Assistenza non confessionale, un articolo su “Left”

Il settimanale Left, in edicola oggi, ha dedicato un articolo di Laura Bruzzaniti all’assistenza morale non confessionale assicurata da una volontaria UAAR all’ospedale Molinette di Torino.

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17 commenti

Tommaso B.

L’ importante soprattutto è che tenga alla larga la monaca invasata
che sbatte sulla faccia del moribondo il Crocifisso, per farglielo baciare
a tutti i costi !!

roberta

non conoscevo questa figura,ho letto ora il link di Stefano Incani…
mi ricorda un’altra figura di cui conservavano memoria gli anziani quando io ero
piccola…la levatrice che faceva nascere i bambini in casa,e che di fronte
a malformazioni gravissime faceva si’ che il bambino non respirasse …

Stefano Incani

Fino a qualche decennio fa in Sardegna si praticava l’eutanasia.
Era compito di sa femmina accabbadora procurare la morte a persone in agonia.
S’accabadora era una donna che, chiamata dai familiari del malato terminale, provvedeva ad ucciderlo ponendo fine alle sue sofferenze…

http://www.centrosardegna.net/s%27accabadora.htm

Murdega

Accabai in sardo vuol dire finire accabadora quella che fa finire.

ser joe

Speriamo che preti e suore delle Molinette non chiamino l’esorcista.

Paul Manoni

L’assistenza non confessionale ai malati e’ un’iniziativa importantissima.
Speriamo che abbia un lungo seguito e che cresca sempre di piu’.

Ottimo anche l’articolo/visibilita’ di Left 😉

libero

So che delle associazioni laiche di volontariato già da anni vanno in ospedale a trovare e confortare specialmente i ricoverati che non hanno parenti.
Il compito dell’UAAR non deve essere solo “contro”, ma anche per l’Umanità Laica che è migliore di quella religiosa e un pò vanagloriosa.

enrico mini

…assistenza morale non confessionale assicurata…

importantissimo il termine ASSICURATA! Assicurata se richiesta, non praticamente imposta come fanno, anche se invitati ad andarsene, alcuni ministri di altri culti e di uno in particolare di cui non faccio il nome (solo l’acronimo: ccar).

Asatan

Ti dirò Enrico che questa è una situazione tipicamente italiana.
Quando è morta mia nonna (2 anni fà) in svizzera, ha passato le ultime 2 settimane in un ospedale cattolico.
Ai piani c’erano cartelli con gli orari delle messe, ma:

– lei che era notoriamente atea ha ottenuto la rimozione del crocifisso dalla stanza senza che le suore dicessero niente

– il prete manco si è fatto vedere

– le suore andavano a fare due chiacchiere con lei senza tirare fuori menate religiose o tentativi di conversione.

Credo che la differenza stia nel fatto che da secoli il cattolicesimo è solo una delle tante confessioni religiose presenti nel paese ed è trattata come tutte le altre. Tieni conto che quando mia madre era bambina (anni 60 quindi) era già possibile scegliere fra IRC Cattolica, IRC Protestante o ora alternativa…. senza che nessuno trovasse da ridire su chi sceglieva di non avvalersi. Il problema italiano è il fatto che per secoli una singola confessione religiosa è stata fornita di assurdi privilegi per essere usata come instrumentum regni.

Antonio

Dall’esperienza di tua nonna si deduce che: “non è vero che essere cattolico significa, tout court, essere integralista”. Perché come scriveva Stefano Bottoni qualche giorno fa: «Einstein, non proprio l’ultimo pirlotto del mondo, disse molto saggiamente: -Mille esperimenti positivi possono non darmi definitivamente ragione, un solo esperimento negativo può darmi definitivamente torto-»

Roberto Grendene

@ antonio

conosco cattolici per nulla integralisti
affermo che definirsi cattolico non implica essere integralista.

il problema e’ altrove, in quello che “dicono di noi” i capi della Chiesa
Vedere qui
http://www.uaar.it/ateismo/dicono-di-noi
esempi:

«In questo noi ci differenziamo dalle fiere e dagli altri animali, perché sappiamo di avere il nostro Creatore, mentre essi non lo sanno»
Papa Benedetto XVI, 11 gennaio 2006

È una pazzia pensare che Dio non esista o che possiamo prescindere da Lui»
Mons. Edmundo Abastoflor, arcivescovo di La Paz, da Agenzia Fides, 21 luglio 2006

La negazione di Dio priva la persona del suo fondamento»
Papa Giovanni Paolo II, enciclica Centesimus annus, 1° maggio 1991

Antonio

Bhé se è per questo anche in questo sito non che si dicano cose migliori dei credenti. E anche tra le figure di picco (intendo presidenti onorari, ecc) ci si vada più leggero. Comunque non dico questo per giustificare forme che voi ritenete irrispettose, ma solo per dire che io non ritengo mai corretto fare due pesi e due misure,al di là della risonanza che hanno alcune o altre parole. E comunque qualunque cosa voi pensiate dei credenti, o in particolare di me come credente, questo non modifica di una virgola quello che sono, perché fortunatamente (o grazie a Dio) sono abbastanza libero da non farmi condizionare da ciò che gli altri pensano o dicono di me. E ti assicuro che in quello che dico non c’è alcuna velleità polemica, ma solo voler dialogare rispondendo a ciò che hai scritto in questo post.

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