Crocifisso nelle aule: ordinanza del tribunale di Terni

L’Ordinanza del 5 ottobre del Tribunale di Terni, nella persona dei Giudici dott. Girolamo Lanzellotto, dott. Fabrizio Riga e dott. Carmelo Barbieri, ha sciolto la riserva formulata dallo stesso Tribunale nell’udienza del 27 luglio 2009 e ha deciso, a causa del trasferimento del professor Franco Coppoli presso un altro istituto (era infatti in assegnazione provvisoria presso l’IIS Casagrande dal 1 settembre 2008 al 31 agosto 2009) “il venir meno della attualità della condotta asseritamente discriminatoria con la conseguente sopravvenuta cessazione della materia cautelare del contendere”.
Si conclude la prima fase della battaglia per la libertà religiosa e contro la discriminazione intentata dal Prof. Coppoli contro il Dirigente Scolastico dell’IIS Casagrande ed il Ministero della Pubblica Istruzione per la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche.
Il Tribunale non ha ritenuto perdurassero le esigenze cautelari che secondo gli avvocati Fabio Corvaja, Francesca Leurini e Gabriella Caponi sarebbero continuate a sussistere anche dopo il trasferimento del docente ed è da sottolineare che la cessazione della materia del contendere è sopravvenuta in seguito al rinvio: infatti quando è stata eccepita d’ufficio (il 27 luglio 2009) ancora non sussisteva in quanto allora il docente era ancora in servizio presso l’istituto Casagrande, ed è sopravvenuta solo in seguito al rinvio della decisione a settembre.
Nell’insieme ci riteniamo soddisfatti dell’impianto dell’ordinanza sul piano dei diritti civili e della libertà di religione e della discriminazione religiosa in quanto è una decisione che riconosce la fondatezza dei dubbi sulla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche quando afferma che “l’esistenza di un dovere generalizzato di tale contenuto da parte delle istituzioni scolastiche, come derivato da alcune decisioni di merito (si veda ad es. l’Ordinanza del Tribunale dell’Aquila 22.10.03) [che imponeva la rimozione del crocefisso da una scuola materna a causa del significato discriminatorio e senza alcuna legittimazione normativa dello stesso, ndr] e dalla recente sentenza della Cassazione penale (Cass. N. 28482/09) [il Tribunale di Terni fa riferimento alla sentenza che ha assolto e riconosciuto le ragioni del giudice Tosti, ndr] non risulta affatto pacifica in giurisprudenza quantomeno in considerazione della necessità di compatibilizzare un’eventuale direttiva in tal senso con il “principio di laicità dello Stato e con la garanzia pure costituzionalmente presidiata, di libertà di coscienza e di religione” (v. cass. cit.).
In altre parole prendiamo atto che il trasferimento (non dovuto assolutamente alla questione qui discussa) del prof. Coppoli all’ITG-ISA di Terni ha fatto cessare, secondo il Tribunale, le esigenze cautelari che giustificano una tutela di urgenza, ma consideriamo importanti le dichiarazioni del Tribunale riguardo alla questione della laicità degli ambienti formativi.
Annunciamo quindi che la questione sarà portata davanti al Giudice del lavoro del Tribunale di Terni con un giudizio ordinario per far si che si possa affermare quel fondamentale “principio supremo della laicità dello Stato che è uno dei profili della forma di Stato delineata nella Carta costituzionale della Repubblica”, come ci ricorda la Corte Costituzionale nella sentenza 203/89 e come è ormai affermato in tutta Europa e nel mondo civile.
Invitiamo docenti, ATA ed educatori al convegno nazionale organizzato dal CESP- Centro Studi per la Scuola Pubblica: “La laicità nella scuola pubblica: la croce della religione cattolica” che si terrà a Roma il 6 novembre presso il centro congressi di via Cavour 50, Roma (info).

Prof. Franco Coppoli
Cobas – Comitati di Base della scuola
UAAR – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti

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22 commenti

Stefano Grassino

@ moreno83

E’ semplice: hanno trovato una scappatoia degna del miglior “avvocato azzeccagarbugli”. Siamo o non siamo in italia?

Il Filosofo Bottiglione

si può avere una sintesi più chiara?

da quel che ho capito, è stato aggirato l’atto che riteneva inaccoglibile il ricorso di Coppoli presso il giudice del lavoro per avere ragione contro la sospensione subita
quindi adesso il ricorso si potrà fare.

ma chiedo lumi, poichè non vorrei aver capito una cippa lippa.

per quanto riguarda i cobas…
meno male che a loro interessano le questioni di laicità. sarebbe opportuno che fossero altrettanto attenti i sindacati più grossi.

Luigi Tosti

Il “senso” di questa decisione ve lo spiego io, nella mia qualità di magistrato e, dunque, di esperto sia del diritto sia dell’ “andazzo” della “Giustizia” e lo sintetizzo in questo motto in romanesco: voja de decide saltame addosso, decidi che io non posso. Come avevo intuito, e come avevo preconizzato al prof. Coppoli, i tre giudici del reclamo avevano già manifestato, col loro comportamento, di non avere alcuna voglia di decidere questa questione “scottante”, perché temevano di essere fatti a pezzi dai politici e dalle gerarchie ecclesiastiche, com’era accaduto al giudice Montanaro. Si tratta dei classici magistrati che faranno sicuramente una carriera sfolgorante, perché il modo migliore per farla è evitare accuratamente di prendersi delle responsabilità, essere forti coi deboli e deboli coi forti. E questo lo affermo perché ho letto tutti gli atti e posso con franchezza affermare che era veramente arduo inventarsi una motivazione per non dare ragione al prof. Coppoli, che è stato ed è vittima di atti di discriminazione eclatanti. Avrebbero dovuto dargli ragione, ma non potendo rischiare di essere fatti a pezzi dalla Chiesa e dai governanti di Vaticalia, hanno preferito eludere pilatescamente la decisione, inventandodi una scusa che non sta né in cielo né in terra e dando dei “contentini” sotto forma di messaggi sibillini che adombrano che il prof. Coppoli possa avere ragione, se non ha torto. Per me è una decisione decisamente vergognosa.

pietro

ai cobas interesseranno pure le questioni sulla laicità ma la lora visione dello stato è sempre la stessa: cicciuare soldi alle spalle dei contibuenti. Conviene che diventino un tantino catolici

pietro

ai cobas interesseranno pure le questioni sulla laicità ma la lora visione dello stato è sempre la stessa: cicciuare soldi alle spalle dei contibuenti. Conviene che diventino un tantino cattolici

biondino

il tribunale ha deciso che non tocca più a lui decidere.

i cobas c’entrano, perchè la causa era formulata come discriminazione sul luogo di lavoro (la scuola, esserendo il Coppoli insegnante).

biondino

i cobas, come altri sindacati, ricevono soldi dai lavoratori liberamente iscritti e hanno convenzioni con lo stato (tipo per la compilazione del 730 o il calcolo dell’isee), e usufruiscono di alcune concessioni collegate al servizio sindacale (tipo i permessi per isindacalisti e cosucce del genere).

non so se questa situazione, cioè essere un sindacato, secondo pietro sia automaticamente assimilabile al ciucciare soldi ai contribuenti.

Don Perignon

“il venir meno della attualità della condotta asseritamente discriminatoria con la conseguente sopravvenuta cessazione della materia cautelare del contendere”

Come fosse antani … per 2!

Stefano Grassino

@ Luigi Tosti

Grazie Dott. Tosti. Mi conferma che avevo capito bene (certamente a senso, non avendo le sue conoscenze giuridiche). Questo vuol dire che, almeno in italia, la giustizia, tra mille rigiri, arzigogoli, tripli salti mortali etc. etc. può arrivare a sentenziare che gli asini volano.

Nicla

Grazie sig. Tosti.
Di mio non ci avevo capito niente… in un certo senso il loro lavoro di retorica lo sanno fare bene.

Giovanni Bosticco

A certi piace veder crocifissi, e nessuno si sogna di vietalo.
Se impazzissimo e, per impedirlo, picchettassimo le porte
delle chiese, ne parlerebbero anche su Marte.
Se a noi non piace, perché costringerci a vederlo, quando
dobbiamo votare, o frequentare una scuola?
La cosa è altrettanto grave che l’ipotetico picchettaggio di
cui ho parlato prima.
Se fossimo tutti persiani, ci si potrebbe rispondere che potevamo
restare in Persia, per evitare il problema.
Ma se siamo di qui, e figli di gente di qui, questa risposta non
può avere senso in nessun modo.

Third Eye

Grazie al giudice per avermi confermato quanto avevo intuito a naso, in particolare dalla sospetta frase sul venir meno e quindi tanti saluti <_<…

Ivo Mezzena

La sofisticazione del linguaggio legale ha solo motivazioni antidemocratiche.

giacomo grippa

Cobas dell’altro mondo!
I giudici son “tosti” a non dare giustizia!
A Coppoli hanno preferito la Cupola!

moreno83

Ringrazio Luigi Tosti per la spiegazione, comunque noto di non esser stato l’unico a non capirci niente in questo articolo scritto veramente male.

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