Cesena, al “Righi” arriva l’ora alternativa

Dando seguito a una famosa delibera di un anno fa, venerdì 30 novembre 2009 il Collegio docenti del Liceo Scientifico “Righi” di Cesena ha approvato a maggioranza l’istituzione del corso di Educazione ai Diritti Umani come ADA (Attività Didattica Alternativa all’IRC). Una buona notizia, perché con 25 anni di ritardo dal nuovo Concordato, viene riconosciuto allo studente un diritto fondamentale.
Tuttavia la Dirigente ha comunicato che solo due alunni su 1400 al momento dell’iscrizione hanno barrato la casella “Attività Didattiche Alternative”. Come mai?
Com’è stato dimostrato l’anno scorso attraverso il famoso questionario, gli alunni che preferirebbero un’ADA all’IRC sono centinaia. Però anche questa volta quasi nessuno ha scelto l’ADA, perché la Scuola non ha mai informato gli alunni che quest’anno l’ADA era stata deliberata, e come nei 25 anni precedenti, essi non sapevano se e cosa avrebbero fatto al posto dell’IRC.
E’ stato pertanto chiesto alla Dirigente di informare le famiglie e gli alunni e di dare loro la possibilità di cambiare l’opzione fra IRC, ADA e uscita dalla scuola o studio libero. Verrà fatto? Abbiamo grossi dubbi

Prof Alberto Marani – Liceo Scientifico “Righi” – CESENA

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25 commenti

DanielaG

l’uaar potrebbe dare un importante contributo nell’informare queste famiglie, ci scommetto.

don alberto

“uscita dalla scuola”,
mi pare una materia con un certo fascino

San Giovese

Chissà perchè avevo intuito come andava afinire prima di leggere le ultime righe…
Poi mi chiedevo: chi terrà l’ora di ADA? il solito prof CLino?

marcigno

La delibera del Collegio dei docenti arriva con enorme ritardo rispetto alla scelta per l’ora alternativa che, come sappiamo, deve essere operata all’atto dell’iscrizione! Mi chiedo perché il Collegio dei docenti del Righi non abbia operato tale scelta a giugno (a consuntivo dell’analisi didattica e a preventivo sulle nuove scelte didattiche) o, al massimo, ai primi di settembre del 2009. Forse ha aspettato l’approvazione del nuovo Piano dell’offerta formativa e, in questo caso, la scelta, se avvalersi dell’IRC o dell’ora alternativa, sarebbe valida per le prossime iscrizioni, a patto di pubblicizzare, in fase di orientamento(in realtà sempre possibile!), l’attività didattica alternativa, anche al fine di evitare che resti o lettera morta o mortificante ed escludente per i due ragazzi! Comunque bravi e coraggiosi quei due ragazzi e le loro famiglie!

teologo cattolico

ottima inziativa presentare ore alternative. la questione, come altrove sottolineato, è che costano, bisogna pagare il docente per il corso dell’intero anno, e forse per due persone non sempre conviene. lo stato però nel momento in cui dichiara possibile l’ora alternativa a quella di religione deve fornire i soldi, ma non di fatto non lo fa. dichiara leggittima una iniziativa, ma non permette la sua realizzazione di fatto.

altra precisazione: non mi sembra però un atteggiamento molto civile, umano (e laico) fare pressioini sulla scelta dei genitori per seguire questo corso sui diritti umani.

MicheleB.

Perchè aspettare 25 anni? Si fa ostruzionismo ideologico sulla pelle dei ragazzi. Quella che è una vera vergogna non può diventare motivo d’orgoglio per chi fin’ora ha negato un diritto riconosciuto e previsto dalla legge. Chi ancora nega una alternativa all’indottrinamento religioso di stato andebbe penalizzato al livello di carriera.

Kaworu

@don

quando facevo il liceo era una manna dal cielo. fare 6 ore cinque giorni più 5 ore il sabato sempre era abbastanza devastante. guadagnare un’ora non era affatto male.

(l’uscita da scuola comunque “ai miei tempi” era permessa anche se l’ora di religione era a metà della mattinata. difatti noi atei andavamo al bar a prenderci la cioccolata o a fare un giro. o semplicemente studiavamo per l’ora dopo – cosa che facevano pure quelli che erano in classe a fare religione, dato che quella… io nemmeno la definirei docente… come minimo arrivava con mezz’ora di ritardo e si limitava a far chiacchiere con due o tre che la prendevano oltretutto palesemente in per i fondelli)

Jan Hus

# Kaworu scrive:
2 Novembre 2009 alle 15:21

@teologo

scusa, dov’è che hai letto “fare pressioni”?

Come ti permetti!! 😉 Da buon teologo fa l’esegesi dell’articolo. Come ben saprai Egli daal’alto del Suo Sapere può dire tutto, il contrario di tutto e se tutto o il contrario di tutto non ci sono, il buon teologo attinge alla fantasia.

Asatan

@Kaworu

Ti dimentichi per i cattolici….

Informare le famiglie degli alunni che non si avvalgano della IRC che finalmente l’ora alternativa esiste=fare indebite terribili pressioni per allontanare i poveri ragazzi da dio

Impedire (malgrado il fatto che in medie e superiori oltre il 40% degli studenti non faccia IRC) a chi lo vuole di godere il diritto dell’ora alternativa=fare giustamente risparmiare allo stato soldi che vanno investiti altrove.

@Teologo

Veramente l’unico caso in cui insegnate viene pagato (e più degli altri) quando ha solo 1 allievo in classe e per tutto l’anno è proprio l’IRC. Infatti le classi IRC, a dispetto di tutte le altre, non possono essere accorpate buttando via così un gran mucchio di soldi.

MicheleB.

Ogni insegnante in più è benvenuta occupazione. Potrebbero pagarli coi proventi dell8x1000, invece di darli ai preti!

teologo cattolico

@ kaworu: ho fatto una “esegesi” sbagliata, come dice @Hus. scusa. mi è sembrato l’articolista ritenesse da escludere che i genitori avessero scelto liberamente per i figli la religione cattolica. se non hanno scelto l’insegnamento alternativo deve essere per qualche ignoranza, che oltretutto l’articolista dichiara insuperabile nelle ultime chiose del suo intervento. anche ora faccio una interpretazione un po’ spinta e chiedo anticipatamente scusa.

@astan: io sarei d’accordo di pagare tutti gli insegnati per tutte le possibili ore alternative. come dicevo, è lo Stato che deve rendere realizzabile di fatto quello che garantisce di principio. non è colpa degli insegnanti di religione se non si hanno i soldi per pagare altri corsi.

bismarck

Credo che in questo caso solo col passaparola nel tempo si avranno risultati. Forse nel tempo saranno anche i docenti a far sapere agli alunni che c’è questa opzione.

Luca

# don alberto scrive:
2 Novembre 2009 alle 14:09
“uscita dalla scuola”,
mi pare una materia con un certo fascino

Sicuramente passare un’ora a “non pensare” è molto meno nocivo che passarla a farsi infarcire la testa di leggende trattate come realtà dogmatica.

paniscus

“ottima inziativa presentare ore alternative. la questione, come altrove sottolineato, è che costano, bisogna pagare il docente per il corso dell’intero anno, e forse per due persone non sempre conviene.”

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Anche il corso di religione costa.
Perché quello invece non costituisce un problema?

Lisa

teologo cattolico

@paniscus: “Anche il corso di religione costa.Perché quello invece non costituisce un problema?”

Gentile Lisa, visto che lo chiedi cerco di spiegare le ragioni dell’IRC in due punti. con questo intendo spiegare perchè, per lo stato, il valore della IRC è superiore a quello delle altre discpline alternative. poi faccio altre osservazioni conclusive.

sono due le ragioni che fondano l’inseganbilità della religione cattolica:
1. devono avere contenuto e forma didattico e
2. la finalità deve essere culturale

ora mi spiego.
sono due concetti facili da compredere, li trovi espressi in tutti i documenti CEI sull’IRC.

1. l’IRC non è evangelizzazione ( non vuole generare la fede in chi non la possiede), non ha finalità catechetiche( far eco alla fede presente, maturazione la fede). Per raggiungere questi obbiettivi esistono dinamiche differenti. L’IRC ha lo scopo di dire i contenuti della fede, la fides quae, ossia spiegare la grammatica di base della religione cattolica. È abbastanza semplice vedere la differenza tra un tale servizio puramente noetico, conoscitivo, e quello di educazione alla fede. Tutti possono studiare un testo di teologia senza credere, io posso studiare un testo sul buddismo, ossia che mi spieghi cosa il buddismo crede, senza essere buddista. Altro è capire cosa propone la fede cattolica, altro è credere e vivere tale fede. Mi sembra facile cogliere la differenza. Si studia a scuola Kant, Hegel, Marx, ma non per questo lo studente è chiamato ad essere marxista, a convincerci che la posizione di un Kant sia vera. La differenza tra illustrazione di un contenuto e adesione di vita è abbastanza facile da intuire. Se è possibile anche studiare i contenuti dell’Islam, non vuol dire che questo implichi la conversione di fede. Se uno non capisce i contenuti della fede cattolica, non può nemmeno permettersi di criticarli: anche per una persona che si dichiara anticattolica, per onestà intellettuale, è necessario conoscere i contenuto della fede cattolica, per ritenerli non condivisibile. Ripeto il servizio didattico intorno della religione cattolica non intende altro che presentare i contenuti della fede, non serenare la fede ( fides qua). Tutte le persone che di solito maturano una posizione anticattolica o anticristiana, non fanno altro infatti che criticare una proiezione di fede che è distante anni luce da quella cristiana ( io almeno non ho mai incontrato un ateo che criticasse una idea cristiana o cattolica, ma sempre ascolto delle autocritiche contro autoconvicimenti, sono forme di autopurificazione delle proprie idee). Se invece la scuola insegnasse bene cosa è fede, rivelazione, cosa è resurrezione, ecc, si potrebbero favorire il maturare di posizioni non cristiane o non cattoliche fondate, e di qualche interesse, di qualche peso anche per gli stessi cattolici.

teologo cattolico

2. si insegna IRC per la rilevanza culturale, ossia perché è una esperienza che coinvolge tutte le sfere della storia e della vita culture italiana. È ovvio che sarebbe meglio studiare tutte le religioni, ma per motivi di tempo non è possibile. È facile capire questo dal confronto con le altre discipline: perché studio lingua italiana, letteratura italiana, geografia italiana, e non facciamo un uguale numero di ore di lingua Indi, letteratura keniota, lappone, geografia del Madagasgar, storia della Nigeria? Sappiamo che esistono queste realtà, ma dobbiamo iniziare a comprendere il mondo che ci circonda a partire dalla nostra realtà. Quando si riuscirà a giustificare perché studiare anche lingua araba, storia della Cina, ecc, allora si potrà forse giustificare anche perchè studiare religione di quei popoli. La rilevanza culturale italiana del cristianesimo è evidente: come si fa a capire e eleggere un quadro o un’opera d’arte italiana, o europea, che sono al 99% con tematiche religiose cristiane senza sapere cosa significa Cristo? Lo stesso vale per la letteratura ( ad esempio visto che se ne parla tanto, della divina commedia, dei promessi sposi.., ma vi sono una infinità di produzioni italiane con idee religiose). Lo stesso vale per la storia, ma anche la forma di produzione economica ha ragioni nella posizione cristiana ( Weber). Non si capisce l’ordinamento giuridico attuale italiano se non si capisce cosa significa l’idea di persona. Nn si capisce niente di filosofia ( e non solo le produzioni di filosofi medievali, ma anche moderni, come un Kant, un Hegel, e nel contemporaneo come un Heidegger, ecc). Anzi se in Italia si studiasse teologia all’università statale come in Germania la nostra culturale filosofica non sarebbe così provinciale ( in altri stati è un vanto poter studiare teologica all’università statale. Io per studiare teologia ho dovuto chiedere il permesse all’autorità ecclesiastica, perché non esistono facoltà in Italia di teologia).

teologo cattolico

Osservazione:

ti faccio notare che questi due criteri valgono per ogni disciplina.tutte le discipline sono insegnate in realtà per la rilevanza culturale. Ma a parte quelle presenti in un corso istituzionale di scuola, altre discipline non è detto che soddisfino il punto due come invece la IRC. Ad esempio un’altra religione o magari degli approfondimenti di qualche prospettiva filosofica, non è detto che siano rilevanti per spiegare la nostra storia, italiana ed europea, come la religione cattolica.
Faccio il paragone con una materia che potrebbe essere alternativa, un’altra religione, magari la religione islamica (infatti ultimamente si è parlato di insegnare religione islamica oltre che cattolica):
ebbene , se se si sostiene questa idea fondandola sul fatto che ci sia una presenza di fedeli islamici in Italia, ancora non si capisce che l’insegnamento non è indicizzato sulla fede, o sulla quantità dei fedeli( in questo caso bisognerebbe trovare anche un criterio numerico per decidere quale religione insegnare). Questo contraddice il punto 1 detto sopra
Se invece si dice che è utile culturalmente si contraddice il punto due, in quanto si deve invece fare notare che la nostra storia non è segnata dall’Islam come dalla cristianità ( nel bene e nel male ovviamente)

teologo cattolico

ultime osservazioni

Vi sono delle evidenti contraddizioni nell’attuale ordinamento in riferimento all’insegnamento della religione cattolica.

1. lo stato dice di riconoscere la rilevanza, il valore dell’IRC, fondato appunto il riconoscimento della influenza nella nostra storia e cultura della religione (nel bene e nel male, continuo ad insistere), ma intanto dichiara solo facoltativo l’insegnamento. Lo dice importante, tanto da garantirlo ovunque, in ogni ordine e grado scolastico, più che altre materie che non godono di questo diritto e diffusione, ma al contempo la dichiara facoltativo. Mi sembra una contraddizione.

2. se facoltativo, prima contraddizione, deve garantire una alternativa. Ma solo di diritto, perchè di fatto non dà i soldi per poter realizzare il corso, non fornisce soldi per pagare insegnati.

3. l’ideale per me sarebbe quello di garantire IRC, ma anche altre discipline. Questo non va a deprezzamento dell’IRC, anzi. Specialmente io credo il confronto critico con altre religioni e pensieri sarebbe molto utile per formare un atteggiamento critico nello studente, anche per poter apprezzare la stessa offerta religiosa cattolica (ma questo non è problema dell’insegnate). Forse però non ci può essere il tempo settimanale per insegnare tutto quello che si vorrebbe. E non ci sono i soldi.

Paul Manoni

Cultura e IRC sono 2 parole che, messe una accanto all’altra, diventano un non-sense…
Perche’ mai la FEDE, in questa o in quell’altra religione, dovrebbe essere insegnata ?Mi spiego…
“FEDE” da wikipedia: La parola fede è propriamente intesa come il credere in concetti, dogmi o assunti in base alla sola convinzione personale o alla sola autorità di chi ha enunciato tali concetti o assunti, al di là dell’esistenza o meno di prove pro o contro tali idee e affermazioni.)
Da cio’ che si evince mi pare evidente che tutto si riconduca ad una convinzione, credenza o idea, che e’ del tutto personale….LIBERA insomma.
Perche’ dunque farsi “ammaestrare” a scuola, da un professore scelto da un vescovo cattolico, su una scelta che dovrebbe riguardare la sfera intima e sensibile di ogni singolo uomo?
Sara’ ma io, nell’ora di religione, ho sempre visto un sacco di propaganda, piu’ che insegnamenti…
Sono Felice per quei 2 studenti del liceo Righi…Scelta difficile e controcorrente…Pero’ almeno conoscono ancora il significato che puo’ avere nella loro vita, il ragionare con la propria testa. 😉
Bravi ragazzi! 😉

teologo cattolico

@ paul manoni

tu stai appunto parlando di fede, del concetto di fede, indipendentemente dal fatto che sia tu un credente o meno (mi sembra di intuire…meno). come dicevo sopra al punto uno.

si può parlare e discutere, anche negare, un contenuto di fede, il concetto di fede stesso, ma per fare questo convieni che si debba avere delle nozioni a riguardo, sapere cosa si contraddice. vedi che anche tu fai ricorso ad una fonte come Wikipedia per capire il concetto di fede, per poi criticarne l’insegnabilità.

l’insegnamento della religione vuole dare le categorie elemenari, la sintassi di base della relgione e specificcamente quella cattolica. sapere cosa il cristiano intende dire quando parla di fede (permettermi di non ritenere sufficiente la definizione di Wiki), rendezione, salvezza, rivelaizone, Parola di dio, trinitità, ecc.. sono utili anche per fornire la base di una posizione atea, che deve pur sapere cosa nega. altrimenti si cade nel ridicolo.
è poi ovvio, se mi consenti che il cosa intende per fede la chiesa cattolica sia la stessa chiesa a autodefinirlo (non wiki o altri).

per la rilevanza culturale, osisa quale conteunto di fede sia più incidente per la culura non sto a ripetere quanto ho detto al punto 2.

Paul Manoni

@teologo cattolico

“ma per fare questo convieni che si debba avere delle nozioni a riguardo, sapere cosa si contraddice.”

Francamente no!
Le nozioni, se le vuoi su una specifica religione o credo, te le fai a far dare in parrocchia dal prete o dall’imam in moschea…e non in scuola statale e quindi laica.

“vedi che anche tu fai ricorso ad una fonte come Wikipedia per capire il concetto di fede, per poi criticarne l’insegnabilità.”

Cito Wikipedia perche’ e’ comodo e neutrale’ e la utilizzo piu’ come un dizionario che come fonte.

“rendezione, salvezza, rivelaizone, Parola di dio, trinitità, ecc..”

Ti sembra giusto brutalizzare “categorie elementari” dandogli spiegazioni su concetti che neanche sono capaci di capire???…Mi riferisco a bambini delle elemantari!…cosa vuoi che ne capiscano di trinita’ o redenzione!?!?!
Adesso capisco perche’ siete anni luci lontano dalla gente e ne state pagando le conseguenze….bah!

“sono utili anche per fornire la base di una posizione atea, che deve pur sapere cosa nega. altrimenti si cade nel ridicolo.”

Concordo…fino ad un certo punto. Se non esistessero religioni e dei, saremmo tutti atei “puri”. Non essendoci indottrinamento o propaganda varia, si nasce, si vive e si muore senza neanche pensarci a dio, rendezione, salvezza, rivelaizone, Parola di dio, trinitità, ecc..
insomma:”Moltissime persone non parlerebbero di Dio, e neppure lo bestemmierebbero, se tanta gente non facesse di tutto per dargliene uno.”
Jean Meslier, Il testamento, 1729

“è poi ovvio, se mi consenti che il cosa intende per fede la chiesa cattolica sia la stessa chiesa a autodefinirlo (non wiki o altri).”

Secondo me non lo sanno neanche loro…basta che a fine anno tornano i conti con i soldi l’8X1000…gli stessi che potrebbero essere usati dallo stato per garantire a TUTTI l’ora alternativa nelle scuole. 😉
Non sto a ripetere il punto su wikipedia usata come dizionario e strumento neutrale.

“per la rilevanza culturale, osisa quale conteunto di fede sia più incidente per la culura non sto a ripetere quanto ho detto al punto 2.”

Per la rilevanza culturale, sarebbe ottimissima cosa, assumere degli insegnanti (meglio se precari!) di Filosofia per fargli insegnare nelle scuole una bella e sana ora di “storia delle religioni” o meglio ancora di “etica e educazione civica” 😉
I SOLDI SI TROVANO…BASTA NON SPRECARLI IN MATERIE INUTILI (IRC) INSEGNATE DA PROFESSORI RACCOMANDATI DAL VESCOVO.

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