Comunicato congiunto di Associazioni e Comitati della Scuola Per la Scuola della Repubblica e Genitori democratici
Il comunicato è stato sottoscritto anche dalla Consulta romana per la laicità delle istituzioni, dall’Associazione “31 ottobre”, dal Comitato Insegnanti Evangelici Italiani, dal Comitato Torinese per la Laicità della Scuola, dal Movimento di Cooperazione Educativa, dalla Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni, da DEMOCRAZIA LAICA, dalla FNISM, dall’associazione Giuditta Tavani Arquati, dall’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti
COMUNICATO
Le difficoltà che in questo inizio d’anno scolastico ricadono pesantemente su coloro che non scelgono l’insegnamento della religione cattolica (IRC) inducono le nostre associazioni a intervenire pubblicamente a sostegno delle denunce di genitori, studenti, insegnanti.
A noi si rivolgono genitori democratici, studenti che credono nella laicità della scuola e si vedono costretti a subire discriminazioni senza che venga loro riconosciuto il rispetto di un diritto costituzionalmente garantito. Alle purtroppo frequenti violazioni arbitrarie del passato si aggiunge quest’anno l’alibi della scarsità di personale scolastico a causa dei pesanti tagli ai bilanci delle scuole e della grande riduzione del numero di insegnanti.
RIBADIAMO CON FORZA che sia il Nuovo Concordato (1984), sia le leggi applicative, sia pronunciamenti della Corte Costituzionale e della Giustizia Amministrativa, le stesse circolari ministeriali IMPONGONO LA PIENA FACOLTATIVITA’ DELL’IRC, e, contestualmente, il pari diritto di coloro che non si avvalgono a veder rispettate le proprie libere scelte : un’attività formativa con apposito docente, studio individuale libero o assistito, la possibilità di assentarsi dalla scuola. Trattandosi di DIRITTI è obbligo dell’amministrazione scolastica assicurarne la fruibilità .
Coloro che non scelgono l’IRC non possono venire trasferiti come pacchi da una classe all’altra, o essere costretti a rimanere in classe durante l’irc come “uditori”, o essere invitati a uscire dalla scuola per non creare problemi, se ciò non corrisponde a una spontanea richiesta.
CI RIVOLGIAMO pertanto ai DIRIGENTI SCOLASTICI, agli ORGANI COLLEGIALI delle scuole affinché prendano in esame tutte le possibili soluzioni, e, in caso di assoluta conclamata impraticabilità a garantire un’attività alternativa se richiesta NON ESITINO A RIVOLGERSI ISTITUZIONALMENTE AL MINISTERO P.I. PER OTTENERE SUBITO LE RISORSE NECESSARIE.
Ai GENITORI e agli STUDENTI non avvalenti raccomandiamo di mantenere ferma senza compromessi la rivendicazione del diritto alla propria dignità, di non tollerare che chi sceglie l’IRC- insegnamento facoltativo confessionale – fosse anche un solo alunno – disponga dal primo giorno di scuola di un apposito docente, mentre NULLA E’ PREVISTO PER CHI USUFRUISCE DEL NORMALE ORARIO SCOLASTICO DI UNA SCUOLA LAICA.
Il diritto alla libertà di coscienza è un diritto non negoziabile, riguarda la singola persona e non può essere questione di maggioranza o minoranza.
Ricordiamolo sempre!
una soluzione potrebbe essere di mettere l’IRC la prima ora o l’ultima in modo da permettere a chi non si avvale di poter entrare dopo o uscire prima!
Approvare o non approvare questo comunicato? Da dove deriva questo dubbio per un’iniziativa che difende come meglio non si poteva quel poco di laicità che l’istituzionalizzazione nella scuola pubblica dell’ora di religione ancora consente, cioè la pratica effettiva dell’alternativa? Proprio dal fatto che così ci si pone nell’ottica della accettazione ormai definitiva dell’ora di religione!
Come già si diceva a proposito dell’introduzione o meno della religione islamica, ci si imbarca in un dibattito che – pro o contro che si sia – non fa altro che dare per scontata l’ora di religione. Realisticamente non si può fare altro? Non direi. Con questo comunicato si difende la laicità dopo che è già stata calpestata. La laicità è già morta, e battersi perchè almeno la cerimonia funebre ne rispetti la dignità, mi sembra una richiesta un pò grottesca. Se – sempre realisticamente – l’ora ormai c’è ed è impossibile toglierla, credo sia più utile boicottarla in tutti i modi possibili piuttosto che ‘razionalizzarla’!
@Bruno Gualerzi
“Se – sempre realisticamente – l’ora ormai c’è ed è impossibile toglierla, credo sia più utile boicottarla in tutti i modi possibili piuttosto che ‘razionalizzarla’!”
Chiedo scusa , ma il concetto non mi è molto chiaro. Potrebbe spiegarlo meglio con altre parole? Grazie.
@ Deicida
In altre parole. Credo sia più ‘realistico’ continuare a denunciare, e sempre con più forza, l’assurdità di un’ora di religione (di qualsiasi religione) che, anche se ormai c’è ed è impossibile da togliere, non per questo va accettata passivamente. Un documento come quello proposto, sicuramente mosso da una richiesta di laicità da difendere ad ogni costo, finisce però per essere, come si diceva una volta, un battaglia di retroguardia. Puramente difensiva.
‘Razionalizzare’ voleva significare appunto questo ripiegare su un compromesso reso accettabile a se stessi (razionalizzato) in nome di una situazione ‘realistica’ che altro non concede.
Naturalmente si tratta di un’opinione personale.
l’intervento di gualerzi è interessante: discutere sulle modalità di applicazione dell’ora alternativa significa riconoscere l’ora di religione e lo stato confessionale che la eroga. significa accettare che gli studenti della scuola pubblica siano divisi su basi religiose. e forse non è troppo una buona idea.
in altri tempi, c’era che tra i più democratici e meno amanti delle armi proponeva l’ingresso in massa nell’esercito per democratizzarlo.
allo stesso modo, magari negli ultimi anni delle superiori, potrebbe essere interessante cammellare le ore di religione con studenti atei e ben preparati, che mettano in discussione tutte le minchiate che gli propinano. della serie “non accetto di essere discriminato ed escluso dalla classe per motivi religiosi, percui partecipo con tutta la mia capacità critica”.
però guarda caso stanno spingendo per ripristinare il voto all’insegnante di religione….
Come prossimo e nonno e pensionato ho detto a mio figlio e a mia nuora che a suo tempo, se lo vorranno sarò sempre disponibile a tenere per il loro figlio, durante l’ora di religione delle piccole lezioni di naturalismo ed evoluzionismo, e lo farei anche per per i suoi compagni.
So bene che dovrebbe pensarci la scuola, ma in momenti come questi il volontariato è indispensabile!
Potrebbe essere un’idea organizzare questi, anche se modesti corsi, con le varie associazioni laiche!!!
Certo, sarebbe quasi il caso di dire “siccome i soldi non ci sono più, e le scuole non possono garantire neanche un’alternativa all’ICR, perché non togliere anche l’ICR?”
Secondo voi che risponderebbero le alte cariche?
Risponderebbero di pensare prima a eliminare piuttosto un’altra ora di matematica, di scienze o di lingua straniera, come è stato già fatto ogni volta che c’era qualche problema finanziario…
Lisa
(repost edulcorato di un commento in attesa di approvazione)
l’intervento di gualerzi è interessante: discutere sulle modalità di applicazione dell’ora alternativa significa riconoscere l’ora di religione e lo stato confessionale che la eroga. significa accettare che gli studenti della scuola pubblica siano divisi su basi religiose. e forse non è troppo una buona idea.
in altri tempi, c’era che tra i più democratici e meno amanti delle armi proponeva l’ingresso in massa nell’esercito per democratizzarlo.
allo stesso modo, magari negli ultimi anni delle superiori, potrebbe essere interessante cammellare le ore di religione con studenti atei e ben preparati, che mettano in discussione tutti i contenuti irrazionali che gli propinano. della serie “non accetto di essere discriminato ed escluso dalla classe per motivi religiosi, percui partecipo con tutta la mia capacità critica”.
però guarda caso stanno spingendo per ripristinare il voto all’insegnante di religione….
A mio parere ciò che è deleterio non è tanto l’insegnamento delle religione cattolica a scuola quanto l’utilizzo che ne fa la chiesa per un’opera di basso clientelismo per “regalare” posti di lavoro ed asservire in tal modo completamente a sé delle persone che non avrebbero altre risorse materiali ed intellettuali per sfuggire alla disoccupazione. L’esperienza vissuta accanto a mio figlio (mai battezzato e da sempre orgoglioso della propria educazione atea) è stata di vederlo sinceramente interessato ad assistere all’insegnamento della religione cattolica quando, con l’iscrizione al liceo, questo gli è stato possibile – nelle classi inferiori aveva frequentato una scuola straniera totalmente laica. Come accade ad ogni giovane, era infatti curioso di conoscere la cultura dominante del paese dove si trovava a vivere. Da parte mia ho cercato di dargli tutto il mio aiuto; su sua richiesta gli ho persino comprato un libro di preghiere che ha imparato a memoria in quanto innocentemente temeva di trovarsi a disagio fra i compagni ferventi cattolici, fra i quali desiderava confondersi. Con sua grande delusione, ha scoperto che il suo insegnante di religione era una persona profondamente ignorante, incapace di insegnare la propria materia e di intavolare una discussione su basi razionali, che utilizzava la propria ora esclusivamente per un’opera di basso proselitismo politico. Mio figlio ha resistito solo un anno, poi spontaneamente ha chiesto l’esonero.
Concordo con Bruno Gualerzi: è il concetto stesso di insegnamento della religione a scuola che deve essere combattuto. Tra l’altro vi sono altri luoghi più consoni per coloro che vogliono autonomamente conoscere i precetti del cattolicesimo o di altre confessioni. Altrimenti perchè esiste il catechismo?
Non bastano le chiese, gli oratori, le comunità, le scuole private confessionali…, per non parlare della propaganda nei tiggì, nelle fiction, sui giornali… tutte già ampiamente finanziate dallo Stato! no, non bastano, pure l’IRC nelle scuole statali devono avere! E mettono i bastoni fra le ruote a chi non vuole avvalersene. Ma se un genitore vuol far indottrinare il suo povero figliolo secondo le regole di madre chiesa, non sarebbe logico che lo mandi a lezione di catechismo senza frantumare le scatole agl’altri?
esperienza diretta, come genitore ed insegnante.
mio figlio, 12 anni 2^ media, non ha mai frequentato l’IRC. alla scuola primaria (ex-elementare) nessuna alternativa ma data l’età e altri fattori nessun dramma.
dalla media , nessuna alternativa: lo scorso anno andava in un’altra classe. quest’anno l’ho fatto scegliere, mi sembra abbastanza grande. è stato indeciso, poi ha preferito continuare come in passato.
nella scuola italiana non c’è alternativa nel 90 % e oltre dei casi.
un problema che non so come risolvere: la maestra di mia figlia (1a elementare) ufficialmente si è detta disposta a concentrare lIRC in due ore alla fine delle lezioni, in modo che la bambina possa uscire prima, ma mi ha fatto capire che le secca moltissimo cambiare solo per mia figlia il suo “ventennale e collaudato metodo di insegnamento” che prevede l’IRC senza orario fisso ma legato agli argomenti trattati nelle altre materie che insegna. Non dovrei lamentarmi, perchè ha detto che se insisto cambierà, ma mi ha già presa in antipatia e sarà la maestra di mia figlia per 5 anni.. Ha ragione Bruno Gualerzi: l’IRC non dovrebbe esserci, punto e basta. Di cattolicesimo si parla già in storia, geografia, arte: mi pare più che sufficiente per capire certi aspetti della cultura italiana. Per tutto il resto c’è la famiglia, se è cattolica e ci tiene, e il catechismo. Scusate lo sfogo.
i risultati dell’educazione cattolica sono sotto gli occhi di tutti; un paese incivile dove e’ normale per un ministro della repubblica dire, come Scajola ha detto ieri: “Noi rispettiamo tutti, lo abbiamo nel nostro dna; riteniamo pero’ che la sessualita’ sia un incontro tra maschio e femmina” http://zamparini.wordpress.com/2009/10/19/il-ministro-scajola-e-la-sessualita/
L’ora di religione dev’essere soppressa e basta.
Al suo posto, una bella lezione di educazione civica, dato che nel nostro paese la civiltà è inesistente.
C’è già il catechismo per le famiglie bigotte di oggi che fanno saltare le attività sportive ai bambini per mandarli ad indottrinarsi ed omologarsi secondo il volere della Santa Inquis… ehm Chiesa! Perchè bombardare i bambini con concetti che nemmeno comprendono??
L’ora di religione è un abuso legalizzato: ci vorranno anni e anni di sentenze della Corte Costituzionale per debellarla (ammesso che le sue pronunce vadano nel senso della laicità, evento non poi così scontato). Le istituzioni quando si tratta di giudicare o legiferare su questioni che riguardano la chiesa cattolica ci vanno con i piedi di piombo: è questo il vero male della civiltà nel nostro paese. Esiste un voto di scambio che è difficile, se non utopistico, debellare. I tribunali possono sancire anche mille volte che è incostituzionale l’ora di religione e il fatto che gli alunni che non la scelgono non hanno un’adeguata tutela, ma resta sempre compito del Parlamento legiferare in materia, e resta compito del Governo applicare la legge, e queste due ultimi organi dello Stato sono anche i più proni ai voleri della chiesa.
tutto bene, si, l’ora alternativa la vuole la chiesa? ok, la vogliamo anche noi, la vogliono tutti insomma, vero? allora perchè non ce la danno???
perchè la gelmini dice che la materia religione deve contare come matematica e italiano in sede di scrutinio???
non è una buffonata, la tragica buffonata è obbligare gli studenti a studiare religione cattolica, perchè di questo si tratta, non di materia religione, ma di materia religione cattolica.
se si studiasse, per dire, storia delle religioni o sociologia delle religioni, andrebbe anche bene, ma così no. se uno vuole studiare il corano, la bibbia, il talmud ecc, vada nelle scuole confessionali
L’ora di religione dovrebbe corrispondere allo studio storico e antropologico delle religioni e della non credenza. Lo studio di una singola religione è semplice imposizione da parte di una maggioranza, che pur non avendo il diritto dalla sua parte, se lo prende.
non sperate troppo nella costituzione.
un motivo contingente è che è bacata dai patti lateranensi.
il motivo strutturale è che è una legge espressione di un ciclo di lotte e di compromessi vecchio di 60 anni, che si è ampiamente esaurito. percui la legge non ha più dietro la forza delle lotte che la hanno generata (ed infatti è sistematicamente e strutturalmente disapplicata).
ovvero, se vogliamo la libertà dalle religioni, dobbiamo proprio guadagnarcela. noi, qui ed ora.
Ritengo il parlarne,avanzare richieste sia la prassi giusta,non è vero che è inutile,
intanto se ne parla ,il resto viene in modo naturale,tutte le cose hanno bisogna di tempo.
Andiamo avanti così.
@ Bruno Gualerzi
Le riflessioni che fai sono state fatte anche quando il progetto UAAR sull’ora alternativa doveva partire. Qui c’e’ un sunto:
http://www.uaar.it/uaar/campagne/progetto-ora-alternativa/
In sostanza cosa fare, ora, per chi ha i figli discriminati per la presenza dell’IRC?
Per me limitarsi a dire che deve essere abolita l’IRC e’ poco. C’e’ una revisione del concordato di mezzo, e c’e’ un parlamento che di farla non ne ha voglia, e c’e’ e ci sono stati governi che rincarano la dose finanziando le scuole private cattoliche e tagliando nella scuola pubblica tutto ma no l’IRC (che anzi viene rinforzata con le assunzioni in ruolo!)
Per me e’ decisamente meglio darsi da fare da subito, essendoci le leggi che lo dovrebbero garantire, per il rispetto dei diritti civili. E’ mio parere che questa attivita’ inoltre sara’ funzionale al superamento dell’IRC, non la mettera’ su un piedistallo inamovibile e priovilegiato: li’ c’e’ gia’ ora
@ HCE
Indubbiamente vero ciò che dici della nostra costituzione, ma intanto non credo – per quanto ne so – che altri paesi, avendo una costituzione ben più vecchia della nostra, ritengano di non doverla considere un testo fondamentale, e proprio in quanto è così com’è.
Però non è nemmno questo il punto: per esperienza personale di insegnante (ora in pensione), nell’ora settimanale di educazione civica che dedicavo all’esame della costituzione trovavo, anche senza cercarla espressamente, un’occasione straordinaria per ‘fare la storia’ proprio di quel ‘ciclo di lotte e compromessi’ di cui parli. Insomma, diventava automaticamente anche un’ora di storia, quella più recente, quella che più coinvolgeva me e i ragazzi. Storia delle lotte e dei compromessi da cui era nata.
da ADN Kronos del 23.08.2009
Italia – L’Irc è previsto in forza del Concordato del 1929 e degli accordi di revisione del 1984, con successiva intesa tra Cei e ministro della Pubblica Istruzione. Viene impartito in tutti gli ordini di scuola, è confessionale, è previsto il diritto di avvalersi o meno dell’insegnamento, che però è curricolare, esercitato al momento dell’iscrizione e implicitamente confermato, salvo diversa indicazione, per gli anni successivi dello stesso ciclo di studi. L’orario varia da un’ora e mezza a settimana nella scuola dell’infanzia, due ore a settimana nella scuola primaria e un’ora a settimana nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Per chi non si avvale dell’insegnamento della religione cattolica è possibile partecipare ad attività alternative, deliberate dal collegio dei docenti o uscire dalla scuola. Non sono ad oggi previsti insegnamenti confessionali di altre confessioni o religioni.
I programmi e gli obiettivi specifici di apprendimento (Osa) sono redatti dalla Cei e approvati con Dpr dallo Stato. Alla Chiesa compete anche effettuare la verifica dei libri di testo per l’adozione nelle scuole con il riconoscimento del ”nulla osta” da parte della Cei. Scopo dell’Icr è la conoscenza degli elementi essenziali della Religione cattolica per aiutare gli studenti a leggere e interpretare il dato religioso nella realtà che li circonda e, in particolare, nella sua espressione Cristiano-cattolica. Lo Stato deve garantire l’Icr, stipula i contratti e paga gli insegnanti. Vi è un duplice vincolo: riconoscimento dell’idoneità e nomina d’intesa con l’ordinario diocesano.
Spagna – Sulla base della Costituzione vi è un Concordato Chiesa-Stato del 1979 in base al quale l’Irc è previsto a tutti i livelli, dalla scuola dell’infanzia al liceo, come offerta obbligatoria, liberamente scelta dagli alunni o dai genitori. Si prevede una valutazione che nell’istruzione obbligatoria produce gli stessi effetti delle altre discipline mentre nei licei non fa media. Nella scuola dell’infanzia non è fissato un’orario mentre nella scuola primaria e nella secondaria obbligatoria è prevista un’ora e mezza a settimana e al liceo un’ora. Anche le altre religioni possono avere un insegnamento confessionale.
I programmi sono stabiliti dalla Conferenza episcopale spagnola a cui compete proporre i libri di testo. Gli insegnanti dei centri pubblici sono asssunti dallo Stato, con incarico provvisorio (1 anno) sulla base del riconoscimento dell’idoneità da parte dell’Ordinario diocesano. I titoli per insegnare variano nei diversi gradi di scuola.
Francia – L’Ir è previsto solo nell’Alsazia e nella Mosella, in tutto il resto del paese non vi è un insegnamento di religione confessionale. L’Ir è regolato da leggi francesi anteriori al 1870 e da leggi tedesche del periodo dell’annessione (1870-1918). Viene obbligatoriamente offerto ma gli studenti possono essere dispensati. Nel primo grado non si applica nessuna valutazione che è invece obbligatoria nel secondo grado, dove, però, non viene inclusa nel bilancio dell’alunno e non è soggetta ad un esame nazionale. I programmi, elaborati dagli specialisti dell’Ir tenendo conto del contesto scolastico e della normativa nazionale sono promulgati dal Vescovo competente. Gli insegnanti e gli ispettori pedagogici, sono stipendiati dallo Stato, incaricati su proposta della Chiesa (per il primo grado la designazione compete ai parroci).
Slovacchia – L’Ir è stato introdotto nel sistema scolastico dopo la caduta del Comunismo, prima era solo al pomeriggio, ed è possibile optare tra Ir ed etica. E’ prevista una sola ora a settimana e in genere non si applica alcuna valutazione. Finalità e programmi sono stabiliti dalla Conferenza episcopale slovacca, in collaborazione con il ministero della scuola. Gli insegnanti sono pagati dallo Stato al pari degli altri. Per insegnare serve un mandato del Vescovo. La responsabilità della designazione e formazione degli insegnanti spetta alla Chiesa che controlla l’Ir con propri ispettori in stretta collaborazione con quelli statali e con il Vescovo.
Belgio – l’insegnamento è di competenza ‘federale’, si distingue dunque: in Comunità Fiamminga e Comunità francesce e germanofona. Nella comunità Fiamminga ogni alunno di età compresa tra i 6 e i 18 anni ha diritto ad un ‘corso filosofico’ il cui insegnamento è di competenza dei ‘culti riconosciuti’ (cattolici, protestanti, ortodossi, anglicani, musulmani, ebrei) o delle ‘associazioni riconosciute’ da cui può essere dispensato chi non si riconosce in nessuna delle organizzazioni. Il corso frequentato entra nel curriculum personale dell’allievo e fa media. I vescovi fiamminghi stabiliscono i programmi per ogni livello di insegnamento. Gli insegnanti sono pagati dai poteri pubblici (Stato, comune, provincia) hanno uno stato giuridico particolare ma in gran parte analogo a quelli delle altre discipline e un intesa con l’autorita’ religiosa competente.
Nella comunità francese e germanofona l’Ir è una materia come le altre, con una sua specificità: soggetto a a valutazione ( con voti sul registro ed esami) ma collocato separatamente dagli altri corsi. I programmi sono di responsabilità dei Vescovi. Gli insegnanti sono assunti dallo Stato su deignazione dell’autorità religiosa competente; il loro stato giuridico è come quello degli altri insegnanti.
Portogallo – Vi è un concordato con la Santa Sede che la legislazione estende anche alle altre religioni. L’insegnamento si chiama ”Religione e morale” ed è tenuto da laici approvati dall’autorità ecclesiastica. L’Ir viene valutato con esami e giudizia come le altre discipline. In alternativa è previsto l’insegnamento confessionale di altre religioni Le linee guida della Conferenza episcopale portoghese integrate nella legislazione scolastica nazionale. Gli insegnanti hanno lo stesso status giuridico dei loro colleghi, se insegnano nelle scuole pubbliche sono pagati dallo Stato. Responsabile per la formazione e assunzione è la Conferenza episcopale. Compete alle diocesi autorizzarli all’insegnamento, valutarli e seguirne il follow up.
Polonia – L’insegnamento è facoltativo, confessionale. Tutelato da diverse leggi: Costituzione, norme sull’Istruzione, Intesa tra Governo e Conferenza episcopale polacca. L’Ir viene valutato con la stessa scheda delle altre discipline, non fa media e non incide sulla promozione o bocciatura, dal 2010 entrerà come materia a scelta tra quelle facoltative per l’esame di maturità. Anche altre confessioni cristiane (ortodossi, luterani, metodisti, battisti, mariaviti, avventisti) svolgono l’Insegnamento religioso nella scuola pubblica.
Lo stato deve garantire l’Ir, stipula i contratti di lavoro con gli insegnanti e li stipendia. La situazione contrattuale è analoga a quella degli altri docenti, comporta una graduatoria e prevede tre livelli: insegnante contrattuale, insegnante nominato e insegnante diplomato. L’Insegnante di religione è membro del Consiglio scolastico con gli stessi diritti e doveri degli altri. L’incarico viene attribuito dal preside sulla base della missio canonica che viene rilasciata dall’autorita’ ecclesiatica diocesana.
Germania – L’Ir confessionale è disciplina curricolare in tutti i Lander (eccetto Berlino, Brandeburgo e Brema) fondata sulla costituzione e sui Concordati con la santa Sede e di alcuni Lander con le diocesi competenti. E’ obbligatorio e prevede valutazioni rilevanti ai fini della promozione e può essere incluso nell’esame di licenza. In alternativa sono previsti corsi di etica o filosofia per chi non sceglie nessuno degli insegnamenti confessionali. Tutti i lander offrono l’Ir cattolico e protestante, la maggior parte anche lezioni di Ir ortodossa ed ebraica, alcuni anche islamica. La chiesa formula gli obiettivi e contenuti dei programmi ne approva i curricola e i libri di testo. La maggior parte degli insegnanti sono funzionari statali, insegnano generalmente anche un’altra disciplina, hanno gli stessi diritti e doveri degli altri insegnanti di ruolo.
Repubblica Ceca – L’Ir è previsto dalla legge nelle scuole di ogni ordine e grado ma solo come disciplina ozionale e facoltativa, inserita dopo la fase dell’orario obbligatorio. Ogni anno bisogna iscriversi. Gli insegnanti hanno lo stesso stato giuridico dei docenti di discipline facoltative, pagati dalla scuola secondo l’orario, o dal Vescovado se le classi sono di meno di 7 allievi: in tal caso si confogurano come assistenti pastorali della parrocchia.
Svezia – L’Ir presente nei curricoli scolastici (statali e non statali) si colloca nell’ambito delle scienze sociali, mentre l’Ir confessionale è proibito in tutte le scuole svedesi.
Danimarca – L’Ir è offerto sia nella scuola primaria che in quella secondaria. Nelle scuole statali è aconfessionale, si basa sulla tradizione luterana e viene denominato ‘educazione al cristianesimo’. Nelle scuole cattoliche vi è un Ir ‘denominazionale’ (offerto dalle diverse confessioni religiose). Il curriculum è determinato dallo Stato. Nelle scuole cattoliche gli insegnanti di religione vengono nominati dal Consiglio di Istituto seguendo gli stessi criteri di nomina degli altri insegnanti.
Austria – L’Ir è previsto nell’ordinamento scolastico in forza della Costituzione, del Concordato del ’33, della legge sull’Ir del 1949 e dalla Convenzione sulla scuola del 1962. L’Ir è confessionale (per tutte le denominazioni riconosciute ed è obbligatorio, è prevista la possibilita’ di farsi esonerare. La valutazionbe è espressa in voti, come per le altre discipline, che entrano nei certificati e può essere inclusa come materia orale all’esame di maturità. I programmi sono elaborati da gruppi di lavoro con competenza pedagogica, approvati dalla Conferenza episcopale e ratificati dallo stato. I docenti hanno il medesimo stato giuridico degli altri docenti, sono pagati dallo stato e hanno gli stessi doveri.
VIVA LA SVEZIA!
@ Roberto Grendene
Certo che bisogna ‘darsi da fare’, ma a mio parere credo che sia più produttivo puntare a incentivare ciò che, ad esmpio, propone in qualche modo HCE: coinvolgere insegnanti della scuola pubblica (magari anche studenti, ma soprattutto insegnanti) ben consapevoli di questo ignobile pastrocchio e in grado quindi di renderne consapevoli gli alunni. Di concerto naturalmente con le forze impegnate anche al di fuori della scuola in questo senso.
Sarebbe un modo tra l’altro per recuperare un ruolo ””politico”” (le virgolette sono sempre troppo poche perchè non si fraintenda questo termine) da parte degli insegnanti.
certo, è un documento storico interessante ed un’ottima occasione di discussione, e volendo anche un’occasione per parlare del presente. ma allora anche per rendersi conto di quanta sia la distanza tra le leggi e la realtà, in itaglia soprattutto.
mi preoccupo della tendenza ad usarla come baluardo contro la deriva autoritaria e clericale di questo paese, perché quello che è in corso è un attacco di poteri reali, a cui non si può rispondere in eterno con un pezzo di carta, per quanto fondamentale.
anche perché queste norme sono soggette a modifica, e prima o poi riusciranno ad avere il consenso necessario per modificarle senza bisogno di forzature formali.
segnalo ottimo servizio sul tema dell’ora di religione e della proposta urso, andato in onda su skytg24, dove le giornalista al termine dello stesso ha sottolineato come la realtà dei fatti dia conto del numero sensibilmente crescente di genitori che scelgono di non avvalersi dell’ora di religione…..
i fatti! questi contanto!
O.T.
Intervenite, se volete, nei commenti su repubblica (e forse corriere della sera) riguardo alla polemica del papa con la UE per le radici cristiane e i matrimoni.
Gualerzi centra il problema. Non c’è altro da aggiungere, per quanto “razionalmente” le cose stiano come stanno. Piuttosto che un’ora di storia delle religioni, sarebbe più consona un’ora di antropologia: lì si capirebbero le ragioni del bisogno religioso.
La situazione sta facendo girare le scatole a genitori (che vedono i propri figli discriminati), a docenti (che con l’opzione sparpagliamento si trovano sistematicamente ragazzi in più nelle classi), a studenti (che si sentono sempre più “pacchi” – e io gli dico espressamente che la loro “pacchezza” è stata prodotta dalla Gelmini-), a presidi (che, se non sono proprio dei servi, non possono accettare passivamente questa porcheria che gli crea anche dei casini), a coloro che hanno un po’ a cuore la laicità delle istituzioni. persino i docenti di religione cominciano a lamentarsi, visto che in molte circostanze si devono tenere in classe ragazzi che non vorrebbero tra i piedi (soprattutto se sono abituati a far lezione con le classi mezze vuote).
è necessario soffiare sul fuoco, alimentare la rabbia che questa lacuna sta creando e promuovere e sostenere tutte le possibili iniziative che a questa assurda situazione si oppongono.
questa è una vera battaglia di laicità, molto più che farsi le due risate di rito sull’inesistente Dio.
Sono con Gualerzi, al solito molto lucido: non deve esserci ora di religione a scuola, punto. Qualsiasi altra soluzione equivale a un ripiegamento.
@ Alessandro Bruzzone
Se lo scopo e’ arrivare a non avere l’ora di religione a scuola, come ottenerlo?
Evitare di sostenere chi queste ore gia’ adesso potrebbe non subirle e’ per me semplicemente controproducente.
Difendere il diritto civile di non frequentare l’IRC e’ un fronte per ottenere prima l’abolizione dell’IRC. Altre soluzione sarebbero solo teoria, creerebbero martiti di cui non voglio avere bisogn e allungherebbero la vita al sistema attuale che prevede l’IRC in teoria facoltativa, in pratica obbligatoria.
stiamo parlando di utopia pura.
amici vi prego di guardare in che paese ci tocca di vivere.
La proposta di un’ora di religione islamica nella scuola pubblica italiana è probabilmente per ora un sasso nello stagno: il cardinale Poletti la liquida dicendo che potrà essere presa in considerazione fra 50 anni (poco nel confronto con un dio – o due – ritenuti eterni; due generazioni per noi poveri mortali). Non so quanto gli islamici saranno soddisfatti di una concessione da parte di una “civiltà” religiosa preponderante e di base conflittuale riguardo alla loro.
Non credo sarà ben ricevuta dai cattolici convinti, che poco amano confrontarsi ad armi pari con le altre religioni.
A noi atei darebbe fastidio come duplicazione di un insulto – già ben radicato – alla laicità.
Peraltro potrebbe essere la prima volta che – almeno in Italia – ci si rende conto che dare lo stesso valore a ciascuna religione implica – almeno per chi pensa – togliere il valore di universalità e assolutezza a tutte.
In più sarebbe interessante il confronto fra una religione abbastanza monoteista – nonostante tutte le sue separazioni e sfaccettature – ed il paganesimo cattolico, così ricco di dei, ministri, regine consorti, sottosegretari, portaborse e faccendieri vari (ogni riferimento a padre pio è puramente casuale).
mario
Amici, stiamo parlando della scuola, un luogo in cui si dovrebbe trasmettere sapere, aprire le coscienze. Quindi non credo si tratti di pura utopia puntare a coinvolgere prima di ogni altro chi nella scuola svolge la funzione pedagogica, cioè gli insegnanti, ma al contrario vuol dire sfruttare lo spazio più realisticamente disponibile. E non si tratta di creare martiri, perchè dovrebbe essere ‘naturale’ per un insegnante svolgere questa funzione. Sicuramente non tutti si lascerebbero coinvolgere, ma è su questo terreno soprattutto culturale che a mio parere merita impegnarsi. I diritti vanno difesi, d’accordo, ma per farlo nel modo migliore bisogna intanto conoscerli bene, esserne veramente consapevoli. Naturalmente c’è anche l’aspetto ‘politico’, ma se non si privilegia nella scuola quello culturale, allora dove?
ot
scusa se è fuori tema ma ho appena letto su repubblica che una azienda ha inventato un programma per contare le teste ovvero le persone presenti ad una manifestazione con un margine d’errore del 15%. Sapete allora alla manifestazione di Madrid contro l’aborto quante persone c’erano in luogo del milione sbandierato? Contando anche a loro favore il margine d’errore c’erano 70.000 persone, praticamente solo quelle che hanno portato con pulman treni etc. altro che milione. Non è riuscita a smuovere nemmeno i madrileni, e la città di certo non è piccola. Possiamo dormire sonni tranquilli, si dormiva bene anche prima ma adesso che abbiamo anche la certezza scientifica è più rassicurante 🙂
@ Bruno Gualerzi
Dimentichi una cosa importante,
lo scopo principale dell’insegnamento è sempre stato, più che insegnare nozioni o capacità, quello di fare in modo che gli allievi imparino a ragionare con la loro testa, diventino cioè “maturi”.
Adesso immagina la frustrazione di un professore, che per una ora non fà che ripetere loro “ragionate, ponderate, valutate, analizzate tutto con la testa (o con il cuore, per chi insegna poesia o prosa), e poi agite”, quando sa che l’ora dopo arriverà un prete (o giù di lì) che gli dirà “avete un intelletto limitato, abbiate fede in quello che vi dico anche se la vostra testa vi ripete con tutte le sue forze che sono tutte pagliacciate” e poi giù un sistema di dogmi, bestialità filosofiche, orrori etici e morali, impossibilità fisiche, che fanno rabbrividire chiunque pensi con la sua testa (altro che storia delle religioni).
NON BISOGNA INSEGNARE NESSUNA RELIGIONE NELLE SCUOLE,
se lo si vuol fare, se ne occupi il prof di storia!
Condivido il Gualerzi Pensiero, nessuna ora confessionale in nessuna scuola pubblica. Sembra chiaro che bisogna agire in maniera da contrastare l’affermarsi nel modo in cui si sta affermando l’IRC oggi nel nostro paese. Ogni tattica ed espediente direi che possa servire alla causa. Potrebbe essere l’occasione per l’U.A.A.R di far notare e conoscere, la sua presenza a livello locale. Se è vero che esiste un congruo numero di persone contrarie all’IRC, quale occasione di raccogliere il loro rifiuto e utilizzarlo per dare forza alla U.A.A.R.. Forme di protesta attive dall’informazione fino a manifestazioni nazionali, dalle elementari ai licei si possono e si devono organizzare, perchè se è importante che non vi sia nessuna ora confessionale insegnata nelle scuole pubbliche a me sembra ancora più grave che vi sia una sola confessione che venga insegnata. Mi ricorda le forme di totalitarsmo più bieco, considerato che questo lavaggio del cervello lo debbano subire i piccoli dalle materne in poi. Richiamiamo l’attenzione dei media, dei sindacati, dei partiti politici ma cerchiamo di dare un contributo uniti.
@Bruno Gualerzi
Sicuramente non vi dovrebbe essere alcuna di religione: tuttavia, fare questa richiesta quando ancora non si riesce nemmeno ad avere l’ora alternativa, non credo porterebbe a grossi risultati, anzi.
Per ora, cerchiamo di guadagnarci il diritto di non avere l’ora di ins alternativo all’IRC svalutato: poi ci sarà il tempo per abolire l’IRC, come è logico.
milioni, anzi miliardi di persone fondano la loro vita sulla “religione”, per essa si è fatto di tutto cose magnifike e cose orrende… e voi.. vorreste semplicemente ignorare il fatto religioso, escludendolo dall’iter formativo? e sareste dei razionalisti per questo??? Questa sia chiama ideologia allo stato puro… voler a tutti costi ignorare la realtà.. si può discutere su “come” trattare l’argomento, ma volerlo ignorare è assurdo, a mio parere.
più precisamente… è l’ideologia ammuffita sia dell’illuminismo che del romanticismo ottocentesco… la religione concepita come “affare privato”, intimistico, avulso dalla sfera sociale. Ossia l’esatto contrario della realtà. La particolare realtà dell’islam, che a differenza del cristianesimo non concepisce la separazione tra stato-chiesa (ummah nella fattispecie) ve lo sta sbattendo in faccia quotidianamente… e voi pensate davvero che i giovani non debbano affrontare seriamente la questione a scuola? E non parlo di indottrinamenti vari, ma di un approccio scientifiko, come si fa per le altre materie…
@ fra pallino
macche’ ignorare il fatto religioso: semplicemente trattarlo come altri fatti che riguardano la storia, la geografia, la filosofia.
Niente piedistalli: la religione e’ un aspetto tra mille. Dedicare due ore la settimana alla religione cattolica dai 3 anni di eta’ nella scuola pubblica e’ uno scempio.
Senza considerare che viene insegnata da persone scelte dal vescovo e pagate dallo stato, senza considerare il programma scelto dalla CEI, anche solo quantitativamente e’ uno spazio abnorme, Nemmeno per le lingue straniere, per l’informatica, per non parlare dell’educazione civica di fatto assente nella scuola) viene riservato lo stesso spazio.
fra pallino: “non parlo di indottrinamenti vari, ma di un approccio scientifiko, come si fa per le altre materie”
questo avrebbe anche un senso, ma perche’ una materia tutta per la religione?
non sarebbe sufficiente trattare le religioni in storia e filosofia, come parte limitata del programma?
@roberto
secondo me non è affatto sufficiente, almeno alle superiori: i prof non hanno affatto le necessarie competenze (a volte nemmeno per le loro materie… purtroppo), perchè non sono previste nei loro percorsi di studio. Epoi a malapena riescono a fare i loro programmi. E po ormai l’ora c’è già, bisognerebbe rivalorrizare il suo contenuto, non abolirla.
@ fra pallino
Sai benissimo che stai dicendo della falsità, perchè nessuno intende escludere dall’iter formativo il fatto religioso. Si tratta solo di vedere come va affrontato, se all’interno di un percorso che porta alla formazione e al consolidamento di una coscienza autonoma, critica, in grado di porsi anche di fronte al fatto religioso il più liberamente possibile, oppure se accostarsi al fatto religioso proposto dall’interno di una scelta già fatta. Quale che sia.
E’ così in malafede la tua tesi che già definisci ‘ideologie ammuffite’ illuminismo e romanticismo, come se, per avere il maggior numero di conoscenze possibili in merito alle religioni, alla loro storia, si potesse escludere due movimenti culturali che, tra le altre cose, sulla religione hanno ampiamente dissertato, discusso e proposto. Dai già per scontato che la religione non debba essere concepita come un ‘affare privato’, intimistico, cioè dandone subito una interpretazione unilaterale, frutto di una scelta nel merito già fatta e da trasmettere come verità ‘scientificamente’ acquisita. Ciò che proponi tu – e la tua chiesa – in realtà è un ‘indottrinamento scientifico’, cioè una bella contraddizione in termini.
@gualerzi
“Sai benissimo che stai dicendo della falsità”… “E’ così in malafede la tua tesi”…
mi pare parecchio rancoroso questo tuo intervento, e quindi non molto lucido, permettimi di dirtelo.
Non mi pare di avere letto male sopra: molti post chiedono semplicemente questo: che non venga insegnata nessuna religione, tu stesso dici …”l’assurdità di un’ora di religione (di qualsiasi religione)”. La coscienza autonoma si forma in concomitanza con la conoscenza di dati precisi, non si forma sul nulla. E io ho appunto detto che l’ora di religione ha senso solo se fatta con criteri scientifiki.
Quanto alla mia malafede… se leggi bene non ho definito tout-court illuminismo e romanticismo come idelogie ammuffite ma la loro concezione intimistica della religione. Questa sì, senz’altro. E tu stesso ne sei vittima perchè continui ingenuamente a pensarlo. Ti avrebbe fatto bene in questo senso fare l’ora di religione, nel senso che dico io. Ma a parte questo, basta conoscere un po’ di storia e un po’ di cattolicesimo e islam.. la fede senza risvolti pratico-sociali-politici non ha senso, è puro intimismo. Non è darlo per scontato è semplicemente rendersi conto della reltà.
Indottrinamento scientifiko? bella questa? si può applicare a qualsiasi cosa non trovi? L’ora che penso io è insegnata da professori che devono superare un concorso pubblico (non come adesso per intenderci). E possono essere di qualsiasi confessione o credo o non credo. Come per le altre materie.
Le dottrine religiose di vario genere rappresentano un aspetto culturale di interesse limitato. Non sono altro che un cantuccio marginale della filosofia, sarebbe uno spreco farle studiare (al plurale, comunque) per un’intera ora alla settimana. 10 minuti bastano e avanzano, ci sono cose più utili e importanti su cui concentrarsi.
@bieco illumista
Interesse limitato?…è proprio la tua identità che ti fa dire queste cose…
@ fra pallino
Ma non ti rendi conto che stai proponendo un approccio al fatto religioso ricorrendo a catagorie dettate dalla ‘tua’ scelta religiosa. Come già ti è stato ripetutamente detto quella scientificità di cui parli in una scuola laica è già implicitamente richiesta per determinate materie e un concorso di abilitazione all’insegnamento deve valutare la cultura di un futuro insegnante, a far parte della quale per certe materie ci deve essere necessariamente anche la conoscenza approfondita del fatto religioso. Non c’è bisogno di un concorso specifico. Parlo ovviamente dell’insegnamento in una scuola di base pubblica e laica.
In quanto all”assurdità dell’ora di religione’ di cui ho parlato, per favore non prendiamoci in giro: sai benisimo che mi riferivo a ‘questa’ ora di religione.
E infine, guarda che ho capito benissimo che tu parlavi dell’illuminismo e del romanticismo come ‘ideologie ammuffite’ in relazione alla loro concezione della religione… ma come puoi giudicarle tali se non in base ad un criterio che di scientifico non ha proprio niente perchè chiaramente ideologico? Ammesso e non concesso che illuminismo e romanticismo parlino della religione solo come fatto intimistico (in realtà vi si trova anche ben altro) perchè mai questa sarebbe una concezione della religione da scartare?
Fra Pallino, si ricordi che qui si sta parlando non delle religioni, ma della religione cattolica, la sola che venga inserita nei programmi scolastici: c’è un’enorme differenza, lei lo sa bene e tuttavia confonde volutamente ed intenzionalmente le due cose.
Più chiaro di così non si può.
@fra pallino
ora di religione -vittorio messori
http://www.et-et/articoli/2006/2006-03.htmI
scusate
http://www.et-et.it/articoli/2006/2006_03.html
@Mattia
Più chiaro di così non si può.
essendo fra.p … scuro, va illuminato.
ciao
è una questione di punto di vista: il fatto religioso va studiato come parte della nostra cultura (un pò come il fascismo e l’atteggiamento itagliano verso la legge). quindi ad insegnarlo non devono essere catechisti scelti dalla gerarchia religiosa, ma professori che lo guardino dall’esterno, selezionati dai normali concorsi pubblici.
e visto che ci sono più religioni che impattano sul nostro ambiente culturale, è giusto che si parli di tutte.
e altrettanto che si presenti la visione del mondo atea, sempre dall’esterno.
e il pastafarianesimo, naturalmente.
così si danno a tutti gli strumenti per capire un fenomeno culturale e i diversi approcci che esistono verso la “spiritualità”. e visto che ci sono diversi approcci e che ciascun essere umano è libero di scegliere il proprio, gli studenti sono messi di fronte alla scelta cosciente della propria visione del mondo.
peccato per quei genitori che pensavano che i figli avrebbero ereditato la religione insieme ai capelli ricci e alle lentiggini, ma se ne faranno una ragione.
quanto agli insegnanti di religione attuali, potranno sicuramente riqualificarsi come sagrestani ed essere internalizzati dal vaticano.
Messori
Un cattolico doc spiazza tutti – UAAR compresa – con una proposta di assoluto buon senso.
Chissà cosa ne pensano i “vertici” e fra pallino. Messori presto al rogo? Un’altra vittima del fondamentalismo religioso?
UAAR sveglia, ti sorpassa a sinistra persino un cattolico!
aggiungo: studiando le religioni e le visioni del mondo non religiose dall’esterno, si sgonfiano le guerre di religione. o quanto meno la scuola se ne tiene fuori, se gli studenti se la vogliono fare tra di loro può essere un’esperienza illuminante.
alla base di questa visione c’è la consapevolezza che ciascun individuo è padrone della propria vita, ivi inclusa la libertà di scegliere se aderire ad una religione e a quale. prendendo atto che vi sono entrambe scelte possibili in merito, e che i cittadini non devono essere discriminati su base religiosa, lo stato (e la scuola statale di conseguenza) non dovrebbe prendere posizione in merito.
chi poi vuole proprio farsi indottrinare, è padronissimo di farlo nella sua chiesa o moschea o sede di partito preferita.
Le religioni, tutte, vanno insegnate a chi lo richieda in un ambiente a ciò idoneo. La scuola NON E’ l’ambiente adatto! Ci sono le chiese, le varie scuole private cattoliche o meno, le sinagoghe, le moschee e vari templi e luoghi di raccolta dove fare ciò. Non solo, ma le spese per questi luoghi devono essere totalmente a carico dei fedeli (come qualsiasi club) e non a carico della collettività che ha ben altre priorità.
@sergio
concordo con messori solo nella prima metà. Poi lui prosegue sulla linea di un equivoco condiviso in toto da enrico mini. Ossia: ora di religione=ora di catechismo a spese dei contibuenti. Ma l’ora di religione (quale essa sia) non va concepita assolutamente come un’ora di catechismo: per questo ci sono chiese, parrocchie e per l’islam moschee o scuole coraniche. Per questo, ripeto, essa va insegnata da prof qualificati e secondo una metodologia scientifika condivisa. E suvvia Bruno, capisco la tua avversione ideologica, ma pensare che gli attuali prof conoscano adeguatamente il “fatto religioso” è davvero ridicolo. Non bastano aspetti fraammentari recepiti dai propri curricula di lettere o filosofia o storia o arte: qui in Italia per un baccalaureato in teologia occorrono 6 anni e un pacco di discipline ed esami e tu pensi che ciò equivalga aquanto si può apprendere con una laurea in lettere e filosofia o storia? ma per favore.
Vedo poi che non ti dai pace sulla questione dell’intimismo religioso e mi accusi di ideologia. Mi stupisci perchè il tuo ragionamento non ha nulla di metodologicamente rigoroso nè serio. Il mio non è un a-priori, è semplicemente la constatazione della realtà (non sarai mica il tipico prof di storia che si ritiene in grado si conoscere sufficientemente il “fatto religioso”? Spero di no perchè dimostri subito una grande ignoranza…).. ossia: studia sulla base dei documenti – fatti concreti – quanto cattolicesimo ed islam dicono di se stessi in relazione a quanto ho sottolineato e ne avrai la semplice conferma: la fede senza un concreto impatto socio-politico non è fede, ma intimismo pseudoreligioso.
Riassumiamo, le varie religioni vanno insegnate a cura delle relative gerarchie e presso i
relativi luoghi di culto; ma, per evitare che i bambini vengano così consegnati alla fanatiz
zazione dai vari preti, iman ecc. bisognerebbe tenere nella scuola pubblica un corso di sto
ria delle religioni, integrato da psicologia, sogiologia (delle religioni) ed analisi critica dei
testi, per mettere i giovani in grado di riconoscere le favole. Se lo stato avesse il coraggio
di imporre una materia simile come fondamentale anche nelle scuole confessionali, in un
paio di generazioni le religinioni scomparirebbero.
Ad un corso siffatto potrebbero partecipare contemporaneamente allievi provenienti dalle
più svariate religioni e, sicuramente, quasi tutti i paesi europei non avrebbero grossi pro
blemi per istituirlo, ma per Italia, Irlanda e Polonia, per non parlare di Arabia, Afganistan
& soci, la vedo piuttosto brutta.
@ Lucifer
Leggo adesso il tuo commento delle 19.18 di ieri, e francamente non capisco perchè è rivolto a me. O hai sbagliato destinatario oppure non hai letto quanto ho scritto.
Insegnare una sola religione nella scuola pubblica, oggi che nella società italiana esistono una moltitudine di credenze, sarebbe come se in politica al posto della par-condicio si desse spazio solo al PDL in quanto partito maggiormente rappresentato. Obbligare in maniera indiretta a seguire le lezioni IRC valorizzando con votazione e non fornendo alternative, per tutti coloro che non sono interessati, mi sembra una grave violazione della libertà dell’individuo.
Il voler in ogni modo obbligare tutta la popolazione scolastica all’IRC è un chiaro segno di debolezza, la CCAR è consapevole che se non riusciranno a contattare, sopratutto i bambini in tenera età, non riusciranno mai a coinvolgerli alle loro cause.
In ultima alternativa se fossi un genitore musulmano o ateo e mi trovassi costretto a far frequentare IRC, certamente farei un opera attenta e continua affinchè questi falsi insegnamenti non nuocciano, facendo in modo però che mio figlio tenga apparentemente durante le lezioni un atteggiamento moderato e conciliante, affinchè non abbia danno dalla sua vera idea di religione, organizzando la resistenza al cattolicesimo e a tutte le altre forme religiose nell’ombra.
SIA INSEGNATO TUTTE LE INFAMIE COMMESSE NEL MONDO DAL CATTOLICESIMO ;IN TUTTE LE SCUOLE
COME ORA ALTERNATIVA .E MAGARI LA STORIA DEL RISORGIMENTO .W GARIBALDI IL VATICANO E’ SOLO UNO STATO EXTRA COMUNITARIO CHE VIVE DI RENDITE PARASSITARIE AI DANNI DEL POPOLO ITALIANO UNICO IN EUROPA SUCCUBE POLITICAMENTE DELLA FAMIGERATA SETTA CASTA DI PARASSITI NULLAFECENTI.
“Se lo stato avesse il coraggio … in un paio di generazioni le religinioni scomparirebbero.” (ore 11.04)
o metterebbero radici più profonde nell’animo umano,
che con queste materie sarebbe aiutato a esaminarsi con maggiore profondità
Adesso ho capito dove si vuole andare a parare:
la fede senza un concreto impatto SOCIO _ POLITICO non è fede, ma intimismo pseudoreligioso.
Finalmente ho capito l’interesse SOCIO-POLITICO,una volta si chiamava 8 x mille.
Io penso che se la chiesa rinunciasse al finanziamento statale avrebbe più consensi.
In quanto alla sua elargizione per un presunto danno dello Stato Italiano,
vaticano = stato sorto da una nota donazione di un noto imperatore FALSA.
@ Sergio
e in cosa Messori sorpasserebbe l’UAAR?
L’UAAR sostiene quanto scritto nelle sue tesi
vedi art. 27 INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA (IRC):
http://www.uaar.it/uaar/tesi/obiettivi
Leggo in diversi interventi che si parla di ora di religione cattolica.
Chiarisco che le ore settimanali di religione cattolica alle elementari sono due.
E’ un periodo piu’ variabile ma circa due ore anche alla scuola dell’infanzia (ossia dai 3 ai cinque anni di eta’!!!!).
Si riduce dalle medie in su, arrivando ad essere un’ora alla settimana quando lo studente ha gia’ lo spirito critico per affrontare un docente scelto dal vescovo per insegnare religione cattolica nella scuola pubblica
@ Grendene, messaggio delle 13.17
Non so se hai letto l’opinione di Messori (c’era un link di qualcuno). Non ammiro e non apprezzo per niente Messori, ma quello che dice è veramente degno di nota. Forse è meglio che sia stato un cattolico a dirlo, perché se lo diceva uno del PD apriti cielo. Dunque Messori scavalca il PD a sinistra (del resto non ci vuole tanto).
Perché sorpasserebbe l’UAAR? Ma perché voi vi siete impantanati nell’ora alternativa, una battaglia per me incomprensibile, non solo, ma anche controproducente.
Non è l’ora alternativa che ci vuole, ma l’eliminazione dell’IRC dall’orario scolastico. Obiettivo attualmente impossibile da conseguire – lo so bene. In sottordine all’eliminazione si potrebbe però ottenere una collocazione congrua di questo pseudo-insegnamento, cioè in margine all’orario. Con l’insistere per l’ora alternativa avremo invece alla fine DI FATTO due materie opzionali e quindi obbligatorie (se ti organizzano l’ora alternativa mica puoi poi rifiutarla). Alla faccia del Concordato, della giustizia, della logica, del libero pensiero.
Ma ho dovuto constatare che l’UAAR sull’ora alternativa sembra giocarsi la faccia. Peccato.
Ho trovato comunque, finalmente, una persona intelligente che la pensa come me in proposito e non capisce l’UAAR. Mi piacerebbe conoscere anche il parere di Bruno Gualerzi in proposito, uno che sa ragionare e non fa sconti a nessuno.
Saluti anticlericali
@ fra pallino
Siamo alle solite. Solo un teologo è in grado di parlare di religione, tutti gli altri non si dovrebbero mai permettere di parlarne di fronte ad una scolaresca! (Su cosa penso io della teologia, come frutto di esperienze del tutto personali che non pretendo certo di generalizzare – se ti va di dargli un’occhiata – ne ho parlato diffusamente nel mio sito… ma qui non interessa).
Quindi un professore di storia e filosofia, per esempio, debitamente laureato e abilitato, potrebbe parlare di tutto (di etica, di politica, di… perfino di filosofia), ma per carità non si azzardi a parlare di religione a meno che non disponga almeno di un baccalaureato in teologia. In teologia! Cioè in una ‘scienza delle cose divine’ che potrebbe avere (dico potrebbe, anche se per me è così) la stessa consistenza di una ‘scienza degli ufo’).
E in quanto all’intimismo religioso, scusa, ma sei tu che non hai capito niente, o, più probabile, che non puoi capire. A me non importa tanto che illuminismo e romanticismo abbiano interpretato la religione in questo modo (cosa per altro che dimostra una conoscenza piuttosto superficiale di questi movimenti culturali) e che per legittimare il tuo giudizio sprezzante (‘ideologia ammuffita’) faccia presente come cristianesimo e islamismo la pensino diversamente… a me importa che i ragazzi, a questo punto del loro iter formativo, possano disporre di elementi di giudizio ricavati storicamente che li aiuti a dare una valutazione il più possibile autonoma anche del fatto religioso. E niente vieta che sulla base di questi elementi possano poi scegliere di iscriversi ad una facoltà di teologia. Io non l’ho mai escluso, e anzi c’è stato per esempio un mio carissimo allievo che, dopo essersi consigliato anche con me, è entrato in seminario. L’importante è che, almeno per quel che riguarda la sua esperinza nella scuola, abbia scelto liberamente. E, in questo contesto, ripeto per l’ennesima volta, perchè mai l’esperienza religiosa – checchè ne pensino cristianesimo e islamismo – non potrebbe essere vissuta come fatto puramente interiore (anche se non per me, ateo)? Perchè certe religioni, sia pure le più diffuse, non si presentano a chi le studia, con queste caratteristiche? Ma qanto siete relativisti in senso storicistico quando vi fa comodo!
E infine permettimi una nota mia personale. Non credo che una scelta esistenziale come quella religiosa o atea debba necessariamente essere supportata da studi accademici particolarmente approfonditi. Anche, non cè dubbio, ma non certo necessariamente.
E in ogni caso non nella scuola primaria e secondaria.
@ Fra Pallino
«Non bastano aspetti fraammentari recepiti dai propri curricula di lettere o filosofia o storia o arte: qui in Italia per un baccalaureato in teologia occorrono 6 anni e un pacco di discipline ed esami e tu pensi che ciò equivalga a quanto si può apprendere con una laurea in lettere e filosofia o storia? ma per favore.»
L’abbiamo capito che tu sei un pozzo di scienza mentre noi siamo dei somari. Vuoi mettere una laurea in lettere e filosofia con un baccalaureato in teologia per cui occorrono 6 anni e un pacco di discipline ed esami?
Ti ho già detto tempo fa che tutta la tua scienza non serve. Gesù ha detto qualcosa di valido, ma non credo che avesse fatto il baccalaureato per il Talmud, e i suoi dodici amici erano alquanto ignoranti (converrai almeno in questo spero: facevano a Gesù domande proprio idiote).
Su questo puro nulla, “la favola di Gesù e dei suoi amici”, avete costruito la vostra teologia che serve soltanto a garantire il vostro potere (anche se tu e don Alberto avete in tasca solo i nostri spiccioli). La tua è una scienza vana, anche se sai tante cose anche interessanti.
Bruno non ha bisogno del mio sostegno: è molto più bravo di me. Trovo però comunque disdicevole, per essere cristiani, il disprezzo che tu mostri nei suoi confronti: un professorucolo di filosofia in pensione, via! Che di teologia non sa un cavolo e pretende di conoscere il “fatto religioso”! Questa poi!
Ti dirò che io sono stato colle suore e coi preti dai quattro ai vent’anni (anche coi salesiani). E ti posso dire solo una cosa: non puoi immaginare quanto mi facciano schifo i preti e i religiosi. E il tuo atteggiamento (anche in parte di don Alberto) mi conferma nelle mie impressioni e convinzioni sui preti.
Mi basta sapere che tu sei un sindonologo per non poterti più prendere sul serio – anche sei hai dieci lauree.
Se proprio vuoi fari del bene comincia a essere un po’ più modesto. Del resto di laureati a spasso è piena l’Italia. Ma non possiamo fare a meno di idraulici, contadini, panettieri, infermieri, medici ecc. questa sì gente utile.
Caro Sergio (ma sei Sergio o Sergio I?), come ho provato a sostenere in tanti interventi precedenti, non posso che essere pienamente d’accordo con te.
Sergio,
quella che proponi e’ un’utopia, che equivale al semplice buon senso di Messori nel suo articolo. I primi a non vedere i frutti dell’insegnamento della religione cattolica sono gli stessi cattolici, se a malapena un quarto dei sedicenti cattolici segue il precetto della messa domenicale (che in fondo non e’ un impegno cosi’ pesante, a ben vedere). Messori sembra un credente coerente, uno che privilegia la qualita’ alla quantita’. Il punto e’ che alla chiesa conviene proprio l’ipocrisia del proprio gregge.
Cosa conviene pero’ a noi? Certo chiedere l’ora alternativa in questo momento, in cui nelle scuole si risparmia persino sulla carta igienica, e’ un’opzione senza speranza. E anche se fosse realizzabile, si assisterebbe a una separazione dei bambini, in base alla fede/non fede dei propri genitori: i figli dei cattolici da una parte, i figli degli atei dall’altra, e in prospettiva i figli dei musulmani da un’altra ancora. Come se si dividessero i bambini in base allo schieramento elettorale di papa’ e mamma. L’ora di religione deve sparire semplicemente perche’ non e’ giusto dividere i bambini in categorie. Nella vita privata possono andare in chiesa o in moschea, a tifare per il milan o l’inter, andare a pontida o alla festa dell’unita’. Ma a scuola i bambini sono e devono restare fuori dalle categorie degli adulti.
@sergio
se uno “fra” ha bisogno di “6 anni di teologia” per capire cosa a detto “gesù“….mamma mia,,,,,,,
@ Sergio
conoscevo benissimo cio’ che aveva scritto Messori, e l’ho comunque riletto
non capisco pero’ perche’ io e tanti altri genitori dovrebbero lasciare i propri figli nel corridoio, accompagnati in altra classe, discriminati palesemente mentre il resto della loro classe fa IRC.
La difesa del diritto civile di avere una attivita’ didattica alternativa alla religione cattolica e’ un fronte.
Il fronte dell’abolizione del concordato e’ un fronte molto piu’ impegnativo, che a mio avviso si riscira’ a incrinare anche riconoscendo i diritti civili ora calpestati.
Sul perdere la faccia: io mi sentirei di perderla se come UAAR rispondessi a chi si rivolge a noi per avere supporto per poter evitare subito di fare IRC che l’UAAR non si impegna su questo fronte perche’ preferisce attendere che sia abolito l’IRC.
Aggiungo: essere contro l’8×1000 dovrebbe evitare di fare la campagna UAAR 8×1000 informati?
Sergio e Bruno, ritenete che ci siano piu’ possibilita’ di abolire l’8×1000 continuando a protestare solo per la sua abolizione oppure informando i cittadini ed invitandolo a scegliere gia’ con il sistema attuale in modo consapevole?
Rimango perplesso circa l’importanza che i trafradindondan danno all’ora di religione
(ovvero catechismo) nella scuola,ma non bastano le lezioni che fatte nelle parrocchie.
Quest’accanimento terapeutico non lo capisco.
Ritengo che il problema attuale e che fà buon gioco alla CCAR sia l’ora alternativa sia l’ora di religione, sono d’accordo con Sandra et altri ,abolire tutto.
Non bastano più le famiglie a tramandare le vostre tradizioni?
O pensate che un ragazzo che frequenta le scuole superiori sia ancora influezzabile?
Se esiste qualche arcana ragione io non la comprendo.
Il mio cruccio è che nonostante faccia tanti sforzi capisco
Se qualcuno vuole chiarire la faccia senza citare versetti o citazioni dotte,
io sono uomo di strada,amo le cose semplici.
@Fra Pallino
Per favore non ciurlare nel manico. L’ora di religione, come è stata fatto fino ad ora, è solo un’ora di indottrinamento cattolico. Infatti NON si studia integralmente la bibbia, non si studia realmente storia delle religioni, ecc. E’ solo puro e semplice indottrinamento che andrebbe eliminato, insieme a tutti quei parassiti che hanno la faccia tosta di chiamarsi insegnati e non hanno la benchè minima qualifica.
Storia delle religioni non la si fà nel normale programma di storia (come invece dovrebbe essere) proprio perchè smonterebbele castronerie insegnate nell’IRC: migliaia di martiri mai esistiti (ti ricordo che persino i pardi della chiesa hanno scritto questo unitamente alla giustificazione della santa menzogna), persecuzioni altamente esagerate, diffamazione di imperatori che inr ealtà non hanno commesso i crimini ascritti, atti violenti delle pacifiche comunità cristiane, stragi immani perpetrati dal concilio di Nicea in avanti, ecc. Addirittura si insegna parlandone il minimo possibile che il più grande successo delle crociate è stata la distruzione di Costantinopoli (città cristiana) e ci passano ancora Riccardo cuor di leone come l’eroe buone (quando invece era uno stragista, mentitore totalmente inaffidabile).
Sicuro di volere che i ragazzi studino storia delle religioni? Anche solo studiare la storia delle 3 grandi monoteiste sarebbe un bel casino per voi…. dopotutto dovreste spiegare perhcè avete inventato il genocidio. Prima lo sterminio completo di una popolazione solo perchè di religione diversa (o quanto meno il tentativo di farlo) era inconcepibile. Hai presente vero cosa è stata la cristianizzazione d’europa?
@ Roberto Grendene
Almeno per quanto mi riguarda, non ho affatto sostenuto che bisogna attendere che sia abolito l’IRC per prendere posizione. Ho solo ritenuto che, proprio di fronte alla impossibilità che venga abolito, convenga puntare – VISTO CHE SIAMO IN UNA SCUOLA – su un’opera di sensibilizzazione che parta dalla cattedera. Non credo che su questo piano l’UAAR, come organizzazione che difende la cultura laica, abbia niente da dire, anzi! E per quanto riguarda l’ora alternativa, visto il marasma che queste ore (qui è più realista Messori, come rileva Sergio) non fanno che sollevare credo sia solo tempo perso puntare a ‘razionalizzare’ l’istituto dell’IRC, mentre farne risaltare, anche sul piano pratico, logistico, oltre che pedagogico, tutta l’incongruenza può spingere sempre più persone a richiederne l’abolizione.
Non capisco poi cosa c’entri l’8×1000 – se non molto indirettamente – con la questione dell’ora di religione. Del resto anche tu parli di puntare sull’informazione come forma migliore per combatterlo… cioè proprio ciò che anch’io chiedo per l’IRC.
D’accordo con Roberto Grendene, ovviamente…
@ Grendene
Riprovo (per la milionesima volta e senza speranze) nel modo più succinto possibile.
L’IRC è materia facoltativa (su questo non ci piove, c’è il dettato concordatario, chiarissimo per quanto volutamente barocco, e due sentenze della Consulta). Chi non frequenta una materia facoltativa non è obbligato a frequentare altro insegnamento facoltativo (la contraddizione è lampante: se è obbligato non è più un insegnamento facoltativo, ma opzionale-obbligatorio).
I non avvalentisi possono fare quello che vogliono (andare a passeggio, studiare, giocare, andare al bar di fronte ecc.). Se la scuola offre altre materie facoltative possono frequentare anche una di queste mentre gli altri fanno IRC. Il numero delle materie facoltative che una scuola può offrire dipende però dai mezzi della scuola. Non credo vi sia l’obbligo per tutte le scuole di istituire un numero preciso di materie facoltative.
L’ora alternativa all’IRC l’ha pretesa subito la Chiesa, come ben sai o dovresti ricordare, per ritorsione ma soprattutto per prevenire le inevitabili emorragie nei propri ranghi. La voleva la Chiesa e io fin dall’inizio l’ho considerata un sopruso. E’ anche per questo che ci si è rivolti alla Consulta (e ricordo la faccia di Angela Buttiglione nel TG quando diede la notizia avversa ai cattolici: lunga come un treno).
Sembrava dunque tutto chiaro, e invece. L’istituzione dell’«ora alternativa» all’IRC mi sembra anche la consacrazione da parte dei laici sia dell’ora alternativa che dell’IRC. L’IRC, per gli accordi internazionali con uno Stato estero, dobbiamo purtroppo tenercelo ancora per un pezzo. Al momento attuale è praticamente impossibile abolirlo (ci vorrebbe un nuovo concordato o la sua abrogazione, poi immagino anche che tanti genitori scenderebbero in guerra per difendere le radici cristiane …).
Va bene, teniamocelo e tenetevelo questo IRC del cavolo (ah se fosse impartito da quel genio di fra pallino che spasso sarebbe).
Ma perché insistere per un’ora alternativa? Un’altra ora di scuola? Considero poi le alternative di cui ho sentito poco congrue. Storia delle religioni? Andiamo, chi se ne frega di Giove e Minerva, basta l’Odissea (a greco o italiano). Civica? Ma questa devono farla tutti, dev’essere materia obbligatoria, mica alternativa o facoltativa. Etica? Idem come civica, obbligatoria per tutti, e tutti insieme, credenti e non credenti. Studio della bibbia? Mah, più no che sì da parte mia, c’è di meglio e di più utile (per es. riciclaggio corretto dei rifiuti tra cui affoghiamo).
Riconosco però il dilemma per i bambini dell’asilo e delle elementari e per i loro genitori. I piccoli non si possono abbandonare in corridoio, devono essere sorvegliati, seguiti e occupati. Per loro bisogna organizzare qualcosa, la scuola è tenuta a fare qualcosa. Ma non chiamiamola ora alternativa all’IRC (sempre questo IRC fra i piedi). Se i presidi fossero gente per bene, onesta, intelligente ecc. saprebbero che la cosa migliore sarebbe collocare l’IRC in testa o in coda o ancora meglio fuori dall’orario (magari il sabato pomeriggio!). Così i piccoli non avvalentisi verrebbero a scuola dopo o se ne andrebbero prima. Purtroppo troppi presidi sono al guinzaglio del potere, pavidi, anche disonesti, e mettono i bastoni fra le ruote.
C’è dunque un problema di pura organizzazione scolastica all’asilo e alle elementari.
Al liceo invece l’ora alternativa è controproducente: avremmo alla fine due materie sulla carta puramente facoltative, IRC e altro, ma di fatto col tempo obbligatorie (se non fai IRC, devi fare l’altra, ti senti moralmente obbligato o ti ricatta la scuola moralmente).
Per questo considero la battaglia che l’UAAR conduce per un’ora alternativa sbagliata e anche controproducente. E quando leggo Messori, quell’intervento di Messori, devo dirmi: ma senti che rivoluzionario, che persona per bene. Altro che PD.
Volevo essere breve, ma non ce l’ho fatta. Abbi pazienza.
Riconosco però il problema del che fare
@ Sergio
guarda che il problema e’ soprattutto dai 3 ai 10 anni di eta’
e’ proprio li’ che ci sono le maggiori discriminazioni e le maggiori richieste di aiuto.
per i miei figli ho ottenuto che venisse fatta “scuola a scuola”: geografia, musica, italiano, e quest’anno educazione civica
@ Bruno
Sull’informazione l’UAAR ha fatto e vorrebbe fare ancora.
Questo e’ il volantino che abbiamo distribuito ai genitori di alcune scuola elementari di Bologna (NB: c’e’ anche la seconda facciata!)
http://uaarbologna.altervista.org/files/volantino_oraalternativa_uaarBOb.pdf
Nel volantino, oltre a fare informazione su cio’ che passa il concordato oggi, diciamo:
Assieme a tanti credenti riteniamo che l’educazione religiosa a scuola sia fuori
luogo, sia uno spreco di danaro pubblico [1], violi la riservatezza delle proprie
opzioni filosofiche [2] e sia causa di inutile divisione e talvolta emarginazione de-
gli studenti (vedi osservazioni UNICEF [3])
Per le note, leggere il volantino
Grendene cita dal volantino:
«Assieme a tanti credenti riteniamo che l’educazione religiosa a scuola sia fuori
luogo, sia uno spreco di danaro pubblico [1], violi la riservatezza delle proprie
opzioni filosofiche [2] e sia causa di inutile divisione e talvolta emarginazione de-
gli studenti.»
Bello, da ripetere ad ogni piè sospinto, finché anche il più ottuso lo capisca.
Ma i laureati in teologia (6 anni di studio più specializzazioni) non ci staranno: se no che hanno studiato a fare tutta quella roba?
non scaldatevi troppo che non ce n’è bisogno.
Il riferimento ai 6 anni di teologia era solo per tentare di far capire che sarebbe semplicemente presuntuoso pensare di poter trattare “il fatto religioso” in modo adeguato basandosi su altri tipi di studi non specifici. Qui in Italia voi potete ritenere anche questi studi fondati sul nulla, altrove in europa non è così e le discipline teologiche sono insegnate nelle università pubbliche da professori pagati dallo stato.
NOn mi pare offensivo nei confronti di nessuno constatare che anche un buon professore di storia o filosofia ecc, non è che marginalmente competente per trattare il fatto religioso. Fosse già uno laureato in storia delle religioni sarebbe diverso (mica necessariamente deve avere baccalaureato in teologia o consimili). E ripeto, che quando parlo di competenze non traccio la vostra equivalenza ingenua: teologia=fede=indottrinamento.
Per teologia o bibbia la potrebbe benissimo insegnare un ateo, se rispetta i canoni di rigore e scientificità esigiti da queste discipline (il cui dibattito internazionale prescinde metodologicamente da posizioni confessionali).
Asatan sarei favorevolissimo a quel tipo di storia delle religioni. E’ ridicolo pensare che un approccio serio alla religione possa prescindere da questi fatti.
sergio: “Mi basta sapere che tu sei un sindonologo per non poterti più prendere sul serio”
ti basta sapere? e come fai a saperlo? per quale strano atto di fede? chi te l’ha rivelato? Il sonno della tua ragione? Per tua tranquillità… Io non sono affatto un “sindonologo” nè mi sono mai definito tale… sono semplicemente uno che, al di là del suo specifiko ambito di competenza (dove investe la maggior parte delle sue energie), ama chiedersi il perchè delle cose e cercare e indagare… per questo ho molti interessi… ma avere molti interessi non vuol dire essere competenti su molte cose. Signifika solo avere domande in più… e stupirsi (e ridere) su come la maggior parte della gente e dei frequentatori di questo sito ami mostrarsi onniscienti su quasi tutto… basta andare a rileggersi i post appunto sulla sindone per vedere che in realtà la maggior parte dei “sindonologi” (scienziati che si sono occupati anche della sindone) faccia parte dell’uaar. La sicurezza dei vostri giudizi è impressionante…quanto la superficialità che si dimostra…
Più laica di così la scuola pubblica non può essere.
Chi vuol fare religione la fa, chi non la vuole fare non la fa.
Senza imposizioni per nessuno.
Se una vuole seguire la lezione di religione perchè gli deve essere impedito?
Più laica di così la scuola pubblica non può essere.
Chi vuol fare religione la fa, chi non la vuole fare non la fa.
Senza imposizioni per nessuno.
Se uno vuole seguire la lezione di religione perchè gli deve essere impedito?