Il parroco di Tito scalo (PZ), don Rocco, ha negato i funerali religiosi a a una donna che, sostiene, non ha “mai visto a messa. Né lei, né la sua famiglia”. Ne dà notizia la Gazzetta del Mezzogiorno. I parrocchiani contestano il sacerdote, che si difende così: “Bisogna finirla di considerare la Chiesa un’agenzia a gettoni, che serve solo all’occorrenza. E poi quella famiglia ha mandato da me un addetto alle pompe funebri, non è venuta in parrocchia neppure in questa circostanza”. Il parroco è stato rampognato anche dal vescovo: “Non esiste che si neghi un funerale solo perché uno non frequenta la chiesa. Soltanto se una persona, a sua volta, nega la fede, compie atti in questa direzione allora il sacerdote può rifiutare un sacramento”. Il rito si è poi svolto nella parrocchia di Tito paese.
Tito (PZ): negato funerale in chiesa
81 commenti
Commenti chiusi.
questo paese non si merita il nome che porta 😉
a parte gli scherzi: ma che gliene fregava alla defunta e alla famiglia di avere un funerale cattolico?
E’ quel che mi chiedo anche io. Che senso ha fare un funerale in chiesa se non ci sei mai andato? Neanche i tuoi parenti sono andati per organizzare il funerale, è proprio una sciarada. Devo in questo caso dare piena ragione al prete.
Si bismark è uno dei pochi casi in cui a ragione il prete.
Ed e’ anche uno dei pochissimi casi in cui un prete mostra di infischiarsene dei quattrini
che avrebbe potuto spillare ai parenti della defunta,che non avrebbero certo
rifiutato una donazione sostanziosa per espiare il senso di colpa della mancata
devozione in passato.
Stesso pensiero.
Dunque dunque, la signora era una pensionata, quindi non più proprio una ragazzina… possibile che non andasse a messa per problemi di spostamento dovuti all’età? E cmq, ha ragione il vescovo, per negare il funerale religioso ad una persona, canonicamente, ci devono essere dei motivi precisi, già stabiliti.
La famiglia in questo caso non c’entra niente, il funerale cattolico si richiede quando è il morto ad essere cattolico, non a seconda della fede dei parenti superstiti.
Tradizione, consuetudine, chissà gli altri che pensano, mancanza di alternative (commiato laico).
Il vescovo comunque ha bacchettato il prete perchè ha rifiutato un incasso di qualche centinaio di euro, mica altro… i funerali non sono gratis (sono sempre i milioni quelli che se ne vanno).
Spero che da questo evento nasca la reazione psicologica “giusto, non vado in chisa da vivo non ci voglio andare neanche da morto, specie con preti così”.
Forse la famiglia del caro estinto ha pensato: “Li abbiamo pagati per niente per molti anni, facciamoli lavorare un po’…”
Mancanza di alternative
Bravo crebs! 😉
Hai centrato il punto mi sa.
Bisogna sdoganare i funerali civili una volta per tutte…
Servono spazi pubblici, di libero utilizzo per chi non aderisce a nessna religione!
la vedo cosi’: in certe circostanze semplicemente vuoi che qualcuno organizzi una cerimonia di commiato; quasi sempre non hai scelta: o dritto al cimitero alla sepoltura, o l’unica cerimonia possibile e’ quella che fan tutti anche se impersonale e centrata sulla messa e quasi per nulla sul defunto, i suoi affetti, le sue opere,la sua vita
i soliti amici di tutti
dovrebbe far parte di quella categoria di credenti che sta ben alla larga dal pretame vario ma sfrutta i soliti meccanismi, perchè ancora si crede a benedizioni, inferno, paradiso….
insomma una branca superstiziosa dei cattolici.
Non avevo pensato a questa spiegazione. Una superstizione post mortem. Che ridicoli.
Una volta tanto il prete ha ragione.
Anche per me il prete ha ragione. I preti dovrebbero rifiutare il 70% dei funerali. I comuni si deciderebbero così ad allestire le sale del commiato.
sì, ma non lo faranno mai: la messa per il morto frutta qualche soldino alla parrocchia e dunque…
per una volta che un venditore è coerente, viene bacchettato dal capo perchè non ha venduto a tutti.
Vero! Pero’ penso che all’interno dei meccanismi della chiesa abbia ragione il vescovo. Sei comunque battezzato, chi lo sa se ti sei pentito all’ultimo secondo… motivo in piu’ per sbattezzarsi ed evitare di diventare un feticcio cattolico anche da morto!
Hai ragione sui ‘meccanismi della Chiesa’.
Una volta sbattezzato dal tuo punto di vista sei a posto, a meno che al momento della tua dipartita la tua famiglia vada dal parroco dicendo che ultimamente ti eri pentito ecc. ecc.
Lo sbattezzo potrebbe non bastare ad evitare il funerale in Chiesa 🙂
Beh se tutti si coalizzano, il funerale te lo fanno, il defunto non si puo’ certo opporre 🙂
Pero’ lo sbattezzo e’ un atto ufficiale di negazione della fede, e se gli ecclesiastici seguono le loro stesse regole, dovranno negare la cerimonia ufficiale.
@bamba
diciamo che a parte il suicidio (che deve pero’ essere eclatante), lo sbattezzo e’ formalmente riconosciuto dal diritto canonico come atto con cui si perde il diritto ai funerali religiosi. Nel mio “certificato” di sbattezzo spedito dalla diocesi e’ scritto nero su bianco
@Bamba
Cito dal mio modulo di sbattezzo (nella note, ovvero conseguenze):
– privazione delle esequie ecclesiastiche in mancanza di segni di pentimento (can. 1184 § 1, 1°);
quindi teoricamente dovrebbe essere impedito il funerale a un apostata.
Tuttavia non escludo, ad esempio nel mio caso, che i parenti (se credenti) possano richiedere un funerale religioso (magari con lo scopo di salvare l’anima in extremis, per superstizione) e che il parroco (un po’ per soldi, un po’ per l’insistenza dei parenti afflitti) celebri quanto richiesto.
Del resto il funerale serve più che altro a familiari e amici ad affrontare il lutto, che non al defunto stesso…. che, come nel caso del pedobattesimo, non ha modo di esprimersi.
Ho appena finito di fare un funerale.
E’ sempre una gran fatica cercare di dire qualcosa di sensato e di utile ai presenti.
immagino non sia facile dire qualcosa di tendenzialmente socialmente accettato a chi non vuole sentire nulla, anche perchè bisogna idealizzare i defunti, altrimenti che ricordo lascerà quell’evento?
Ad esempio, dire loro che il defunto è felice in paradiso, non è nè sensato nè utile.
Meneghello, in Libera nos a Malo, cita la predica natalizia di un rustico prete di montagna in dialetto vicentino:
“Bisogna essare boni”
Nel caso dei funerali potrebbe bastare:
“Vi esprimo tutto il mio dispiacere, solidarietà e disponibilità”
e rinunciare alla solita fuffa sempre uguale.
mario
Su quest’ultima frase, per quanto l’affermazione del prete in sè non sia vera, si potrebbe comunque dibattere a lungo, anche da laici.
Non ho mai capito perchè i credenti si disperano tanto visto che il loro caro è in un posto migliore, non dico che dovrebbero sprizzare gioia da tutti i pori, ma nemmeno abbattersi per cercare consolazioni eccessive. Altrimenti che fede è?
non per voler fare polemiche inutili ma vorrei farle notare che qualsiasi cosa lei sostenga ai funerali non mi pare sia ne utile ne sensato. (a parte un eventuale sentimento di vicinanza)
si chiama egoismo, quando qualcuno viene a mancare ci crea un buco esistenziale, ogni persona è unica e riempie la nostra vita in modo personale. E’ difficile rimpiazzare il vuoto creato dalla perdita di qualcuno spesso si cerca in altre persone vicino, ma il più delle volte non si riesce. In pratica le nostre necessità e i nostri bisogni ricoperti da quel “caro” non sono facili da rimpiazzare, quindi soffriamo per egoismo.
qualcosa di sensato e di utile sarebbe far osservare che la natura è così, la morte è necessaria alla vita, ke la morte e la vita non sono altro ke il continuo divenire della materia, e ke i nostri corpi non sono altro ke substrati anatomici sufficientemente complessi per ospitare la vita per un breve periodo, e spiegare bene inoltre ke nessun morto può soffrire, così come non soffrivamo prima di nascere, dal momento ke la nostra consapevolezza si esaurisce con la cessazione delle funzioni superiori del cervello.
Ad un mio amico e la compagna è stata negata la comunione al battesimo della figlia perchè conviventi, morale della favola i due si sono poi sposati in comune, non hanno battezzato il sacondo figlio e si sono ora attestati su posizioni decisamente laicali, nonostante lei lavori in un ospedale cattolico! continuate così pretastri!!!!!!!!!!!! W benny 16!!!!!!!!!
Ce ne fossero di preti così!
ripropongo l’idea di istituire un premio Uaar ( simbolico ) da consegnare al prete coerente ( o in questo circostanza al suo Vescovo, ma in questo caso con connotazione ironica , sulla falsariga del tapiro d’oro di striscia la notizia)
idea infattibile.
quante udienze a ratzi toccherebbe organizzare per consegnargli tutti quei premi di “ateo fra gli atei”?
😀 😀 😀 😀
idea simpatica
A me pare un’idea geniale.
@Bamba
In caso di apostasia formale, seguita da relativa scomunica, dubito basti un’attestazione postuma fatta da terzi per accedere ai funerali religiosi.
Se guardi alla storia TUTTI gli scomunicati hanno dovuto fare pubblico attao di pentimento e seguire una procedure di penitenze per rientrare nella ccar.
Comunque basta lasciare disposizioni sul funerale nel testamento.
Ma perchè rientrare nella CCAR in modo così mazochista? penitenze? ma è una assurdità quel che chiedono, anzi, farebbe venir voglia di rinanere fuori per sempre, sarebbe più logico e farebbe bene alla salute.
concordo che la strada migliore è lasciare disposizione nel testamento, può essere intelligente anche avvisare il parroco del luogo in cui si risiede con una lettera…
Lo sbattezzo nonda’ garanzie: non c’è alcun motivo infatti per cui un parroco se muore un parrocchiano battezzato in altra parrocchia, debba procurarsi il certificato di battesimo completo di annotazione.
Scusate, il mio post delle 18,38 era in risposta a quello di Paolo Garbet delle 17,24, ma dalla visualizzazione non mi sembra sia molto chiaro.
Ma a noi che ci frega di questa notizia? per quanto mi riguarda più la Chiesa nega funerali religiosi a pseudo cattolici meglio è, perché aumenta progressivamente la disaffezione verso di essa. Quindi ben vengano preti integralisti che neghino funerali e tutti i sacramenti a chi non è un ligio cattolico fino al midollo, perché si rendono antipatici e mandano più gente dalla nostra parte.
Un altro ” don” in lista!( Francesco)
Il problema è proprio quello, caro don. Che la gente nei casi estremi della vita debba aspettarsi, come dice lei “qualcosa di utile e di sensato” (!) proprio da voi.
Invidia?
Gelosia?
lei che avrebbe fatto al posto di don Rocco?
@don
Per quanto mi riguarda, direi più “perplessità” poichè ha lo stesso valore di una danza voodoo.
Che ne dici di senso di ingiustizia?
la “gente” è composta da persone molto diverse, chi crede cerca il senso della vita dall’autore della vita. Il prete è solo un tramite
Credo che sia una questione di educazione e di cultura. Se la gente è abituata a rivolgersi solo alla religione per le sue caratteristiche consolatorie, è ovvio che alla fine non concepisce alternative, è labile e non ha sviluppato una visione della vita autonoma.
Se d’altra parte è stata educata diversamente, a sviluppare coerentemente le proprie idee e la propria filosofia, la persona è diventata adulta, e spesso delle omelie di un prete che gli parla di “cristo è amore” e altre vagherie del genere, può anche farne a meno. Soprattutto un momenti importanti come la morte di un conoscente.
Per Roberta.
Francamente non mi è mai passato per la testa l’eventualità di negare un funerale.
E’ l’occasione per vedere chi non si vede mai e per cercare di dir loro qualcosa.
Tanti non sono neanche credenti, ma fanno il funerale in chiesa “per educazione” (così mi riferisce che ascolta le chiacchiere al bar).
Al di là che la famiglia abbia chiesto o no il rito funebre, tanto è servito a tutti nel costatare che il figliol prodigo per quel sacerdote poteva anche rimanere a mangiar carrube coi porci ma rimetersi alla tavola del padre non se ne parlava affatto. Ci chiediamo allora se l’atrio dei gentili non valga anche per i fedeli che non frequentano spesso la messa;
Il vescovo, come il padre nella parabola che richiamava il fratello maggiore ad accogliere il fratello che si era perduto, ha richiamato il sacerdote al suo dovere di accogliere la richiesta legittima e, i parrocchiani, magari già molto esigui come praticanti, han fatto capire che è meglio non esclude nessuno in un periodo di crisi per la chiesa e poi la curia il suo tributo dalla parrocchia lo vuole, quindi…. un funerale è sempre un introrito utile.
Insomma… la metafora con la parabola del figliol prodigo vale poco in questo caso.
Potremmo dire che il figlio non è tornato a casa, ma che i compagni di sbronza l’abbiano lasciato sull’uscio della porta di casa del padre.
E non ci è dato sapere nemmeno se il figliolo ha gradito ed era d’acconrdo con quel gesto.
Sandro, ho capito che molti di voi è d’accordo con il prete, io dicevo solo che in tempi di crisi della chiesa, nemmeno loro possono fare i difficili con i fedeli più o meno lontani, e concordo che ci deve essere coerenza da parte di quei fedeli oppure se ne stiano proprio dichiaratamente lontani dai riti, cioè, consiglio loro di riflettere sullo sbattezzo che è meglio.
Il figliol prodigo nella parabola ha avuto un trattamento migliore di quello del fratello maggiore e si è detto: magari ci riprovo, chiedo la mia eredità e me ne vado ancora a donne, poi, finito i soldi me ritorno al padre, tanto la salvezza la posso rubare anche all’ultimo istante.
Mi aggrego a tutti coloro i quali sono in favore del parroco (Onesto).
Meglio un prete che rifiuta un funerale cattolico che uno che, contro una pre-espressa volontà, contro il volere dei familiari di rispattare la volontà del defunto/a, decide di effettuare la benedizione a tutti i costi minacciando di venire a farlo vigliaccamente (pretescamente) di notte quando l’obitorio è chiuso e i parenti non ci sono.
E’ fantareligione? No, è già successo e succederà ancora!
Meglio non fare confronti tra preti, vi sono quelli che non fanno storie e sono aperti e meno cavillosi, e quelli che invece si arrogano il diritto di sostituire il padre eterno nell’etichettare e discriminare chi è veramente ateo e chi invece è alla ricerca di dio.
Se quella famiglia non si era sbattezzata allora aveva il diritto al rito ed è giusto che il vescovo abbia richiamato il prete al suo dovere, se invece la familgia si fosse sbattezzata allora non ci sarebbe stato questo problema.
Vi sono persone che vanno in chiesa una vlta all’anno, cioè a Natale, nemmeno a Pasqua, al massimo a qualche funerale o matrimonio o battesimo, non per questo possono negare loro il rito funebre e dal momento che non si sono ancora sbattezzati, allora hanno ragione.
“il sacerdote, che si difende così: “Bisogna finirla di considerare la Chiesa un’agenzia a gettoni, che serve solo all’occorrenza.”
Come diceva Totò: “Ma insomma! Siamo uomini o siamo caporali?”
Adesso anche la tonaca fa montare la testa, a questi piccoli uomini….
Cordiali Saluti,
DiegoPig
Il pretaccio questa volta ha pienamente ragione.
Una raccolta di firme per questo miserello??
Trovo che il prete questa volta sia stato mooooolto coraggioso.
Un’uscitina di questo genere, oltre ad irretire i suoi capoccioni, ha fatto anche irretire i cattobigottoni del paesino.
Ma se ci si pensa bene il prete HA RAGIONE.
I fedeli devono smettere di considerare la chiesa, solo quando serve. 😉
Il prete ha semplicemente sottolineato l’ipocrisia collettiva!
FATTO BENE DON…! 😉
Ho sempre sostenuto che se vuoi trovare persone con un minimo di integrità è ai livelli più bassi che devi cercare. Vale anche per le gerarchie ecclesiastiche: tra i tanti parroci, ne possono senz’altro esistere di umanamente degni, ma non credo proprio che sia così tra i gerarchi di più alto livello. La selezione al peggio è troppo forte, e chi non ha determinate caratteristiche di immoralità non riesce mai a compiere la scalata. E il fenomeno non tocca certo solo gli ambienti religiosi! Non per niente esiste un detto che recita: «Il pesce puzza sempre dalla testa». Ah, la saggezza popolare!
Rinunciare a un funerale sigbifica rinunciare a dei soldi, non è facile vedendo come di solito si comporta la CCAR.
Ma per favore …
E se non per favore almeno per soldi!
Se la CCAR non ci tiene ai soldi perchè non fa i funerali gratis ?
E anche i matrimoni, i battesimi, le comunioni, le cresime e le messe a suffragio e le Messe senza chiedere l’offerta ? Con l’8×1000 dovrebbe essere tutto compreso.
Se la CCAR non ci tiene ai soldi perchè affitta il suo immenso patrimonio immobiliare (20% degli immobili italiani censiti) ai prezzi di mercato cercando di ottenere il massimo profitto ?
Non dovrebbe la CCAR seguire il Vangelo e dare ai poveri per poi salire al Regno dei Cieli ?
Forse la CCAR non crede al Regno dei Cieli e intanto cerca di avere il suo Regno sulla Terra con l’accumulazione di enormi capitali finanziari e patrimoniali e non aderendo al Trattato internazionale sulle norme antiriciclaggio.
Si potrebbe continuare ma a questo punto consiglio la lettura di Vaticano Spa, anche se non peggior sordo di chi non vuol sentire e peggior sciocco di chi non vuol capire.
Caro sig. Libero, precisato che l’8×1000 non è quel pozzo di san Patrizio senza fondo che molti qui credono, chi le dice che sacramenti e sacramentali (le messe di suffragio sono un’altra cosa) non si facciano gratis?
Se fanno un’offerta alla parrocchia e ai poveri “in occasione di….”, ok, altrimenti non mi pare che si mandi in giro l’ufficiale giudiziario.
Io non ci terrei ai soldi, ma pare che muratori, idraulici, ingegneri, enel, telecom, metano ecc non intendano essere pagati a preghiere.
(Comunque non si preoccupi più di tanto, di solito l’offerta alla chiesa è la metà di quanto costa il violinista)
@libero
ti ricordo che il Vaticano, stato estero deve rispettare le norme antiriciclaggio previste dall’unione europea (in cambio può battere moneta)
Le istituzioni cattoliche italiane invece rispettano la legge italiana.
Cosa centri Vaticano spa con le offerte dei funerali poi non riesco a capirlo.
Qui da me in genere le offerte raccolte da parenti e amici vanno per “oper di bene” scelte dalla famiglia, il prete chiede i soldi per l’organista e con l’offerta della famiglia il più delle volte non si paga nemmeno il riscaldamento.
“con l’offerta della famiglia il più delle volte non si paga nemmeno il riscaldamento”
poco male tanto glie lo paghiamo già noi con i soldi ke ci sfliano di tasca x darli alla chiesa
ah dimenticavo: “ti ricordo che il Vaticano, stato estero deve rispettare le norme antiriciclaggio ”
“CITTÀ DEL VATICANO – (g.g.v.) Inserito scidulam quaeso ut faciundam cognoscas rationem, «inserisci per favore la scheda per accedere alle operazioni consentite»: l’ unica banca al mondo col bancomat (scidula) in latino, cioè lo Ior, esce dall’ isolamento e si prepara a recepire «entro il 31 dicembre 2010» le normative Ue sulla prevenzione del riciclaggio di denaro, della frode e della falsificazione. Un impegno contenuto nella convenzione monetaria stipulata ieri a Bruxelles dallo Stato della Città del Vaticano con la Ue. La cosa non riguarda il segreto bancario, ma si inserisce nella linea di trasparenza voluta dal neopresidente Ettore Gotti Tedeschi. Lo Ior, si fa sapere Oltretevere, sta lavorando con la Banca d’ Italia «per attuare la normativa internazionale e cautelare così banca e correntisti”
entro il 31 dicembre 2010, quindi finora nisba
guarda che nel vangelo c’è scritto (in relazione ai “servizi” inerenti il culto): gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. (Matteo 10:8) Ma quando è ora d’incassare i religiosi se ne dimenticano.
“Non esiste che si neghi un funerale solo perché uno non frequenta la chiesa. Soltanto se una persona, a sua volta, nega la fede, compie atti in questa direzione allora il sacerdote può rifiutare un sacramento”.
il vescovo rimprovera il parroco, ma ki tirerà le orekkie a lui, ke pensa ke il funerale sia un sacramento? i sacramenti riguardano i vivi e non i morti e sono battesimo eucaristia cresima confessione matrimonio ordinazione e unzione degli infermi. anche nel costrutto logico la sua frase lascia a desiderare, poichè mi pare del tutto evidente che non frequentare mai la chiesa e non andare mai a messa corrisponde a negare la fede TANTO QUANTO SE NON DI PIU’ COME CHIEDERE DI NON ESSERE TORTURATO IN ETERNO CON UN VENTILATORE MECCANICO IN GOLA. e scusate il maiuscolo ma è troppo odioso quello ke hanno fatto i preti non a welby (ke se fotteva in quanto laico) ma a quella povera novantenne di sua madre ke illusa dal loro per tutta la vita si è vista voltare le spalle nel momento più difficile per motivi di opportunità politica (come candidamente confessato dal cardinal ruini)
io per evitare il funerale religioso ho dovuto pure mandare una raccomandata (sbattezzo)
Sempre dei privilegiati…
anch’io dò ragione al prete (eccezione alla regola) e concordo con chi diceva che se i preti facessero tutti così (come del resto stanno facendo alcuni preti x comunione e cresima:se i giovani adepti non segnano il foglio di presenze, il prete rimanda i sacramenti!) finalmente verrebbe fuori il numero dei conformisti e indifferenti e lo stato si darebbe una mossa in quanto a laicità, vedi assistenza laica ai malati, funerali civili, ecc…
finalmente verrebbe tolta alla chiesa questa assurda supremazia…(e quando mai!)
Fossero tutti cosi i preti, l’Italia sarebbe un paese meno ipocrita, bigotto e perbenista.
Beh, do ragione al prete, in questo caso. Dovrebbero fare tutti così. Mai andata a messa? Bene, il funerale si fa da qualche altra parte. ECCO IL PUNTO: DOVE? Potrebbe essere questo l’avvio per prendere coscienza che ci vogliono sale del commiato laiche in tutta Italia.
Io ho sollevato il problema per Gorizia sia in municipio che tramite giornali locali. Risposte? Il nulla più assoluto.
io invece non do ragione al parroco, non per le ragioni che indica, ma perchè semplicemente perchè non ha dati nè il diritto per giudicare. Magari la defunta andava tutte le domeniche a messa a piedi nel paese vicino perchè cosi gli andava. O non poteva. O cavoli suoi.
In ogni caso… era una pecorella del gregge e il Vangelo sta dalla parte del Vescovo. In ogni caso sono problemi interni della Chiesa.
Don Camillo non l’avrebbe mai fatto. Anzi, il funerale civile era un insulto alla sua comunità. Ma i tempi cambiano!
Io invece inserirò il divieto di farmi il funerale in chiesa perfino nel mio testamento…
Com’è quella frase del sole che sorge ogni mattina?