Ha offerto di donare un rene sano al “primo malato in lista d’attesa che rischia di non farcela a causa della crisi delle donazioni di organi”. La trentenne di Torino, non credente, ha sostenuto di farlo, riporta La Stampa, perché crede “nella solidarietà umana”. Contro l’offerta si è già espresso il giurista cattolico Francesco D’Agostino; Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute, ha invitato alla prudenza.
Torino, non credente dona rene a sconosciuto
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Stranamente non mi sembra dica grandissime assurdità. Donare un rene significa anche accorciarsi la vita di quasi una decina d’anni. è un grande gesto, non c’è dubbio.
Però ultimamente non capisco questo “boom” delle donazioni di organi da vivente.
Ammetto tra l’altro di non sapere come considerarle, se gesti di profonda umanità o se pericolosi desideri di dimostrare qualcosa a sè stessi o peggio ancora ad altri.
Questa affermazione invece mi sembra completamente ridicola:
Veramente scandaloso… è poi il principio sulla base della quale si negano tantissime libertà individuali.
Se ai cattolici piace pensare che il loro corpo e la loro vita appartengono a dio, liberi di farlo. Io però voglio essere libero di non pensarla così.
Ne deriva che, al di la della considerazione del gesto, ognuno è e dev’essere libero di compierlo (autonomamente) nel momento in cui firma un consenso informato.
Il cattolicesimo ha problemi con il concetto di libertà e pensare che si basa sul libero arbitrio.
Forse la mente cattolica ha bisogno di affidarsi ad una organizzazione come la CCAR, che le dice cosa pensare, perchè la mente cattolica non ha personalità ed è fragile.
Sono donazioni volontarie, c’e’ una persona che ha bisogno di un rene e una persona disposta a donarlo: non vedo alcun problema. Si fa per qualche familiare, non cambia molto farlo per uno sconosciuto.
Certo, bello sarebbe poter infilare il mio dna in una staminale e far sviluppare un rene identico a quello che non funziona piu’… non siamo affatto vicini a questa prospettiva, specialmente grazie ai religiosi.
invece solo un miope non può rendersi conto che, al di là della buona volontà di qualcuno, una pratica simile potrebbe semplicemente nascondere accordi sottobanco… visto che la vendita di organi è giustamente fuorilegge in Italia…
Non voglio essere frainteso. I miei sono dubbi più personali.
Per quanto riguarda la cosa in sé ripeto, nel momento in cui uno autonomamente (senza condizionamenti) firma un consenso informato, dev’essere lasciato libero di farlo.
Per quanto riguarda la ricerca scientifica in italia, hai sollevato un bel macigno di problema.
@frapallino
Nessuno può decidere a chi andranno gli organi, a meno che non sia una donazione strettamente parentale (primo grado). Per legge.
In secondo luogo, gli ospedali dovrebbero dare sufficienti garanzie.
E terzo, questo caso di persona non credente salta fuori dopo altri casi affini.
Tra l’altro… Scommetto che molti credenti sarebbero spinti a fare lo stesso. Quanti di loro potrebbero dire che lo fanno per libera scelta e non per avvicinarsi al paradiso?
@frapallino
Se una donazione avviene in un ospedale pubblico alla luce del sole, casomai c’e’ un rischio minore di traffico illegale d’organi.
le garanzie degli ospedali… ? mi dispiace, su questo sono più ateo di voi.
E visto com’è la situazione morale in Italia, meglio limitare le donazioni a quelle parentali e semmai cercare di stimolare la donazione da cadavere.
Altrimenti, oltre agli scandali e agli abusi che si scoprono quotidianamente, se ne aggiungerebbero altri ben più odiosi.
Quanto alle banche meglio che sto zitto.
@fra pallino
fidati. io sono sufficientemente “ateo” (volevi dire… scettico).
rispondimi… secondo te conviene più compromettersi a creare una specie di commercio sotto banco di organi in un’istituzione pubblica…
o è più facile corrompere qualcuno per “ritoccare” le liste d’attesa?
Attenzione, la dichiarazione di Roccella non è scandalosa come viene fatta sembrare: si richiama al principio dell’art. 5 c.c., non a una presunta appartenenza del corpo a Dio. Se la donazione avviene in conformità alla legge ovviamente nessun problema, ma in generale non si può trattare come il diritto all’integrità fisica come se fosse pienamente disponibile: non lo è. Se poi Roccella è ispirata da sentimenti cattolici pur essendo in concreto legittima la donazione altro discorso, ma prima di conoscere a fondo i termini della questione eviterei di scandalizzarmi.
Forse hai ragione. Forse sono troppo abituato a stare sulle difensive per andare “oltre” a certe parole.
Di fatto la dichiarazione rilasciata non è chiarissima, entra poco nel merito e lascia un po’ troppo spazio a ben altre interpretazioni.
Spero che questa cosa si chiarisca alla svelta.
facessero lo stesso ragionamento quando si tratta di donare la propria cavità addominale e il sangue ad un feto…cmq credo che per legge la richiesta in questione dovrà essere valutata da una commissione etica e ci sono buone probabilità che non venga accolta…però è strano che dei cattolici siano contrari alla donazione di sé (fuori dal caso della gravidanza forzosa,ovviamente…)
Questo altruismo “laico” ha lasciato a bocca aperta i cattolici.
La cosa dà da pensare, sicuramente ci vuole prudenza.
Per quanto possa sembrare strano, concordo con fra pallino 🙂
Ripeto quello che ho scritto sopra. Sarebbe un po’ come impedire alle banche di prestare denaro per non rischiare l’usura…
Sarà che sono ovviamente di parte (essendo Ateo) ma la determinazione della donna che vuole fare ciò spinta da un vero amore disinteressato mi ha lasciato senza parole… che meravigliosa morale!
battuti sul tempo, i cattolici si affrettano a cercare il martire del futuro e rallentano quello ateo….
I cattolici si sono visti superare a destra sul versante delle “generosità” e della “solidarietà”, che consideravano solo loro monopolio umano, e sono comprensibilmente nel panico; tuttavia è decisamente meglio essere cauti e soprattutto scettici nei confronti di tali annunci.
Sappiamo benissimo come vanno, qui in Italia, gli ospedali, anche pubblici: la corruzione e l’affarismo di sottobanco sono sempre all’ordine del giorno; quindi può darsi che, dietro queste improvvise spinte di generosità, ci sia soltanto il tentavo di abituare a una pratica inedita che dietro il paravento della generosità nascondo soltanto il traffico d’organi facilitato dal essere apparentemente alla luce del sole di tutta la vicenda.
Io sono iscritto all’AIDO e, se risulto compatibile come donatore, sono anche in dovere di donare, non mi metto certo a dire che sono dell’UAAR, non è questa la pubblicità che serve all’Associazione e non attendo primi nell’Aldilà né lodi né onori.
L’eccessiva prudenza di D’Agostino e le elucubrazioni illiberali della Roccella non possono violare la Legge 1 Aprile 1999, n. 91 – LEGGE QUADRO che consente agli scritti dell’AIDO di donare i propri organi.
http://www.aido.it/index.php?id=13
Io invece trovo giusto e opportuno dare risalto a storie positive che coinvolgono persone non-credenti (indipendemente dall’iscrizione!), visto che non solo i cattolici lo fanno di continuo su tutti i media per i credenti, ma oltre a cio’ presentano gli atei come immorali egoisti e quasi criminali.
nel donare i miei organi preferisco fare scelte atee senza pubblicità, se quello che ne ha bisogno da il suo consenso, non è necessario che pregiudichi la propria salute precaria in base alle sue convinzioni anche se a me avverse. che io sia ateo in questo caso me lo tegno per me e gli sono utile ugualmente, pertanto il mio rene non oggetto di speculazioni filosofiche da parte di D’Agostino o della Roccella, ma di rispetto giuridico e lo merito quanto merita il destinatario di sapere se sono compatibile con lui, ciò è materia dei medici chirurghi competenti e non di elucubratori illiberali.
occhio coi commenti. E’ la tipica notizia che si può ritorcere contro.
Ma donde tutto questo clamore? Nessuno si è posto il problema allora della donazione di midollo osseo??? E’ un organo. Viene messo a disposizione in piena libertà. Viene prelevato da vivente e donato nella grande maggioranza dei casi a sconosciuti (spesso anche di altre nazioni). E ne avvengono migliaia ogni anno in Italia. E non c’è mai stato nessun problema (per lo meno che si sia saputo). L’unica differenza è che il midollo osseo rigenera ma se è per questo anche il fegato sottoposto ad asportazione parziale ipertrofizza in modo compensatorio. Solito vizio italiano: creare “casi” e grandi polveroni dal nulla.
“L’unica differenza è che il midollo osseo rigenera” hai detto poco! per quanto riguarda il fegato penso che le limitazioni siano dovute al fatto che l’operazione di espianto parziale del fegato comporti molti più rischi del midollo.
le domande più comuni e le risposte
– Parlano di legge n. 91 del 1° aprile ’99, detta del silenzio-assenso, promozione trapianti, organizzazione, finanziamenti, export-import.
– In particolar modo…cos’è questo silenzio assenso?
– E’ vero che per legge oggi se sei in coma ti possono espiantare gli organi anche se non hai espresso le tue volontà?
Si in base all’Art. 4 (Dichiarazione di volontà in ordine alla donazione)
http://www.aido.it/index.php?id=13
tuttavia….
L’espianto degli organi avviene con attività cardiaca ancora artificialmente presente.
Il Ministro della Salute è inadempiente rispetto all’art.5 della legge 91 dell’aprile 1999 (normativa che disciplina i trapianti di organi), poiché non ha ancora emanato le direttive attuative.
tuttavia…..
Attualmente l’espianto degli organi in mancanza di un consenso specifico NON può essere attuato (tranne in casi rarissimi nei quali sia documentabile il mancato diniego all’espianto di un soggetto che abbia ricevuto dagli enti incaricati una informazione documentata con cui si esplicitavano finalità e modalità di attuazione della legge in questione). Né può essere espiantato chi abbia chiaramente espresso il proprio diniego
Tuttavia……
In mancanza di direttive attuative finali il consenso all’espianto (quando manchino i requisiti sopra ricordati) viene richiesto ai parenti prossimi (coniuge, convivente more uxorio, figli o genitor) del soggetto in coma così come previsto dalla legge del 1999
La donazione degli organi non è una conseguenza diretta del coma e occorre un esplicito consenso del soggetto, o in mancanza di questo dei parenti prossimi.
Per attuare un espianto occorre seguire delle procedure estremamente rigide a garanzia del soggetto da espiantare (l’accertamento di morte dei soggetti affetti da lesioni encefaliche viene redatto da un collegio medico nominato dalla direzione sanitaria e composto da tre specialisti in discipline attinenti alla materia – art.5 della legge 578/93)
L’espianto degli organi avviene “a cuore battente” in presenza di morte cerebrale
La posizione del Vaticano sulla questione è attualmente non contraria (ma non conosco i processi che hanno condotto al cambiamento di una posizione originariamente ostile)
C’è un problema reale di disinformazione colpevole da parte delle istituzioni ed in particolare da parte del Ministero della Salute. Il rischio che si possano verificare abusi ed illeciti (traffico di organi) è pur sempre possibile, anche se in Italia, grazie alla attuale normativa (pur se incompleta) le garanzie ed i controlli sono sicuramente superiori rispetto ad altri paesi dell’area orientale dove le condizioni socioeconomiche sono tali da favorire l’illegalità.
alcune altre domande e risposte:
Come possono donare gli organi in Italia tra viventi? Se possono, con chi saranno compatibili? Possono commentare pubblicamente il proprio consenso secondo la libertà costituzionale di libera espressione delle proprie convinzioni oppure vi sono discriminazioni religiose che impediscono dichiarazioni di donazione perchè non confacenti alla sensibilità della maggioranza religiosa in Italia?
Quali dichiarazioni di volontà sono ammesse per poter donare o ricevere organi e tessuti?
– In Italia, qualunque trattamento sanitario, medico o infermieristico, necessita del preventivo consenso del paziente; è quindi il suo consenso informato che costituisce il fondamento della liceità dell’attività sanitaria, in assenza del quale l’attività stessa costituisce reato. Il fine della richiesta del consenso informato è dunque quello di promuovere l’autonomia dell’individuo nell’ambito delle decisioni mediche.
Il malato può decidere se vuole essere curato per una malattia e ha il diritto/dovere di conoscere tutte le informazioni disponibili sulla propria salute, chiedendo al medico ciò che non è chiaro; inoltre deve avere la possibilità di scegliere, in modo informato, se sottoporsi ad una determinata terapia o esame diagnostico.
L’art. 32 della Costituzione italiana sancisce che nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge, in sintonia con il principio fondamentale della inviolabilità della libertà personale (art. 13).
L’ordinamento giuridico italiano con la legge del 28 marzo 2001, n. 145 [1] ha ratificato la Convenzione sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina, fatta a Oviedo il 4 aprile 1997 [2].
La convenzione di Oviedo dedica alla definizione del Consenso il Capitolo II (articoli da 5 a 9) in cui stabilisce come regola generale che :
“Un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato. Questa persona riceve innanzitutto una informazione adeguata sullo scopo e sulla natura dell’intervento e sulle sue conseguenze e i suoi rischi. La persona interessata può, in qualsiasi momento, liberamente ritirare il proprio consenso.” (art. 5)
La Convenzione di Oviedo stabilisce inoltre la necessità del consenso di un “rappresentante” del paziente nel caso in cui questo sia un minore o sia impedito ad esprimersi. Infine la Convenzione stabilisce che “I desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell’intervento, non è in grado di esprimere la sua volontà saranno tenuti in considerazione.”
Invece di un kilometrico copia/incolla, sarebbe bastato qualche link…
popper
essere concisi nello scrivere è una qualità molto apprezzata ed auspicabile
purtroppo si deve citare delle leggi e non me le invento io, il copia incolla è necessario.
dal sito del governo.
http://www.governo.it/bioetica/testi/171097trapianto.html
ne riporto solo una parte, il resto la leggete da voi.
Il problema bioetico del trapianto di rene da vivente, in particolare non consanguineo, sembra non rientrare nel novero di quelli cui sopra si è fatto cenno: esiste infatti, in materia, e oramai da più di trent’anni, una specifica legge. Quando però il CNB ha ricevuto, il 25 gennaio 1997, la richiesta di un parere da parte del Prof. Girolamo Sirchia si è subito reso conto dell’opportunità di fare un’eccezione alla prassi da esso comunemente seguita e di dare un riscontro positivo alla richiesta stessa. La questione del trapianto di rene da vivente non consanguineo sta acquistando un rilievo fattuale inimmaginabile fino a pochi anni fa, sia per la tragica carenza di organi, che rende obiettivamente disperate (e non solo da un punto di vista fisiologico, ma anche e per alcuni soprattutto psicologico) le condizioni di moltissimi pazienti per i quali il trapianto appare l’unica plausibile via di salvezza, sia per il nuovo rilievo non solo europeo, ma direi planetario che il problema è venuto assumendo.
ecco un chiaro esempio che la etica non dipende dalla ragione
e tanto meno dalla religione.
Di fronte a simili gesti di altruismo bisogna solo stare zitti
e riconoscere la superiorità etica di simili “pazzi”.
Un gesto di grande solidarietà che commuove, e mostra come l’altruismo sia tutt’altro che legato alle confessioni religiose.
Però, nel caso specifico e data la logica economica della nostra società attuale, vedo un problema dovuto al pericolo di un peggioramento nella mercificazione del corpo. Il rene in meno costringe ad una vita diversa e “amputata”, non mi sembra come la donazione del sangue ad esempio. Alcuni individui, per situazione economica o psicologia, potrebbero essere “convinti” piu’ facilmente di altri.
E’ pur vero che è un caso straordinario e un’eccezione, ma eticamente non saprei come giudicare questo atto.
Da Doctornews:
Donare un organo a un estraneo per pura generosità, senza che vi sia un legame sanguineo o affettivo con il malato che ne ha bisogno. E senza alcun interesse economico alla base del gesto, completamente gratuito. Gli addetti ai lavori battezzano ‘donatori samaritani’ le persone che scelgono di regalare un organo a un malato. Un fenomeno nuovo, su cui si apre un dibattito anche in Italia. Nella Penisola si sono registrati infatti i primi tre casi – due in Lombardia e uno in Piemonte – destinati a sollevare interrogativi anche da parte degli esperti del settore. La normativa italiana in materia di trapianti, se da un lato vieta ogni forma di vendita degli organi e dall’altro consente la donazione da vivi solo tra consaguinei o persone strette da un legame affettivo, «va interpretata per comprendere il da farsi sui cosiddetti donatori ‘samaritani’», spiega all’AdnKronos salute Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti. La questione «è già stata posta all’ufficio legale del ministero della Salute». Mentre toccherà sempre al dicastero guidato da Ferruccio Fazio «fare anche una valutazione etica» sulla questione.
I donatori ‘samaritani’ possono offrire chiaramente «il solo rene, un intervento che tra vivi riguarda, nel nostro Paese, finora solo consanguinei – chiarisce Nanni Costa – o persone con un forte legame affettivo. Se ne contano 120 l’anno solo in Italia». Se comunque dovesse arrivare il via libera ai ‘samaritani’ anche nel nostro Paese, «bisognerà valutare con attenzione – puntualizza l’esperto – il benessere psichiatrico e psicologico dei donatori, per poi fare una valutazione motivazionale estremamente attenta», raccomanda. «Solo in seguito – precisa Nanni Costa – potremmo passare alla valutazione fisica del donatore ‘samaritano’ e alla procedura per individuare i potenziali pazienti» ai quali impiantare l’organo. Per ora, comunque, «attendiamo le indicazioni del ministero».
Non sono convinto.
Devo dire che “a pelle”, senza ragionarci sopra, la prima sensazione è quella di incomprensione.
E’ un mio limite? Non lo escludo, forse è probabile.
Mi sembra comunque una di quelle cose su cui sarebbe bene ragionare e meditare in maniera approfondita prima di accettarla o di respingerla.
Sinceramente sono perplesso.
Kaworu, la tua materia può dare qualche spunto per la comprensione?
È irrazionale regalare un rene o qualsiasi altra parte del corpo e contemporaneamente subire un danno fisico imperituro che danneggerà la propria vita. Come può uno sconosciuto essere più importante della nostra stessa persona ed infatti solo gli irrazionali e fanatici cattolici possono sacrificare se stessi (…forse pensano di guadagnarsi il paradiso). Ed inoltre vorrei domandare a questa trentenne di Torino: ma se lo sconosciuto fosse un bigotto? Uno di quelli che rendono sgradevole la tua vita con l’imposizione delle loro idiozie mistiche? Continueresti ad aiutarlo?
@lukokruco
ecco l’intervento chiarificatore…
…che dimostra come la razionalità atea sia – come dice lei stessa – totalmente relativistica… per cui si può trovare chi inneggia a tale atto come alla più alta espressione etica, e chi, come il di cui sopra, lo ritiente totalmente irrazionale…
Ma la ragione non dovrebbe almeno un po’ mettervi d’accordo?
fra pallino
sulla ragione poggia il codice civile, non l’etica.
Il codice civile ti dice semplicemente cosa NON devi fare per non danneggiare gli altri,
ma non ti impone di essere solidale e altruista.
L’etica (la solidarietà, la compassione, l’altruismo) non si impara:
o ce l’hai o non ce l’hai.
E tanto meno la si apprende obbedendo ai comandamenti della religione
Si vede che tu non hai mai amato e che non hai mai nemmeno riflettuto:ma,secondo te,questo sconosciuto è davvero tale o è la persona amata?Auguro a tutti coloro che hanno espresso giudizi sull’argomento,dicendo per lo più cazzate,di non conoscere mai il mondo della dialisi e delle malattie renali,perchè allora muterebbero radicalmente opinione:compresi gli ipocriti e schifosi cattolici,che però,quando precipitano nell’abisso della dialisi,non hanno più,caso strano,una visione propriamente religiosa:VERGOGNATEVI!
Un mio amico cattolico è morto dopo anni di dialisi e in tutto questo tempo non ha proprio cambiato la sua visione delle cose. Forse ne conosci qualcuno così ma non si può generalizzare solo perchè i cattolici ti stanno sulle scatole
Questa domanda è puro razzismo etico.
Le motivazioni della 30enne torinese sono per molti (o almeno per me) incomprensibili, ma sono le sue, e non ho nulla da dire con i pochi elementi che abbiamo. Il fatto che un ricevente possa essere anche un bigotto non dovrebbe essere nemmeno in questione, o vogliamo fare come i fondamentalisti in Egitto che volevano proibire (enormi proteste popolari gliel’hanno impedito) i trapianti tra membri di confessioni diverse? Preoccuparsi di salvare una persona vale prima del considerare se la persona salvata è cattolica, atea, comunista…. (Almeno, è questo uno degli aspetti che dovrebbe renderci diversi dai mitofanatici di tutti i colori)
@lukokruko
“solo gli irrazionali e fanatici cattolici possono sacrificare se stessi”
Mi sembra un’affermazione semplicistica. Razionalismo non significa mancanza di altruismo (che può ispirarsi ai motivi piu’ diversi). Anche Giordano Bruno ad es. ha sacrificato se stesso.
Ma forse tu stai dall’altra parte.
No, no, lukokruko ve lo tenete voi 🙂
Preciso che la risposta è per Lukokruco.
a valle di una opportuna verifica psichiatrica sulle motivazioni del donatore volontario, ognuno dovrebbe essere in grado di farsi del male come preferisce.
in fondo quotidianamente c’è gente che mette a repentaglio la propria indennità psicofisica affrontando gravidanze, ambienti di lavoro malsani, ambienti di lavoro tout court, sobbarcandosi individualmente il lavoro di cura di persone non autosufficienti, assumendo droghe legali e non legali, rinunciando a prendere decisioni per la propria vita, prendendo rischi non necessari nella vita di tutti i giorni o nelle attività sportive.
alcune di queste attività sono espressioni di altruismo, o pretendono di esserlo, altre sono scelte obbligate, altre sono espressione di onesto individualismo.
Contro l’offerta si è già espresso il giurista cattolico Francesco D’Agostino; Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute, ha invitato alla prudenza
Sono disgustata da questi ipocriti: se lo fa un credente è tutto a posto (anzi, viene usato per la loro campagna sull’ “amore disinteressato dei cattolici verso il prossimo”), ma se lo fa un non credente allora chissà cosa c’è sotto… Non ho parole per dire quanto mi fanno schifo.
Anch’io dono il sangue per autentica solidarietà umana, non certo per leccare il c*lo a San Pietro per avere un posto in Paradiso.
Risultano tre casi: uno è ateo, gli altri non si sa.
Non vedo in questo caso la partigianeria di Roccella e D’Agostino
Bene, bene, quanti altruisti ci sono in giro. Sicuramente, per coerenza, anche voi siete già in lista per donare qualcosa a degli sconosciuti. Se lo avete fatto siete in armonia con le vostre probe parole, altrimenti vi siete fatti trascinare dal sentimentalismo.
@Giovanni: cosa ne sai se è lo sconosciuto è la persona amata? Attieniti ai fatti!
@Soqquadro: volere salvare un persona a prescindere delle proprie idee politiche non è la stessa cosa di volerle salvare distruggendo se stessa! Immagina, per assurdo, se a qualche ex deportato dei campi di concentramento venisse chiesto, oggi, di donare un rene ad un loro ex aguzzino nazista, perché il poverino porebbe anche morire. Cosa credi risponderebbero? Salvo problemi di masochismo, può essere certo che l’ex aguzzino non risulterebbe nell’elenco delle persone beneficiabili.
@Paolo: Infatti razionalismo non è mancanza di altruismo, ma l’altruismo deve essere razionale, quindi non è semplicistica la frase. Chi ha problemi di raziocinio ed i mistici generalmente ne sono affetti, possono commettere questi atti autolesionisti.
Che intervento trollesco! Posso apprezzare solo quello che faccio io stesso? Non devo donare un organo per approvare chi lo fa; non devo sposarmi per garantirne il diritto a chiunque; non devo essere donna per difendere l’altro genere…
? Spiegati meglio, grazie.
Il corpo di un uomo,l’unica cosa di cui disponiamo e nei confronti del quale siamo padroni assoluti non appartiene ne allo stato ne alla chiesa ne a qualsiasi religione……..
Penso che donare un proprio organo a chi ne ha bisogno sia un dovere civico, ma mi contenterei che fosse riconosciuto come un diritto. Pensiamo solo al caso di un genitore che voglia donare il proprio rene al figlio che altrimenti morirebbe: perchè vietarglielo? solo perchè per i giuristi cattolici, il corpo appartiene a Dio e non a chi in quel corpo ci vive?
Ai parenti è già permesso e la Chiesa non ha niente da dire.
Il problema è che nel nostro organismo non ci sono pezzi inutili. Anche le tonsille non le tolgono più con la stessa facilità di una volta.
Chi ha un rene solo si vive ugualmente, ma chiaramente i rischi aumentano rispetto a chi ne ha due.
Chiaramente mi riferisco a quei pochi organi che si possono rigenerare (il fegato, la milza) o che sono presenti in coppia (rene, polmoni) (a parte occhi, orecchie e testicoli che non sono trapiantabili…)
ontro l’offerta si è già espresso il giurista cattolico Francesco D’Agostino
Qualunque cosa facciamo, non va bene. Se avessero chiesto alla donna di donare il rene e lei avesse detto no, si sarebbe parlato di egoismo e altro.
Che è, dobbiamo scomparire ?
Personalmente ritengo la scelta della donatrice più che lecita e, visto che il corpo è suo, nessuno ha il diritto di metterci il becco.
Rispetto la sua coerenza al suo concetto di generosità.
Quanto al mercato di organi…. in passato sono stato in una situazione economica così disastrata (disoccupato senza famiglia alle spalle) che se fosse stato possibile avrei venduto un rene più che volentieri. Immagino che i benpensanti strilleranno all’orrore, ma gente… è meglio morire di fame e veder morire di fame i propri cari o vendere un organo? Nel mondo reale non nei sogni utopistici.
Un principio che Madre Teresa era solita ripetere,pur non essendone l’ispiratrice,era
che “Una donazione e’ apprezzata dal Signore solo se e’ tanto forte da far male(al donatore)!”
Nel suo caso si trattava di donazioni pecuniarie,senza dubbio le piu’ care per lei.
Ma ora si direbbe che qualcuno abbia preso in seria considerazione questo principio da un altro punto di vista,pur essendo,a quanto sembra,non credente.
Non mi sembra che la donatrice o gli atei qui stiano sostenendo che questo e’ il gesto migliore del mondo o quant’altro. E mi rassicura sempre la frase “è una procedura già standardizzata negli Stati Uniti e in alcuni Paesi europei”.
Se leggi l’articolo della Stampa c’e’ il personale dell’ospedale che ribadisce piu’ volte come sia necessario verificare la convinzione e salute mentale del donatore in quanto non parente del beneficiario… come dire che se sei suo parente, e’ scontato che va tutto bene? Questo casomai mi sembra illogico.
Se sei parente magari gli vuoi molto bene e ti prendi un rischio.
Se vuoi prenderti un rischio simile per uno sconosciuto è più probabile che tu non abbia tutte le rotelle a posto. Ma non è una certezza: bisogna controllare. Padre Kolbe si è offerto volontario al posto di un padre di famiglia destinato a morte dai nazisti.
“Contro l’offerta si è già espresso il giurista cattolico Francesco D’Agostino; Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute, ha invitato alla prudenza.”
bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla….
Hanno sempre bisogno di chiacchierare, ciarlare, giudicare, blaterare e cosi’ via…
Di fronte al comportamento della trentenne bisognava solo fare SILENZIO!
E’ poco nota, ma c’è una malattia mentale che spinge il malato a tagli, amputazioni di arti, espianto di organi.
Si arriva a casi di persone che pagano per ottenere le mutilazioni e le amputazioni, di persone che cercano e trovano medici compiacenti per l’espianto degli organi.
In quanche caso la malattia è così grave che si mutilano od operano da soli…
Perciò sospetto che ci siano turbe psicologiche alla base di una donazione non necessaria ovvero non condizionata da rapporti diretti tra le persone coinvolte.
Non cadete nella trappola della donazione di organi non rigenerabili come atto altruistico: lo si fa per i parenti per non perderli, quindi per non stare male.
Ricordiamoci inoltre che l’autodonazione sarà la strada del futuro e che dovremo spingere per la crescita in laboratorio degli organi da sostituire, non per la macelleria da vivente.
Poi, ripeto, non sappiamo nulla delle condizioni mentali della donna coinvolta, ma prima di inneggiare a disinteressato altruismo sarebbe il caso di capire se presenta problemi di narcisismo o autolesionismo.