Francia: deputati UMP vogliono istituire il divieto generalizzato di indossare il burqa

Un progetto di legge presentato da un gruppo di deputati dell’UMP, il partito di destra del presidente Sarkozy, vuole vietare in ogni circostanza di indossare il burqa, anche per strada. La proposta è stata annunciata in nome “della sicurezza e dei valori della Repubblica”. La multa prevista va da 1.500 fino a 3.000 euro, e sarebbe riservata non solo alle donne musulmane che indossano il burqa, ma anche a chiunque si rifiuti di girare a volto scoperto per le vie francesi, eccetto che a Carnevale. Sono nel frattempo giunti a conclusione i lavori della commissione parlamentare incaricata di discutere dell’uso del burqa e del niqab: un documento è atteso per fine gennaio.

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47 commenti

massimiliano f.

Io sono d’accordo.
(Tra l’altro da qualche parte ho letto che il burqa ha, nel deserto, anche una sua indiscutibile utilità, insomma, se ti scappa … . Qualcuno sa qualcosa?)

Stefano Grassino

Io sò che nel deserto, coprire il viso, serve a preservare il volto delle donne dall’usura dei raggi solari e dalla sabbia portata dal vento.

capitano666

Credo che in generale in climi dove la temperatura ambiente superi quella corporea coprirsi completamente sia sempre una scelta vantaggiosa.
Al massimo si potrebbe obiettare sulla tonalità cromatica del velo/burqa.

Sailor-Sun

Non ci sono deserti in francia.
E nemmeno in italia.
C’è solo il rischio di essere considerate “teste nere” e non esseri umani.

andrea del bene

Anch’io sono favorevole ad una legge simile. Vestiti come ti pare, ma devi essere riconoscibile.

antoniadess

anch’io condivido la proposta francese anche se è fatta dalla destra; in Italia non ce n’è bisogno perchè la legge esiste già (quella fatta durante gli anni di piombo, rivolta a chiunque si rendeva irriconoscibile): basterebbe applicarla!

MetaLocX

Io tendenzialmente sono d’accordo, nei luoghi pubblici bisogna essere riconoscibili. Però c’è una punto che mi lascia perplesso: diamo molta importanza alla riconocibilità ma nel contempo facciamo un’eccezione per il carnevale… Che non è esattamente una necessità…

Roberto

sono per la libertà ma anche per la responsabilità individuale perciò se un indumento non ti rende riconoscibile dovrebbe essere vietato.
ma questo vale anche per i poliziotti con i caschi che magari ti legnano indiscriminatamente e ingiustamente durante le manifestazioni (vedi Genova ma non solo) e non possono essere riconosciuti manco attraverso un codice sulla divisa.

massimiliano f.

Sì è vero, ma una differenza c’è: se un poliziotto (che non sia il sergente Garcia) chiede a Zorro di togliersi la maschera, lui lo fa, la signora in burqa, no.

Stefano Grassino

Allora il poliziotto porta la signora al più vicino posto di polizia per un’accertamento; accertamento che può richiedere il fermo per le ore necessarie che consente la legge. Io glielo farei tutte le volte e poi vediamo se il marito è contento, come esce di casa, di passare 24 48 ore o quelle che sono ar gabbio…………………..

Magar, bieco illuminista,

Adesso dobbiamo castrarci pure il Carnevale? Tutto perché siamo ossessionati dalla paura di scippatori et similia? Per carità, rinserriamoci in casa e mettiamo il coprifuoco, così staremo tranquilli…

Stefano Grassino

@ Sailor-Sun

Certo, è lo stesso principio che vieta di mangiare il maiale in posti estremamente caldi. Da noi ed ancor di più nel nord Europa è assurdo non mangiare il maiale, tanto più che ormai è diventato (specialmente il prosciutto) molto magro come alimento. Coprirsi il volto da noi è come acquistare un frigorifero al polo nord.

massimiliano f.

Magari un frigorifero al Polo Nord serve per avere l’acqua calda.

Asatan

Tieni conto che le popolazioni desertiche come berberi, tuareg, drusi e beduini NON portano il volto sempre coperto (nemmeno le donne). Portano turbanti\kefia\veli sul capo per proteggersi dal solo e coprono il volto sono quando si alza il vento.
Il velo che copre il viso nasce proprio per ragioni religiose.

Billy Belial

Più che una legge per scoprire le immigrate, bisognerebbe promuoverne una per coprire le facce di cazzo di tutti quelli che campano sfamando razzismi e xenofobie

Marcus Prometheus

Per esempio tu sei razzista antieuropeo per principio se al minimo provvedimento fatto per difendere la civilta’ giuridica faticosamente conquistata dall’Europa contro un confessionalismo a suo tempo peggiore perfino dell’islamismo, ti inalberi a male parole.
La legge sulla riconoscibilita’ del volto obbligatoria in generae in Italia c’e’ gia’ da decenni, in Francia non saprei, pertanto in Italia DOVEVA e DOVREBBE gia’ essere applicato il divieto di burqa e dovrebbero gia’ essere fermate ed accompagnate in questura per il riconoscimento tutte le persone (donne? uomini?) che vi si nascondono.

E” una aberrrazione secondo me perfino peggiore e piu’ irrazionale degli eccessi del razzismo prendersela immediatamente ed immeritatamente contro la propria civilta’ e la propria gente.

In quanto al razzismo tutti i trattati di sociologia mostrano che e’ una reazione prevedibilissima in casi di aumento repentino di immigrazione, specie se di gente molto diversa, e figuriamoci se di gente con notevole proporzione di ostilita’. Pertanto, piuttosto che addebitarlo in primis all’italiano povero che si trova sbalzato via dalle prime pagine, quelle utili, delle liste per gli aiuti sociali di ogni comune, come assegnazione di alloggi popolari, io la metterei fra le responsabilita’ di chi ci ha govenato nell’ultimo trentennio che non ci ha saputo ne’ voluto mettere al riparo da una tale enorme trasformazione del tessuto sociale, e non mi ricordo ci abbia neppure consultato democraticamente sull’argomento.
Risultera’ o meno ai nostri politici che gia’ da 30 o 40 anni fa l’ex presidente algerino Boumedienne dichiaro’ che gli immigrati islamici con la loro demografia esplosiva avrebbero conquistato l’Europa precisando anche “e non sara’ una conquista pacifica”?
Risultera’ o meno ai nostri politici che lo slogan degli imam fondamentalisti e’ con le vostre leggi entriamo, con le nostre vi sottomettiamo?

Magar, bieco illuminista,

Se l’italiano povero è sbalzato dalle liste, è perché il nigeriano è ancora più povero di lui. E penalizzare chi ha di meno solo perché non fa parte della mia “tribù” non sarebbe un comportamento corretto. Siamo individui, prima che partecipi di identità nazionali collettive.

stefano f.

quoto questo progetto di legge, il velo può avere una sua utilità nel deserto dove protegge dal sole ma in Europa non ci sono deserti quindi il niente velo.

Luca Gambetti

La sicurezza è solo una scusa, si tratta di un progetto liberticida e xenofobo. Nessuno si scandalizza se girate in moto con il casco.

Asatan

C’è una bella differenza: in moto il caso è necessario per salvare la vita in caso di incidente e quando scendi dalla moto te lo devi togliere. Se la polizia ti ferma devi scendere dalla moto e TOGLIERTI il casco.
IL burqa\niqab non salva la vita, mentre al contrario (sfruttando la religione) consente a chiunque di celare la propria identità. Il caso di MIchal Jackson ne Barhein fà ridere, me pensa a un birgatista\terrorista nero\anarcoinsurrezionalista che volesse fare un attentato. Si mette un burqa\niqab ed è non solo irriconoscibili, può nasconderci sotto di tutto.

Poi dal tuo commento immagino tu ritenga giustificabile con “è la loro cultura” e l’antirazzismo cose come:

– pestare la moglie (lo autorizza il corano)
– infibulazione (per certe culture è la norma)
– pedofilia e prostituzione minorile (tollerati dall’islam e addirittura regolamentati da Khomeini)
– delitto d’onore (in pakistan, afhganistan, india, ecc è normale prassi culturale)
– segregazione delle donne (in Pakistan, Arabia Saudita, ecc è vietato ad una donna uscire senza un parente maschio)

Scusami ma non vedo perchè la religione debba avere un trattamento preferenziale. Sarebbe come giustificare i cristiani che pestano i gay perchè il Levitico li condanna a morte.

Luca Gambetti

Non condivido affatto la loro cultura, difendo il diritto di una persona di esprimere la propria fede. Se vogliamo identificare una donna con il burqa le chiediamo di sollevare il velo, così come chiediamo al motociclista di togliere il casco.
Nel tuo intervento l’Islam è solo pestare la moglie, infibulazione, pedofilia e prostituzione minorile, delitto d’onore e segregazione delle donne, ma l’Islam è anche un miliardo e duecento milioni di esseri umani.
Insisto; stiamo parlando di paura del diverso (xenofobia) e non di sicurezza. Non sono le donne col burqa a minacciare la nostra sicurezza.

car80

Al di là del fatto che il burqa non esiste nell’islam, se domani una donna va in giro al guinzaglio saresti pronto a difenderla? Qui si sta parlando di burqa perché devi decidere tu che invece si parla di xenofobia? Sopratutto chi ha lanciato l’iniizativa è un sindaco comunista che vede nel suo comune il proliferarsi di burqa e di poligamia.

Paul Manoni

“…sarebbe riservata non solo alle donne musulmane che indossano il burqa, ma anche a chiunque si rifiuti di girare a volto scoperto per le vie francesi…”

Qui viene dimostrata la vera LAICITA’ di uno stato…. 😉
Nessuno ce l’ha con le donne islamiche. Non si multano solo loro.
La multa viene fatta a TUTTI coloro che girano a volto coperto per le vie francesi! 😉

Paul Manoni

“…sarebbe riservata non solo alle donne musulmane che indossano il burqa, ma anche a chiunque si rifiuti di girare a volto scoperto per le vie francesi…”

Qui viene dimostrata la vera LAICITA’ di uno stato…. 😉
Nessuno ce l’ha con le donne islamiche. Non si multano solo loro.
La multa viene fatta a TUTTI coloro che girano a volto coperto per le vie francesi! 😉

car80

Più che la laicità di uno stato, direi la disperazione di uno stato marcato da una profonda crisi di identità. Ieri alla Sorbona si è tenuto un dibattito organizzato dal mir un movimento che paragona la laicità francese al razzismo, al quale hanno partecipato un membro di hezbollah, una senatrice dei verdi e altre forze della sinistra. Altro che il vescovo che viene a parlare a scuola mentre gli studenti non lo stanno nemmeno a sentire.

Magar, bieco illuminista,

Io alla riconoscibilità dei volti per strada non ci tengo per niente, sarei per liberalizzare passamontagna, maschere, niqab, burqa, etc. Vivo benissimo anche se non conosco il volto della persona che passeggia al parco dietro di me.

Comunque almeno la legge francese pare evitare le argomentazioni da scontro di civiltà, per posizionarsi sul tema universale dell’ordine pubblico.

car80

Non so cosa dirti magar, semplicemente il solo fatto che si discuta di queste cose è una regressione.

Magar, bieco illuminista,

“Regressione”? Veramente le limitazioni alle libertà personali (nella fattispecie, quella di andare in giro agghindati come ci pare e piace) fatte in nome dell’ordine pubblico non mi paiono un motivo tipicamente “progressista”. Esserci costretti (a me non pare, ma se ne può discutere) è un conto, ma considerarle pure un gran progresso mi sembra eccessivo.

car80

Magar evidentemente mi sono spiegato male. Ho detto che si tratta di regressione discutere di queste cose mi segui? Libertà di andare in giro agghindati come si pare non è mai esistita. In Belgio esiste una legge chiara da sempre, per cui non si può girare a volto coperto tranne il giorno di carnevale. In linea di massima preferirei che non legiferare preferivo la razionalità e il giusto equilibrio di prima quando le donne non giravano in burqa, basta ora che c’è cosa facciamo andiamo a manifestare assieme a loro contro la legge (se la propongono qui in Italia)?

Otto Permille

Non mi sembra un fenomeno così dilagante da meritare addirittura una legge. Fra poco faranno una legge per vietare di portare i vestiti di colore rosso perché potrebbero significare apologia dell’Unione Sovietica? Poi le proposte proibitive che vengono da destra spesso tradiscono patologie di natura psicotica. Questo sarebbe invero la cosa di cui preoccuparsi.

car80

Dipende in che zona della Francia abiti, in alcune zone è dilagante e poi questa iniziativa è partita da un sindaco comunista André Gerin 🙂

car80

Leggo su Le Monde la storia non tanto marginale di una ragazza francese con genitori atei convertita all’islam e al niqab, la madre disperata spera che passi la legge. Oggi e la Francia ad islamizzarsi più che l’islam a laicizzarsi. E non è una legge contro il burqa che fermerà il fenomeno.

car80

Purtroppo c’è anche da dire che gli atei che escono dall’islam non hanno di fatto gli stessi diritti degli atei che escono dal cattolicesimo anche in occidente, non ricevono lo stesso sostegno dagli stessi che plaudano quando si attacca il cattolicesimo. Djemila Benhabib autrice de libro “la mia vita contro il corano” (contro il corano invece di controcorrente) viene definita di come perfida islamofoba dal mir di cui fa parte Annamaria Rivera quella che lancia petizioni sul manifesto contro il razzismo e contro la Fallaci.

peppe

@car80
Cioè non ho capito… leggendo i tuoi commenti tu stai sbeffeggiando l’utilità di questa proposta di legge e, contemporaneamente, da accidioso uccellaccio del malaugurio, dicendo che l’avanzata dell’islam in Francia è pressocchè inevitabile.

Come al solito non la vuoi cruda, non la vuoi cotta, ma soprattutto vuoi che non si faccia mai nulla per poi dire che non si è fatto nulla… mah, te c’hai dei problemi secondo me.

car80

Ma non è che la sto sbeffegiando, semplicemente nel 2004 i francesi ci hanno spiegato che la legge sui simboli religiosi sarebbe servita a frenare il comunitarismo, l’islamismo e a proteggere le donne. Evidentemente il tentativo è fallita. Credo invece di avere meno problemi di te, perché sono lucido e non mi faccio illusioni. Tra l’altro se tu vai sui forum laici francesi il sentimento di disagio e di paura di fronte all’avanzata dell’islam è molto diffuso.

car80

Poi peppe mi rimproveri di volere che non si faccia nulla, io ho già detto più volte cosa mi piacerebbe, cioé che gli intellettuali atei italiani si interessassero un po’ di queste questioni e non lasciassero solo alla lega il monopolio della critica all’islam. Se pensate che forze occulte utilizzano l’islam per far paura agli italiani, invece di insultarli spiegate loro perché non c’è da aver paura. I libri che criticano il vaticano e la chiesa si trovano persino in vendita negli autogrill italiani in bella mostra. Certo in Francia Onfray e compagni hanno incominciato, ma un po’ troppo tardi e poi mi piacerebbe una riflessione fatta da un italiano. E non mi dite che in Italia il problema è solo il cattolicesimo perché le due cose ormai sono collegate.

lacrime e sangue

@Magar

da qualche parte qui sopra scrivi che ti opponi alla chiusura tribale e proponi per tutti un individualismo che mi permetto di definire “moderno”, o meglio “elitario”.

Purtroppo la sociologia e lo studio dei comportamenti di massa fanno a pugni con la tua idea superomistica. L’essere umano medio NECESSITA di identificarsi con un gruppo, grande o piccolo, per sentirsi PROTETTO, DIFESO. E’ questione di sopravvivenza psicologica.

Ora, quello che tu e altri chiamate razzismo non esiste: si tratta di odio di gruppo, non etnico. Ed è reciproco. Non c’è accettazione delle regole condivise del vivere sociale da parte dei nuovi arrivati che si muovono come gruppo ostile.
Solo un individualista puro – cieco alle leggi del branco/gruppo – può vedere nell’identità di gruppo un nemico, una forma di razzismo.
Ti ricordo che i singoli, prometeicamente elevati in isolamento autocelbrativo, vengono spazzati via senza pietà dal gruppo.

E’ dall’interno del gruppo, come membro del gruppo, con lentezza e con persuasione consapevole che puoi modificare le regole, sempre che non si minacci l’identità e la sopravvivenza del gruppo stesso.
Ma se ti atteggi da superiore, da giudice morale e per di più ti poni contro il gruppo, perchè sei MIGLIORE di LORO (creando una opposizione che potrei definire razzista, come tu definisci quella degli Europei contro gli Islamici, ma che è culturale e quindi identitaria) le chances di convincimento staranno a zero.
Te lo dice un’insegnante: ne piglia più il miele…

Sul caso in questione: possibile che si voglia ancora difendere una religione, fondata da un pedofilo assassino (uccise anche lo zio, tra gli altri omicidi e violentò una bambina di 9 anni, sposata a 6), che chiede lo sterminio degli infedeli o la loro trasformazione in dhimmi, ovvero sottouomini?
E che considera le donne meno importanti dei cammelli e dei cavalli?
E che uccide gli omosessuali?
E che uccide gli apostati?
E che uccide gli atei?
E che propone sharia per tutti?

car80

Il tuo intervento è molto interessante e lo condivido in pieno, ma non credo che magar stia difendendo l’islam, è semplicemente molto attaccato alle libertà individuali evidentemente culturalmente più vicino ad una visione anglosassone. Solo che appunto Francia ed Italia sono paesi latini dunque il modello anglosassone lo possiamo applicare sino ad un certo punto. Io umilmente non so se sia giusto vietare o meno il burqa piuttosto mi chiedo ma veramente leggi del genere possono frenare l’integralismo islamico, ne vale la pena di farle.

Bruno Rapallo, apostata e ateo

Ho letto l’intervista a Djemila Benhabib e la condivido in pieno, l’allarme che lancia per la Francia e per l’Europa è basato su rischi concreti e reali, e il razzismo non c’entra un accidente (salvo che questi problemi non vengano agitati nel modo becero e scomposto tipo Lega Nord in Italia, che strumentalmente pensa di scatenare guerre di civiltà contrapponendo forme d’integralismo cattolico all’integralismo islamico).
Riporto sotto uno stralcio dell’intervista e delle dichiarazioni di Djemila Benhabib:
“…Partout, les islamistes font pression pour faire admettre leurs valeurs. La démocratie, ce n’est pas dire que tout est permis. C’est un cadre. Or le voile est un symbole sexiste, et le sexisme est aussi grave que le racisme…”
Ha pienamente ragione, la democrazia non può SUICIDARSI e in nome della tolleranza per le culture diverse non può lasciare che vengano minate le proprie stesse fondamenta.
Riporto un altro stralcio, con una precisa domanda dell’intervistatrice e la chiarissima risposta di Djemila:
“…Vous expliquez dans votre livre que la stratégie des islamistes comporte trois volets : le premier consiste à distribuer des millions, via des associations. Le second à terroriser les musulmans qui osent sortir du rang. Le troisième à terroriser les occidentaux qui osent critiquer l’islam… Sur ce dernier point, vous estimez que c’est une stratégie délibérée ?…”
“…Oui, bien sûr. Il suffit de regarder ce qui s’est passé ces dernières années. Où ont eu lieu les premières manifestations de haine contre Salman Rushdie ? A Londres. C’est bien après que Khomeini a réagi. Plus récemment, dans l’affaire des caricatures de Mahomet, d’où est partie la grogne ? Du Danemark. Et ce sont les islamistes danois qui sont allés, ensuite, chauffer les troupes au Caire !”
Djemila invoca semplicemente la laicità dello Stato, il rispetto delle regole democratiche faticosamente conquistate nei secoli passati contro l’invadenza criminale e dittatoriale delle varie confessioni religiose, e denuncia l’assurda “compiacenza” di una certa sinistra “da salotto” (Verdi compresi, almeno in Francia) che sembra cieca e sorda di fronte ai cedimenti di alcune democrazie verso l’accettazione di regole della “shari’a” islamica, assolutamente antidemocratiche e in contrasto con la Carta dei diritti umani e civili.
Citando ancora Djemila: “…une partie de la gauche — mais pas seulement — se montre étonnamment complaisante: elle préfère fermer les yeux et laisser pourrir la situation…”
Anche io sono allibito, che una parte della sinistra -ma non solo- preferisca chiudere gli occhi e lasciar marcire la situazione.
Questi atei e apostati dell’Islam, come Djemila, hanno invece un coraggio e una forza da tigri e andrebbero aiutati molto più di noi atei e apostati del cristianesimo: noi al massimo rischiamo qualche insulto e aggressione verbale (molto più raramente aggressioni fisiche), il varo di leggi ingiuste e per niente laiche, dover continuare a finanziare il Vaticano nostro malgrado, mentre loro rischiano ogni giorno la VITA…

Marcus Prometheus

@ Magar, bieco illuminista,
giovedì 17 dicembre 2009 alle 12:32 aveva scritto:

Se l’italiano povero è sbalzato dalle liste, [ per l’assegnazione di case popolari ed altri benefici sociali ] è perché il nigeriano è ancora più povero di lui. E penalizzare chi ha di meno solo perché non fa parte della mia “tribù” non sarebbe un comportamento corretto. Siamo individui, prima che partecipi di identità nazionali collettive.

Marcus Prometheus:
1) E’ falso che “il nigeriano” immigrato sia piu’ povero in genere dell’italiano in lista per l’assistenza.
Il nigeriano ha speso dai 20 ai 40.000 euro per arrivare illegalmente in Italia. Pochi degli italiani poveri arrivano a disporre di simili cifre tutte insieme.
Bene avrebbe fatto il nigeriano in questione a rispettare le leggi italiane e nigeriane ed ad investire legalmente quei soldi in Nigeria a pro di se’ stesso e del suo popolo.
2) E’ falso che ci sia comunque una onesta graduatoria di redditi: Se il “Nigeriano” importa varie mogli e relativi figli passa comunque in testa all’italiano che di mogli ne ha una sola e per diversa cultura (e diverso rispetto delle esigenze civili dei figli) ha pochi figli.
3) Ma oltre che falso seppur fosse vero che il “nigeriano” e’ piu’ povero dell’italiano che lo segue in graduatoria, cio’ sarebbe moralmente irrilevante!
L’assistenza pubblica comunale e statale italiana non puo’ sanare tutti i mali del mondo, non puo’ assolutamente assistere tutti i piu’ poveri del mondo prima di tornare a prendersi cura di coloro per i quali fu istituita: chi e’ nato e vissuto su questo territorio, ed i cui genitori ed avi tale nazione hanno difeso anche versando il proprio sangue.
PERTANTO NON si puo’ adibire l’assistenza sociale italiana a cio’. E’ una istituzione messa su con gli sforzi degli italiani, per gli italiani e – ragionevolmente anche estensibie a chi lavora in Italia da quache anno, e legalmente, ma non automaticamente per tutti gli autoinvitatisi con famiglia numerosa e poligamica appresso.

Come erede di milenni di storia italiana e prima romana, io mi sento anche parte di una comunita’ apposita materiale e spirituale creata e mantenuta sul territorio della penisola italiana con sacrificio dai nostri antenati. Quella comunita’ ha chiesto a me ed ai miei avi tasse e difesa, amore e sacrifici, con leve militari e sangue versato. Si chiama Italia, e deve pensare in primis ai suoi figli, ed in secundis civilmente anche ad altri, ma NON viceversa, ne’ inventarsi meccanismi teoricamente neutrali che escludano praticamente gli indigeni italiani.
Se poi qualcuno non si sente parte di questa comunita’ nazionale, puo’ sempre emigrare, dato che , a differenza dei regimi comunisti lo stato italiano non pretende di schiavizzare i suoi figli chudendoli dentro a qualcosa di simie allla cortina di ferro col vergognoso muro di Berlino, muro di reclusione per schiavi.
Inoltre se ti Magar, ti senti tanto fratello di altri fratelli umani, buon per te, ma non dovresti pretendere di accollare la tua superfratellanza alla nostra comunita’ ma dovresti porre mano direttamente al TUO portafoglio. Solo cosi’ il tuo ci parra’ un nobile sentimento invece che un tentativo di asservire i tuoi fratelli escludendoli dai benefici e dando loro in cambio la “soddisfazione” di pagar tasse per i tuoi cugini.

Marcus Prometheus

Qualche stato “ricco” riesce a controllare l’immigrazione al giorno d’oggi?

Il 18 dicembre 2009 , M. B. ha scritto:

Le stesse preoccupazioni di Prometheus riguardanti l’invasione islamica sono da una parte condivisibili e dall’altra irrealistiche, in un mondo globalizzato è infatti ingenuo sperare di permettere la libera circolazione delle merci (e purtroppo degli strumenti finanziari) bloccando quella delle persone

Marcus Prometheus risponde:
E’ assolutamente falso che nel mondo globalizzato non si possano bloccare (o controllare) le invasioni SE si hanno le idee chiare.

In Asia paesi ricchi come il Giappone, la Corea del Sud, Formosa, Singapore tengono i fenomeno sotto controllo semplicemente perche’ sanno chi sono e sanno cosa vogliono.

(la sola differenza con l’Europa? NON sono masochisti, non si odiano, non si ritengono inferiori a nessuno, e tantomeno al terzomondo islamico)

Perfino altri paesi ricchi come quelli del Golfo persico, con necessita’ di immigrati perfino molto oltre il numero di propri cittadini, riescono a decidere chi fare entrare e chi no, e per quanto tempo fare permanere gli immigrati, dopodiche’ imponendone il rientro al paesello d’origine.

Sono pertanto sconosciuti cola’ fenomeni come:

1) Presenza di immigrati che non lavorano (ma spacciano, delinquono o semplicemente accattano) eppure vengano tollerati.

2) FORMAZIONE DI COMUNITA’ etniche – e religiose reparate, ed ufficialmente ostili ad integrazione nel mentre pretendono stabile permanenza per se e discendenti nel paese ospitante.

3) Pretesa di cittadinanze e perfino con termini ultra brevi e di revisione dele leggi gia’ esistenti sulle cittadinanze.

4) Pretesa di permanentizzazione della propria presenza nel paese ospitante (perfino oltre le necessita’ lavorative)

5) Pretesa di richiamo delle famiglie, perfino di piu’ mogli e figli delle varie consorti poligame, utilissime ad ottenere i primi posti nelle graduatorie per l’assistenza sociale a _definitiva_ esclusione degli autoctoni italiani.
.

6) Pretesa conclamata di superiorita’ morale

7) Pretesa / minaccia proclamata di colonizzazione demografica con presa di potere entro qualche decennio comunque entro questo secolo.

8) Pretesa che i paese ospitante si adegui a leggi e costumi e religione degli ospitati.

9) Pretesa dal paese colonizzato di continuare le proprie faide del paese d’origine ad esempio pakistani contro indiani, curdi contro turchi, arabi di Palestina contro ebrei di Palestina e per soprammercato contro ebrei cittadini d’ Italia, d’Europa e del mondo.
Pretesa di istituire boicottaggi, raccolte di fondi e di volontari pro guerriglie, e pro terrorismo inclua guerriglia e terrorisno contro missioni ONU a cui partecipi il paese ospitante, come l’Italia a Nassirya, pretesa di poter manifestare la propria gioia per ogni attentato che colpisca il paese ospitante o i suoi alleati, e pretesa di fare politica da non cittadini del paese ospitante alleandosi alle frange piu’ sovversive, senza nemmeno essere oggetto di riprovazione.

10) Pretesa a “danni storici” dagli europei rei due volte e per due secoli di avere opposto qualche contrattacco al continuo attacco jihadista di 14 secoli di islam, senza tener conto che nei due secoli di colonialismo europeo nessuno converti’ o dhimmizzo i mussulmani,
e senza tener conto di otre un millennio di razzie per rapimenti schiavistici che spopolarono le nostre coste, e che le afflissero, non solo nel mediterraneo, ma perfino nell’estremo nord dell’Europa (Islanda).

11) Pretesa di stabilire loro dove insediarsi semplicemente sbarcando o rimanendo in barba alle leggi ed agli interessi del paese ospitante.

12) Pretesa di ricevere sanatorie invece che punizioni di qualsiasi tipo nel caso di violazione delle leggi sui visti e/o sul soggiorno.


Cordiali saluti a tutti i liberi e laici
Marcus Prometheus.
Accogliere solo i profughi laici dall’Islamismo Espellere tutti gli islamisti.
Combattere il masochismo antioccidentale, antiliberta’, antidemocrazia.

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