La Fondazione ReligionsFree annuncia la pubblicazione del terzo numero del bimestrale Noncredo. Il fascicolo contiene articoli di Bancale, Lombardi Vallauri, Tadolini, Pocar, Pannarale, Talenti, Carcano, Pedrazzini, Prestipino, Giuliani, Tamagnone, Ferri, Galavotti, Paoletti.
Terzo numero di “Noncredo”
25 commenti
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“Pedrazzini” sono io!
Sempre emozionante vedere i propri scritti sulla carta e non più solo su un blog!
Mi sembrava familiare quel cognome! Grande Zel!!!
Ma Prestipino la politica?
No, come dice il link, Giuseppe Prestipino:
http://tinyurl.com/y9xpfhj
ma gli scopi di tale fondazione non sono simili, per non dire uguali, a quelli dell’UAAR? pertanto che senso ha fondarne una nuova? non farebbero prima a collaborare con quelli dell’UAAR?
Credo che invece sia giusto così. In un giardino molti bulbi devono fiorire al fine di farlo più bello ed interessante. Più fiori, più persone che si incuriosiscono e vanno a vedere (leggere ed interessarsi nel nostro caso) dopodichè sarà il tempo a dire chi valeva e chi no, chi era più o meno bravo, chi ha portato più acqua al mulino del libero pensiero.
Sì, però per la causa del libero pensiero sarebbe più opportuno procedere uniti e non in ordine sparso.
Libertà d’espressione.
…sono contenta di vedere tra i vari nomi anche Francesco Paoletti…persona amica, che stimo!!!
Bravo!
Bravo de che ?
Spero che il periodico arrivi presto nelle pubbliche biblioteche: sono interessato a leggerlo per farmi quattro risate – come quando al teatro dei burattini parla Balanzone – ma senza tirar fuori dalle mie tasche neppure un centesimo per finanziarlo!
Saluti.
Impossibile che faccia ridere quanto la bibbia! Ah già, la bibbia va interpretata… ma è proprio leggendo le interpretazioni che il divertimento è assicurato!.
Riesci a leggere senza il parroco che interpreta?
Caro Cesare, il riso abbonda sulla bocca degli sciocchi.
E’ troppo divertente constatare come certe persone, che ci trattano con aria di sufficienza dall’alto delle loro credenze inculcate in tenera età, abbiano poi anche la presunzione di giudicare qualunque testo già dal solo titolo (in quanto non conforme al loro credo) a prescindere dal fatto d’averlo letto o meno.
Come socio UAAR, ho ricevuto qualche tempo fa in omaggio il primo numero di “Non credo”, l’ho letto con attenzione e trovo che non sia per nulla ridicolo; vi si trovano articoli ben scritti di autori vari (un sociologo e una sociologa, diversi filosofi, uno storico delle religioni, un’umanista, un giurista e una giurista, ecc.), tutte persone di buona cultura e capaci di comunicare il loro pensiero in modo pacato, chiaro, abbastanza sintetico ma anche esaustivo (compatibilmente con la dimensione della rivista). Si può non essere d’accordo in parte o in toto con le loro idee, ma quanto meno sarebbe opportuno prima leggere e poi motivare con robuste argomentazioni il proprio dissenso, e invece si dice già a priori che se si leggerà sarà solo per “…farsi quattro risate”.
Tutto il contrario di noi atei o agnostici, che le risate sui “sacri” testi ce le facciamo ora dopo decenni non di semplice lettura superficiale e svogliata ma di studio comparato e approfondimento, anche senza essere necessariamente degli specialisti del settore, ma per cultura e forma mentale, che ha portato molti di noi a leggere e studiare in modo critico Antico e Nuovo Testamento, Corano, testi indù e buddisti, opere di “esegesi biblica e coranica” e di relativa “critica testuale”, testi di filosofia, di storia delle religioni e delle varie “chiese”, di sociologia delle religioni, di antropologia, di archeologia, di storia antica e moderna, di psicologia e psicoanalisi, ecc. (senza contare gli innumerevoli testi di tipo scientifico, per chi abbia una doppia cultura non solo umanistica, dai quali é inevitabile estrapolare criticamente le tematiche che necessariamente s’intrecciano e quasi sempre confliggono col “pensiero magico e religioso”).
Nonostante i miei 69 anni quasi compiuti, continuo a stupirmi come in gioventù che moltissimi credenti al contrario siano incapaci di confrontarsi con serietà e competenza sul merito delle questioni e sappiano solo insultare (purtroppo anche qualche ateo ha questa pessima abitudine mentale, ma ho la netta sensazione che in % siano casi più rari)
OT
Scusate….Ma questa e’ vera!?!?!?!? 🙁
http://www.repubblica.it/scuola/2010/01/16/news/aumenti_prof_religione-1971395/
son contento che abbia visto la luce il numero tre.
io, però, sto ancora aspettando il numero uno, di cui mi era stata offerta la copia-saggio per valutare l’eventualità di abbonarmi….
@Biondino, se non erro mi avevi già detto che c’eran stati problemi; avevo chiesto, ma non risultano persone escluse, pare; puoi mandare una mail diretta alla fondazione?
info@religionsfree.org è l’indirizzo, spiega la situazione; se ben ricordo comunque anche per il numero uno ti inviavano il pdf, non un cartaceo, quindi forse hai messo mail che non controlli, con troppi filtri o altro?
scusate, ma è reperibile da qualche edicola in roma? grazie per l’aiuto, sono molto interessato ad acquistarne una copia.
Mh, il primo numero lo era, ora non so se si continui con la distribuzione in edicola perché moooolto onerosa se si parte da soli; la via migliore penso sia richiederne copia via sito: http://www.religionsfree.org; dal form online è sempre possibile ottenere il pdf del primo numero…
A Padova è introvabile. Qualcuno mi sa dire dove la posso trovare?
Metto anche qui così forse ti arriva la notifica, come scritto sopra: http://www.religionsfree.org, puoi chiedere l’invio gratuito del primo numero (in pdf) ed eventualmente contattare la fondazione per l’invio di un singolo numero cartaceo (abbonamenti@religionsfree.org).
Saluti°°/!
…sapete,ho voglia di leggere qualcosa di serio. Ho appena finito di leggere la Bibbia versione CEI e
ho deciso che in vita mia non leggerò più libri comici. Rischierei di crepare dalle risa….
Ciao Luciano47,
volevo dirti che io e alcuni amici ci riuniamo la sera per leggere la bibbia come testo comico.
Un vero spasso!
Spesso cerchiamo anche di emulare l’arrampicata sugli specchi dei religiosi, che inventano contesti storici solo per giustificare l’assenza di consistenza delle balle raccontate dal libro spacciato per più letto del mondo.
Ah ! Se lo leggessero veramente sarebbe ogni sera uno Zelig !