Al prossimo Festival di Sanremo il cantante Povia, già vincitore dell’edizione 2006 e già autore, lo scorso anno, della contestata Luca era gay, presenterà un pezzo intitolato La verità (Eluana). Pare che la canzone non sia caratterizzata, come inizialmente temuto, da accenti clericali, e che sia anzi stata apprezzata da Beppino Englaro. Nel frattempo il blog Macchianera ha anticipato il testo di Italia amore mio, la canzone che sarà presentata da Emanuele Filiberto di Savoia e Pupo: il ritornello sembra sia “sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio / io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio”.
Sanremo, un festival tra Eluana e Dio
48 commenti
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motivi in piu’ per non vedere il festival
assolutamente d’accordo: e ognuno di questi motivi sarebbe sufficiente, anche da solo, per evitare il triste spettacolo che annualmente proviene da Sanremo.
ho letto il testo della canzone Italia amore mio…..ditemi che e’ una bufala….
non e’ possibile che abbiano il coraggio di cantarla…..
il Festival di Sanremo è l’ultimo relitto superstite dell’occulto miniculpop democristiano della Prima Repubblica
Che testi! Che lirica! Ah che lirica. Questi si che hanno spirito e lettere. Spirito han quel del vino e lettere quelle per scrivere la parola “scarafaggio”.
Il dopofestival del 2008 è indimenticabile
…….. la musica italiana è defunta da un pezzo e questo pezzo non ce la farà rimpiangere………
mah… che testo… mi fa venire i brividi…
Vorrà dire che la televisione rimarrà spenta…
ma qualcuno lo guarda ancora il festival?
Temevo che Povia scrivesse una porcheria cattolicissima.
Forse è il caso che lasci stare certi temi, non sono fatti per essere portati a sanremo nè per essere dati in pasto a canzonette, comunque… è solo la mia opinione
come è mia opinione che quel testo linkato sia da brividi! ma è la versione definitiva?
è di una profondità, di un’introspezione…. che fa venire voglia di perdersi pure questo festival!
come se non ci fossero abbastanza motivi per vergognarsi come ladri…
Ma il demente discepolo dei reali mantenuti sta forse pagando i debiti che Pupo ha accumulato presso le bische?
O i debiti del disgustoso padre, impunito assassino, lenone ecc. “Italia,amore mio”.Ce lo vogliamo ricordare quanto l’amava questo paese suo bisnonno quando ha favorito l’ascesa del fascismo e quando,nel momento più tragico, se n’è scappato? per di più adesso ci dobbiamo pure subire ogni momento la visione dello sgradevole discendente e subire i “principe” di qua e di là; perché ci siamo pure dimenticati che in Italia sono stati aboliti i titoli nobiliari.
O zucche vuote amanti di San Remo,
Eccomi: sono Povia e ho scarso ingegno…
Ma sono ben rimediar – mica son scemo!
A scimmiottar cliché pronto m’impegno
Cantando il frusto e il trito – si la sol.
Per rincuorar gli encefali di rapa
Non copio né Battisti né Mogol;
Ho un fido parolier: si chiama… papa.
Se rugge contro gl’empi omosessuali,
Come la sfango? Boh… mi sa, direi,
Con due versetti (o versi?) strapapali…
E ti “guarisco” Luca ch’ERA gay!
Sodoma è a posto. Ma che far quest’anno?
Per mia fortuna ho un ricco stupidario:
Di nuovo le papate al caso fanno
E sfoglio quel bigotto calendario.
Dunque… vediamo… dei viziosi ho detto.
Potrei infamare gl’atei od altri pazzi…
Sarebbe per l’Europa un bel dispetto
E mi sarebbe grato nonno Ratzy.
No: meglio fisse più tradizionali.
Divorzio? Aborto? Sesso? Eutanasia?
…Ci sono! Sparo quattro staminali…
L’altre le sfrutto dopo. E così sia!
bellissimo… 🙂
Magnifica.
Chiedo scusa: ho scritto “sono” al posto di “so”
O zucche vuote amanti di San Remo,
Eccomi: sono Povia e ho scarso ingegno…
Ma so ben rimediar – mica son scemo!
A scimmiottar cliché pronto m’impegno
Cantando il frusto e il trito – si la sol.
Per rincuorar gli encefali di rapa
Non copio né Battisti né Mogol;
Ho un fido parolier: si chiama… papa.
Se rugge contro gl’empi omosessuali,
Come la sfango? Boh… mi sa, direi,
Con due versetti (o versi?) strapapali…
E ti “guarisco” Luca ch’ERA gay!
Sodoma è a posto. Ma che far quest’anno?
Per mia fortuna ho un ricco stupidario:
Di nuovo le papate al caso fanno
E sfoglio quel bigotto calendario.
Dunque… vediamo… dei viziosi ho detto.
Potrei infamare gl’atei od altri pazzi…
Sarebbe per l’Europa un bel dispetto
E mi sarebbe grato nonno Ratzy.
No: meglio fisse più tradizionali.
Divorzio? Aborto? Sesso? Eutanasia?
…Ci sono! Sparo quattro staminali…
L’altre le sfrutto dopo. E così sia!
complimenti!
La canzone di Pupo e di quell’altro coso, lì, è un buon rimedio contro la stipsi, ma rischia di causare attacchi di vomito.
…e dei Savoia ci hai dato al noia!
Non è che con quel testo vogliono partecipare anche al “nostro” concorso per la riscrittura dell’inno di Mameli? 😉
Dalle cipolline sott’aceto al duetto con Pupo…lo sapevo che non era una bella cosa il rientro dei Savoia.
Quasi quasi solidarizzo con Dio, guarda un po’ cosa gli tocca sopportare per un’idiotissima rima festivaliera, siamo a livello di “cuore – amore”.
Per così poco potevano scomodare un Padre Pio qualsiasi…
“sono qui, per dire al mondo e a Padre Pio, Italia amore mio / io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Padre Pio, Italia amore mio”.
dio puo’ sempre mandare una bella raucedine a entrambi….o mandare un arcangelo
in stile AT,per dissuaderli….
Mm…
Nel caso il supremo creatore non ne sia convinto, ci sono diversi altri disturbi non mortiferi ma che bloccano a letto senza via di scampo: intossicazione da muffe della segala (da allucinazioni e convulsioni), improvvisa reazione allergica localizzata alla tiroide, coliche da calcoli renali…
dv64
Fa rima anche con “Formaggino Mio”
Il festival di Sanremo è il festival della tradizione criminal-cattolica (tarallucci e vino) italiana borghesuccio al massimo:
Quando qualcuno che aveva davvero qualcosa da dire è stato subito fatto fuori o ha preferito autoeliminarsi (vedi Tenco).
Sono fatti apposta per accontentare il popolino e annebbiarlo dai veri problemi e sempre in odore di santità. Evviva Dio Evviva l’Italia Evviva il Papa Evviva il Re Evviva la morte che non se li porti!
“io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio” = dio, patria & famiglia!
ditemi pure che sono barboso, ma questo è un ottimo tentativo di far rientrare dalla finestra idee che sono state prese a calci dalla storia. il tutto condito dal servilismo, dal raggiro delle nuove generazioni e dal culto dell’apparenza che rende leggero leggero questioni invece pesantissime.
Qui un articolo di Repubblica sulla canzone di Povia
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/01/16/news/povia_eluana-1976179/
Il giornalista mi sembra filocattolico…..
Cmq ecco parti del testo della canzone di Povia:
“Padre, ora vivo nel tuo cuore / vivo nella tua battaglia / fate il nome del mio nome / fate il nome di tua figlia / di una volontà da rispettare / invece di dormire in fondo al mare”
“Mamma, che ne sanno del dolore / di quello che si può provare / per una disperata decisione / e di quando avevi tu vent’anni / fatti di progetti e sogni”
“Ora volo sopra le parole / sopra tutte le persone / sopra quella convinzione di avere la verità”
“Mamma, papà, un giorno ci rincontreremo /… / quando sentirete un brivido che corre sulla vostra pelle / è lì che io sarò presente / la vostra bambina per sempre, Eluana”
Semplicemente VERGOGNOSO!!
Non ci credo. Il testo di Pupo e Filiberto è in assoluto una delle cose più agghiaccianti che abbia mai letto. Sembra un copiaincolla di frasi politiche da salotto televisivo.
Perchè cosa credi che sia ormai ai giorni nostri il festival di san remo?!!
http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_aborto_polonia2.html
Varsavia
La storia di Alicja Tysiac è una storia di coraggio e denuncia sociale. Un caso che ha fatto discutere la Polonia sull’aborto (argomento tabù) obbligando la società civile e la classe politica a prendere coscienza delle drammatiche conseguenze di una legge restrittiva che ha spogliato la donna dei suoi diritti fondamentali e che, giorno dopo giorno, sotto il peso del giudizio morale della chiesa e i silenzi dei partiti dettati dall’opportunismo politico, ha spinto il dibattito verso l’oblio.
La storia di Alicja inizia nel febbraio del 2000, quando scopre di essere incinta per la terza volta. Lei e il marito sono entrambi disoccupati e vivono con i due figli in un appartamento di 30 mq senza riscaldamento. A rendere le cose ancora più difficili, il suo precario stato di salute. Fin da bambina soffre di problemi alla vista, oltre ad essere anemica. Col passare del tempo sono comparsi anche disturbi neurologici di cui non si conosce la causa . Per questo le è stata riconosciuta un’invalidità di 2° grado (su 3 gradi).
«Non avevo la forza per affrontare una terza gravidanza», racconta in un libro-denuncia pubblicato nel 2005. Decide così di ricorrere all’aborto terapeutico, avvalendosi della legge in vigore in Polonia che, seppur restrittiva, permette l’interruzione della gravidanza per ragioni di salute. Ma i tre oftalmologi a cui si rivolge per il certificato medico, necessario per avviare le procedure, negano il loro benestare: non potevano dire con sicurezza che la gravidanza avrebbe potuto causarle la cecità. Decide di rivolgersi ad un altro medico che le procura il certificato. Non basta. E’ necessario un parto cesareo, il terzo, e ciò viene evidenziato sul certificato come «un ulteriore fattore di rischio». A questo punto non le resta altro da fare che andare in una clinica e presentare il certificato ad un ginecologo. Il dottor «X», però, lo straccia e senza visitarla o chiedere il parere di un altro medico, espressamente indicato dalla legge, scrive di suo pugno un altro certificato adducendo che «non vi sono controindicazioni nel portare avanti la gravidanza».
Alicja Tysiac è povera, non può permettersi di abortire all’estero e tanto meno l’aborto clandestino. Decide di partorire. Due mesi dopo il travaglio è ricoverata d’urgenza in ospedale per un grave peggioramento della vista. Le viene diagnosticato il distacco della retina nell’occhio sinistro ed un’emorragia oculare in quello destro. Nell’aprile 2001 denuncia in procura il ginecologo che le aveva strappato il certificato medico in faccia e negato un diritto: quello di decidere.
Sin dall’inizio la strada è tutta in salita. In procura le fanno intendere che «non avrebbe avuto alcuna chance di vittoria». Alicja viene mandata all’Accademia Medica di Bialystok per un controllo agli occhi. Il documento prodotto dagli «esperti» certifica che «il deterioramento della vista è da attribuire al corso naturale del suo stato di salute». Nessuna relazione, quindi, con la gravidanza e il travaglio.
Nel dicembre del 2001, le indagini vengono chiuse e il caso archiviato. Allora, lei inoltra denuncia alla procura regionale e poi a quella distrettuale, ma sempre senza successo. Trova la forza di denunciare il dottor «X» e i tre «esperti» all’ordine nazionale dei medici, accusandoli di «essere venuti meno ai loro obblighi nei confronti del paziente». Tuttavia, sia il distretto regionale dell’ordine sia quello nazionale non rilevano alcuna prova che metta in dubbio l’operato dei medici.
Alicja non si arrende e, sostenuta dalla federazione polacca delle donne, decide di portare il suo caso all’attenzione della Corte Europea dei Diritti Umani. «Volevo combattere per avere giustizia nei tribunali polacchi, provare che i dottori si sbagliavano e che i miei diritti erano stati violati. Durante questo tempo – racconta ancora – non mi sentivo la vittima, bensì accusata. Non potevo accettare il modo in cui i dottori mi hanno trattata».
Il 20 marzo del 2007 la Corte di Strasburgo si pronuncia a suo favore e condanna il governo polacco per aver violato i diritti fondamentali della signora Tysiac. Prima della gravidanza Alicja era una disabile di 2° grado. Dopo la gravidanza è diventata disabile di 1° grado, ha bisogno dell’assistenza continua per il peggioramento del suo stato di salute ed è praticamente cieca. Oggi vive da sola, con i tre figli ed una pensione sociale di 140 euro al mese.
scusate ho sbagliato la news dove inserire il mio messaggio.
Vi è possibile cancellarlo da questa pagina?
mi compro un antiemetico…io non guardo il festival,ma metti che trasmettano questa
canzone alla radio….magari non faccio in tempo a cambiare stazione…
Non mi stupisco più di tanto della decisione di Emanuele Filiberto: visto che, ormai, la credibilità e la dignità familiare sono andate letteralmente a putt… ora tenta la strada di Sanremo. Per naturale evoluzione l’anno prossimo si candiderà alle primarie, e temo possa anche riscuotere parecchi voti.
Se è per quello si è già candidato alle elezioni europee, con l’UDC, mi sembra, ma è stato trombato, a differenza dell’imperial-regio discendente Otto d’Asburgo, che anni fa riusci ad essere eletto al parlamento europeo, in Germania credo.
…se penso a chi la musica la ama e la vive davvero…che si vede passare davanti eeemanuuuueeeeleeee Fiiiiliiibeeertooo….e te vòi che no bestema!?
Non vorrei che si capisse, però, che vorrei andare al festival…
Della cultura fa parte anche la musica, e la cultura musicale popolare prevede talent show da cui escono pirletti che dopo le prime due canzoni non hanno più idee e quindi ripiegano sulle cover, fanatismo a figure idolatrate come Vasco Rossi che fa canzoni che se le cantasse uno che si chiama Mario Verdi gli piscerebbero addosso ridendo, e duetti all’insegna della banalità più bavosa e indecorosa formati da PUPO e EMANULE FILIBERTO. Ma vi rendete conto? Sapete cos’è la musica? Sapete cos’è un cantante? Sapete cos’è farsi un mazzo tanto per studiare e impostare la propria arte, in questo caso la musica e il canto? E noi siamo qui ad accogliere due emeriti falliti starnazzanti come Pupo e Emanuele Filiberto a un festival…
Eppoi mi chiedono perché continuo a guardare “La Signora In Giallo”!
capisco sanremo, sappiamo come funziona.
capisco povia, sappiamo come ragiona.
quello che proprio non capisco e’ se il dio al quale si rivolge il bigamo pupo e’ lo stesso al quale si rivolge il cattolico emanuele filiberto.
no… il dio di pupo è una rima facile.
il dio di emanuele filiberto è un concetto che ha permesso ai suoi avi di mantenere il potere e che adesso sta permettendo ad altri la stessa cosa.
festival di san remo? Divertimento adatto ad un popolo rinc….to qual è il popolo italiano.
povia è solo un furbacchione bavoso.. approfitta dei temi piu’ scottanti per far soldi e farsi pubblicità. La mega-squallida marionetta coi fili attaccati dall’alto alle sozze mani dei pretazzi del vaticano anche stavolta arriverà ai primi posti, grazie al contributo di un pubblico sempre piu’ tamarro, cafardo e trappano. Valori omofobi (Luca era gay), cattolici, la famiglia, l’aborto, l’eutanasia, l’altra mega cagata a suon di nazionalismo neo fascista di pupo e il principe rimpatriato… bella accozzaglia di sanguisughe… io il festival di sanremo non l’ho mai visto perché… beh mi ha sempre fatto cagare… non lo guardo da 6 anni per un motivo in piu’, vivo all’estero dal 2004, ma con povia pupo e il principe si sono aggiunti una decina di altri validi motivi per snobbare qualcosa di cosi’ povero di idee nuove.
L’anno prossimo il burattino della chiesa cattolica si presenterà con una canzone dedicata a Craxi, ribaltando e rielaborando le doti del grande corrotto ladro e miserabile politico in un glorioso patriota italiano. Vive l’Italie! APPLAUSO!!
Festival di San Remo?????????
……ZZZZZZzzzzzzZZZZZZZzzzzzzzzZZZZZZZzzzzZZZZZ…..!!!!
….RONF, RONF!…..ZZZZZZZzzzzzZZzzZZZZZZZzzzzZZZZ…!!!!!
P.S: SMETTETE DI PAGARE IL CANONE RAI….E’UNA RAPINA!!!
che menata di canzone
Per me non cam bia nulla. Non lo guardavo prima e non lo guarderò adesso….
Non disprezzerei eccessivamente il testo di questa canzone del savoiardo: facendone un accurato spezzatino, se ne potrebbe ricavare almeno una dozzina di slogan elettorali particolarmente adatti per la prossima campagna del PDL e della parte più consistente del suo elettorato…
😀
ITALIA AMORE MIO (VERSIONE RIVEDUTA E CORRETTA DA DAVIDE LUMINI)
(Pupo) Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro,
nel sentimento che ci unisce, intorno alla nostra famiglia.
Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende,
e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente.
(E. Filiberto) Io credo nella mia cultura e nella mia religione,
per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione.
Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola,
che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia.
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(D.Lumini) E’ la storia maledetta di un re che è una macchietta,
Il vigliacco che è scappato quando il popolo era stremato.
Ed il cuore del turista oramai non batte più,
perché il sovrano, un arrivista, gli ha sparato e nulla più.
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(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia,
chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia.
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(D.Lumini) Il sospetto, assai più vero
È di stringere il “dinero”
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(Pupo) Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente,
ma chi si può paragonare, a chi ha sofferto veramente.
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(D.Lumini) Se la storia non mi inganna,
Il rampollo non condanna,
Gli atti e pur le nefandezze
Chel bisnonno ci riservò.
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(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
(Pupo) Io credo ancora nel rispetto, nell’onestà di un ideale,
nel sogno chiuso in un cassetto e in un paese più normale.
(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
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(D.Lumini) Se l’amore è veritiero
Le sue scuse saran gradite
Per poi chiudere una storia di viltà e vite tradite.
Suà maestà farebbe meglio
A cantar oltre l’amore
Anche il massimo dolore che il “suo” popolo provò.
E’ più facile sganciarsi, dalle azioni sue paterne
Che ammettere che un Re
se così vuol esser tale
la sua vita deve dare
per l’Italia, sì amata ,
sol però con una cantata.