E’ il più famoso leader religioso del mondo, e ritiene sia “di fondamentale importanza mantenere le proprie tradizioni”. Poiché, a suo dire, l’Italia ha un retroterra cristiano e cattolico, anche se lui non lo è, ritiene sia dunque giusto, anzi “importantissimo”, mantenere il crocifisso nelle aule scolastiche. Sono le opinioni del Dalai Lama rilasciate ieri alla Camera dei Deputati, dove si è presentato accompagnato da Richard Gere per incontrare Gianfranco Fini.
Alla tradizione si rifà anche Forza Nuova. Nella notte un gruppo di suoi militanti ha appeso alcuni crocifissi all’ingresso degli edifici della Regione Liguria e davanti ad alcune scuole genovesi: “la nostra è stata un’azione pacifica”, hanno poi dichiarato, “finalizzata alla critica della visione di un’Europa priva di quei valori che l’hanno costruita nei secoli: cristianità, nazione, popolo”.
Nel frattempo, la discussione sui crocifissi continua ad attirare l’attenzione dei mezzi di informazione stranieri. Una trasmissione radiofonica della SBS (Lo scandaglio) è andata in onda a Melbourne, in Australia, e ha visto la partecipazione di padre Giordano Muraro, teologo; Luigi Tosti, giudice; Bruno Bartoloni, vaticanista del Corriere della Sera; Gabriella Gagliardo, insegnante.
Crocifisso, scende in campo anche il Dalai Lama
105 commenti
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Beh il dalai lama è il rappresentante di una delle più feroci teocrazie mai esistite. Nel Tibet pre invasioni c’erano 3 classi sociali: monaci, nobili e schiavi. I monasteri stappavano i bambini alle famiglie per garantirsi la mano d’opera a basso costo e il “noviziato” consisteva nel fare da colf e materasso ai monaci più grandi.
Bisogna dire che è un grande PR e sà abbindolare molto bene la gente in occidente, peccato nessuno si chieda come mai in TIbet a protestare contro la Cina sono solo i monaci. Cha sia perchè per quanto pessimo sia il regime cinese è comuqnue più umano di quello dei lama?
Non i stupisce che sostenga il fatto che sopraffazione, secoli di violenza e di stermini siano un’identità culturale da difendere.
In tanto i veri buddisti, tipo il meastro Wung Men, si staranno rivoltando nella tomba.
Confesso un profondo disagio… davvero! Mi cadono le certezze, i cosiddetti “miti”.
La cosa interessante e’ che “l’europa priva di valori” e’ composta di paesi civili con una attenzione per il bene pubblico e un rispetto per il prossimo incredibile. “L’europa con i valori” invece la vediamo tutti i giorni in televisione, l’emergenza rifiuti, le citta’ inquinate e invivibili, i trasporti pubblici inesistenti, la totale maleducazione. A molti italiani farebbe bene mettere il naso oltreconfine per vedere come e’ davvero “l’europa priva di valori”, prima di giudicare.
Ah, quelli che il naso fuori glielo mettono, in italia non vogliono piu’ tornare. Chissa’ perche.
Secondo me fa un parallelo tra Tibet e Italia che non regge. Ad esser pignoli, manco regge il parallelo tra il suo Tibet e quello di oggi.
“è di fondamentale importanza mantenere le proprie tradizioni”, certo, ma ancora di più guardare avanti senza farsene troppo condizionare.
Altro ciarlatano che parla di cose che non conosce su giudizi legali che ignora di istituzioni sovranazionali a cui chiede aiuto di continuo.
Ognuno tira acqua al suo mulino, come sempre.
Una persona che lotta proprio per ridare libertà al suo popolo, seguendo appunto la tradizione di una nazione, non può dirsi contrario a quelle degli altri.
E’ politica.
Non so perché ma il Dalai Lama a pelle mi è sempre stato un po’ sullo stomaco, è ultimamente ho molte riconferma del fatto che avevo ragione
La delusione può essere solo per quel pseudoprogressismo molto animista ed antimoderno di cui in Italia molta “sinistra” è infarcita.
Era molto bella una copertina di Internazionale di qualche mese fa intitolata “Bonsai Lama”: come dire, certe banalità prese come descrizioni di massimi sistemi sono solo, appunto, banalità.
OK, allora mettiamo la croce e martello nelle scuole tibetane, tanto è tradizione.
Se anche questa sentenza non verra’ mai applicata in Italia, almeno molti clericali hanno fatto “coming out”.
A me questa del Lama non stupisce; non mi stanco mai di ricordare che sostiene che i gay siano persone sbagliate e sostanzialmente peccatori.
Se non ricordo male, il dalai lama (minuscole cosapevoli, come in “il papa”) si era messo in luce su questo sito per alcune affermazioni in cui dimostrava di ritenere l’omosessualità contro natura. Bene, si riconferma come ogni leader religioso sia irriducibilmente conservatore, se non reazionario.
Come direbbe il pacato Vittorio Sgarbi: “pagato! pagato! pagato! pagato!”
Questo pseudo-reincarnato si muove solo quando sente odore di pecunia, è in tour perenne.
i fascisti che parlano di tradizioni mi fanno sempre accaponare la pelle.feccia pericolosa sono e feccia pericolosa rimangono,loro e quell’altro teocrate del dalai lama.ogni partito o religione è identico a tutti gli altri,e lui ne è la dimostrazione(però complimenti per la facciata,splendente quasi quanto quella di teresa di calcutta)
A me che la corte di Strasburgo abbia ribadito che nelle scuole e negli uffici pubblici i simboli religiosi non ci debbano stare ha fatto piacere, soprattutto in Italia. Da noi il simbolo di Gesù crocifisso è diventato solo un simbolo e la Chiesa cattolica è troppo a destra politicamente. C’è bisogno di discussione, non di scontri e mettere in discussione il simbolo e il potere solo formale della religione sarebbe stato bello. Il Dalai Lama è una guida spirituale per i non Tibetani, ma soprattutto politica per i Tibetani e come tale deve non offendere il paese dove è ospite e ha parlato come politico. Per me, ovviamente, le tradizioni hanno un senso solo se sono vive. Se i cristiani vedono in Gesù non un simbolo e una tradizione, ma un Dio incarnato vivo e da imitare, non hanno bisogno di invadere la sfera politica. In Italia la mescolanza tra politica e religione è arrivata allo stesso punto che portò il Tibet del 1949 a perdere la sua indipendenza.
Non e’ che il Lama sia un omofobo violento, ma ha detto che i rapporti gay sono contro natura, e si e’ astenuto da giudicare le unioni gay. Insomma mi sembra un atteggiamento molto lontano da quel supereroe dell’amore che molti dipingono. Un po’ come succede con quella crudele fondamentalista che fu madre Teresa.
Il Dalai Lama, cercando continui appoggi nel mondo occidentale, non può certo fare dichiarazioni contro corrente. Penso che Lui del crocifisso se ne sbatta, ma che figura ci farebbe coi nostri governanti se lo dicesse apertamente?
Il dalai lama, giancarlo fini e richard gere… mancava solo Obelix e il quadro era completo! Credo che si sia giocato buona parte della sua credibilità, evidentemente non ha capito che la società occidentale è alquanto più articolata di quella tibetana. Oppure la tragica realtà è che lui ci vede a quel livello… spero solo che non abbia ragione!
mi sa di paraculismo questa posizione del Dalai…ah dalai!!!!
Peccato: il dalai lama ha perso un’occasione per restare zitto!!
C’ho perso l’opinione.. quel poco che né restava…
😉
Penso che anche Bin Laden o il Mullah Omar direbbero le stesse cose.
Beh, il Dalai Lama laico certamente non è, con buona pace di quanti lo ammirano…
nel 1999 lavoravo per una piccola compagnia aerea che oggi non c’è più, ricordo che spesero 200 milioni per trasportare questo simpatico vecchietto da parigi a milano e farsi un po’ di pubblicità…
Vorrei che questo episodio spingesse tutti a riflettere: quelli che chiedono l’indipendenza del Tibet a mio parere non sono migliori dei separatisti della Lega Nord.
Quelli che chiedono il rispetto dei diritti umani in Tibet sono parte del problema e non certo della soluzione per la violazione dei diritti umani nell’intera Cina.
Al Tibet si concede troppo credito perché loro non sono solo una delle tante etnie in Cina, molti tibetani hanno una *religione* diversa dagli altri cinesi. E, come per l’Islam, si confonde spessissimo la religione con l’etnia o la nazionalità. Esempio illustre e recente: il presidente della repubblica che ha detto (ieri?) che la Turchia può fare da ponte tra Europa ed islam. Mi spiace Napolitano, in genere ti ammiro ma qui l’hai proprio fatta fuori dal vaso: stai confondendo pericolosamente nazionalità e religione: alcuni musulmani sono europei ed altri no, alcuni europei sono musulmani ed altri no. Contrapporre Europa ed islam come se fossero due gruppi separati ed in qualche modo paragonabili, fa solo il gioco degli estremisti islamici che tentano di silenziare ogni critica alla loro religione come “razzismo”.
Analogamente non confondiamo Buddhismo e Tibet. E non cadiamo nella trappola di considerare il Dalai Lama come qualcuno che rappresenti i tibetani: non è mai stato eletto da nessuno, rappresenta al massimo i buddhisti ed è una persona che da decenni usa la religione per fini politici.
I media a volte incensano incondizionatamente persone che non sono certo autorità in fatto di morale. Vedi Madre Teresa di Calcutta.
Scusate la lunga tirata.
Che tristezza: un atteggiamento decisamente buonista e fuori luogo…
Poi criticano Hitchens perchè non fa differenza tra le varie religioni…
E se si tentasse finalmente di approfondire cosa si intende quando si parla di questi benedetti valori cui tutti fanno riferimento senza che si capisca mai bene cosa siano? Io ci ho provato, e ora provo a riproporre qui l’introduzione al tema – che poi ho cercato di sviluppare in vari modi – come spunto di riflessione… diciamo filosofica? Prendendo come valore esemplare la libertà.
“Si prenda in considerazione un cosiddetto valore a titolo di esempio: diciamo la libertà.
Per la libertà è valido il paradosso (o comunque lo si voglia chiamare) che accompagna ogni nozione indicante i cosiddetti valori: là dove fosse sempre regnata e continuasse a regnare, non se ne avrebbe la nozione, non esisterebbe lo stesso termine che la designa. In altre parole, la libertà, come qualsiasi altro cosiddetto valore (la verità, la giustizia, la fraternità, la bellezza, ecc), non sarebbe nemmeno concepibile se non si facesse l’esperienza della sua mancanza (e, fin qui, è d’obbligo citare Eraclito)… la quale però a sua volta è avvertibile come mancanza solo se in qualche modo si è fatta l’esperienza di ciò che manca. Ed è questo particolare ‘movimento’, proprio di ogni circolo vizioso, che porta irresistibilmente a ritenere che ‘per forza’ quanto meno un’idea di libertà ci debba essere sempre stata. Lo ha ritenuto la riflessione platonica, lo ritiene in genere chiunque crede nella oggettività dei valori, nel loro essere ‘valori’ proprio perché la loro esistenza preesisterebbe ad ogni esperienza degli stessi, essendone la condizione. Ma di circolo vizioso pur sempre si tratta, a dispetto di ogni contorcimento dialettico per scioglierlo: la libertà, per esistere, presuppone la propria negazione, così come la negazione della libertà può darsi solo se la libertà esiste… ed è il rimando dell’una all’altra – se non si considera che avviene necessariamente sempre – che può illudere circa una esistenza autonoma e contrapposta della libertà e del suo contrario. In realtà, è proprio di ogni cosiddetto valore avere la sua origine nella ‘ribellione’ ad una condizione umana caratterizzata dalla sopravvenuta consapevolezza della sua precarietà… che pertanto ci si studia di combattere non sopportandone la contraddizione resa tale proprio dalla consapevolezza… ma proprio per questo sempre riscontrabile, sempre riprodotta e sofferta, nella nostra rappresentazione del mondo.
Ora, è proprio quando non si può fare a meno di verificare questo indissolubile intreccio che i sostenitori dei valori indicano tale intreccio, non tanto come limite (‘limes’, confine invalicabile, ‘tracciato’ del solo vero territorio praticabile) della condizione umana, ma come colpa da scontare e da espiare: in modo dichiarato quando si tira in ballo una qualche avvenuta trasgressione nei confronti di forze sovrannaturali; con riflessi psicologici analoghi, quando si ‘incolpa’ una natura matrigna… di cui per altro ognuno più o meno oscuramente ‘sa’ di essere parte integrante – in quanto esso stesso natura – e quindi colpevole. E in entrambi i casi viene legittimata ogni lotta per far prevalere – per esempio – un valore come la libertà, comunque intesa: lotta che non si ritiene vana, nonostante gli scacchi puntualmente ricorrenti, perché è pur sempre vissuta come una sorta di espiazione. Che in ogni caso procurerà meriti: se non nell’immediato, come esito veramente verificabile dai ‘lottatori’, in qualche dimensione ‘altra’ rispetto all’hic et nunc della esistenza di ognuno… che può essere l’aldilà vero e proprio delle religioni positive, oppure incarnata da quelli che saranno la nostra proiezione nel futuro, cioè i nostri figli. Per estensione, l’umanità intera.”
Eccetera.
Segnalo un articolo di Umberto Eco sull’Espresso della settimana scorsa:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-crocefisso-simbolo-quasi-laico/2114642
Direi che il solito paragone è calzante: gli stati islamici. Dove i diritti umani vengono costantemente violati, perchè mai riconosciuti. Già, bell’esempio per parlare di laicità.
(Poi, una bandiera è una bandiera, un evidente simbolo religioso in aula è cosa ben diversa)
A me pare che le parole del Dalai Lama – che non crede nell’ aldilà – siano
la prova provata che il Crocifisso, non viene ritenuto il simbolo di una religione
che prevede la vita oltre la morte, ma solo il simbolo di tradizioni, usi e costumi TERRENI,
cioè una roba poco più che folkloristica!
Per cui, le parole del capo dei buddhisti: BEN VENGANO!!!!
@Biondino
Ho letto l’articolo che hai linkato di Eco e devo dire che è a mio parere fazioso, mioepe e ignavo. Alla fine lui dice che visto che a lui non fa ne caldo ne freddo non fa nulla se c’è o non c’è, che siccome lui rispetta le tradizioni altrui negli altri paesi anche gli altri devono rispettare le nostre e quindi accettare di buon grado crocifissi ovunque. C’è sostanzialmente un problema di ordine logico, sembra essersi dimenticato, il buon Eco, che nei paesi islamici il corano è legge, da noi la bibbia fortunatamente non lo è più, quindi “bere alcool in un luogo pubblico non adibito a bere è reato non è un affronto culturale”. Quando si va nei paesi musulmani si rispetta la loro legge non la loro religione, ed anche se questo può coincidere in sostanza è molto diverso. Quindi è giusto dire che gli exstracomunitari debbano rispettare le nostre leggi, e visto che non vi è una legge vigente che obbliga l’esposizione del feticcio sanguinante non c’è nulla da rispettare. Non confondiamo la cultura con il diritto altrimenti rischiamo di fare un salto nel medioevo o imiteremo le attuali teocrazie islamiche.
I monaci restano tali indipendentemente dall’altezza dei conventi….
Scusatemi ma basta con questa freganccia del povero innocente dalai lama che combatte per la libertà del suo popolo!! Il dalai lama combatte per riprendersi il ptere politico totale che la sua casta aveva su un popolo tenuto all’età della pietre volontariamente e abusato nel peggiore dei modi.
Certo che lecca il cu.lo alla chiesa cattolica, visto che la CCAR lo sostiene contro Beijing e vedrebbe bene il suo ritorno alla guida del tibet pensando così di poter fare entrare i propri preti nel paese.
Il giorno in cui chiederà scusa per gli orrori del suo regime e inizierà a far qualcosa per porre rimedio inizierà a considerarlo un essere umano, fino ad allora resta una sanguisuga abile con i media.
Almeno il Dalai Lama non minaccia morte e stupri a chi ha chiesto di toglierlo…
Diritti Umani… questi sconosciuti…
resta cmq un babb(e)o natale vestito d arancio. cambia il colore ma non l attendibilità! bello per far guadagnare R GERE e aziende d auto, ma tutto li
“di fondamentale importanza mantenere le proprie tradizioni”.
Daro Dalai, vallo a dire alla ragazza lapidata a morte a Eelbon.
Dopo la religione direi che il male del mondo sono proprio le tradizioni in senso esteso, accettate senza spirito critico, ma semplicemente perché “tradizioni”.
La critica all’autorità dello spirito illuministico include la sacrosanta critica all’autorità autoreferenziale delle “tradizioni”.
Al Dalai Lama non gliene può fregare di meno.
Capo pollaio è capo pollaio rimane in conclusione
due pollai due capi, B16== DalLam.
“ritiene sia “di fondamentale importanza mantenere le proprie tradizioni””
Io invece ritengo sia ancora più importante difendere la costituzione e la laicità dello stato, senza le quali con molta probabilità il Dalai Lama non potrebbe venire nel nostro paese ed esprimere liberamente le proprie opinioni e manifestare la sua religione.
“critica della visione di un’Europa priva di quei valori che l’hanno costruita nei secoli: cristianità, nazione, popolo”.”
Guardacaso gli stessi valori dei più grandi assassini della storia moderna, ossia “Credere, obbedire e Combattere” e “Gott mit uns”.
Quanto alla mancanza di valori nel resto dell’ Europa rispetto l’Italia, non mi risulta che negli altri paesi comunitari ci siano fenomeni mafiosi pari ai nostri, nè tantomeno fenomeni di furberia, ipocrisia, sperpero del denaro pubblico paragonabili a ciò che succede da noi. Anche i messaggi e i simboli identitari sprezzanti nei confronti di tutto ciò che non sia cattolico non li vedo certo come valori, a meno che i valori che intendono loro non siano quelli dell’impalare e ardere vivi i “miscredenti”, come si faceva nel loro amato medioevo cattolico. Provino per un attimo a pensare come si sentirebbere un cattolico che vive a Cuba o in Cina e si vede imporre sopra la propria testa una bella effige di Fidel Castro o di Mao Tse Tung.
E’ ovvio che un leader religoso dia la massima importanza alla religione, anche se il buddismo, ad onor del vero, non è una religione in senso stretto ma, più che altro, una teosofia.
Quello che Sua Santità non ha compreso, in quest’ultima incarnazione, è che l’Italia è un paese laico, e nei suoi edifici pubblici dovrebbe esporre le proprie insegne repubblicane, come in tutti i paesi laici, ma soprattutto mi fa specie che proprio un uomo della sua levatura culturale non comprenda la reale differenza fra Cristianesimo e Cattolicesimo, visto in Italia il crocefisso non viene ostentato come simbolo cristiano, ma come insegna dello stato pontificio cattolico, uno stato straniero, che impone le sue insegne e che soprattutto sfrutta l’economia di quello italiano che, va ricordato, ne paga ogni spesa e gli fornisce privilegi rilevanti.
Se per lui tutto questo non ha rilevanza, dovrebbe dichiarare pubblicamente che una maggioranza che s’impone va seguita per il bene della colelttività, in modo che i suoi correligionari smettano di farsi uccidere per difendere il proprio piccolo paese da quell’altro ben più grande, che infondo ha tradizioni e cultura simili
Profondo come sempre l’ intervento di Bruno. Io, ovviamente, non sono d’ accordo: la libertà, la giustizia, la bellezza,la pace sono aspirazioni che gli uomini hanno dentro proprio perchè siamo un pezzo di Dio limitato dal corpo. Se invece siamo uguali agli altri animali, hai ragione tu. Ma se osservi gli animali capisci che hanno una stupefacente propensione al bello e alla gioia, che va al di là delle semplici necessità materiali. Sicuramente il concetto di libertà è per loro più limitato, ma quando metti un animale selvatico in una gabbia ti rendi conto di quali devastanti effetti psicologici abbia la cattività per loro. Per me, comunque, anche gli animali hanno una parte eterna, destinata ad evolversi.
mi ha deluso. da lui non me l’aspettavo, pensavo fosse solo una vittima della repressione atea, ma non laica, cinese, invece è solo un altro fanatico religioso che protesta solo per avere il potere.
Gatto non magna gatto, dicevano i vecchi. La casta sacerdotale, tradizionalmente divisa, si riscopre inaspettatamente unita, quando viene attaccata dall’esterno.
la buona notizia è che tanti fan del Dalai Lama cadranno dal pero…
@OttoPermille
QUOTO! 😉
Soprattutto se sei il rappresentante di una religione in cerca di consensi, in visita in un paese concordatario e pseudo confessionale, che ha appena ricevuto un ceffone grazie ad una sentenza di un tribunale internazionale.
Mal comune mezzo gaudio! 😉
“….dove si è presentato accompagnato da Richard Gere…”
SICURAMENTE IN LANCIA DELTA! 😀
Ce li vedo tutti e due a scorrazzare in giro per Roma in cerca di qualcuno che possa dargli un minimo di credito e di udienza! 😀
Sono tutti uguali…
Non ci si può fidare di chi al posto di lavorare e tirare avanti con una vita normale si chiude invece da qualche parte a consolarsi tra rigide gerarchie.
Mi viene anche in mente che i monaci sono i meno evoluti tra gli esseri umani, nel senso che con gli animali condividono un assoluto istinto della gerarchia e del territorio che resiste a quell’evoluzione del dialogo che ha portato gli altri a costruire una civiltà di affetti che loro nemmeno immaginano.
Vorrei spostare l’attenzione sul fatto che il dalai lama ha parlato di mille altre cose durante il suo intervento; e solo su domanda si espresso a (s)proposito della sentenza di Strasburgo. Ne è uscito un titolone su giornali e TG come se quello fosse stato il suo pensiero fisso. Se la sua opinione fosse stata diversa, dubito che ne avrebbero dato altrettanto risalto.
In ogni caso, voglio credere che abbia male interpretato il dovere di ospitalità e si sia sentito obbligato a pronunciarsi così ritenendo di far piacere agli italiani (alla Camera magari è così). Povero ignorante…
Il Dalai Lama non è diverso da Benedetto XVI. E’ il leader spirituale (anche se sarebbe meglio definirlo re), di uno stato profondamente religioso, anzi bigotto, in cui ogni cosa, ogni azione è dettata da precetti religiosi. Quindi nulla di strano che difenda l’ingerenza della Chiesa nella vita di tutti gli Italiani, se i Cinesi glielo permettessero farebbe esattamente la stessa cosa con tutti i Tibetani.
Mi piace fare notare che le uniche candidate donna per le nomine europee in corso ( già fregato al momento in cui scrivo, con somma gioia di molti italiani, il nostro Massimo D’Alema) sono state presentate da Lettonia ed Estonia: cioè da paesi già per lungo tempo storico…senza crocifisso.
io non esagererei nei confronti del Dalai Lama.
ha semplicemente detto una cazzatina come possono dire molti.
poi, può anche essere che il potere in Tibet ai sui tempi nascondesse qualche difetto, ma non dimentichiamo che quest’uomo è il rappresentante di un popolo privato della propria autodeterminazione e sottomesso ad uno stato dittatoriale, in cui i diritti civili sappiamo come vanno e che in Tibet ha fatto un bel pacco di porcate.
prima di inneggiare alla Cina, anche solo per scherzo, ci penserei mille volte.
diverso è dire: meno male che al mondo ci sono un miliardo di cinesi e non un miliardo di leghisti…
Ma nessuno capisce che non è in discussione un simbolo religioso ma l’uso di rappresentanza che ne fa la CCAR ?
Prima la condanna all’omosessualità di un buddhismo inventato all’uopo dal santone senza santi, e adesso la corsa per salvare la croce dei crociati. Futilità con contorno di star. Per caso presentava la Clerici?
postilla:
“Se invece siamo uguali agli altri animali, hai ragione tu. Ma se osservi gli animali capisci che hanno una stupefacente propensione al bello e alla gioia, che va al di là delle semplici necessità materiali.”
Non a caso i leoni dopo aver sbranato mezzo branco di gazzelle, aver assassinato la prole ed essersi dati all’incesto si siedono e dedicano versi al sole che tramonta, sta in tutti i testi di etologia. -.-
Ora non dico di filtrare il proponimento scritto attraverso le maglie strette della logica, ma almeno un può di buon senso a buon mercato sarebbe da consigliare. In mancanza di altro basta il sussidiario. Saluti
Ma io qualche simpatia per il Dalai Lama ce l’avevo (forse ce l’ho ancora).
Non fa il missionario, sconsiglia di cambiar religione anche se è convinto che la sua religione risponda meglio ai bisogni dell’uomo.
È FAVOREVOLE AL CONTROLLO DELLE NASCITE !!!
Poi non crede in Dio (mi sembra).
Insomma qualche cosa di positivo lo comunica. Non lo conosco però bene, non ho letto sue biografie. Francamente non m’interessa nemmeno.
Caro Sergio,
a me risulta che ci sia una sola sua biografia, scritta da un americano che poi si fece buddista e io devo conservarne la stampa da qualche parte. Non ricordo da dove la scaricai. Ti assicuro che sua santità ci fa una figura barbina: da vero e proprio bastonatore del popolo: bastonava, cioè, quel popolo che non si inchinava al passaggio suo e dei monaci.
Ti auguro di rintracciarla da qualche parte in internet.
miti o non miti il dalai lama è un grande sacerdote che si fa chiamare sua santità (come b4x4).
la sua casta sacerdotale, i lama tibetani, si comportano come vescovi e cardinali nostrani ovvero predicano semplicità e povertà ma vivono in pagode ricoperte d’oro ergo nessuna meraviglia riguardo la sua opinione sul crocifisso perchè in ultima analisi quello che conta sono i soldi 😉 e anche il dalai veste prada.
x Sergio
il dalai lama non crede in dio ma crede in un insieme di superstizioni forse più bizzarre della stessa teologia cattolica; bodisatva, reincarnazione, predestinazione, karman più un nutrito pantheon di spiriti e spiritelli sia positivi che negativi (equivalenti ai nostri angeli e demoni) quindi la differenza si riduce ad una diversa concezione del soprannaturale, tutto qui.
alè!!!
ce mancava il dalai lama…
ma ‘n’par de ca.z.z.i suoi proprio no…
Molti si fanno affascinare dal Dalai Lama. Ma comunque, alla fin fine per me è sempre un prete.
…non sarà forse che poichè è alla ricerca di appoggi internazionali più impegnati di quelli avuti finora per la causa del suo Tibet, magari ha pensato di lisciare un po’ il governo italiano, sapendolo legato a doppio filo con il Vaticano??
Ribadisco il mio disappunto per le parole del Dalai Lama, egli è un sovrano di stampo teocratico in esilio e bene fa la Cina a tenerlo a debita distanza.
E poi cosa vuol dire “buon senso da parte di Bersani? Adesso nel nome del buon senso si arriva anche a calpestare lo stato di diritto e si fanno ordinanze ad oltranza contro la legttimità della Sentenza della Corte di Strasburgo.
Non mi risulta che la Costituzione Italiana abbia decretato per buon senso che i crocifissi si debbano appendere alle pareti. E’ semplicemente assurdo che proprio sia la sinistra a parlare di buon senso e poi violare la laicità dello Stato.
la filosofia inayanica, cioè il vero buddhismo, era solo una forma di ascetismo ateo che si basava sulla ricerca della pace interiore a diretto contatto con la natura rifuggendo denaro e ricchezze, non per nulla il suo fondatore, Siddharta Godama era uno saskyamuni (casta di ricchi guerrieri) disgustato dal sangue e della violenza scappò dalla sua reale dimora per vivere da povero.
vi sembra questa la vita del dalai? vi sembra che cerchi la povertà? siamo seri…
“la ricchezza e l’agiatezza loro la chiamano illuminazione, il potere assoluto verso i sudditi lo chiamano predestinazione” – Mao (non letterale).
Il dalai lama viene accolto dalle autorità italiane a braccia aperte.
Le comunità tibetane sanno del ricorso di questo governo sulla questione del crocifisso.
La sua, quindi, è una dichiarazione che definirei diplomatica.
La cosa che invece mi fa arrabbiare è la tv di regime.
Piccolo commento sulla venuta del dalai lama e subito dopo il suo parere sui crocifissi.
Altra osservazione: oggi ho seguito uno speciale sul tg 24 su sky, poi uno su rai uno (una madre pseudo disperata per la figlia) per pochi minuti e le due conduttrici indossavano un bel mega crocifisso al collo.
Dopo aver capovolto le mie idee su Sgarbi, poi su Bersani e su molti e molti altri… ora mi toccherà cambiare idea anche sul Dalai Lama (almeno per questi aspetti).
E’ una fatica ogni volta, ma bisogna essere sempre disponibili a cambiare idea dopo certe dichiarazioni così palesemente… beh, avete capito. (Difficilmente cambierò idea finché non andrà a scusarsi facendo comizi in piazza san pietro per togliere i crocifissi da questi – benedetti – luoghi pubblici italiani)
Ma chi avrebbe deciso che sia il più famoso leader religioso al mondo?
“la libertà, la giustizia, la bellezza,la pace sono aspirazioni che gli uomini hanno dentro proprio perchè siamo un pezzo di Dio limitato dal corpo”
Peccato che sovente capita che siano proprio le religioni e le concezioni deiste a creare divisioni e contrastare con i principi da te elencati.
Forse poi quella “limitazione”, come la chiami tu, voi siete i primi ad osannarla fin troppo, dal momento che non siete disposti a lasciare andare in pace quei poveretti la cui “vita” è ormai ridotta ad un corpo senz’ “anima”.
Scusatemi ma basta con questa freganccia del povero innocente dalai lama che combatte per la libertà del suo popolo!! Il dalai lama combatte per riprendersi il ptere politico totale che la sua casta aveva su un popolo tenuto all’età della pietre volontariamente e abusato nel peggiore dei modi.
Basta con questa fregnaccia che il Dalai Lama rivoglia la teocrazia lamaista in Tibet, semmai!!
Ho sentito ripetere questa calunnia più volte. O tirate fuori le prove, o ritirate le accuse!
Questo e’ un articolo interessante: http://www.michaelparenti.org/Tibet.html
Quoto in pieno Asatan.
Perchè mai se uno critica il sistema clerico-feudale dello Stato tibetano deve per forza essere considerato un filo cinese?
Lo scontro tra Cina e Tibet è lotta tra poteri economici e politici. Certo da una parte abbiamo uno degli Stati più potenti al mondo e dall’altro un piccolo Stao a carattere regionale, ma sempre di scontro tra potei oligarchici si tratta e chi ci va di mezzo sono quei poveracci di contadini tibetani sfruttati dagli uni e dagli altri, usando forza e religione.
Io sono per l’autodeterrminazione delle comunità territoriali ma in questo caso più che altro mi sembra che di autodeterminazione di oligarchie si tratti.
Cari amici, sono tutti contagiati dal “buon senso” quello che taccia ogni dissenso laico e calpesta i diritti, poi vuole apparire saggio e diplomatico, ma in realtà non è neppure costituzionale ed è del tutto fuorviante quando vuol trattare di argomenti laici e a mio avviso, confonde la laicità dello Stato la quale deve essere imparziale e senza fregiarsi di simboli.
Il buon senso? Magari imparassero cosa significa, piuttosto che insultare, minacciare e appendere crocifissi illegalmente e ad oltranza con tanta stupidità religiosa che il termine cristiano lo si può a questo punto paragonare con cretinismo, dal francese crétièn.
Come è arrivato il Dalai Lama in Italia?
Gli ha forse dato un passaggio il buon Gere con quell’auto che tempo fa pubblicizzava
e con la quale scorrazzava per templi tibetani?
Ma si! Coltiviamo il nostro retroterra.
Tutti a rifare il saluto romano per rinverdire i fasti dell’impero come diceva
quell’altro brevilineo pelato.
Torniamo a parlare il latino (Ratzinger sarebbe daccordo).
Vogliamo aggiungere anche il culto mariano.
Perchè non mettere una madonnina all’ingresso di ogni scuola per accenderle ceri
in modo tale da propiziarsi benevolenza da parte dei professori.
Dimenticavo:
la partita di scacchi di Marostica e il Palio dei Sestieri di Lavagna in diretta nazionale e
a reti unificate!
Cattolicesimo e buddhismo pari sono; come affermava Nietzsche.
Vorrei invitare tutti nel forum alla calma riguardo il dalai lama. ok, ha espresso la sua opinione, da noi non condivisa, ma ho letto molte cose sue ed e’ forse il leader religioso piu’ laico E razionale che esista. Se da una parte e’ vero che il tibet era cina molto tempo fa, anche l’italia era francia tempo fa, ma non accetteremmo di essere invasi.
Il dalai lama,tra tutti, e’ forse l’unica persona con cui e’ possibile avere un dialogo obbiettivo. Ricordo che il buddismo e’ una filosofia, non una religione.
Poi posso sbagliare, ma credo non vada attaccato. non si dovrebbe attaccare nessuno se ‘ per questo, altrimenti si cade nel solito battibecco stile televisivo.
ascolta sNappy, ti capisco benissimo, ma tu puoi migliorare nel cambiare le tue opinioni perchè hai una mente aperta e rifletti in modo laico, disincantato, ma il Dalai Lama non ha solo deluso te, ma anche me e molti altri, non perchè io credessi in lui, ma per il suo avvicinarsi alla scienza e speravo che almeno in casa d’altri fosse più rispettoso delle opinioni di tutti mentre invece anche lui fa il paladino delle tradizioni che non sono nemmeno sue.
Quando ci si è attesi da una persona almeno il rispetto delle nostre opinioni e poi ci si sente da lei presi in giro, eh si che poi ci girano i cosidetti c……..i.
Sono felice di essere con l’UAAR, e con Lei sono riuscito anche a scuotermi la polvere di dosso del Dalai Lama, ormai vecchio e incapace di andare oltre il suo esilio, e forse è meglio che la Cina se ne guardi bene dal lasciarlo tornare in Tibet, non dico di perseguitarlo, ma non permettergli di condizionare la vita dei suoi ex sudditi.
Chiassà, sNappy, quando assisteremo alla caduta degli dei delle religioni! Chissà!
Era ora che il Dalai Lama scendesse in campo. Se non ha ancora la zappa ditemelo, che provvedo io a regalargliela. (senza offesa per i lavoratori del settore agricolo, che stimo più di quanto li stimino molti altri)
CAPISCO LA CINA, CAPISCO PERCHE’ ……..E BRAVO LAMA,,,,,,DALAI …ANCHE TE VOLEVI VIVE SENZA FARE NULLA IN CINA????E INVECE ESILIO. LE RELIGIONI OPPIO DEI POPOLI.
Ma di che vi meravigliate? questo è lo stesso che è contro l’eutanasia e ritiene l’omosessualità una devianza! non è migliore di quello che si veste di bianco , anche lui si fà chiamare santità e sproloquia. non confondiamo il diritto di atonomia del tibet con la religione!!
Non possiamo esimerci da rivolgere un commosso pensiero al lungimirante timoniere della Cina, che risolse anni fa il problema tibetano…..
L’identità di un popolo è sempre plurale, mai singolare.
A maggior ragione per l’Italia che si è unita contro il papato solo un secolo fa e quindi come Stato è originariamente anticlericale.
Quando non lo si riconosce si finisce inevitabilmente col combattere l’altro fino a quando se ne decreta la fine coi lager. Allora si, si diventa UNI per aver cancellato chi anche indirettamente ha posto se stesso come parte di un tutto, di una storia comune.
“Sono le opinioni del Dalai Lama rilasciate ieri alla Camera dei Deputati, dove si è presentato accompagnato da Richard Gere per incontrare Gianfranco Fini.”
Quando ho letto queste due righe….mi sono chiesto….ma cos’è? Uno scherzo?
p.s. magari…
“di fondamentale importanza mantenere le proprie tradizioni”… l’Evoluzione non sanno proprio cosa sia questi capi bestiame.
A me sembra che abbia parlato a favore del crocifisso per non offendere il ‘comune sentire degli italiani’ cosi’ come viene dipinto dai media.
Per non parlare poi dei politici che lo hanno invitato: t’immagini se avesse tirato fuori una voce fuori dal coro?
Lo avrebbero linciato e soprattutto non lo avrebbero invitato alla lauta cena a base di mozzarella di bufala, di cui è ghiotto.
Se il regime cinese non fosse stato un regime comunista, l’Occidente (ovvero l’America) non avrebbe mai sposato (propagandato) la causa tibetana e a quest’ora il Dalai Lama sarebbe considerato, qui in occidente, alla stregua di qualsiasi Say Baba o di un Reverendo moon.
Questa affermazione dovrebbe chiudere definitivamente qualsiasi possibilità di tenere in considerazione il buddismo come etica e non come religione. Anche il Dalai Lama dunque parla di cose di cui non capisce nulla in modo irrazionale. Il buddismo si dimostra solo un instrumentum regni come ogni religione.
Braccia rubate all’agricoltura! diceva – giustamente – il mio prof di fisica
all’università di fronte a affermazioni risibili.
@ Moreno83
Beh se Israele non fosse uno stato ebraico la sinistra non avrebbe mai propagandato arafat e la palestina. Io credo che la causa tibetana susciti simpatie al di là della propaganda americana, non ti so dire perché e per come, soprattutto nel mondo dello spettacolo. Tieni presente che il buddismo va di moda in questo settore.
@ Magar
Vero che ci sono persone che esagerano, ma dopo questa uscita, il Dalai Lama in Italia è definitivamente out per noi laici.
Come si concilia il concetto globale di cristianità con quello di nazione?
E quante guerre di religione son state combattute in Europa fra monarchi religiosi nel Medioevo?
Mi sa che sti forzanovisti avrebbero bisogno, come tutti i religiosi, di un NOVO cervello!
Quoto Asatan
Per chi vuole sapere come stanno veramente le cose…
http://www.ilbriganterosso.info/?p=283
E piantiamola con ‘sta storia che il Dalai Lama è tanto buono, pio, amorevole, intelligente… è sostanzialmente un prete, retaggio (simbolico e umano) di uno spietato regime feudale. Daccordo che in Cina le cose non vanno bene ed è lecita ogni critica ad un regime che calpesta i diritti umani… ma applaudire il Lama ogni volta che fa una puzzetta come fosse (e fosse stato sempre) un campione di bontà, rispetto dei diritti umani e altre amenità è abbastanza ridicolo. Tanto quanto il papa quando afferma che i diritti umani sono nati con la CCAR…
Beh… e’ una sua opinione, anche se il Dalai Lama e’ una persona pacifista mica bisogna essere per forza d’accordo su tutto quello che dice.
Un po’ di chicche sul regime dei Lama…
http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2191250
oh, me l’aspettavo.. mai piaciuto.
Tutti uguali, i religiosi…
http://www.salon.com/news/1998/07/13news.html
@Macklaus
I miti sono sempre pericoli, perché ti fissi e non ci ragioni. Bisogna mettere in discussione tutto, sempre.
Dalai mito? uno che viene invitato, ed accetta, da Fini e si fa accompagnare da Gere ? aridatece il Che ! o Marcos almeno!!!
Il buddismo pur senza dei di sorta è pur sempre una religione e come tale opportunista, cieca, razziatrice di beni o consensi, prevaricatrice anche quando fa’ gli occhi dolci. il dalai lama sta cercando alleati e finanze per i suoi scopi. E’ stata una delusione anche per me, ma non lo conoscevo quasi per niente, ora lo conosco un po’ di più
@Emilio
Informati bene sul “Che”…..e su i suoi crimini !
@rossana
che il buddismo sia una religione ho qualche dubbio, ma che religioni sia sempre sinonimo di prevaricazione è un luogo comune, come è un luogo comune che il Che Guevara sia stato un liberatore. Se per liberatore si intende trucidatore, allora correggiamo il dizionario.
se diceva che dovevano essere tolti diceva anche che la cina fa bene a tenerlo fuori dalle scatole (senza voler disquisire sulla giustezza dell’annessione del tibet) e quindi non poteva dire altro
purtroppo tutte le religioni hanno sfruttato la dabbenaggine delle masse per garantirsi un sostegno che non può che trasformarsi in potere politico e quindi pericoloso per qualsiasi civiltà evoluta e laica
il dalai lama come b16 è meglio che si cimentino solo in quello che più gli compete: raccontare favole.
x Sledge
il Che ha dovuto fucilare parecchie persone come Robespierre dovette ghigliottinarne altrettante, quando si riporta la libertà in un paese governato da una dittautra settantennale (Cuba) o da una monarchia assoluta da quasi 1000 anni (la francia del 1789) devi abbattere tutti i simboli che potrebbero ostacolare il nuovo corso; lo è triste ma è così.
X ste
se ti rifererisci al buddhismo antico (inayana) quello è una filosofia ma quello moderno (mahayana) lo ha sostituito da oltre 1200 anni ed una religione a tutti gli effetti, con tanto di una teologia/escatologia/casta sacerdotale quest’ultima molto potente e ricchissima, vedi le varie pagode sparse in tutta l’Asia ricoperte di tegole d’oro e rivestite all’interno con finissimi tessuti e legno pregiato. altro che illuminazione… 😉
Scusate ma ho letto oggi l’intervista al Dalai Lama sull’espresso e mi sembra che abbia detto cose esattamente opposte a quelle che vengono riportate in questa ultimissima.
Siete sicuri delle vostre fonti?
questo il testo della risposta alla domanda sul crocifisso:
“È una questione difficile. Mi viene in mente la questione del mio ritratto, che i tibetani metterebbero ovunque, non solo nelle scuole, e che le autorità cinesi ovviamente vietano. Forse bisogna distinguere tra religione e cultura. Non si può negare che l’Europa abbia radici giudaico-cristiane. Ma parliamo di cultura, non di religione. Perché lo stesso crocefisso, che per i cristiani rappresenta il sacrificio supremo di Gesù, per gli ebrei assume ben altro significato. E poi non possiamo nascondere il fatto che siamo oramai in una società multietnica e multireligiosa e che bisogna rispettare la sensibilità di tutti, compresa quella dei laici, senza imporre inutili e ingiuste sofferenze a nessuno”.
mi sembrano parole molto diverse da quelle riportate nell’ultimissima
Se il mondo finisce nell’essere o no atei allora il Che non è un mito. se invece continua e pensa alla liberazione degli oppressi, a dare dignità alle persone, a far si che siano i essere padroni della propria vita e non ultimo a sfamarli allora il Che , quelli che hanno fatto le stesse lotte, quelli che si vive prima di pane e poi del resto non sono Mitoi, ma di più, molto di più!
caro AlexJC, lo ha detto lui proprio in tv e tutti lo hanno sentito, poi egli è un sovrano tibetano in esilio e il suo obiettivo era di ritornarvi per dominare i suoi sudditi ai quali, mancando un’autorità religiosa forte e in cui identificarsi, hanno poi sofferto per la sua mancanza e ciò capita ed è capitata ad altre nazioni tenute sotto giogo teocratico.
E’ necessario che la gente progressivamente insorga contro questo giogo teocratico, quindi, si sia coraggiosi nel dire: da oggi lo stato è indipendente dalla religione e siano salvagardati sia i diritti di chi crede e di quelli che non credono.
Purtroppo, osservando quello che sta succedendo in Italia, si vuole ristabilire la religione cattolica come religione di stato perchè tutti i cittadini vi si identifichino, questo è anche il sogno del Dalai Lama. in Iran la cultura fa paura al regime più che le sanzioni di Obama, perchè? perchè non si può uccidere un idea e un diritto come la libertà, e nemmeno si può uccidere un dio che non esiste, quindi, la cattiva notizia per i regimi teocratici è che dio non esiste, quella bella per i sudditi è che non ne hanno più bisogno.
x Stefano F.
Ok, la linea “machiavellica” è autorizzata per alcuni mentre è aberrante per altri !?!?
Se lo UAAR condivide questa tesi, allora confermo la pericolosità del momento e la
richesta di vera LAICITA’ (tutti i simboli, i credi, i motti, le bandiere , le foto, ecc. SOLO ED ESCUSICAMENTE NEL PRIVATO), ALTRIMENTI CIO’ CHE VEDO QUI E SOLO IPOCRISIA VIOLENTA.
Come già detto, il Dalai Lama è un rappresentante di una teocrazia. Punto e basta. E’ un uomo intelligente, aperto, rappresentante di una religione dalla grande spiritualità, ma non mi si venga a dire che è a tutti i costi portatore di pace e di diritti umani: è sufficiente studiare un po’ di storia per capire che non è così.
Ricordo ancora con un sorriso amaro le critiche mosse al nostro Presidente della Repubblica perché non l’aveva ricevuto: perché avrebbe dovuto?
Chi l’ennesimo dalai lama sputasse sentenze a casaccio e ad effetto per fini tutt’altro che trasparenti è assodato da tempo.
Infatti come si fa a prendere seriamente in considerazione una persona che, investito di una tale autorità morale (sigh!), permette che vengano prodotti, distribuiti e commercializzati manufatti ottenuti direttamente dalle sue personali deiezioni! Non è forse questa idolatria delle più ridicole e paradossali?
Per favore, non badate anche alle flatulenze di quest’altro truffatore; date già troppo spazio a tutti i futili e mefitici borborigmi, rutti e meteorismi del “funesto decimosesto natzinger”!
@popper
mi sembra che la sua posizione sia diversa, se l’abbiamo sentito in tv (l’ha detto in italiano? è stato tradotto? )non è detto che la cosa sia autentica… non dimentichiamoci che il nostro è un paese “parzialmente libero” per la libertà di stampa.
Non escluderei che la sua frase sia stata ritoccata.
Ad ogni modo chiedo gentilmente un link o una fonte da riperire con le affermazioni incirimante.
Purtroppo il Dalai Lama qualche volta dice cose che vanno anche contro gli interessi degli stessi buddhisti occidentali (es. “non occorre cambiare religione…) questo perché ufficialmente egli si propone come un preservatore dell’ identità culturale tibetana e non come un propagatore del buddhismo. La sua affermazione sui crocifissi va presa in coerenza con la sua posizione…La maggior parte dei buddhisti italiani in realtà, è per la laicità dello Stato.