Sono Roberto il compagno di Patrizia, la mamma finita sui giornali per la vicenda legata alla maestra-suora della scuola elementare statale Jean Piaget di Roma.
Sono un comune cittadino, che crede fortemente nella laicità dello stato (1). Nelle scuole pubbliche statali a mio parere non dovrebbero essere esposti simboli religiosi (come indicato dalla Corte Europea di Strasburgo), l’insegnamento della religione cattolica dovrebbe essere sostituito da un insegnamento di “storia delle religioni (e delle non-religioni)” e non dovrebbero esserci insegnanti organici a qualsiasi confessione religiosa.
Nella nostra famiglia non siamo credenti e, nonostante la particolarità del nostro paese, sempre più appiattito sui valori del cattolicesimo, cerchiamo di vivere il nostro non-credo con coerenza.
I nostri figli non sono battezzati e noi stiamo avviando le pratiche per lo sbattezzo in modo da non essere più annoverati tra le fila della popolazione cattolica.
Io e la mia compagna non siamo sposati e a causa dell’intromissione vaticana nella politica dello Stato non possiamo avere i PACS come avviene in altri paesi d’Europa.
Rispettiamo sinceramente chi crede (anche se questo aspetto non è stato certo enfatizzato dalla stampa) ma pretendiamo rispetto per la nostra diversità proprio sulla base di quell’articolo 3 della Costituzione che qualcuno ha in questi giorni invocato contro di noi.
Visto che molte cose sono state dette e scritte da persone che non ci conoscono, non conoscono il nostro impegno sociale e non hanno idea delle dinamiche che si sono create nella scuola di nostro figlio, credo sia giusto fare il punto della situazione fornendo il nostro punto di vista a chi volesse conoscerlo.
Dopo aver inutilmente, per giorni, chiesto alla dirigente della “Jean Piaget” di trovare soluzione al caso dei nostri figli che, esonerati dall’ora di religione, hanno trovato nella loro scuola statale elementare un insegnante di italiano suora (organica quindi ad una confessione religiosa (2)), la settimana scorsa abbiamo dovuto chiedere il nulla-osta per spostare i bambini in un altro istituto.
Non potendo ovviamente incidere in alcun modo sulle leggi vigenti che permettono ai religiosi di accedere alle graduatorie statali (passando spesso da quelle di IRC controllate dalla curia), inizialmente avevamo pensato di poter risolvere il problema chiedendo alla Dirigente di spostare la maestra-suora in una classe dove non ci fosse la presenza di bambini esonerati dall’insegnamento della religione, di chiederle di non ostentare l’abito (un simbolo assai più potente di qualsiasi crocifisso), o perlomeno di vigilare sulla laicità dell’insegnamento che sarebbe stato da essa impartito ai nostri figli.
A distanza di pochi giorni invece, nonostante alcune dichiarazioni che esprimono chiaramente le intenzioni della maestra (“nessuno può negare che si scrive 2009 perché è nato Gesù” (3), “a scuola spiegherò tutte le opzioni, Darwin e il Creazionismo”…) non abbiamo avuto alcun segnale dalla Dirigente che anzi, dopo averci definiti “razzisti laici”, “demagoghi” o “laici di carta” e dopo essere piombata in classe con la vice-preside per ottenere da un gruppo di bambini di 7 anni “un’investitura popolare” nei confronti della suora-maestra, ci ha detto che la situazione non sarebbe cambiata e che se non ci stava bene potevamo cambiare scuola.
Dopo questi fatti, a parer nostro piuttosto gravi e lesivi nei nostri confronti e nei confronti dei nostri figli, assieme ai genitori di un altro bambino della classe esonerato dall’IRC, abbiamo preso così la decisione, sofferta, di cambiare istituto ai bambini.
Dopo aver frequentato per due anni la loro classe, i nostri figli dovranno cambiare amici, abitudini, insegnanti.
Siamo tristi ed arrabbiati per come siamo stati trattati. Evidentemente in questo paese non è possibile chiedere garanzie di aconfessionalità della scuola pubblica, ne tanto meno ci si può aspettare che il diritto di bambini non appartenenti alla religione dominante venga tenuto in considerazione.
E come era chiaro dall’inizio, alla fine della vicenda, a chi ha osato prender posizione di fronte all’ennesima intromissione della chiesa nello stato, viene fatta l’allettante offerta “o mangi la minestra o salti dalla finestra”. ovvero o ti sta bene o te ne vai.
Non ci stupisce l’atteggiamento di molti genitori, che inizialmente arrabbiati quanto e più di noi per la presenza, inaspettata in una scuola pubblica, di una religiosa che insegna italiano, ci hanno poi lasciati soli col “nostro” problema non appena il clima si è surriscaldato per la presenza, spesso aggressiva, dei media (come se la laicità delle istituzioni fosse un problema esclusivo dei non-cattolici).
Né ci stupisce la levata di scudi di tanti bempensanti, che sulla rete invocano la legge Mancino contro chi vorrebbe garanzie di laicità nello stato e nella scuola e magari chiudono un occhio di fronte alle tante leggi xenofobe e razziste o di fronte ai pestaggi ed alle continue discriminazioni che colpiscono i migranti, gli omosessuali, i diversi della società. Gli stessi bempensanti piccolo borghesi che dimenticano o fingono di dimenticare i molteplici intrecci tra Vaticano e regimi totalitari (dal terzo Reich, alla Spagna, ai regimi sudamericani).
Sulla rete ho letto dichiarazioni di molti cattolici infervorati contro i “bruti miscredenti” che hanno messo in discussione la povera suora (di cui, come più volte dichiarato, abbiamo il massimo rispetto) ed è certo facile nell’Italia di oggi, prendere una simile posizione.
Mi chiedo però: chi ha subito una discriminazione?
Il principio della laicità della scuola è stato rispettato?
E se al posto della suora ci fosse stato un mullah (non quindi una semplice insegnante velata, ma un docente che è anche un esponente di un organizzazione religiosa (come è appunto una suora, cfr. n. 2)) a impartir lezioni ai vostri figli di 7 anni sarebbe stato diverso per voi?
Non saranno i crocifissi, le suore nelle scuole, l’intreccio sempre più stretto fra stato e chiesa a tener lontana l’intolleranza e ad impedire le guerre di religione cavalcate anche da molti nostri politici.
L’unica barriera verso ogni forma di integralismo è a nostro parere la laicità delle istituzioni, laicità spesso citata ma mai veramente ricercata e praticata.
La Costituzione dice che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ambito, indipendenti e sovrani. E’ davvero così?
Roberto Villani
1. Il termine ‘laico’ nell’accezione moderna del termine ha significato di “aconfessionale”, ossia di slegamento da qualsiasi autorità ecclesiastica di confessione religiosa. Nel linguaggio politico il laico è chi propende per una netta separazione della vita delle istituzioni dall’influenza delle confessioni religiose, ossia per indicare chi si ispira ai valori della laicità. Per estensione ‘laico’ è anche chi desidera una minore influenza delle confessioni religiose nella società.
2. Il termine laico è usato in ambito religioso per indicare colui che, appartenente alla moltitudine dei fedeli, non è appartenente alla gerarchia del suo clero, la comunità chiusa. Il clero è quella parte di fedeli che, nell’ambito di una religione, ha un ruolo distinto e spesso direttivo o anche semplicemente retribuito.
3. Laddove per i cristiani Gesù è il figlio di Dio, ma per gli Ebrei ed i Mussulmani un profeta e per altri ancora un personaggio storico e uno dei primi veri rivoluzionari.
P.S. In appendice vi posto un commento dal sito dei Cattolici Romani. Potrà sembrarvi strano, ma io sono pienamente d’accordo con molte delle cose scritte dal Sig. Pietro. Ed è proprio per questo motivo che credo che nella scuola statale non possano esserci insegnanti organici ad una qualsiasi confessione religiosa.
Pietro P. 10-12-09 h.20.58
La mia solidarietà a Suor Annalisa…….si ! ….. Ma in parte…… Perché è alquanto vergognoso che una suora dica di NON MOSTRARE IL CROCIFISSO…..sarà secondo me l’ennesima strumentalizzazione giornalistica ed è molto più riprovevole sentire che si dica che la suora è cittadina italiana ecc……. No ! La suora è prima di tutto suora ! E su questo non ci piove ! Ed è legata a degli obblighi verso i suoi superiori e a delle promesse da rispettare davanti a Dio e alla Chiesa ! Poi, in secondo luogo abitando in territorio italiano di conseguenza è cittadina italiana ..ma non si può certo dire che sia laica… ! La suora è una religiosa e in quanto tale DEVE manifestare ciò che veramente è….altrimenti se ci si nasconde dietro la falsa teoria di non ostentare segni religiosi perché lo stato ( purtroppo … ) si professa laico non adempie quella che PRIMARIAMENTE è la sua missione !
Sig. Villani, le porgo i miei apprezzamenti per la determinazione che manifestate (con la sua compagna) ed i sentimenti che vi spingono a tale determinazione; perchè non è semplice -anzi è veramente raro- scovare qualcuno tanto amante degli ideali laici da portare avanti un confronto così impari e privo di regole. La maggioranza dei cittadini, anche sensibili al tema, di fronte ai primi ostacoli si arrenderebbero, faciendo buon viso a cattivo gioco ed ingoiando il boccone amaro. Mi ci pongo anch’io, che non so quanta volontà avrei nei vostri panni.
Vi auguro di mantenere tale coerenza ed anche tale rabbia costruttiva, perchè è ciò che distingue un cittadino da un suddito.
1) L’affermazione “A scuola spiegherò tutte le opzioni, Darwin e il Creazionismo” mi pare, questa sì, estremamente grave: se confermata, di questo andrebbe chiesto conto alle autorità scolastiche. Dove va a finire il rispetto dei programmi scolastici? A quando la maestra “new-age” che insegna a credere negli oroscopi?
2) Le investiture popolari guadagnate presso i bambini sono una tattica scorretta.
3) Detto questo, sono in totale disaccordo con le opinioni dei catto-integralisti del sito “Cattolici Romani”: se un prete o una suora scelgono la via dell’insegnamento nelle scuole pubbliche prendono implicitamente l’impegno ad essere considerati prima cittadini italiani che esponenti di una organizzazione religiosa, e hanno il diritto di essere messi alla prova su questo, nonché il dovere di onorare il loro impegno. C’è chi ci riesce.
Altrimenti, per loro lo stesso genere di provvedimenti disciplinari che spettano ai docenti che diano un insegnamento ideologizzato fuori dalle regole.
Concordo
L’affermazione “A scuola spiegherò tutte le opzioni, Darwin e il Creazionismo” mi pare, questa sì, estremamente grave: se confermata, di questo andrebbe chiesto conto alle autorità scolastiche.
Purtroppo un’affermazione del genere sarebbe grave in qualsiasi nazione con un minimo di cervello, non nell’Italia di oggi, capace di affidare la vicepresidenza del CNR ad individui che fanno della favola creazionista il loro credo!!!
Il forumista dei Cattolici Romani può dire quel che vuole, ma una una suora deve prima di tutto obbedire alle leggi dello stato.
Per quanto comprensibili siano le ragioni di Roberto trovo non condivisibili le siue argomentazioni. Non si comprende quale sia la tutela da lui invocabile per suo figlio.
E’ vero che la suora probabilmente non saprà slegare la sua fede dall’insegnamento, ma si tratta solo di un sospetto. La suora è stata regolarmente assunta e il pregiudizio religioso non può essere a fondamento della selezione del personale scolastico.
Credo che sbagli a trasferire suo figlio in un’altra scuola., Probabilmente al bambinio interessa più continuarae ad avere gli stessi amici che non essere indottrinato. E penso che sia un rischio abastanza improbabile visti i precedenti.
La parola laico significa anche persona scevra da pregiudizi.
“Per quanto comprensibili siano le ragioni di Roberto trovo non condivisibili le siue argomentazioni. Non si comprende quale sia la tutela da lui invocabile per suo figlio”
(…)
“Credo che sbagli a trasferire suo figlio in un’altra scuola., Probabilmente al bambinio interessa più continuarae ad avere gli stessi amici che non essere indottrinato. E penso che sia un rischio abastanza improbabile visti i precedenti”
Nella seconda parte del tuo intervento c’è, indirettamente, ciò che rende più che ‘comprensibile’ – a perte altre considerazioni – la scelta di questi genitori. E’ proprio il grande rilievo che i bambini di quell’età danno alle amicizie, e alle dinamiche in genere del vivere l’esperienza comunitaria, che – restando in quella scuola dove c’è stata ‘un’investitura popolare’ di qualcosa che in famiglia gli viene indicato come sbagliato – gli farebbe vivere una situazione per lui incomprensibile. Danneggiandolo su entrambi i fronti: quello scolastico e quello famigliare.
Ma infatti il problema è quello: sarebbe giusto in famiglia indicare una cosa come “sbagliata”? Questo corrisponde all’indottrinamento religioso che noi tutti condanniamo.
La vita dei bambini poi è fondata interamente sui conflitti e sulla loro ricomposizione interiore: è il loro mestiere, è ciò che “crescere” significa.
Riconosco subito che per conto mio sarei stato anch’io decisamente disturbato dall’avere una suora come insegnante di mio figlio, ma allo stesso tempo avrei dovuto riconoscere che la molteplicità di vedute è la cosa che rende liberi, non la “verità rivelata” sia essa atea o cattolica.
Forse avrei cercato di farmi raccontare da mio figlio cosa ha imparato a scuola in modo da tenere alta la guardia, in modo da verificare che la suora non abusasse della sua posizione per insegnare “il creazionismo” (brrrr) o bestialità, e agire di conseguenza qualora avvenisse.
Inoltre produrre un potenziale trauma a un bambino come la rimozione da un ambiente a lui ormai familiare per ragioni che non è in gradi di comprendere mi pare una risposta eccessiva: il mondo è fatto, che ci piaccia o no, anche da preti e suore e se siamo liberali e relativisti dobbiamo accettarlo, e credo educare fin da piccoli i nostri figli ad accettarlo. Prima accettarlo, e poi combatterlo con le armi della persuasione, del ragionamento, dell’esercizio della libertà di pensiero… non cercando di nasconderlo!
@ Lindoro
Credo di aver già replicato alla tua replica – certamente plausubile – commentando un intervento di Luca, che tu condividevi.
Condivido.
Rik, le tue opinioni mi sembrano veramente di buon senso. In una discussione col prof Giulio Giorello, questi diceva che noi laici dobbiamo reagire. Ma come fa un bambino? Vero quello che tu dici che ad un bambino interessa di più, ed è anche meglio per lui, stare con i compagni e giocare e non subire scombussolamenti che forse non capisce appieno. Ma chi lo garantisce dai condizionamenti se non lo fa il genitore con tutti i doveri ed i diritti che la Costituzione gli attribuisce?
E la storia dei condizionamenti da parte di persone religiose supercondizionate dai loro irrazionali pregiudizi di verità assolute è una realtà per questi cervelli in biologica formazione. Così scrive Darwin in Autobiografia: “… Nè si deve trascurare la probabilità che l’inculcare una fede religiosa nei bambini produca un effetto così forte sulle loro menti, ancora non completamente sviluppate, da rendere loro difficile liberarsi dalla fede in dio, così come è difficile per una scimmaia liberarsi dalla paura e dall’odio che nutre istintivamente per il serpente”.Ed io ti garantisco che è vero, anche se ipocritamente insegnano che Dio è Amore. Se così fosse, basterebbe credere nell’amore, senza inquinarlo con dottrine di assoluta verità. Poi c’è da dire che la suora, come religiosa ha dei voti, che la lega innanzitutto all’obbedienza di un altro capo di Stato: il papa. Quindi la Costituzione non è per lei il riferimento civile principe, anche se è cittadina italiana. Un mio parente religioso per essere sciolto dai voti solenni ha dovuto attendere il pronunciamento del Vaticano. Capito?
Ma dove sta l’insidia? Con tutto il rispetto umano per chi crede, il cui diritto di predicare la sua fede è inderogabile ma NON ai bambini in una scuola di Stato laico, cito Max Born, amico e collega di Albert Einstein in una lettera a questi indirizzata: “…Sono convinto che concetti come quello di certezza assoluta, precisione assoluta, verità finale e così via siano aspetti che dovrebbero essere esclusi dalla scienza…. poichè l’idea che esista un’unica verità e che ci sia qualcuno che la possiede mi sembra la causa principale di tutto il male che c’è nel mondo”. E non solo dalla Scienza, se vogliamo una Democrazia veramente laica.
Grazie Roberto, la chiarezza è un’arma potente.
Consiglio di leggere questo articolo anche a car80, mi piacerebbe conoscere la sua opinione in merito.
Io sono uno di quelli che aspettavano gli sviluppi della vicenda per definire un’opinione. In linea di massima, considero qualunque persona competente e inserita in una graduatoria come degna di fare l’insegnante. Ma questo mi conferma (se non proprio dimostra) che certi ruoli della nostra società sono incompatibili con un insegnamento davvero formativo.
Ho visto quella suora difesa a spada tratta dagli stessi che attaccano maestri e professori profondamente schierati politicamente (ma solo quelli di sinistra, a quanto pare chi si schiera palesemente a destra fa il bene dei bambini no?). Io tra queste categorie di indottrinatori non ci vedo alcuna differenza.
Nel momento in cui si cerca di imporre il proprio punto di vista, con una sicurezza che non permette opinioni avverse, allora non si può insegnare.
E mi stupisco (ma neanche troppo) di come possano passare così agevolmente persone che compiono un’opera di indottrinamento, anzichè di insegnamento critico.
domande: questa suora-cittadina italiana insegni italiano in una scuola statale per regolari concorso e titoli ? presumo di sì perchè la curia può nominare solo gli insegnanti di religione. Si può impedire per legge alle suore (o anche ai sacerdoti) di partecipare ai concorsi e di inserirsi nelle graduatorie? Se no, i problemi posti dai due genitori e dagli interventi qui rimangono, ma potrei dire che sono gli stessi di altri insegnanti clericali senza tonache o veli: nella libertà di insegnamento è messo in conto anche questo; una pedagogia non impostata sull’indottrinamento di qualsiasi tipo, ma sulla maturazione dello spirito critico e un’istruzione ad ampio respiro, certo è l’ideale, quanto a metterla in pratica è un altro paio di maniche 🙁
“Quanto a metterla in pratica è un altro paio di maniche”. Certo, Antonietta. Questo lo diciamo noi adulti, che abbiamo il diritto di voto in Democrazia.
Ma il bambino di fronte ad un insegnante “religioso” deve essere garantito. E come è possibile? Ecco perchè di fronte a fatti del genere bisogna fare qualcosa. O aspettiamo che vengano anche insegnanti religiosi musulmani, ebrei…. Certo! Se hanno titolo possono anche loro. E perchè no, gli atei? Ma così non si risolve il grave problema relativo al bambino in formazione. Solo una democrazia veramente laica (impossibile in Italia come già scriveva perfino De Gasperi perchè condizionata dalla Confessione del Vaticano) lo può e deve risolvere in relazione al minore. Forse il massimo della sovranità democratica naturalmente laica da salvaguardare sta proprio nel bambino. E noi ne sottovalutiamo la portata.
“(…)dalla Dirigente che anzi, dopo averci definiti “razzisti laici”, “demagoghi” o “laici di carta” e dopo essere piombata in classe con la vice-preside per ottenere da un gruppo di bambini di 7 anni “un’investitura popolare” nei confronti della suora-maestra, ci ha detto che la situazione non sarebbe cambiata e che se non ci stava bene potevamo cambiare scuola)
Questa – che potrebbe (o forse lo è già?) una lettera da inviare ai giornali, non solo locali – è da sottoscrivere in ogni sua parola. Solidarietà piena, intanto, a Roberto e Patrizia.
Ciò che comunque, ancor più di altre cose, dà la misura del triste paese in cui viviamo è il volgare, inqualificabile, intervento di questa dirigente scolastica DI UNA SCUOLA STATALE alla quale dovrebbero accedere i nostri figli. Nessun ispettore scolastico – domanda retorica – ha avuto niente da dire?
Stando così le cose non c’è bisogno (si fa per dire) che la ccar e i suoi referenti politici (la stragrande maggioranza) si diano tanto da fare per squalificare la scuola pubblica a vantaggio di quella confessionale: anche per esperienza personale (vecchia nel tempo ma sempre attuale), questa intrusione cattolica (altro che quella islamica!) non è mai venuta meno.
In questo caso poi in modo clamorosamente scoperto
Le cose decenni fa andavano peggio, c’era la totale o quasi accettazione del clericalismo nelle sue manifestazioni esteriori, anche da parte della sinistra, oggi si comincia a fare “resistenza laica” perchè la società è cambiata ed molto più secolarizzata, di fatto sulla via di essere anche più laica, mentre per il confessionalismo inizia il viale del tramonto per la sua incapacità di capire il mondo moderno e soprattutto il ruolo paritario della donna, ho sentito su LA7 che il Vaticano non ha votato la mozione ONU sulla parità della donna e questo non è più accettato dalle ragazze 2000.
Purtroppo di di queste imposizioni cattoliche in Italia, non se ne parla all’estero . Quando pensa che l’anno scorso un gruppo di genitori sono intervenuti presso la direttrice didattica perchè una maestra faceva parte di un gruppo di lettori della bibbia . Avevano paura che questa maestra venisse a insegnare cose di ispirazione religiosa ai loro bambini .
Quando sento parlare di cugini d’Oltralpe, mi chiedo da quale tipo di parentella siamo legati …
In merito all’insegnamento della storia delle religioni, anchè questo porta con se nuovi e gravi problemi come è già avvenuto in Francia ( rifiuto di sentire parlare della religione ebraica e della shoah per esempio – allievi musulmani.. )
Spero che ciò contribuisca a chiarire, come scrive il Sig.Roberto, “chi ha subito una discriminazione” … e soprattutto qual’è il problema, perché certa gente non sembra aver afferrato neanche questo … certo non è che i media abbiano fornito gli strumenti sufficienti per farlo ma la gente neanche li chiede!
La qualità dell’informazione non è solo una virtù dei media: in molti paesi giornali che scrivono della notizia (e si affrettano a trarne giudizi e conclusioni) senza indagare sulle versioni dei diretti interessati finisco nel cestino e se continuano su questa strada perdono credibilità. Da noi sembra che l’acquistino … gente, sveglia, potete anche non essere d’accordo ma vi rendete conto che questa lettera non avrebbe mai dovuto essere scritta? Perché avrebbe dovuto far parte dei primissimi articoli su questa vicenda.
In un certo senso non aver fatto passare i Pacs-Dico di Prodi è stata cosa buona in quanto la legge era fatta obbiettivamente male e dava gli stessi obblighi a 2 conviventi di 2 sposati….Ma io penso che se non mi sposo non è certo per motivo religioso(in quanto ci si può sposare in comune)ma perchè non voglio avere certi obblighi nei confronti del mio Compagno/a….Va bene sburocratizzare ma non rendere la convivenza un matrimonio chiamato in maniera diversa con tanto di separazione ecc ecc come voleva fare il precendente governo….E’ vero che in Italia non si fà mai nulla e si rimane indietro ma spesso quando qlk1 decide di legifare tira fuori cose che fanno rimpiangere l’anarchia precedente…
brikko, era importante far passare il principio. Se cerchi sempre la soluzione ideale non arrivi da nessuna parte: guarda a quanti compromessi ha dovuto sottostare Obama per la sua riforma sanitaria. Ma è riuscito a far passare un principio, poi con gli anni ci sarà modo di migliorarla.
Dire che è stta una fortuna che pacs e dico non siano passati la trovo un’enormità (e io essendo gay sono anche nella platea possibile di fruitori — anche se ancora devo trovar marito 😉 ). Quello sì avrebbe posto un cuneo, avrebbe inserito il termine “omosessuale” nella legislazione italiana, avrebbe offerto (prima ancor di uno strumento pratico) un riconoscimento giuridico a una categoria di persone che al momento formalmente non esiste. E infatti, malgrado l’alto tasso di compromesso della proposta, gli sbarramenti ideologici hanno avuto la meglio.
I Dico potevano anche essere più rigidi del matrimonio civile, e offrire nessun vantaggio, ma solo per il fatto di essere aperti anche a coppie omosessuali sarebbero stati respinti senza alcun dubbio: è il riconoscimento quello che si vuole impedire.
Io invece sono d’accordissimo con birkko89.
I pacs, dico, cus, cip&ciop sono una discriminazione legalizzata. Dicono “gli omosessuali non sono cittadini come gli altri, non possono sposarsi. Per loro abbiamo questa cosa tutta speciale”. E come te, Lindoro, lo dico da gay. Gay che si vorrebbe sposare (anche se l’altra metà non è proprio della stessa idea).
Ci sono mille motivi per cui una persona rifiuta di sposarsi (e neppure la si puo’ obbligare) ma un riconoscimento di diritti e doveri -che esistono comunque checchè ne dicano i bacchettoni di turno-è doveroso in caso di legame stabile e duraturo.
Lo hanno capito tutti in Europa, tranne (sorpresa!) gli italiani ed i greci che fanno ancora accademia su cosa sia meglio nella vita di coppia dando anche consigli e direttive sulle vite altrui (ma guarda un po’).
Esprimo a Patrizia e Roberto la mia totale solidarietà aggiungendo che la coerenza, in qualsiasi campo si manifesti, è virtù rara e di pochi in questo mondo (non solo in Italia).
Quanto alla maestra-suora, avete ragione a scegliere di non volerla per vostro figlio: è una vostra scelta personale e di scelte è fatta la vita.
La tristezza consiste nel rivedere un’anima battagliera, un’atmosfera di crociata che pervade il popolo italiano troppo legato ai ninnoli più che ai valori di rispetto e libertà.
Parzialmente OT:
uno dei motivi principali per cui alcune persone sono inesorabilmente refrattarie al matrimonio, anche solo civile, ma accetterebbero volentieri un PACS (e quindi NON E’ VERO che siano degli egoisti che “rifiutano di prendersi impegni seri, come amano sostenere certi reazionari)…
…sta proprio nella obsoleta e ingiustificabile persistenza, ancora fortissimamente radicata nella società, di una concezione del matrimonio CIVILE come qualcosa da considerare comunque, in sostanza, come una specie di sacramento, anche se in teoria spogliato della componente strettamente religiosa.
Perché se il matrimonio civile (che dovrebbe essere solo un contratto burocratico), viene comunque presentato come una nobilissima e solennissima istituzione sublime che sta alla base dei più sacri fondamenti della società, con conseguenti metri di giudizio etico secondo cui “chi si sposa è gente per bene, responsabile e seria”, mentre chi convive no…
…allora non mi stupisce per niente, ma proprio per niente, che tanta gente non voglia saperne, proprio perché infastidita da questa ipocrita contraddizione.
Se il matrimonio civile venisse finalmente riconosciuto per quello che dovrebbe essere, ossia un puro contratto burocratico che non ha niente a che fare con Grandi Valori Etici o con sogni d’amore romantici (poi, ognuno, in più, la componente sentimentale ce la mette come vuole e la festeggia come vuole, ma a parte!), presumo che ci sarebbero meno esitazioni, esattamente come ce ne sono molte di meno in Francia per i PACS…
Invece, ‘sta pretesa sociale di considerare il matrimonio civile come una specie di matrimonio religioso, “un pochino meno perbene” e “un pochino meno romantico”, ma in fondo la stessa pappa, fa cascare le braccia a molti!
Lisa
comodo volere tutti i diritti derivanti dal matrimonio civile, ma volerne rifiutare gli obblighi
Libertà è libertà di scelta, chi vuole fare i Pacs li fa, chi non li vuole fare non li fa, in Europa è così, non altrettanto nei paesi arabi ai quali l’Italia è più vicina per ragioni geografiche e anche di discendenza dovuta alla dominazione araba nel Sud Italia fino al Garigliano.
Dalila, il riconoscimento di diritti e doveri c’e’ gia’, e si chiama matrimonio (non dovrei specificarlo ma ovviamente intendo quello civile, di quello religioso non mi interessa). Non ti vuoi sposare? Affari tuoi, pero’ non mi puoi poi venire a chiedere dei diritti che il matrimonio di darebbe.
I Pacs in Francia, le Civil Partnership nel Regno Unito e cose di questo genere le hanno fatte principalmente per le coppie omosessuali, perche’ non volevano estendere anche a loro il matrimonio. Non potevano pero’ farle SOLO per le coppie omosessuali, altrimenti sarebbe stata una palese discriminazione (come lo e’ secondo me il fatto che le coppie omosessuali non possono accedere al matrimonio, ma si sa com’e’ la politica e la religione…)
La liberta’ di scelta, Libero, e’ sacrosanta. Scegli di sposarti oppure no. Invece mi sembra che la gente voglia la botte piena e la moglie ubriaca.
Quali sarebbero esattamente, secondo te, in un PACS, gli obblighi rifiutati e i diritti conservati rispetto a un matrimonio civile?
Se esistono dei diritti, automaticamente esistono anche gli obblighi conseguenti. Magari sono diversi da quelli del matrimonio, ma esistono. Cosa ci sarebbe di terribilmente male nell’avere la possibilità di scegliere tra due o più tipi di legame civile diverso?
Lisa
Io capisco il vostro punto, di vista genitori miei, ma vi porto la mia testimonianza: io ho 23 anni e i miei genitori sono non-credenti. Le elementari che ho frequentato avevano insegnanti bigotti (anche se me ne sono reso conto poi, chiaramente) e nonostante ciò io oggi non credo in nessuna religione. Anche io avevo l’esonero dalle ore di religione ecc…
Capisco la vostra battaglia e ritengo che dal punto di vista etico sia sacrosanta (ahah) ma voglio anche dire che se siete dei bravi genitori e le vostre idee laiche sono chiare e forti, allora i vostri figli le assorbiranno fin da piccoli e saranno anche loro, un domani, sostenitori del libero pensiero proprio come è successo a me e non sarà bastata certo una suora per “traviarli”
🙂
Il tuo è un caso particolare (e fortunato) non generalizzabile, soprattutto non applicabile a questo caso specifico dove i genitori hanno agito in base alla loro esperienza.
Al di là di ciò, al ragazzino può essere servita (e dico ‘può’, perchè qui procedo anch’io per ipotesi, in astratto) come lezione importante la prova di coerenza dei genitori, che in caso contrario avrebbe potuto inculcare in lui quel ‘presapochismo etico’ così tipicamente italo/cattolico.
Giusto Luca!
Sarebbe come dire che non si vogliono maestri omosessuali (come ebbe sciaguratamente a dire Fini quando “ancora” era fascista) perché si teme che anche i bambini si “contagino”, o che sia un esempio che i bambini posano imitare. Queste sono fesserie clamorose.
Solo la pluralità di voci e di esperienze permette di avere gli strumenti necessari per fare una scelta libera e consapevole, in ogni campo. (di conseguenza, la pluralità ve cercata e sostenuta, e in certi casi pretesa)
Il bambino verrà su credente? E pazienza: avrà comunque esercitato la sua libertà. E questa per me è sempre una buona notizia.
Aggiungo: io ho fatto l’asilo dalle suore. Alle elementari dicevamo il padre nostro tutti i giorni e c’era sempre l’ora di religione. C’è sempre stata una certa religiosità da parte di mia madre (mio padre purtroppo è mancato quando io ero molto piccolo) e di domenica bisognava andare alla messa e a fare catechismo. Ho fatto comunione e cresima e tutto. Alle medie idem, ma avevamo anche insegnati non credenti che comunque dicevano la loro (pur con il rispetto dovuto a un luogo di educazione e non di proselitismo). Anche alle superiori ho talvolta seguito l’ora di religione, imparando ad argomentare e a confrontarmi. Devo anche molto a una professoressa ciellina, anche se abbiamo avuto scontri epocali.
Sono venuto su decisamente ateo e relativista e liberale. Sono anche io un’eccezione? Tutti quelli che frequentano questo sito sono un’eccezione, perchè TUTTI noi abbiamo avuto un’educazione religiosa.
@ Lindoro
Sembra proprio che ce l’abbia con te(^_^)
Affermi:”Sono anch’io un ‘eccezione? Tutti quelli che frequentano questo sito sono un’eccezione, perchè TUTTI noi abbiamo avuto un’educazione religiosa”
Purtroppo sì. A parte il modo con cui ognuno di noi è riuscito a liberarsi da un’educazione religiosa, sai quanti invece – al di là ovviamente di chi la religione l’ha poi sposata liberamente – non ne sono usciti?
Bruno, ma figurati ci stiamo confrontando è naturale avere posizioni diverse. Poi i contrasti con pesone intelligenti sono una manna 😉
È un po’ come l’evoluzione darwiniana: noi rappresentiamo delle mutazioni che resistono e si propagano, un po’ alla volta… Malgrado il potere immenso della chiesa in italia il mondo va avanti, le cose cambiano. Pensa a com’era l’italia solo pochi decenni fa, e guardala adesso. Poi immaginala fra 50 anni.
… probabilmente ci sarà ancora berlusconi presdelcons e la chiesa avrà la delega all’istruzione e alla sanità. L’italia sarà divisa in tre. il centro-sud anesso all’africa, il centro-nord annesso alla polonia, gli unici in europa che ci vorranno. e una piccola comunità di ribelli che faranno un piccolo stato ai confini dell’olanda 😉
beh io sono quel che sono anche grazie ad asilo, elementari e in parte anche alle medie, dalle suore….
ma se mai avessi un figlio vorrei che gli fosse insegnata la posizione evoluzionista come scientifica mentre quella creazionista come simbolica. E vorrei che gli fosse insegnato cosa significhi esercitare il senso critico e il pensiero, anzichè doversi difendere o soccombere dagli infiniti tentativi di indottrinamento.
Sulla qualità dell’insegnamento io non transigo. E questa insegnante si sta dimostrando troppo di parte per aver qualcosa da insegnare realmente, al di fuori delle sue convinzioni.
Proprio come accade con molti maestri pesantemente schierati politicamente che stravolgono la storia anzichè interpretarla, e penalizzano gli studenti che la pensano diversamente.
Nella mia esperienza personale, nessuno, durante il periodo di permanenza dalle suore, si è mai sognato di mettere sullo stesso piano darwin con adamo ed eva. Anzi, sono complessivamente più che soddisfatto del livello di conoscenze apprese e del modo in cui sono state trattate.
Ma uscendo di lì ero convinto:
* che gesù fosse un personaggio storico
* che la bibbia fosse un libro di storia (ma allora la genesi no??.. mah..)
* che la bibbia fosse fatta per essere interpretata dal clero (ma non era un libro di storia???)
* che l’eutanasia fosse un male assoluto
* che dovevo rendere conto delle mie azioni a dio (parlandone coi suoi rappresentanti di tanto in tanto)
* che la religione è bene, trasmette dei valori positivi, aiuta l’uomo
* che il demonio esiste
* che madre teresa fosse un esempio da seguire
e quanti di noi pregavano dio di donare cibo ai poveri, in mensa, quando ci fermavamo al pomeriggio, magari per fare qualche lavoretto decorato con pasta barilla incollata e verniciata…
Penso sia piu facile proporre al figlio direttamente le due campane anzichè vederlo fare un percorso di progressiva distruzione e ricostruzione dei propri valori e del proprio modo di pensare.
E se un genitore non vuole che il proprio figlio debba avere una suora per maestra, non può rischiare di trovarsene una in una scuola pubblica, sotto l’ala protettrice della preside e con una manifesta parzialità nel vedere le cose.
Bisogna fare più casino. Una notizia del genere nonché il messaggio di Roberto vanno diffusi o-vun-que sia possibile!
Penso non si debba fare l’errore di considerare il mestiere dell’insegnante alla stregua degli altri lavori.
Il mestiere dell’insegnante è un mestiere formativo, non solo informativo. Si tratta quindi non solo di trasmettere informazioni, ma anche e sopratutto di plasmare la mentalità e la psiche delle nuove generazioni.
Non prendiamoci in giro, è ovvio e chiaro come il sole che quella suora andrà ad agire, per mezzo del conscio e/o dell’inconscio, nella mente dei bambini. Fa parte dei loro stessi voti. Ed io ho sinceramente paura di questo.
E’ importante che il mestiere dell’insegnamento sia riservato ai laici, cristiani musulmani buddisti o atei che siano, ed è inaccettabile che questo mestiere sia dato a membri del clero, ai chierici.
Ragazzi, vi prego di ragionare e di battere i pugni su questa questione, perchè è molto importante. Per quale motivo pensate che i gesuiti cerchino, e di fatto occupino, i maggiori ruoli nell’ambito dell’educazione, persino universitaria?
Dicono i gesuiti: dateceli per i primi 7 anni e saranno nostri per tutta la vita.
mi dispiace per la polvere mediatica che si è sollevata, per lo più tesa a gettare discredito sulle famiglie coinvolte.
capisco la posizione del sig. Roberto Villani, ma la condivido solo in parte.
il problema della laicità in Italia esiste ed è enorme, ritengo però che il caso in questione sia solo marginale al problema, nel senso che i religiosi che insegnano materie curricolari che non siano religione, sono assai pochi e, tutto sommato, li inscriverei nel pluralismo di idee che si può incontrare nella scuola pubblica.
d’altra parte la legge permette ai religiosi di accedere alle graduatorie (diversamente che dalle liste dell’elettorato passivo).
personalmente non avrei ritirato i miei figli dalla scuola (ma quella è una scelta individuale insindacabile), mi sarei limitato a contestare le eventuali azioni non conformi al curricolo nazionale eventualmente intentate dalla maestra, come per esempio le balle del creazionismo (se le vuole insegnare nell’ora di religione, si può, ma in qualsiasi altro momento sono fuori luogo, se non per spiegare ai bambini che si tratta, appunto, di balle).
continuo a pensare che si tratti di un caso individuale gestito impropriamente in forma pubblica.
per il resto piena solidarietà al sig. Roberto Villani ed alla sua famiglia per le parole pesanti subite, non ultimo la ripugnante standing ovation organizzata dalla Dirigente, dimentica che la scuola è un momento d’insegnamento e non un luogo ove emulare i programmi della mariadefilippi
Grazie per la battaglia che state combattendo per il bene di tutti.
Una delle cose, in tutto questo marciume tipicamente italiano, che mi è saltata all’occhio è che la direttrice vi abbia chiamati “razzisti”. È una cosa gravissima e purtroppo sempre più comune: gli estremisti religiosi cercano di confondere due cose diversissime come etnia/nazionalità e religione, cercando di etichettare qualsiasi critica o attacco alla religione o alle persone religiose come razzismo.
È un gioco che hanno, per quel che ne so, iniziato a fare alcuni musulmani e la cosa ha avuto molto successo, grazie anche all’aiuto dei media (più o meno tutti, persino i meno peggiori) e di molti partiti politici (a partire dalla Lega Nord e dal PD) in Italia ed all’estero, che non fanno il minimo sforzo per distinguere i musulmani dagli stranieri, gli italiani dai cattolici, le critiche (anche feroci) all’islam dal razzismo.
Secondo me è uno dei punti su cui l’UAAR dovrebbe spingere molto per disperdere il fumo intorno al significato delle parole, perché se gli estremisti religiosi riescono, a torto, ad appiccicarci l’etichetta di “razzisti” allora abbiamo perso la possibilità di fare prevalere la ragione prima ancora che la discussione inizi.
Il lemma “razzista” è stato trasformato in un insulto ad ampio spettro, di quelli adatti a tutte le stagioni. Viene usato a proposito e a sproposito, indifferentemente, tutte le volte che si intende bollare l’interlocutore con il peggior marchio d’infamia. Un modo di bassissimo profilo per chiudere la bocca e stigmatizzare con l’etichetta di “male assoluto” colui col quale si è in disaccordo. Diffidate di chiunque usi il termine “razzista” come una mannaia, al di fuori da ogni contesto nel quale quel termine è pertinente col suo vero significato (non quello dei nuovi vocabolari, che si sono adattati al nuovo impiego, ma di quelli più datati).
Per mostrare il suo “equilibrio” l’insegnante-suora dice che spiegherà ai suoi allievi sia Darwin che il creazionismo.
Questo dovrebbe essere, anzi è, compito del professore di scienze.
Perchè lei invece, docente di italiano, ritiene di dover passare su questi argomenti??
Trovo ovvio pensare che la suora abbia voglia di sfruttare il suo ruolo di insegnante per portare avanti la propria “personale missione”.
Il tizio del forum cattolico esprime chiaramente quello che ho tentato di dire io nei commenti alla notizia: chiediamoci se il voto di obbedienza alla chiesa e’ compatibile con l’essere un pubblico ufficiale. Io direi di no, specie se si occupa di studenti minorenni.
Dalla lettera capisco che la suora va pure a scuola vestita da suora, non in “borghese”! Pensate alla soggezione che puo’ incutere una divisa.
Non mi stupisco della sua volonta’ di insegnare il creazionismo.
Inizio manifestando a Roberto un apprezzamento per la sua coerenza e proseguo con l’invito a non mollare la sua determinazione di denunciare sempre e ovunque i soprusi non rinunciando alla sua indipendenza.
Due cose vorrei commentare, prima prima è che si fa un gran parlare del velo islamico e nulla si dice dell’abito di una monaca che per quanto legittimo dentro la sua chiesa o la sua casa non è legittimo indossato, esposto in un edificio pubblico e laico.
La seconda è che mi piacerebbe chiedere alla direttrice dell’istituto laico, se magari durante l’ora di religione, per par conditio e a protezione dei minori sarebbe disposta a proiettare in classe agli alunni un documentario della laica BBC (sex crime and the vatican- scaricabile da YouTube) dato che si tratta di un documentario che parla di preti, di vaticano e del papa. In alternativa se fosse disponibile a leggere in classe il libro Vaicano Spa facendolo commentare dagli alunni.
Saluti
Sal: “si fa un gran parlare del velo islamico e nulla si dice dell’abito di una monaca che per quanto legittimo dentro la sua chiesa o la sua casa non è legittimo indossato, esposto in un edificio pubblico e laico”
Ottima osservazione. Alquanto pertinente. Il paragone è azzeccato, anche volendo tenere conto che il velo islamico è più prossimo al velo usato fino a tempi recentissimi nel nostro meridione (l’uso del velo è contemplato anche dalla bibbia), mentre quello delle suore è una vera e propria divisa, che indica militanza attiva in organizzazioni che richiedono obbedienza totale alle norme imposte dalla loro “autorità”.
Ormai è un problema politico, inutile girarci intorno. Con la classe dirigente attuale il trend è uno pseudo-confessionalismo, ovvero l’utilizzo del cattolicesimo “di Stato” (tutto “liturgico” e di facciata) ai fini del controllo dei cittadini. I “disobbedienti”, inevitabilmente, finiscono marginalizzati.
Condivido pienamente.
Credo che il fatto di discriminare la suora come maestra sia stato molto limitativo e frettoloso: mantenendo vostro figlio nella classe avreste potuto iniziare con lui un discorso molto profondo e educativo sui significati di laicità, religiosità e religione, oltre ogni concezione di “confessionalità” o di “aconfessionalità”.
I genitori avrebbero potuto cogliere l’occasione per insegnare al bambino a “confutare nel contesto” (in mezzo ai suoi compagni e con la maestra-suora) e a “mettere in crisi” il “sistema” (non poche volte diseducativo e molto parziale) a cui sono soggetti i bambini/adolescenti che frequentano l’ora di religione.
Per esperienza personale (ho frequentato le scuole elementari e medie in un periodo in cui l’ora di religione era ancora obbligatoria) mi sono divertito moltissimo a “mettere in crisi” (molto compostamente) alcuni dei miei insegnanti di religione ponendo loro numerosissime domande a cui non sapevano trovare risposta se non raccontando delle curiose storielle che giustificavano la loro ignoranza…
Tuttavia mi sono imbattuto anche in insegnanti di religione che se fossero stati scoperti dalla curia sarebbero stati “spretati” o trasferiti su due piedi per gli eccessivi livelli di apertura mentale e di laicità…
Grazie ai miei genitori (che non mi hanno mai inculcato o imposto credenze, prevenzioni o supersitizioni né di tipo religioso e tantomeno laico) sono cresciuto “libero”, contro ogni forma di violenza e di sopraffazione e capace di scegliere (cosa, purtroppo, che la quasi totalità delle nuove generazioni non può – o non sa – fare) senza alcun condizionamento.
Oggi hanno prevalso – purtroppo – i modelli del “gregge” e la famiglia (intesa come nucleo sociale di rinnovamento) non possiede ancora i “mezzi culturali” per far emergere il proprio pensiero critico e autoconsapevole.
Basti osservare la scadente qualità dell’italico “risultato sociale” della formazione, dell’educazione e dell’istruzione…
“Tuttavia mi sono imbattuto anche in insegnanti di religione che se fossero stati scoperti dalla curia sarebbero stati “spretati” o trasferiti su due piedi per gli eccessivi livelli di apertura mentale e di laicità…”
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In tal caso, non capisco veramente cosa ci sia di ammirevole o di apprezzabile in persone che prima approfittano bellamente della raccomandazione della Curia per rimediare un posto di lavoro nella scuola statale, e che poi si compiacciono di insegnare, all’insaputa della Curia, cose diverse da quelle per cui sono stati scelti, abilitati e assunti.
Se quegli insegnanti non erano d’accordo con le linee ufficiali della chiesa cattolica, NON DOVEVANO prestarsi a fare gli insegnanti di religione cattolica, tutto qui.
Lisa
Se pensate che “apertura mentale e laicità” siano condannate dalla Chiesa allora avete conosciuto solo quelli del forum dei “cattolici romani”.
Io ho insegnato religione in due occasioni e ti assicuro che l’idoneità riguarda soprattutto la preparazione culturale e viene revocata solo in casi eccezionali di prese di posizione apertamente in contrasto con la Chiesa.
Un’altra considerazione con riferimento al commento di quel ‘cattolico romano’.
Fermo restando il diverso punto di vista con cui viene affrontata la questione, concordo anche qui col giudizio espresso da Roberto. Al di là di tutte le questioni giuridiche (importantissime, sia ben chiaro, ma non al punto, a mio parere, da fare passare in secondo piano considerazioni altrettanto importanti) chiedo di valutare un punto: questa suora, la cui scelta di vita non è equivocabile e che come tale ovviamente deve essere rispettata, come può rivestire un ruolo, altrettanto qualificante, di insegnante in una scuola pubblica dove deve necessariamente svestirsi del suo ruolo di religiosa? Avendo fatto una scelta che la impegna a testimonire la sua fede in modo totalizzante, che comporta l’impegno fondamentale ad ifondere la buona novella, come può conciliare i due ruoli? Per conciliare i quali – di insegnante e di religiosa – non mancano certo nel nostro paese luoghi e istituzioni, dalla scuola privata cattolica alle innumerevoli organizzazioni promosse e patrocinate dalla chiesa.
Questo, ripeto, al di là degli aspetti giuridici, di legittimità più o meno formale, sollevati dalla vicenda
uesta suora, la cui scelta di vita non è equivocabile e che come tale ovviamente deve essere rispettata, come può rivestire un ruolo, altrettanto qualificante, di insegnante in una scuola pubblica dove deve necessariamente svestirsi del suo ruolo di religiosa? Avendo fatto una scelta che la impegna a testimoniare la sua fede in modo totalizzante, che comporta l’impegno fondamentale ad ifondere la buona novella, come può conciliare i due ruoli?
questo e’ l’argomento su cui riflettere.
C’e’ invece poco da riflettere sul fatto che l’insegnante in questione (di italiano?) voglia spiegare Darwin ma anche il creazionismo e voglia vestirsi ostentando l’appartenenza ad una organizzazione “indipendente e sovrana” dalla Repubblica Italiana: qui il dirigente scolastico dovrebbe intervenire e basta richiamando l’insegnante, sua dipendente
Fossi il padre di uno dei bambini, la direttrice della scuola me la mangerei con tutti i vestiti addosso. Tirate fuori le .alle ogni tanto.
Il problema per me non è la suora in quanto suora. Ognuno è libero di vestire e ostentare il suo modo di essere, anche di fronte a bambini (nel limite della decenza). Se incontro un punk per strada, non mi preoccupo certo di sottrarlo alla vista dei bambini.
La suora dovrebbe semplicemente attenersi a quelli che sono i programmi scolastici. A quel punto non ci sarebbe nessun problema. Ma mi sembra che ella abbia dichiarato di voler proporre il creazionismo… che è materia dell’IRC, non certo di italiano…
Inizio con un plauso, a Patrizia e Roberta, per il coraggio e la determinazione, a loro va la mia piena solidarietà.
Credo però che i tempi non siano maturi, specialmente nel nostro paese, per affrontare in maniera diretta lo scontro con il millenario conformismo religioso che sta lottando per non soccombere all’affermazione del neo-razionalismo.
Consiglio in questi casi di rifarsi al principio Taoista del non agire “Wuwei”: Ogni tentativo di interferire con la natura delle cose è destinato a fallire. Non significa una totale inattività ma significa mettersi in armonia con il contesto che ci circonda.
Il concetto appare chiaro con la metafora del pino e del salice. Dopo una pesante nevicata i rami rigidi del pino si spezzano sotto il peso della candida coltre, mentre le fronde flessibili del salice si piegano scrollando a terra lo strato che li riveste.
So che è difficile da accettare, ma così come Voi pur crescendo in un ambiente religioso avete maturato una coscienza laica e a quel che sembra atea. Allo stesso modo il vostro bambino pur con la presenza della monaca, avrebbe continuato a rimanere ateo , anzi lo sarebbe stato con ancor più convinzione.
Non ho elementi per determinare se era il caso di affrontare direttamente i poteri forti che hanno determinato l’assunzione della monaca in un istituto statale e soprattutto se erano opportunamente state valutate le possibilità di esito positivo.
Un pò come è successo nel caso della presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. Se i corrotti magistrati italiani si sono sempre dimostrati negativi nei confronti di chi giustamente affermava un principio di diritto riconosciuto dalla legge e dalla costituzione, pensavate che la sentenza CEDU in questo Stato Italiano sarebbe stata accettata bonariamente?
Ormai è solo questione di tempo, così come ci volle qualche secolo perchè il cristianesimo in epoca romana, spazzasse e rendesse ridicoli gli Dei dell’epoca, è già passato qualche secolo da quando i semi dell’illuminismo e del razionalismo hanno cominciato a diffondersi nell’umanità e a minare le fondamenta delle attuali religioni.
Secondo me, manca poco ormai perchè gli attuali Dei vadano a fare compagnia Zeus, Odino, Mitra, Ra, Manitù e tutte le altre divinità che venivano venerate prima delle attuali.
De Sade: “Secondo me, manca poco ormai perchè gli attuali Dei vadano a fare compagnia Zeus, Odino, Mitra, Ra, Manitù e tutte le altre divinità che venivano venerate prima delle attuali.”
Quel che preoccupa è che ciascuna di quelle divinità è stata sostituita da altre, non si è limitata a scomparire nel nulla. Temo che lo stesso accadrà al dio dei cristiani. E provate un po’ a indovinare quale sarà la religione sostitutiva?
Viva l’Italia!
Chi è ateo o agnostico rifiuta l’insegnante perché chiaramente cattolico. Chi si troverà da cattolico un ateo o agnostico perché tale. Chi è di una certa religione perché sono di un’altra. Ognuno è libero di dire quello che vuole, ma quello che si creerebbe poi sarebbe una scuola o confessionale (non necessariamente cattolica) e una atea. Poi – mi dimenticavo – ci sarebbe la politica. E chi è berlusconiano rifiuterebbe per il pargolo un insegnante ch’entra in classe con Repubblica in mano e chi invece la pensa all’opposto andrebbe su tutte le furie e correrebbe dal preside per fare spostare il/la figlio/a se l’insegnante entra in classe con il Giornale sotto il braccio.
MA QUANTE CLASSI VOLETE O MEGLIO QUANTE SEZIONI DEVONO ESSERE FATTE?
NON SAREBBE ORA DI APPLICARE L’ARTICOLO 30 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA?
Naturalmente non è questo il punto. Una scuola laica comporta la compresenza di ogni posizione, diciamo pure di ogni ideologia, ma non la presenza di chi – come è il caso della suora – si presenta come impegnato in base alla sua scelta, prima di riconoscersi in ogni altro ruolo, a testimoniare la propria fede. Sarebbe come se si presentasse un insegnante UFFICIALMENETE, PUbBLICAMENTE impegnato a testimoniare una qualsaisi ideologia nella quale si riconosce. Per non parlare, ad esempio, di un insegnante appartenente al ‘clero’ (adesso non mi viene un altro temine) islamico. Questo naturalmente al di là (perchè poi alla fine è proprio qui che, per assurdo, sta il vero punto dirimente) del rapporto privilegiato, sancito da un concordato, che il nostro stato intrattiene con la chiesa cattolica.
Ricordo, in epoca non sospetta (o molto sospetta, dipende… comunque anni cinquanta) un mio insegnnte di matematica che si presentava puntualmente in classe con tanto di Unità (allora un giornale che indicava inequivocabilmente un’appartenenza, anche se non ‘ufficiale’ come quella di una suora) che gli sbucava dalla tasca chiaramente perchè fosse ben in vista. Fu richiamato e non lo esibì più. Tra l’altro, insegnando matematica, non aveva certo l’occasione per fare opera di proselitismo, almeno esplicitamente, durante le lezioni.
stai confondendo le acque.
non viene rifiutato un insegnante perche’ cattolico, ateo, musulmano o altro.
viene contestato che l’insegnate ostenti l’appartenenza ideologico religiosa vestendosi con una divisa, viene contestato che l’insegnante di italiano voglia insegnare Darwin e il creazionismo come “opzioni”, non rinunci ai suoi voti mentre fa l’insegnante (sono compatibili i suoi voti con il ruolo di insegnante di una scuola pubblica?, su questo vorrei riflettere).
Accettesti senza batter ciglio di lasciare tuo figlio nelle mani di un insegnante che si veste con gli abiti del Ku Klux Klan, che dichiara di voler insegnare che le razze possono essere uguali ma possono esserci anche razze superiori e razze inferioni, che ha giurato fedelta’ ad una organizzazione parallela a quella dello stato a cui tu appartieni?
Rispondi sul piano del principio, non buttarla sul fatto che KKK e Ordini di Suore sono cose diverse
Sul piano del principio, chi dichiarasse di voler insegnare il creazionismo o – peggio ancora – il razzismo pseudoscientifico dovrebbe essere sottoposto ai provvedimenti disciplinari opportuni. Indipendentemente dalla divisa o dai giuramenti.
(Neanche lo yoga mi andrebbe bene, per inciso. Se non erro la dirigente scolastica ha dichiarato che una maestra precedente aveva fatto recitare mantra ai bambini…)
Un ecclesiastico che entra nella scuola pubblica, è chiaro, dichiara implicitamente che i suoi voti religiosi sono compatibili con le leggi italiane. Che la fedeltà verso la CCAR non si tradurrà mai in atteggiamenti contrari alle norme della scuola pubblica. Sta a lui o lei dimostrare poi con i fatti che è così. Altrimenti, si torna al punto di prima, i provvedimenti disciplinari.
Ma dai siamo seri. il Ku Ku Klan paragonato ad una suora! Ma dai che ad arrampicarsi sugli specchi fate il gioco dei cattolici, magari quelli tradizionalisti. Andando tra l’altro a postare un intervento in Cattoliciromani che dice il contrario di quello che gli viene fatto – qui – affermare.
Un religioso che va in convento fa dei voti incompatibili con la legge. Ma fate ridere. Allora un cattolico un giorno o l’altro contesterà la presenza di uno che si presenta come insegnante e nel contempo affermerà d’essere ateo.
E allora non venite a piangere con un altro intervento perché MAL CHE SI VUOL NON DUOL.
@ cefa
per fortuna di avevo detto di evitare di dire che KKK e suore sono cose diverse
mettici quello che vuoi al posto di KKK: un piduista che venga incappucciato, un comunista totalitario che venga con l’immagine di Stalin, un neonazista che venga in divisa SS, un prete ortodosso che venga vestito da prete ortodosso, uno del PD che venga con maglietta del PD e con gli slogan del PD.
Sono tutte forme di condizionamento inaccettabili, specialmente se fatte su bimbi dai 3 anni di età, bimbi di famiglie che quelle ideologie gliele vogliono somministrare quando avranno la capacita’ di giudizio per reggere il confronto
Forse allora possiamo dire che se l’insegnante di mio figlio appartenesse alla folgore e andasse a scuola in divisa militare ad insegnare quanto e’ bello andare a fare la guerra io mi arrabbierei un pochino.
E forse qualsiasi cattolico si arrabbierebbe se l’insegnante del proprio figlio andasse a scuola vestito da monaco buddista e insegnasse la meditazione orientale o da imam e insegnasse a leggere il corano in arabo.
Vanno meglio questi confronti con la suora? Sono piu’ di tuo gradimento?
Se scoprirai che gli insegnanti di tuo figlio appartengono ad una simpatica setta di satanisti e vengono a scuola incappucciati di nero, magari ne riparleremo.
Commento x cefa -non avevo specificato-.
Suora con satanisti? Si, continuiamo così con paragoni da operetta e va bene.
Senti, Cefa,
La mia catechista mi invitò a rotolarmi tra le ortiche per purificarmi dei peccati.
La mia prof. di religione delle medie diceva in classe che suo marito parlava con la Madonna e che dovevamo pentirci perchè il giudizio era vicino (venne poi arrestato per aver truffato i fessacchiotti che gli regalavano soldi a palate per avere “la grazia” e lei sparì dalla circolazione).
Alle superiori i supplenti erano uno più folgorato dell’altro: chi piangeva in classe, chi ci leggeva i fotoromanzi, chi blaterava di inferni con fiamme realmente esistenti, chi ci diceva che l’unico dio era Marx ( 🙁 ?), chi leggeva il libro di testo e non parlava mai, chi invece parlava di tutto dai film alle cipolle ma mai di dio…
Siccome ci sono tante teste quante/i i docenti di religione, l’unica cosa che posso dirti è che un genitore non credente resta comunque spesso sconvolto: troppi i casi di sciroccati totali. Devo dire che però che reputo le suore più pericolose: è la “divisa” di lavoro, il vestito, che la qualifica come appartenente ad un gruppo distinto.
Vedi, lo sciroccato vestito come la mamma o il papà fa pochi danni perchè c’è molto materiale umano con cui confrontarlo.
La suora – o il frate, o il prete – hanno invece un impatto di gruppo: non son visti come singoli individui dai bambini ma come gruppo.
Il gruppo ha sempre un potere attrattivo superiore al singolo.
Poi, non discuto sulle competenze di questa suora, ma il richiamo al creazionismo, che la CHiesa cattolica ufficialmente e a più riprese ha respinto anche nei libri ad usum seminario dimostra che si tratta di una stravagante iperfidelizzata, poco incline immagino ad accogliere i diversamente credenti o non credenti.
Allora quando io avrò dei figli non vorrò mai che abbiano un insegnante iscritto all’UAAR in quanto membro di un sodalizio di cui non condivido le finalità.
Hai per caso visto qualche ateo che ostenta i suoi simboli e li vuole imporre nelle scuole; che fa parte di una associazione di atei, la quale associazione nomina i suoi seguaci celebrando riti che impegnano i membri per tutta la loro vita a seguire il precetto del “andate e convertite i popoli della terra” all’ateismo?
avresti ragione se tale insegnante avesse giurato fedelta’ all’Uaar (*), se venisse ad insegnare ai tuoi figli tutti i giorni con bandiera dell’Uaar sulle spalle e cartelli dell’Uaar in mano, se avesse dichiarato che vuole insegnare ai suoi allievi che gli dei non esistono
neppure io, dirigente Uaar con due figli, non lo vorrei come insegnante per i miei figli
(*) a scanso di equivoci, non si giura fedelta’ all’Uaar: ci si associa perche’ se ne condividono gli scopi
@ cefa
esatto, un enorme problema e’ il vestito
poi ne vengono altri, ad esempio sapere come la suora e’ diventata insengnate di italiano (ad esempio se passata da religione a italiano, dove per l’insegnamento della religione era stata selezionata dal vescovo…)
se riuscirai ad individuare a colpo d’occhio un iscritto all’uaar, faccelo sapere.
non credo esistano vestiti e simboli peculiari come quelli di una suora
Ah, il problema è il vestito. Sagace.
cefa..
se io fossi un professore ,,e andassi a insegnare ..”ah il problema è il vestito”
in minigonna …che diresti ? ha il problema è il vestito????
sagace.
Perdonatami ma a leggere frasi del tipo “allora se un professore è iscritto all’UAAR, se votasse PDL, se leggesse il giornale, repubblica, se ecc.” mi imbarazzano.
Sono l’unico che intravede in questa vicenda una chiaro e contrapposto scontro tra due mandati?
In questo caso non si tratta di una contrapposizione di semplici opinioni personali o di stili di vita. Una persona investita di una carica pubblica accetta, sottostà, promuove e opera seguendo il mandato dello Stato, una persona investita di una carica religiosa accetta, sottostà, promuove e opera seguendo il mandato della sua confessione. E’ ben diverso dalle “inclinazioni o opinioni” personali, che possono essere comunque dannose se risultano influenti sull’opera dell’insegnante in quanto andrebbero a violare (appunto) il suo mandato di pubblico ufficiale. La differenza tra una opinione personale e il “dettame” di un mandato per un insegnante è colossale: la prima può e deve essere soppressa durante l’esercizio delle proprie funzioni, la seconda no.
Una suora insegnate è portatrice di due mandati: quello dello Stato e quello Chiesa cattolica che in molti punti sono coerenti, ma su molti altri appaiono evidentemente in tensione se non in contrapposizione.
Una suora insegnante dovrebbe insegnare nelle scuole della sua confessione (in quel caso i mandati sarebbero totalmente coerenti). Se vuole insegnare nella scuola pubblica dovrebbe non indossare l’abito e svolgere la sua funzione nel modo più “oggettivo e imparziale” possibile, esattamente come qualsiasi altro professore, ma ciò non è possibile perché limitato dalla sua appartenenza alla confessione.
Che sorga il dubbio che la suora nello svolgere la sua funzione pubblica possa essere non tanto “laica” come richiesto dal mandato dello Stato mi pare lecito e fondato.
Ripensiamo alle parole scritte da Roberto, a cui va la mia profonda stima e rispetto esattamente come alla suora, se vi fosse stato un Mullah regolarmente in gradutoria gli sarebbe stato permesso di insegnare e di presentarsi in classe con il tradizionale copricapo? Ho “pocopoco” qualche dubbio! Allora si che tutti i genitori sarebbero stati uniti…
Nessun eventuale insegnante iscritto a UAAR (come a qualsiasi altra associazione o partito politico) viene abilitato o meno all’insegnamento in una scuola laica in base alla sua appartenenza ad un movimento di opinione con finalità consentite dalla costituzione, mentre un appartenente ad un’isituzione religiosa di una religione storica non può, come tale – parlando sempre ovviamente di scuola pubblica – essere riconoscuto come laico. L’unica aggancio, sul piano giuridico – per quanto riguarda il nostro stato – è il riferimento al ruolo privilegiato che viene riconosciuto alla chiesa cattolica… ma non si venga a parlare di laicità.
Cosa naturalmente ben diversa, e naturalmente più che legittima, se si tratta di un credente, anche dichiarato e praticante, di una qualche religione, o sostenitore di una qualche dottrina politica.
Che poi nei fatti l’indottrinamento possa verificarsi comunque, questo dovrebbe essere ovviato dalla pluralità di voci, tra le quali non mancherà certo – non prendiamoci in giro! – la voce cattolica senza che sia un religioso a portarla!
@ cefa
Quanto scritto come replica a Federico vale anche per l’amico cefa.
Il quale non dovrebbe sempre sostenere che chi non la pensa come lui ‘fa ridere’… perchè se la mettiamo su questo piano sai quante cose risibili sta sostenendo pure tu?
Potrei dire, l’avevo detto, visto che la prima volta che è uscita la notizia avevo provato a dire che una suora in una scuola pubblica avrebbe insegnato quello che insegnava la sua religione, e non la materia che avrebbe dovuto insegnare. Creazionismo? Qualcuno mi aveva preso in giro per aver detto che forse l’avrebbe insegnato.
Un plauso ai genitori per le loro scelte e per le loro motivazioni che condivido in toto. Sono scelte che costano ma danno un segnale a tutti: cittadini, politici, noi stessi che qui ne discutiamo, e anche agli altri genitori che per il quieto vivere sono rimasti passivi.
Sebbene qui tutti siano atei o agnostici, non si deve sottovalutare la forza dell’indottrinamento (anche se “soft”). Liberarsi del pensiero di Dio può essere facile ma può essere anche molto difficile. Così come è molto difficile abbandonare i precetti, le idee, le sensazioni, le costrizioni inculcati dalla morale religiosa …anche se nel frattempo si è diventati atei…
Credo che, pur facendolo a malincuore, i genitori siano perfettamente in grado di gestire il cambio scuola. A chi parla di “trauma” ricordo che si tratta di una cambio scuola non di un atto di pedofilia. Diamo il nome “trauma” a ben altre cose..
io ho parlato di “potenziale trauma”. Anche il gesto apparentemente più innocente può conseguire in un trauma per un bambino, e non magari invece una violenza fisica… magie della mente!
Di certo recidere i legami di amicizia che si sono formati in due anni di scuola non potrà fargli un gran bene. Non sarà questa gran tragedia, d’accordo, ma sono molto dubbioso che sia una reazione commisurata al “pericolo” di indottrinamento. Delle due, preferirei stare all’erta e ascoltare bene quello che il figlio/a impara a scuola, leggere i temi e i cimpiti che gli vengono assegnati, e parlare anche con gli altri genitori per fare in modo che la suora non strabordi… inoltre cercherei di fare la mia parte di educatore, spiegandogli quali sono i valori della sua famiglia, ai quali deciderà col tempo di aderire o meno e in che modo.
Leggevo sul blog di Metilparaben, cosa ch emi ha colpito e fatto riflettere, che lui da liberale lascia decidere ai figli se avvalersi dell’insegnamento della religione. Uno ha chiesto di seguirla e lui senza batter ciglio ha accettato il suo desiderio. È così che si formano persone libere, non decidendo paternalisticamente per loro cos’è il loro meglio.
Se un cambio di scuola possa essere un “potenziale trauma” oppure possa non fare un “gran bene” sono opinioni. Dal mio punto di vista una sofferenza di questo tipo è controbilanciata dalla conoscenza di nuove persone e quindi da una maggiore apertura verso il nuovo e il cambiamento.
Sulle altre considerazioni (parlare con i figli e lasciare che decidano loro) posso anche essere d’accordo ma sono aspetti che sono legati all’età e maturità dei figli. In una situazione immodificabile come descritta sopra, e per di più in una scuola elementare, non ci penserei due volte a togliere mio figlio.
In generale poi credo che l’indottrinamento sia sottovalutato. Non c’è solo l’indottrinamento diretto (l’insegnamento della dottrina o del creazionismo, per esempio) ma anche quello meno esplicito che traspare da ogni frase quando una persona dogmatica parla di filosofia, morale, sessualità o di qualsiasi altro tema anche di cronaca. Ancor peggio, poi, sono le cose che mancano a queste persone cioè la capacità di trasmettere il pensiero scientifico, razionale, la capacità critica non legata a preconcetti e superstizioni. Tutte caratteristiche utili per formare “persone libere” come del resto chiedi anche tu.
paolo gelmo che dovremmo fare allora con tutti i preti che sono presenti in televisione, i giovani e i bambini non sono forse anche lì soggetti a un potenziale “indottrinamento indiretto”.
D’altra parte penso che difficilmente una maestra possa avere più valenza nell’educazione dei figli i quanto non la abbiano i genitori. Sta semmai ai genitori saper trasmettere un che di senso critico e di moderazione ai propri figli in ogni esperienza della propria vita, e già a 7 anni volendo il senso critico può essere sviluppato, poi certo ci sono bambini di quell’età che sono boccaloni incredibili e altri che sono invece smaliziati al massimo, ma quindi c’entra soprattutto la maturità del bambino e l’insegnamento che hanno ricevuto in famiglia
@moreno83 se tutto sta ai genitori cosa mandiamo i figli a scuola a fare? A sette anni il senso critico è già sviluppato? Forse abbiamo un concetto diverso di senso critico …
Maestri ed insegnanti hanno ruoli fondamentali nello sviluppo di un bambino. Non sono solo “fornitori di nozioni”. E’ pur vero che siamo circondati da “cattivi maestri” ma è proprio per questo che si deve salvaguardare quegli spazi FON-DA-MEN-TA-LI, scuola e famiglia, per l’educazione dei figli.
Leggendo questi post oggi pomeriggio mi è venuta alla mente la frase che un mio parente ha pronunciato una volta guardando la TV: “Ah, io sto bene attento. Non mi faccio influenzare”.
Tutta la solidarietà a Roberto.
La cosa più deprimente in questi casi è constatare come la malafede di gran parte dei cattolici superi la loro ignoranza, e che essi si facciano portabandiera di cosiddetti valori cristiani (tolleranza, amore per il prossimo, pietas e carità cristiana etc.) quando tali valori sono solo esibiti a parole per nascondere privilegi che nulla hanno a che spartire con gli insegnamenti del profeta che essi continuano a invocare, millantandone l’origine divina.
lO STATO LAICO NON PUO’ ESISTERE, perchè le corporazioni religiose sono costituite da cittadini che votano chi sostiene i loro interessi.
Questo succede in tutte le altre associazioni che si uniscono per eleggere chi li tutelerà.
Giusto. Via il voto ai cattolici.
Già, e anche le battute sciocche però. 🙂
Un situazione imbarazzante che però si pone anche in altri contesti. Ci sono anche preti che sono abilitati ad insegnare matematica, filosofia ecc. anche se alle scuole superiori il problema è diverso. Resta però il fatto che un insegnante impregnato da un “vizio ideologico” può essere ritenuto non in grado di emettere valutazioni obiettive. Si è fatto gran chiasso contro il professori “maoisti” che insegnavano filosofia nelle scuole, ma si tace se un prete insegna filosofia. Se un docente si professasse di religione islamica – o se una maestra si professasse di religione islamica e insegnasse con il velo – oggi vedremmo i genitori infuriati accalcarsi fuori dalla scuola. Scenderebbe in campo non solo il dirigente scolastico, ma anche il ministro invocando il “rispetto della tradizione”.
D’accordo, però quello dei pasdaran della tradizione non mi pare un buon modello per ispirarmi.
E nessuno ha mai chiesto di proibire l’insegnamento a chiunque sia iscritto a un movimento maoista. Cosa a cui sarei fortemente contrario.
Le suore, i preti, gli imam e tutti i cittadini che abbiano i requisiti necessari possono insegnare nelle scuole pubbliche italiane. E per fortuna.
Detto questo, se uno poi intende insegnare il creazionismo, allora mi sembra che i requisiti per insegnare non ce li abbia. Fossi in Roberto e Patrizia farei leva su questo, non su altro.
Tutti i cittadini che abbiano i requisiti necessari (siano essi cattolici, ebrei, atei o altro) possono insegnare nelle scuole pubbliche italiane. E per fortuna.
Le suore, i preti (ci sono gli imam?) possono insegnare nelle scuole pubbliche italiane. Ed è una sfortuna.
@ Gutul
Tanti auguri a Gutul! Forse gli è sfuggito che il vicepresidente del CNR ha promosso un convegno sul creazionismo! Altro che leve!
già, un viceprez di nomina politica (se non sbaglio è vicino agli ambienti opusdeiani, brutti posti) osteggiato da tutti i ricercatori del CNR e, ovviamente, anche dal presidente, che purtroppo non può cacciarlo.
E allora?
L’obbiettività nell’insegnamento è impossibile per chiunque sia credulone in religioni o in dogmatismi politici, purtroppo molti individui scelgono la professione di insegnante, proprio per soddisfare la propria compulsione all’indottrinamento, chiaramente, con una classe di bambini è facile raccogliere consenso ed è ciò che il credulone ricerca. Dunque è proprio la scuola ed i suoi criteri d’ammissione all’insegnamento, che è da riformare, infatti chi è affetto da queste ed altre manie, non è idoneo alla professione.
chi non supera esami di pedagogia e simili non dovrebbe insegnare. Non chi ha una qualsiasi visione del mondo.
con l’idea che se sei credente o hai un’ideologia politica non puoi insegnare, beh, non insegna nessuno.
Vi state arrampicando sugli specchi.
Riducendo alla fine il problema al vestito.
Prendendo per buone le farneticazioni di quel tal “Pietro” e stabilendo che una suora lavoratrice, deve in primo luogo evangelizzare invece che lavorare.
Prendendo per buono che “non dovrebbero esserci insegnanti organici a qualsiasi confessione religiosa (o non religiosa)” (ma allora Carcano potrebbe insegnare?).
grazie mille per quest atestimonianza che porta di certo chiarezza.
Anch’io non condivido le posizioni di Roberto perché seguendo questa logica chiunque potrebbe ricusare qualunque insegnante (il convivente, il gay, il fascista, l’anticlericale, il raeliano, lo scientologo, il testimone di geova, il vegetariano e perché no? il nano, lo storpio, l’handicappato..).
La suora non è stata messa lì dalla curia.
Ho insegnato religione alle elementari per un anno, ma non mi risulta che questo mi dia alcun punteggio per latri insegnamenti (forse è diverso per chi ha già l’abilitazione) per cui non confondiamo le acque: se questa suora è stata nominata in una scuola statale è perché è laureata, abilitata, insegna da otto anni e ha le carte in regola per occupare quel posto.
Penso che la dirigente aveva in mano gli strumenti per sistemare la cosa ma si è lasciata andare ad offese che non smorzano certo i toni.
La suora può di certo presentarsi “in borghese” se la dirigente glielo chiede, ma non vedo a cosa servirebbe visto che si saprebbe comunque che è suora, come in genere si viene a sapere se una maestra è sposata o se convive o se ha figli.
verificare se ciò che insegna è conforme ai programmi ministeriali non è difficile, se sgarra la denuncerete.
il problema oltre all’abito (fuori luogo) è che la suora pretende di insegnare la propria religione, come s’è visto col creazionismo.
un gay che insegna matematica non vedo cosa possa insegnare oltre alla matematica.
idem chessò, un comunista che insegna chimica.
chiaro che se durante la lezione facessero comizi o uscissero dal normale programma come la suora di cui sopra ha fatto e probabilmente sta facendo, sarebbe diritto dei genitori chiedere che si torni nei ranghi e che magari certa gente cambi mestiere.
Trovo decisamente ipocrita questa frase “povera suora (di cui, come più volte dichiarato, abbiamo il massimo rispetto)” sembra quella che dicono i credente degli omosessuali, verso cui dicono di aver rispetto ma poi non lesinano discriminazione e commenti al vetriolo.
Concordo in pieno col sig. Roberto sui crocifissi nella scuole, sull’inopportunità di un’ora di religione cattolica, ma non posso essere d’accordo quanto afferma un principio discriminante che una suora italiana e con tanto di concorso pubblico non possa insegnare in una scuola pubblica, così come qualsiasi altro insegnante di religione diversa o di qualsiasi altro credo che non sia religioso, ma filosofico o politico.
Finora i signori si sono mossi solo su presupposti che si basano sul loro pregiudizio e non su fatti concreti che dimostrino d’inidoneità della maestra di saper insegnare senza contaminare il programma ministeriale con le sue particolari idee, più di quanto non faccia una qualsiasi altra maestra. Anche perché le frasi riportate, senza un minimo di fonte, “a scuola spiegherò tutte le opzioni, Darwin e il Creazionismo” appaiono piuttosto strane visto che l’evoluzionismo non si insegna di certo in seconda , ammesso che faccia parte dei programmi della scuola elementare
Chiaramente prima di prendere parte in causa occorre documentarsi bene (qui nessuno, credo, sta emettendo sentenze definitive), ma è un dato di fatto che un religioso cattolico (suora) è formato tale per evangelizzare il prossimo. Suore che siano laiche convinte non ne ho ancora conosciute… poi, Darwin vs Creazionisti a parte (Nulla esclude che durante le sue ore un insegnante possa tirare fuori argomento “non propriamente consono” al suo percorso di studi, e m’indignerei anche se l’ideologia di partenza fosse altra), mi chiedo: quale approccio ha verso l’insegnamento dell’italiano. Quale letteratura per esempio?
Ma scusami, in linea di principio, perchè una suora non dovrebbe insegnare nelle scuole pubbliche?
Perchè crede in dio?
Perchè è serva del vaticano?
Perchè indossa abiti di pessimo gusto?
E’ questo il problema: i signori Villani (non voglio fare un gioco di parole) hanno fatto una barricata e un’alzata di scudi già ben prima che la maestra potesse darne serie e concrete motivazioni, e questo perché hanno in agito in preda al pregiudizio anticlericale!
Io capisco che si possa avere una qualche riserva nei confronti di una maestra-suora, ma prima ti tutto la terrò sotto controllo, sorveglierò che effettivamente non faccia nulla che esuli dai sui compiti di insegnate (delle elementari, ovviamente); e quando si fosse resa rea di aver mischiato il suo ruolo di insegnante con quello di “evangelizzatrice”, sarei intervenuto. Qui invece appena hanno sentito “suora”, hanno visto rosso come i tori e sono partiti lancia in resta prima di tutto contro una persona (alla faccia del tanto decantato rispetto, proprio esattamente come fa la Chiesa), e poi non paghi della caciarra sollevata, hanno chiesto prima lo spostamento della suora dalla classe (manco si fosse trattato di una suora sospettata di pedofilia) e poi, non ottenendo giustamente soddisfazione dei loro capricci, hanno deciso di far ricadere le conseguenze del loro pregiudizio non confermato sul figlio, spostandolo in un altro istituto, come se in quell’altro istituto una maestra di formazione cattolica non potesse rappresentare per il loro pargoletto la stessa “minaccia cattolica” che rappresentava la suora.
Mi auto-rispondo auto-citandomi per rispondere a Gutul:
“è un dato di fatto che un religioso cattolico (suora) è formato tale per evangelizzare il prossimo” 😉
“è un dato di fatto che un religioso cattolico (suora) è formato tale per evangelizzare il prossimo” ti chiedo troppo se ti chiedo di dimostrare che tutti i religiosi cattolici sono uguali e che tutti siano degli automi al servizio di B16. Non so te, ma io ho avuto l’opportunità di conoscere nella mia vita tre religiosi un preti e due frati, e mai nessuno quando ho avuto a che fare con loro ha cercato di evangelizzarmi come prima cosa.
I religioso forse sono meno zombi dei credenti.
Piena solidarietà a Patrizia e Roberto, e un incoraggiamento a continuare così.
Mi chiedo anche io cos’avrebbero detto molti genitori di un maestro rabbino o sikh che si impegna a parlare ANCHE degli insegnamenti curriculari ed extra confessionali…
E la dirigente? Possibile sia ancora lì se è tutto vero?
Solidarietà alla famiglia°°/!
Figurati un maestro imam! 🙂 Il punto è proprio questo…
da parte dei politici e benpensanti è interessante notare di come i religiosi vanno bene solo in quanto portatori della presunta tradizione. Ma quando poi alcuni parlano di cose scomode (bambini immigrati, ecc.) a coloro che si definiscono cattolici, ma di cui è lecito domandarsi se abbiano letto veramente il vangelo allora sono alleati degli islamici ergo non vanno più bene. Per cui tutti coloro che hanno umiliato questi due moderni eroi, che hanno solo chiesto rispetto per le loro idee (se ci deve essere libertà religiosa allora ci si ricordi l’articolo 3 della Costituzione, anche se ormai è carta atta a certi usi) dovrebbero farsi un piccolo esamino di coscienza se veramente sono in grado di accogliere i “diversi” da loro
caro Cefa
Come te credo fortemente in una scuola statale unica e plurale in cui tutti possano trovare il loro spazio confrontandosi con le diversità. Una scuola in cui ci siano insegnanti credenti e non credenti ed appartenenti ad ogni fede politica, che sappiano insegnare portando ai ragazzi le loro idee, senza però cadere nella strumentalizzazione.
Non credo però che in una scuola di questo tipo debbano esserci insegnanti organici ad una confessione religiosa (Preti, suore, rabbini, mullah ecc.) che a mio modo di vedere, per rispettare il giuramento fatto davanti al dio in cui credono, sono tenuti ad un opera di evangelizzazione incompatibile con un istituzione laica.
L’articolo 30 che tu citi obbliga i genitori a prendersi cura dei propri figli.
Da non credente mi prendo cura di mio figlio cercando di evitare che qualcuno gli riempia la testa di bugie (e per me ovviamente la religione è una bugia) in un età in cui non ha ancora strumenti per difendersi. Poi una volta cresciuto farà ovviamente le sue scelte!
Del resto nessuno si stupisce se un credente battezza il figlio a tre mesi, lo manda a messa, al catechismo ecc. ecc.
Queste scelte il credente le fa perché pensa che siano utili per il figlio.
Perché la mia scelta di avere un insegnamento non confessionale per il mio bambino non dovrebbe essere rispettata?
“insegnanti organici ad una confessione religiosa che a mio modo di vedere per rispettare il giuramento fatto davanti al dio in cui credono, sono tenuti ad un opera di evangelizzazione incompatibile con un istituzione laica”
Forse è meglio che, con un po’ di laico dubbio, impari a dubitare del tuo “modo di vedere”.
Quoto al 100%
L’ho già detto in commenti ad altre ultimissime sul medesimo argomento: sarei più spaventato da un insegnante ciellino, anche se non è “organico ad alcuna confessione”.
cefa scrive:
“Allora un cattolico un giorno o l’altro contesterà la presenza di uno che si presenta come insegnante e nel contempo affermerà d’essere ateo.”
Secondo me hai centrato il problema!!
Se un insegnante approfittasse del suo ruolo per parlare di ateismo e tentare di passare ai suoi alunni la sua personale visione, non sarebbe giusto.
Non è la scuola il luogo dove fare adepti alle proprie idee.
Ma sai una cosa, un ateo, od un incredulo in generale, raramente lo afferma per due motivi:
– perchè pensiamo che la necessità di professare un’appartenenza ad un corpus di idee sia un fatto decisamente religioso.
-perchè non abbiamo un un corpus di idee
Nella mia vita ho avuto tanti professori e so perfettamente chi di loro era religioso ma non so chi di loro era incredulo, ateo agnostico o scettico generico come vuoi chiamarli, perchè non ne parlavano.
Non c’è bisogno di parlare del ruolo di dio nella tua vita quando stai facendo una lezione di matematica o spiegando un passaggio della storia. Figurati della sua assenza.
Se una persona religiosa dovesse affermare “c’è un tale professore di tale materia dei miei figli, che, nelle spiegazioni relative ai contenuti della sua materia, trova sempre il modo di farci entrare l’idea che dio non esiste. Non lo trovo giusto.”, avrebbe decisamente ragione!!
E io stesso che sono un incredulo mi direi ” ecco un troll nella vita dei miei figli”.
Perchè un bravo insegnante sa molto bene che insegnare non può mai essere neutrale da se stesso, un onesto insegnante cerca di esserlo.
Facendomi un esame di coscienza io mi accorgo invece di parlare un sacco della mia visione del mondo. Verosimilmente, se fossi un insegnante, il fatto di essere ateo verrebbe scoperto in due secondi. Inoltre penso proprio che sarei incline a “trattare male” le confessioni religiose”.
è infatti inevitabile che gli insegnanti portino con se le loro idee, le uniche cose che un genitore ha il diritto (sacrosanto) di contestare sono l’incompetenza e l’insegnamento di materie al di fuori dei programmi scolastici.
Se un prete insegna filosofia dicendo che marx dimostra tutta la sua stupidità a sostenere che l’oppio è la religione dei popoli, va cacciato.
Se un fascistoide insegnasse che mussolini in fondo era una brava persona, vacacciato
Se un comunistoide insegnasse che Nietzsche è un fascista, andrebbe cacciato
Mi rivolgo a quanti sostengono che, proprio perchè la scuola pubblica deve essere laica, tutti coloro che hanno diritto di voto – che siano o non siano religiosi – hanno anche il diritto di insegnare, all’unica condizione di esserne abilitati professionalmente. Ora, se non ci si appella al concordato che prevede nel nostro paese un ruolo privilegiato per la chiesa cattolica (da cui l’ora di religione cattolica o l’8x100o), un appartenente (non un credente, anche praticante!) ad una confessione religiosa, con buona pace dei tanti liberali come Scalfari, laico non è. Chiunque invece è iscritto ad aossociazioni, organizzazioni che perseguono obiettivi consentiti dalla Costituzione, tipo UAAR – al di là di come poi viva questa appartenenza, che è un fatto privato – è laico.
E a questo punto, poichè sono stanco di tante ipocrisie, andiamo al sodo! Laicità significa pluralità di voci, d’accordo?… e c’è allora qualcuno che è in grado onestamente di sostenere che nelle scuola pubblica, (pubblica, non privata!) l’ideologia cattolica non sarebbe rappresentata, se non vi insegnassero suore e preti? SUORE E PRETI, cioè non credenti e praticanti, ma persone che ricoprono un ruolo che si può definire in tutti i modi, ma non laico. E la cui ‘profesionalità’, se così la vogliamo chiamare, consiste prima di tutto nella testimonianza e nella diffusione della propria fede. Questo sì da difendere in tutti i modi, non il voler svolgere funzioni pubbliche laiche.
Che poi, come è sicuramente vero, tante associazioni cattoliche ricoprano ruoli pubblici assolutamente meritori (caritas e simili), lo fanno come supplenza di uno stato che non è in grado (in realtà ai governanti italiani sta bene così) di provvedervi come tale.
Il punto è che stai dando per scontato che una suora (generica) voglia testimoniare la propria fede violando le leggi dello Stato italiano, cosa che si può sospettare, ma di cui a priori non si ha certezza. Se fossi una suora o un prete ti risponderei qualcosa come “intendo testimoniare la mia fede facendo bene il mestiere di insegnante, secondo le regole.”
A posteriori, poi, si può vedere se il singolo docente-ecclesiastico viene meno ai propri doveri o meno, e nel caso agire.
Scusa Magar, ma non è questo il punto. La suora potrebbe essere la migliore insegnnte al mondo ed essere più laica di un laico ‘patentato’… ma laica non è. Questo non essere laici, sia ben chiaro, almeno per quanto mi riguarda, non è una ‘diminutio’, per niente (lo potrebbe essere per un religioso che non sta bene con se stesso), ma uno ‘status’ ben preciso che una società laica deve difendere con ogni mezzo perchè chi vi appartiene possa praticare il suo culto (se non infrange la legge, ovviamente) e testimoniare la propria fede.
In altre parole, io non ritengo fuori luogo che un religioso insegni in una scuola pubblica perchè ‘potrebbe’ fare opera di proselitismo, ma perchè NON E’ LAICO… e non aspetto per denunciarlo che dimostri col suo insegnamento di non essere laico.
Ciò che mi pare sostenga più che coraggiosamente l’amico Roberto.
Non concordo. Se Tizio non fa proselitismo, rispetta le regole comuni, evita di abusare del proprio incarico, che ci importa se in tasca ha la “tessera” di componente attivo (fuori dall’orario scolastico) di un’organizzazione dogmatica, fideista e priva di democrazia interna? Affari suoi riuscire a conciliare nella sua mente la fedeltà a quest’organizzazione con la fedeltà allo stato. Se dice di farcela, e ce la fa davvero, buon per lui. Altrimenti si accomodi alla porta.
@ Magar
“Se Tizio non fa proselitismo, rispetta le regole comuni, evita di abusare del proprio incarico, che ci importa se in tasca ha la “tessera” di componente attivo (fuori dall’orario scolastico) di un’organizzazione dogmatica, fideista e priva di democrazia interna?”
A parte che io non sono così ‘cattivo’, non tanto con la gerarchia, quanto con tanti preti che ho avuto modo di conoscere (e a parte la difficoltà per stabilire se un religioso ‘ce la farà o no’ ad essere laico)… qui, come ho sostenuto in più modi, in ballo c’è appunto cosa si intende per laicità. Per me un religioso, anche non necessariamente appartenente ad una istituzione ‘dogmatica, fideista e priva di democrazia interna” (difficile per altro da trovare, ma questo è un altro discorso), non sarà mai laico, indipendentemente dalle sue qualità o propensioni.
Su questo, come ho replicato anche a dany, mi posso aspettare un dissenso, ma non su ciò che ne ho dedotto credo coerentemente.
Ci sono almeno due definizioni di “laico” (anche sui dizionari): 1) “non appartenente al clero” 2) “sostenitore della laicità dello stato, cioè dell’autonomia delle istituzioni pubbliche dalle confessioni religiose”.
Ora, è vero che un ecclesiastico, per definizione, “non sarà mai laico” se prendiamo la parola nel senso 1, che è quello usato pure dal Vaticano (cfr. il Pontificio Consiglio per i Laici).
Ma il senso che ci interessa qui è il secondo, e, sotto quel profilo, un religioso che si comportasse nella maniera corretta da me ipotizzata, non dico che potremmo chiamarlo laico, ma potremmo dire che non starebbe usando il suo mestiere per danneggiare la laicità dello stato.
L’appartenenza al clero, in sé e per sé, è un fatto privato. Ciò che ingerisce nella vita altrui sono i comportamenti.
“E la cui ‘professionalità’, se così la vogliamo chiamare, consiste prima di tutto nella testimonianza e nella diffusione della propria fede”
A parte che la professionalità di un ‘insegnante di lettere consiste nell’insegnare lettere, sosterrebbe lo stesso di un prete-operaio?
“e non aspetto per denunciarlo che dimostri col suo insegnamento di non essere laico”
Condanna preventiva per non rischiare che, col suo insegnamento, dimostri di essere laico?
@ dany
Per favore, rileggi a modo ciò che ho scritto. ‘Professionalità’ l’ho scritto tra vrgoette con l’aggiunta di ‘se così la vogliamo chiamare’. Certo che il discorso vale anche per un prete operaio, il quale a maggior ragione deve sostenere la sua posizione all’interno della chiesa, operando all’esterno secondo un rispetto del vangelo che in genere ritiene disatteso dalla gerarchia. Se poi sarà ridotto allo stat ‘laicale’… sarà laico.
A parte poi l’uso forse poco felice del verbo ‘denunciare’, nessuna condanna preventiva: ho detto a chiare lettere che per me il religioso potrebbe essere ‘il miglior insegnante del mondo’ ed essre più laico, dicevo, di un laico ‘patentato’, ma, in quanto religioso che ha fatto la scelta religiosa, non sarà mai laico e non dovrebbe insegnare in una scuola laica. Ha ben altri modi, ripeto – che uno stato laico deve garantire con tutti i mezzi – per praticare il suo culto e, soprattutto, testimoniare la sua fede.
Ecco, su questo mi aspettavo dissenso, ma non per le altre affermazioni da me fatte che derivavano tutte da questa premessa.
Secondo me avete trasformato una questione di poco conto in un problema enorme.
I vostri figli sarebbero tranquillamente sopravvissuti (intellettualmente intendo naturalmente)
ad un’insegnante suora, con al collo o meno un crocifisso
(sopravviveranno anche al cambio di istituto naturalmente, con qualche disagio in piu’).
Con due genitori laici e liberali e non credenti
non avrebbero certo corso il rischio di subire un lavaggio
del cervello da parte dei cattolici, che sono cose che avvengono quando le fonti con cui si viene in contatto sono tutte (o la stragrande maggioranza) orientate tutte dalla stessa parte.
Se la battaglia e’ stata fatta per il bene dei vostri figli secondo me e’ stata una battaglia insensata, perche’ i vostri figli non stavano correndo alcun rischio.
Se la battaglia e’ stata di principio (contro la legge che consente a chi e’ parte organica di istituzioni religiose di insegnare nelle scuole pubbliche) secondo me non e’ in questo modo che la si combatte, anche perche’ una volta spostata la suora come voi auspicavate in altra classe il principio continua ad essere non rispettato.
Un in bocca al lupo a voi, ai vostri figli, e anche alla suora.
è vero Fabio, la battaglia è soprattutto (ma non solo) di principio.
Mio figlio di 7 anni sarebbe probabilmente (non sicuramente) sopravvissuto “intellettualmente” alla maestra suora, ma nella scuola dove studiava si era creata ormai una situazione piuttosto difficile, con molti genitori inizialmente schierati dalla nostra parte che hanno poi fatto “marcia indietro” una volta scoppiato il caso,
con una preside che ci ha definiti razzisti e laici di carta,
con un insegnante che non rinuncia al suo abito da suora in una istituzione pubblica e di cui non riusciamo a fidarci, anche per le dichiarazioni rilasciate non certo “rassicuranti”.
La battaglia di principio voglio portarla avanti (e per questo chiedo anche il vostro aiuto) ma non posso farlo a discapito della serenità di mio figlio a cui non posso far altro che cambiar scuola.
Qualche rischio di indottrinamento i vostri figli, come tutti, lo correranno comunque,
ovunque e sempre. L’importante e’ che sviluppino gli anticorpi.
Posso comunque capire che la situazione sia arrivata a un tal punto da rendere
necessario il trasferimento ad altro istituto.
Circa la battaglia di principio, io personalmente non la condivido.
Non ci trovo nulla di male in una suora che insegna italiano in una scuola pubblica.
Avrei al contrario molti dubbi su una legge che vietasse a chi e’ membro di una
istituzione religiosa di insegnare in una scuola pubblica. Mi pare che una tale legge
non potrebbe che appoggiarsi al presupposto dell’impossibilita’ di un membro di
una istituzione religiosa di comportarsi onestamente
(cioe’ di rispettare la legge, che a un insegnante impone di svolgere
un programma e non di utilizzare il tempo a sua disposizione per fare
indottrinamento religioso) nella societa’ civile, e dunque
nella necessita’ di difendere la societa’ da tali presenze potenzialmente pericolosa,
limitandone alcuni diritti, che potrebbe usare contro la societa’ stessa.
Non mi sembra un presupposto vero, ma un preconcetto sostanzialmente,
in senso lato, razzista.
Questa e’ la mio opinione ovviamente, non quella dell’UAAR, di cui neppure sono
membro.
In ogni caso, ribadisco l’in bocca al lupo.
Saluti.
Ringraziamo tutti gli amici dello UAAR per le attestazioni di stima e per le utili riflessioni che avete fatto sul nostro caso (anche quando le posizioni sono differenti dalle nostre).
In questi giorni abbiamo avuto soprattutto insulti e minacce (con un assordante silenzio da parte dei media che immaginavamo a noi più vicini) e il vostro appoggio e la vostra solidarietà per noi è davvero molto importante.
A questo punto però abbiamo le polveri un po’ bagnate e non sappiamo bene se e come continuare questa battaglia (che diventa a nostro avviso soprattutto testimoniale).
Attendiamo suggerimenti
un saluto e un sincero ringraziamento a tutti
Roberto e Patrizia
Innanzi tutto Vi esprimo la mia solidarieta’ piu’ totale.
Nel mio piccolo non saprei come rincuorarvi ed essere piu’ vicino a voi ed ai vostri ragazzi.
Dal momento che avete deciso di cambiare scuola ai vostri figli, penso che abbiate istantaneamente deciso di “saltare la finestra” del proverbio che avete riportato.
Non abbattetevi per questo! 😉
Vi propongo una cosa con umilta e rispetto… 😉
Visto la dispendiosita’ di energie e denari, in cause e denunce varie,
perche’, assieme a qualche buon scrittore socio UAAR (e ce ne sono…) Non scrivete un bel “libro/denuncia” sui fatti, le discriminazioni, le minacce, gli abusi di potere, i sopprusi, che avete subito nella vicenda (e nella vita..) che vi ha riguardato strettamente da vicino?
Un abbaraccio a tutta la vostra famiglia.
Paul
potrebbe essere una bella idea, ma non credo che la nostra vicenda abbia prodotto materiale sufficiente per la stesura di un libro. Lo UAAR ci ha proposto un video ben girato da mettere su you tube…
@Roberto
Mica deve essere un tomo… 😉
In attesa del video sul tubo,
sentitamente vi ringrazio per il vostro impegno ed il vostro coraggio. 😉
Cari Roberto e Patrizia
ho due figli che frequentano le scuole elementari, e capisco la vostra situazione.
Hanno insegnanti sia credenti che non credenti a quanto ho potuto intuire dai colloqui che ho avuto con loro e dai racconti dei miei figli. Ma nessuno di loro ostenta simboli religiosi o di appartenenze ideologiche, nessun insegnante si e’ permesso di insegnare il creazionismo come un’altra opzione rispetto all’evoluzione. La distinzione che e’ stata fatta tra miti religiosi e scienza e’ stata netta.
Vengo al vostro caso. Nei vostri panni avrei avuto sicuramente delle grosse difficolta’, e avete la mia solidarieta’.
1) c’e’ una insegnante che indossa tutti i giorni evidentissimi simboli fuori luogo (di parte e ideologici) in scuola che dovrebbe essere di tutti e laica. Dovrebbe essere ripresa immediatamente dal dirigente scolastico, che invece la incoraggia.
2) mi risulta sia permesso solo alla suora il privilegio di ostentare la sua appartenenza ideologica e propagandare la sua visione di parte. Cosa direbbe il dirigente se altri insegnanti cominciassero a venire ad insegnare vestiti chi da para’, chi da balilla perche’ nostalgico, chi con insegne del proprio partito, chi da personaggio di Guerre Stellari?
3) e’ possibile che la suora insegni professionalmente senza condizionare i bambini? E’ possibile, ma non certo con quell’abito che mostra come lo Stato permetta privilegi ad una religione e hai suoi simboli, e non ad altri
4) la suora mi sembra abbia gia’ iniziato a fare dichiarazioni fuori luogo: creazionismo opzione come un’altra, e che lei lo insegnera’?
5) il dirigente scolastico vi ha attaccato pesantemente, a quanto leggo.
6) indecente da parte del dirigente (e dell’insegnante-suora?) usare i bambini per sostenere la loro causa. A quanto ho capito hanno chiesto ai bambini se a loro andava bene quell’insegnante, e hanno detto che i bambini la volevano. Se questo e’ vero, meriterebbero un bel provvedimento disciplinare.
Mi fermo qui. Avete per me fatto bene a far trasferire vostro figlio in una scuola con insegnanti e dirigenti non ideologizzati e non scorretti.
Hai fatto un riassunto eccellente (ed utile) di quanto è effettivamente accaduto.
Grazie di cuore
Rob e Pat
Nessuno impedisce a chicchessia di sposarsi al comune di appartenenza ricorrendo al contratto civile di matrimonio. Per l’ora di religione si può decidere di non seguirla. L’Italia è uno Stato Concordatario. Non esiste nella costituzione una definizione di laico o laicità, si può intendere in modi differenti(vedi Sarkozy in Francia). Io ho avuto professori di storia e filosofia marxisti dichiarati e non mi sono mai posto il problema di metterli in discussione per la loro ideologia materialista, oggi dopo 15 anni, perdente.
Laikus, qui non si sta parlando di una cattolica genericamente intesa, ma di una suora. Mi pare che la differenza sia abbastanza evidente. Un professore per me può essere cattolico, musulmano, indù o credente di qualsiasi genere e modo, ma se nello scuole pubbliche ci sono religiosi “di professione” si crea un dissidio evidente.
che nel nostro paese si possa tranquillamente non seguire l’ora di religione e’ una affermazione azzardata.
l’alternativa spesso non esiste.
se sei uno studente delle superiori non hai particolari problemi, ma se sei alla scuola dell’infanzia (3-5 anni) o alle elementari (6-10 anni) e i tuoi genitori lavorano e non possono prenderti a casa per 2 ore la settimana la mattina o il primo pomeriggio, l’unica soluzione possibile diventa farli indottrinare
mio figlio veniva “spedito” in un altra classe assieme ai suoi due compagni a fare “ripasso”…
Roberto,
esprimo piena solidarietà a te e alla tua compagna per questa importante battaglia che state conducendo affinchè siano rispettati principi fondamentali sanciti dalla Costituzione, fin quando ce lo consentianno. E’ giusto opporsi con determinazione a qualsiasi imposizione della chiesa all’interno della nostra società, altrimenti sarà sempre peggio e il loro potere crescerà a dismisura. Avete fatto bene, a mio parere, a trasferirie i vostri figli in un altro istituto e vedrete che quando vi sarete sbattezzati vi sentirete molto meglio… Parola di sbattezzata!
Il problema è anche la cassa di risonanza mediatica che ormai sappiamo da che parte pende e finisci per essere messo alla gogna, quindi mi dispiace che gli altri genitori vi abbiano lasciati soli in questa battaglia laica.
Per quel che vale, come socio uarrino, appoggerò l’UAAR a cui potrete chiedere aiuto, Buon Anno 2010 a voi tutti.
Ai miei tempi (anni 60-70) nel liceo statale avevamo un preside monsignore, storico e scrittore, quando ci ha portato a visitare la cattedrale è entrato senza farsi il segno della coce e parlato solo da critico d’arte, senza riferimenti religiosi, non ha mai influito sulla nostra formazione religiosa, ora gli hanno intitolato una strada un pò squallida in periferia, vicino ad un centro commerciale.
Esistono ancora presidi monsignori ?
Cari Roberto e Patrizia, sono io voglio ringraziare voi per il vostro coraggio, (arriverei a dire eroismo
in un paese come l’ Italia) e per la lezione di civiltà che state dando al paese.
Non sono afatto daccordo con chi dice che la vostra sia una battaglia inutile, se tutti gli atei o laici che sono presenti in italia avessero il vostro coraggio, forse le cose sarebbero diverse,
ma finchè si tace e si accosente per il quieto vivere….
Con Profonda stima Silvio Bosco
Caro Roberto e cara Patrizia , tutta la mia solidarietà per quello che vi è accaduto, per come siete stati trattati dai media, dagli altri genitori e dalla dirigente (che ben conosco, purtroppo)!
In ogni caso avete fatto bene a chiedere il nulla osta anche se so bene che tali questioni andrebbero risolte diversamente.
Cari Roberto e Patrizia,
siamo Massimo e Soile, titolari della sentenza CEDU di Strasburgo.
Da parte nostra non potete che avere solidarietà: ci confortate con l’idea che qualcuno ha raccolto il testimone di una battaglia di civiltà che noi stessi avevamo raccolto da altri (i Montagnana). La perseveranza vi premierà così come ha premiato noi.
Perciò andate avanti.
MA…
C’è un punto nel vostro comunicato che vogliamo commentare e criticare.
Si tratta della frase:
“… e non dovrebbero esserci insegnanti organici a qualsiasi confessione religiosa.”
Rafforzata alla fine da un paragone:
“E se al posto della suora ci fosse stato un mullah (non quindi una semplice insegnante velata, ma un docente che è anche un esponente di un organizzazione religiosa (come è appunto una suora, cfr. n. 2)) a impartir lezioni ai vostri figli di 7 anni sarebbe stato diverso per voi?”
Altri si sono già pronunciati e forse ripetiamo concetti già espressi, ma pensiamo che la nostra esperienza possa avere un certo valore e che del nostro giudizio vi possiate fidare, perchè sapete che siamo con voi! 🙂
Quelle frasi così come sono state espresse, non vanno bene.
Altri hanno rimarcato che non si possono discriminare gli insegnanti anche se “organici” a una confessione religiosa. Sarebbe come andare contro ciò per cui stiamo lottando; non dobbiamo rischiare che la rabbia e la frustrazione ci avvicinino a una forma di “razzismo” al contrario.
Non dobbiamo *controbilanciare* il razzismo che riceviamo, ma contrastarlo alla radice e combatterlo nei suoi fondamenti.
I problemi da evidenziare e sostenere nella vostra lotta (secondo noi) sono tre:
1) L’ABITO, dettaglio da molti considerato secondario (anche vedendo i risultati del sondaggio dove ha raggiunto se non ricordo male il 3% dei voti) ma che è un segno fondamentale di marcatura territoriale (come il crocifisso) ed ostentazione della propria ideologia e che serve a trasmettere un messaggio distorto, di prevalenza e superiorità dei cattolici rispetto ai non cattolici; e di preferenza per loro da parte dello stato. ANCHE se l’insegnamento fosse formalmente corretto.
2) IL RECLUTAMENTO. Se la persona (suora, mullah, monaco buddista o quel che vi pare) ha raggiunto quel posto facendo e vincendo un concorso regolare, va trattata esattamente come gli altri. Il problema è che questa persona (se ho capito bene la vostra storia), come tantissime saranno in futuro, non ha vinto un concorso, ma è stata scelta dalla curia per fare religione e POI è stata spostata ad altro ruolo. Questo va sottolineato come inaccettabile.
3) I CONTENUTI. Io racconto sempre l’episodio di quell’insegnante elementare che insegnava ai miei figli che la balena è un pesce. Questa è la (mancanza di) professionalità da combattere, indipendentemente dall’ideologia di provenienza. E’ evidente che il creazionismo è in palese contraddizione con i programmi ministeriali e con le conoscenze scientifiche, tanto quanto l’affermazione che la balena è un pesce. E le affermazioni di principio di quella “munega” (le chiamiamo così dalle nostre parti) sono inaccettabili come se dicesse che vuole insegnare sia che la terra è rotonda che, come ancora sostengono alcuni, è piatta.
Ribadisco: un religioso in borghese arrivato regolarmente a quel posto e che segue correttamente i programmi ha pieno diritto di insegnamento! Ditelo, affermatelo e ribaditelo ogni volta che ve lo chiedono. Servirà anche a non alienarvi simpatie (non ne avete bisogno…) e a non porgere il fianco a critiche non del tutto infondate.
Con affetto e simpatia.
CORAGGIO E GRAZIE!!!!
Soile e Massimo.
Personalmente ho diversi dubbi sul discorso abito, che in questo caso non marca
un territorio pubblico come nel caso del crocifisso nell’aula, ma l’identita’ di una persona
privata, e non credo ci sia nulla di male nel fatto che tale persona dimostri apertamente
anche attraverso l’abito di essere una suora (almeno cosi’ uno non rischia di non
accorgersene!).
D’accordissimo sul resto.
Anzi, se una battaglia legale la si vuole fare, credo che andrebbe fatta proprio sulla
questione degli insegnanti di religione, sia per la palese violazione del concetto
di separazione fra stato e chiesa nel momento in cui un dipendente dello stato deve
avere il permesso del vescovo per essere assunto, sia per la discriminazione degli altri
insegnanti quando gli insegnanti inizialmente presi per insegnare religione tramite un
meccanismo facilitato passano poi ad altri insegnamenti sfruttando questo primo
passo fatto senza concorso.
liberalizziamo l’abito?
se ne potrebbe anche discutere. Per certi versi, dici, porterebbe a conoscere con chi si ha a che fare.
il problema e’ che, a quanto ne so, l’unica forma di “divisa” e dunque di appartenenza ideologica ostentata per un insegnante nel corso delle sue funzioni e’ questa che ho sentito di questa suora (beh, e quella dei preti che insegnano religione cattolica nella scuola pubblica…)
Il problema si riconduce a questo:
Il clericale domanda la libertà per sé in nome del principio liberale, salvo a sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile, in nome del principio clericale.
Gaetano Salvemini (da Memorie di un fuoriuscito, a cura di Gaetano Arfè, Feltrinelli, Milano 1960)
E allora dobbiamo attaccarlo quando cerca di sopprimerla negli altri,
ma non quando la domanda per se’.
Ciao.
@ Fabio
Per se’ la smerciano forse domandano come “libertà”, ma solo privilegi: gli insegnanti di religione cattolica sono stati selezionati dal vescovo, vengono pagati dallo stato, poi con concorso riservato agli insegnanti di religione cattolica scelti dal vescovo diventano di ruolo, infine una volta in ruolo possono essere passati ad insegnare italiano, alla faccia di chi e’ in attesa di quel posto da una vita e che non ha avuto l'”aiuto” del vescovo.
E’ un reclutamento di insegnanti dello stato fatto dal vescovo, rendiamoci conto.
Non possiamo chiamare questa liberta’.
Certo poi che dobbiamo difenderci quando cercano di sopprimere la liberta’ altrui. Il problema e’ che mentre tentiamo di farlo, e lo facciamo, continuano ad accumulare priovilegi, immunità, soldi pubblici, dirigenti e politici “amici”…
“Altri hanno rimarcato che non si possono discriminare gli insegnanti anche se “organici” a una confessione religiosa. Sarebbe come andare contro ciò per cui stiamo lottando; non dobbiamo rischiare che la rabbia e la frustrazione ci avvicinino a una forma di “razzismo” al contrario.
Non dobbiamo *controbilanciare* il razzismo che riceviamo, ma contrastarlo alla radice e combatterlo nei suoi fondamenti.”
Premesso che non posso che esprimere la mia più viva ammirazione per la vostra battaglia laica, per come la state conducendo, faccio presente un punto, riassunto nelle parole he ho riportato, che non condivido.
Sono del parere che non sia ‘razzista” il richiamo ad una ‘organicità’ che, sempre a mio parere, non farà mai del religioso – come ‘status’, non come persona – un laico. La discriminazione, o come la vogliamo chiamare, non credo sia affatto tale se si considera che un religioso è prima di tutto un religioso, ed ha mille modi per testimoniare la propria fede pretendendo per questo tutto il rispetto e tutte le garanzie. Come ho sostenuto in vari modi in tutti i miei interventi prevedenti che qui ho ridotto all’osso.
In forza di ciò, non credo che, come sostiene Fabio, il discorso della separazione tra chiesa e stato (concordato a parte… anche se poi è questo che conta giuridicamente) debba valere solo per l’insegnante di religione.
Bruno:
“un religioso è prima di tutto un religioso, ed ha mille modi per testimoniare la propria fede”
allora, dico io:
“un gay è prima di tutto un gay, ed ha mille modi per testimoniare la propria sessualità”
“un negro è prima di tutto un negro, ed ha mille modi per testimoniare la propria *razza*”
“una donna è prima di tutto una donna, ed ha mille modi per testimoniare la propria femminilità”
Hanno per questo minor diritto ad insegnare?
Ammetto che è dura pensare a un religioso che non usi in maniera missionaria il suo ruolo di insegnante. Sono mosche bianche, ma qui non facciamo un discorso di tipo quantitativo.
Qui stiamo parlando di principi, no?
Proprio in fatto di principi non concordo. Non potrò mai mettere sullo stesso piano, per la questione che stiamo trattando – al di là naturalmente del giudizio sulla persona – un gay, un negro, o una donna e un religioso ‘organico’. I primi non debbono rispondere del loro operato se non come cittadini, come tutti i cittadini… mentre un religioso ‘organico’ (non un credente che non ha preso i voti, il quale, anche proprio per la religione che professa è ufficialmente ‘un laico’) deve rendere conto del suo operato prima di tutto ad una gerarchia alla quale, prendendo i voti, ha giurato obbedienza. Questo, come dicevo, almeno ai miei occhi, non lo diminuisce certo nè come persona nè come religioso, ma non ne farà mai un laico. Quindi sostenendo che non dovrebbe insegnare in una scuola laica non verrebbe affatto ‘discriminato’, ma semplicemente considerato – e rispettato e garantito – per quello che è. Un religioso.
Bruno:
un religioso ‘organico’ (non un credente che non ha preso i voti, il quale, anche proprio per la religione che professa è ufficialmente ‘un laico’) deve rendere conto del suo operato prima di tutto ad una gerarchia alla quale, prendendo i voti, ha giurato obbedienza.
Questo sarebbe risolvibile con un VERO giuramento di fedeltà allo Stato.
Che effettivamente adesso ancora non c’è.
Almeno non nella forma che tu auspichi e che, in questo senso, approverei in pieno.
Ma allora basta dirlo esplicitamente: quando vieni assunto dallo stato e vieni pagato dallo stato il tuo giuramento di fedeltà allo stato PREVALE su quello fatto alla tua ideologia col voto di obbedienza religioso. Altrimenti ti fai pagare da loro e non da noi.
Messa così direi direi che siamo d’accordo, no?
Alla fine, quando si parla di religione, sempre di soldi si finisce a parlare… 🙂
“un religioso ‘organico’ deve rendere conto del suo operato prima di tutto ad una gerarchia alla quale ha giurato obbedienza.” ma saranno fatti suoi come il religioso “organico” dovrà rendere conto all’organizzazione a cui ha giurato obbedienza.
Per il momento so che prima che religioso è un individuo dotato di volontà propria, e non per forza deve obbedire come se gli avessero trapiantato un chip nel cervello; potrebbe anche essere in grado di dividere tra la sua opera missionaria – fuori dalle ore d’insegnamento -, da quella dell’insegnamento e poi sbrigarsela lui coi suoi altri superiori.
Fabio,
un insegnante di scuola pubblica NON è una persona privata.
E’ un funzionario statale.
Non lo vorrei in divisa militare nazista o con la maglietta della Juventus nè in mutande e canottiera.
Il valore dei simboli, come rimarcato dalla CEDU, non è secondario.
E l’insegnante nell’esercizio delle sue funzioni rappresenta lo Stato.
Deve farlo con dignità e correttezza.
Vestito da pagliaccio (tale per me è un abito religioso) ti andrebbe bene?
E come funzionario statale mettera’ la divisa prevista.
Il crocifisso al collo e’ contro la divisa prevista per gli insegnanti?
Sarebbe utile prevederlo?
Mah… mi sembra si voglia esagerare a ogni costo.
Abbiamo un milione di buone ragione per avercela con la CC,
ma non credo sia cosi’ che si lotta per far valere i propri diritti.
Fabio risponde:
Il crocifisso al collo e’ contro la divisa prevista per gli insegnanti?
Sarebbe utile prevederlo?
Max:
Hai presente il rapporto Stasi in Francia e la legge che ne consegue?
Lì neppure gli studenti (altro che professori) possono OSTENTARE simboli.
So che alcuni “compagni di viaggio” qui non apprezzano la laicità alla francese.
Ma a me pare una strada giusta.
La trovo coerente con quella approvata dalla CEDU.
Sono d’accordo con maxalber su simboli e abbigliamento. Se partecipi in una istituzione statale e quindi laica, devi adattare anche il tuo aspetto ai principi che li’ vivono. E come sempre non si intende “vestiti da laico”, si intende “non vestirti da clericale”!
La strada francese non e’ l’unica percorribile e non necessariamente
la strada migliore.
Comunque se non sbaglio le conclusioni della commissione francese erano piuttosto sfumate, parlando di divieto di simboli portati come segnale di appartenenza e/o
proselitismo e permesso di simboli portati come segni privati di fede o origine.
Giusto.
e l’abito da suora non lo chiamerei proprio un simbolo privato.
La commissione Stasi usava la parola OSTENTAZIONE, che infatti avevo messo in maiuscolo, per distinguerli dai simboli personali.
ma quale storia delle religioni! dovrebbero insegnare GIà ALLE SCUOLE MEDIE Rousseau Voltaire e un’infarinatura di spicoanalisi di Freud! avremo così dei ragazzi cresciuti nella razionalità e non nelle favole e nella superstizione.
cari Massimo e Soile, grazie mille per l’appoggio ed i suggerimenti preziosi che ci date.
In questo momento ci sentiamo più vicini alla linea di pensiero di Bruno Gualerzi (che nei suoi interventi ci toglie le parole di bocca) ma sicuramente anche la questione dell’abito e della sua forte simbologia non è da sottovalutare (un po’ come il crocifisso alla parete ;)). Spero che potrete aiutarci su questo punto, anche alla luce della vostra esperienza.
Sulla questione del reclutamento sono state fatte già molte battaglie (dai Cobas scuola ad esempio) ma tali battaglie non hanno portato molti risultati visto che ad una marea di insegnanti di IRC è stato concesso il passaggio in ruolo (originariamente non previsto) ed anche lo spostamento nelle “materie letterarie”. Non so cosa possa essere fatto ancora su questo punto (a mio avviso fondamentale).
Invece sul controllo dei contenuti espressi dall’insegnante ho qualche dubbio “pratico”. Intanto perché, fermo restando il rispetto dei programmi ministeriali, esiste la cosiddetta “libertà di insegnamento” dei docenti, che è un principio importante della professione docente che da insegnante (di sostegno) condivido.
Inoltre l’esperienza mi insegna che controllare ciò che viene detto in una classe di bambini di 7 anni è abbastanza difficile.
Parlando con nostro figlio e con le altre mamme, sono uscite fuori alcune cose che potremmo “usare” per dimostrare l’approccio confessionale della maestra, ma come faccio ad essere sicuro di ciò che mi è stato riferito? Ed è giusto fare il terzo grado a mio figlio (che come tutti i bambini non racconta molto di quello che fa a scuola) per carpire i comportamenti dell’insegnante? Senza contare il fatto che mi dispiacerebbe fare le pulci ad una signora che personalmente non mi ha fatto nulla e che comportandosi “da suora” anche a scuola dimostra una sua personale coerenza.
Ovviamente se la maestra suora dovesse parlare apertamente di creazionismo (come ha pubblicamente dichiarato) spero che le mamme rimaste si facciano sentire (noi a nostro figlio abbiamo dovuto cambiare scuola, soprattutto per la situazione di tensione che si era creata). Ma sono certo che il suo sarà un approccio più sottile e meno identificabile (ma non meno “pericoloso”).
Mi sembra che alla fine ciò che rimane è la questione dell’abito e quella della “non-laicità di un religioso” su cui ci siamo già espressi noi e Bruno.
‘ad una marea di insegnanti di IRC è stato concesso il passaggio in ruolo (originariamente non previsto) ed anche lo spostamento nelle “materie letterarie”‘
ma davvero è capitato? io come insegnante di religione (non di ruolo) non ho nessun titolo per altre materie e ci sono sentenze che dicono chiaramente che la religione non fa punteggio per chi è iscritto in altre graduatorie. Ti posso chiedere per favore dove posso trovare notizia di questo “spostamento”? in toeria è possibile solo se uno è abilitato per altre materie, è di ruolo e gli viene tolta l’idoneità, ma non avevo notizia che fosse mai capitato.
un assedio insopportabile ormai!
Cari Roberto e Patrizia,
avete la mia piena solidarietà, e anche la mia ammirazione, avendo avuto il coraggio di comportarvi coerentemente in questo paese dalla laicità sempre piu’ compromessa.
Spero di riuscire a farlo anch’io, visto che mio figlio inizierà la materna a breve.
Saluti
Paolo
al fine di nn creare confusione (anche xchè le posizioni sono diverse) e dato che da un po’ di tempo uso come nome “Paolo”… mettiamoci d’accordo… altrimenti chi legge pensa ad uno sdoppiamento della personalità… se mi dici di voler conservare “Paolo”… bene sarò io a cambiare… se invece vuoi farlo tu… io resto col mio… fai te! Ciao e grazie
Quello che mi ha colpito nel racconto di Roberto è l’atmosfera che descrive, e che conosco molto bene; nel mio caso si trattava “solo” di rivendicare il diritto alle attività alternative all’ora di religione (essendo l’unica a chiederla, mettevo in crisi l’organizzazione scolastica), ma le reazioni non sono state diverse. Reazioni che andavano da un malcelato stupore (esiste “davvero” qualcuno che non crede in Dio?) al tentativo di spacciare la religione per “tradizione” (chi non fa il presepio?) o per “buoni sentimenti” (in fondo si parla di amore e di bontà… ero forse una madre snaturata, per non voler parlare di amore e bontà?); ricordo benissimo l’isolamento in cui gli altri genitori, per lo più non praticanti e sicuramente indifferenti nei confronti della religione, mi hanno lasciato per amore del quieto vivere, del conformismo e di un immaginario “bene dei bambini” (in fondo, se non fa bene non fa neanche male… che bisogno c’è di impuntarsi?).
Ricordo tutto benissimo… solo che questo si svolgeva più di 20 anni fa. La cosa desolante è che da allora non è cambiato niente, anzi, se possibile, è anche peggio.
La mia solidarietà a Roberto e alla sua famiglia. Sia certo però, se talvolta qualche dubbio lo prende, che i bambini, temprati da queste esperienze, e opportunamente supportati da una famiglia coerente, vengono su benissimo!
Una suora non è laica per definizione…. il suo abito è una chiara ostentazione del proprio impegno a che non si sia laici ed imparziali, ma testimoni di Verità. Il dubbio non è di casa in chi fa professione di fede. Detto questo e’ chiaramente possibile che sia una ottima insegnante nel senso che sia capace di coltivare il senso critico degli studenti ma sarebbe una eccezione rispetto ad un impegno ad evangelizzare che LEI ha deciso di prendersi nei confronti dell’ordine.
Che insegni in una scuola cattolica e lasci il posto ai laici, anche quelli più realisti del re che purtroppo sono ancora tanti…
Ho dato un’occhiata al sito dei cattolici romani.
Non che mi attendessi chissà quale perla, ma pensare che genitori che cercano di garantire un insegnamento libero e laico per il proprio bambino siano dei superficialotti “formati” sicuramente dalla televisione volgare fatta di soubrettine e giovanotti aitanti con poco cervello mi sembra inconsistente, pretenzioso, gratuito e privo di alcun fondo.
E’ proprio per sfuggire ad un “belante” conformismo forzato che si attua una critica al sistema.
Difficile da capire?
“Ho dato un’occhiata al sito dei cattolici romani.”
Io preferisco non farlo perchè correrei due rischi: un infarto o l’ergastolo.
Del resto se qualcuno entrasse in classe con una maglietta con su scritto ATEISMO, pur non essendo una religione, darebbe testimonianza di una scelta di campo (chi PENSA rispetto a chi CREDE) che susciterebbe più di un dubbio sulle sue qualità di insegnante sia nei genitori che negli studenti.
Anche io vorrei esprimervi solidarietà, cosa non affatto scontata, come si evince da alcuni commenti.
Confondere quel che si farebbe “se ci fossi stato io” con una reprimenda verso chi “fa” uccide il diritto e, soprattutto, la dignità di una società civile.
La suora-insegnante sarà sicuramente persona degnissima, ma non si può assimilare la sua libertà di “essere/pensare” (libertà che appartiene a tutti, spero) con il fatto che su questo si cala, tipo secondo cappotto, una ulteriore libertà/privilegio ovvero quella di essere, formalmente e per estrazione di mandato, un di più rispetto ad un cittadino italiano, perlomeno nella situazione che occupa professionalmente; intendo dire che non appartiene a criteri di equità utilizzare da posizioni forti il principio di uguglianza per rafforzare, appunto, ulteriormente una posizione di forza, la qual cosa non è uguaglianza.
In merito agli insulti e alle minacce che avete ricevuto non mi meraviglio affatto: è la cosiddetta religione dell’amore, al pari delle altre.
Come al solito, per l’azione isolata e solitaria di uno o pochi cittadini non credenti e l’appoggio dimostrato su questo sito (e pochi altri) si parla di aggressione mediatica alla religione e di squadrismo ideologico. Per gli insulti e le minaccie da numerose parti e l’informazione denigratoria che subiscono i suddetti pochi cittadini, invece, ci si appella al legittimo risentimento in difesa delle fantomatiche radici cristiane dell’erbaccia italiana.
Guarda caso, però, se tento di portare del contraddittorio in un forum cattolico (e senza trolleggiare) vengo addirittura bannato!
il gestore del sito dei cattolici romani non ha voluto pubblicare la lettera che avete letto sopra.
gliela avevo inviata per dar loro “un altro punto di vista” ma è stata bannata “perché non rispettava la regola dell’anonimato su cui si basa il loro forum”.
Così una persona può essere personalmente attaccata ed insultata, ma deve difendersi in modo “impersonale”… roba da matti
Guarda che quelli NON pubblicano commenti o lettere contrarie alle loro posizioni in QUASI tutti i casi.
Quando lo fanno, è per dare la stura a una valanga di insulti e risposte acide a cui ovviamente non permettono repliche.
E’ la stessa strategia de “Il Giornale” di Littorio Feltri. Da questo si evince che gente sia: stessi metodi, stessa putrida origine, stessi obiettivi.
Esprimo la mia totale solidarietà al sig Villani alla sua compagna ed ai suoi figli. Esisterebbe in Italia la possibilità di fare una rivoluzione che facesse tremare perfino la terra….quella di applicare la nostra Costituzione…
Forse sbaglierò, ma spostare i bambini in un’altra scuola (e quindi gettare la spugna) non mi sembra una strategia vincente per la causa.
I due genitori avrebbero dovuto DENUNCIARE la Dirigente previo consulto con un legale, e portare la faccenda ai più alti livelli di giudizio.
Qui la questione è se un insegnante CONFESSIONALE (una suora) possa far lezione in una scuola LAICA, a-confessionale per antonomasia. Vieppiù visto che il contrario non è possibile, perchè un laico non credente in una scuola confessionale NON lo vogliono a prescindere.
Però una battaglia del genere costa tempo (più una valanga di soldi) e i bambini hanno un’infanzia sola…..
“insegnante confessionale” in quale film di Totò è? non ricordo.
Toptone hai ragione.
sarebbe stato più utile “alla causa” rimanere li e controllare strettamente la situazione, con particolare riferimento alle modalità di insegnamento ed i contenuti trasmessi dalla maestra suora (per avere ulteriori conferme dell’impossibilità da parte sua di offrire un insegnamento aconfessionale).
Ma la situazioni alla J.Piaget era veramente troppo pesante, con la Preside chiaramente ostile nei nostri confronti, con gli altri insegnanti “imbarazzati” per quanto stava accadendo e con molti genitori che dopo un iniziale sostegno, alle prime difficoltà incontrate ci hanno voltato italianamente le spalle, isolandoci e mostrandoci a più riprese il loro disappunto.
Per nostro figlio la situazione sarebbe stata veramente troppo pesante se fossimo rimasti li ed avremmo corso il rischio di coinvolgerlo in una battaglia non sua.
Senza contare che, contrariamente a quanto affermato da tanti personaggi che si sono espressi sul tema (compresi alcuni degli invitati del programma che è andato in onda questa sera su Rai 1) io non ho assolutamente nulla contro la suora, che è sicuramente una brava e coerente religiosa ed una brava insegnante cattolica, ed a cui mi dispiacerebbe fare le pulci in modo diretto e personale.
Con mio figlio in un altro istituto mi sento libero di portare avanti la battaglia “di principio” senza avere implicazioni personali. E con l’aiuto dell’UAAR e di quanti vorranno portare avanti questa rivendicazione troveremo certamente il modo per far emergere le contraddizioni che si sono venute a creare con le leggi vigenti.
@ Rolando 13,03 “E perchè no, gli atei? “:
forse non ho capito la tua domanda, certo che anche gli atei partecipano ai concorsi e alle graduatorie, molti di noi uarini siamo insegnanti 🙂
dicevo semplicemente che il problema di un idottrinamento qualsiasi (religioso o politico)vale per insegnanti in tonaca e senza
Non potendo ovviamente incidere in alcun modo sulle leggi vigenti che permettono ai religiosi di accedere alle graduatorie statali
Per la serie ‘noi rispettiamo chi crede, basta che se ne stia nascosto in convento’.
(“nessuno può negare che si scrive 2009 perché è nato Gesù”
Perché, non è così che si contano gli anni in Italia?
“a scuola spiegherò tutte le opzioni, Darwin e il Creazionismo”…)
Siccome sull’argomento esistono teorie e non verità dimostrate mi pare molto corretto e laico presentare tutte le teorie.
O si dimostra veramente che questa suora insegna male o non c’è motivo di protestare. Come dice il proverbio l’abito non fa il monaco. Se non stai un po’ dietro ai figli ti puoi trovare che un’insegnante vestita normalmente che, per stare agli esempi sopra, presenta il Creazionismo come verità accertata o che nega che Gesù sia mai esistito.
Ovviamente si…. sono così tanti i cattivi insegnanti che si finisce col dire tutto fa esperienza: ma è una esperienza che fa schifo però! (Vaime)
AL di là di questo, però
L’abito di una suora, FA la suora, per sua volontà e non per caso. La sua è una dichiarazione di intenti: “non ho scelto di essere laica”. A che pro essere suora se hai la giornata piena di lezioni in classe, lezioni da preparare a casa, compiti da correggere, impegni scolastici vari, studi di aggiornamento ecc ecc? Ci si veste da suora quantomeno per testimoniare ai ragazzi l’importanza di una scelta….il vestito diventa simbolo da ostentare, una scelta di parte.
Si dia agli altri quantomeno la possibilità di dare testimonianza di sé….. Fino ad ora ciò è stato impossibile perchè i cattolici (presidi, genitori, professori) NON lo hanno mai consentito
Alla faccia dei principi costituzionali e della laicità positiva…..
ti puoi trovare che un’insegnante vestita normalmente che
Correggo: ti puoi trovare un’insegnante vestita normalmente che…
pochi minuti fa ho assistito al dibattito televisivo rai 1 dove si parlava di questo argomento, e sono rimasto sconcertato nel sentire le affermazioni bigotte di quel prete, di borghezio e di sgarbi. per protesta domani avvierò la pratica dello SBATTEZZO. AUGURI A TUTTI.
Si l’ho vista anch’io.
La trasmissione era la vita in diretta, con Adele Orioli dell’UAAR che da sola ha difeso le nostre posizioni contro Borghezio, Sgarbi, un Prete ed il presentatore (che ha esordito presentando il caso come un “fenomeno di intolleranza religiosa”).
Adele si è difesa benissimo contro gli urlatori che ci attaccavano e alla fine a parer mio è uscita dall’impari confronto alla grande.
La ringraziamo di cuore.
QUANDO ANDAVO A SCUOLA, IO FREQUENTAVO LA SEZ “A” ED HO AVUTO LA FORTUNA DI AVERE IN’INSEGNANTE DI ITALIANO ALLORA POLITICAMENTE DEMOCRISTIANA, ERA DA AMMIRARE IN QUANTO LE SUE LEZIONI SPAZIAVANO DA DX A SX SI PRLAVA DI CREDO E DI NON CREDO; MI RITENGO FORTUNATO RISPETTO AGLI ALUNNI DELLA SEZ. “B” IN QUANTO LA LORO INSEGNANTE DI ITALIANO, ERA SOLO ED ESCLUSIVAMENTE DI DX CIOE FASCISTONA, AGLI ALUNNI, HA FATTO IMPARARE A MEMORIA TUTTO D’ANNUNZIO, LA VITA DI MUSSOLINI, E TUTTO QUELLO CHE RIGUADAVA IL FASCISMO, ELOGIAVA LA POLITICA COLONIALISTICA, ED ERA ENTUSIASTA DI PIO XII. CHE OCCLUSIONE MENTALE !!!!!!!! MI IMMAGINO CON QUALE APERTURA MENTALE USCIRANNO QUEI RAGAZZI.
Il mio amico Carmelo, studente dal curriculum assolutamente brillante, fu bocciato per partito preso, in terza liceo, da un pretaccio prof di letteratura italiana…..
Il suo sostituto cattolicissimo tentò il colpo con me….. riuscii a provare al preside la sua mala fede dimostrando che i compiti del secondo quadrimestre da lui selvaggiamente martoriati con la penna rossa e blu li avevo copiati su Repubblica…..erano del compagno di scuola Eugenio Scalfari.
ok… lasciamo da parte il creazionismo… roba da irc… e lasciamo pure che insegnanti “laici” parlino ai ragazzini di Darwin e delle sue TEORIE. La lezione potrebbe iniziare, presenti anche alunni diversamente abili, leggendo e commentando una capitoletto tratto dal celebre “L’origine dell’Uomo” intitolato «Selezione naturale operante nelle nazioni civili» dove Darwin spiega perché l’uomo civilizzato ha uno svantaggio rispetto al selvaggio, e scrive: «Fra i selvaggi i deboli di corpo e di mente vengono presto eliminati; e quelli che sopravvivono godono in genere di un ottimo stato di salute. D’altra parte, noi uomini civili cerchiamo con ogni mezzo di ostacolare il processo di eliminazione; costruiamo ricoveri per gli incapaci, per gli storpi e per i malati; facciamo leggi per i poveri; e i nostri medici usano la loro massima abilità per salvare la vita di chiunque fino all’ultimo momento. Vi è ragione di credere che la vaccinazione abbia salvato migliaia di persone, che in passato sarebbero morte di vaiolo a causa della loro debole costituzione. Così i membri deboli della società civile si riproducono. Chiunque sia interessato dell’allevamento di animali domestici non dubiterà che questo fatto sia molto dannoso alla razza umana. E’ sorprendente come spesso la mancanza di cure o le cure mal dirette portano alla degenerazione di una razza domestica: ma, eccettuato il caso dell’uomo stesso, difficilmente qualcuno è tanto ignorante da far riprodurre i propri animali peggiori»… che lezione illuminante!!!!
hai ragione Paolo, c’è una parte di Darwin che non piace neanche a me (quella da te citata). Ma ce n’è un altra che apprezzo molto che pone l’uomo alla stregua degli altri esseri viventi e non al centro dell’universo in quanto “fatto ad immagine e somiglianza di Dio”. E questa cosa ha oggettivamente messo in mutande il vaticano (che ancora si arrabbia per questo) costringendo i religiosi a tutta una serie di marce indietro rispetto alla simbologia delle scritture.
Tra l’altro, la maestra suora ha posto Darwin come “opzione alternativa” al creazionismo (hai presente? quello dell’universo fatto in 7 giorni, del fango per Adamo, della costola per Eva e via farneticando) mentre la teoria “alternativa” al creazionismo casomai è il Big Bang e le teorie scientifiche parallele sulla nascita dell’universo….
infatti è assolutamente illuminante su come opera la natura…… e di quanto sia eccezionale l’uomo rispetto alla regola generale.
Come potrebbe uno scienziato non rendersi conto di quanto l’uso dell’intelligenza dell’uomo sia stato e sia più importante della debolezza del suo corpo? Che scienziato sarebbe, scusa?
A parte tutto, è allucinante che con tutti gli insegnanti precari che ci sono a spasso si dia un posto di lavoro a una suora, cioè a una persona che RICEVE GIA’ UNO STIPENDIO per la sua “missione”!
Scommetto che questa suora, come tutti i religiosi, blatererà di essere a favore della famiglia. Allora perchè ha rubato il posto di lavoro a qualcuno che ne aveva bisogno per campare la propria famiglia?
Perchè non si licenzia invece di papparsi 2 stipendi, fra l’altro superflui visto che non ha figli da mantenere nè affitti o bollette da pagare?
Non riceve due stipendi e l’unico che riceve è tenuta a versarlo in convento.
Cordialità
Magari il suo stipendio serve a far andare avanti la baracca.
(Ma tutti quelli che qui invitano i religiosi ad andare a lavorare, dove sono finiti?)
La baracca come la chiami tu va avanti con l’8X1000 (che direttamente o indirettamente paghiamo tutti), con i vari benefit concessi ai prelati, con l’esenzione ICI per tutte le proprietà Vaticane ivi comprese le attività commerciali, con le truffe alla Vanna Marchi di Lourdes o di Loreto, con le scuole cattoliche private (che si cuccano anche i soldi dello stato in barba alla Costituzione), con la sanità in buona parte appaltata ad organizzazioni religiose ecc. ecc.
Non mi pare che il Vaticano abbia problemi di bilancio ed il Papa non mi sembra che vada in giro vestito di stracci come S. Francesco…
Sono assolutamente d’accordo col fatto che i religiosi debbano lavorare, ma lavorare è una cosa indottrinare ed evangelizzare è un altra.
E come si fa, scusate, ad escludere dall’insegnamento chi sia “organico a una religione”?
Giorgio La Pira, che, pur non essendo ne’ prete ne’ frate, viveva in convento e praticava di fatto i tre voti (forse piu’ fedelmente di tanti appartenenti al clero) pur senza averli pubblicamente espressi, era, o no, “organico” alla religione cattolica? La Pira faceva il professore universitario, ma se, invece, avesse fatto il maestro elementare, voi direste che avrebbero dovuto licenziarlo dalle pubbliche scuole?
E guardate che di casi di persone ultradevote che hanno fatto l’insegnante statale si potrebbero citare esempi a migliaia.
E nei confronti d’ un insegnante che e’ “organico” a un sistema d’idee non religioso in modo dimostrabile (magari perche’ e’ … dirigente dell’ UAAR, o autore di scritti ispirati alle idee di Marx o di Nietzsche), che si fa?
E come regolarsi nei confronti delle appartenenti all’ ordine delle Missionarie della Scuola, ed alle diverse, simili, piccole congregazioni femminili (non so se ve ne siano di maschili), persone che fanno vita in comune, con tanto di voti (pur senza vestire un abito paricolare), dedicandosi all’insegnamento nelle scuole pubbliche?
E, infine, se si accettasse il ragionamento dei Signori Roberto e Patrizia, come farebbe un poveraccio a dimostrare – per fare l’insegnate – di non essere “organico” a un sistema d’idee? Si dovrebbe forse esibire – insieme al certificato di sana e robusta costituzione fisica – anche una certificazione di non – pensiero?
Comunque, da cattolico, grazie a quei genitori: spero di poter assistere alla Prima Messa del loro figliolo …
Saluti.
Non si tratta di essere portatori di un sistema di idee (ogni insegnante lo è), ma di essere organici ad una congregazione religiosa, ovvero “aver preso i voti”. Essere quindi sempre fedeli al proprio Dio prima ancora che allo stato (ed ai programmi ministeriali).
Fedeltà in questo caso dimostrata anche dalla scelta fatta dalla maestra di non togliersi l’abito da suora nel momento stesso in cui insegna in un istituzione scolastica statale.
Se un insegnante Ateo si presentasse in classe con una maglietta dello UAAR con la scritta “Dio non esiste”, il preside farebbe bene ad invitarlo ad un atteggiamento deontologicamente più corretto.
Perché alla suora invece l’abito è concesso?
Ma queste cose sono state dette e ripetute…
Comunque se da grande mio figlio vorrà prendere i voti, sarà assolutamente libero di farlo, ma la sua scelta dovrà essere il frutto di una riflessione attenta e consapevole e non il risultato dell’opera imbonitrice di un insegnante elementare.
Non sono un “mangiapreti” e pur essendo ateo ho grande ammirazione per alcuni religiosi (Don Ciotti ad esempio…)
cesare b: “Comunque, da cattolico, grazie a quei genitori: spero di poter assistere alla Prima Messa del loro figliolo …”
Questa frase mi lascia basita. Si puo’ solo immaginare la difficolta’ di togliere i propri figli dalla scuola dove si sono inseriti per “una questione di principio”. Saranno giorni a venire in cui i genitori si porranno molte domande, molti dubbi, molte occhiate ai figli per assicurarsi che se la cavino bene. E’ una scelta difficile, coraggiosa, al buio: restare e combattere, o andarsene e ricominciare da zero? Cosa costera’ meno in termini di serenita’ ai nostri figli?
La tua frase, cesare, sarcastica e con una punta di perfidia, non ti fa certo onore. E’ anche grazie a cattolici come te che possiamo crescere serenamente e senza dubbi i nostri figli lontano dalla religione. Non si puo’ dimostrare di non essere organico, certo. Personalmente preferirei credo una suora (lo sare’ per vocazione o per necessita’?) a una ciellina (fanatica per definizione). Ma tant’e’, il fanatismo o l’ignoranza non lasciano tracce visibili, e forse e’ per questo che sentirei forse di poter difendermi meglio da un avversario dichiarato. Penso che il percorso accademico e politico di La Pira sia d’altro spessore, mentre questa suora ha preso la scorciatoia. E’ questa, secondo me, la battaglia che si deve combattere, perche’ non e’ per associativismo – chiesa, cielle, partito xyz – che si arriva ad insegnare, ma per valore personale. La suora ha usato il privilegio che la sua casta la da’ per ottenere il lavoro, ed e’ questo che e’, ai miei occhi almeno, immorale.
Complimenti a Roberto, Patrizia e ai loro bambini, auguri per la nuova scuola.
Mi piacerebbe sapere se qualcuno ha denunciato questa dirigente per aver trasformato la classe in una specie di arena, coinvolgendo emotivamente i bambini in un problema piu’ grande di loro.
“Rispettiamo sinceramente chi crede…avevamo pensato di poter risolvere il problema chiedendo alla Dirigente di spostare la maestra-suora in una classe dove non ci fosse la presenza di bambini esonerati dall’insegnamento della religione, di chiederle di non ostentare l’abito”.
Questa lettera è delirante.
Si vorrebbe impedire ad una lavoratrice italiana di vestirsi come meglio “crede” e di lavorare.
Vergogna!
questa lettera è delirante…
la tua “lettera” è delirante vergognati tu….
A me sembra una vergogna che una persona usi l’abito per scavalcare le normali procedure di assunzione!
E sembra anche vergognoso che in un paese dove c’e’ gente che vive con stipendi e pensioni da fame la finanziaria riesca a destinare migliaia di euro per edifici di proprieta’ della chiesa i cui esponenti non danno l’impressione di fare economia, a giudicare dai fasti delle cerimonie e degli abiti.
OPERE DI BENE. Una volta arrivati alla lista degli interventi, la prima cosa che si scopre è un torrente di denaro che arriva alla Chiesa, già finanziata dallo Stato con altre voci della spesa pubblica come l’otto per mille. Il primo intervento religioso che si incontra scorrendo le 47 pagine di tabelle riguarda l’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo (la terra di padre Pio), a cui finiscono 400 mila euro nel 2009 per il “recupero ambientale degli immobili della curia vescovile” (integrati da 50.000 all’anno per i successivi due anni). Arrivano poi altri 100.000 in tre anni per la ma “manutenzione straordinaria di immobili e arredi della parrocchia Madonna del Carmine di Manfredonia”. Qualche pagina dopo ci sono 100.000 euro per il “recupero ambientale e ristrutturazione della chiesa di san Francesco finalizzata allo sviluppo turistico” nel comune di Aversa (in provincia di Caserta). L’aggettivo “ambientale” si spiega con la necessità di giustificare il ricorso a un fondo che, almeno nella sua origine, doveva servire a finanziare la tutela dell’ambiente e la promozione del territorio. L’elenco del sostegno a edifici in senso lato religiosi è lunghissimo: dalla chiesa medievale di Centola, a Salerno, dove servono 50.000 euro per “incremento flussi turistici”, al seminario diocesano San Giovanni Bosco di Castellamare di Stabia a cui ne toccano 110.000 per i “lavori di ristrutturazione ostello della gioventù Monte Faito per la formazione dei ragazzi”.
– da il Fatto quotidiano, dicembre 2009, sulla finanziaria di Tremonti