Il Consiglio francese del culto musulmano (Cfcm), interpellato dal governo, si è dichiarato contrario all’ipotesi di introdurre una legge per vietare il burqa, anche se alcuni membri si dicono possibilisti sull’ipotesi di vietare tutti i copricapi che rendano impossibile l’identificazione in luoghi pubblici o in occasioni durante le quali vengano introdotte particolari misure di sicurezza. Secondo il presidente Mohammed Moussaoui, l’obbligo del burqa “non è una prescrizione del Corano” ma proibirlo sarebbe “discriminatorio” e potrebbe dar luogo a reazioni anche “tra i musulmani ostili al burqa”. Il rettore della moschea di Parigi, Dalil Boubakeur, in minoranza nel Cfcm, sostiene invece che “la questione del burqa è marginale, ma rappresenta un segno dell’aumento dell’influenza e della forza dei fondamentalisti”.
Francia, consiglio musulmano contro legge anti-burqa
45 commenti
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E’ chiaro che il burqa non è portato per volontà delle donne ma una imposizione di uomini ignoranti dalla mentalità contorta anche per quanto riguarda l’interpretazione dello stesso corano che dicono di rispettare.
Stanno messi male anche oltrealpi?
@Reiuky: peggio che qui. In Francia i musulmani sono il 10% della popolazione.
piu’ del problema del burqua
mi interessa il problema della vendita di 120 kg di nitrato d’ammonio
avvenuta in settembre al Consorzio Agrario di Corbetta.
a due moderati musulmani di Milano.
La Digos ne ha ritrovati 40 kg.
Dove sono finiti gli altri 80 kg?
riecco l’islam moderato e civile, amante della vita e della democrazia…beato chi ci crede.
riecco l’islam moderato e civile, amante della vita e della democrazia…
ma dove?
beato chi ci crede.
ah, ecco…
x Nello
hehehe 😉
Bisogna essere rispettosi degli usi e delle leggi del paese ospitante, non siamo a tavola che si chiede all’ ospite cosa gradisce, siamo nella società civile che deve rispettare tutti, per primo deve curare i diritti dei cittadini che in essa lavorano e pagano le tasse, l’ ospite faccia l’ ospite, non faccia e non gli si chieda di più.
Di sicuro non sarebbe giusta una legge che vieti letteralmente “il burqa”, ci vuole una legge che vieti di indossare indumenti che non permettano il riconoscimento, il burqa è tra questi.
@Myself
Concordo al 100% ancheperchè una legge che vieti solo il burqa farebbe sentire discriminati TUTTI imussulani, spingendoli verso l’estremismo. Oltetutto sarebbe una pericolosa deroga al fatto che la legge deve essere UGUALE PER TUTTI.
D’accordissimo su una legge che vieti TUTTI i copricapi che impediscono il riconoscimento: dal burqa al passamontagna passando per stramberie varie. Una legge che impone a tutti gli stessi diveti e doveri.
myself scrive:
16 Ottobre 2009 alle 12:29
Di sicuro non sarebbe giusta una legge che vieti letteralmente “il burqa”, ci vuole una legge che vieti di indossare indumenti che non permettano il riconoscimento, il burqa è tra questi.
———
Non basta: sarebbe un escamotage che non mi pare metta a fuoco i termini del problema.
Mi spiego.
Se per esempio una religione prevedesse di portare a spasso la moglie al guinzaglio, come un cane, una legge “che vieti di indossare indumenti che non permettano il riconoscimento” sarebbe inutile.
Ci vorrebbe una legge che vieti indumenti/attrezzature/qualsiasi cosa sia espressione di dscriminazione, sottomissione e repressione dell’essere umano.
@strozzapreti
>Bisogna essere rispettosi degli usi e delle leggi del paese ospitante, non siamo a tavola che si
> chiede all’ ospite cosa gradisce, siamo nella società civile che deve rispettare tutti, per primo deve
> curare i diritti dei cittadini che in essa lavorano e pagano le tasse, l’ ospite faccia l’ ospite, non
> faccia e non gli si chieda di più.
Quindi se i musulmani diventassero il 51% della popolazione e votassero la Sharia, tu saresti uno dei tanti che da buon cittadino si sottometterebbe alle leggi?
bisogna rispettare la cultura del paese ospitante: è una vergogna che in tv ci sono solo femmine scosciate e invece alcuni si oppongono ancora a lasciare vestire le figlie come la cultura del proprio paese.
“Ci vorrebbe una legge che vieti indumenti/attrezzature/qualsiasi cosa sia espressione di dscriminazione, sottomissione e repressione dell’essere umano.”
@maxalber
Si certo, io mi riferivo in particolare ai copricapo. Comunque capisci che la “tua” dovrebbe rientrare tra leggi più specifiche sugli abusi alle persone.
A me sembra innanzi tutto un problema di intelligenza.
Già nell’antichità si diceva “se vai a Roma comportati come i romani” e prima ancora frasi analoghe in cui cambiava solo il nome della città.
I vari popoli barbari che ad un certo punto calarono dai confini dell’impero romano ne adottarono subito lingua, usi e anche religione.
Ora da noi viene gente che pretende non solo di conservare i propri usi e costumi, ma anche di imporli agli altri, ovviamente in genere con motivazioni religiose.
Questo non può essere accettato.
In realtà molto deriva dalla attuale civiltà occidentale, che per prima ha imposto i propri usi, costumi e spesso religione nei paesi che costituivano le “colonie”; noi ci meravigliamo o sghignazziamo quando vediamo a Roma un africano o un indiano con i loro abiti tradizionali, mentre ci sembra ovvio che un francese passeggi a timbuctù o a bombay in giacca e cravatta o comunque con abiti occidentali.
Nessun giapponese si sognerebbe di indossare gli abiti tradizionali al di fuori del suo paese.
Inoltre la nostra civiltà, anche se formalmente è fortemente ancorata alla religione cristiana, è oggettivamente una società materialista e forse pornografica.
Tutto questo per dire che oggettivamente (almeno a me sembra oggettivo) per vietare il burqa (che non può essere permesso) ci si potrebbe appigliare solo alle esigenze della sicurezza, mentre per gli altri strumenti tradizionali di sottomissione delle donne che non so nemmeno come si chiamano (mi riferisco a quei fazzoletti che coprono la testa lasciando scoperto il viso) l’unica speranza è che il tempo e l’esempio quotidiano delle altre donne facciano cambiare abitudini (persino l’imam egiziano li ha considerati assurdi).
Altrimenti si dovrebbe intervenire sulle suore, sui foulard alla moda, su chi porta, provvisoriamente o meno la bandana, eccetera (solo uno, che è stato eletto dal popolo, può portare la bandana)……………..
“ma proibirlo sarebbe “discriminatorio” e potrebbe dar luogo a reazioni anche “tra i musulmani ostili al burqa””
Cioè, sono ostili al burka ma se lo proibisci poi si arrabbiano; qualcosa non mi torna.
“proibirlo sarebbe “discriminatorio” e potrebbe dar luogo a reazioni anche tra i musulmani ostili al burqa”
La cosa che trovo inaccettabile ed insopportabile degli esponenti delle comunità islamiche europee sono queste continue mezze minacce, come dire: “occhio che siamo tanti e se non fate come noi desideriamo creeremo casini”
In Gran Bretagna si piegano costantemente a queste minacce, spero che Sarkozy non si faccia intimidire…
@Reiuky: Nel resto d’Europa dove la massiccia immigrazione islamica è iniziata molto prima che da noi stanno decisamente peggio.
“Ci vorrebbe una legge che vieti indumenti/attrezzature/qualsiasi cosa sia espressione di dscriminazione, sottomissione e repressione dell’essere umano.”
anche l’armamentario bsdm?
…felicissimo se a dover portare il burqa o addirittura il niqab fossero, oltre alle donne islamiche, anche gli uomini musulmani, oltre a tutti i talebani del mondo che vengon fuori in tutte le salse possibili ed immaginabili. Tutti i pazzi e tutte le pazze del pianeta (sedicesima trans inclusa) trasformati in un simpatico nonché muto “Cugino itt” del tipo famiglia Addams. Magari si potrebbero attaccare al niqab dei lunghi peli marroni a mo di pelliccia di castoro, per rendere la cosa piu’ credibile e simpatica. Qualcuno vada a comprare una bella bombetta da passeggio…
http://media.gamerevolution.com/images/misc/Image/cousin_it.jpg
c’è solo da sperare che,
vietato in un qualche modo il burka,
poi non murino le donne in casa.
Riporto un intervento da me inviato per uno dei tanti post dove, direttamente o indirettamente (quello era in occasione del ‘martirio’ della Santanchè) si dibatteva sull’esistenza o meno di un islam moderato. Dal momento che anche qui la questione ritorna fuori, ripropongo la mia opinione, espressa allora in risposta ad uno dei tanti interventi anti-islam moderato, dove, tra l’altro, si riportava un esempio di ‘calata di braghe’ di fronte a certe richieste avanzate dagli islamici a Bologna.
Nessuno chiede a nessuno di ‘calare le braghe’, nè di dare esistenza a ciò che non esiste. Non ho dubbi che gli islamici moderati, se ci sono, sono una esigua minoranza che tra l’altro non si può esprimere. Si tratta di decidere però se sia più realistico prendere atto delle cose come stanno e prepararsi ad uno scontro senza compromessi oppure creare le condizioni perchè gli islamici moderati se non ci sono lo possano diventare. Utopia? Quando l’alternativa è un realismo il cui sbocco non può essere che un conflitto senza speranza, trovo l’utopia l’unico realismo praticabile. Si critichino, giustamente, certe condiscendenze che possono creare la convinzione negli islamici di ottenere tutto ciò che desiderano, ma rifiutare PER PRINCIPIO qualsasi richiesta perchè fatta da loro significa solo imboccare una strada senza ritorno. Certamente queste richieste debbono essere legittime, non in contrasto con le leggi e le norme vigenti, ma non credo che ci voglia poi tanto per ottenere questo rispetto senza rimettersi alla Santanchè. Qui si riporta l’esempio della ‘rossa’ Bologna, dove mi sembra eccessivo parlare di ‘concordato’ per aver proposto di sostenere anche finanziariamente la costruzione di una moschea, ma se la richiesta era legittima, compatibile oltre che con le leggi e le norme vigenti con i bilanci dell’amministrazione, non vedo perchè non doveva essere accolta, se invece non lo era per uno qualsiasi di questi motivi lo si faceva presente e chiuso il discorso. Con questa gente non si può parlare? Bè, un esempio da proporre ce l’ho anch’io. Abito vicino ad un paese – la ‘rossa’ Novellara in provincia della ‘rossa’ Reggio Emilia – dove questa integrazione è avvenuta, non solo con gli islamici, ma con molte altre confessioni religiose. E qui gli abitanti non si sentono ‘colonizzati’, almeno nella maggior parte, dal momento che il sindaco di sinistra convinto sostenitore e promotore di quasta integrazione è stato rieletto senza problemi in un momento in cui la sinistra in genere sta registrando solo sconfitte. Novellara è un’isola felice senza problemi? Neanche per sogno, l’integrazione non è avvenuta dall’oggi al domani per una sorta di congiuntura astrale favorevole, e di sicuro l’integrazione crea ancora problemi, ma i risultati ottenuti non sono dovuti a ideologie multiculturaliste (alle quali personalmente non credo affatto) o a cedimenti di varia natura… ci si è solo impegnati per creare le condizioni dell’integrazione. Pare che sia possibile e le nuove generazioni, quelli che sono nati qui, si sentono parte, pur nella diversa appartenenza, di una stessa comunità. Si tratta di fare il salto di qualità – in parte dalla nuova gnerazione gia fatta – che dovrebbe portare a sentirsi prima parte della comunità e solo dopo di una etnia, di una religione, di una cultura. Può darsi che prima o poi questo ancora fragile equilibrio si rompa, ma di sicuro non gli si dà una mano per invece consolidarlo se – per esempio proprio a Reggio Emilia – la lega ha ottenuto uno strepitoso successo immaginate puntando su che cosa.
E infine sempre, da parte mia, lo stesso discorso che viene bollato, nella migliore delle ipotesi come ideologico, utopistico, ma più spesso come radical-chic, mulriculturalista e così via: l’alternativa, questa sì realistica nel senso di inevitabile, al conflitto non può che essere il rfiuto di ogni generalizzazione, questa sì ideologica, quando non razzista, innalzata a principio.
Bruno gualerzi: il tuo post è condivisibile, tuttavia è indubbio che non tanto in Italia, ma in certi paesi d’ Europa si stia diffondendo un preoccupante atteggiamento di arrendevolezza ed accondiscendenza verso le pretese delle comunità islamiche, si teme che esse creino problemi e disordini, quindi si accolgono tutte le loro richieste, mi riferisco in particolare alla Gran Bretagna dove per esempio si è giunti a riconoscere (su pressione delle comunità islamiche) la poligamia, così che ora ai poligami vengono pagati degli assegni familiari per ogni loro moglie sposata in un paese dove questa è legale ed esiste anche un diritto parallelo, costituito da corti islamiche perfettamente legali che risolvono controversie civili, commerciali, relative ai divorzi ecc.
SIGNORI COL TURBANTE E TONACHE NERE ,,LA FRANCIA E’ LAPATRIA DELL’ILLUMINISMO
DELLA RIVOLUZIONE DELL’EGUAGLIANZA E DELLA LIBERTA’ , SE NON VI STA BENE TORNATE ALLA MECCA.
E BRAVO IL NERO ;???EVIDENTEMENTE RAMMENTA LA MONACA DI MONZA, E MEMORE DI COSA FACEVANO I FRATACCI DELL’INQUISIZIONE; ORA CERCA DI RAMMENTARE A LORO DI NON FARE COME FECERO I CATTOLICI. MAGARI BRUCIANDO QUALCHE MILIONCINO DI DONNE COME STREGHE.
“c’è solo da sperare che,
vietato in un qualche modo il burka,
poi non murino le donne in casa.”
Per quello può andare benissimo anche la chiesa cattolica, che ancora parla di diversità di ruoli tra uomo e donna.
@don alberto l’armamentario bsdm di solito viene usato in luoghi privati,non certo per strada o a scuola…
piuttosto, come fa un prete a conoscere certe cose?O__O
Voltaire sputerebbe in faccia a questo consiglio di talebani…. 😉
Non è prescritto dal Corano eppure sarebbe giusto impedirlo di metterlo…c’è qualcosa che mi sfugge in questo ragionamento.
Ah sì: toglierlo dalle donne minerebbe il loro potere fallocentrico, bigotto e misogino !
Scusate, volevo dire “sarebbe ingiusto impedirlo di metterlo”
questa è la religione che più di tutte mi fa venire pruriti di intolleranza.
so che è brutto, che non è da ateo razionalista… eppur lo confesso…
Ps:
e bravo don alberto che si tiene aggiornato.
concordo pienamente con Bruno
si tende sempre a dimenticare che le dinamiche sociali umane hanno meccanismi abbastanza prevedibili e si potrebbe dire, persino, banali
se due fazioni cercano lo scontro, la cosa si risolve in ossa rotte, non certo nella soluzione del problema, qualsiasi fosse il problema che ha generato la formazione delle fazioni
prima delle azioni viene l’atteggiamento, non e` questione di calare le braghe, ma avere nei confronti dell’altro (chiunque sia) un atteggiamento onesto, siamo entrambi nella stessa barca e abbiamo entrambi gli stessi diritti
al contrario, mi sembra, correggetemi se sbaglio, che molti degli interventi che leggo qui partano dal presupposto implicito che noi abbiamo ragione, loro torto, e quindi la questione si risolve nel cercare il mezzo piu` efficace di imporre la nostra visione del mondo a discapito della loro
ci vuole poco a rendersi conto che con questo atteggiamento basta invertire i termin “noi” e “loro” perche` tutta l’impalcatura stia in piedi ugualmente, cosi` non ce ne veniamo fuori
pretendere che si arrivi ad una integrazione senza passare per compromessi mi sembra poco realistico, mentre con pazienza, fermezza e regole oneste ci si puo` arrivare
cosa intendo per regole oneste? si faceva un esempio molto calzante: se la costruzione di una moschea non e` in violazione di nessuna norma urbanistica, sanitaria o di pubblica sicurezza, trovo onesto concedere il permesso, ogni protesta volta ad impedirne la costruzione e` disonesta e discriminatoria
insomma, diritti e doveri dovrebbero essere garantiti e ottemperati in quanto cittadini, non perche` si appartiene (o meno) ad un determinato gruppo etnico o religioso
@ michele
“Quindi se i musulmani diventassero il 51% della popolazione e votassero la Sharia, tu saresti uno dei tanti che da buon cittadino si sottometterebbe alle leggi?”
Per me è una domanda che non si pone, da buon coniglio me la sarei già svignata in sud o in nord america, anzi preferibilmente nelle antille al sole 🙂
@ Gualerzi
Scusa ma cosa c’entra il tuo polpettone con la Francia? La situazione è un po’ diversa li per farsi eleggere il sindaco a bisogno del voto islamico!! Moltissimi comuni sono a maggioranza islamica, non credo che dove abiti tu a Reggio Emilia sia il caso. Per il resto da “delle vostre chiese faremo delle sale da ballo” a “la rossa bologna finanzia le moschee” ottima come svolta della sinistra. Tu la butti troppo sul politico a te interessa che la sinistra si rieletta e basta poco importa su quali valori. Qui stiamo parlando di un problema generale che non riguarda solo l’italia. A volte, invece, è anche umano ammettere che nessuno ha una risposta a questi problemi, se gli racconti la tua storiella ai laici francesi, ti chiedono se hai visto troppe volte don camillo e peppone 🙂 . Li l’islamizzazione sta dando già i suoi frutti, la scuola privata è diventata nei fatti più laica di quella pubblica mente tu ci stai spiegando che nel tuo comune non ci sono solo immigrati islamici ma di tutte le religioni.
@ vittorio
In televisione non ci sono solo “femmine” scosciate. Anzi io non ne vedo mai, dipende da che programmi stai guardando tu. E ancora di meno nella tv francese.
@ vittorio
In televisione non ci sono solo “femmine” scosciate. Anzi io non ne vedo mai, dipende da che programmi guardi tu. E ancora di meno nella tv francese.
@ near
Secondo te la chiesa cattolica ha tutto questo potere sulle giovani generazioni?
@ car80
Sì, il mio ‘polpettone’ non c’entra con la Francia. E forse nemmeno con l’Italia. Del resto, come premesso era stato proposto in occasione di un altro evento. In realtà era una presa di posizione, corredata da un esempio in contrapposizione ad un altro di segno opposto, semplicemente per provare che si possono vedere le cose non nella solita prospettiva che sembra prevalere anche qui (e di cui parla opportunamente Kanna Shirakawa). Per estremizzare il discorso mi sembrava di poter dire che, per molti anche qui intervenuti, la conclusione da trarre era “l’unico islamico buono è un islamico morto”. Con quel che ne consegue
Lasciamo perdere che – forse anche a causa della mia esposizione – se io non ho capito niente della Francia (che nel mio intervento comunque non consideravo) tu non hai capito molto di quanto sta passando da queste parti (non hai idea di come mi siano sempre stati sui cosiddetti Peppone e don Camillo!)… e veniamo pure al ‘problema generale’ al quale per altro, nalla parte finale del mio commento, quanto meno accennavo. Tu dicevi giustamente che “è umano ammettere che nessuno ha una risposta a questi problemi”… ma converrai che una risposta si può tentare di darla (è umano), e darla cercando di vedere la questione nella dimensione più ampia possibile.
Ebbene, adesso non voglio farla troppo lunga (ho già annoiato un pò tutti con la mia ‘filosofia’, dove comunque di ‘politico’ come hai inteso tu non c’è proprio niente) e, ribadendo anche ciò che sosteneva Kanna Shirakawa, non posso che accennare al terreno sul quale a mio parere merita discutere:
cosa fare di fronte a questa sorta di ‘colonizzazione islamica’, in certe realtà più accentuata che in altre (come tu riferisci a proposito della Francia, e altri dell’Inghilterra), ma spesso anche estremizzata dalla psicosi ‘mamma li turchi’ che – se permetti – è forse più provinciale di quanto si cerca di elaborare da queste parti? Io ritengo questo: l’alternativa ad uno scontro frontale che – proprio perchè si ha a che fare con un fondamentalismo radicale (il talebano che non esita ad imbottirsi di esplosivo saltando in aria col ‘nemico’) – apre scenari paurosi, senza esagerare ‘apocalittici’ (ormai tutti dispongono di ‘armi di distruzione di massa’), penso sia una sola: proprio là dove avviene questo contatto diretto tra dua mondi, tra due culture, si deve intraprendere la strada dell’integrazione. Senza cedimenti, ma anche senza chiusure preconcette e, soprattutto, puntando a distinguere, individuare e incentivare quelle tendenze che generalizzazioni poco intelligenti negano possano esistere.
Su questo in ogni caso credo si debba discutere. E, per non restare troppo sul teorico, o sull’utopistico, portavo l’esempio di un’esperienza concreta… in parte impropria, ne convengo, ma ispirata ad una ‘filosofia’ che può essere estesa anche oltre.
@ Gualerzi
Il post è sulla Francia sul tuo comune non so molte cose, se non che da come dici tu, l’immigrazione non è prevelantemente islamica, un conto è il mutlicultaralismo, un conto è l’islamizzazione. Dunque implicitamente stai auspicando un’immigrazione per quote in cui quella islamica non superi un certo tot. A me lo scontro frontale non mi interessa, voglio sapere solo se tu pensi che l’uaar debba andare a manifestare in piazza con i musulmani che desiderano il finanziamento del comune per la loro moschea, o per la costruzione di una scuola islamica, perché no militare per l’introduzione della religione islamica nelle scuole. E magari il giorno dopo fare gli anticlericali puri e duri. Non ti sembra una posizione un po’ difficile da tenere? La prova che né tu né l’uaar vi guardate bene dal partcipare a queste manifestazioni con gente che magari sostiene pure il reato di apostasia. Poi il terminee rosso mi fa un po’ ridere, i comunisti di una volta li avrebbero fatti rigare dritti i musulmani, come hanno laicizzato gli “immigrati” del sud molto più attacati alla religione cattolica. Oggi si dovrebbe parlare di rosso-verde dove il verde comincia ad essere preponderante 🙂
@ Kanna Shirakawa
Anche nei post sul cattolicesimo l’andazzo è noi (atei) abbiamo ragione e (loro) i cattolici hanno torto. Senza preoccuparsi troppo delle sfumature tra un cattolico e l’altro. Non capisco come mai questi commenti moralizzatori come il tuo appaiono solo quando si parla di (loro) musulmani. C’è qualcosa che non mi quadra 🙁
Poi rispetto al fatto che si possa ad arrivare ad un’integrazione senza fare compromessi, è un attegiamento di tipo religioso. Sono bravo e buono, Dio (o Allah dovremmo dire) mi ricompensa con l’integrazione. Eh poi il nostro obiettivo non è l’integrazione, ma l’ateismo e come fare evitando il proselitismo per la sua diffusione. Sai le autorità preferiscono un musulmano patriarcale ma che tiene buoni i propri figli, piuttosto che una musulmana madre single che non sa come tenerli. In Francia il discorso nuovo a sinistra è meglio la poligamia delle madri single. Come cambiano i tempi…
@ car80
Cosa posso dire? Evidentemente il ‘rosso’ messo tra virgolette non è servito. Ma non perchè abbia nostalgia – come sembra il caso tuo – dei rossi di una volta, quelli che ‘facevano rigare dritto’, ma in quanto mi riferivo ad un’etichetta sempra appiccicata a questi luoghi che, appunto, rimanda a quel ‘Peppone e don Camillo’ che ritengo siano ormai da relegare al folklore delle sagre paesane. In quanto agli islamici, credo li si debba considerare alla stregua degli immigrati di altre confessioni, e proprio perchè sono nettamente in maggioranza, altrimenti li si conferma ancora di più nel loro integralismo.
Ma, a parte questo – e a parte ciò che potrebbe fare l’UAAR qui da noi – una domanda: pensi che una integrazione – certamente a certe condizioni che non mi pare di aver sottovalutatato, e proprio ad esempio per il caso di Bologna – sia possibile, o comunque da tentare, oppure ti prepari a svignartela nel sud o nord america… dove poi magari rischi di trovare più mussulmani che in Europa ^_^?
Perché, battute a parte, dici che lo scontro frontale non ti interessa, ma non vedo come lo si possa evitare opponendo ad un integralismo un integralismo uguale e contrario. Credo di aver capito che non è il tuo caso, ma, credimi, questo è l’atteggiamento dominante.
@ Gualerzi
Io non ho nostalgia di niente, vorrei che tu mi rispondessi su quello che dovrebbe fare l’uaar, domande che tu hai evitato perché troppo scottanti. Cominciare un po’ ad essere multiclericale lei e avere tra i suoi soci atei ex islamici no, vero? Oppure manifestare per la costruzione e il finanziamento di moschee? Per il resto non ho la sfera magica quello che mi riserva il futuro non lo so.
@ car8o
Leggo adesso la tua replica a Kanna, dove affermi che ‘l’obiettivo non è l’integrazione, ma l’ateismo’. Benissimo, ma come pensi che questo obbiettivo sia perseguibile se non cercando di sgretolare il muro integralista aprendo invece di chiudere, invece di scaglirvisi contro a testa bassa? Se la sinistra in Francia si comporta come dici tu, certamente sbaglia, ma qui siamo in Italia e il discorso dell’integrazione – certo anche con l’intervento di UAAR – può essere visto in modo diverso. Qui il fondamentalismo più pericoloso è quello costituito dal rigurgito razzista.
Contro il quale oggi a Roma c’è un manifestazione cui UAAR – a mio parere – dovrebbe aderire, certamente portandovi la propria istanza di fondo di lotta contro tutte le religioni. Ma compresa la ‘religione razzista’. Che tale è.
@ car80
Qui gli interventi si accavallano… ma credo di aver risposto al tuo quesito dell 11.17 senza conoscerlo, col mio intervento delle 11.55.
Scusate ma siete sicuri che esista un “obiettivo ateismo” da perseguire?
Io credo più in un obiettivo “casa comune” in cui ognuno è definitivamente libero di darsi e sostenere l’opinione che crede!
don alberto scrive:
“Ci vorrebbe una legge che vieti indumenti/attrezzature/qualsiasi cosa sia espressione di dscriminazione, sottomissione e repressione dell’essere umano.”
anche l’armamentario bsdm?
Non ti preoccupare nessuno vuole toglierti i gingilli!! 😆
@maxalber
“Ci vorrebbe una legge che vieti indumenti/attrezzature/qualsiasi cosa sia espressione di dscriminazione, sottomissione e repressione dell’essere umano.”
Non sono affatto d’accordo: occorrerebbe avere la certezza che questi non fossero stati accettati liberamente dall’essere umano (auto)sottomesso. E tale certezza non ce l’abbiamo, non la possiamo avere. L’autoumiliazione esiste. E l’interiorizzazione delle discriminazioni da parte dei discriminati pure.