camicie del marito, mi starà bene anche che si vieti il velo! 🙂
Lisa
@ Lisa
A me sembra che tu sia tanto impegnanta a difendere l’islam che non ti rendi conto anche quando diciamo la stessa cosa. Io ho portato infatti l’esempio delle lesbiche per confermare che la minigonna è uno strumento di seduzione non necessariamente diretto all’uomo. Come il tanga del resto che lo mettono pure certi uomini, ed a differenza del burqa quello se te lo metti tutti i giorni rischi di farti venire le emorroidi 🙂
Quello che non mi torna chiaro è coma mai quando si fa un post su un prete pedofilo o su di un prete pirata della strada nessuno (fortunatamente) viene qui a relativizzare dicendo che non sono solo i preti ad essere pedofili, o non sono solo i preti ad essere raccomandati nelle aule di tribunale. Invece quando scatta la parola magica islam dopo le minigonne adesso le donne che stirano le camice al marito…
A me quello che la gente fa nella sfera privata non interessa. Se una donna decide di fare la schiava e girare in casa con il laccio al collo come fanno certi sadomaso, lo faccia pure, ma non tollererei un simile spettacolo per la strada. Dunque se qualcuno volesse vietare il burqa non ne vedrei l’utilità in Italia, ma non mi metterei certo a strillare. Questo blog, credevo, fosse per criticare le religioni e i loro dettami. Evidentemente questo trattamento è solo riservato al cattolicesimo.
@ Manoni
Allora la legge francese è probabilmente buona, ma è arrivata troppo tardi dovevano farla negli anni 80 quando hanno iniziato ad avere i primi problemi con l’islam.
Ah dimenticavo, nei paesi musulmani la biancheria intima va a ruba, perché se messa sotto il burqa o il velo per eccitare il marito è perfettamente hallal. Il trucco pure. Non so, a me dispiace un po’ che pure in un blog laico ci sia questa atmosfera quando si discute di islam e dei suoi dettami, intendiamoci non penso che la carfagna sia un modello di donna libera e anche a me piacerebbe che le divisioni dei compiti casalinghi fossero meglio divisi. Ma siamo su questo blog per criticare le religioni o no? Perché allora se dobbiamo parlare delle nostre esperienze personali come fa lisa, potrei dire che io conosciuto anche tante persone raccomandate con la giustizia o nei concorsi che non erano assolutamente cattoliche e anche tante donne atee, o peggio atee perché è ateo il marito, sottomesse. A cominciare da mia zia. Che poi in realtà non erano atei perché il comunismo ai loro livelli era diventato una religione.
Lisa,
non sono per niente d’accordo.
Non è spostando il problema sulle magagne nostrane che affrontiamo seriamente quello della repressione delle donne islamiche.
E comunque le magagne nostrane le dobbiamo risolvere a prescindere da come affrontiamo le altre, che sono comunque NUOVE per la nostra società.
A suo tempo abbiamo affrontato e risolto l’atavico problema del delitto d’onore.
Ma adesso dobbiamo darci delle priorità.
Se per far stirare le camice ai mariti, metto a repentaglio la vita (sociale ma anche biologica) delle donne islamiche immigrate, allora abbiamo un problema di senso della misura e di gerarchia delle priorità.
Ciao.
@ paniscus
“Oggi, a quasi 40 anni, conosco una folla di donne adulte che fanno servilmente da domestiche a mariti e compagni, pur lavorando fuori di casa tanto quanto loro, e sapendo benissimo che qualsiasi legge prevederebbe una suddivisione equa dei compiti familiari… ma accettando la disparità lo stesso, perché “ci ho provato, ma da quell’orecchio mio marito non ci sente, e devo rassegnarmi perché non c’è niente da fare, e le faccende qualcuno deve pur farle”.
Per quello basta stabilire fin dall’inizio buone regole democratiche di convivenza e basta.
Forse la folla di signore che conosci aveva troppa voglia e fretta di farsi un nome cambiando cognome ed hanno dimenticato di aver dichiarato frettolosamente sull’altare di voler “obbedire” al marito (la formula esiste ancora).
Ecco i meravigliosi risultati… scusa il sarcasmo ma non sono sorpresa.
car80:
” @ Lisa
A me sembra che tu sia TANTO IMPEGNATA A DIFENDERE L’ISLAM che non ti rendi conto anche quando diciamo la stessa cosa. ”
——————
Tu (forse proprio nella foga di dimostrare la tua estraneità all’islam) hai bevuto qualcosa di forte, ma forte proprio…
Lisa
maxalber:
qua non si stavaparlando di violenze, sopraffazioni o minacca all’incolumità fisica, si stava parlando di vietare il velo o no.
E si era arrivati a chiarire un paio di punti importanti, ovvero che:
– se il velo rende irriconoscibile la faccia, allora è GIA’ vietato da una normativa che esiste GIA’… e quindi non c’è alcun bisogno di fare una legge apposta per sottolineare *moralisticamente* che il mascheramento musulmano è più grave di qualsiasi altro mascheramento di altro genere;
– se il velo copre solo i capelli e NON rende irriconoscibile la faccia, allora *in base a qualsiasi principio di libertà e di laicità che noi abbiamo sempre difeso*, esso rientra nel diritto insindacabile degli individui di vestirsi come cavolo vogliono, fatti salvi degli standard minimi, ma veramente minimi, di igiene e di decoro comune.
Se poi, volta per volta, emergono dei singoli casi di persone che lamentano di essere costrette a portare il velo anche se non vogliono, queste hanno tutto il diritto di essere difese.
Ma mi dà un profondo fastidio il il dare per scontato a priori che siano tutte costrette, che non possa essercene manco una che lo porta per scelta… e che addirittura sono tutte così condizionate e abbrutite che “credono di portarlo per scelta ma nemmeno si rendono conto di essere costrette”, e quindi bisogna spiegarglielo noi, e costringerle a toglierselo per il loro bene.
Francamente, a me questo sembra un forte atto di presunzione, e un’offesa all’intelligenza di tante persone.
Lisa
Sul paragone con le faccende domestiche:
innanzi tutto, al posto della disparità nelle faccende domestiche mettici qualsiasi altra consuetudine conformista, che va bene lo stesso.
Tipo il mandare i figli al catechismo anche se la famiglia non è praticante, salvo poi sbuffare che la parrocchia richiede troppo impegno;
il comprare oggetti di moda anche se personalmente non interessano molto, ma “bisogna averceli”, salvo poi lamentarsi che costano troppo);
il dare il ciuccio ai bambini anche se non ne hanno nessun bisogno, salvo poi lamentarsi che a cinque anni non sanno ancora come levarglielo…
Il paragone era comunque inteso in questo senso: trovo enormemente semplicistica la dicotomia assoluta tra chi “lo fa per scelta” e chi “lo fa perché è costretta”.
La stragrande maggioranza delle persone fa delle cose obsolete, insensate, e magari anche culturalmente dannose, NE’ per scelta NE’ per obbligo…
…ma semplicemente per automatismo, perché è abituata così, perché non lo considera un problema tanto grave da pensare che valga la pena di fare uno sforzo per superarlo, e in definitiva perché muovere le chiappe per cambiare abitudine le farebbe più fatica rispetto a lasciarla come sta.
Solo che se si tratta di un’abitudine a noi familiare, anche se personalmente non la seguiamo e non ci piace, ci si limita a scrollare le spalle e a dire “boh, se sono contenti loro, che se la tengano”. Se invece si tratta di un’usanza a cui NON SIAMO ABITUATI, allora dobbiamo porci tutti ‘sti problemi sul fatto che “per sua natura” sia un’usanza disturbante, e che quindi dobbiamo sradicarla noi per il bene della poveretta che nemmeno lo sa.
In questo contesto, siccome un velo portato per abitudine e per inerzia (o eventualmente anche per scelta decisa) non morde nessuno, io la vedo esattamente come l’abitudine ad andare a messa, o a esagerare con il perfezionismo delle faccende domestiche: ovvero, chi vuole farlo cavoli suoi, basta che non venga imposto ad altri.
Diverso è il discorso per i casi in cui effettivamente venisse imposto. Ma PRIMA si dimostra che è imposto, e POI si combatte contro l’imposizione, non è che si dà per scontato a priori che sia imposto sempre.
Lisa
@ Lisa
Invece sulle donne che stirano le camice hai mariti non ti fai nessun problema a dire che sono delle sottomesse e costrette. Comunque grazie, dammi pure dell’ubriaco invece di discutere civilmente. Dopotutto qui se c’è una che usa due metri di misura diversi quella sei tu, perché maxalber ha semplicemente proposto di vietare tutti i simboli religiosi come succede in Francia stai tranquilla non vuole stigmatizzare l’islam, peccato non tu non ti faccia li stessi problemi con la gente che viene qui con nick tipo “strozzapreti” che se ragionassi con i tuoi schemi dovrebbero essere considerati discriminatori. Tu hai semplicemente risposto ad una mia domanda con un altra domanda che non c’entra niente. Stavo semplicemente chiedendo, se la minigonna è un simbolo di sottomissione all’uomo, come mai anche le lesbiche la portano? Se tu pensi, come me, che anche loro hanno voglia di sedurre, converrai con me che chi transforma qui, la minigonna in un simbolo di opressione è completamente fuori strada.
“…perché maxalber ha semplicemente proposto di vietare tutti i simboli religiosi come succede in Francia stai tranquilla non vuole stigmatizzare l’islam, peccato non tu non ti faccia li stessi problemi con la gente che viene qui con nick tipo “strozzapreti” che se ragionassi con i tuoi schemi dovrebbero essere considerati discriminatori.”
————-
Ho già ripetuto parecchie volte (nel corso di ANNI di discussioni qui e altrove) come la penso sulla legge francese, e in che cosa sono d’accordo con maxalber e in che cosa no.
Io non vedo assolutamente nulla in comune tra un simbolo religioso portato individualmente sul corpo di una persona, e un simbolo religioso imposto istituzionalmente in un luogo pubblico al servizio di tutti.
Per cui, crocifissi al collo sì (perchè riguardano solo chi li porta, e rientrano nel diritto all’espressione individuale), crocifissi alla parete no (perché conferiscono un carattere confessionale al luogo o all’istituzione, che invece non dovrebbe averceli). Il crocifisso alla parete viola la laicità dello stato, quello al collo no.
Per me un velo in testa è ESATTAMENTE come un crocifisso al collo e non ha nulla a che vedere col crocifisso alla parete.
Ma sia per il crocifisso al collo che per il velo in testa, non vado a farmi romanzi drammatici sul fatto che “debbano essere strappati alla persoan per il suo bene, perché è sicuro che li porta perché è costretta”.
Lisa
@ Lisa
A parte il fatto che tu definisci donne delle adolescenti. Per quanto riguarda il burqa non è poi tanto scontato il divieto perché mi sembra di ricordare che una sentenza del tar del friuli avesse detto il contrario (se qualcuno si ricorda spieghi), vietare i simboli religiosi nelle scuole agli alunni non sono molto d’accordo, ma rispetto chi pensa che sia un modo per evitare pressioni. In effetti l’unico merito che ha avuto la legge francese è stato quello di evitare che fuggano verso le scuole private per quel motivo e le statistiche lo dimostrano. Il problema è che poi ragazzi e ragazze fuggono per altri motivi, qualità dell’insegnamento, pressione islamica, antisemitismo islamico. A me francamente tutto questo moralismo, non bisogna offenderli, non bisogna dire questo e quell’altro e non bisogna sentirsi superiori quando invece qui la gente si sente sistematicamente superiore ai cattolici comincia a dare fastidio. Più che fastidio mi fa paura. Perché poi le conseguenze di quest’atteggiamento nel tanto idealizzato “estero” adesso sono sotto gli occhi di tutti. Che una persona si inventi che la minigonna da simbolo del femminismo sia diventato simbolo di sottomissione e che tutti lo ripetano come pappagalli senza un minimo di spirito critico mi sembra un po’ poco razionale e dovuto a questa ossessione di “non offendere”, non sentirsi superiori ecc. In realtà i musulmani nella maggior parte dei casi non si fan nessun problema a sentirsi superiori alle nostre società decadenti e perverse (come loro le definiscono).
“@ Lisa
A parte il fatto che tu definisci donne delle adolescenti.”
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Guarda che tutto il putiferio è partito da lì, con la Carfagna che vuole vietare il niqab NELLE SCUOLE, sottintendendo che ci siano folle di ragazzine minorenni costrette a venire in classe col velo integrale…
@ Lisa
E gia perché in Francia notoriamente ti strappano il velo prima di entrare in classe, e notoriamente velo e crocifisso hanno proprio lo stesso significato. Peccato che il velo lo mettano solo le donne, ma sai questo è un dettaglio da poco. E dimmi invece un’insegnante donna che porta il velo (e non farmi l’esempio delle suore che sono in via di estinzione e non sono mai state in via di aumento) quella ti va bene o viola la laicità dello stato?
Poi all’università il velo in Francia non è vietato salvo durante gli esami perché alcune ragazze se lo mettevano solo quel giorno per nascondere l’auricolare per comunicare o ascoltare lezioni registrate.
Poi Lisa una cosa sulla legge francese. Il divieto è sempre esistito anche prima dell’arrivo dei musulmani solo che era una circolare prima ed alcuni istituti venivano attaccati nei tribunali amministrativi, la legge ha permesso di evitare tutti questi processi. La Francia ha delle tradizioni forse esagerate ma che le hanno permesso di laicizzarsi e far convivere una società alla base più multireligiosa della nostra. Vuoi farmi credere che i musulmani che si battono contro la legge vengono a portarci le libertà civili contro l’integralismo laicista? Perché quello che è il discorso che tengono oggi.
“In realtà i musulmani nella maggior parte dei casi non si fan nessun problema a sentirsi superiori alle nostre società decadenti e perverse (come loro le definiscono)”.
Pero’ nelle nostre società schifosissime e perverse si stabilizzano in massa.
E approfittano, laddove è possibile, di servizi quali assegni familiari (ed altro) senza neanche saper parlare la lingua locale.
Molti di loro poi, fanno crescere i loro figli maschi nella convinzione (tutta loro) dell’essere degli stalloni dal meraviglioso aspetto fisico (?) e nell’idea che la conquista di una donna europea sia un vanto di gran livello…si sentono superiori a noi ma vorrebbero TANTO vivere liberamente come noi.
io vedo ragazzine islamiche con il velo che a scuola se lo levano per i fatti loro, sentendosi goffe e retrò rispetto alle compagne.
vietarlo rischierebbe invece di arroccarle su sciocche posizioni identitarie.
temo che l’idea del divieto nasca più da una volontà di coercizone che da un afflato libertario.
@car80
Negli anni 80 ancora non era successo l’attentato dell’ 11/09/2001 alla torri gemelle di New York. Quell’attentato ha portato tutto l’occidente ad una crescente diffidenza dell’Islam ed i mussulmani, di conseguenza, a prendere sempre piu’ a cuore la loro religione ed a difendere i propri simboli e le proprie usanza (Veli&C.)
Prima dell’attentato insomma, non c’era l’esigenza ne di discriminare una religione, ne l’esigenza di ostentare a tutti i costi i propri simboli di appartenenza.
La Francia ha emanato quelle leggi per frenare il dilagare di diatribe tra credenti di varie confessioni, per frenare le ostentazioni stravaganti dei mussulmani, e perche’ no, per frenare le discriminazioni dei credenti di altre confessioni religiose, nei loro confronti.
TI RICORDO CHE QUELLA FRANCESE E’ ATTUALMENTE LA LEGGE MIGLIORE DA UN PUNTO DI VISTA LAICO, SUI SIMBOLI RELIGIOSI.
Sara’ per questo che da fastidio a molti
car80:
“Invece sulle donne che stirano le camice hai mariti non ti fai nessun problema a dire che sono delle sottomesse e costrette. Comunque grazie, dammi pure dell’ubriaco invece di discutere civilmente.”
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Allora forse il problema non è che hai bevuto, è proprio che non sai leggere (o che non VUOI legegre).
perché io, se riguardi bene i miei post, non ho assolutamente MAI detto che chi stira i panni sia una sottomessa. Ho detto una cosa ben diversa, ovvero:
– chi si sfinisce abitualmente di faccende domestiche molto al di sopra del necessario, e lo fa da sola accettando il fatto che il compagno non collabori, è una donna “sottomessa” o no? La risposta è che BOH, NON SI SA, e si vede caso per caso. Se la signora è contenta di fare così, ci si trova bene, si sente a suo agio, le piace e la considera una soddisfazione, o comunque una cosa che non le pesa, allora NON E’ sottomessa. Se invece la vive come una dolorosa ingiustizia che vorrebbe cambiare ma non può, allora sì, è sottomessa (e magari va aiutata a uscirne).
– chi porta il velo è una donna “sottomessa” o no? BOH, NON SI SA, e si vede caso per caso. Se la signora è contenta di fare così, ci si trova bene, si sente a suo agio, le piace e la considera una soddisfazione, o comunque una cosa che non le pesa, allora NON E’ sottomessa. Se invece la vive come una dolorosa ingiustizia che vorrebbe cambiare ma non può, allora sì, è sottomessa (e magari va aiutata a uscirne).
In nessuno dei due casi, mi sento in diritto di decidere a priori che sia per forza una sottomessa (o che sia una povera minus habens che nemmeno si rende conto di essere sottomessa), prima di conoscere le sue personali motivazioni vere.
Più chiaro?
Lisa
Il problema ben illustrato da Lisa rimane comunque un interrogativo aperto:
come capire chi vuole uscirne e chi no?
E’ già difficile con le donne di casa nostra (che tutto sono fuorchè totalmente “disintossicate” dai divieti-obblighi di chiesa-padri-mariti-società arcaiche-realtà professionali… checchè ne dicano i media) figuriamoci con le ragazze di religione islamica che hanno una gran paura di uscire dal loro guscio per non rischiare la pelle!
@Dalila
@Lisa
Lo Stato con una legge che impedisce l’ostentazioni di simboli religiosi in luoghi pubblici a tutti, taglierebbe sicuramente la testa al toro.
A quel punto si renderebbero le persone libere e senza differenza tra loro.
Ciao
“Lo Stato con una legge che impedisce l’ostentazioni di simboli religiosi in luoghi pubblici a tutti, taglierebbe sicuramente la testa al toro.
A quel punto si renderebbero le persone libere e senza differenza tra loro.”
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Francamente non capisco in che modo una legge che vietasse agli individui di indossare i vestiti che vogliono e di portare i simboli che vogliono, dovrebbe essere celebrata come quacosa che “rende le persone più libere”.
Lisa
Se approvano una legge contro i simboli islamici, e’ una semplice idiozia.
Devono prendere ad esempio la Francia e permettere ai presidi di intervenire su tutti i simboli religiosi!
Dimenticavo: oltretutto e’ risibile proibire il velo, se in classe e’ appeso un crocifisso…
Sno perfettamente d’accordo con la proposta del Ministro Mara carfagna.
No al burqua, si ai crocifissi!
E’ così che si difende l’identità italiana.
Il cattolicesimo e L’Italia sono strettamente legati.
Inseparabili.
Giusto per chiudere la discussione senza dare la soddisfazione dell’ultima parola a un evidente troll! :)))))
saluti
Lisa
Ultima parola confermata!