Cadro (Svizzera): no crocifisso in aula? Allora in corridoio

Il municipio di Cadro (vicino Lugano, in Svizzera) da alcuni giorni ha deciso di imporre il crocefisso nelle scuole del comune. Per aggirare la sentenza del Tribunale federale che da ormai una ventina d’anni impedisce l’imposizione dei crocifissi nelle aule delle scuole e su pressione del consiglio parrocchiale locale che aveva intenzione di lanciare una raccolta firme, il municipio ne ha deciso l’affissione solo nei corridoi delle stesse (per il momento, uno solo). Le reazioni non sono mancate, tanto che sono arrivate al municipio numerose email di protesta.

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56 commenti

Hamvil

Non credo sia stata esplicitamente proibita neanche l’affissione dei crocifissi nei bagni, quindi …

Rasputin

Non dovrebbe nemmeno risultare offensivo, durante la proibizione delle parole straniere nel ventennio fascista sulle porte delle latrine c’era effettivamente scritto “Cessi” (WC è un inglesismo, lo sappiamo tutti). Il “Bagno” non è che il locale, dove, oltre all’occorrente per appunto fare il bagno e/o la diccia nonchè lavabo, beh c’è anche la tazza, appunto, del cesso;-)

Flavio

E il preside disse “va bene non appendo piu’ il crocifisso, cesso!”

AndreA

Ma perché questi religiosi ci tengono tanto ad esporre i loro simboli in luoghi che sono di tutti quanti, anche di chi non crede per niente alla loro religione?

Sono così psicolabili da dover essere trattati come bambini capricciosi?

nickinnel

non sono per niente “psicolabili”, sanno bene quello che fanno, è pura occupazione del territorio, colonizzazione, altro che evangelizzazione!… i gatti fanno la stessa cosa… e prima o poi lo piazzeranno anche sulla luna, vedrai

moreno83

Ma soprattutto sono grandi gli svizzeri che hanno subito protestato contro l’imposizione

Flavio

Sono io strano o queste notizie dovrebbero offendere anche i cattolici ‘adulti’? Che bisogno c’e’ di appendere il simbolo della mia fede in giro, anche contro la legge? E’ un gesto disperato e patetico.

Eusebio Pancotto

@ bumbum

Scusami, ma non ho capito.

Se sei un ateo, che ne sai della fede di qualcuno?

Se non sei un ateo, cosa sei?
Forse un cattolico adulto? Cioè uno di quei cattolici che sono talmente maturi da poter criticare lo Spirito Santo per avere scelto Joseph Ratzinger quale Papa?

Se è questo secondo caso, ti prego perdonarmi per la domanda irriverente.

nullità

io ho visto persino un prete (prete che gode di un’ottima reputazione perchè impegnato nel sociale attivamente, non a caso è visto con sospetto dai suoi colleghi) indignarsi per queste manifestazioni infantili e strumentalizzanti.
chi considera il crocifisso il simbolo della propria fede è giustamente disgustato dallo scempio che si sta perpetrando.
un esempio sotto gli occhi di tutti è l’utilizzo del crocifisso alla stregua di manifesto elettorale.

tutti quelli che invece sostengono queste manifestazioni. dimostrano di avere una fede davvero labile o di non averla proprio.

Greg Petrelli

Evidentemente il Vaticano possiede nel mondo milioni di ettare di foreste; possiede anche grandissime compagnie di taglialegna stile Monty Phyton’s Lumberjack Song. E’ chiaro che ora, risentendo della crisi e non vendendo più molto nel privato (offerte, riscatto delle anime defunte, oboli vari ecc. ecc.) cerca l’appoggio nelle famose commesse statali =)

fiertel91

La vera compagnia commerciale da tutelare per il Vaticano è la Chiesa stessa. I crocefissi sono il loro manifesto nel mondo.

stefano f.

come disse un noto politico italiano anni fa a proposito del tricolore; “lo metta al cesso signora” hehehe.

libero

Le espressioni che ho sentito appartengono al vecchio clericalismo, oggi si deve usare un’altra tecnica più concreta, capire e usare contromisure efficaci.
Perché in Svizzera qualcuno pensa di mettere il crocifisso quando ormai i fedeli sono in forte calo ?
Trovare risposte logiche aiuta a difendere la laicità.

hexengut

Perfettamente d’accordo. Quanto alla dirigenza ticinese credo che purtroppo sia ampiamente influenzata dal leghismo locale, ancor più becero e razzista (tutto è possibile…) di quello nostrano

Bruno Gualerzi

Infatti, visto e ascoltato in tv il promotore del referendum contro i minareti (senza qui entrare nel merito), Bossi al confrotno è un un distinto signore che si esprime con linguaggio raffinato.
Alla pari gli può stare – anche fisicamente – solo Borghezio.

Maurizio

Ma perché mai i credenti si sentono meglio se si vedono circondati dai loro simboli religiosi appesi nei posti più impensabili? Non gli è sufficiente “credere”? Non mi pare una questione di evangelizzazione; né di prevaricazione. Ho piuttosto l’impressione che abbiano l’inconsapevole convinzione che riceveranno una qualche forma di premio per aver esplicitato la loro fede in termini di superficie occupata. E se questo avviene a discapito di chi non la pensa parimenti, tanto meglio.
Continuo a pensare che chi crede veramente non ha proprio bisogno di dimostrarlo a nessuno.

libero

Questo valeva una volta, oggi è solo una questione politica ben sfruttata da chi cerca voti da parte degli spaventati dall’Islam.

hexengut

Il fatto è che coloro che sono veramente e onestamente credenti, di qualsivoglia confessione, non hanno per nulla la smania di appendere crocifissi e croci dappertutto; proprio perché per il simbolo religioso hanno rispetto, lo sanno collocare nell’ambito che gli spetta, quello degli edifici di culto o della devozione privata. Sono i politici più laidi (che, oltre alle convenienze strategiche in nome delle quali si prostrano a pecoroni di fronte ai diktat ecclesiastici, sfruttano la paura del baubau islamico e i più bassi istinti di violenza e razzismo), sono i cattolici di maniera (che per la maggior parte non hanno mai letto e non sanno un accidente non solo dei Vangeli ma persino dei precetti più elementari del catechismo, e vivono e agiscono -quasi mai in ottemperanza a quelli che proclamano essere i dettami della loro religione- nella loro bruta, mediatica, pappagallesca ottusita’) quelli che sbraitano e usano il crocefisso a mo’ di spada

POPPER

è anche vero con riuscendo ad ad essere sincero con se stesso fino in fondo, il redente si inventa un dio speculare e a cui affidare la voce della propria coscienza, ma qui purtroppo subentra la religione che arroga a se l’interpretare la presenza di dio nell’uomo e nella società, quindi, per controllare le coscienze o convincerle che l’evangelizzazione è anche ostentazione dei simboli.

MicheleB.

N.B. Il fattaccio è avvenuto nella Svizzera ITALIANA. Ce le abbiamo nel sangue, forse, simili sceneggiate grottesche?
AAAAAARRGH! Voglio una trasfusioneeee!!!!

Stefano Grassino

Si ma non di sangue, bensì di materia grigia. Il problema è che non sei tu che ne hai bisogno ma milioni di individui. Dove la vai a trovare tutta quella materia grigia?

MicheleB.

Grazie per la fiducia. Forse più che una trasfusione serve un espatrio. Un bel vaffa all’Italia ed a tutti isuoi parassiti.

Giancarlo

“Credo nell’intelligenza dell’universo, con l’eccezione di qualche cantone svizzero.” Woody Allen. E dell’Italia: ci sono cose che vanno sempre in coppia.

Andrea (Mi)

Mentre parliamo di “crocifisso si, crocifisso no” ecco i veri crimini odierni della chiesa:

http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=2960

Unrepentant: Kevin Annett and Canada’s Genocide .

Il documentario descrive la storia personale di Kevin Annett quando, nelle veste di reverendo, si è scontrato con la Chiesa Unita per il suo interessamento ai fatti accaduti nelle scuole residenziali canadesi e il genocidio commesso dai responsabili religiosi di queste scuole, dove centinaia di migliaia di bambini Nativi sono stati rinchiusi, dopo essere stati rapiti alle famiglie, e costretti a parlare solo inglese, a dimenticare la propria cultura e a professare la religione cristiana.

Qui hanno subito violenze fisiche e sessuali, elettroshock, sterilizzazioni e, in molti casi, la morte.

stefano b.

oltre ai seri dubbi della figura storica di cristo ci sono ulteriori seri dubbi sull’uso della crocefissione come sua pena finale
forse varrebbe la pena di iniziare a dire anche questo
pertanto l’esposizione della croce è quanto meno un esempio di fanatismo religioso che mira non tanto alla dichiarazione di un’appartenenza ad una tradizione comunitaria, quanto piuttosto il solito tentativo di evangelizzazione forzata, oggi subliminale (non solo) ieri propugnata con la violenza e la coercizione
chiediamo che vengano esposte dentro le scuole laiche e statali le miniature delle graticole |=|dove tanti atei illuminati e non solo atei, hanno trovato la morte per mano dei portavoce di dio, di tutti i dii, nessuno escluso

Andrea (Mi)

Esatto sono molte le prove che colui che viene descritto come il Cristo nei vangeli è l’elaborazione di un mito calcato sulla figura di Giovanni da Gamala (un patriota ebreo che combattè contro l’imperialismo romano).
Ad esempio: Nahzaret dalle desrcizioni dei vangeli sembra essere Gamala.

Da uno scritto dello storico Luigi Cascioli:
“Perché fu scelto proprio Nazaret, quel paese che al tempo di Gesù poteva essere tutt’al più rappresentato da un insignificante villaggio formato da quattro capanna dai tetti di paglia e non una città di maggiore importanza come Cafarnao, Sefforis o altre? Perché dovevano far sparire quell’appellativo di Nazireo che, significando “attivista del movimento rivoluzionario”, avrebbe compromesso la trasformazione di un combattente Boanerges, figlio della vedetta, in un predicatore di pace e di perdono. E, così, ancora una volta, come in tante altre trasformazioni fatte per nascondere la natura originaria zelota dei discepoli (vedi “quananite”, in nativo di Cana, “Ecariot” in nativo di Keriot, “Galileo” nativo della Galilea), ricorrendo all’espediente geografico, trasformarono “Nazireo” in “Nazareno” quale oriundo della città di Nazaret.
Trasformazione che, secondo gli esegeti, spinge ad un sorriso di compassione nella sua arrogante falsità se si considera che gli abitanti di Nazaret non si chiamano nazareni, ma “Nazaretani”.
Dunque, se la patria di Gesù non è Nazaret ma Gamala, chi altri, in realtà, egli ha potuto essere se non quel figlio di Giuda il Galileo che, quale primogenito di sette fratelli, morì crocifisso per restaurare il regno di David di cui lui, quale asmoneo, ne pretendeva il trono?”

Choi fosse interessato ad approfondire consiglio gli studi di David Donnini.

gianfranco

su questa logica si potrebbe per appendere i crocefissi delle aule italiane non più di fronte agli alunni ma alle spalle e magari dietro una cartina della unione europea.

Così la forma è rispettata e fottuta la sostanza

Paul Manoni

Sono andato sulla pagina web del comune di Cardo….
L’unico indirizzo di posta elettronica utile sembra questo: info@cadro.ch 😉
Non so’ se, e quanto possa essere giusto scrivergli una mail di protesta…
Comunque e’ alquanto increscioso che il municipio subisca pressioni per l’esposizione del crocifisso in modo diretto dalle parrocchie locali…
Queste parrocchie sembrano invadenti ed ingerenti ovunque!!!!!!!!!!

giovanni

Scrivi, scrivete pure una marea di proteste: se lo meritano (e ne so qualcosa). Ma attenzione: i municipali che fanno anche parte del consiglio parrocchiale hanno sì subito pressioni, ma è poi stato il collettivo dei 5 municipali a prendere la decisione (avrebbero potuto tranquillamente dire di no!). Il tutto è nato dalla rivalsa che i perdenti di 20 anni or sono hanno voluto perpetrare, sperando nell’offuscamento della memoria storica e speculando nelle presunta mia debolezza (calcoli mal eseguiti!).

Paul Manoni

Ed io che pensavo che gli svizzeri fossero i NEUTRALI per eccellenza! 😉
Questo non e’ essere neutrale, ma ossessivamente di parte…peraltro la parte sbagliata a mio avviso!
…Evidentemente qualcuno di loro avra’ dei figli con l’ambizione a diventare guardia…GUARDIA SVIZZERA, appunto! 😉

Tommaso B.

Ma se non si sbattono il crocefisso sotto il naso, hanno paura di dimenticarsene ?

Paul Manoni

Veramente sarebbe rimasto ancora piu’ dimenticato, se la CEDU non avesse imposto all’Italia di rimuoverlo dalle aule! 😉
Si sono ricordati che c’era solo quando glielo hanno ricordato! 😆

giovanni

Il mio nome è Giovanni, sono il maestro di Cadro che ha inoltrato dapprima “l’ultimatum” al Municipio ed in seguito il ricorso presso il Consiglio di Stato del Canton Ticino, contro la decisione dei 5 municipali di riaffiggere il crocifisso nella sede scolastica elementare comunale del medesimo Paese.
Per “inquadrarmi” sono anche membro di comitato dell’Associazione dei Liberi Pensatori svizzera-sezione Ticino, ed anche redattore del periodico Libero Pensiero.
Ecco, mi sono presentato.
Ho letto comunque con piacere i commenti sia sull’oggetto in questione, sia sull’atto espositivo.
Il fatto è così facendo é venuto a mancare uno dei principi stabiliti con la decisione del Tribunale federale del 1990, fondamento pure della Costituzione svizzera, e cioè quello della garanzia della neutralità confessionale, a cui deve attenersi lo Stato.
Per ora è tutto. Saluti cordialmente laici a tutti.

Sergio

Salutami Guido Bernasconi a cui il Tribunale federale diede ragione nel 1990. Non so però se poi i comuni ticinesi si siano adeguati al pronunciamento federale. Se non sbaglio la delibera valeva unicamente per il comune in cui insegnava Guido.
Comunque nel resto della Svizzera il problema non si pone proprio, il crocifisso non c’è nei luoghi pubblici e nessuno ne pretende l’esposizione.
Rammento però che dopo la sentenza del tribunale federale (tre giudici a due) in parlamento volarono parole grosse da parte dei democristiani, ma tutto finì lì (almeno per l’opinione pubblica svizzera, eccetto forse il Ticino).

giovanni

Saluterò Guido a tuo nome. I comuni ticinesi avrebbero potuto adeguarsi tutti, se almeno un loro cittadino ne avesse richiesto al rimozione. Purtroppo non è stato il caso. E, purtroppo bis, anche in Svizzera il crocifisso si trova nei luoghi pubblici (almeno nei cantoni cattolici). A seguito della sentenza di Strasburgo del novembre scorso, v’è già stato chi ha chiesto la rimozione in toto, ma il Consiglio Federale ha deciso, con una classica azione d’attesa tipicamente svizzera, di tenere tutto in stand-by, fino alla decisione delle Camere europee riguardo il ricorso inoltrato dallo Stato italiano.
In Ticino sono presenti crocifissi nell’aula del Gran Consiglio ed anche in alcune scuole medie (cantonali): basterebbe che, a scuola, o un docente o un allievo o un genitore lo chiedesse e … giù!

libero

Perchè si espone il crocifisso ora che la religione è molto meno sentita in Svizzera come in Europa, motivi politici per i voti ?

giovanni

Dunque: i clericali lo vorrebbero dappertutto per mostrare la presenza catto-cristiana; i politici credenti per voti come pure i non credenti che lo accettano. Ma son tutte persone che non sanno distinguere il ruolo di “governante” da quello di fedele!

POPPER

Buona sera sign.r Giovanni, vorrei farle alcune domande e la ringrazio fin da ora per le sue risposte.

A prescindere dal fatto in se stesso del crocifisso imposto, grave a mio avviso, quando ha percepito che, oltre al referendum sui minareti, stava maturando anche un rigurgito religioso irrazionale ed eversivo nei confronti della vostra Costituzione?

Potrebbe interpretarmi, come un termometro, il clima attuale tra cultura laica e religiosa dalle sue parti, cioè, le proteste contro queste affissioni illegali del crocifisso quanto rappresentano la vostra popolazione?

Comunque, nonostante la fede della cosidetta maggioranza degli italiani, e non lo è più, nelle voci di spesa amministrativa di qualsiasi scuola italiana, il crocifisso è sotto la voce “arredamento”, e non “costituzionale”, quindi, nemmeno legalmente si riesce a giustificarlo come amministrativo “arredamento” secondo me e alla fine è una vera violenza discriminatoria di una religione sulle altre convinzioni culturali e religiose.

giovanni

Un rigurgito religioso? Da molto, molto prima “dell’affare minareti”.
Alla seconda domanda posso risponderti così: un recente studio sulle religioni presenti nel Canton Ticino, commissionato dal rappresentante PPD del governo, ha stabilito la presenza di 82 correnti religiose in una popolazione di 300mila abitanti circa. Il 75% di fede cattolica, il 7,5% i senza fede (noi), il 5% i riformati, e via via le altre. Quindi siamo la seconda forza! Il problema sta nel fatto che ci muoviamo un po’ come lupi solitari!

POPPER

Grazie Giovanni, ma voi ci siete, questo è importante, perchè alla prima rimostranza fanatica e violenta di una di quelle correnti religiose, le vostre Istituzioni federali non potranno che condannarla e isolarla, quindi, è meglio che i credenti stiano buoni, altrimenti sarà palese a tutti la loro minaccia alla democrazia e alla laicità.

Come tanti anche io odio il pensiero unico nelle democrazie, nel senso che possa esserci una religione che si imponga a rappresentanza di tutta la nazione, e questo costituisce discriminazione e assenza dello stato laico liberale.

maxalber

Eusebio Pancotto risponde:
domenica 7 febbraio 2010 alle 19:41

Se sei un ateo, che ne sai della fede di qualcuno?

Risposte varie che dimostrano che gli atei sanno (più dei credenti) di che cosa si parla:

Nessuna falsità è così pericolosa come quella considerata un dogma di fede. (T. Paine)

La fede nel soprannaturale è una scommessa disperata fatta dall’uomo nel punto più basso della sua fortuna. (George Santayana)

La fede è credere in ciò che sai non essere vero. (Mark Twain)

Fede significa volontà di evitare di sapere cosa è vero. (F. Nietzsche)

Fede: credere senza prove in ciò che viene detto da uno che parla, senza conoscerle, di cose che non hanno eguali. (A. Bierce)

La fede, per definizione, consiste nel credere in cose non validate dalla ragione. Se lo fossero, non sarebbe più fede. (Colin McGinn)

La fede è la scappatoia migliore, la scusa più efficace per evitare la necessità di riflettere e valutare le prove a nostra disposizione. Fede è credere in mancanza di prove, anzi, forse proprio a causa di tali mancanze. (R. Dawkins)

Una fede assoluta corrompe quanto il potere assoluto. (Eric Hoffer)

Non credo che la fede in dio abbia molto a che vedere con le qualità morali intrinseche delle persone. (Colin McGinn)

POPPER

Aggiungo io il mio pensiero.

La fede in dio è illudersi che esista
La fede in dio è essere ignoranti su sé stessi
La fede in dio è spesso frustrata e delusa e se la prende con dio stesso
La fede in dio è messa alla prova dalla realtà, e non superandola evade nel trascenderla
La fede in dio si autoconvince prevaricando sull’uso della ragione di cui teme il dubbio
La fede in dio è fragile e tenta di razionalizzarlo, ma è costretta a dimostrarlo e non può
La fede in dio giustifica i mezzi usati dalla propria propaganda, poi cade nel fanatismo

infine se sono agnostico non posso essere dogmatico
infine se sono ateo non ho bisogno di dio
infine se sono razionalista posso ancora ragionare e avere dei dubbi

ma non ho dubbi sul significato soggettivo della fede in dio, in esso rimango sempre e comunque ignorante su me stesso.

Sergio

Roma locuta, causa finita – si diceva una volta, ma vale ancora oggi. Il dogma (un enunciato senza senso – per es. Dio è uno e trino, oppure la Maronna è stata assunta in cielo con le ossa e il guardaroba) è il punto finale di una discussione per stabilire chi comanda. Chi non riconosce il dogma, una specie di parola d’ordine, è un nemico – da combattere e da eliminare. Minaccia oggettivamente il potere. Non si deve pensare, ma ripetere la parola d’ordine: Dio è uno e trino, la Maronna ecc. I dogmi servono a questo: a stabilire se sei con noi o contro di noi. Il contenuto o significato dei dogmi è irrilevante. Si ripetono a pappagallo, ma poi ciò che conta è il potere. Ruini dice messa ogni mattina, un obbligo noioso. Ma poi passa in sacrestia e comincia a intrallazzare: perché, come ci dicono i conoscitori, è un «animale politico», la politica è la sua vera passione (non quella di Gesù Cristo). E a cosa serve la politica? A dividersi il potere e le cariche.
Il gregge ignorante (riptete che Dio è uno e trino senza sapere cosa dice) è una massa di manovra per gli intrallazzatori alla Ruini.

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