Aldo Nuvola, già responsabile della della parrocchia ‘Regina Pacis’ di Palermo, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di aver cercare di violentare un diciassettenne. A carico del sacerdote anche una denuncia per atti osceni in luogo pubblico.
Nel corso del processo a don Pierpaolo Mologni, già parroco di Lombardore (TO), accusato di violenza sessuale ai danni di un diciassettenne con un deficit psichico, il pm Stefano Demontis ha chiesto per l’imputato una condanna a 4 anni e 2 mesi di reclusione.
Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter, intervistato da Radio Vaticana ha dichiarato che in questi ultimi 10 anni, in Italia, circa 80 sacerdoti sono stati coinvolti in casi di pedofilia: secondo il sacerdote, “è un fenomeno che esiste, è un fenomeno che c’è, nessuno può dire che non è così”.
Aggiornamento del 23/01/2012. Nuvola è stato condannato a 1 anno e 6 mesi, pensa sospesa.
chiediamo ai blair cosa ne pensano di questi religiosi intrinsecamente buoni perchè religiosi…
….. diranno che la mela di adamo ed eva a volte gioca brutti scherzi.
LA MELA IN QUESTO CASO E’ MARCIA E PUTRIDA!
Con molta chiarezza, il male dove c’è va colpito. E come per i sacerdoti non si devono chiedere nè scolti nè vie privilegiate, altrettanto vanno considerati innocenti finchè non si dimostra la colpevolezza. E’ semplicemente la legalità costiuzionale.
Esatto.
Legalità costituzionale che mal si concilia con la Crimen Sollicitationis e la De delictis gravioribus, documenti che – in termini penalistici – potrebbero portare a configurare il concorso nei reati o il favoreggiamento personale a carico di Giovanni XXIII (il papa buono che invitava a portare un carezza ai bambini…) e Benedetto XVI.
è un vero pecceto che la chiesa non la pensi come te e faccia ostruzionismo in tutti i modi possibili finchè la loro posizione non si fa completamente insostenibile (e spesso neanche in quel caso smettono di proteggerli dalle autorità giudiziarie….)
E’ falso quanto dice don Di Noto.
Mente perché in internet sono reperibili quasi 130 casi di preti accusati/condannati per pedofilia. E un prete cacciatori di pedofili online come don Di Noto potrebbe fare anche egli queste ricerche e scoprirebbe che sono molto più di 80 i casi reperibili online.
Mente soprattutto perché la maggior parte dei casi di preti coinvolti in queste vicende non finisce né sui giornali né tantomento online. Mente perché la maggior parte della vittime non denuncia i preti criminali, per vergogna e per timore.
Don Di Noto merita una citazione solo per essere smentito.
don di noto sono anni che collabora con la polizia postale ed è un tantino più credibile di ‘in internet’
precisazione: il prete che molesta la ragazzina di 16 anni non è un pedofilo
Anche se non e’ un pedofilo, dovrebbe comunque finire in galera per molestie…
Solo che le fonti internet sono i giornali italiani reperibili in rete: Republica, Corriere della Sera, Stampa, svariate centinaia di giornali locali ecc.
O forse don Di Noto è brava solo a guardare le immagini pedopornografiche in internet?
Beh, se anche non è un pedofilo se la vedrà lui col suo eventuale dio. Fosse mia figlia dovrebbe solo augurarsi di non vedersela con me.
In internet sono reperibili quasi 130 casi di preti accusati o condannati per pedofilia.
Don Di Noto fa stime molto benevole, ben potendo anche lui fare queste ricerche in internet, visto che ci sta tutto il giorno in cacccia di pedofili.
E ovviamente i casi reperibili in internet sono solo la punta dell’iceberg, tra quelli che non finiscono online e quelli che non vengono nemmeno denunciati.
130?
Solo negli USA le denunce sono state 11.000, 2.900 i sacerdoti coinvolti, …
Se vuoi saperne di più:
http://app.bishop-accountability.org/member/index.jsp
se vuoi saperne di più vai sul sito del cesnur.
Un conto è essere accusato e un conto essere colpevole.
A Gero.
Il problema è che la legalità costituzionale (altrui) il Vaticano se l’è messa sotto i piedi per decenni.
E’ solo ora – a pentola scoperchiata e a colpi di risarcimenti miliardari – che madama la marchesa ha cambiato musica.
Chi è causa del suo mal, pianga se’ stesso, non dia la colpa agli altri e non cerchi capri espiatori.
Come il vescovo ultraconservatore (E COSA SENNO’?) di Augusta Walter Mixa che da’ la colpa alla rivoluzione sessuale degli anni ’70 per la pedofilia nella Chiesa.
http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=20100217&Categ=4&Voce=1&IdArticolo=2430567
Peccato per lui che i primi casi risalgano addirittura agli anni ’30 e ’40, in pieno bigottismo.
“è un fenomeno che esiste, è un fenomeno che c’è, nessuno può dire che non è così”
Strano, Monsignor Fisichella tre anni fa strillava ad Annozero che era un fatto “limitato”, “pochi casi limite”, “una minoranza trascurabile”.
Finalmente questa gentaccia ammette OGGI gli stessi fatti che recisamente negavano IERI.
Come per Galileo e Darwin: meglio tardi che mai!
@Rothko
Quando parlo dei 130 casi reperibili in internt mi riferisco ai casi verificatisi in Italia, visto che don Di Noto spara balle sugli appena 80 casi italiani.
E naturalmente so benissimo che i casi reperibili in internet sono solo la punta dell’iceberg di quelli che sono nei nostri tribunali e di quelli che non vengono denunciati per paura o vergogna.
senza considerare quelli denunciati poi risultati innocenti.
comunque un po’ di fonti….
Quelli risultati innocenti si contano sulle dita di una mano. Letteralmente sulle dita di una mano. E don Di Noto non parlava dei preti innocenti ma di quelli accusati o condannati.
Tra l’altro quando parlo di circa 130 casi escludo i pochissimi casi di preti innocenti.
Mente Don Di Noto. E risulta ancora meno credibile visto che lui i pedofili li va a scovare proprio su internet.
Evidentemente per lui deve essere più difficile scovare i suoi colleghi. O forse non si interess di scovare i preti ma solo chi pubblica immagini pedopornografiche.
Onestà intellettuale vorrebbe che si conoscesse cosa dice il Santo Padre Benedetto XVI in materia e anche gli ultimi interventi. E se iservatezza c’è e c’è stata è anche per difendere un prete. Un prete infangato anche falsamente, può cambiare strada e quanti ne sono stati distrutti con la calunnia. Purtroppo per un prete su questo argomento non vale che è innocente finchè non si dimostra il contrario.
Quindi nascondiamoli alla giustizia e mandiamoli a fare danni in un’altra parrocchia…. molto meglio centinaia di bambini distrutti che un prete con una macchiolina sulla reputazione.
Quanto alla false accuse…. ti rendi conto che le vittime sono BAMBINI CATTOLICI? Anche loro complici del complotto pltuo-ateo-giudaica-masson-comunista per screditare la CCAR?
Ti auguro ti cuore che il TUO prete stupri TUO figlio. Poi fammi sapere quanto è divertente scontrarsi col muro di gomma mafioso del vaticano.
onestà intellettuale vorrebbe che B16, che non è santo, la smettesse di deprecare il delitto in astratto e incominciasse a punire seriamente i colpevoli; ma certo siffatta operazione comporterebbe una grande riduzione dei ranghi ecclesiastici, soprattutto a partire dai più alti.
Onestà intellettuale vorrebbe che CHI ha protetto i preti pedofili (cioè proprio il Card. Ratzinger, tra i tanti) non ricoprisse più il posto che occupa.
L’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Card. Ratzinger appunto, sapeva BENISSIMO il modus operandi ogniqualvolta c’era un caso di pedofilia.
E sapeva tutto sicuramente riguardo alle porcate di un certo Don Marco Dessì coi bambini del Coro dei Getsemani, in Nicaragua, dal 1991.
Questo caso specifico lo INCHIODA alle sue gravissime responsabilità. Ora è inutile che faccia la manfrina del castigamatti d’accatto.
to gero
O beata inocenza!Buongiorno,sveglia!Ma in che paese delle meraviglie vivi?Basta solo guardare qualche documentario,per esempio “Sex crimes and Vatican” per sapere cosa pensa il tuo Saaanto Padre…Ma lo sai,che è stato lui in persona,mi sembra per 20 anni incaricato (supongo dal altro Saaanto Pandre,Giovanni Paolo II),a soffocare gli scandali e fare tacere le vittime.Se hai Sky,ogni tanto vai su “Current TV”,ultimamente fanno vedere spesso i documentari su questo argomento.
Qualcuno ricorderà la puntata di Annozero in cui fu proiettato il documentario sui preti pedofili in Gran Bretagna.
In quella puntata don Di Noto disse, testualemnte, che i preti rappresentano “appena” l’1% dei pedofili.
Appena, diceva il prete. Dimenticando che i preti sono molto meno dell’1% degli italiani adulti. Precisamente sono lo 0,1% degli italiani adulti: 50.000 preti su 50 milioni di italiani adulti.
Quando Santoro gli fece notare che l’1% è una percentuale altissima il prete farfugliò risposte incomprensibili per sfuggire all’evidenza delle sue affermazioni.
Ora don Di Noto miracolosamente ridimensiona le stime sui uoi colleghi.
Scherza un pò troppo coi numeri il prete cacciatore di pedofili.
Nel mondo di oggi è più difficile fare le cose di nascosto e la pedofilia dei preti viene a galla, mentre una volta restava nascosta per la vergogna delle vittime e dei loro genitori.
La CCAR è una casta che si protegge comunque in barba al Vangelo e questo atteggiamento è giudicato molto negativamente dai cattolici moderni.
Di questo la CCAR dovrebbe preoccuparsi se fosse cristiana.
chissà cosa dice don di noto sulla pubblicazione del materiale pedopornografico legale danese degli anni settanta: non potrebbe essere utile a questo sacerdote senza nuocere a nessuno?
en.wikipedia.org/wiki/Color_Climax
Come uomo condanno qualunque comportamento che comunemente si considera criminale, ed auspico la severa punizione dei colpevoli.
Nella misura in cui sono cattolico e amo la Chiesa, qualunque comportamento che nuoccia alla reputazione di essa, mi scandalizza e mi fa desiderare severi provvedimenti interni nei confronti di chi lo ha posto in essere.
Se chicchessia commettese un crimine (qualunque crimine) in danno mio o d’un mio familiare, lo denuncerei, prima, all’autorita’ statale competente, poi – se fosse un prete – alle autorita’ ecclesiastiche: con il primo comportamento riterrei di farmi le mie ragioni in quanto cittadinono nei confronti d’un altra persona (cioe’ di esercitare un diritto), con il secondo di rendre un servizio alla Chiesa (cioe’ di adempiere a un dovere).
Ma per quanto riguarda le trasgressioni di tipo sessuale, bisogna tener presente la distanza che esiste tra il poco che esige la legge civile e il molto che, moralmente e nel diritto interno ecclesiastico, e’ richiesto a un prete.
Non capisco proprio come sia possibile che un prete abbia potuto “cercare di violentare un diciassettenne”. Era il prete un ex pugile dei Pesi Massimi? Minacciava, forse, con un’arma? Ne’ comprendo come un fatto simile – nel diritto italiano che colloca l’eta’ del consneso sessuale a 14 anni – possa essere definito “pedofilia”. Tutt’al piu’ si sara’ trattato di molestia sessuale. Dalla concomitante accusa di “atti osceni in luogo pubblico”, mi par di capire che il degno “famulus Dei” abbia mostrato al giovinetto qualcosa che non era precisamente una Santa Reliquia. In un caso del genere, francamente, mi parrebbe che sia da invocare (da parte dei cattolici … perche’ a voi che vene frega?) piuttosto la severita’ della Chiesa che non quella dello Stato. A meno che non si desideri trasformare quest’ultimo in “braccio secolare”, vuoi d’un clericalismo seicentesco, vuoi d’un anticlericalismo ottocentesco, l’uno e l’altro superati dalla Storia.
Saluti.
Cesare sulla prima parte del tuo intervento concordo, è quello che vorrei anch’io: se qualcuno commette un crimine che sia indagato, processato ed eventualmente punito. Quello di cui ci lamenta è appunto il fatto che ci siano istituzioni che insabbiano i casi quando riguardano loro membri.
Sulla seconda parte ti faccio una domanda: perchè secondo te impossibile violentare un diciassettenne? La cronaca è piena, purtroppo, di casi simili. Se la notizia fosse stata “romeno violenta diciassettenne” la penseresti allo stesso modo.
Ti posso dire per esperienza personale, purtroppo, che la paura ti può veramente paralizzare in quel caso. Cha sia arma, violenza fisica, violenza psicologica o ricatto i modi per impedire a qualcuno di ribellarsi in quei casi (o quanto meno provarci) sono praticamente quasi infiniti.
Ovvio non si parla di pedofilia ma di stupro su adulti a diciassette anni.
Senza offesa nel caso di stupri e molestie sessuali (che sono crimini gravi) deve essere la MAGISTRATURA ad occuparsene non la chiesa. Sò che in italia la molestia sessuale in pratica è considerata una ragazzata, me resta un crimine e rovina la vita alle vittime (prova a farti un giro sui forum di aiuto delle vittime e vedo cosa provano). I colpevoli, a prescindere dal fatto che siano preti o civili, devono rispondere dei loro crimini difronte alla legge dello stato senza sconti per nessuno.
@painkiller. Per quanto riguarda la legge dello Stato, la condizione dell’imputato non deve interessare, e la notizia d’un reato la valuto allo stesso modo chiunque sia accusato.
Come ho detto, vorrei anche la massima severita’ interna della Chiesa nei confronti dei preti che agiscono in modo scandaloso, indipendentemente dalla rilevanza penale del loro comportamento.
Sono, in generale, contrario alla presente tendenza a fare d’ogni erba un fascio per quanto riguarda i comportamenti trasgressivi in materia sessuale: definire “pedofilo” anche chi va con una persona di diciassette anni, o definire “tentativo di stupro” la molestia sessuale, oppure, come e’ avvenuto nel caso Boffo, intendere come sessuale qualsiasi molestia. Vedo un clima di “caccia alle streghe” che non e’ mai utile.
Don Aldo Nuvola è accusato di aver a lungo pedinato e importunato un ragazzo di 17 anni chiedendogli prestazioni sessuali.
Quindi non si tratta di aver usato violenza sul giovane.
Comunque l’amico Cesare ha un concetto di violenza sessuale molto limitato, come se consistesse solo nell’immobilizzare una persona e penetrarla.
La violenza sessuale è ogni limitazione della volontà di un soggeto per commettere atti sessuali. Violenza sessuale è, ad esempio, far credere a una persona che bisogna avere un rapporto con un esorcista per cavargli il diavolo da dentro oppure approfittare della propria autorità di sacerdote e della referenza della sua figura per richiedere atti sessuali. Violenza sessuale sono le toccatine dei preti nel confessionale ecc.
Noi non sappiamo se non genericamente di cosa è accusato don Nuvola, ma non mi si venga a dire che c’è bisogno di sbattere qualcuno a terra per fargli violenza.
Del resto don Nuvola ha subito un decreto penale di condanna per atti osceni in luogo pubblico con un uomo (questo lo riportano altre fonti).
gero
Spero vorrai spiegarci come si concilia l’onesta’ intellettuale con il caso di don Cini.
Don Felix Cini, accusato da 17 minori, e’ stato condannato e ha patteggiato in prov. di Grosseto. Dopo qualche tempo di “ritiro”, e’ stato trasferito in Molise, dove insegna catechismo da 4 anni. Il tutto ovviamente a insaputa dei genitori. Ma l’arcivescovo Bregantini nella sua infinita bonta’ li ha rassicurati:
“Ad un sacerdote, nel cui passato compare un’ombra, anche se controversa è stata offerta la possibilità di un riscatto che gli restituisse dignità e credibilità. Di questa scelta assunta con il vescovo di Grosseto, e informandone la Santa Sede, sarebbe singolare fare una colpa alla Chiesa di Cristo, maestro di perdono e di speranza”.
La cosa grave del caso don Felix è che il nascondiglio gli è stato trovatodopo consultazioni con la Santa Sede.
La Santa Sede è l’ufficio del papa.
Ciò significa che se non Papa Ratzinger ma chi agisce in suo nome ha nascosto il prete pedofilo don Cini in un’altra parrochia all’insaputa dei suoi parrochciani.
La stessa Santa Sede ha ordinato il trasferimento di don Felix poche settimane fa. Ora si trova nascosto nel convento di Matrice (CB).
E ovviamente non pensano nemmeno a spretare e far curare da qualche psichiatra questo prete pedofilo.
Ricordo che la pedofilia è un disturbo mentale caratterizzato dalla recidività, che è inguaribile ma curabile (il pedofilo non smette di essere attrato dai prepuberi ma può imparar a controllare i suoi istinti).
Questo per chiarire come papa Ratzinger condanni a chiacchiere i preti pedofili mentre la Santa Sede e i suoi sottoposti li nacondono e li proteggono.
Per correttezza diciamola tutta su don Felix e su Cercemaggiore (circa 4200 abitanti). Questa è dell’inizio di questo mese:
Dopo l’annuncio sofferto in Chiesa, alla fine della messa di domenica scorsa, da oggi don Felix Cini non è più a Cercemaggiore.
Si è preso qualche giorno per lasciare il paese, salutare tutti e mettere insieme la serenità necessaria a spostarsi di pochi chilometri.
Trascorrerà un periodo di riflessione a Matrice, in convento.
La protesta per la decisione della Curia di Campobasso di allontanarlo per ragioni di opportunità, in seguito al caso scoppiato in relazione al patteggiamento che don Felix formalizzò anni fa al Tribunale di Grosseto per molestie su minori.
Più di 3.500 le firme per farlo restare a Cercemaggiore, che ora saranno all’attenzione della Santa Sede.
Avrebbero dovuto manifestare davanti alla Diocesi di Campobasso i cercesi, ma un incontro con il vescovo Giancarlo Bregantini ha calmato gli animi per il momento.
Il vescovo ha promesso di intervenire in Vaticano per far presente la ferrea volontà di Cercemaggiore di far rimanere don Felix a dire messa in paese.
Pausa di attesa dunque per il comitato, che intanto ha salutato il suo parroco.
3500 minorati mentali cattolici, vogliono assolutamente che un prete condannato per abusi su minori, torni al loro paese per dire messa????
Bella gente che c’e’ da quelle parti direi….
Se il sacerdote ha patteggiato, e a quindi evitato il processo, un motivo c’e’…!!!
Fammi una cortesia brendan….
Se Felix (o come cavolo si chiama davvero!) dovesse passare dalle mie parti, avvertimi che, faccio subito rincasare i miei figli…!
ovviamente, rik, sono sempre in attesa delle tue fonti.
Gentile Direttore,
mi sembra doveroso nei confronti degli organi d’informazione inviare queaste mie brevi annotazioni sul caso Felix Cini.
Negli scorsi giorni ho avuto modo di poter leggere attentamente uno stralcio degli atti del procedimento n. 03/51 RGNR e 03/886 GIP a carico di CINI Felix, nato a Cospicua (Malta) il 9/7/1960 e condannato con sentenza n. 212/2004 emessa dal Tribunale di Grosseto in data 1/7/2004.
Lo studio della documentazione, pervenuta al mio ufficio con decreto di autorizzazione al rilascio di copia a firma del magistrato coordinatore del Tribunale di Grosseto, il quale ha ritenuto la mia richiesta accoglibile essendo “sussistente un apprezzabile interesse a conoscere gli atti del procedimento in questione in relazione alle funzioni pubbliche ricoperte dal richiedente e per le motivazioni esposte nell’istanza (necessità di tutelare i bambini e gli adolescenti frequentanti la parrocchia presso la quale il condannato Cini Felix coadiuva l’anziano parroco in ogni attività inclusa la preparazione dei minori alla catechesi)”, avvalora la posizione istituzionale assunta dalla mia persona a tutela dei diritti dei minori di Cercemaggiore.
Persistendo una grave condizione di pericolosità sociale per l’intera comunità di Cercemaggiore ed in specie per i Minori di età, ho ritenuto doveroso l’invio di copia del dossier alle Autorità Giudiziarie del Molise.
In data di oggi ho inoltrato ai Cardinali eretti Hummes e Levada richiesta di dimissione del Cini dallo stato clericale e l’allontanamento in tutto il mondo dall’Uffizio ecclesiale degli uomini guidati dal male e dalla violenza.
Evidenzio che chi ha un ruolo di educatore, per il bambino, l’anziano, l’ammalato e il debole è un’Autorità che dovrebbe sempre indirizzare spiritualmente verso la scelta del Bene. Nel caso specifico, è da escludere tale indirizzo; il fascicolo processuale, al contrario, evidenzia la condotta delittuosa e malevola del pastore.
Cordialità.
Nunzia Lattanzio
Tutore Pubblico dei Minori
Che fonti vuoi Brendan? Vuoi che riporti sul sito dell’UAAR 130 link ai casi di pedofilia ecclesiastica reperibili in internet?
Ovviamente lo sai tu stesso che è impossibile e continui con la cantilena come se servisse a convinvere qualcuno. Ma ti rinvio a qualche fonte che ne raccoglie un centinaio di questi circa 130 casi.
http://laici.forumcommunity.net/?f=1493896
http://it.wikipedia.org/wiki/Pedofilia_e_Chiesa_cattolica
Quanto al prete pedofilo con sentenza irrevocabile don Felix Cini, è veramente verrgognoso che sia proprio l’ufficio di papa Ratzinger a organizzare i nascondigli del prete anziché farlo spretare. E dovrebbe farvi capire che il Vaticano è il vero partito dei preti pedofili, visto che ne organizza i loro nascondigli dopo che i casi escono allo scoperto. Altro che le chiacchiere di condanna di papa Ratzinger.
E il vescovo Bregantini ha la spudoratezza di trasferirlo a pochi km da Cercemaggiore, precisamente a Matrice. Evidentemente pensa ancora che “la misericordia supera il giudizio” del tribunale che ha condannato il prete pèedofilo beccato con le foto pedoporno nel p.c. e accusato da 17 bambini. Lo ha assolto lui, il vescovo Bregantini. Il vescovo evidentemente si ritiene al di sopra di ogni tribunale della Repubblica. E ha il coraggio di parlare di una “macchia controversa” il patteggiamento chiesto e ottenuto dal prete, che gli assicurato lo sconto di pena.
Ovviamente il vescovo e i sostenitori del prete pedofilo se ne infischiano della sorte delle vittime di don Felix, per le quali non hanno mai manifestato una sola parola di pietà. E se ne infischiano anche dei bambini di Cercemaggiore, visto che la sentenza definitiva proibisce a don Felix di assumere ogni incarico che gli permetta di avvicinare i bambini. E vorrei sapere se il prete pedofilo si è mai occupato dei bambnini del catechismo o dei chierichetti.
Non so se è vero che per 4 anni ha insegnato catechismo ai bambini, come ho appena letto, ma se fosse così sarebbe gravissimo e il vescovo Bregantini dovrebbe risponderne.
Andate a manifestare dove volete, amici del prete pedofilo. Non cancellerete la vergogna di passare sopra la testa di 17 bambini abusati dal prete e di chi sa quanti bambini ritratti nelle foto pedopornografiche che aveva nel p.c.
Scusa Rik, non sono 4 anni, sono 2. Quando scoppia il caso in dic. 2009, i giornali riportano che Cini ha sostituito il parroco ormai molto anziano da un anno e mezzo.
Dalla sentenza del tribunale di Grosseto:
«Approfittando della qualità di sacerdote, parroco e catechista presso la parrocchia ’Madonna di Lourdes’ sita nella frazione di Arcille di Campagnatico in più occasioni compiva atti sessuali su bambini minori infraquattordicenni a lui affidati, in particolare li toccava nelle parti g-li e sui gl-ei. Si procurava e disponeva di materiale pornogr-o prodotto mediante lo sfruttamento sess-e di minori di anni 18»
15 bambini, 2 bambine, tra i 10 e i 14 anni.
Visto il post di Sandra….
Visti (E rivisti!) i post di rik…..
Caro brendan, facci la cortesia di evitare l’argomento Felix.
Solo gente credulona e col cervello parzialmente gestita da terzi, puo’ ancora arrampicarsi sugli specchi e tentare di difendere l’indifendibile come in questo tristissimo caso….
Dalla sentenza del tribunale di Grosseto:
«Approfittando della qualità di sacerdote, parroco e catechista presso la parrocchia ’Madonna di Lourdes’ sita nella frazione di Arcille di Campagnatico in più occasioni compiva atti sessuali su bambini minori infraquattordicenni a lui affidati, in particolare li toccava nelle parti genitali e sui glutei. Si procurava e disponeva di materiale pornografico prodotto mediante lo sfruttamento sessuale di minori di anni 18»
15 bambini, 2 bambine, tra i 10 e i 14 anni.
22 dicembre 2009
«Nella mia veste di Tutore Pubblico dei Minori della Regione Molise in relazione all’ormai nota vicenda che vede coinvolto don Felix Cini, destinato da alcuni mesi a questa parte dagli Uffici ecclesiastici a coadiuvare il parroco di Cercemaggiore, osservo che dal tenore delle imputazioni contestate al sacerdote, di oggettiva gravità e tenuto conto del coinvolgimento di giovani vite evidentemente tradite nella loro innocenza in un momento delicatissimo del loro sviluppo, si imponga una severa valutazione di quanto accaduto. L’episodio grave ed increscioso, da me già segnalato alla locale Stazione dell’Arma e alla competente Autorità religiosa, ha prodotto l’inevitabile senso di disperazione tra la gente e in special modo tra i genitori dei bambini. Il diritto di ogni bambino di vivere serenamente e di essere protetto dalle Istituzioni, sia esse civili che religiose, è sancito dal buon senso civico, dalla nostra Carta costituzionale e dall’art. 3 della Convenzione sui diritti del fanciullo, Carte di diritto nazionale ed internazionale. Auspico pertanto che quanto deciso dagli Organi della Chiesa possa essere rivisitato nel superiore interesse dei minori, delle loro madri e dei loro padri. Ritengo che Don Felice Cini, colpevole per i gravi delitti ascrittigli debba astenersi da ogni servizio pubblico che gli consenta di avviare relazioni interpersonali con minori»
Nunzia Lattanzio
Le firme sono state raccolte dopo che il tutore ha espresso i suoi timori, sicuramente conosciuti dalla gente.
Non si capisce perchè il tutore pubblico dei minori oltre a rivolgersi ai carabinieri si rivolga all’autorità religiosa. Al massimo doveva chiedere ai genitori di non mandare i figli in parrocchia.
I carabinieri non hanno fatto nulla perchè evidentemente nulla ha fatto don Felix in paese, essendo la vecchia condanna già scontata.
Comunque per me anche 80 preti pedofili, a cui si devono sommare i molestatori e i violentatori, sono troppi (anche 1 è troppo) e spero che in tutte le Diocesi ci si svegli e si seguano gli inviti di don Di Noto.
I carabinieri non possono certo arrestare il prete, visto che ha scontato la sua pena (in un convento in provincia di Trento, al sicuro, tra i suoi colleghi).
A chi doveva rivolgersi il Tutore Pubblico se non a chi nascosto il prete pedofilo tra i bambini di Ceremaggiore? A chi lo ha nascosto, naturalmente.
Ma evidentemente il vescovo Bregantini se ne strafrega del timore dei genitori di Cercemaggiore e della Lattanzio. Tanto che ha ribadito in più occcasioni che il prete non si toccava ed è perfino intervenuto a smentire la Lattanzio che credeva di aver ricevuto rasicurazioni sulla cacciata del prete.
Bregantini si è mosso, in ritardo, solo dopo che gli è stato ordinato dalla Santra Sede, dall’ufficio di papa Ratinger, di trasferire il prete pedofilo per l’ennesima volta.
Viene il sospetto che questa sia una altra punizione imposta dalla Santa Sede a Bregantini, trasferito di autorità e per misteriosi e mai chiariti motivi da Locri alla tranquilla Campobasso. Se, come ha confessato lo stesso Bregantini, il nascondiglio era statao trovato a Cercemaggiore “dopo consultazioni con la Santa Sede” c’è il sospetto che la polpetta avvelenata sia stata data a Bregantini per fargli scontare ben altre punizioni.
E don DI Noto deve essere ben informato della questione, visto che ad Annozero proprio lui parlò di un prete pedofilo trasferito a Malta. E sappiamo che don Felix Cini, dopo il suo arresto a Grosseto e dopo aver scontato i domiciliari in convento a Trento, fu spedito proprio nella nativa Malta, dove gli fu affidata una parrochia. E aggiungo che anche a Malta venne fuori la storia del prete pedofilo trasferito dall’Italia, per averne letto personalmente in un forum maltese.
Ed è un mistero perché don Cini ha fatto ritorno in Italia dalla nativa Malta. Forse pure i parrocchiani maltesi lo hanno cacciato?
Ora il prete pedofilo se ne sta tranquillamente in un convento a Matrice “con mansioni non parrocchiali”, senza che sia stato mai sottoposto a trattamento psichiatrico. Redento a forza di benedizioni vescovili.
Nella nota ANSA che ripota del trasferimento di don Cini a Matrice si legge anche don Felix “seguirà un percorso di recupero”. Ma allora non era vero quello che diceva il vescovo Bregantini allo scoppio del caso, che don Felix già aveva fatto un percorso di recupero?
E come si fanno i percorsi di recupero di un prete pedofilo, vescovo Bregantini? A forza di preghiere e benedizioni oppure con trattamenti psichiatrici?
E di spretarlo non se ne parla nemmeno.
Secondo NuovoMolise il Tribunale Ecclesiastico ha assolto don Cini nel gennaio 2010 (cioe’ dopo averlo lasciato scorazzare come catechista):
“Una comunità lacerata che adesso si trova a combattere con l’atteggiamento ambiguo della Chiesa.
Che dapprima ha chiesto silenzio, preghiera e perdono, poi ha comunicato che don Felix – su disposizione della Santa Sede – sarà destinato ad altre mansioni. La stessa Chiesa che ha assolto il parroco (con una fantomatica sentenza del Tribunale Ecclesiastico) ma solo dopo 6 anni dalla sua condanna e dopo 2 anni dalla sua permanenza a Cercemaggiore.
Quella stessa Chiesa che sembra non voler fornire spiegazioni, nonostante sia guidata da un uomo forte e risoluto come padre Giancarlo Bregantini.”
Figurati se i monsignori condannano un loro collega,
Se lo spretassero, come merita, dovrebbe andarsi a cercare un lavoro serio invece di mangiare a sbafo dell’8 x 1000 e degli altri privilegi pagati dalle nostre tasche.
Quando si tratta di far pagare le proprie colpe a questi criminali in tonaca i monsignori usano sempre il guanto di velluto.
Lo ha detto chiramente il vescovo Bregantini: “la misericordia supera il giudizio”.
La misericordia sua, mica quella delle 17 vittime del prete pedofilo e di quelle ritratte nelle foto del suo p.c.!
ARRAMPICARSI SUGLI SPECCHI…
DIFENDERE L’INDIFENDIBILE…
GIUSTIFICARE ABUSI, ATTI MORBOSI E CRIMINOSI…
Io non credente mi vergogno per voi….
Voi, quand’e’ che cominciate a vergognarvi?????
Per me, per moltissimi altri cattolici, e per lo stesso Papa, che ha intrapreso una linea d’intransiente severita’, puoi, caro Paul Manoni, fare a meno di vergognarti.
La mia opinione in proposito la ho espressa sopra e non sto a ripeterla.
Tuttavia mi oppongo a qualsiasi forma di doppio (o multiplo) pesismo: in sede extraecclesiastica il comportamento d’un prete e quello d’un metalmeccanico devono essere valutati allo stesso modo.
Inoltre mi meraviglio che voi, sostenitori del positivismo giuridico, esprimiate cosi’ spesso giudizi piu’ severi di quelli propri delle leggi attualmente vigenti in Italia (senza peraltro chiederne l’inasprimento in generale).
Nel vostro linuaggio non conta che il concetto di pedofilia si arresti a 14 anni, che il concetto di stupro sia alquanto diverso da quello di molestia sessuale e quest’ultimo da quello di molestia non sessuale, che il reato di plagio sia stato eliminato dalla legislazione italiana: una forca in ogni piazza d’Italia … ma soltanto per i preti, naturalmente.
Saluti.
Quale sarebbe la severità di papa Ratzinger? Quello stesso papa Ratzinger che ordina il segreto pontificio a pena di scomunica sui crimini dei preti pedofili?
Severità per me è denunciare i preti pedofili alla magistratura. Come noto i vfescovi sono a conoscenza di questi casi molto prima dei magistrati, essendo avvertiti dalle vittime, da altri preti o da altri parrocchiani.
Severità sarebbe collaborare nelle indagini e nei processi, invece di attaccare le vittime, i magistrati, i giornalisti, i blogger ecc.
Severità sarebbe far curare questi criminali psicopatici dagli psichiatri e non redimerli a forza di preghiere e e assoluzioni.
Severità sarebbe spretarli, cosa che avviene in casi tanto rari da contarsi sulle dita di una sola mano.
Severità sarebbe risarcire le vittime da parte delle diocesi, anziché lasciarle con un pugno di mosche come accade in Italia, dove la giurisprudenza non riconosce alcuna responsabilità civile delle diocesi. E i risarcimenti dovrebbero essre spontanei e non sollecitati dalla paura di condanne, come avviene in USA.
Le chiacchiere non sono severità se ad esse fanno seguito comportamenti opposti.
Nemmeno un prete pedofilo conclamato come don Cini è stato spretato e fatto curare dagli psichiatri. Figuriamoci se possiamo fidarci delle chiacchiere di papa Ratzinger.
Basta chiacchiere! Vogliamo i fatti.
Severita’ (anche mediante ricorso alle autorita’ civili) e risarcimenti stanno arrivando, almeno stando alle recenti parole del Papa ai vescovi irlandesi. Se alle parole non seguiranno i fatti, saro’ il prmo a rammaricarmene.
Il “segreto pontificio” riguardava l’ordinamento interno della Chiesa e non ha mai interferito con l’autorita’ civile, alla quale le vittime avrebbero benissimo potuto ricorrere. E alla quali i vescovi, almeno nell’ordinamento italiano, non sono giuridicamente obbligati a fare denuncia per nessuna cosa, non essendo pubblici ufficiali (e non credo che l’UAAR desideri che tale qualifica sia loro attribuita). Tuttavia, come ho detto, tale obbligo adesso nasce per loro da un preciso comando del Pontefice.
E’ contraddittorio (e ben poco “laico”, perche’ sottintende una sovranita’ materiale sulle persone da parte della gerarchia ecclesiastica) pretendere contemporaneamente che i preti pedofili siano “spretati” e “fatti curare dagli psichiatri”. Infatti quando un soggetto e’ ridotto allo stato laicale, egli non ha piu’ ne’ obbligo morale (giuridico non c’e’ mai stato nella civilta’ moderna), ne’ interesse ad obbedire alla gerarchia, ne’ la comunita’ cattolica e’ piu’ tenuta a procurargli alcunche’, cure psichiatriche – eventuali – comprese.
Nei casi specifici, poi, non sappiamo se qualche terapia sia stata intrapresa: tu, caro Rik, sei forse cosi’ intimo di quei preti da sapere se vanno o non vanno dallo psichiatra?
Saluti.
Credo che proprio l’Irlanda non dovrebbe essere neanche citata da chi vuole tentare di salvare almeno la facciata della chiesa cattolica romana. Adesso che l’opinione pubblica irlandese si è mobilitata e ha chiesto a gran voce una risposta del vaticano, il papa improvvisamente si sveglia e fa la voce grossa. Peccato che: 1) il vaticano (e in particolare ratzinger ancora prima di diventare papa) fosse informato regolarmente dell’andamento dell’inchiesta sulla pedofilia e poi delle sue conclusioni dallo stesso governo irlandese; 2) il vaticano sollecitato da anni dalla commissione d’inchiesta non abbia MAI fatto avere una risposta neanche interlocutoria; 3) per poter ottenere un interessamento ufficiale del vaticano, il governo irlandese abbia dovuto muovere addirittura il proprio ministero degli esteri minacciando atti formali nei confronti della santa sede. Quanto di tutto questo è noto in Italia? Infine nei suoi discorsi il papa si è guardato bene dall’affrontare la vicenda irlandese nello specifico – ad esempio rivolgendosi direttamente e pastoralmente alle centinaia di vittime di abusi e alle loro famiglie chiedendo scusa o anche solo dando una parola di affetto e conforto come gli irlandesi si aspetavano – o condannando apertamente anni e anni di palesi ostacoli dei vescovi e cardinali d’irlanda alle indagini. Ha solo fatto disquisizioni teologiche delle quali non importa a nessuno e vaghe quanto poco concrete raccomandazioni per il futuro. Vi assicuro che in Irlanda la delusione per l’atteggiamento del papa in è fortissima. Ovviamente anche di questo in Italia non si dice niente: anzi, “quanto è stato risoluto e tempestivo il papa!”
Quindi raccomando a chiunque voglia tentare di difendere la chiesa cattolica romana tirando in ballo le vicende irlandesi di guardarsi bene dal farlo perchè servirebbe solo ad affossare ulteriormente il discorso.
Questo prete ha patteggiato, parla di complotto ma ha deciso di avvalersi della facolta’ di non parlare. Nel dubbio e per il bene di altri bambini, tu sei tranquillo che un prete di 50 anni (ancora potenzialmente pericoloso) vada a fare catechismo ad altri ragazzi? In coscienza, ti prenderesti la responsabilita’ di mandare tra ragazzi un uomo sul quale pende almeno il sospetto? E’ dovere dei suoi responsabili metterlo almeno in condizione di non nuocere piu’. Che poi vada o meno dallo psichiatra, francamente, mi interesserebbe poco, fossi un genitore. Izzo-Circeo ti dice niente? Un gruppo di psichiatri e psicologi lo aveva definito “rinato”, peccato che sia uscito ad ammazzarne altre due. Io non lascerei mai io miei figli nella stessa stanza di una persona che ha patteggiato per abuso sessuale, neanche se un Nobel viene a dirmi che e’ tutto a posto! Non si rischia sulla pelle degli altri, e altri che si sanno meno difendere. Che la chiesa non lo spreti poi e’ la ciliegina sulla torta! Ma quella ve la mangiate voi….
Io non ho mei pensato – ne’ tanto meno detto – che un Tizio seriamente sospetto di pedofilia possa venire assegnato a compiti per i quali verrebbe a contatto con minori (parroco, ma anche insegnate, allenatore sportivo, eccetera).
Nel caso del prete, i superiri sbagliano (MOLTO gravemente) se lo rimettono a contatto con bambini o ragazzi, mentre non c’e’ niente di male se lo mantengono o lo riammettono nel clero, in condizione di non nuocere, ad esempio adibendolo alla pastorale degli anziani ricoverati nelle case di riposo, all’archivio diocesano, al centralino del vescovo, o a quel che cavolo si voglia.
Resto convinto che e’ contraddittorio dire: “Bisognerebbe spretarlo e farlo curare dagli psichiatri”. Infatti una volta che la Chiesa lo ha radiato dal clero, essa non ha piu’ ne’ autorita’ ne’ obblighi verso di lui. Quindi O lo mantiene in servizio e lo fa curare, O lo licenzia e si disinteressa di lui. In ogni caso, le eventuali cure psichiatriche (compito, in verita’, del Servizio Sanitario Nazionale) dovrebbero, casomai, servire alla serenita’ soggettiva di quella persona, e sovrapporsi (non opporsi) alle ragionevoli precauzioni da prendere affinche’ non combini nuovi guai. Anche gli alcolisti si curano, ma non si mandano mica a fare gli osti!
Saluti.
>i superiri sbagliano (MOLTO gravemente) se lo rimettono a contatto con bambini o ragazzi
Cesare, ti sfugge proprio quel SE, che e’ la chiave di volta di tutto il problema. Se infatti in passato, anche commettendo reato nel nascondere un prete pedofilo reo di UN abuso la chiesa lo avesse nascosto tenendolo lontano da altri bambini, la chiesa avrebbe comunque sbagliato. Ma avrebbe cercato un rimedio diciamo cosi’ all’interno. La grande, grandissima colpa della chiesa cattolica oltre al fatto di non denunciare mai alle autorita’ simili mostruosita’, e’ stata di trasferire REGOLARMENTE presso altri ragazzi. E’ successo negli USA (proprio nel procedimento in cui fu chiamato Ratzinger per ostruzione alla giustizia, poi salvato in corner dall’immunita’ in quanto capo di stato da Bush), e’ successo ancora recentemente in Germania nello scandalo del collegio (il prete ha insegnato in un altro collegio DOPO che i superiori hanno saputo del primo).
Nel caso di Cini e’ avvenuta la stessa cosa. Cini insegnava catechismo in Molise, condannato nel 2004 a Grosseto, da piu’ di un anno e mezzo, e l’assoluzione del trib. eccl. e’ di un mese fa. Quindi l’hanno rimandato “in pista” ancor prima, o forse usando il nuovo sito come test (agghicciante ipotesi, non trovi?), di aver esaminato il caso.
Il tuo “se” non sta in piedi. La frase va riscritta alla luce dei fatti:
“I suoi superiori sbagliano molto gravemente dato che lo rimettono a contatto con bambini e ragazzi.”
Siete complici di reato, non ho rispetto per la vostra “fede” se per omerta’ difendete questi che agiscono, loro si’!, contro natura, se usate la “fede” come comodo riparo dalla responsabilita’.
Diciamo “I superiori sbagliano MOLTO gravemente OGNI QUAL VOLTA lo rimettono a contatto con bambini e ragazzi.” Su questo, spero che ci possiamo trovare d’accordo.
Quanto al “nascondere un prete pedofilo reo di UN abuso tenendolo lontano da altri bambini!, anche qui bisogna vedere caso per caso se tale comportamento sia da considerarsi reato (nell’ordinamento italiano). Tale ordinamento, infatti, non fa obbligo a chi non sia pubblico ufficiale (e i vescovi NON lo sono) di denunciare reati di cui venga a conoscenza, tuttavia vieta, con adeguate punizioni, il “favoreggiamento personale”, cioe’ l’aiutare qualcuno – accusato dalle autorita” preposte – a sottrarsi all’arresto, al processo, o all’esecuzione della pena inflitta.
Io chiedo soltanto che il clero sia soggetto alle leggi senza differenza alcuna rispetto agli altri, ne’ in meglio ne’ in peggio.
Saluti.
Diciamo pure che qualora “I superiori sbagliano MOLTO gravemente OGNI QUAL VOLTA lo rimettono a contatto con bambini e ragazzi.”, essi perdono lo status di superiorita’, essendo complici e favorendo le condizioni perche’ un nuovo crimine a danno di bambini si compia.
Certo che nascondere e’ un reato! Il fatto che sia reato o meno secondo l’ordinamento di questo o quel paese e’ ai miei occhi francamente secondario, e a maggior ragione dovrebbe esserlo per i “credenti” nel Bene. Mi sembra che nella California per esempio la legge sia stata ritoccata proprio per rendere obbligatoria a chiunque venga a sospettare di un abuso la segnalazione alle autorita’. Ma la responsabilita’ legale non cancella quella individuale.
Benissimo che tu chieda la parita’ di doveri di fronte alla legge. E gli altri cattolici? Si e’ visto una processione nel caso di Cini, messe nel caso di Massaferro (ancora da processare, ma proprio per questo colpisce questo innocentismo a priori), chiaramente ci si compatta per i privilegi di una casta, e l’atteggiamento dei cattolici lascia molto poco spazio per la speranza di un cambiamento sostanziale di cultura del rispetto dei diritti individuali.