Francia, il transessualismo non è più considerato una malattia psichiatrica

Con un decreto emesso dal ministero della Sanità francese guidato da Roselyne Bachelot, e pubblicato mercoledì sulla Gazzetta ufficiale, il transessualismo è stato depennato dalla lista delle malattie psichiatriche. Il paese transalpino è il primo al mondo a compiere un passo del genere: approfondimenti su Libération.

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64 commenti

Alessandro S.

Liberté, égalité, fraternité.
Tié, tié e tié! 🙂

libero

Non sapevo che fosse una malattia psichiatrica, ma allora i clienti dei trans sono malati ?
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Non ho resistito alla tentazione e suggerisco un approfondimento su quanta paura fa la Scienza alla Chiesa.
Il Papa: «La vita umana non è materia inanimata nelle mani degli scienziati»
«Il rischio altrimenti sarebbe un uso strumentale della scienza, con l’inevitabile conseguenza di cadere nella discriminazione e nell’interesse economico del più forte”.

http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_13/papa-vita-umana-non-materia-inanimata_27e4f0e4-1898-11df-adbd-00144f02aabe.shtml

Flavio

In Italia sarebbe gia’ qualcosa se i giornalisti riuscissero a dire “la trans” invece che “il trans” quando l’identita’ della persona e’ chiaramente femminile.

laverdure

A quanto mi risulta esistono casi di transessualismo inverso,individui che si considerano
personalita maschili in corpi femminili di nascita e si operano di conseguenza.

Flavio

Beh? Io mi riferivo a quando LA trans ha un’identita’ femminile (vedi tanti casi di cronaca recenti).

Sara

laverdure,
esistono persone transessuali che da uomini passano al genere femminile (perché si sentono donne), sono detti M to F, in inglese. Queste persone sono quelle che salgono agli ‘onori’ della cronaca perché si prostituiscono a qualche potente. Le altre subiscono la sorte di tutte le persone discriminate, già ‘solo’ linguisticamente.
I trans sono i F to M, ovvero le donne che si sentono uomini e vogliono diventarlo. Sono molto meno visibili, anche fisicamente, di solito non si prostituiscono, che io sappia. Questi sono I trans, non le brasiliane note per il loro fisico esuberante. Ti è chiaro? comunque, ci sono molte associazioni di transessuali, se non conosci il fenomeno, informati… o conosci qualcuna/o di loro, non sono mostri o cose strane, sono persone come le altre.

myself

A me sembrava di aver capito che tra gli psichiatri fosse comune l’idea che il transessualismo non sia una malattia, ma la si considerasse tale per permettere che parte delle operazioni di cambio di sesso siano passate dalla mutua.

laverdure

Se ho ben capito,un transessuale e’ un individuo che considera se stesso come una
personalita femminile imprigionata in un corpo maschile,o viceversa,al punto che avendone i mezzi e’ pronto a sottoporsi ad una operazione complessa e rischiosa per correggere
parzialmente il suo stato.
Dico “parzialmente”perche allo stato attuale della medicina il corpo che ne risulta sara
soddisfacente dal punto di vista estetico,ma inevitabilmente avra gravi mancanze dal punto
di vista anatomico e biologico,anche se per l’interessato(o interessata)rappresenta un
netto miglioramento.
Ora,chi nasca con unan gamba piu’ corta e se la faccia allungare chirurgicamente,cosa
possibile oggi,non ha nessuna difficolta ad ammettere di avere una malformazione da curare.
Non vedo cosa ci sia di disonorevole per un individuo che necessita di una operazione di
cambiamento di sesso nell’ammettere di avere un problema psicofisico che nel suo
caso e’ almeno parzialmente curabile.
E’ semplicemente grottesco che il politicamente corretto spinga a negare che possa
esistere qualunque problema medico in campo sessuale.

Kaworu

questa scelta faccio fatica a capirla anche io perchè per le stesse persone transessuali il sentirsi nel corpo sbagliato è fonte di grande disagio e dolore e uno dei modi di superarlo è la transizione appunto verso il sesso a cui si sente di appartenere…

forse è stato fatto per evitare lo stigma sociale (“ah sei malato di mente”).

Ulv

A me la risposta sembra ovvia, ed è proprio il motivo indicato da Kaworu. Se il transessuale è considerato persona sana di mente ma con un semplice disagio psicologico dettato dalle condizioni nelle quali si ritrova, l’attenzione verrà portata sulla rimozione di quelle condizioni: l’ostacolo è il corpo, e la soluzione l’operazione per il cambiamento di sesso. Se, al contrario, il transessualismo è annoverato tra le malattie mentali, l’ostacolo verrà individuato nel transessualismo stesso: il nemico è la mente, e il problema non potrà risolversi se non nel “convertire” il transessuale al genere dettato dal sesso biologico. Un po’ come si fa quando si parla di convertire i gay. Direi che di differenza c’è ne parecchia: siamo agli antipodi!
Non si tratta dunque di “politicamente corretto”.

Dalila

Io credo di aver capito…
Forse sono in malafede ma so per certo che per coprire i costi delle operazioni, molti trasessuali portano certificato psichiatrico per poter giustificare lo stato di necessità di tale operazione e farsi quindi rimborsare i costi dalla mutua.
Non ci vedo nulla di male in questo, anzi, mi sembra un modo per poter far fronte ad un costoso intervento in modo più facile e grazie ad una sovvenzione e ad un
supporto medico.
Una mia amica lo ha fatto qualche anno fa e fu rimborsata.

Credo che tale espediente invece possa far ricadere le spese su chi vuole operarsi.
Spese, altrimenti, NON rimborsabili.

Lino

laverdure ha scritto: “allo stato attuale della medicina il corpo che ne risulta sara soddisfacente dal punto di vista estetico,ma inevitabilmente avra gravi mancanze dal punto di vista anatomico e biologico”.

In realtà almeno per le donne trans che si vogliono operare (non tutte lo vogliono, per vari motivi, tra cui il fatto che l’operazione è dolorosa e richiede una lunga assenza dal lavoro, e comunque un intervento chirurgico in anestesia totale ha sempre controindicazioni) lo stato dell’arte è abbastanza buono: una trans può farsi rimuovere i testicoli ed avere il pene trasformato in una vagina perfettamente funzionante dal punto di vista sessuale (compresa la possibilità di avere un orgasmo come le altre donne). Comprese labbra e tutto.

L’operazione si chiama GRS o SRS. Conosco almeno una dottoressa che la chiama GCS.

I seni crescono spontaneamente con i normali ormoni femminili, ed alcune si fanno un’operazione di mastoplastica per avere seni più grandi. Ovviamente le trans non hanno un utero e non possono fare figli, ma per il resto la tecnica medica è talmente buona al giorno d’oggi che alcune trans se vogliono possono non dire di esserlo senza timore di essere “scoperte” persino dal proprio partner o, per le visite più semplici, dal proprio ginecologo!

Sfortunatamente le cose non stanno ancora così bene per gli uomini trans: la barba e tanti dettagli “maschili” vengono spontaneamente quando si iniziano a prendere gli ormoni (testosterone e forse altri? non ne sono sicuro). I seni si possono togliere con relativa facilità, ma un pene funzionante al 100% per il resto della propria vita non è ancora facile e sicuro da fare a livello chirurgico, anche se ci sono progressi e successi.

È possibile che nei prossimi decenni alcuni uomini trans avranno anche la possibilità di procreare (ma spero che la usino con giudizio, visto che siamo già decisamente troppi su questo piccolo pianeta), perché che trasformare un’ovaia in un testicolo funzionante potrebbe essere molto più facile del passaggio opposto.

Non sono espertissimo sull’argomento, se ho sbagliato qualcosa correggetemi.

kundalini444

infatti il transessualismo non viene considerata una patologia psichiatrica, semmai è una patologia FISICA.
Insomma, non è il cervello a esser malato perchè “crede” di essere di un altro sesso; ma è il corpo a essere “malato” nel senso che non rispecchia l’identità sessuale sentita dal cervello
🙂

laverdure

Dai numerosi discorsi in questa sede su questo argomento,viene spontaneo un sospetto:
che,chissa perche’,sia segno di intolleranza,strettezza di vedute o comunque riprovevole
pensare che un individuo possa essere affetto di disfunzioni di qualunque tipo al
cervello.
Eppure sindrome di Down.autismo,schizofrenia ecc sono un tantino difficili da negare,
neppure la buonanima di Bisaglia arrivava a tanto.
Attualmente nel transessualismo la medicina puo’ agire solo sul corpo,e in modo incompleto.
Se un domani fosse possibile agire chirurgicamente o farmacologicamente sul cervello
per fargli rispecchiare l’identita del corpo,senza effetti collaterali,lo trovereste “innaturale”?
A me sembra un modo di ragionare non molto diverso da quello degli integralisti religiosi.

alberto tadini

scusa, un solo appunto: la sidrome di down è anche e detta “trisomia 21”. cioè il corredo genetico di una persona affetta da sindrome di down ha un cromosoma in più, cioè invece di avere 1 coppia di cromosomi “numero 21” ne ha tre. Quindi invece di avere 46 cromosomi, ne ha 47. è un errore causato a livello di meiosi della cellula uovo femminile.
quidi la sindrome di down è una patologia causata dallanomalo numero di cromosomi. diciamo che è una malatia genetica.
diversa faccenda è autismo e schizorenia.

Ulv

Noto ora che kundalini444 ha dato la mia stessa risposta… ma con uno stile molto più conciso ed elegante! Peccato che laverdure non ne abbia colto il senso.

laverdure

@Ulv
Caro amico,qui nessuno e’ tenuto a giustificarsi,per cui e’ solo per amore di precisazione che scrivo quanto segue.
Per me la morale e’ gia di per se un fatto necessariamente soggettivo,nonche soggetto
a variazioni radicali nel tempo,e pretendere poi di applicarla a problemi come
l’omosessualita come pretende Ratzinger e’ un puro esercizio di futilita.
Io l’omossessualita la affronto da un punto di vista esclusivamente pratico:io
considero malattia qualsiasi fenomeno che provochi gravi problemi a chi ne e’
affetto,e pretendere che questo non sia il caso dell’omosessualita non e’ ipocrisia,
e’ pura idiozia,e sono convinto che almeno su questo tu sia d’accordo.
Che i problemi nascano,come giustamente si fa notare,dall’ostracismo della maggioranza eterosessuale cambia ben poco le cose,il punto e’ che tali problemi sono terribilmente reali e continueranno ad esserlo a lungo.
Ammesso questo,considerarla o meno malattia diventa in fondo un futile
esercizio di semantica,che ha ben poca importanza per gli interessati.
Definire un individuo come ” a diversa capacita motoria” anziche zoppo riduce certo i suoi problemi.
Il transessualismo ha la particolarita,rispetto all’omosessualita classica,che la medicina offre la possibilita di migliorare la condizione di chi ne e’ affetto,senza poterla risolvere completamente.
Che lo si faccia adattando(parzialmente) il corpo alla mente,che e’ l’unico sistema oggi esistente,oppure viceversa,come potrebbe essere possibile in un futuro piu’
o meno lontano ,non presenta per me assolutamente nessuna differenza di ordine morale.
Il giorno che la seconda opzione fosse possibile solo il diretto interessato avra il
diritto di scegliere.
Pretendere di imporgli una scelta sarebbe un sopruso degno di Ratzinger.

Ulv

Caro laverdure, è verò che qui nessuno è tenuto a giustificarsi – e del resto non mi sono mai sognato di chiederti di farlo! – ma nonostante ciò la “r” di razionalisti vorrebbe che la discussione seguisse un filo logico senza pregiudizi di sorta. Mi dispiace dirtelo, ma non è il tuo caso.
Innanzitutto parti da un presupposto erroneo. Perché dovrei essere convinto che il rifiutarsi di considerare l’omosessualità come una condizione intrinsecamente penosa sia pura idiozia? Ti rendo noto che sono omosessuale, e che sono felice di esserlo, Dunque, non mi considero malato e reputo – forse con tua grande sorpresa – un’offesa pesante l’equiparazione del mio orientamento sessuale a una malattia. Soprattutto se si basa su premesse logiche del tutto… illogiche. Dici: “considero malattia qualsiasi fenomeno che provochi gravi problemi a chi ne e’
affetto”, e credi che questo sia essere “pratici”. No, caro mio: questo è avere dei pregiudizi. Anche la povertà è un fenomeno che provoca gravi problemi a chi ne è affetto, ma dubito che tu ti spinga tanto in là da classificare la povertà tra le malattie. Chi è povero al massimo ha un problema, ma non è malato; segnatamente, il problema è che nelle società complesse la mancanza di beni è uno svantaggio. Analogamente, chi è omosessuale ha un problema pur senza essere malato: in questo caso il problema è la gente che, come te, considera l’omosessualità una malattia. Elimina la mentalità di quella gente, e il problema sarà risolto. Questo è essere pratici! Come vedi, ben diverso il caso della malattia: non si darà mai che una malattia possa essere guarita per pura accettazione! (tranne casi limite di cui non è il caso di parlare)
Sbagli poi grossolanamente quando dici che la definizione è solo un problema semantico. La classificazione è un problema politico che, al contrario di quanto tu affermi, ha un grandissimo peso per gli interessati… se no non saremmo qui a discuterne! Io sono un “interessato”, e quindi ti conviene fidarti di me. Diversamente commetteresti un sopruso degno di Ratzinger. Francamente fatico a comprendere cosa non ti sia chiaro in questo discorso, e perché tu voglia per forza mantenere le tue categorie. Ti presenti come un relativista, ma imponi delle etichette che definire assolute è dir poco. Vabbè, non ho più voglia, scusa. Discorsi fatti e rifatti mille volte. Saluti.

Jeeezuz

Secondo me che non sono medico né pischiatra il transessualismo è una malattia (innocua, ma pur sempre malattia o comunque “anomalia”). Oh, poi possiamo anche dire che i daltonici sono “diversamente vedenti” mica è un problema.

Lino

@Jeeezuz, c’è una differenza fondamentale: se la scienza domani ci mettesse a disposizione una pillola che permettesse all’istante di fare sparire il daltonismo, senza costi o effetti collaterali, più o meno tutti i daltonici la prenderebbero subito.

Se ipoteticamente ci fossero due pillole per le trans e per i trans, una che cambia il proprio corpo per aggiustarlo al tuo sesso (corpo femminile per le donne e maschile per gli uomini) ed una invece che “aggiusta” la tua mente per adeguarla al corpo in cui si è nati, io credo che in questo caso moltissime/i trans sceglierebbero la pillola che aggiusta il corpo.

Sono pronto a scommettere che quasi tutti quelli che sceglierebbero la pillola che cambia la mente lo farebbero per disperazione, dopo avere subito per tutta la loro vita pregiudizi, paura di violenza e disprezzo da tutte le parti, dalla propria famiglia, colleghi, religiosi assortiti, ecc.

Non è un caso che se mai la medicina arrivasse a permettere un trapianto di un cervello in un intero corpo diverso, lo si chiamerebbe trapianto di corpo, non di cervello.

Lino

Scusate ho fatto ovviamente un errore, ho scritto “al tuo sesso” dove intendevo “al proprio sesso”.

dysphoria_noctis

in realtà sarebbe già stata depennata dal DSM IV, che lo classifica come disforia (disagio)…

il commento di Jeeezuz è il classico esempio di ignoranza becera che ammorba l’italico medio perbenista… perchè chiaro, se si afferma che un’identità di genere diversa dal sesso biologico è una malattia, allora estremizzando pure una bionda che si sente bruna e si va a tingere sempre i capelli è una malata.

dai Jeeezuz, ragiona prima di dare aria alla bocca. e vatti a ripassare il concetto di disagio, che è un po’ diverso da quello di malattia.

#Aldo#

C’è poi la curiosa questione per la quale la prostituzione interessa i/le transessuali in percentuale ben più significativa rispetto alla popolazione “media”. Non ho ancora ben capito perché né come, ma sento che è un fatto da tenere in debito conto per chiunque voglia provare a farsi un’opinione sul tema.

laverdure

Dici?
Attualmente c’e parecchia gente dei due sessi e di tutte le eta che ha grossi problemi di occupazione,ma credo che la maggior parte di loro sia pochissimo propensa alla
prostituzione.

Kaworu

di solito ci si trova anche a combattere o comunque in conflitto con le proprie famiglie di origine, il che non aiuta.

poi se c’è supporto e tutto quanto, le cose possono essere diverse.

però sul lavoro se si viene a sapere che prima eri una donna o un uomo e ora viceversa non sempre è facile.

la transizione poi non sempre avviene presto quando comunque si è giovani giovani.

quindi lo stigma sociale va da sé che diventa pesante a volte.

Flavio

Ostracismo dalla famiglia; difficolta’ estrema a trovare un lavoro; costo delle cure ormonali/chirurgiche…

Sara

Come dice disphoria noctis, tra le persone transessuali trovare un normale lavoro è anche più difficile che per altri, a volte MOLTO più difficile. e visto che c’è una certa richiesta di certe prestazioni, quella rimane l’unica via percorribile.
laverdure, ti stai rivelando per qualcosa che non vorrei vedere qui. La tua frase significa che le persone transessuali sono prostitute per natura? E’ un ragionamento indegno.

dysphoria_noctis

in realtà sarebbe già stata depennata dal DSM IV, che lo classifica come disforia (disagio)…

il commento di Jeeezuz è frutto d’una conoscenza nulla dell’argomento, perchè chiaro, se si afferma che un’identità di genere diversa dal sesso biologico è una malattia, allora estremizzando pure una bionda che si sente bruna e si va a tingere sempre i capelli è una malata.

dai Jeeezuz, ragiona prima di dare aria alla bocca. e ripassati il concetto di disagio, che è un po’ diverso da quello di malattia.

laverdure

Col tuo ragionamento potremmo dire che chi nasce con una gamba piu’ corta,come
accennavo,non e’ un malato ma semplicemente un individuo di “anatomia alternativa”!
Per me una malattia e’ qualunque stato che provochi problemi a chi ne e’ affetto,e uno “sdoppiamento” di identita sessuali tra mente e corpo ne provoca di gravi.
E soprattutto una malattia,qualunque malattia non e’ assolutamente una colpa,specie se e’
frutto di cause del tutto indipendenti dalla volonta.

Lino

laverdure, col tuo ragionamento potremmo dire che chi nasce con la pelle rosa anziché marrone scuro non è semplicemente un individuo di colore alternativo ma un malato.

Alcuni deviazioni dalla media umana sono malattie, altre semplicemente colori dell’arcobaleno umano.

Come distinguere? Chiedendo direttamente alle persone coinvolte: prova a chiedere ad una trans se vorrebbe “guarire” e diventare un uomo o ad un trans maschio (cioè un uomo che è nato col corpo di una donna) se lo attira l’idea di diventare donna. Penso che quasi tutti ti risponderebbero di no, piuttosto vorrebbero una fine alle discriminazioni ed alle violenze nei loro confronti.

laverdure

Dimenticavo,applicando sempre il tuo ragionamento potremmo dire che se riteniamo
l’avere una gamba piu’ corta una malattia,estremizzando potremmo considerare malati
tutti quanti,donne e uomini che portano tacchi alti per aumentare la statura.
Gran cosa la logica ,vero?

dysphoria_noctis

laverdure, gran brutta cosa la fobia eh?

un ripassetto al concetto di disforia di genere non sarebbe male… nel frattempo ci si rivede nel sito dei cattolici romani.

ah, per la cronaca, non c’è alcun sdoppiamento della personalità né di identità sessuali, visto che il corpo non ha una sua personalità né una sua identità sessuale (al max ha una conformazione, non un’identità).

gran brutta cosa veramente la logica, davvero, laverdure. 😉

Kaworu

i termini sono importanti e appunto andrebbero usati in modo opportuno 😉 più che sdoppiamento, incongruenza se non dico male, dysphoria.

in italia sinceramente non so come sia classificata la disforia di genere. cioè, sul dsm IV TR che ho qui c’è, però appunto come disforia.

io credo che sui disturbi/disagi psicologici ci sia abbastanza “faciloneria” e ignoranza più che proprio di fobia.

dysphoria_noctis

ah laverdure, il transessualismo è stato depennato dalle malattie già dal DSM IV… ma sicuramente tu ne saprai più di loro, così come di quelli che lavorano al Harry Benjamin Institute…

ma per piacere 😀

dysphoria_noctis

PS: notare come ad ogni notizia sul transessualismo, intervengano sempre fiotti di transfobici sedicenti atei/agnostici/razionalisti e per nulla preparati sulla materia.

Kaworu

va beh come quando ci son notizie sugli omosessuali, è normale 😆

laverdure

Dato che in psichiatria,anche ai massimi livelli,le teorie non sono meno numerose e discor
danti di quanto lo siano le teorie dei teologi,e praticamente altrettanto impossibili da verificare sperimentalmente,o “falsificare” se false,come diceva Karl Popper(quello vero),
la “preparazione”sulla materi ha un valore molto relativo,non trovate?

Kaworu

in realtà attualmente ci si avvia a una maggiore sistematizzazione e rigore delle varie ricerche anche in ambito psicanalitico, per cui si c’è da migliorare ma si sta procedendo bene.

Dr.Sci-Psy

In realtà se una definizione rientra nel DSM-IV allora è ufficialmente una malattia mentale. Il perchè ci rientri è un altro conto: Cohen-Kettenis, fra i maggiori esperti di transessualità, afferma: “Credo che le ragioni principali stiano fuori dal DSM. Ad esempio, una ragione pratica, anche se non la più importante, è che senza un disturbo classificato nel DSM, in molti paesi le compagnie di assicurazione non coprirebbero le spese del trattamento.” (dalla pagina di wikipedia sulla transessualità) E’ uno stratagemma “politico”. In questo senso, mi chiedo pure che ripercussioni avrà il depennamento francese su questo punto.

Flavio

Il DSM mica parla solo di malattie mentali. Comunque anch’io sapevo dello ‘stratagemma’ per cui il cambiamento di genere non sarebbe fattibile senza una giustificazione terapeutica.

Che ha senso secondo me: il disturbo non e’ sentirsi un’identita’ diversa da quella fisica, ma il fatto che il corpo sia diverso da quello che ‘sai’ di essere.

MicheleB.

@Laverdure e Jeeezuz
vi sono momenti ed argomenti in cui “malattia” cessa di essere un termine medico per diventare definizione sociale e strumento politico. Chiaro che non ci sia alcunchè di stigmatizzante a priori nel definire malato un cardiopatico o un diabetico, oppure disturbato o affetto da disagio un epilettico o un sordo-muto; ma se si descrive come disturbo o malattia (fa differenza per la scienza ma non per la gente) la transessualità come l’omosessualità o il “travestitismo” o qualunque altra attitudine/comportamento avente a che fare con la sfera erotico – affettiva, allora i protagonisti diventano anormali, sbagliati, diversi, strani, abnormi, pittoreschi, fenomeni o mostri a seconda del contesto socio culturale.
Non ho problemi a chiamare handicap la mia miopia e le mie vertigini, perchè non corro il rischio (per ora) di venire discriminato per questo. Ma se fossi transgender subirei le conseguenze di uno stigma sociale molto pesante. Quello stigma sarebbe il vero disagio.

laverdure

Puoi aver ragione,ma ammetterai che ,politicamente scorretto che sia,si arriva comunque
a dei limiti,a meno che tu voglia considerare accettabile pedofilia e pederastia,come
fanno in realta molti pretendendo di portare avanti il tuo stesso discorso.

Kaworu

tu tiri in ballo faccende tra persone potenzialmente non consenzienti e/o circuibili paragonandole a faccende che riguardano invece la sola persona dell’interessato.

spero sia una svista e non disonestà intellettuale.

ad ogni modo come è stato detto sopra, credo sia uno stratagemma per evitare di pagare spese di sorta a chi ha necessità di cambiare sesso più che una vera e propria conquista sociale. anche se da questo lato forse conseguentemente si muoverà qualcosa in positivo.

MicheleB.

Davo per scontato che tutto restasse entro i limiti dell’innoquità, ovvero: senza procurare danni ad alcuno. La pedofilia, quella praticata, malattia o meno, deve restare reato.

laverdure

Sono perfettamente d’accordo che l’omosessualita praticata tra adulti consenzienti
e responsabili non e’ piu’ condannabile di quanto lo sia l’eterosessualita.
Anche se ovviamente le religioni organizzate trovano il modo di condannare
entrambe,la prima a priori,la seconda fuori del matrimonio.
Sarai d’accordo anche tu che il fenomeno della pedofilia e’ un problema grave ed esteso,tanto piu’ che non consiste soltanto di singoli casi isolati,per quanto numerosi,
ma da tempo e’ divenuto un fenomeno organizzato,a volte a livello internazionale,
che coinvolge interessi e personaggi influenti.
Il caso Dutroux in Belgio fu emblematico,per non parlare dei bambini che la camorra
prelevava dalla scuole a Napoli per servirsene come “modelli” per il mercato della
pedopornografia.
La cosa preoccupante e’ il tentativo di questi personaggi di darsi una patente
di rispettabilita tirando in ballo il “fatto culturale” e altre sbrodolate di luoghi comuni
che si fanno scudo del “politicamente corretto”.
Recentemente in Francia un ministro,omosessuale dichiarato ,ha ammesso la
propria propensione per il turismo sessuale in Asia,scatenando polemiche che
appaiono pero’ ben piu’ blande di come sarebbero state in passato.
Il punto dove voglio arrivare e’ che se i movimenti per i diritti degli omosessuali non assumeranno una posizione di netto distacco e condanna da questi fenomeni
non potranno impedire ai pregiudizi dell’opinione pubblica di rafforzarsi a loro
danno.

Kaworu

laverdure, pederastia e pedofilia coinvolgono persone non consenzienti e/o circuibili.

la disforia di genere coinvolge la sola persona e il suo corpo.

spero sia una svista e non malafede.

ad ogni modo “temo” sia una strategia per evitare di pagare spese mediche a chi necessita di sottoporsi a interventi per il cambio di sesso, più che qualcosa per aiutarli socialmente.
anche se spero che anche da questo punto di vista ci siano dei passi in avanti.

Asatan

Beh per riuscire a scatenare la caccia alle streghe contro chi ti fà paura, ma sai essere innocuo, devi sventolare il vessillo dell’uomo nero.
Soprassediamo poi sulla totale ignoranza su malattie mentali, disturbi della personalità e disforie…. si mette tutto in un calderone e via. Qui sopra hanno messo sullo stesso piano malattie genetiche (non guaribili e non trattabili) con malattie mentali (trattabili e in certi casi guaribili).
Se esistesse un pillola per programmare i figli e farli diventare esattamente corrispondenti alle fantasie dei genitori gliela rifilerebbero già dall’utero.

El Topo

Trovo che sia più malato l’atteggiamento di chi si trova a disagio o sviluppa fobia di fronte a chi vive la propria sessualità in modo diverso, che sia transessuale oppure omosessuale non ha importanza sempre che non si tratti di imporre qualcosa a qualcuno come può essere nel caso della pedofilia. Ognuno è libero di vivere la propria sessualità come meglio crede e dare ad essa l’importanza che ritiene, peraltro tra le specie la nostra è una di quelle più goderecce e la diffusione di prostituzione e pornografia ne sono una prova chiara, peraltro pare che il/la trans piacciano un sacco e vadano a ruba.

lacrime e sangue

Se il tuo comportamento e orientamento sexuale non fa del male alle altre persone, perchè dovrebbe essere condannato?

Mi dà invece fastidio il sadismo prevaricatore dei preti verso i non cattolici.

stefano f.

il transessualismo non è mai stato una malattia al pari dell’omosessualità, al contrario sono comportamenti umani comuni spesso anche ad altre specie animali (ad esempio primati come lo scimpanzè o il bonobo ma la lista è molto lunga) facenti parte del nostro corredo genetico, con buona pace della “brava gente” che sente la sua ipocrita “normalità” minacciata e messa in discussione da chi sceglie di vivere come si sente, senza nascondersi come un ladro per una colpa che non esiste, amando chi vuole e come vuole.

laverdure

@Stefano F

Avresti dovuto citare le cernie.
Un articolo diceva che le cernie nascono di sesso maschile,per poi subire un
cambiamento di sesso ad una certa eta,per cui le cernie piu grandi,e quindi piu’ anziane,
sono tutte femmine.
Quale esempio migliore ?

MicheleB.

Premettendo doverosamente che i tempi cambiano velicemente e che per fortuna siamo tutti diversi, rimangono tantissimi casi in cui all’affermazione “è malato” una gran massa di persone risponde “e allora si curi!”. Le patologie mentali e neurologiche sono un esempio emblematico che purtroppo ho conosciuto approfonditamente per la malattia di mio padre.
Tutt’ora troppe, troppissime persone invocano il ritorno ai manicomi.
Eppure una demenza è veramente una malattia, peraltro fisica e misurabile tramite RM, per cui dovrebbe essere comunemente accettata l’innocenza d’un comportamento invadente e sconveniente di un uomo malato; invece per tante persone la malattia continua ad essere una colpa da espiare.
Il punto a cui voglio giungere è: figurarsi l’atteggiamento assumibile di fronte ad un transgender classificato come disturbato!
Le parole costruiscono la realtà.

laverdure

“per cui dovrebbe essere comunemente accettata l’innocenza d’un comportamento invadente e sconveniente di un uomo malato”

No caro amico,dissento totalmente ed energicamente dalla tua opinione.
Anch’io ho avuto modo di vedere da vicino persone,miei parenti,affetti da gravi disturbi
degenerativi al cervello,e ti assicuro che pretendere che individui normali e non dotati di
doti di santita(qualunque cosa questo voglia significare)possano vivere in loro presenza per periodi prolungati senza che la cosa possa evolversi in modo anche tragico,e’ pura utopia
degna della peggiore Madre teresa di Calcutta.
L'” innocenza” di una persona dal comportamento invadente e sconveniente (parole tue)
conta ben poco per chi e’ costretto a subirla a lungo.
Perche i lettori abbiano un’idea piu precisa,tale comportamento “sconveniente” si estrinseca
comunemente nel orinare e defecare in continuazione ovunque,nonche nel denudarsi o
addirittura masturbarsi in pubblico.
Per non citare naturalmente vere e propri aggressioni fisiche ,che nel caso di individui
maschili e ancora in discreta forma fisica sono estremamente pericolose.
Ho avuto modo di constatare personalmente i loro effetti sul morale dei loro congiunti,che
ovviamente sono stati ben presto costretti al loro ricovero,con gravi spese,di cui possono
ringraziare la buonanima di Bisaglia,che pretendeva di affidare i malati “all’affetto dei parenti”(ricordate?).
Se tu preferisci sopportare una situazione simile e’ tuo pieno diritto,non lo nego minimamente,ma non puoi assolutamete imporre tale scelta ad altri.

MicheleB.

Mi sa che non hai capito niente, Laverdure; evidentemente la parola scritta è fraintendibile.
Per cui propongo alcune precisazioni che evidentemente avrei dovuto far prima.
Il disagio mentale o neurologico non è sempre come lo descrivi; quei comportamenti non sono solo “sconvenienti”. Avrei molto da dire sul fatto che molti TSO avvengono a seguito denuncia, ma non è la sede adatta e mi dilungherei troppo. In ogni caso, la comprensione per disagio del malato e per la sua umanità non presumono scaricare tutto sulla famiglia. Fra l’altro non lo diceva neanche Basaglia (informarsi, please), è lo stato che ce li ha scaricati addosso.
Mio padre, pover’uomo, non ha MAI fatto le cose che dici, ma quando approcciava uno sconosciuto in uno dei suoi continui momenti di ipersocialità, di fronte alla chiarificazione della sua situazione le reazioni spesso erano aggressive. E’ di questo che parlo.
Lungi da me voler imporre ad altri ciò che dev’essere una scelta, ma la libertà di rinchiudere un babbo in manicomio è esattamente -e non lo dico per eufemismo, è proprio la stessa identica cosa- la stessa libertà di dar fuoco ad un barbone perchè puzza e di pestare un gay perchè è un pericolo sociale. Non credo che tu abbia mai visto un manicomio, io ho conosciuto gente che ci ha passato una vita.
Il manicomio è l’emblema più forte e rappresentativo dello stigma sociale, del rifiuto del “altro”, della violenza del pregiudizio e la sua esperienza è antonomasia di ogni discriminazione sociale. L’esperienza del manicomio è la stessa del gay, del transgender, del barbone, della prostituta, dell’ex carcerato, del migrante, di tutti coloro a cui viene addossata un’etichetta negativa ed ostracizzante che rende un inferno la sua vita.
Io me lo ricordo Basaglia; tu ?

laverdure

Mi dispiace,posso capire i sentimenti che provi per tuo padre,e non dubito minimamente che
le sue manifestazioni non arrivassero a quelle che ho descritto,ma questo non cambia minimamente la mia opinione.
Purtroppo mio zio,(tale era uno dei parenti in questione)arrivava davvero a questo comporta
mento,dato che soffriva di Alzheimer,e ricordo bene gli effetti disastrosi sulla psiche di mia zia,
gia abbastanza fragile di per se.
Era arrivato davvero a tentare di strangolarla,e detto questo il fatto di rinchiuderlo in un
istituto,non ha minimamente importanza come lo si definisca,era semplicemente un atto
di puro buonsenso,sitrattava di scegliere tra due mali quello minore.
Cosi come non ho mai visto l’interno di un manicomio temo proprio che tu,per tua fortuna,
non abbia mai avuto a che fare con un malato mentale veramente grave,e non ti auguro certo il contrario.
Basaglia non si e’ reso conto che le autorita hanno aderito alla sua proposta di eliminare i manicomi semplicemente perche evidentemente non ci si “mangiava” a sufficenza,e
i fondi risparmiati potevano essere dirottati a imprese piu’ “appetibili”,e fra queste evidentemente non c’erano i servizi alternativi da lui sognati.
Del resto il problema e’ assolutamente analogo a quello delle carceri:qualunque discorso
sul loro orribile stato e’ del tutto superfluo,ma quando si arriva al dunque casca l’asino:
dato un terrorista che ti fa saltare una stazione e un centinaio di persone,un mafioso che
scioglie i bambini nell’acido,un magnaccia che rapisce le ragazze e le percuote selvaggiamente per farle prostituire (tutti esempi reali),cosa farne?
Del resto non puoi certo negare che l’atteggiamento della quasi totalita dei
familiari delle vittime della violenza non e’ certo improntato al perdono,come dimostrano
le interviste ai mass media.
Sei davvero disposto ad affrontare il problema con la”forza dell’amore”come suggerisce,
nota bene,proprio Ratzinger dalla sicurezza della sua torre d’avorio?E che manco dirlo lascia arrestare una povera sciocca devota che voleva solo rendergli omaggio!
Il fatto che gli altri paesi europei abbiano mantenuto i manicomi,cosi come mantengono le
centrali nucleari,dovrebbe far riflettere:o siamo noi gli unici saggi in un mondo di stupidi
oppure e’ il contrario,non c’e’ una terza opzione,a meno di ritenere gli Italiani un popolo
speciale.

MicheleB.

No, gli italiani sono un popolo di idioti; infatti la riforma Basaglia non è mai stata attuata completamente, gli ultimi lager sono stati chiusi attorno al 2000 e di centri di sanità mentale e case-famiglia ne esiste un numero ridicolo. Anche noi abbiamo speso una carrettata di soldi per mio padre, che era afflitto da demenza fronto-temporale (uno degli oltre cento tipi di demenza, di cui l’Alzheimer è solo la più diffusa) e la latitanza dello stato è vergognosa ed anti basagliana. Ma il problema manicomi ed il problema carceri non hanno niente in comune, per una differenza abissale che è il fulcro della mia proposizione: i criminali sono colpevoli, i malati sono vittime. Vanno assistiti, non isolati.
La psichiatria è un grosso buiseness, a Pisa per esempie c’è Cassano “l’elettricista” a cui le lobbies farmaceutiche dovrebbero fare un monumento. In Toscana, se un utente psichiatrico è in cura da un cassaniano, glelo leggi nello sguardo. A molta gente sta bene
che sia così: il matto, o rinchiuso o annullato. Non per niente la malattia ti fa il vuoto intorno. La disfunzionalità e l’inattitudine sociali del disagio mentale o della demenza a tanta gente conformista (passami iltermine un po’ ingenuo) la pongono di fronte all’insodisfazione per la propria intergrazione e per i paletti della “normalità”. La malattia dell’altro ti pone di fronte ad uno specchio. Sono convinto che sia lo stesso meccanismo dell’omofobia e di altri sciovinismi.
Per questo, quando è possibile -e torno al topic- è indispensabile abbattere la gabbia dialettica della patologia.

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