Minareti, Maroni pro referendum, “Avvenire” contro

La proposta leghista di far svolgere un referendum contro la presenza di minareti nelle città italiane è stata fatta propria dal ministro dell’interno Roberto Maroni: “io non ho obiezioni”, ha dichiarato.
Contrario all’esito del referendum svizzero si è invece dichiarato il quotidiano dei vescovi Avvenire. Sul numero odierno si poteva leggere: “I promotori del referendum svizzero e i loro corifei di altre latitudini si candidano come alfieri di un’identità cristiana minacciata da una nuova invasione musulmana, che arriva dopo quelle dei secoli scorsi. In realtà essi riducono il cristianesimo a un ‘pacchetto’ di valori strumentalmente preselezionati”.
Avvenire conteneva anche un articolo del polemista Gianni Gennari fortemente critico nei confronti della sentenza della Corte di Strasburgo, che come noto si è pronunciata su un ricorso sostenuto dall’UAAR. “I contrari al crocifisso”, ha scritto, “sono ora favorevoli al minareto svettante su vie e piazze in Svizzera e ovviamente – dandosi l’opportunità – anche da noi, cosa che del resto in alcune città e già realtà. Coerenza? Sì, nel pregiudizio antireligioso e anticattolico che storicamente è spiegabile solo ricorrendo a ideologie sommerse da tragedie storiche gigantesche e a sensi di frustrazione di chi non riesce ad accettare la realtà”.
Premesso che il senso di frustrazione che traspare dalle sue parole sembra essere piuttosto quello di chi non vuole accettare la sentenza di Strasburgo, Gennari accosta due situazioni non paragonabili: i minareti nelle città ricadono in un ambito privato (per quanto regolamentato); i crocifissi negli edifici pubblici in un ambito, per l’appunto, pubblico. A parti invertite (crocifissi nelle case private e minareti all’interno di edifici comunali) la reazione sarebbe la medesima.

Una vignetta di Moise sull’argomento

Archiviato in: Generale

57 commenti

MetaLocX

Le posizioni di Gennari sono veramente deludenti, dalle sue parole traspare che -secondo la sua opinione- chiunque critichi la Chiesa sia una sorta di mostro liberticida che senza ragione ce l’ha col mondo cattolico.
La coerenza non sa neanche cosa sia, altrimenti si ricorderebbe che la crociate, l’inquisizione, la caccia “alle streghe”, secoli di oscurantismo, ecc ecc… non sono certo un prodotto dell’ateismo.
Farebbe meglio a vergognarsi.

Ernesto

Se sapesse ragionare d’altra parte non sarebbe cattolico…

Butchers

E in questo commento si sintetizza tutta la tolleranza laica…..

Andrea (Mi)

Dire che chi è cattolico non ragiona non vuol dire non essere tolleranti, è come dire che chi crede negli asini volanti è un imbecille, non è intoleranza lui potrà credere sempre in quello che vorrà, fatti suoi, ma ciò non toglie che imbecille lo è.
Se sei a caccia di esempi di intolleranza prova a cercare tutti i crimini commessi dal vaticano e tutte le limitazioni della libertà che ancora oggi fanno parte della loro espressione di identità.

Kira

Le persone possono avere solo due delle seguenti caratteristiche: essere cattolici, essere intelligenti, essere onesti.
Chi è cattolico e intelligente, non può essere onesto.
Chi è cattolico e onesto, non può essere intelligente.
E chi è intelligente e onesto, non può essere cattolico 😉

Kaworu

perchè non tiriamo giù anche le croci sulle vette montane?

Rinaldo

Mah…..forse li le lascerei, vuoi mettere la gioia di una bella, sana, liberatoria best….. dopo la fatica della scalata!!!!!

ateo3

e pure con l’eco!
.. pure con l’eco
…ure con l’eco

El topo

un paio ai tempi le ho tirate giù, volevo sostituirle con un placido buddha (ora non lo farei più), dà una certa qual soddisfazione interiore, lo consiglio.

MaxM

Che dite si inc….azzano se mettiamo lo slogan “Dio non esiste etc..etc…” attaccato alle croce al poste della fantasiosa (storicamente) INRI ????

claudio285

La Chiesa vuole l’Italia, e in prospettiva il mondo, non solo il Nord della lega. Essa ha un carattere universale, ma tra i suoi nemici non c’è l’Islam, se non laddove il cattolicesimo fa proseliti in paesi musulmani. I suoi nemici sono l’identitarismo localista della Lega e l’ateismo. Sotto il primo tra l’altro si nasconde un sostrato che è ben presente a livello locale di tradizionalismo cattolico anticonciliare.

Essa comunque non rivendica, nell specifico, la tolleranza, ma l’accoglienza. La tolleranza è un valore politico che la Chiesa non può accettare, perchè significherebbe dare valore all’esperienza spirituale del singolo individuo, così come essa è. La Chiesa invece non permette che la coscienza del singolo possa essere del tutto lasciata libera di decidere, poichè in se stessa non è degna di valore, se non in conciliazione con Dio.

I suoi obiettivi politici sono, a livello costitutivo, il confessionalismo, a livello di principio pratico il paternalismo. Ed è proprio questa opposizione al paternalismo che fa l’ateismo o il laicismo che spaventa la Chiesa. Non passa giorno che essa non maledica l’ateismo. Siamo al limite dell’incitamento all’odio ideologico per l’ateismo. La Chiesa fa questo perchè l’ateismo la spaventa, perchè sa che la pratica comune di costumi laici può portare sempre più, spesso in persone sempre più istruite, verso l’approdo alla non credenza, o alla dispersione della dottrina cattolica in mille interpretazioni personaliste, ed ad un comportamento autonomo, svincolato dai precetti religiosi.

Giuseppe Recanati

Sono contrario sia ai crocifissi negli edifici pubblici sia ai minareti nelle pubbliche piazze, quindi il signor Gennari fa una grossolana generalizzazione. È già stato spiegato ad nauseam che i minareti sono cosa ben diversa dalle moschee, per le quali non vi può essere alcun divieto.
Sogno anche un tempo in cui non sarò più assordato dal rumore delle campane – la mia ostilità ai minareti va di pari passo con quella nei confronti dei campanili di nuova costruzione.

bumbum

condivido.
il sigh gennari dovrebbe evolversi , diventare sigh febbrari .

Soqquadro

Condivido. Vorrei un referendum anche per evitare di piazzare crocioni e statue della Madonna in ogni dove.

Flavio

A me sembra che se in un paese libero e’ permesso costruire i campanili, non si puo’ proibire i minareti. Se gli edifici rispettano le norme (edilizia, inquinamento acustico…), non vedo alcuna base per impedirne la costruzione.

Vorrei che non fossero costruiti luoghi di culto a spese dello Stato, come le chiese costruite con l’8×1000 delle nostre tasse.

Ovviamente spero che gli edifici di qualsiasi culto si svuotino presto (niente paura, si riconvertono in abitazioni che e’ un piacere), ma non so se proibire solo un certo tipo di costruzione e’ il modo piu’ efficace per presentarsi come paese basato sul diritto! Articoli 3 e 8 della Costituzione, no?

I vescovi ovviamente giocano a fare i moderati perche’ se in Italia si iniziano a mettere limiti e forme di controllo sulle religioni, c’e’ il rischio che l’opinione pubblica si renda conto che la prima a oltrepassare ogni limite e’ la chiesa cattolica…

Sandro

Rimuovere il crocifisso e approvare i minareti è sintomo di anticattolicesimo?
Potrebbe darsi, prendendo un po’ alla larga il concetto.
Antireligioso? Direi di no! A meno che il pluralismo e la libera concorrenza siano antireligiosi…
Bah.

AndreA

“i minareti nelle città ricadono in un ambito privato (per quanto regolamentato); i crocifissi negli edifici pubblici in un ambito, per l’appunto, pubblico. A parti invertite (crocifissi nelle case private e minareti all’interno di edifici comunali) la reazione sarebbe la medesima.”

Sottoscrivo.

Claudio Diagora

Il signor gennari, nientemeno che columnist di DNews, si firma “giornalista e teologo” ma adesso omaggiarlo anche di “polemista mi sembra troppo!…
Non è che difendono i diritti degli islamici per paura che tra breve tocchi a loro?
Forse è il caso di dire: Ubi minor… major cessat!

kundalini444

Se costruire i minareti non va bene per l’edilizia pubblica, perchè allora non convertire i CAMPANILI ESISTENTI in minareti? Non dovrebbero esserci obiezioni, visto che esistono già, l’altezza è quella e l’inquinamento acustico pure…

cefa

Con la stessa logica potrei ritenere utile porre il portiere Buffon all’attacco, ma non mi sembra il caso ….

Studiare cosa sia un minareto e quali siano le preghiere islamiche non deve certo essere proibito neanche ad un ateo o agnostico razionalista !

cefa

Sig. Carcano, se ne faccia una ragione e si metta l’animo in pace: la popolazione italiana nella sua maggioranza è favorevole al Crocifisso (si tratta di dati obiettivi) negli uffici pubblici, mentre solo delle minoranze estreme lo boicottano.

Magar, bieco illuminista,

La volontà della maggioranza della popolazione italiana conta come il due di briscola con l’asso in tavola, quando si parla di diritti umani, che notoriamente non si stabiliscono con il televoto.

Dalila

L’Italia lo vuole, l’Europa se ne infischia e non lo espone in alcun caso luoghi pubblici per garantire la diversità, il pluralismo ed una certa neutralità nei confronti delle opinioni religiose personali; ora dove si trova l’Italia?

a) Asia
b) Africa
c) Europa

Indovina?
Se ti piace parlare di maggioranza (a modo tuo, chiaro) ti metto un bell’argomento sul tavolo che potrebbe persino obbligare l’Italia un giorno al suo amato simbolo (e ci forse arriveremo poichè caso unico nella EU).
Ridicoli.
Non sanno stare senza crocifisso ma sanno stare senza occupazione, diritti, dignità, libertà di stampa…

El topo

Sig.Cefa se ne faccia una ragione la maggioranza sta rapidamente cambiando sopratutto se parliamo di questioni di fede e religione, è dagli anni ’60 che spopolano maghi, magoni e religioni alternative. Nonostante la chiesa abbia agito in modo capillare per dare il proprio imprinting alle nuove generazioni il gregge è sempre meno mansueto (ti parla uno dei tanti fuoriusciti) e le defezioni non si contano!
Per quanto riguarda i diritti delle maggioranze, lo sai benissimo di avere scritto una fesseria, oppure sei un nazista e come tale non appartieni alla mia specie.

Vomitino

Il problema degli italiani, in genere, è l’ignoranza del concetto stesso di democrazia che è strettamente collegato a quello di laictà. Per molti la democrazia, e conseguentemente il ruolo e i diritti dei cittadini, si esaurisce in sede elettorale dove si definisce la maggioranza parlamentare, poi, nella loro ignoranza, perpetuano questo sistema in tutti gli aspetti della vita pubblica per cui la maggioranza ha sempre ragione. Democrazia però è altro signor cefa, si informi, lo dico per il suo bene, perchè potrebbe arrivare un giorno in cui la dittatura della maggioranza di turno potrebbe non andarle a genio.

POPPER

Ho seguito ballarò e la Bindi mi è piaciuta quando ha risposto all’onerevole di “bassa lega” Cota che la religione e i suoi simboli non devono essere usati per scopi politici.

Il leghista Cota è stato costretto a palesare il suo vero intento: imporre i simboli cristiani politicizzati a tutti gli italiani e immigrati. Quelli che hanno assistito al programma hanno captito ancora meglio a cosa la lega vuole arrivare a costo di usare la chiesa e i suoi simboli, ciò che in parte piace anche alla chiesa purchè sia sempre lei ad avere il coltello dala parte del manico, anche in politica, come hanno ribadito che in italia la presenza di dio deve essere pubblica e a livello nazionale, anzi anche europeo.

C’ è ancora speranza nella politica del PD?

hexengut

Giusto. E sempre che sia davvero la volontà della maggioranza, cosa sulla quale ho seri dubbi , considerato lo stato di degrado e asservimento dell’informazione. I diritti umani, quelli sì che sono una radice europea, altro che quelle cristiane!

hexengut

rispondevo a Magar. A Popper: la Bindi è in gamba; sulla speranza nel PD ho molti dubbi.

#Aldo#

Non mi sento affatto di condividere gli entusiasmi europeisti che traspaiono da molte ultimissime e dai rispettivi commenti.

car80

Il no dei minareti in svizzera è dovuto all’atteggiamento prono dei dirigenti svizzeri nei confronti di Gheddaffi dopo che il figlio di gheddaffi aveva maltrattato in un albergo svizzero i suoi schiavi magrebini.

Chiericoperduto

E’ chiaro che il vaticano ha paura che dietro ad un NO ai minareti, possa esserci un NO alla edificazione di nuovi campanili, in quanto secondo la Costituzione non ci può essere discriminazione in base alla religione.

Marcus Prometheus

Gli svizzeri contro l’islamismo politico.
L’ho detto per la trombatura di D’Al Ulema e lo ridico oggi. Sono contento. Non ho ancora potuto leggere i giornali di oggi, quindi non so se hanno minimizzato o piantato su una tragedia. Ho visto però le prime reazioni, incredibilmente non solo dei “verdi” (bisognerebbe capire di che verde sono, di quello dell’erba o di quello delle bandiere del profeta), di Amnesty international (scusate, che c’entra? non si occupava della tortura?), dell’Organizzazione della Conferenza Islamica (che c’entra, eccome, è la base del futuro califfato), ma anche dei vescovi cattolici. Tutti più o meno hanno suggerito la ricetta che Bertolt Brecht attribuiva nel 1953, durante i grandi scioperi operai contro il regime, al comitato centrale del partito comunista tedesco: “avendo considerato che il popolo non ha fiducia nel governo in carica, il comitato centrale ha deciso di sciogliere … il popolo.”

Sto parlando naturalmente di quella gran sberla che i cittadini svizzeri hanno dato a Eurabia col referendum sui minareti delle moschee. Col 57 per cento dei voti e la maggioranza in tutti i cantoni salvo quattro, [il 90% dei cantoni] gli svizzeri hanno approvato un emendamento costituzionale che proibisce la costruzione di minareti. Non fatevi ingannare dalla scarsa rilevanza pratica dell’argomento. Il nucleare in Italia è saltato con un referendum che riguardava il finanziamento della costruzione di una singola centrale, ma quella decisione di quasi trent’anni fa – secondo me sbagliata – ha bloccato lo sviluppo della tecnologia nucleare nel nostro paese fino ad ora e probabilmente per altri decenni ancora. Del resto contro il “dettaglio” dei minareti si era mobilitato uno schieramento formidabile: tutti i partiti politici, salvo i promotori dell’Udc-Svp, tutte le chiese, anche la comunità ebraica, il governo, il presidente della Svizzera. E gli elettori, infatti, sentendosi aggrediti, avevano mentito ai sondaggi, facendo credere che solo una minoranza del 30 per cento avrebbe votato a favore. E invece sono stati il doppio.

Tutti razzisti? Tutti fascisti? No, è improbabile, sono pacifici svizzeri, affezionati a orologi, mucche pezzate e fonduta – e democrazia; o se volete svizzeri vecchia maniera orgogliosi della loro autonomia e abituati a difenderla con le buone o con le cattive dai tempi di Guglielmo Tell. Comunque gente che non vuole l’islamismo politico in casa: non una religione come tante, ma un sistema di dominio collaudato da quattordici secoli, che ora sembra avere i numeri, la forza e la complicità per sovrastare il vecchio nemico dell’altra sponda del Mediterraneo.

In questo voto gli svizzeri si uniscono agli elettori delle ultime elezioni europee, anch’essi universalmente condannati per aver votato per forze “xenofobe e razziste”. Su questo punto bisogna intendersi. Fra i nemici dell’Islam ci sono certamente degli autentici partiti razzisti e antisemiti che ricordano quelli degli anni Trenta, per esempio in Ungheria. Ma è abbastanza chiaro che se agli elettori è offerta una scelta elettorale che dica di no alla resa all’islamizzazione ma in maniera democratica e liberale, com’è il caso di Geert Willders in Olanda e di altri movimenti come gli svizzeri che hanno promosso il referendum, i risultati elettorali premiano questi. Se una scelta democratica ma anti-euraraba del genere è preclusa, allora c’è il rischio che prevalgano neonazisti e teppaglia del genere.

La risposta peggiore che il sistema politico possa dare alle preoccupazioni evidenti di buona parte dell’elettorato è ignorarle o criminalizzarle, come la stampa usa fare in Italia e come hanno fatto in Svizzera. «L’odierna decisione popolare riguarda soltanto l’edificazione di nuovi minareti e non significa un rifiuto della comunità dei musulmani, della loro religione e della loro cultura. Il governo se ne fa garante», ha affermato per esempio secondo il Corriere della sera il ministro svizzero di Giustizia e polizia, Eveline Widmer-Schlump. Per carità, signora, lo sappiamo tutti che è una scelta estetica, l’islamismo non c’entra, quando mai.

Se questa preoccupazione popolare per lo snaturamento e l’arabizzazione delle nazioni europee non trova un canale politico democratico, si rischia davvero di arrivare a rotture violente, di dare spazio a forze pericolose. In una concezione democratica e non leninista o aristocratica o da “stato etico”, le forze politiche sono lì per realizzare le scelte dell’elettorato, non per “elevarlo”, “educarlo” o spiegargli la “linea giusta”, cioè quella che piace ai giornali, ai vescovi o agli opinion leader. Speriamo che questa consapevolezza induca i politici a riflettere e a rinunciare a sognare il loro paradiso multiculturale in terra di Eurabia. Speraimo per esempio che si affossi una volta per tutte la folle idea di includere la Turchia nell’Unione Europea.

Speriamo, ma non ci crediamo troppo. Temiamo semmai per un futuro molto agitato per il nostro malgovernato continente. Ma per ora, rallegriamoci con i vicini svizzeri. Se non altro per la dichiarazione di Tariq Ramadan, che come sapete è cittadino svizzero. La decisione è “una catastrofe”, ha detto, «gli svizzeri hanno espresso una vera paura, un interrogativo profondo sulla questione dell’Islam in Svizzera» Non possiamo che trovarli simpatici per questo. Grazie Elvezia [ da un articolo di Ugo Volli ]

bismarck

Condivido l’articolo. E aggiungo che il processo alle intenzioni di questa superstizione perniciosa ha un solido fondamento in 1400 anni di precedenti. Senza contare quanto sta succedendo nel mondo odierno.

Magar, bieco illuminista,

Io il popolo lo scioglierei volentieri.
Educarlo è inutile, sono capre assetate di sangue e tali rimarranno. Al più ci si può difendere, dal popolo.
Mica solo quello svizzero, eh…

Peraltro, divertente che un semiologo come Volli si lasci “sfuggire” un termine che denota rigurgiti etnocentrici, quale “arabizzazione”: non ci avevate detto che il punto è l’ideologia islamica? Adesso veniamo a sapere che il problema è anche nell’etnia degli immigrati. Interessante…
Del resto chi aderisce alle fallaci teorie fallaciane dell’Eurabia si qualifica già da sé.

Antonio

L’articolo dice: i minareti nelle città = ambito privato; i crocifissi negli edifici pubblici = ambito pubblico. Quindi sì ai primi no ai secondi. Poi dice che a parti invertite (crocifissi nelle case private; minareti all’interno di edifici comunali) sarebbe la stessa cosa. Quindi sì ai primi, no ai secondi.
Ma…
Parti invertite sarebbe
crocifissi svettanti nelle città e mezzalune negli edifici pubblici.
Quindi (sempre secondo il ragionamento seguito) i primi = ambito privato; i secondi = ambito pubblico.
Dunque cominciamo a costruire crocifissi svettanti e tutti d’accordo.
La logica è logica.

Paul

potete cominciare nei vostri spazi privati, certamente. Questione di gusti, non è molto differente dall’insegna di un negozio, a parer mio.

Però personalmente penso che nel caso del minareto si vada un po’ oltre all’ambito strettamente privato, poichè il richiamo pubblico del muezzin 5 volte al giorno potrebbe costituire fonte di disturbo, come le campane dei campanili se non peggio.Oltretutto essendo i suddetti richiami perfettamente inutili all’epoca degli orologi al cesio.
Quindi per me si dovrebbe valutare caso per caso, poichè come si è visto il confine tra pubblico e privato può diventare poco definito.

Quale sia il modo corretto per fare queste è tuttavia faccenda complessa…

AndreA

A mio parere una regolamentazione urbanistica “sana” vieterebbe il richiamo del muezzin, come dovrebbe impedire le scampanate dei campanili. Il che non vuol dire impedire la costruzione di edifici tout-court (di una sola religione poi…)

AndreA

Un’insegna di un negozio è un affare privato (anche se ovviamente regolamenteto in un contesto urbanistico). Al pari di campanili e minareti.

Un crocifisso un un’aula di tribunale è un fatto pubblico.

strozzapreti

Maometto predicava le guerre, Gesù no, un Minareto è simbolo di conquista islamica come lo è esporre il crocifisso in luoghi pubblici, per essere laico ed imperziale, un Pese deve garantire le idee e la dignità di ogni singolo cittadino e per farlo deve rendere culturalmente asettico ogni suo luogo messo a disposizione dei cittadini così come recita la Costituzione, che tutti i politici decantano, ma che nessuno per i propi interessi applica e rispetta, per dirla alla Fede : che paese di m!

Magar, bieco illuminista,

Piano, se io creo un centro culturale non voglio che sia “culturalmente asettico”, anche se lascio chiunque libero di entrarci! Se voglio mettere un simbolo delle mie idee sulla facciata del mio centro culturale ho diritto di farlo (purché non inciti esplicitamente a commettere crimini).

Laicità non è stare tutti imbavagliati appena usciti dalla porta di casa. Altrimenti noi atei finiremo col non poter più indossare in pubblico una maglietta con la scritta “Dio non c’è”.

Bruno Gualerzi

Ancora una volta leggo tanti interventi pro o contro l’esito del refendum svizzero, e mi sono già a più riprese pronunciato nel merito: sono decisamente contro, e per questo naturalemnte sono stato – assieme ad altri – considerato strenuo sostenitore di Allah e Maometto, delle moschee, dei minareti ecc… Ma non intendo tornare su questo punto.
Motivando le ragioni della mia posizione, mi ponevo il problema, a livello mondiale di come affrontare il pericolo più che reale (ma sostenere questo non è servito ovviamente a ritirarmi la tessera di iscritto all’islam) costituito dal fanatismo religioso che questa religione ha alimentato e sta alimentando (come, sia pure in tempi e modi diversi, è proprio di ogni religione). Ma perché a livello mondiale? Perchè l’islamismo è una delle religioni tra le più diffuse sull’intero pianeta, mentre il mondo, con tutte le resitenze prevedibili, è in fase di avanzata di globalizzazione, e pensare di risolvere questo problema per esempio nel nostro paese al di fuori di questo contesto è illusorio. Aspettare allora che venga risolto ‘globalmente’? Naturalmente no, e però è necessario entrare nell’ordine di idee che se non ci si muove in questa prospettiva ogni scelta ‘locale’ – pur necessaria – perderà a tempi neanche tanto lunghi, ogni efficacia.
Allora, in sintesi, che fare? Non vedo altra prospettiva a livello globale se non quella di puntare all’integrazione, perchè la scelta puramente repressiva non farà altro che portare ad un conflitto dal quale, – con le armi di distruzione di massa di cui ormai dispongono anche paesi retti da integralisti islamici, e che stravolgono, dovrebbero starvolgere, il modo tradizionale doi considerare i conflitti armati – nessuno uscirà vincitore ma tutti perdenti. E con prospettive apocalittice. D’altra parte inviare in mezzo mondo truppe ‘civilizzatrici’ non fa che accelerare i tempi di questo conflitto.
E a livevello nazionale, come ad esempio in Italia, come contribuire ad evitare questa opzione? Puntando, per difficile che sia, all’integrazione. Possibile a mio parere – come più volte espresso e anche esemplificato – puntando soprattutto sulla seconda generazione, cioè sui discendenti di una prima generazione che, non dimentichiamolo mai, non è costituita da forze del male organizzate per colonizzare il paese, ma sostanzialmente da emigranti per motivi spesso di vera e propria sopravvivenza.
Ma anche di questo ho scritto a più riprese, ricevendo risposte a volte critiche ma agomentate a volte puramente insultanti. Ciò che non ho letto è stata una presa di posizione in merito al problema globale. Dal quale, ripeto, a mio parere dipende anche la situazione locale. Problema globale sul quale si può naturalmente non essere d’accordo, considerarlo inutile… ma almeno dire perché.
Grazie.
.

MicheleB.

In ogni caso, in Italia -come nella maggioranza degli stati mondiali- un simile referendum non si può fare. La Svizzera ha un sistema referendario particolarissimo (anzi, unico) che conferisce a tale istituto prerogative di autentica succursale del potere legislativo.
Nonostante non stimi affatto la società elvetica, devo riconoscere che si tratta di una bella prova di democrazia. Consideriamo anche che la maggioranza è stata tutt’altro che schiacciante e che si stanno svolgendo, nelle maggiori città svizzere, diverse manifestazioni di dissenzo.

Otto Permille

Con motivazioni forse più fondate si potrebbe raccogliere le firme anche per mettere fuori legge la Lega Nord, le cui tendenze ed espressioni ideologiche urtano con la costituzione italiana, forse ancora di più del cosiddetto “ricostituito partito fascista”. Se il Corano non è conciliabile con la nostra democrazia, ancor meno conciliabile lo è la xenofobia della lega nord. Ora, anche una persona non credente riconosce e condanna le bestialità che i nazisti e altri hanno commesso contro gli ebrei, senza per questo convertirsi all’ebraismo. Adesso hanno sostituito gli ebrei con i mussulmani per dare sfogo agli stessi istinti di una volta. Le stesse accuse che venivano rivolte agli ebrei (le stesse parole) adesso vengono rivolte agli islamici. Allora gli ebrei venivano descritti come terroristi che volevano mangiarsi l’occidente e fagocitarsi l’occidente e i bruciavano le sinagoghe. Adesso si dicono le stesse cose degli islamici e fra poco si bruceranno le moschee. Quando accadono queste cose, anche una persona non credente, non deve aver dubbi da quale parte schierarsi. Ricordiamoci sempre: hanno incominciato con gli ebrei e hanno finito con il mandare alle camere a gas anche i liberali, i socialisti, le persone malate e omosessuali tra iklplauso della folla. Non illudiamoci. La storia cerca di ripetersi.

Pierluigi

La cosa più deprimente è vedere ministri che lanciano proposte assolutamente fuorilegge. In Italia non è possibile, in base alla Costituzione, fare referendum per proibire i minareti (e purtroppo neanche per abolire la Lega). Un ministro che sostiene questa fesseria dimostra di non conoscere nemmeno la Costituzione (sulla quale ha pure giurato). Che tristezza.

Bruno Gualerzi

@ Otto Permille
Concordo pienamente.
Aggiungo solo una considerazione, del resto scontata, sul razzismo in generale. Nessuno, tanto meno i leghisti, vuol sentirsi chiamare razzista, ma quando si estende il legittimo giudizio di condanna per episodi di malavita o anche per lievi infrazioni alla legalità, a tutto il gruppo (religione, nazione, etnia… razza) da cui proviene il deviante (tutti gli zingari sono uguali, tutti i romeni, tutti gli islamici, tutti i marocchini, ugandesi, senegalesi, ecc. sono uguali), e si ritiene che vadano avversati anche solo per questa loro appartenenza… ebbene, siamo in pieno razzismo. Sempre verificabile nei discorsi, non solo dei leghisti, ma di tanti benpensanti che poi, quando si tratta di esprimere il loro voto, lo esprimono sempre a favore di chi dà più affidameno in questo senso. Passando sopra a tutto il resto.

Andrea (Mi)

Senza considerare il fatto puramente personale che trovo i minareti esteticamente più belli dei campanili credo che sia l’uno che l’altro non dovrebbero avere il permesso di rompere (tutti i giorni per diverse volte al giorno) le scatole con i loro suoni assordanti a tutti quelli che vi abitano vicino.
Insomma o si proibiscono tutti e due o nessuno.
Direi meglio proibirli tutti e due.
Ma è possibile che non ci riesca ad appigliare alle leggi che limitano giustamente l’inquinamento acustico.
In realtà a pensarci bene non è il palazzo in se che dovrebbe dare problemi ma il rumore prodotto.
Però a cosa serve un campanile che non suona le campane o un minareto che dal quale il muezzin dovrebbe cinque volte al giorno chiamare alla preghiera e non può farlo?
Tanto vale non costruirli…

Magar, bieco illuminista,

Dipende, potrebbero anche volere comunque il minareto o il campanile per il valore simbolico di punto di ritrovo della comunità dei fedeli.

Andrea (Mi)

Ma per quello ci sono le moschee e le chiese, i campanili servivano a scandire le ore della giornata coi rintocchi (di utilità ormai non ne hanno più).
I minareti accompagnano la preghiera dei fedeli con una preghirea ad alta voce…si tratta soprattutto di attaccamento al simbolo secondo me…

Nietzsche

La Lega la capisco sempre meno. Certe battaglie andrebbero fatte in nome della mitologia celtica. L’atteggiamento della Chiesa dimostra che i monoteismi sono tutti uguali !

laverdure

@Cefa

“Sig. Carcano, se ne faccia una ragione e si metta l’animo in pace: la popolazione italiana nella sua maggioranza è favorevole al Crocifisso (si tratta di dati obiettivi) negli uffici pubblici, mentre solo delle minoranze estreme lo boicottano.”

Caro cefa,essere favorevoli al crocefisso non costa assolutamente nulla,andare a messa tutte le domeniche comincia gia ad avere un costo,vale a dire un’oretta del proprio tempo,e qui
si incomincia gia’ a notare un notevole sfoltimento della maggioranza di cui sopra,sfoltimento in aumento nel tempo e che
che si accentua sempre di piu’ man mano che sottostare ai voleri della Curia impone
sacrifici di qualche genere.
Chissa perche’?
Mistero della fede.

enrico mini

Ci sono parrocchie che hanno tariffari per ogni funzione religiosa. Con i problemi economici che ci sono, oltre a quelli che non vogliono, ci sono quelli che non possono permettersi esborsi (chiamiamoli così anche se furti sarebbe più opportuno per definire i servizi dei mercanti nel tempio).
Poi ci sono parroci che lamentano la disaffezione del loro pubblico alle funzioni religiose, benedizioni e financo i funerali vengono svolti spesso in maniera molto semplice col minimo della spesa.
Io credo che fondamentalmente non gliene freghi niente della diminuizione delle funzioni quanto della conseguente diminuizione dei loro introiti. La chiesa è come Superciuk: ruba ai poveri per dare ai ricchi!

Paul Manoni

Io sono con Maroni….Anche se mi repelle dirlo…
Gia’ mi ritovo con le campane che suonano ad ogni ora a 100 metri di distanza…
Ritrovarmi con un muezzin che richiama i fedeli islamici alla preghiera dagli autoparlanti 5 volte al giorno, e’ una cosa che non mi entusiasma per niente… 😉
Ma questa e’ solo la mia umilissima opinione… 😉

A

Nessuno ha sottolineato una cosa; la decisione di vietare ulteriori minareti – simbolo religioso alla pari del campanile con e loro storie e i loro passati -, e di lasciare alle maggioranze il diritto di decidere sui diritti civili come quelli riguardanti la libertà religiosa
con i rispettivi simboli e nei riti che gli sono propri, fanno accapponare la pelle.
Ma scusate, ma da quando i diritti civili si decidono a colpi di maggioranza? Non è forse un diritto civile quello di qui stiamo parlando?
Sono d’accordo con quanto ha scritto andreA, circa una regolamentazione urbanistica, (aggiungo) là dove servirebbe a sancire però l’uguaglianza reciproca tra i campanili e minareti nel caso si ritenesse opportuno garantire il minor disturbo possibile per il rispetto e la convivenza pacifica tra tutti.
Detto ciò credo che la questione minareti rientri più nella difesa dei valori liberali (diritti civili) che in quelli della maggioranza del popolo (la democrazia).

Commenti chiusi.